Patente di guida e Brexit, che cosa è realmente cambiato?
Il Regno Unito, a seguito del referendum del 23 giugno 2016, ha notificato l’intenzione di recedere dall’Unione Europea. Dopo quasi tre anni di lavoro (dal 2017) e l’approvazione del Parlamento europeo, il 30 gennaio 2020 il Consiglio europeo ha deciso di accordare il recesso a nome dell’UE, con anche una dichiarazione politica sul quadro delle future relazioni.
Il Regno Unito quindi non è più uno Stato membro dell’UE, ma è considerato un Paese terzo. Per seguire e coordinare le attività inerenti la Brexit, il negoziato e le misure di preparazione e di emergenza, il Governo italiano ha istituito una Task Force per la Brexit e ha ribadito l’impegno italiano a sostegno del Capo negoziatore dell’UE, Michel Barnier, nei negoziati con il Regno Unito.
Diritti dei cittadini dopo il 31 gennaio 2020
Le norme dell’UE sulla libera circolazione e il coordinamento della sicurezza sociale continueranno ad essere applicate ai cittadini italiani nel Regno Unito e ai britannici in Italia. I cittadini britannici in Italia non sono più cittadini UE e a quelli italiani nel Regno Unito non si applicano più in quel Paese le regole della libera circolazione UE. I diritti dei cittadini britannici e delle loro famiglie vengono disciplinati dalla parte II dell’accordo di recesso, per tutti tranne i cittadini italiani/britannici che non hanno mai esercitato i loro diritti di libera circolazione.
Per i cittadini britannici iscritti all’anagrafe italiana l’Italia deve garantire la tutela dei diritti acquisiti sulla base di una procedura dichiarativa. L’iscrizione all’anagrafe italiana entro il 31 dicembre 2020 e le disposizioni dell’accordo di recesso consentono quindi di godere dei diritti previsti da tale accordo. Per i cittadini italiani residenti nel Regno Unito è prevista una misura amministrativa introdotta dal governo britannico per consentire ai cittadini europei di continuare a risiedere legalmente nel Regno Unito dopo la sua uscita dall’Ue.
Brexit e patente di guida: quello che bisogna sapere
Facciamo un approfondimento specifico riguardo al settore dei conducenti e soprattutto per quanto concerne la tematica delle patenti di guida, che interessa chiaramente moltissimo. Possiamo iniziare a dire che l’argomento può essere divisi in due parti:
- il riconoscimento della patente di guida estera per poter circolare sul territorio italiano;
- la conversione dell’equivalente documento italiano, senza alcun esame da sostenere.
Ai sensi dell’art. 135 del Codice della Strada, per quanto riguarda la circolazione, chi è in possesso di una patente di guida extracomunitaria, e in questo caso quindi anche quella britannica, visto che il Regno Unito non fa più parte dell’UE, può condurre veicoli sul territorio italiano se non ha la residenza anagrafica in Italia ovvero solo per un anno dalla data in cui è stata acquisita detta residenza in Italia.
Oltre alla patente di guida, il conducente dovrà sempre guidare portando con sé anche il “permesso internazionale di guida”, rilasciato dallo Stato che ha emesso la patente (quindi il Regno Unito), oppure da traduzione ufficiale in lingua italiana. Tutte le informazioni utili su questa tematica comunque si possono trovare in maniera approfondita e ufficiale sul sito del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti nella sezione “permesso internazionale di guida” e sul portale della Direzione Generale Territoriale del Centro.
Cosa dire invece sulla conversione delle patenti di guida rilasciate nel Regno Unito? Non è più possibile effettuarla dal momento in cui il Regno Unito non fa più parte dell’UE. È possibile convertire le patenti rilasciate dalle autorità britanniche solo previo Accordo bilaterale che disciplini la materia, tra l’Italia e Regno Unito.
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