Alain Visser, intervista al CEO di Lynk & Co
Alain Visser non è solo il CEO di Lynk & Co ma anche l’anima di questa Casa automobilistica cino-svedese (creata dai cinesi di Geely ma con sede in Svezia a Göteborg) che sta rivoluzionando il mondo dell’automotive grazie alla formula dell’abbonamento tutto incluso a 550 euro al mese (formula scelta dalla quasi totalità dei clienti in Italia, secondo mercato del marchio dopo i Paesi Bassi). Abbiamo avuto modo di intervistarlo, insieme ad altri giornalisti, durante un incontro informale nel quartier generale del brand che ha visto nascere (nel 2016), crescere e correre.
Alain Visser: la biografia del CEO di Lynk & Co
Alain Visser – nato il 24 settembre 1963 ad Anversa (Belgio) – è entrato nel mondo dell’automotive nel 1987 ricoprendo nell’arco di 17 anni in Ford diversi incarichi dirigenziali. Nel 2004 viene nominato responsabile marketing in General Motors e dal 2009 al 2012 è vicepresidente di vendite, marketing e post-vendita di Opel. Entrato in Volvo nel 2013 come vicepresidente della divisione globale di marketing, vendite e servizio clienti, dal 2015 è amministratore delegato del nuovo brand Lynk & Co.
Sarò molto onesto. Ho letto un articolo qualche mese fa che diceva che “link” era il collegamento tra Est e Ovest mentre “Co” rappresentava il fatto che producessimo qualcosa di più di un’auto. Ho pensato “Sembra intelligente” ma noi non lo siamo stati così tanto: la verità che “Lynk” era il nome di progetto della vettura e ho pensato che fosse un nome noioso. Nel 2016 mi trovavo su un taxi a Göteborg con la donna che all’epoca era responsabile del marketing e ci siamo detti “C’è bisogno di un nome che non sembri quello di una Casa automobilistica”: a quel punto abbiamo aggiunto “&”, che solitamente si usa nel mondo del fashion, e poi abbiamo visto che “Lynk & Co” suonava bene e l’abbiamo tenuto senza testarlo. Tutti lo hanno odiato: gli ingegneri, i designer. Dopo l’approvazione definitiva l’allora ex-capo ingegnere arrivò nel mio ufficio e mi disse “Dovresti vergognarti! Abbiamo lavorato cinque anni su un’auto fantastica e gli hai dato un nome di m…”.
Lynk & Co è la Netflix dell’industria automobilistica: un fornitore di mobilità che vuole creare un’esperienza cool. Un abbonamento mensile tutto incluso che puoi stoppare quando vuoi, 550 euro e la possibilità di condividere la vettura. Volvo è un brand tradizionale che sta modernizzando il suo modo di lavorare e ritengo che sia il marchio automotive più avanzato tra quelli che adottano il classico modello di business con i concessionari. Polestar, invece, è specializzata in modelli hi-tech elettrici e ibridi. Volvo e Polestar sono due Case automobilistiche cool e innovative, noi siamo un’azienda di servizi con auto.
Vedo più le compagnie di noleggio che le Case automobilistiche, anche se al momento nessuno fa niente di simile a noi. Abbiamo lanciato l’idea nel 2016 e sono sorpreso che sei anni dopo nessuno si sia ancora avvicinato alla nostra formula.
Secondo me per due motivi: il primo è che continuano a fare soldi con il modello di vendita tradizionale e il secondo è che mancano CEO visionari. L’unico è Elon Musk: gli altri o sono brillanti uomini d’affari o eccellenti ingegneri.
I club sono una parte di Lynk & Co che non si può copiare: uno può costruire un’azienda online ma non un brand. Nei club c’è interazione, ci sono prodotti sostenibili: sono luoghi cool che lasciano un messaggio non necessariamente legato all’auto. A Roma, ad esempio, non abbiamo esposto la vettura. A luglio apriremo a Barcellona mentre a ottobre nascerà il secondo club italiano a Milano. Per quanto riguarda il car sharing abbiamo alcuni clienti ad Amsterdam che stanno guadagnando soldi mettendo in condivisione la propria 01.
L’idea iniziale era quella di lanciare subito un modello elettrico ma l’infrastruttura di ricarica in Europa non è buona: solo la Norvegia ha una rete estesa. Ora quindi abbiamo la 01 ibrida plug-in, che racchiude il meglio dei due mondi con 70 km di autonomia in modalità elettrica e un motore termico per i viaggi più lunghi, ma la prossima auto in gamma sarà sicuramente full electric: arriverà intorno al 2023/2024.
La maggioranza dei nostri dipendenti – persone che non avrebbero mai lavorato per una Casa automobilistica – è qui per questo: se non avessimo una strategia credibile sulla sostenibilità ci lascerebbero. L’industria automotive dice di essere sostenibile perché produce modelli elettrici, noi proviamo ad andare oltre: abbiamo interni leather-free in Econyl (derivato da reti da pesca riciclate), i materiali nei Club sono eco ma soprattutto puntiamo su un impiego più sostenibile della vettura. Attualmente un’automobile viene usata per il 4-5% del tempo: il nostro obiettivo è di farla circolare più a lungo ed è per questo che offriamo il car sharing. Non c’è bisogno di lavorare sui volumi quando si può operare sul tempo di utilizzo.
Certo: i prezzi della benzina stanno salendo, le vendite di auto elettriche stanno crescendo così come l’autonomia e i listini stanno calando. L’unico problema è la ricarica: i governi spingono per avere sempre più modelli a emissioni zero ma non fanno nulla per incrementare il numero di colonnine.
Non capisco la loro posizione: la Cina sta spingendo molto sulle auto elettriche e sulle batterie, in America Elon Musk ha mostrato a tutti come costruire le EV mentre l’Europa è rimasta ferma. Non penso che la scelta favorisca i cinesi, penso che penalizzerà chi ha dormito fino a oggi e chi è arrivato in ritardo.
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