Golf ibrida, anima green in corpo atletico
Ci sono oggetti che raggiungono forme definitive. Nel senso che hanno quasi la perfezione delle linee della goccia d’acqua o dell’uovo, come si diceva del Maggiolino o della bottiglia della Coca Cola. La Volkswagen Golf appartiene a questo empireo materiale di diritto: certo, dalla prima serie è molto cambiata, ovvio, ma l’originaria intuizione di Giorgetto Giugiaro si è sviluppata fino all’attuale serie, la ottava, che non stravolge anzi lima i concetti stilistici di quella precedente, disegnata a sua volta da due maestri quali Walter De Silva e Flavio Manzoni. E infatti l’ultima Golf appare come un canto del cigno, quasi impossibile chiedersi che cosa avrebbe potuto caratterizzarla di più. Scusate il paragone ma è un po’ come alcune donne, bellezze assolute, nere o bianche che siano, nessuno si mette a criticare lo stacco di gonna se è un centimetro in più o in meno di un presunto ideale.
Di questa nuova Golf, accertato il piacere delle forme e dei montaggi precisi alla tedesca, è l’interno ad essere più sorprendente: basta quadranti con lancette che salgono e scelgono e spazio a un cockpit tutto digitale con comandi a sfioramento d’alta classe col quale ci si può perdere, nel senso che le opzioni delle schermate sono davvero tante e alla fine si fatica a sceglierne una, perché tutte sono importanti. Detto questo, sulla Golf che vedete, siglata eTSI, debutta una tecnologia mai vista prima, il mild hybrid. Il che vuol dire che il motore 1500 cc turbo benzina da 150 CV in accelerazione e ripresa viene aiutato da un generatore che all’occorrenza fa da motore elettrico (sistema a 48 volt) e dando un boost di potenza riduce consumi ed emissioni.
Insomma, la Golf richiede meno benzina, fino a 0,4 litri per 100 km rispetto all’analoga versione tradizionale, con una media di 21,6 chilometri per litro.
Il digitale si sposa all’ibrido e al cambio DSG a sette rapporti in modo che si possano scegliere le reattività che si preferiscono, ovvero dalla modalità ECO a quella più sportiveggiante tagliata sulla vostra individualità di driver, il tutto accompagnato da una linea di led che taglia l’abitacolo e che cambia colore dal bianco al rosso, molto scenografico, va detto.
Alla fine, insomma numero due, quello che è difficile da trasferire ma è anche quello che ci è piaciuto di più è proprio l’anima multipla di questa vettura, green sempre, cattivella quando serve, comoda, giusta per quattro, spaziosa. Continuando nei paragoni sciocchi è la moglie ideale, perché sappiamo che, volendo c’è sempre la sorella trasgressiva, la GTE. E qui i cavalli e le emozioni salgono. Prezzo da 26 mila euro.
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