Il bello delle macchine da corsa
Sono sempre stato un’amante della velocità, in ogni sua forma. Quella con le ruote è la mia forma preferita, e le auto sportive sono hanno sempre rappresentato i miei sogni (neanche troppo) nascosti. Anche se le ruspe e i tagliaerba sono perversioni della mia infanzia che sto cercando di valicare.
Ma c’è un oggetto a quattro ruote che non ho mai realmente desiderato, almeno fino a qualche anno fa, ed è la macchina da corsa. A dire il vero, credo sia un problema comune a chi non ne ha mai provata una. Questo perché l’auto sportiva stradale, non importa che sia una Ferrari o una Peugeot 106 Rally, la puoi ammirare per strada, la puoi utilizzare per andare a fare la spesa, la puoi guidare nel traffico. È anche oggettivamente più aggraziata, più umana, più avvicinabile; e oltre ad essere veloce, rimane comunque un mezzo di trasporto.
L’auto da corsa, invece, è uno strumento pensato per un solo scopo: correre veloce. È più antiestetica e sgraziata, la sua forma è stabilita dalla funzionalità, e non c’è modo di guidarla piano. Ma quando lanciate un’auto da corsa in pista, all’improvviso l’auto stradale diventa improvvisamente noiosa.
Poco tempo fa mi è capitato di convivere per una settimana con una Porsche 911 GT3, l’ho guidata sia su strada che in pista. È un’auto pazzesca: velocissima, sfruttabile, assolutamente coinvolgente e anche una gioia per le pupille. Difficile chiedere di meglio da un’auto sportiva.
Ma quando, qualche giorno dopo, mi sono calato nell’abitacolo della 911 GT3 Cup – la versione da competizione – la mia teoria sulle auto da corsa è divenuta ancora più solida. Non è solo più veloce, più rumorosa, più eccitante: l’auto da corsa è soprattutto più immediata. Calza come un guanto e vi permette di concentrarvi di più sulla pista e meno sulla macchina, un aspetto fondamentale quando si cerca la prestazione. In parole povere: l’auto stradale non fa esattamente quello che volete voi, bisogna scendere a compromessi; l’auto da corsa, invece, obbedisce ai vostri imput come estrema velocità e obbedienza. Le frenata è l’azione che preferisco: il pedale duro e modulabile (non c’è servo freno) è capace di rallentare l’auto con un’efficacia disumana, tanto che il limite vero lo dovrà superare il vostro (povero) cervello, non certo l’auto. E poi è anche costante: frenate dieci volte nello stesso punto allo stesso modo e lei non sbaglierà di un centimetro; se qualcosa è andato storto, probabilmente avrete sbagliato voi.
L’auto da corsa è una droga a tutti gli effetti, e una volta che ne avrete guidata una non vorrete più provare altro. Quindi, vi do un umile consiglio, girateci alla larga.
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