Addio a Ferdinand Piëch

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Ferdinand Piëch è morto domenica scorsa – il 25 agosto 2019 – a Rosenheim (Germania): l’imprenditore austriaco, nipote di Ferdinand Porsche, è stato nominato manager automobilistico del secolo (il XX, naturalmente) nel 1999 e agli inizi degli anni Duemila ha trasformato il Gruppo Volkswagen in un colosso globale.

Ferdinand Piëch: la biografia

Ferdinand Piëch nasce il 17 aprile 1937 a Vienna (Austria): nipote di Ferdinand Porsche, consegue la laurea in ingegneria meccanica nel 1962 e lavora in Porsche negli anni ’60 e ’70. Responsabile dello sviluppo motorsport della Casa di Zuffenhausen, progetta modelli entrati nella storia come la 906 (prima alla Targa Florio del 1966) e – soprattutto – la 917, la più grande auto da corsa di tutti i tempi (due Mondiali Sportprototipi, due 24 Ore di Le Mans, due Can-Am e tanto altro).

Gli anni in Audi

Nel 1972 Piëch si trasferisce all’Audi e contribuisce alla crescita del marchio grazie alla trazione integrale: nel 1980 nasce la sportiva Quattro, che porta al brand di Ingolstadt quattro Mondiali rally WRC tra il 1982 e il 1984.

Volkswagen: dalla crisi al trionfo

Ferdinand Piëch viene nominato amministratore delegato del Gruppo Volkswagen nel 1993 e trasforma un’azienda sull’orlo del fallimento in un colosso globale grazie a una politica di riduzione dei costi e di acquisizione di marchi prestigiosi (Bentley, Bugatti, Ducati, Lamborghini e Scania).

Gli ultimi anni

Piëch si dimette dal gruppo di Wolfsburg nell’aprile 2015 in seguito alla decisione del consiglio di amministrazione di appoggiare Martin Winterkorn. Cinque mesi più tardi Volkswagen viene coinvolta nel dieselgate.

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