Alfa Romeo 4C, prova su strada

Alfa Romeo 4C Coupé 7Alfa Romeo 4C Coupé 7

Alfa Romeo 4C Coupé 4Alfa Romeo 4C Coupé 4

Alfa Romeo 4C Coupé 9Alfa Romeo 4C Coupé 9

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Alfa Romeo 4C Coupé 6Alfa Romeo 4C Coupé 6

Alfa Romeo 4C Coupé 8Alfa Romeo 4C Coupé 8

Alfa Romeo 4C Coupé 5Alfa Romeo 4C Coupé 5

Alfa Romeo 4C Coupé 2Alfa Romeo 4C Coupé 2

Alfa Romeo 4C Coupé 3Alfa Romeo 4C Coupé 3

Alfa Romeo 4C Coupé 10Alfa Romeo 4C Coupé 10

Alfa Romeo 4C Coupé 11Alfa Romeo 4C Coupé 11

 

L’Alfa Romeo 4C è splendida, emozionante e coinvolgente. È tutt’altro che perfetta, soprattutto a questo prezzo: da guidare è fisica e a tratti intimidatoria, mentre gli interni mostrano alti e bassi. È un’auto molto veloce, rumorosa e che accetta pochi compromessi; proprio per questo bisogna essere dei puristi della guida per apprezzarla. Questa piccola sportiva trova una dimensione tutta sua, offrendo un’esperienza diversa da quella delle rivali inglesi (Lotus) e tedesche (Porsche 718).

L’Alfa Romeo 4C, comunque la si giri, è l’equivalente di un grosso cazzotto al mondo delle piccole sportive a motore centrale. Non è elegante, non è raffinato, ma ti colpisce con forza ed efficacia.
Ve lo dico subito: è un’auto con un sacco di difetti – alcuni trascurabili, altri meno – ma che ha personalità da vendere e una presenza scenica degna di quelle auto rosse di Maranello che sfoggiano un cavallino nero. È un’Alfa Romeo? Sì, lo è. I meno esperti lo chiedono spesso, e faticano a crederci, perché Alfa non costruiva auto sportive estreme da un pezzo. E l’Alfa Romeo 4C è davvero estrema. Il problema è che la 4C è nata in fretta e soprattutto è stata sviluppata in fretta, con un budget non proprio consono alla portata del progetto.
Il telaio tuttavia è raffinato (è un mono scocca in fibra di carbonio), mentre il motore 1742 cc turbo da 242 CV è posizionato al centro. La trazione, rigorosamente, è posteriore. Nessun cambio manuale disponibile, solo un doppia frizione a 6 rapporti, abbastanza rapido e molto fluido nell’azione.

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CITTÀ

Chiedere all’Alfa Romeo 4C di essere un’auto da città è come chiedere ad un pugile con i guantoni di costruire un castello di carte. Non è bello e nemmeno corretto.
L’assenza del servosterzo rende le manovre una specie di punizione divina, azione aggravata dalla quasi nulla visibilità posteriore e dall’assenza di telecamere e sensori. L’assetto non mancherà di trascurare ogni buca, tombino o mozzicone che vi si palesa davanti, mentre il volume dello scarico Akrapovic attirerà l’attenzione di tutti su di voi, rendendo ancora più imbarazzante la fase di parcheggio. Ma ci sono anche dei pregi: il cambio a doppia frizione è dolce nell’azione e la visibilità anteriore è buona. Ma quel che più appaga, sempre che siate egocentrici (ma chi compra una 4C probabilmente lo è), è la quantità di teste che fa voltare. Poche auto ammaliano quanto questa piccola, esotica, Alfa. Le sue dimensioni aliene e le sue linee sexy la rendono una calamita per gli occhi.

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“È un’auto faticosa, vecchia scuola quasi, ma regala grandi soddisfazioni. E una colonna sonora da urlo”

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FUORI CITTÀ

Il motore ha carattere, non c’è che dire. Noi italiani siamo bravi con la presenza scenica, così come quella acustica. L’Alfa Romeo 4C offre una gamma di suoni e di sfumature canore impressionante, soprattutto considerato il fatto che si tratta di un quattro cilindri. Dall’esterno suona come una moto con lo scarico aftermarket, mentre dall’abitacolo la colonna sonora è decisamente più complessa. Sbuffi del turbo, sibili della valvola wastgate, volume denso e corposo: sarà anche un suono forzato, ma è non riuscirete a togliervi il sorriso dalla faccia.
Ad andature normali l’Alfa Romeo 4C risulta fisica, grezza e dura come il marmo. Lo sterzo tira a destra e sinistra senza apparente motivo, mentre il motore soffia e ringhia come un felino incattivito. C’è tanto ritardo nella risposta del motore, ma anche tanta coppia (350 Nm a 2.200 giri), così nel misto si finisce per usare quasi esclusivamente la terza marcia (con appoggi di quarta).

Quando si affonda sul gas si percepisce quella velocità che solo un’auto di 1000 kg è in grado di darvi, e con poco sforzo. Tra le curve non infonde molta fiducia, anche perché gli ammortizzatori sembrano sempre in lotta con la strada, rifiutandosi di copiare il terreno. Mi viene da pensare che il suo campo di gioco preferito sia la pista, ma non è nemmeno un’auto così estrema da giustificare tanta rigidità. C’è anche tanto sottosterzo, sia in ingresso che in uscita di curva, ma probabilmente è voluto: rende l’auto più facile anche ai meno esperti.

Quando alzate il ritmo e cercate il limite la situazione migliora: la frenata è mostruosa e rassicurante, così come la trazione. Raramente le ruote posteriori perdono grip, ma quando lo fanno dovete essere molto – e sottolineo MOLTO – veloci con lo sterzo.
Non è un’auto che ama i movimenti bruschi e le “botte” di sterzo: bisogna guidarla con pochi gradi di volante, progressione sul gas e franate decise ma misurate. Così la 4C trova il suo ritmo, e senza che ve ne accorgiate, starete volando. È un’auto faticosa, vecchia scuola quasi, ma regala grandi soddisfazioni. E una colonna sonora da urlo.

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“È un’auto faticosa, vecchia scuola quasi, ma regala grandi soddisfazioni. E una colonna sonora da urlo”

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AUTOSTRADA

L’Alfa Romeo 4C non è certo l’auto migliore per affrontare i lunghi viaggi. L’assenza dei pannelli fonoassorbenti rende il viaggio parecchio rumoroso, e in sesta a 130 km/h il motore ronza a 3.000 giri. In più bisogna tenere ben saldo il volante tra le mani, perché lo sterzo tende a seguire ogni imperfezione; tuttavia il peso ridotto dell’auto permette dei consumi piuttosto bassi (si tiene una media di 14-15 km/l).

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“si passa dallo splendido carbonio a vista ad alcune plastiche dure sottotono”

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VITA A BORDO

L’abitacolo dell‘Alfa Romeo 4C è degno di un’auto da corsa: i sedili sono sottili, la seduta è sdraiata e la pedaliera incernierata al pavimento è verticale. Il volante a due razze è cicciotto e strano da impugnare, mentre i paddle di plastica (sono quelli della Giulietta) non sono fantastici al tatto.
Per quanto riguarda le finiture, si passa dallo splendido carbonio a vista ad alcune plastiche dure sottotono. Non è spartana come una Lotus Elise, ma nemmeno raffinata come una Porsche 718 Cayman, per intenderci.
Quasi nullo lo spazio per gli oggetti: nessun vano nelle portiere, nel tunnel centrale e non c’è nemmeno un cassettino. Ma ha un’aria davvero speciale.

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“si passa dallo splendido carbonio a vista ad alcune plastiche dure sottotono”

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PREZZO E COSTI

L’Alfa Romeo 4C parte dai 65.000 euro, ma il prezzo s’impenna se si aggiungono i pacchetti di fibra di carbonio, lo scarico e, volendo, l’assetto sportivo. È cara, ma è davvero una piccola supercar, in quanto presenza scenica, ed è comunque in linea con le rivali (Lotus e Porsche), anche se offre un’esperienza di guida molto diversa.
Inoltre la 4C non rientra nella fascia del superbollo (ha meno di 250 CV) e il 4 cilindri 1,8litri è un motore che non ha bisogno di particolari attenzioni. Una volto superato lo scolgio del prezzo d’acquisto, non è un’auto onerosa da mantenere. Anche i consumi sono ottimi: la Casa dichiara una media nel misto di 6,8 l/100 km, ma con il piede leggero si può fare anche meglio.

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SICUREZZA

L’Alfa Romeo 4C non ha i sistemi di sicurezza che si trovano sulle auto moderne: è pura, essenziale e spoglia di tecnologia, nel bene e nel male. Tuttavia possiede gli airbag necessari e ha una franata potentissima.

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