Giuseppe Luraghi: l’uomo che rese grande l’Alfa Romeo
Giuseppe Luraghi è uno degli uomini che hanno fatto la storia dell’Alfa Romeo. Sotto la sua direzione la Casa del Biscione è diventata grande e senza di lui ha vissuto momenti di profonda crisi. Scopriamo insieme la sua biografia.Giuseppe Luraghi, la biografiaGiuseppe Luraghi nasce a Milano il 12 giugno 1905. Dopo aver perso entrambi i genitori prima della maggiore età si laurea in economia nel 1927 all’Università Bocconi e subito dopo trova lavoro nell’azienda alimentare Rinaldo Rossi. Nel frattempo inizia a collaborare come giornalista specializzato in aviazione per il quotidiano Popolo d’Italia ma il rapporto si interrompe quando si scopre che non è iscritto al Partito Nazionale Fascista.La PirelliDopo altre esperienze professionali in aziende lombarde Luraghi viene assunto nel 1930 dalla Pirelli e due anni più tardi viene chiamato a dirigere la filiale spagnola della società di pneumatici milanese. Quattro anni più tardi, in seguito allo scoppio della Guerra Civile Spagnola, iniziano i problemi e nel 1938 si ritrova a dover tornare in Italia per gestire la Linoleum (sempre del gruppo Pirelli), specializzata in rivestimenti per i pavimenti.Nel 1939 Giuseppe Luraghi diventa condirettore generale del gruppo Pirelli, l’anno seguente esordisce come scrittore (attività parallela che lo accompagnerà per tutta la vita) e al termine della Seconda Guerra Mondiale – in seguito al temporaneo allontanamento della famiglia Pirelli dalla società per via dei rapporti compromettenti con il fascismo – inizia a collaborare con il nuovo commissario (prima del conflitto direttore centrale amministrativo e durante antifascista liberale) Cesare Merzagora.Luraghi diventa tra le altre cose anche direttore della casa editrice Edizioni della Meridiana nel 1947 (carica ricoperta fino al 1956) mentre nel 1948 crea la rivista Pirelli che uscirà fino al 1972. Nello stesso anno viene nominato direttore centrale ma poco dopo abbandona la società in seguito a contrasti con la famiglia Pirelli.Al servizio dello StatoNel 1950 Giuseppe Luraghi entra nell’orbita delle aziende pubbliche quando accetta l’offerta dell’allora presidente dell’IRI (Istituto per la ricostruzione industriale) Enrico Marchesano di diventare vicedirettore della SIP (Società Idroelettrica Piemonte).La prima volta in Alfa RomeoL’anno seguente viene nominato direttore generale di Finmeccanica e inizia ad occuparsi dell’Alfa Romeo, all’epoca di proprietà del colosso nostrano.Al Biscione Giuseppe Luraghi trova un’azienda con troppi dipendenti caratterizzata da una produzione scarsa. Per risolvere la situazione nomina nuovi dirigenti e chiama Rudolf Hruska e Francesco Quaroni per organizzare i processi industriali di una nuova vettura destinata a conquistare numerosi clienti.La Giulietta vede la luce nel 1955 e risana i bilanci dell’Alfa Romeo ma l’anno successivo, per via di alcuni contrasti con il nuovo presidente dell’IRI Aldo Fascetti, Luraghi lascia la direzione di Finmeccanica, entra in Lanerossi come presidente e amministratore delegato ma resta vicepresidente della Casa del Biscione.Nel 1958 Giuseppe Luraghi è uno dei promotori dell’accordo tra Alfa Romeo e Renault che porta alla produzione di auto francesi in Italia e alla distribuzione oltralpe della Giulietta ma poco dopo il dirigente milanese viene estromesso da ogni carica nella Casa lombarda.Andata e ritornoLuraghi lascia la Lanerossi nel 1959 e torna in Alfa Romeo l’anno successivo approfittando dell’arrivo del nuovo presidente dell’IRI Giuseppe Petrilli. In veste di presidente assiste alla nascita della Giulia (nel 1962) e dello stabilimento di Arese (nel 1963).Nella seconda metà degli anni ’60, dopo un breve periodo di crisi, il Biscione torna a crescere e Giuseppe Luraghi inizia a pensare alla realizzazione di un’Alfa Romeo più popolare in grado di fare concorrenza alla Fiat. Nel 1968 viene posata la prima pietra della fabbrica di Pomigliano d’Arco, in provincia di Napoli, mentre nel 1972 è la volta del debutto della compatta Alfasud.Gli ultimi anni in AlfaNel 1973 l’Alfa Romeo è in crisi: problemi in fabbrica, perdite finanziarie e stabilimenti sottoutilizzati. Il piano di investimenti di Luraghi di 112 miliardi di lire viene bocciato da Finmeccanica e Ciriaco De Mita (all’epoca Ministro dell’industria, del commercio e dell’artigianato) e Nino Gullotti (Ministro delle Partecipazioni statali) decidono che il Biscione deve aprire un secondo stabilimento nel Mezzogiorno, questa volta in provincia di Avellino (a Pratola Serra). Luraghi si oppone e nel 1974 viene estromesso definitivamente dal brand milanese.Altre attivitàGiuseppe Luraghi passa alla Necchi e nel 1977 diventa presidente Mondadori: ricopre questa carica fino al 1982 e lascia dopo la sua opposizione al tentativo della Casa editrice lombarda di lanciarsi nel settore televisivo. Scompare a Milano il 10 dicembre 1991.
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