Cosa serve per vendere un’automobile all’estero?

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Vendere un’automobile è una pratica che comporta sempre una tempistica variabile. A volte si riesce a trovare un acquirente al primo colpo, altre volte, invece, bisogna attendere anche diversi mesi. In molti, quando devono vendere la propria vettura, si rivolgono anche all’estero: il mercato internazionale aumenta la possibilità di trovare un acquirente. In questo caso, però, bisogna fare i conti con una burocrazia diversa rispetto alla cessione di un’automobile in Italia: scopriamo perché.

Vendere un’automobile all’estero: la legge prima del 2014

Se l’acquirente di un’auto messa in vendita è un cittadino di un altro Paese, non bisogna scoraggiarsi: anche se l’iter burocratico per vendere un’auto all’estero sia più complesso rispetto al passato, non c’è nulla di cui temere.

C’è da dire che in passato la pratica era molto più semplice: fino al 2014 il proprietario che intendeva cedere la propria vettura all’estero non doveva fare altro che consegnare il libretto di circolazione, le targhe e il certificato di proprietà all’ACI, chiedendo contestualmente la radiazione del veicolo in questione dal PRA, il Pubblico Registro Automobilistico, per esportazione.

Una volta fatto questo, il vecchio proprietario non era più responsabile di nulla. Proprio per questo è stata rivista la norma: in molti, infatti, utilizzavano tale normativa come escamotage per abbandonare l’auto da qualche parte invece che sostenere le spese di demolizione, oppure per reimmatricolarla qualche anno dopo come auto d’epoca, ottenendo così dei benefici.

Cosa fare per vendere un’automobile all’estero oggi

Oggi le cose sono cambiate: fiutati i movimenti loschi dei “furbetti”, l’ACI è corsa ai ripari. Adesso per vendere un’auto all’estero, insieme a targhe, libretto di circolazione e certificato di proprietà, all’ACI va consegnato anche il documento di trasporto (Lettera di Vettura Internazionale) che certifichi l’arrivo dell’auto in un Paese dell’Unione Europea. Da allegare, ovviamente, anche la firma di ricezione da parte dell’acquirente.

Se l’auto è già stata reimmatricolata nel nuovo Paese, al posto della Lettera di Vettura Internazionale bisognerà consegnare una copia della carta di circolazione estera. La prassi resta simile anche se l’acquirente proviene da una Nazione che non fa parte dell’Unione Europea: in questo caso invece che la Lettera di Vettura Internazionale servirà munirsi della Bolla Doganale o della carta di circolazione estera in caso di mezzo già reimmatricolato.

Vendere una vettura all’estero: i casi particolari

Pur essendo un’operazione tutt’altro che complicata, quando si deve vendere un’auto all’estero è sempre meglio rivolgersi alle agenzie di pratiche auto: c’è un costo da pagare, di solito dai 100 ai 130 euro, ma si risparmia tempo per completare l’iter burocratico. Le problematiche, infatti, sono sempre dietro l’angolo. Ci sono automobilisti italiani, per esempio, che hanno dovuto fare i conti con alcuni Paesi esteri che non effettuano la nuova immatricolazione se prima la vettura non viene cancellata dal PRA italiano. Al tempo stesso, però, l’ACI non cancella il veicolo dal PRA fino a quando non viene completata la cessione del veicolo. Questa situazione genere un impasse che può ritardare di molto la pratica di vendita.

Nel caso in cui la vettura in vendita sia soggetta a un fermo amministrativo, la cessione all’estero non può essere completata fino a quando l’attuale proprietario non salda tutte le pendenze che hanno causato il fermo amministrativo. La stessa cosa vale di fronte a pignoramenti o ipoteche, a meno che non si riceva un nulla osta da parte dei creditori.

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