Auto elettriche, uno sguardo al futuro: quanto durano le nuove batterie?
A partire dal 2018 l’autonomia di tutti i mezzi elettrici deve essere indicata secondo il metodo WLTP, che significa Worldwide Harmonised Light-Duty Vehicles Test Procedure. Si tratta nello specifico di una procedura di prova standardizzata a livello mondiale, che vincola tutte le Case auto e che permette di fare un confronto tra diverse vetture elettriche. Nel momento in cui però si leggono i dati è necessario prestare attenzione al valore combinato (ciclo urbano, extraurbano e autostradale).
L’autonomia WLTP è un valore medio che si ottiene da differenti cicli parziali (ciclo urbano, extraurbano e autostradale) e senza considerare climatizzatore, riscaldamento e altre ‘utenze’ che vanno a ‘falsare’ l’autonomia nell’uso quotidiano rispetto a quella standardizzata.
Per questo le Case auto in genere comunicano l’autonomia realistica per il cliente come un intervallo di valori, che presumibilmente può essere raggiunto dalla vettura nell’uso quotidiano, senza dover effettuare una ricarica. In realtà, nel traffico urbano, visti i motori elettrici efficienti di oggi l’elevata percentuale di recupero consentita dalla marcia con ripetuti arresti e ripartenze, sono possibili autonomie realistiche che a volte possono addirittura superare l’autonomia WLTP massima.
I fattori che influenzano l’autonomia residua
Stile di guida, riscaldamento e climatizzatore sono alcuni fattori che possono influenzare l’autonomia dell’auto elettrica. Il consiglio è regolare per esempio la temperatura dell’abitacolo già durante la ricarica, preriscaldandolo in inverno o preraffreddandolo in estate, così l’energia necessaria per il riscaldamento o il climatizzatore in questo modo viene prelevata dalla rete elettrica e non dalla batteria di trazione.
L’autonomia per i brevi tragitti
Il pendolare medio, per recarsi al lavoro, percorre circa 50 km al giorno, lo stesso per accompagnare i bambini a scuola e andare in ufficio e fare magari alcune commissioni al pomeriggio. Con una batteria da 45 kWh e un’autonomia realistica di 230-330 km è più che sufficiente fare una o due ricariche a settimana. Chi usa l’auto per brevi tragitti, può ricaricare la batteria a casa (ad esempio durante la notte) o sul posto di lavoro, se ha a disposizione l’infrastruttura di ricarica.
Chi invece per lavoro percorre circa 200 km al giorno o, per motivi privati, fa spesso viaggi di una certa lunghezza allora, per esempio, con una batteria da 58 kWh e un’autonomia realistica di 300-420 km (scelta ottimale) deve ricaricare l’auto solo ogni 2-3 giorni durante la notte oppure, durante un viaggio molto lungo per andare in vacanza, potrebbe essere necessario collegarla una volta in autostrada.
Se per ragioni professionali o private si effettuano spesso viaggi più lunghi, allora un’auto elettrica con batteria da 77 kWh e un’autonomia realistica tra 390 e 550 chilometri è la soluzione ottimale. Il conducente che utilizza la sua auto elettrica sulle lunghe distanze può quindi utilizzare le colonnine per la ricarica e altri eventuali servizi di mobilità integrativa, in base al modello di vettura che ha.
Se hai intenzione di comprare un’auto elettrica quindi adesso puoi dire che le autonomie sono sicuramente maggiori di quelle che ti aspettavi, non è una scelta che ti deve spaventare. Sia per chi deve compiere brevi tragitti che per chi è abituato a lunghi viaggi, per l’uso quotidiano o per le vacanze, oggi ci sono moltissimi modelli di auto a zero emissioni pensati su misura per le specifiche esigenze del cliente. Oltretutto man mano svanisce anche l’ansia da ricarica, visto che si potrà contare su un’infrastruttura e servizi di mobilità sempre più ampi. L’auto elettrica permette di godere quindi della stessa flessibilità alla quale siamo abituati con le macchine diesel o benzina.
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