Ferrari 250 LM, l’ultima regina italiana di Le Mans

La Ferrari 250 LM non è solo una delle supercar più sexy del Cavallino ma anche una delle più esclusive di sempre: il 21 novembre 2013 un esemplare è stato venduto all’asta per oltre 10 milioni di euro. Scopriamo insieme la storia di questa sportiva, che cinquant’anni fa – nel 1965 – conquistò a sorpresa la 24 Ore di Le Mans: nessun’altra auto italiana, finora, è stata più capace di salire sul gradino più alto del podio della mitica corsa di durata francese.Ferrari 250 LM: la storia sportivaLa Ferrari 250 LM viene presentata ufficialmente al Salone di Parigi del 1963: derivata dal prototipo 250 P e dotata di un motore 3.0 V12 (successivamente portato a quota 3.3), ha una carrozzeria leggera in alluminio montata su un telaio tubolare.Creata per dominare tra le GT, non ottiene l’omologazione in questa categoria in quanto la fabbrica di Maranello non riesce a produrre i 100 esemplari richiesti (ne vengono realizzati solo 33) e viene quindi classificata come “prototipo” e costretta a correre contro rivali più prestanti supportata da team privati.1964Il debutto nelle competizioni della Ferrari 250 LM risale al 15 febbraio quando un esemplare gestito dalla scuderia NART (team statunitense creato da Luigi Chinetti per promuovere negli USA il marchio del Cavallino) guidato dal messicano Pedro Rodríguez non riesce a terminare la 250 Miglia di Daytona a causa di un ritiro.Risale invece al 21 marzo – in occasione della 12 Ore di Sebring – l’esordio nel Mondiale Sportprototipi: la vettura guidata da un trio “yankee” composto da Tom O’Brien, Charlie Kolb e Ronald Hutchinson è costretta al forfait per via di un incendio. Tre mesi dopo tre esemplari vengono schierati alla 24 Ore di Le Mans: l’unico a tagliare il traguardo – guidato dal francese Pierre Dumay e dal belga Gérard Langlois van Ophem – chiude in 16° posizione.La prima vittoria importante per la Ferrari 250 LM arriva il 5 luglio alla 12 Ore di Reims con il britannico Graham Hill e lo svedese Jo Bonnier seguiti dall’inglese John Surtees e dal nostro Lorenzo Bandini. A fine agosto l’inglese David Piper arriva secondo al Tourist Trophy e Ludovico Scarfiotti trionfa in Svizzera a Crans-Montana.Tra i risultati più interessanti del mese di settembre segnaliamo la tripletta alla Coppa Inter-Europa (primo Nino Vaccarella, secondo il britannico Roy Salvadori e terzo Piper) e la terza piazza dello statunitense Bob Grossman alla 500 km di Bridgehampton negli USA.1965La stagione 1965 si apre per la Ferrari 250 LM con il terzo posto della coppia composta da Piper e dal sudafricano Tony Maggs alla 12 Ore di Sebring. Piper arriva anche 3° al Tourist Trophy e secondo alla 500 km di Spa (vinta dal belga Willy Mairesse). All’inizio di giugno arriva la tripletta alla 500 km del Mugello: primi Mario Casoni e Antonio Nicodemi, secondi Maurizio Grana e Cesare Toppetti e terzi Oddone Sigala e Luigi Taramazzo.Il 20 giugno arriva il successo più importante nella storia di questa vettura in una delle 24 Ore di Le Mans più sorprendenti di tutti i tempi: le Ford GT40 balzano immediatamente al comando ma sono costrette a fermarsi spesso ai box per fare rifornimento e si arrendono per problemi di surriscaldamento dovuti alle temperature elevate. Le Ferrari P2 ufficiali passano in testa ma compromettono la loro corsa per un eccessivo consumo dei dischi dei freni e successivamente per rotture dei motori e dei cambi.Intorno alle quattro del mattino ci sono due Ferrari 250 LM private incredibilmente in testa: prima quella guidata da Dumay e dal belga Gustave Gosselin e seconda quella del NART condotta dallo statunitense Masten Gregory e dall’austriaco Jochen Rindt. L’esemplare “americano” manifesta numerosi problemi nella prima parte della gara, si ferma spesso ai box per noie all’impianto elettrico e alla frizione ma non vuole saperne di arrendersi e una volta risolti i guasti recupera terreno sulla vettura “belga”.È l’una del pomeriggio della 24 Ore di Le Mans 1965 e la Ferrari di Dumay/Gosselin ha un minuto di vantaggio su quella di Gregory/Rindt, più veloce di 12 secondi al giro ma con una sosta in più da effettuare. Tutti gli spettatori attendono un arrivo al fotofinish ma a causa di una foratura che danneggia la carrozzeria la 250 LM “belga” viene obbligata dagli organizzatori a recarsi ai box per ispezionare i danni. La vettura viene rattoppata con un punteruolo e un filo di acciaio, perde cinque giri e il primo posto (che va al duo austro-statunitense).Il successo di Masten Gregory e Jochen Rindt è però tinto di giallo: nella notte, infatti, Gregory rientra ai box per chiedere il cambio a causa di una fitta nebbia che impedisce al pilota americano (dotato di occhiali da vista) di guidare. Jochen non si trova e Chinetti decide quindi di far salire in macchina il pilota di riserva, lo statunitense Ed Hugus, senza comunicarlo ai commissari (che avrebbero altrimenti impedito a Gregory di continuare a correre in quanto ufficialmente rimpiazzato). In caso di squalifica la vittoria sarebbe andata comunque alla Ferrari 250 LM ma alla sfortunata coppia Pierre Dumay/Gustave Gosselin.La stagione prosegue con il terzo posto del duo belga composto da Mairesse e “Buerlys” alla 12 Ore di Reims, con la terza piazza di Edoardo Lualdi nella corsa in salita Bolzano-Mendola e con la doppietta alla Coppa Città di Enna di Casoni e Piper.Gli ultimi anniNel 1966 quattro Ferrari 250 LM partecipano alla 24 Ore di Le Mans ma nessuna arriva alla fine. Miglior sorte hanno il duo britannico composto da Piper e Richard Attwood nel 1968 (7°) e Teodoro Zeccoli e lo “yankee” Sam Posey nel 1969 (8°).La coupé di Maranello continua a correre (e a vincere) in gare minori fino al 1970. Nel 1974 appare a Le Mans con tre ecuadoriani (Pascal Michelet, Francisco Madera e Louis Larrea) e lo spagnolo Francisco Perez: ritiro.

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