Pontiac, la storia della Casa statunitense

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Il marchio Pontiac ha conquistato milioni di automobilisti (principalmente negli USA) grazie a una serie di modelli caratterizzati da un eccellente rapporto prezzo/prestazioni. Scopriamo insieme la storia della gloriosa Casa statunitense, scomparsa nel 2010 (o meglio, sacrificata da General Motors) a causa della crisi economica.

1988 – Pontiac Fiero

Credits: NOV 13 1987, MAR 2 1988; Pontiac Fiero 88; (Photo By John Prieto/The Denver Post via Getty Images)

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Credits: 2004 Pontiac Sunfire. X04PN_SN003

2005 Pontiac Wave

Credits: 2005 Pontiac Wave sedan, Montreal International Auto Show, Palais Des Congres De Montreal, January 8th, 2004. (CANADA)

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Pontiac: la storia

La storia della Pontiac inizia ufficialmente nel 1926 quando il marchio Oakland (creato da GM per posizionarsi tra le economiche Chevrolet e le più pregiate Oldsmobile) lancia la Pontiac, una vettura a sei cilindri contraddistinta da un prezzo concorrenziale.

Nel 1932 Oakland scompare e Pontiac diventa ufficialmente uno dei brand di General Motors.

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Un marchio come tanti

Nei primi trent’anni di attività Pontiac è un marchio come tanti che condivide le innovazioni tecnologiche GM senza troppa libertà di azione: nel 1933 arrivano i motori a otto cilindri in linea, nel 1934 tocca alle sospensioni anteriori a ruote indipendenti mentre nel 1935 è la volta del tetto in acciaio, dei freni idraulici e del cambio sincronizzato.

Dopo la Seconda Guerra Mondiale (periodo trascorso a produrre armi e mezzi militari) la Pontiac continua a realizzare vetture valide ma troppo razionali e a sfruttare l’appartenenza alla grande famiglia General Motors per introdurre novità tecniche: il parabrezza in pezzo unico nel 1953 e l’aria condizionata l’anno successivo.

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Svolta sportiva

Negli anni ‘60 i vertici GM trasformano la Pontiac nel marchio sportivo del gruppo: nel 1962 arriva il primo (e unico) titolo costruttori Nascar e due anni più tardi la GTO lancia la moda delle “muscle car”. Un successo immediato che permette al progettista della vettura – un certo John DeLorean, all’epoca capoingegnere della Casa americana – di essere promosso a responsabile del marchio Pontiac a soli 40 anni.

DeLorean rivoluziona la Pontiac in pochissimi anni attraverso una serie di modelli entrati nella leggenda come la Firebird del 1967 (realizzata sulla stessa base della Chevrolet Camaro ma con un look più moderno, soffia parecchi clienti alla Ford Mustang) e la seconda generazione della Grand Prix del 1969, meno cara della rivale Ford Thunderbird ma più grintosa nel design e nelle prestazioni.

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Crisi e rilancio

La crisi petrolifera del 1973 ridimensiona la Pontiac, costretta ad abbandonare i suoi modelli più sportivi per concentrarsi su vetture compatte ed efficienti (ma poco emozionanti).

Nel 1984 la coupé Fiero riporta un po’ di gioia e ottimismo nel brand ma per tutto il decennio il listino della Casa statunitense continua a essere popolato da modelli con nomi altisonanti ma privi di identità come la sesta serie della LeMans (nient’altro che una Opel Kadett rimarchiata).

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Gli ultimi anni

Negli anni ‘90 e Duemila la Pontiac abbandona gradualmente il segmento delle sportive per concentrarsi sulle vetture per famiglie: non è un caso che i due modelli più significativi del periodo siano una monovolume (la Trans Sport del 1990) e una SUV dal design sconcertante (la Aztek del 2001).

Solo negli ultimi anni di vita il marchio americano torna a concentrarsi sulla sportività – la Solstice del 2006, l’ultima Pontiac degna di nota, è una divertente spider a trazione posteriore dotata di un motore 2.0 turbo (il primo propulsore a iniezione diretta di benzina prodotto da una Casa statunitense) – ma è troppo tardi: nel 2010 GM in seguito alla crisi economica decide di sopprimere Pontiac e di proseguire con soli quattro brand sul mercato nordamericano (Buick, Cadillac, Chevrolet e GMC).

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