Bernie Ecclestone, l’uomo che ha cambiato la F1
Da ieri sera Bernie Ecclestone non è più l’amministratore delegato della F1: dopo quasi 40 anni di regno il re del Circus ha abdicato lasciando il posto a Chase Carey in seguito all’acquisizione totale della Formula 1 da parte degli statunitensi di Liberty Media.Ecclestone è stato uno dei personaggi più controversi della storia del motorsport ma ha anche reso più sicura e più grande la F1 trasformandola in un business redditizio. Scopriamo insieme la storia di questo commerciante britannico appassionato di motori diventato uno degli uomini più ricchi e potenti del Regno Unito.Bernie Ecclestone, la biografiaBernie Ecclestone nasce nella contea inglese del Suffolk (Regno Unito) – più precisamente nel villaggio di St Peter, South Elmham – il 28 ottobre 1930. Appassionato di moto fin da ragazzo, apre una concessionaria nella seconda metà degli anni ’40 e tenta – senza successo – di sfondare come pilota automobilistico prima di tornare a concentrarsi sugli affari dopo un brutto incidente.Ritorno alle corseNel 1957 Ecclestone torna ad occuparsi di corse diventando manager del pilota britannico Stewart Lewis-Evans. L’anno successivo acquista la scuderia Connaught di F1 e prende parte come pilota alle qualifiche del GP di Monte Carlo, senza tuttavia riuscire a schierarsi in griglia. Pochi mesi più tardi Bernie lascia nuovamente il mondo del motorsport in seguito alla morte nel GP del Marocco di Lewis-Evans.Il legame con RindtPrima di vedere nuovamente Bernie Ecclestone su un circuito bisogna attendere gli anni ’60 quando l’imprenditore britannico diventa manager di un giovane e talentuoso pilota austriaco: Jochen Rindt. Nel 1965 questo ragazzo si aggiudica la 24 Ore di Le Mans e cinque anni più tardi perde la vita sul circuito di Monza diventando il primo (e per il momento unico) campione del mondo postumo della storia della F1.L’acquisto della BrabhamEcclestone – ancora una volta provato dalla scomparsa di un pilota da lui gestito – decide di abbandonare i driver e di concentrarsi sulle scuderie e nel 1972 acquista la scuderia Brabham, in crisi dopo i successi ottenuti nella seconda metà degli anni ’60.Bernie Ecclestone fa risorgere il team inglese: nel 1973 promuove a capo progettista il sudafricano Gordon Murray, il quale realizza due monoposto – la BT44 e la BT44B – capaci di conquistare cinque vittorie nel biennio 1974/1975.Nasce la FOCANel 1974 Ecclestone fonda la FOCA (Formula One Constructors Association) insieme ad altri team principal delle scuderie inglesi – Colin Chapman (Lotus), Teddy Mayer (McLaren), Max Mosley (March), Ken Tyrrell e Frank Williams – con l’obiettivo di rappresentare gli interessi dei team privati e di ottenere più soldi dalla FISA (Fédération Internationale du Sport Automobile).Bernie Ecclestone diventa amministratore delegato della FOCA nel 1978, inizia ad adottare strategie per migliorare la sicurezza in pista e trova un accordo con la FISA tre anni più tardi con la firma del Patto della Concordia: introiti economici suddivisi tra la Federazione e i team in base ai risultati e gestione dei diritti TV affidata direttamente all’associazione delle scuderie.L’era BrabhamOltre ad occuparsi dell’aspetto finanziario della F1 Bernie Ecclestone continua a gestire la scuderia Brabham: nel 1978 il team torna sul gradino più alto del podio grazie all’ingaggio dell’austriaco Niki Lauda ma la vera svolta arriva con il brasiliano Nelson Piquet, due volte campione del mondo nel 1981 e nel 1983 e in grado di portare tante vittorie fino al 1985 grazie anche ai motori BMW. Alla fine del 1987 Bernie vende la Brabham per concentrarsi sulla gestione del Circus.Ecclestone managerTerminato il primo Patto della Concordia Ecclestone – non più proprietario di team – crea la FOPA (Formula One Promotions and Administration): una società – più avanti rinominata FOM (Formula One Management) – specializzata nella gestione dei diritti TV legati alla F1 che nel 1995 acquisisce i diritti commerciali del Circus.Bernie Ecclestone diventa sempre più ricco – attraverso la Formula One Group riesce ad ottenere fino al 2110 (non è un errore di stampa) la gestione commerciale di tutto quello che gira intorno alla F1 – e rende a loro volta sempre più ricchi i team attraverso generosi premi in denaro. Sotto di lui il Circus si è trasformato da uno sport di nicchia ad un evento globale e ora toccherà ai nuovi proprietari – gli statunitensi di Liberty Media – proseguire la sua opera cercando di attirare le giovani generazioni.
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