Dieselgate: Opel nel mirino della motorizzazione tedesca
Nella mattinata di ieri le sedi di Opel a Russelheim e a Kaiserslautern sono state perquisite da 33 pubblici funzionari coordinati dalla procura di Francoforte. La notizia è arrivata direttamente dal procuratore Nadja Niesen a Handelsblatt, che ha detto:
“Indaghiamo per frode nell’immissione sul mercato di auto diesel con software che manipola i valori sull’emissione dei gas di scarico” .
In realtà si tratta di un’indagine vecchia della motorizzazione tedesca, iniziata già alla fine alla fine del 2015, ma poi rimandata per motivazioni tecniche. A inizio 2018 la BKA ha chiesto nuovi riscontri e ieri si è scatenata la bufera su Opel. E nel pomeriggio è arrivato il doppio colpo. Il Ministero dei trasporti tedesco ha dichiarato che il richiamo ufficiale di circa 100.000 veicoli Opel è prossimo.
Il riferimento è ai modelli Diesel Euro 6 di Insignia, Cascada e Zafira, sospetti di essere dotati di un software truccato per le emissioni dei gas di scarico. Opel ha subito risposto alle accuse facendo sapere con una nota stampa che le sue auto corrispondono ai regolamenti.
”In questo momento non possiamo commentare dettagli riguardanti l’indagine in corso. La società sta collaborando pienamente con le autorità. Opel ribadisce che i suoi veicoli sono conformi alle normative vigenti”.
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