Il diesel è morto. O anche se ancora vivo, lo stanno già seppellendo
Riviste, siti specializzati ed esperti del settore automotive danno quasi per certa la fine dei motori diesel, ipotizzando un mercato europeo che passerà dal 50% al 9% entro il 2030. Ma visti gli avvenimenti recenti sembrano quasi ipotesi eccessivamente ottimiste.
L’anno scorso, per la prima volta dal 2009, in Europa le immatricolazioni di auto a benzina hanno superato quelle diesel. Negli ultimi mesi molti costruttori hanno affermato a più riprese che si stanno già preparando a dire addio al gasolio a causa delle future norme europee che entreranno in vigore dal 2018 e che renderebbero i motori diesel troppo costosi e difficili da produrre.
Volvo si è spinta oltre sostenendo che oltre il 2021 non ci saranno più sviluppi sui loro motori diesel per gli stessi motivi e, notizia di oggi, FCA non equipaggerà più le sue auto con motori diesel a partire dal 2022. E quattro anni passano molto in fretta, soprattutto nella vita media di un’auto.
Le città di Parigi, Madrid, Atene e Città del Messico hanno scavato ulteriormente la fossa al motore più amato dagli europei fissando il bando definitivo dei motori a gasolio: 2020 per la capitale francese e 2025 per le altre tre.
Il dieselgate ha chiuso definitivamente le porte, con tanto di saldatura e lancio della chiave, del (grande) mercato americano ai motori diesel.
Tutte queste notizie su quanto sia brutto e cattivo il motore diesel, si sono tradotte in un calo immediato delle vendite delle auto diesel in Europa che, per la prima volta, sono scese sotto il 50 percento.
Germania
E oggi è arrivato l’ultimo colpo di badile colmo di terra che andrà a seppellire definitivamente il motore diesel. La Germania, il principale produttore di auto diesel e dove i vari Mercedes, Audi, BMW e VW stanno proponendo incentivi su incentivi per convincere gli automobilisti tedeschi a cambiare la loro auto a gasolio Euro4 per una nuova Euro6, ha stabilito che i singoli comuni potranno decidere autonomamente di vietare la circolazioni alle auto diesel.
Immaginatevi la scena. Nel comune in cui vivete potete guidare la vostra adorata auto a gasolio, ma in quello dove lavorate lo vieta. La vostra auto diventa immediatamente inutile. Non potete più recarvi al lavoro in auto, che poi è il motivo per cui il 90 percento di noi l’ha acquista.
Oppure decidete di andare in vacanza e, cavolo, il vostro meraviglioso albergo vista mare si trova in un comune che non vuole la vostra auto e dovete parcheggiare a 3Km di distanza, sempre che, nel frattempo, il comune vicino non abbia cambiato idea. Insomma, in un attimo si crea uno scenario da incubo sotto forma di divieti a macchie di leopardo che rendono impensabili lo spostamento in auto.
In altre parole, avete speso 30? 40 mila euro? per una cosa che non vi serve più a niente. No bueno.
E in Italia?
Nel 2017 il mercato delle nuove immatricolazioni di auto diesel in Italia è cresciuto del 3,8% nel 2017, arrivando a quota 57% e continua a salire.
I motivi? Sono tre.
1) Gli incentivi che i costruttori danno a chi acquista in questo momento un’auto diesel. Si va dai 5 ai 9 mila euro a seconda dei modelli. Generosità che dovrebbe farci porre alcune domande sul futuro dell’auto che stiamo acquistando
2) La coppia dei motori diesel a noi piace un sacco (VW ha faticato parecchio a convincere i propietari di vetture TDI a presentarsi in concessionaria perché molti temevano che l’aggiornamento del software avrebbe fatto perdere cavalli alle loro auto)
3) Il primato di benzina più cara d’Europa conquistata con molta fatica, guerre coloniali e terremoti non rende molto allettante il passaggio a quel tipo di carburante.
Il futuro è elettrico
Gli stessi esperti che hanno decretato la fine del diesel, affermano che il futuro prossimo sarà delle auto elettriche, delle ibride e di quelle a benzina. Quest’ultime dovrebbero assestarsi attorno al 25% del mercato. Quindi via il diesel e largo a elettrico e benzina.
Toyota e Lexus hanno subito visto l’occasione della loro vita e offrono dai 4 mila e 500 ai 7 mila euro se permutate un’auto diesel per una ibrida.
La benzina in Italia dunque scenderà finalmente di prezzo?
Avrebbe molto senso vista la direzione che ha preso il tutto già dall’inizio del 2017, ma no.
Oggi il prezzo di un litro di benzina è di 1,525 euro. 0,522 euro è il costo reale della benzina, 0,728 sono accise (guerre in Africa, crisi di Suez, alluvioni, terremoti eccetera) e 0,275 euro sono IVA (sì, paghiamo una tassa sulle tasse. I primati non si raggiungono per caso).
Un litro di gasolio costa 1,376 euro, una differenza di 15 centesimi al litro che, indovinate un po’, non sono dati dalla materia prima, bensì da una differenza di accise e di IVA sulle stesse.
La benzina costerebbe uguale, ma dato che ai tempi ci si preoccupava soprattutto del riscaldamento globale, il nostro governo aveva deciso di agevolare il diesel. Ora però che si è scoperto che le polveri sottili sono pericolosamente dannose nell’immediato per tutti noi che le respiriamo, non ha ancora mosso un’accisa dimostrando l’ennesimo contatto con la realtà e una profonda conoscenza delle priorità di tutti noi.
Quindi che auto devo acquistare nel 2018?
Ipotesi 1 Auto diesel
Nel 2018 acquisto un’auto diesel con gli incentivi. Motore divertente e consumi contenuti. Tra 5 anni, quando vorrò rivenderla, devo sapere che non varrà più niente. Anzi, probabilmente dovrò pure pagare per smaltirla.
Ma il vero problema è un altro: in questi 5 anni mi troverò spesso nella condizione di non poter andare in determinati posti perché alla mia auto è vietato l’accesso. Cosa che la renderebbe un acquisto costoso e assai inutile.
Ipotesi 2 Auto benzina
I motori a benzina sono migliorati molto negli ultimi anni anche sul fronte dei consumi, ma non riescono ancora a percorrere i km al litro di un diesel. Non ci sono incentivi per l’acquisto, non ci sono motorizzazioni per i modelli grandi o per i tanto amati e pesanti SUV, e dovete prevedere un aumento del vostro budget annuale di almeno 600 euro per la differenza di carburante.
Ipotesi 3 Auto elettrica
Ideale per fare il commuting quotidiano casa-lavoro, ecologica e tristemente silenziosa e per nulla divertente. Tra una ricarica e l’altra, per fare un viaggio con la famiglia oltre i 300 km impiegherò lo stesso tempo che nel 1826, senza contare il costo del pernottamento in hotel per 3 persone.
Ipotesi 3 Auto Ibrida
L’autonomia in questo caso non è un problema perché si può sempre contare su un motore a benzina. Se guidate molto in città, potreste effettivamente quasi arrivare ai consumi di una vettura diesel. Se invece fate molta autostrada, non andrete oltre i 12 km con un litro e avrete un’impennata significativa dei vostri costi annuali.
Ma il vero problema è un altro, almeno per chi ama davvero guidare un’auto: il fastidioso cambio CVT. Purtroppo le auto ibride, perfino i modelli Lexus più sportivi, hanno tutte il fastidioso effetto scooter che ammazza ogni entusiasmo al volante. Da scegliere solo se non si hanno alternative o se odiate guidare.
Ipotesi 4 car sharing
Apparentemente chi ci governa è convinto che in Italia viviamo tutti tra Milano e Roma, dove esiste Uber e 26 tipi di car sharing e legifera di conseguenza. Peccato che la maggior parte di noi viva in provincia, dove la macchina più che una scelta è una necessità e dove, ops, il car sharing non esiste e la app di Uber ci mostra una gif di The Rock che sghignazza se proviamo a chiedere una corsa.
Ipotesi 5 aspetto
Mi tengo la mia auto diesel e nel frattempo a) spero di riuscire ancora andare al lavoro, b) il nuovo governo proporrà degli incentivi per i motori benzina e diminuirà il prezzo del carburante, c) uscirà un’auto ibrida con un cambio decente, d) mi risveglierò da questo assurdo incubo automobilistico.
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