Auto aziendali, cosa succede in caso di multe: a chi spetta il pagamento
Quando si prende una multa non c’è molto da fare, se non la si contesta, è obbligatorio pagarla. Quando si guida un’auto aziendale, anche se non è di proprietà del lavoratore, se è lui stesso a prendere la multa mentre si trova al volante, allora deve pagare il conto, non è il datore di lavoro a saldare l’importo dovuto per la contravvenzione. Il verbale viene inviato all’azienda e poi girato al dipendente che si trovava alla guida dell’auto in quel momento, ad esso viene detratto l’importo della multa dallo stipendio.
Auto aziendali, a chi viene inviata la multa
Quando uno dei dipendenti della ditta prende una multa e si trova al volante dell’auto aziendale, è il datore di lavoro a ricevere il verbale direttamente in sede. Deve essere lui a comunicare i dati del conducente che guidava in quel momento, ne deve ovviamente essere a conoscenza, sia che il dipendente abbia guidato il veicolo in via eccezionale per motivi di lavoro, sia che la vettura sia uno dei benefit permanenti e continuativi del lavoratore. In ogni caso in azienda deve essere presente un registro in cui è segnata la persona alla guida del mezzo aziendale.
Il datore di lavoro è il proprietario dell’auto e deve rispondere altrimenti di una mancata comunicazione, che potrebbe portare a sanzioni molto elevate. Quindi, deve sempre essere possibile risalire alla persona che guidava l’auto aziendale nel momento in cui è stata rilevata la multa. Ogni eventuale verbale arriva all’azienda, che lo gira al dipendente che ha commesso l’infrazione, che si vedrà decurtare dal suo stipendio, come abbiamo detto, l’importo della sanzione.
L’azienda è responsabile in solido, questo ha un significato preciso. Prima che la Cassazione decidesse di pronunciarsi sulla notifica del verbale di un’infrazione commessa con l’auto aziendale, succedeva spesso che venisse applicato il principio di “responsabilità personale” di chi in realtà aveva preso la multa. Nel 2009 però le regole sono cambiate per volontà della Suprema Corte, che bocciò una decisione presa da un giudice siciliano, in provincia di Palermo. Egli aveva reso nullo un verbale notificato all’azienda titolare dell’auto e non al conducente che si trovava al volante e che aveva effettivamente presto la multa.
Secondo la Corte non si può far leva sulla responsabilità personale ma sulla responsabilità solidale della persona giuridica stabilita dalla Legge, che in questo caso è da identificare nell’azienda. La responsabilità in solido viene presa in considerazione quando una persona agisce nell’esercizio delle sue funzioni o incombenze per conto della società, a prescindere da chi ha commesso l’illecito. L’azienda quindi è tenuta al pagamento, in solido, con la persona che ha commesso l’infrazione, perché si tratta di una persona giuridica.
Che cosa può fare il dipendente quando prende una multa con l’auto aziendale?
Quando un dipendente riceve la comunicazione da parte della ditta di aver preso una multa mentre si trovava alla guida dell’auto aziendale, può decidere di accettare e pagare oppure presentare ricorso. La prima cosa da fare però è autodenunciarsi, e quindi dichiarare di essere stato lui il responsabile dell’infrazione che è stata contestata. In mancanza dell’autodenuncia, il verbale non è ammissibile. Il ricorso può essere presentato anche solo per la pena pecuniaria. In questo caso l’azienda paga la multa e il dipendente può impugnare il verbale per evitare la decurtazione dei punti dalla patente.
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