Brembo, la storia di un mito italiano
Brembo è una delle aziende più importanti d’Italia ma anche una delle più giovani: la società lombarda specializzata nella produzione di freni è stata infatti fondata meno di 60 anni fa. Scopriamo insieme la storia di questo mito italiano.
Brembo: la storia
La storia della Brembo inizia l’11 gennaio 1961 quando Emilio Bombassei e il cognato Italo Breda aprono una piccola officina – la OMdS (Officina Meccanica di Sombreno di Breda e Bombassei) – a pochi chilometri da Bergamo specializzata in lavorazioni meccaniche per conto terzi (Alfa Romeo, Pirelli, etc…).
La svolta
La svolta per la Brembo arriva nel 1964: un camion proveniente dal Regno Unito che trasporta dischi freno per l’Alfa Romeo si capovolge e la Casa del Biscione chiede alla OMdS di riparare i componenti.
I vertici dell’azienda che nell’arco di pochi anni cambierà nome in Brembo si accorgono che i dischi freno britannici non sono molto sofisticati e propongono all’Alfa Romeo di realizzarli in Italia ad un prezzo più basso.
L’espansione
Alla fine degli anni ’60 la Brembo si espande in settori merceologici diversi da quelli relativi all’automotive e inizia a fornire freni a disco per tram, autobus, macchine movimento terra e funivie (tra cui quella del Pan di Zucchero a Rio de Janeiro e quella del Monte Bianco).
I primi anni ’70
Il primo brevetto registrato Brembo risale al 1970: si tratta di un nuovo sistema di montaggio delle pastiglie che mantiene la pastiglia attaccata ai pistoni della pinza per evitare il contatto con il disco dopo la frenata.
Nel 1972 è invece la volta del primo sistema frenante per moto che comprende pompa freno, pinza e disco freno. L’impianto viene montato prima dalla Moto Guzzi V7 Special e in seguito dalle Laverda.
La Ferrari
La seconda svolta per la Brembo arriva nel 1975 con l’ingresso nel motorsport: l’azienda lombarda fornisce dischi freno alla Ferrari in F1 e alla MV Agusta nel Motomondiale.
Gli anni ’80
Brembo sviluppa nel 1980 una nuova pinza freno per auto in alluminio, portata al debutto dall’Alfa Romeo Alfetta GTV e adottata nel giro di pochi anni dall’intera gamma Porsche.
Nel 1983 il colosso statunitense Kelsey-Hayes entra nel capitale della Brembo e risale all’anno successivo l’inizio della produzione di dischi freno in carbonio per la F1.
Il 1985 è l’anno di ingresso nel segmento dei veicoli industriali con la fornitura a Iveco, Mercedes e Renault. Tre anni più tardi vede la luce la filiale nordamericana Brembo North America e nel 1989 iniziano le forniture di freni al motorsport statunitense (formula CART e NASCAR).
Gli anni ’90
Il mercato nordamericano regala sempre più soddisfazioni: la Dodge Viper nel 1992 diventa la prima auto “yankee” a montare freni Brembo di primo equipaggiamento.
Nel 1993 Brembo torna italiana dopo che Kelsey-Hayes cede la propria partecipazione mentre nel 1995 viene quotata alla Borsa di Milano. Il 1996 è l’anno di apertura dello stabilimento messicano di Puebla, creato per distribuire i prodotti sul mercato nordamericano.
Il terzo millennio
Brembo acquisisce l’azienda britannica AP Racing Limited (specializzata nella produzione di freni e frizioni per auto e moto da corsa) nel 2000. Nello stesso anno sigla un accordo con la svedese SKF per sviluppare sistemi elettromeccanici “brake-by-wire” ed entra nel mercato cinese grazie alla joint-venture con Yuejin Motor Group.
Il sistema di freni Brembo in carboceramica si aggiudica nel 2004 il prestigioso premio Compasso d’Oro (assegnato per la prima volta ad un componente automotive) e sempre nel 2004 vede la luce la Brembo Ceramic Brake Systems, fondata con DaimlerChrysler (ora FCA) per sviluppare la produzione dei dischi freno in ceramica e per cercare materiali innovativi.
Nel 2005 Brembo diventa fornitore Harley-Davidson e due anni dopo inaugura il centro ricerca e sviluppo all’interno del parco scientifico tecnologico Kilometro Rosso. Nel 2012 la società bergamasca si espande ancora di più nel mercato americano grazie alla fornitura di freni per il campionato IndyCar.
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