Usato a trazione integrale: ammiraglie a benzina con cambio automatico

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Le ammiraglie a benzina sono introvabili sul mercato dell’usato ma rappresentano una soluzione interessante per chi cerca un mezzo elegante e non percorre molti chilometri. Nella “top five” di questo mese – vinta dall’Audi A6 – abbiamo analizzato cinque proposte a trazione integrale del 2015 dotate di cambio automatico.

La “segmento E” tedesca ha superato due connazionali (BMW serie 5 e Mercedes classe E), la coreana Hyundai Genesis e la britannica Jaguar XF. Scopriamo insieme la classifica, che prende in considerazione modelli con potenze comprese tra 300 e 340 CV.

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7.8
/10

1° Audi A6 3.0 TFSI

L’Audi A6 è un’ammiraglia a trazione integrale praticamente perfetta: piacevole da guidare nelle curve, scattante (“0-100” in 5,1 secondi) e non troppo assetata di benzina.

Caratterizzata da una dotazione di serie completa, costava relativamente poco da nuova (58.900 euro). Oggi le sue quotazioni sfiorano i 40.000 euro.

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7.5
/10

2° Mercedes E 400 4Matic

La Mercedes E 400 4Matic è un’ammiraglia a benzina affidabile dotata di un motore ricco di coppia (480 Nm) e in grado di offrire una spinta eccezionale ai bassi regimi.

“Compatta” fuori (4,88 metri di lunghezza, le rivali sono più ingombranti) e poco spaziosa dentro (in tre dietro si sta stretti), presenta qualche imprecisione di troppo negli assemblaggi dei pannelli della carrozzeria. Le quotazioni? Meno di 25.000 euro.

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7.1
/10

3° BMW 535i xDrive

La BMW 535i xDrive monta un raffinato motore a sei cilindri in linea (non molto potente, a dire il vero: “solo” 306 CV) abbinato a un cambio automatico a 8 rapporti (convertitore di coppia) capace di regalare passaggi marcia fluidi.

L’ammiraglia bavarese offre tanto spazio alle gambe dei passeggeri posteriori e le sue quotazioni superano di poco i 20.000 euro.

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6.1
/10

4° Jaguar XF 3.0 V6 AWD

La Jaguar XF 3.0 V6 AWD è l’ammiraglia più potente – 340 CV – tra quelle analizzate nella nostra “top five” ma non brilla alla voce “finiture” (poco curati gli assemblaggi dei pannelli della carrozzeria). Senza dimenticare che il propulsore non ama particolarmente i bassi regimi.

Da nuova costava molto (66.610 euro), oggi le sue quotazioni superano di poco i 20.000 euro.

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4.7
/10

5° Hyundai Genesis

La Hyundai Genesis – simbolo del tentativo (fallito) della Casa coreana di rubare in Europa clienti alle ammiraglie tedesche e britanniche – presenta numerosi punti di forza da non sottovalutare: un’affidabilità incredibile, una garanzia ancora in vigore fino al 2020, finiture da dieci e lode fuori e dentro e un abitacolo spazioso per le spalle e la testa degli occupanti posteriori più alti. La dotazione di serie è ricca ma poco personalizzabile.

Non mancano, però, le note negative: le dimensioni esterne ingombranti (4,99 metri di lunghezza) abbinate a un bagagliaio piccolo e a un’abitabilità per le gambe di chi si accomoda dietro inferiore alla concorrenza e il comportamento stradale poco agile. Senza dimenticare il motore, penalizzato dalla cilindrata elevata (3.8), da prestazioni non esaltanti (“0-100” in 6,5 secondi), da un’erogazione poco pronta ai bassi regimi, da un sound poco sportivo, dalla carenza di coppia (397 Nm), dai consumi alti (8,6 km/l dichiarati) e dal fatto di essere ancora Euro 5.

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