Laurens van den Acker, intervista al responsabile design del gruppo Renault
Laurens van den Acker è il vicepresidente esecutivo del design del gruppo Renault: il designer olandese in poche parole supervisiona lo stile dei quattro marchi del colosso francese (Alpine, Dacia, Renault e Renault Samsung).
Durante il Salone della mobilità IAA 2021 di Monaco di Baviera abbiamo avuto modo di intervistarlo insieme a giornalisti di altre testate.
Laurens van den Acker: la biografia
Laurens van den Acker – nato il 5 settembre 1965 a Deurne (Paesi Bassi) – ha conseguito un master in design industriale all’Università tecnica di Delft e ha iniziato a occuparsi di car design nel 1993 lavorando prima per Audi e in seguito per Ford.
Nominato responsabile dello stile Mazda nel 2006, viene chiamato dalla Renault nel 2009 per rimpiazzare Patrick le Quément e rivoluziona lo stile della Casa francese realizzando modelli di successo come la quarta generazione della Clio.
Dieci anni fa forse avevamo meno vincoli ma oggi siamo più sotto pressione perché l’importanza del design è aumentata. In passato potevi andare ai Saloni e vedere in metà dei marchi generalisti veicoli “medi” o addirittura brutti. Oggi mi guardo intorno – ad esempio nei gruppi Stellantis, Volkswagen, Hyundai/Kia e anche nei brand cinesi – e trovo modelli belli. Oggi non è più una questione di vincoli ma di vertici più esigenti: fortunatamente abbiamo un amministratore delegato (Luca de Meo, ndr) appassionato di auto che adora il design. A volte rende il mio lavoro più difficile ma mi sostiene enormemente.
È una bella domanda per Gilles Vidal (responsabile del design per il marchio Renault, ndr). Scherzi a parte, quando ho cominciato qui mi sono detto “Sono qui per disegnare il futuro, non il passato” e ora abbiamo creato una buona generazione di vetture dal punto di vista dello stile. Ora, però, l’industria è in trasformazione e in un mondo in cui tutti stanno adottando le stesse soluzioni bisogna fare molta attenzione a non diventare un’azienda come tutte le altre. È quindi un buon momento per far rinascere icone con radici forti: quando Luca è arrivato e ha visto la maquette della 5 in un angolo ha visto immediatamente un’opportunità di raccontare una storia di Renault positiva ed elettrica e ha visto il potenziale di quest’auto. Spero che abbia ragione, io ho molta fiducia in lui.
Lo amo perché richiama lo stemma del 1972 ma in modo più moderno. Oggi il logo deve funzionare e dev’essere riconoscibile in tutti i formati, dal più grande al più piccolo. Esistono stemmi che se rimpiccoliti non fanno più neanche capire a che Casa appartengono, si perdono tutti i dettagli.
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