Ferrari 512 M: sfortunata al gioco, fortunata in amore
Sfortunata al gioco, fortunata in amore: la Ferrari 512 M – una delle auto da corsa più belle di sempre – ha fatto innamorare tanti appassionati ma non ha mai vinto una gara valida per il Mondiale sportprototipi. Scopriamo insieme la sua storia.
Ferrari 512 M: la storia
La Ferrari 512 M nasce nel 1970 per contrastare l’imbattibile Porsche 917 e non è altro che un’evoluzione della 512 S svelata pochi mesi prima.
Tante le modifiche apportate: dischi dei freni posteriori più potenti, sospensioni riviste, peso diminuito (815 kg a secco), carrozzeria più aerodinamica e un motore – un 5.0 V12 da 610 CV – con nuove testate abbinato a un cambio manuale a cinque marce. Un mostro sexy in grado di raggiungere i 310 km/h di velocità massima.
1970
La Ferrari 512 M debutta ufficialmente l’11 ottobre 1970 alla 1000 km di Zeltweg con il nostro Ignazio Giunti e il belga Jacky Ickx (ritiro). Il 7 novembre i due vincono la 9 ore di Kyalami (gara non valida per il Mondiale).
1971
La 512 M viene abbandonata dalla Ferrari (che preferisce puntare sulla 312 PB che rispetta già il nuovo regolamento in vigore dall’anno seguente) e ceduta a team privati.
Il primo podio iridato arriva il 31 gennaio alla 24 Ore di Daytona grazie al terzo posto dello statunitense Mark Donohue e del britannico David Hobbs mentre il 2 maggio il nostro Arturo Merzario sale sul gradino più alto del podio della Interserie di Imola.
Il 13 giugno la Ferrari 512 M arriva terza alla 24 Ore di Le Mans con la coppia “yankee” formata da Tony Adamowicz e Sam Posey e risale al 25 settembre la seconda piazza al Tour de France con i francesi Jean-Claude Guénard e Jean-Pierre Jabouille e lo spagnolo José Juncadella.
Gli ultimi anni
La 512 M continua a correre (e a vincere) nelle gare minori fino al 1977.
L’articolo Ferrari 512 M: sfortunata al gioco, fortunata in amore proviene da Icon Wheels.
Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento.