Chi si accontenta (dei cavalli) gode
Capita fin troppo spesso che un amico, un conoscente, uno che per sfortuna viene a sapere quale lavoro faccio, mi venga a chiedere cosa ne penso della “rimappatura della centralina”. “Perché, sai Francesco, ho una VW Golf diesel da 116 CV, ma con la centralina arriverebbe a 130 CV”.
Certo, verrebbe la pena farlo solo per fregare la Casa madre e ottenere più potenza senza dover pagare fior di quattrini; ma alla fine, quei cavalli non vi cambieranno la vita. Per le prime accelerate forse sarete gasati, ma dopo poco tempo l’entusiasmo andrebbe a scemare.
A tutti piacciono le auto potenti, tutti. Anche mia mamma, quando prova le auto che mi passano per le mani, si esalta ad avere 400 CV sotto il piede. Ma quando si passa tanto tempo su auto potenti, ci si accorge che la potenza non basta mai.
La prima volta che sono salito su un’auto potente avevo circa 14 anni: era una Porsche 911 Carrera 3,2, con “soli” 231 CV, ma mi sembravano tantissimi. La spinta del motore, le vibrazioni, il rumore. Mi chiedevo: chissà come saranno i 400 CV della Ferrari 360 Modena?
Ora quattrocento cavalli non mi sembrano poi tanti. O, almeno, non così tanti da procurarmi emozioni in linea retta. Da 600 CV in su le auto cominciano a diventare VERAMENTE veloci, ma più potenza c’è, meglio è. Sono salito anche su una Pagani Huayra BC da 880 CV, a Monza, e per quanto sia – oggettivamente – mostruosa, se ci fossero stati più cavalli, sarebbe stato ancora meglio.
Tutto questo mi è venuto in mente l’altro giorno, sul circuito di Imola, mentre guidavo una Porsche 911 GT3 e una 911 GTS. È pur vero che la pista uccide il senso di velocità, ma è anche vero che per quanto siano auto molto veloci, non hanno una spinta da togliere il fiato. E se il divertimento risiede nella guida e non nella potenza, allora vi divertirete allo stesso modo con una Porsche 718 o con una Lotus. Perché se alla potenza ci si abitua, un buon telaio non smetterà mai di darvi emozioni.
Quindi non perdete tempo a rimappare centraline, perdete tempo a fare buoni assetti.
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