Dieci cose che ho imparato sulla tecnologia
La mia generazione – quella che ora va dai 30 ai 40 anni, per favore non chiamateci Xennials – è una generazione che è cresciuta con la tecnologia, ma non è nata con la tecnologia.
È un bel vantaggio: abbiamo fatto in tempo ad abituarci a usarla (a differenza dei più adulti), ma senza finire per darla per scontata.
È un bel vantaggio anche perché siamo in grado di guardare alla tecnologia con un occhio forse più critico, a sapere cosa funziona e cosa no, quanto usarla e quando fermarci.
A parte quel nostro amico pazzo che non ha proprio il senso della misura.
Io ho cominciato ad averci a che fare intorno ai 15 anni (per chi sa far di conto: in Calabria le cose arrivano dopo, sempre dopo), e ora ne ho 35. Ecco dieci cose che ho imparato sulla tecnologia, e che mi aiutano a vivere meglio.
Evitare i fanatismi è impossibile (ma si può sopravvivere)
“Parla male di qualunque cosa, anche di mammà, ma non parlare male della Apple”.
“Ah che merda Apple, io compro solo Samsung”.
“Che stupidi quelli che comprano Apple e Samsung, io uso solo prodotti cinesi e sto benissimo spendendo meno”.
Le faide fra gli appassionati di tecnologia sono tanto virulente quanto quelle fra “Fiattari” e “Vaggari”. O fra antivaccinisti e persone con un po’ di cervello, per intenderci.
Nessuno è esente da preferenze, in campo tecnologico. Nessuno. Nemmeno tu che stai leggendo.
Ecco, ti svelo un segreto: quasi nessuna di queste preferenze sopravvive a una analisi più approfondita. Basta saperlo. E farsene una ragione, possibilmente passando da un “fanatismo” all’altro nel giro di pochi anni.
Come dicevano le nostre nonne, “Non puoi sapere se ti piace se prima non l’assaggi”. E poi i gusti cambiano: io ora mangio anche i broccoli.
La velocità della prima caduta è proporzionale all’attenzione prestata all’oggetto
Avete appena comprato un iPhone da tipo-mille-euro e lo state maneggiando come il primogenito che ancora non avete avuto?
Vi capisco, ma sappiate che vi sta per cadere. Anzi no, vi è già caduto (azz, un graffietto!).
Con la tecnologia ci vuole un po’ di sano fatalismo: sono oggetti, e come tutti gli oggetti vanno usati. E l’usura porta a rovinarli, in un modo o nell’altro.
A meno che non siate di quelli che spendono migliaia di euro in prodotti sottilissimi e dal design fantastico per poi imbottirli di plastiche, custodie, bumper, guscimeliconi, polistirolo, blocchi IKEA per i bambini e protezioni antiurto per la carrozzeria. Ecco: il vostro oggetto di superdesign è diventato un Teletubbies. Uuuuh stai facendo una telefonata con un Teletubbies! Bravo!
Le assicurazioni contro i danni seguono le leggi di Murphy
Corollario a quanto sopra. Ogni volta che comprate un cellulare, un computer, una consolle di videogiochi vi proporranno di attivare una polizza anti-infortuni.
A parte rari, rarissimi casi, funzionano così:
- Se deciderete di pagare 100 e passa euro in più, non vi servirà MAI
- Se vi direte “Ma va, cosa li pago a fare” vi si romperà qualcosa nel giro di due mesi
Come dico sempre in questi casi: “Amen”.
Se deve rompersi qualcosa, sarà sempre la funzione che usi di più
Corollario 2.
Fate praticamente solo fotografie? Continuerà a funzionare tutto tranne il flash.
Non potete vivere senza musica? Cuffie, connettori audio, altoparlanti: tutto a rischio. Ma solo quelli.
Scrivete come dei dannati: mi spiace, vi è appena saltato il tasto A.
Gli acquisti razionali ti deluderanno sempre…
Certo, bisogna sempre sapere come e cosa scegliere e perché sceglierlo (anche per dare i consigli giusti ad amici e parenti).
Ma mettiamoci l’anima in pace (parlo da acquirente razionalissimo, io per primo): capiterà sempre, almeno una volta, che il computer o il cellulare o la macchina fotografica che abbiamo impiegato SEI MESI a comprare – dopo accurate analisi, prove comparative, video recensioni su Youtube, bending-test, inascoltati consigli richiesti ad amici ormai sfiniti – ci deluderà, non riuscirà a fare quella cosa che volevamo fare a tutti i costi o la farà male.
Smettiamola di rimanerci male come genitori ultracattolici di fronte a un figlio omosessuale: sono oggetti inanimati, santiddio.
Vi concedo un sentimento simile a quello che si prova quando ti aspetti una parmigiana di melanzane e ti si presentano con dei broccoli. Che poi a me i broccoli piacciono pure.
… ma anche quelli troppo costosi
“Chi più spende meno spende!”: sì, ma tanto se si devono rompere si rompono lo stesso. Deal with it.
Se puoi permetterti di spendere di più, fallo: che male c’è? Non hai bisogno di trovare scuse.
Le case produttrici non sono fatte per le vie di mezzo
Il cellulare più economico al mondo! Il computer più potente dell’universo! La macchina fotografica più veloce degli ultimi 150 anni!
Gli schermi dei cellulari sono sempre o troppo grandi o troppo piccoli. I computer sono o dei leggerissimi 12 pollici, o dei catafalchi pesantissimi da 17pollici. O spendi 30 euro con 25 di cashback, o 2000 euro più maxirata finale.
Non troveremo mai quella via di mezzo che andiamo disperatamente cercando: meglio decidere qual è il male minore per noi.
CHIUNQUE ha in casa un oggetto tecnologico tanto costoso quanto inutilizzato
Nella mia vita ho acquistato un inutilizzatissimo netbook di buona qualità, una sportcam impermeabile fino a 50 metri che c’ho l’ansia ad andare al largo figurati sott’acqua, una console OUYA che se non ne avete mai sentito parlare ci sarà un motivo. E varia altra roba che prende polvere nei cassetti.
Voi, invece?
Ci sarà sempre qualcuno che crederà di saperne più di te (ma ne saprà molto meno)
[Che in questo caso potrei benissimo essere io, per dire]
Sono in mezzo a noi e sono terribilmente irritanti con le lori opinioni basate su assunti che non stanno in piedi.
Pericolosissimi quando vi si è impallato il computer o il cellulare, dovete salvare quel documento importantissimo e loro vi compaiono alle spalle, vi strappano il mouse di mano e vi dicono “Guarda si fa così”. E poi ti fanno perdere tutti i dati.
Dovrebbero farci un film horror.
“Ah, io vivo benissimo senza tecnologia” è una affermazione falsa, anzi falsissima
Non credete mai a quelli che vi dicono che stanno benissimo senza televisore, che non se ne fanno niente di uno smartphone, che preferiscono la carta e la penna e vi trattano come degli sciocchi campagnoli vittime di marketing e consumismo.
Prima o poi avranno bisogno di vedere una trasmissione TV, di cercare una via su Google Maps, o di recuperare degli appunti che non sono riusciti a prendere per un crampo alla mano.
E allora avrete la vostra vendetta. Ah, se l’avrete!
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