Honda NSX: l’auto che mise paura alle sportive europee
L’Honda NSX è una vera e propria icona, al pari della Porsche 911, della Ferrari Testarossa e della Jaguar E-Type.
Nata nel 1990 e sviluppata con il – prezioso – aiuto di Ayrton Senna, la Honda NSX ha messo in crisi le sportive europee con le sue incredibili prestazioni.
Ayrton, che allora correva per il team McLaren-Honda, fece irrigidire l’assetto, mettendo a punto un set-up davvero professionale pensato per mani davvero esperte.
Il suo look è magnifico ancora oggi: dal vivo è bassa, affilata, armoniosa nelle proporzioni. Dettagli come i fari a scomparsa e l’alettone fisso la rendono inconfondibilmente anni ’90, ma allo stesso tempo è invecchiata come il vino: bene.
La meccanica era molto sofisticata: telaio e sospensioni erano in alluminio, così come gran parte delle strutture.
L’impianto frenante era dotato di ABS e c’era il servosterzo elettrico.
Il fiore all’occhiello però era il motore: un V6 3.0 litri aspirato V-TEC con bielle in titanio, pistoni forgiati e fasatura variabile.
La potenza dichiarata era di 270 CV (anche se in realtà superava di parecchio i 300) e il motore girava fino a 8.000 giri.
Era un’auto molto veloce per l’epoca (lo 0 – 100 km/h veniva coperto in 5,3 secondi), molto più delle rivali Ferrari 348 e Porsche 911.
Nel 2000 l’Honda NSX venne aggiornata: gli interni vennero modernizzati e dotati di sedili in pelle, i fari a scomparsa vennero sostituiti con gruppi ottici allo Xeno e infine vennero sostituite anche le sospensioni.
Anche la carrozzeria (e l’aerodinamica) vennero rivisti, e grazie ad un CX migliorato l’auto arrivò a toccare una velocità massima di 280 km/h.
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