Bollo auto, chi lo paga quando l’auto è cointestata
I casi di auto cointestata si verificano ad esempio quando un genitore compra una vettura e decide di intestarla insieme anche al figlio, per dargli la possibilità di utilizzarla quando meglio crede, in perfetta libertà e piena autonomia. Oppure può accadere di ricevere un veicolo in eredità insieme al proprio fratello e quindi di risultare entrambi cointestatari al PRA. In ogni caso ovviamente c’è il bollo auto da pagare e quindi è necessario capire chi deve adempiere all’obbligo e cosa succede se uno dei soggetti non versa la propria quota, quindi in che modo può rivalersi la Regione contro uno dei comproprietari piuttosto che l’altro e se ognuno comunque resta obbligato per la propria quota.
Auto cointestata: chi la può utilizzare?
Prima di capire la questione del pagamento della tassa automobilistica, chiariamo chi può guidare un’auto cointestata. Innanzitutto bisogna sapere che chi guida l’auto di un’altra persona per un periodo di oltre 30 giorni deve fare una comunicazione alla Motorizzazione e fare aggiornare il libretto di circolazione con il nome nel possessore. Un obbligo che non vale nel caso in cui i due soggetti (intestatario e possessore/utilizzatore della vettura) siano familiari conviventi e quindi appartengano allo stesso nucleo familiare. Non scatta nemmeno nel caso in cui i due siano cointestatari, perché figurano già entrambi nel documento unico di circolazione. Quindi, se due persone sono cointestatarie della stessa vettura, possono guidarla liberamente e senza limiti, anche se non sono familiari conviventi sotto lo stesso tetto, non c’è bisogno di alcuna comunicazione ufficiale presso la Motorizzazione.
Auto cointestata: chi paga il bollo?
Parliamo quindi di bollo auto, la questione che ci interessa maggiormente in questo caso, perché spesso non è chiaro chi debba adempiere all’obbligo di pagamento della tassa. Con auto cointestata, entrambi i titolari del mezzo sono tenuti a versare la somma dovuta in un’unica soluzione, quindi non devono figurare due versamenti differenti. L’imposta è una sola ed è necessario pagarla ogni anno entro l’ultimo giorno del mese successivo a quello dell’immatricolazione. La Regione quindi può chiedere il versamento dell’intero importo indifferentemente ad uno dei due proprietari piuttosto che all’altro.
Ogni cointestatario resta quindi obbligato al pagamento del bollo auto per intero, non solo per la quota che gli spetta. Dovrebbero essere i due soggetti coinvolti ad accordarsi e decidere chi debba eseguire materialmente il pagamento e poi se ottenere un rimborso della quota da parte dell’altro soggetto, in che misura e quando. È un meccanismo che in diritto prende il nome di responsabilità solidale.
Auto cointestata, bollo non pagato: cosa succede?
Se nessuno dei due proprietari del veicolo paga la tassa di proprietà dovuta ogni anno alla Regione, allora quest’ultima iscrive a ruolo il tributo e incarica quindi l’esattore della riscossione di tale credito. In questo modo viene notificata una cartella di pagamento a entrambi i cointestatari dell’auto, che rischiano un pignoramento corrispondente all’importo totale del debito, e non secondo le due quote. Se invece accade che uno dei due soggetti che hanno la proprietà del medesimo veicolo versi solo la sua quota di bollo auto, il fisco può ovviamente esigere il pagamento dell’intero importo della tassa automobilistica sia dall’uno che dall’altro soggetto, indipendentemente da chi ha già versato “la sua parte”. Per chiunque voglia evitare quindi problemi con l’Agenzia delle Entrate e di subire accertamenti e eventuali pignoramenti, con sanzioni e interessi moratori da pagare, è bene sapere che è meglio versare l’intero importo, anche la parte dell’altro cointestatario, a cui potrà chiedere successivamente il rimborso della quota pagata.
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