Porsche 718 GTS, una sportiva di quelle toste

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Qual è la stagione giusta per una spider? Quando il tetto in tela si apre con maggior gusto? Non l’estate, sempre più calda che toglie il piacere di viaggiare a tetto scoperto. Gli altri mesi van bene tutti, nel rispetto di cervicali e dolori articolari. Pure d’inverno. E lo diciamo perché all’idea di provare dieci giorni fa una Porsche 718 GTS col bravo tettuccio apribile, non ci siamo tirati indietro. E tanto entusiasmo è stato subito messo alla prova, beccando una bella nevicata in direzione della seconda casa in Valle d’Aosta, con più di cinque-dieci centimetri sull’asfalto e una serie di tornanti che ci aspettava, in attesa della vittima in sbandata un po’ come gli avvoltoi sull’albero rinsecchito del libro della giungla. La GTS ha 400 CV. Tra lei e la neve c’erano le Pirelli sottozero e un controllo di trazione spostato sul supersoft (non è parlar tecnico, ma per capirsi…). Sopra di noi l’angelo dei driver. Risultato? Prese le misure la Porsche infilava i tornanti con leggere scodate, quasi piacevoli nella loro dolcezza inattesa, riallineandosi rapidamente con piccoli tocchi del volante e dell’acceleratore. Esperienza quasi da Rally. Solo una cosa non abbiamo fatto: non abbiamo staccato il riscaldamento come si fa in quelle corse di notte per star ben svegli. D’altra parte benché al buio era poi solo tarda sera. In compenso il tetto sembrava d’acciaio. Mai che si abbia avuto la sensazione della leggerezza sopra il capo, mai un sibilo, mai un fischio. E se si sente un po’ di più il motore, il boxer che soffia forte coi suoi sei cilindri, beh allora anche se qualche decibel irrompe in abitacolo che male c’è? Anzi…

Dunque la Porsche 718 GTS è una sportiva di quelle toste, con il vantaggio di avere il motore centrale che consente un baricentro quasi perfetto, un bilanciamento tra avantreno e retrotreno impeccabile, meglio di quello della gloriosa e per certi aspetti ancora inavvicinabile 911, la sorella maggiore.

E poi il motore centrale ha un’altra conseguenza: l’abitacolo è un due posti più che secchi, la giacca la si deve schiacciare tra i sedili, peggio che nelle plafoniere di un aeroplanino. E però ha un vantaggio che fa dire oh a chi verrà con voi: i vani bagagli son due, uno anteriore piuttosto profondo che tiene due borsoni, forse due trolley, e uno posteriore, più largo ma meno profondo, due zaini grossi. E in due ci si porta quel che serve, per il weekend o per la vacanza non troppo lunga.

Ma veniamo al motore. Com’è tradizione Porsche, il sei cilindri è prontissimo a salire di giri, assecondato molto bene dal cambio PDK a sette marce. Ed è incredibilmente parco di benzina se lo si tratta coi guanti. A 130 km/h in autostrada si viaggia a 2500 giri e il computer di bordo segnala un consumo di 8,2 litri per 100 km, ovvero 12 chilometri con un litro. Eccellente. Certo se poi si schiaccia, come ci è venuto da fare un poco sulle strade di montagna (sempre nei limiti consentiti dalla legge) i consumi crescono e anche di molto, fino 5-6 chilometri per litro, ma di più non si può fare. Ricordiamo altre vetture sui 350 CV con motori V8 che a 130 in autostrada facevano peggio della Porsche ingarellata sui tornanti.

La sensazione è che la Porsche abbia limiti alti e quindi nell’uso normale veloce allegro ma non da pista si sia sempre all’interno dei confini di tenuta e frenata di una vettura che in pista può dare belle bellissime soddisfazioni.

L’esperienza di guida è appagante, ma lo è anche per chi sta di fianco, essendo l’abitacolo rifinito con materiali pregiati, pelle con cuciture a vista vere e belle, sedili anatomici e molto confortevoli per una sportivissima, perfino un impianto stereo di qualità quando si decide di preferire la musica vera a quella – non meno entusiasmante in date occasioni – del motore.

La 718 è una Porsche non per tutti: sportiva forte, richiede un poco di adattabilità per l’abitacolo a due posti (ma se piove l’ombrello dove lo si mette? Domanda sbagliata, qui di ombrelli se ne fa a meno, al massimo un cappellino) e di essere un minimo agili ed atletici per entrare e uscire (ma ci sono vetture più scomode, diciamolo). Regala grandi emozioni, richiede una guida un po’ maschia e la voglia di girare un po’ all’aria aperta. In questo caso, lo confessiamo, dopo la nevicata è uscito un sole spettacolare con temperature a meno sette. Abbiamo aperto il tettuccio e infilato le teste in cappelli col pelo, per almeno una mezz’ora. Ma questa immagine ve la risparmiamo. Però sappiate che si può fare, anche se non si hanno vent’anni.

p.s. Non avendo il fotografo con me le immagini che vedete sono quelle ufficiali Porsche. Tranne l’ultima, a testimonianza che la neve c’era davvero.

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