La carriera da pilota di Ivan Capelli, commentatore TV Rai della F1
Gli appassionati più giovani di F1 conoscono Ivan Capelli solo per il suo ruolo di commentatore TV per la Rai (riproposto al cinema quando nel 2006 ha doppiato il cartone “Cars”) e solo chi ha seguito il Circus tra gli anni ’80 e ’90 ricorda le doti velocistiche di quel ragazzo, ora diventato presidente dell’AC Milano. Scopriamo insieme la storia dell’ex pilota lombardo, uno degli ultimi driver del nostro Paese ad aver avuto l’onore di correre nel Mondiale con la Ferrari.Ivan Capelli, la storiaIvan Capelli nasce il 24 maggio 1963 a Milano e a 15 anni abbandona il calcio per concentrarsi sull’automobilismo e più precisamente sui kart. Conquista il titolo nazionale cadetti Classe 100 nel 1978, nel 1981 passa alle monoposto e due anni più tardi inizia a farsi conoscere nell’ambiente diventando campione italiano di F3. Le sue qualità emergono anche nel 1984 quando conquista, al debutto, il titolo europeo in questa categoria.L’esordio in F1Ivan è considerato uno degli astri nascenti dell’automobilismo sportivo mondiale e nel 1985 – anno in cui gareggia in F3000 – gli viene offerta la possibilità di correre con la Tyrrell due GP di F1 per rimpiazzare Stefan Bellof, scomparso l’1 settembre durante la 1.000 km di Spa-Francorchamps. Debutta sul circuito britannico di Brands Hatch, dove si ritira per un incidente, ma si riscatta nell’ultima prova stagionale in Australia: termina incredibilmente al quarto posto surclassando il più esperto compagno, l’inglese Martin Brundle.Il 1986Il 1986 è un anno ricco di alti e bassi per Ivan Capelli: diventa campione europeo di F3000 davanti a driver del calibro di Emanuele Pirro e Pierluigi Martini ma in F1 deve accontentarsi di correre in due occasioni (Italia e Portogallo) con la poco competitiva AGS (due ritiri).La MarchLa svolta per Ivan arriva nel 1987, anno in cui disputa la sua prima intera stagione iridata nel Circus: al volante della March porta a casa come miglior risultato un interessante sesto posto a Monte Carlo. Nel 1988, la sua migliore stagione di sempre, surclassa il proprio coéquipier – il brasiliano Mauricio Gugelmin – e termina al 7° posto assoluto nel Mondiale grazie a due podi: un secondo posto in Portogallo e una terza piazza in Belgio.Il 1989 non è altrettanto fortunato: nessun punto portato a casa (a differenza di Gugelmin) e solo due arrivi al traguardo a causa della scarsa affidabilità della monoposto.La Leyton HouseNel 1990 la March cambia nome in Leyton House (prima solo sponsor e da quell’anno proprietaria del team) e la stella di Ivan Capelli torna a brillare: in Francia arriva addirittura un secondo posto. L’anno successivo, nonostante una vettura poco brillante, si fa comunque notare riuscendo ad arrivare sesto in Ungheria.La FerrariIvan Capelli realizza il sogno della vita quando viene chiamato dalla Ferrari come secondo pilota per la stagione 1992. L’annata si rivela tutt’altro che formidabile per il pilota lombardo: la monoposto è lenta e lui, nel tentativo di essere più veloce del compagno transalpino Jean Alesi, commette troppi incidenti. Viene licenziato con due gare di anticipo.La JordanL’ultima stagione di Capelli in F1, al volante della Jordan, è disastrosa: dopo essersi ritirato in Sudafrica non riesce neanche a qualificarsi al GP del Brasile (a differenza del più rapido coéquipier, il brasiliano Rubens Barrichello).Dopo la F1Dopo il Circus Ivan Capelli prosegue la propria carriera di pilota in altre categorie minori (Superturismo tedesco, FIA GT e Trofeo Maserati), nel 1998 diventa commentatore TV per la Rai (ruolo che ricopre ancora oggi) mentre dal 2014 è presidente dell’Automobile Club Milano.
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