La breve vita di Lucien Bianchi
Molti appassionati di motorsport conoscono Lucien Bianchi solo perché è prozio di Jules (vittima di un pauroso incidente lo scorso ottobre al GP del Giappone e ancora oggi privo di conoscenza all’ospedale di Nizza). In realtà questo pilota belga di origini italiane può vantare nel proprio palmarès diversi successi importanti: scopriamo insieme la sua storia.Lucien Bianchi, la storiaLucien Bianchi nasce il 10 novembre 1934 a Milano. A 12 anni si trasferisce in Belgio per seguire il padre, ex meccanico della Squadra Corse Alfa Romeo ingaggiato dal gentleman driver locale Johnny Claes.Il debutto nelle corseLucien debutta nelle corse appena ha la possibilità di guidare un’automobile: partecipa al Tour de France del 1952 con una Jaguar XK120 insieme al connazionale Jacques Herzet (38°) e l’anno seguente i due – su una Ferrari 166 MM – portano a casa il 7° posto assoluto. Tra gli altri risultati rilevanti segnaliamo l’11° piazza di classe alla 12 Ore di Reims del 1956 con il francese Christian Poirot.Le prime vittorieLa stagione della svolta per Lucien Bianchi è quella del 1957, anno in cui sale sul gradino più alto del podio del Tour de France insieme al belga Olivier Gendebien con una Ferrari 250 GT. Il duo conquista questa corsa in altre due occasioni.F1 e non soloLucien Bianchi esordisce in F1 in occasione del GP di Monte Carlo del 1959 al volante di una Cooper ma non riesce a qualificarsi. Si riscatta l’anno seguente conquistando un punto grazie ad un 6° posto in Belgio. Sempre nel 1960 trionfa alla 1.000 km di Parigi con una Ferrari 250 GT in coppia con Gendebien.Nel 1961 – anno in cui ottiene il primo risultato di un certo rilievo nei rally (2° al Tour de Corse con una Citroën DS) – corre quattro GP senza mai riuscire a tagliare il traguardo: uno (Monte Carlo) con una Emeryson e tre (Belgio, Francia e Gran Bretagna) con una Lotus. Nelle ultime due corse – disputate con la scuderia UDT Laystall – risulta più lento del compagno, il britannico Henry Taylor.Soddisfazioni e delusioniIl 1962 inizia alla grande per Lucien Bianchi (primo alla 12 Ore di Sebring insieme allo svedese Joakim Bonnier su una Ferrari 250) mentre in F1 le cose non vanno altrettanto bene: due gare con la Lotus (una 9° piazza in casa come miglior risultato). Va ancora peggio nel 1963: un GP con la Lola in Belgio terminato con un ritiro e un 2° posto al Tour de France con la Ferrari 250 GTO in coppia con il nostro Carlo Mario Abate.La ripresaDopo il 21° posto al Rally di Monte Carlo del 1964 Lucien trionfa al Tour de France con il connazionale Georges Berger. Nel 1965 arrivano diversi risultati di rilievo: la vittoria alla 500 km del Nürburgring insieme al fratello Mauro (il nonno di Jules) con una Alpine M65 e due secondi posti (Rally Stoccarda-Lione-Charbonnières con una Alfa Romeo Giulia e a Zolder nel campionato europeo turismo con una Ford Mustang). Nell’unico GP di F1 disputato in quell’anno arriva 12° in Belgio con una BRM (meglio del coéquipier statunitense Masten Gregory).Chiudere in bellezzaNella seconda metà degli anni ’60 Lucien Bianchi ottiene piazzamenti interessanti soprattutto nelle gare endurance: nel 1967 arriva la vittoria alla 6 ore del Nürburgring con il francese Jean Rolland su un’Alfa Romeo Giulia GTA. Con la Casa del Biscione ottiene anche, nel 1968, il secondo posto al Rally di Ginevra e il terzo al Tour de Corse.Il 1968 – anno di altri due trionfi (6 Ore di Watkins Glen con la Ford GT40 insieme al connazionale Jacky Ickx e il Mugello con un’Alfa Romeo T33/2 guidata anche dai nostri Nino Vaccarella e Nanni Galli – è anche la migliore stagione in F1 per il pilota belga che al volante di una Cooper ottiene l’unico podio in carriera nel Circus (3° a Monte Carlo) e un 6° posto in Belgio risultando più rapido del nostro Ludovico Scarfiotti e del britannico Brian Redman. Nella seconda metà della stagione è però meno brillante del compagno inglese Vic Elford.Le Mans, la gloria e la morteLa vittoria più importante di sempre per Lucien Bianchi arriva il 29 settembre 1968 quando il driver belga – al volante di una Ford GT40 in coppia con il messicano Pedro Rodríguez – trionfa alla 24 Ore di Le Mans .Sullo stesso circuito, però, perde la vita il 30 marzo 1969 durante un test quando si schianta contro un palo del telegrafo al volante della sua Alfa Romeo T33.
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