Raffreddare l’auto rimasta sotto il sole: piccola guida per non fare errori
Magari, di primo acchito, non ce ne rendiamo conto. Però quando parcheggiamo l’auto sotto il sole cocente stiamo trasformando l’abitacolo della nostra vettura in una sorta di forno. Bastano pochi minuti per far aumentare la temperatura interna di diversi gradi, anche alcune decine. Così, se dovessimo lasciare l’auto per un’intera giornata al sole mentre ci rilassiamo in spiaggia, al ritorno troveremo una situazione “infernale”, o quasi.
All’interno del veicolo, infatti, la temperatura percepita può superare anche i 50 gradi centigradi, rendendo particolarmente sgradevole dover sedere al posto di guida (per non parlare delle difficoltà di afferrare il volante, praticamente rovente). Non solo: mettendoci alla guida con una temperatura troppo elevata correremmo degli inutili rischi. Gli effetti, infatti, sarebbero paragonabili a quelli della guida in stato di ebbrezza: riflessi “appannati”, risposte agli stimoli ritardati e pericolo di causare incidenti molto più alto del normale.
È così necessario raffreddare l’auto rimasta sotto il sole prima di mettersi in marcia, non solo per migliorare il comfort di guida, ma anche per evitare di “ubriacarci” di caldo e mettere in pericolo noi, chi viaggia con noi e gli altri automobilisti. Ecco alcuni consigli utili a raffreddare l’auto in fretta senza commettere errori.
Raffreddare l’auto: aprire portiere e finestrini
La prima cosa da fare per far raffreddare l’auto lasciata al sole è aprire le portiere (o i finestrini, se non c’è spazio a disposizione) e lasciare che l’aria calda presente all’interno dell’abitacolo fuoriesca. Insomma, si deve favorire il ricambio d’aria all’interno del veicolo, anche aprendo il portellone posteriore, se necessario.
Come abbiamo già visto nella guida su come usare il climatizzatore auto d’estate, infatti, attivare immediatamente il condizionatore non aiuta a raffreddare velocemente l’auto rimasta sotto al sole. Al contrario, aumenta lo stress sulle componenti del sistema (come il compressore) e i consumi dell’auto. Un errore da evitare dunque a tutti i costi.
Appena si arriva al posteggio dell’auto, dunque, si deve favorire la circolazione all’interno dell’abitacolo aprendo sportelli, sportelloni e finestrini. Quando possibile, si possono anche aprire e chiudere a ripetizione le portiere dell’auto, così da “forzare” l’ingresso dell’aria fresca nel proprio mezzo.
Auto sotto il sole, rimettersi in marcia
Trascorso qualche minuto, si può finalmente riaccendere il motore dell’auto. Ma non per attivare il climatizzatore: prima di questa operazione è necessario viaggiare per qualche minuto con i finestrini completamente aperti. In questo modo, infatti, si favorisce il ricambio “forzato” d’aria all’interno dell’abitacolo, abbassando ulteriormente la temperatura percepita sia da chi si trova alla guida sia da chi si trova in auto con lui.
Raffreddare l’auto con il climatizzatore: come usarlo
Terminata questa seconda fase, può finalmente entrare in azione il climatizzatore dell’auto. Con l’auto in marcia e con la temperatura dell’abitacolo uguale a quella esterna è infatti possibile utilizzare il sistema di climatizzazione. Almeno inizialmente, i finestrini dovranno comunque essere tenuti aperti: nei primissimi istanti, infatti, il condizionatore dell’auto tira fuori aria calda, che potrebbe inficiare tutto il “lavoro” fatto sinora. Per lo stesso motivo, è necessario tenere spento il ricircolo dell’aria. Quando dalle bocchette inizia a fuoriuscire aria fredda, è possibile chiudere i finestrini, attivare il ricircolo dell’aria e impostare il sistema di climatizzazione sulla temperatura desiderata.
Seguendo questi semplici passaggi, e in un lasso di tempo di 5 minuti circa, l’abitacolo della vettura è nuovamente fresco, con una temperatura che assicura il massimo del comfort e non mette a rischio l’incolumità di nessuno.
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