Quando l’Aston Martin corse in F1
Oggi Aston Martin è presente in F1 solo come title sponsor della Red Bull (un po’ come fa Alfa Romeo con la Sauber) ma a cavallo tra gli anni ’50 e ’60 tento l’avventura nel Circus come costruttore.
Scopriamo insieme la (breve e poco fortunata) storia dell’Aston Martin in F1: cinque GP e tante delusioni.
La storia dell’Aston Martin in F1
L’Aston Martin decide di entrare in F1 nella seconda metà degli anni ’50: un periodo d’oro per la Casa britannica, reduce da numerosi successi nell’endurance culminati nel 1959 con la conquista della 24 Ore di Le Mans e del Mondiale Sportprototipi.
Per l’esordio nel Circus il brand “british” realizza una monoposto interamente fatta in casa (telaio e motore Aston Martin): la DBR4. Tecnicamente superata rispetto alle rivali (colpa dei ritardi in fase di progettazione), monta un motore anteriore (anzichè posteriore/centrale) 2.5 a sei cilindri da 250 CV, è più pesante della concorrenza, meno curata aerodinamicamente (per via della presa d’aria anteriore e del parabrezza quasi verticale) e adotta il ponte posteriore de Dion quando la concorrenza può già vantare le sospensioni a quattro ruote indipendenti.
1959
L’Aston Martin debutta ufficialmente in F1 nel Mondiale 1959 in occasione del GP d’Olanda del 31 maggio: le due DBR4 affidate al britannico Roy Salvadori e allo statunitense Carroll Shelby (che il mese successivo regaleranno alla Casa inglese la prima e unica vittoria alla 24 Ore di Le Mans) sono costrette al ritiro per problemi meccanici.
La situazione migliora (ma non di molto) in Gran Bretagna e in Portogallo grazie ai due sesti posti di Salvadori (in quella stagione solo i primi cinque piloti vanno a punti).
1960
Nel Mondiale F1 1960 l’Aston Martin schiera la DBR5, nient’altro che una DBR4 profondamente rivista: più piccola, più leggera, più potente (280 CV) e con sospensioni a quattro ruote indipendenti.
La vettura viene usata per un solo GP – quello di Gran Bretagna del 16 luglio – e conquista un 11° posto con il francese Maurice Trintignant, chiamato al posto di Shelby.
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