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Renault riacquisisce Alpine
Renault ha ripreso il controllo totale di Alpine riacquisendo le partecipazioni che possedeva la firma britannica Caterham. L’annuncio è arrivato nel pomeriggio di ieri tramite un comunicato stampa ufficiale.Caterham e Renault si associarono nel 2012 per lo sviluppo di auto di gamma sportiva unicamente nella fabbrica Alpine di Dieppe, nel Nord della Francia.Per questo il marchio d’Oltremanica acquisì il 50% di Automobiles Alpine Renault, fino ad allora proprietà della Casa francese al 100%.Con il nuovo accordo Alpine ritorna sotto l’ombrello della Losanga che proseguirà in solitaria il progetto della nuova sportiva Alpine che dovrebbe arrivare sul mercato nel 2016, così almeno era previsto.Caterham, da parte sua, seguirà con lo sviluppo di una sportiva propria e entrambe le compagnie non scartano, comunque, eventuali collaborazioni. Intanto, l’attuale Automobiles Alpine Caterham (denominazione acquisita dopo l’accordo con i britannici) cambierà nome durante questo mese di giugno ritornando al semplice Automobiles Alpine.La marca Alpine fu fondata nel 1955 e sparì come tale nel 1995 dopo aver prodotto circa 30.000 auto e aver preso parte a competizioni come la 24 Ore di le Mans, il rally di Montecarlo o il Campionato del Mondo di Rally.
Il lato oscuro di Louis Renault
Louis Renault ha fondato la Casa automobilistica che ancora oggi porta il suo nome. L’imprenditore francese è stato molto legato alla sua azienda e pur di conservarla ha accettato compromessi – come la collaborazione con i nazisti – che altri uomini d’affari dell’epoca hanno rifiutato. Scopriamo insieme la sua storia.Louis Renault: la biografiaLouis Renault nasce il 12 febbraio 1877 a Parigi (Francia). Ultimo di cinque figli di un agiato commerciante di tessuti, si appassiona da bambino al mondo della meccanica ed è attratto in particolare dai treni.Dopo aver abbandonato la scuola nell’adolescenza per concentrarsi sulle invenzioni, viene assunto dal padre nell’azienda di famiglia come manutentore di macchinari per la produzione di bottoni ma dopo poco tempo lascia la società per lavorare come apprendista da Léon Serpollet, specializzato nella costruzione di veicoli alimentati da un motore a vapore.La prima automobileLouis Renault realizza la sua prima automobile nel 1898: la Voiturette, questo il nome del veicolo, non è altro che un triciclo De Dion-Bouton modificato in modo da accogliere una quarta ruota, un cambio con retromarcia e una trasmissione a cardano.La vettura ottiene un successo incredibile e questo porta, l’anno seguente, alla fondazione della Renault da parte di Louis e dei suoi fratelli maggiori Marcel e Fernand.Motori fatti in casaAll’inizio del XX secolo Louis Renault decide di realizzare anche motori (prima montava propulsori De Dion-Bouton). La sua azienda continua a crescere ma non mancano i problemi: nel 1903 durante una corsa perde la vita il fratello Marcel e nel 1904 – per concentrarsi esclusivamente sulla Renault – vende l’azienda tessile di famiglia.La solitudineNel 1909, in seguito alla morte del fratello Fernand, si ritrova da solo a gestire la società. L’anno seguente si reca negli USA per studiare il metodo produttivo di Henry Ford ma non riesce a concepire, a differenza di altri costruttori dell’epoca, l’idea di un’automobile per tutti. Per Louis i veicoli a quattro ruote devono rimanere oggetti elitari.La Prima Guerra MondialeDurante la Prima Guerra Mondiale Louis Renault – contrario al conflitto – si ritrova costretto dal governo francese a realizzare ambulanze, armi e carri armati. Per quanto riguarda quest’ultima categoria di mezzi è impossibile non citare l’innovativo FT-17, il primo veicolo corazzato dotato di torretta girevole di 360°.Il primo dopoguerraGli anni Venti per Louis sono caratterizzati da due buone notizie – la nascita dell’unico figlio Jean-Louis nel 1920 e la costruzione dello stabilimento sull’Île Seguin – ma anche da numerosi problemi in azienda dovuti alla scelta – tutt’altro che meritocratica – di “piazzare” parenti ai vertici dell’azienda unita al continuo rifiuto di produrre vetture senza preoccuparsi della riduzione dei costi.Gli anni Trenta e QuarantaNonostante i gravi problemi di salute Louis Renault continua a dedicarsi anima e corpo alla sua società e stringe legami un po’ troppo stretti con i regimi fascisti e nazisti. In occasione dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale Louis parte per gli USA con l’obiettivo di trovare soluzioni per velocizzare la produzione di mezzi da destinare all’esercito francese ma al suo ritorno scopre che la sua fabbrica è stata presidiata da truppe della Wehrmacht.Dopo una trattativa con i tedeschi per riprendersi l’azienda, ottiene di poter gestire la produzione e fornisce veicoli all’esercito nazista.Il secondo dopoguerraIn seguito alla liberazione della Francia Louis Renault viene arrestato il 23 settembre 1944 con l’accusa di collaborazionismo. Durante il periodo di carcerazione, trascorso in condizioni di salute precarie, subisce violenze. La sua morte avviene a Parigi il 24 ottobre 1944.
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Dalla Juvaquatre alla Fluence: storia delle compatte Renault sorelle della Mégane
La storia delle compatte Renault non si limita alla Mégane (la cui evoluzione è stata raccontata due anni fa). Dagli anni Trenta la Casa francese ha saputo conquistare i clienti europei con una serie di proposte interessanti. Nel listino attuale troviamo la Fluence Z.E. elettrica, presentata al Salone di Francoforte 2009: nel nostro Paese la variante con la coda della “segmento C” della Régie è disponibile esclusivamente con un motore ad emissioni zero da 95 CV. Scopriamo insieme le sue antenate.Renault Juvaquatre (1937)La Renault Juvaquatre, prima compatta moderna del marchio transalpino, viene presentata al Salone di Parigi del 1937. Disponibile inizialmente solo nella variante a due porte, viene affiancata in seguito da una versione furgonata, da una a quattro porte, da una coupé e da una station wagon.Il motore al lancio è un 1.0 quattro cilindri a benzina da 23 CV mentre la familiare adotta la stessa unità 750 della 4CV. Nel 1956 è invece la volta del propulsore 850 da 26 CV della Dauphine.Renault 4CV (1947)La 4CV del 1947 – svelata a Parigi nel 1946 – è una delle auto più rilevanti della storia Renault, la prima vettura francese ad essere venduta in oltre un milione di esemplari. Disponibile solo a quattro porte (quelle anteriori con apertura controvento), monta un motore (montato posteriormente) da 760 cc e 17 CV.Nel 1948 debuttano le versioni Décapotable (con tetto apribile in tela) e Commerciale (destinata al trasporto merci) e i vetri posteriori scorrevoli e nel 1950 – in concomitanza con l’arrivo del nuovo motore 750 da 18 CV – è la volta dei gruppi ottici posteriori più ampi.Renault Dauphine (1956)L’erede della 4CV, la Renault Dauphine (presentata al Salone di Ginevra del 1956), si differenzia dall’antenata per l’abitabilità migliorata e per il motore – 850 a quattro cilindri da 27 CV (36 per la versione sportiva Gordini, introdotta due anni più tardi) – più vivace.Poco affidabile e piena di problemi riguardanti la ruggine, conquista svariati successi sportivi tra cui il Rally di Monte Carlo del 1958 con Guy Monraisse. Nel 1961 viene svelata la versione lussuosa Ondine e l’anno successivo tocca all’allestimento 1093.Renault 8 (1962)La Renault 8 del 1962 rappresenta un grosso passo in avanti rispetto alla Dauphine: monta un pianale più evoluto impreziosito dalla presenza di ben quattro freni a disco e un motore (sempre posteriore, come la trazione) 1.0 da 44 CV con testata in alluminio.Comoda nei lunghi viaggi ma penalizzata da un bagagliaio anteriore non troppo capiente, ha una gamma che viene ampliata nel 1964 con l’arrivo della Major, dotata di un propulsore 1.1 da 50 CV. Nello stesso anno tocca alla “cattiva” Gordini da 90 CV (capace di vincere per tre volte consecutive, tra il 1964 e il 1966, il Tour de Corse), rimpiazzata nel 1967 da un 1.250 da ben 101 CV. Nel 1968 è la volta della S, con un 1.1 da 60 CV e simile nello stile alla Gordini.Renault 10 (1965)La Renault 10 non è altro che una versione ingrandita della 8, contraddistinta da finiture più curate, da un bagagliaio più ampio e da un motore – 1.1 da 50 CV – più brioso di quello montato dalla 8 “entry-level”. Il restyling del 1967 porta un frontale meno originale mentre la versione Major – introdotta due anni più tardi – ospita sotto il cofano lo stesso 1.3 da 52 CV della sorella maggiore 12.Renault 6 (1968)La 6, nel 1968, rivoluziona il segmento delle compatte Renault: dotata di trazione (e motore) anteriore e costruita sullo stesso pianale della sorella minore 4, offre un elevato livello di versatilità. Il propulsore è un 850 da 38 CV, che viene affiancato nel 1970 dal 1.1 della 8. Il restyling del 1974 porta un frontale più moderno.Renault 14 (1976)Pur essendo nata nel 1976 la Renault 14 sembra un’auto degli anni ’80: merito di un design moderno non molto capito all’epoca. Il motore al lancio è un 1.2 da 58 CV.Nel 1978 debutta la versione TS da 69 CV e nello stesso anno – in concomitanza con un restyling che porta qualche leggera modifica al frontale – arriva un 1.4 da 70 CV, affiancato nel 1982 da un’unità di pari cilindrata da 60 CV.Renault 9 (1981)Con la Renault 9 – compatta a tre volumi svelata al Salone di Francoforte del 1981 e nominata Auto dell’Anno nel 1982 – la Casa francese punta a conquistare il mondo con un modello venduto anche negli USA. Contraddistinta da un design poco originale ma anche da una buona abitabilità e da un bagagliaio ampio, è la prima auto nella storia della Régie a montare il motore in posizione trasversale.La gamma motori al lancio comprende tre unità a benzina: un 1.1 da 48 CV e un 1.4 da 60 e 72 CV. Poco dopo debutta un 1.6 diesel da 55 CV mentre nel 1984 è la volta di un 1.7 a benzina da 82 CV. Il restyling del 1985 porta un frontale rinnovato (con gruppi ottici sdoppiati), la versione Turbo (1.4 da 105 CV) e l’aumento di potenza – da 60 a 68 CV – del 1.4 aspirato “base”.La Renault 9 beneficia di un ulteriore lifting nel 1986 (macherina liscia, paraurti rivisti e plancia ridisegnata): il propulsore 1.2 da 55 CV rimpiazza il 1.1, il 1.7 passa da 82 a 90 CV e la potenza della Turbo sale fino a 115 CV.Renault 11 (1983)La versione con portellone della 9, disponibile a tre e a cinque porte, debutta due anni più tardi rispetto alla sorella con la coda e presenta già i gruppi ottici anteriori sdoppiati. Il design è più originale (nella zona posteriore spicca un ampio lunotto) e la plancia ha uno stile più moderno.I motori della Renault 11 al lancio sono gli stessi della 9: 1.1 da 48 CV e 1.4 da 60 e 72 CV mentre pochi mesi dopo il debutto arriva un 1.7 da 82 CV. Nel 1984 è la volta della 1.6 diesel da 55 CV e della Turbo (1.4 da 105 CV) e risale al 1985 il restyling (mascherina piatta e interni rivisti): motore 1.4 da 68 CV che rimpiazza le precedenti unità da 60 e 72 CV, 1.7 salito a 90 CV e 1.4 Turbo portato a 115 CV.Renault 19 (1988)L’ultima compatta realizzata dalla Régie prima del lancio della Mégane punta tutto sulla qualità e ci riesce talmente bene da risultare alla fine degli anni Ottanta la straniera più venduta in Germania. La gamma motori al lancio di questa vettura, disponibile inizialmente a tre e a cinque porte, comprende tre unità a benzina (1.2 da 55 CV, 1.4 da 80 CV e 1.7 da 90 CV) e un 1.9 diesel da 64 CV.Nel 1989 debutta la versione a tre volumi della Renault 19 – denominata Chamade – e nello stesso anno arriva il 1.7 catalizzato da 93 CV. La sportiva 16V – dotata di un 1.8 da 140 CV – risale al 1990 mentre nel 1991 tocca alla scoperta Cabriolet.Il restyling del 1992 porta un frontale più aggressivo, una coda impreziosita dai gruppi ottici collegati tra loro da un elemento in plastica e parecchie novità ai motori. Entra in listino un 1.9 turbodiesel da 90 CV, i 1.7 vengono rimpiazzati da un 1.8 da 93 e 110 CV e si registrano un paio di cali di potenza dovuti alla presenza della marmitta catalitica: il 1.2 da 60 a 58 CV e la 16V da 140 a 137 CV.
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Renault Mégane 1.2 TCe 132 CV, la prova su strada
Sei anni e non sentirli. La Renault Mégane, recentemente sottoposta ad un restyling (che ha portato un frontale simile a quello della sorella minore Clio), resta una delle compatte migliori in commercio. Le uniche delusioni riscontrate nella nostra prova su strada sono arrivate, curiosamente, proprio dalla componente più moderna della vettura: il motore 1.2 TCe da 132 CV.FunzionalitàChe bisogno c’è di una station wagon quando si ha a che fare con una “segmento C” così spaziosa? Il divano posteriore è talmente largo da poter accogliere senza particolari problemi tre occupanti e in configurazione a cinque posti il bagagliaio (405 litri) è immenso.La Renault Mégane può vantare inoltre finiture estremamente curate (la parte superiore della plancia è realizzata con plastiche morbide ottimamente assemblate) e – nel caso del ricco allestimento GT Line da noi testato – una dotazione di serie completa: autoradio CD MP3 con Bluetooth e presa USB, cerchi in lega da 17”, climatizzatore automatico bizona, cruise control, retrovisori ripiegabili elettricamente e sensori di parcheggio posteriori.Gli amanti della sportività non potranno non apprezzare altre “chicche” come ad esempio i paraurti più aggressivi, le impunture rosse sul volante e sul cambio e l’assetto più rigido rivisto dagli ingegneri di Renault Sport.ComfortLa presenza di sospensioni più dure (specialmente quelle posteriori) sulla Renault Mégane 1.2 TCe GT Line contribuisce ad aumentare il divertimento ma penalizza il comfort sulle sconnessioni. In compenso il propulsore è estremamente silenzioso e l’abitacolo è ben insonorizzato.Le ampie regolazioni del sedile del guidatore consentono (volendo) di ottenere una posizione di seduta estremamente bassa che permette di ridurre il baricentro. I comandi sono facili da gestire, tranne quelli (non troppo intuitivi) del climatizzatore e del cruise control.Piacere di guidaIl motore 1.2 TCe sovralimentato a benzina da 132 CV e 205 Nm di coppia è il vero punto debole della Renault Mégane della nostra prova su strada: carente di brio ai bassi regimi e poco elastico, si risveglia solo intorno ai 2.000 giri. Non mancano, però, le note positive: l’allungo notevole per un turbo e la cilindrata contenuta per risparmiare sull’RC Auto.Anche le prestazioni deludono: 200 km/h di velocità massima e 9,7 secondi da 0 a 100 chilometri orari sono un valore non adeguato ad una compatta da oltre 130 CV. Per trovare il piacere di guida sulla compatta transalpina meglio puntare su altri elementi: sull’impeccabile cambio manuale a sei marce e sullo sterzo leggero nei parcheggi e preciso nella guida sportiva.SicurezzaImpossibile trovare una Renault poco convincente alla voce “sicurezza” e la Mégane non fa eccezione: cinque stelle nei crash test Euro NCAP, airbag frontali, laterali e a tendina, ESP e controllo di trazione. Da non sottovalutare, inoltre, i freni potenti.La tenuta di strada è sempre rassicurante, anche quando si esagera con la velocità. Insomma, stiamo parlando di una vettura in grado di far divertire tutti, anche i guidatori meno esperti. Capitolo visibilità: buona in tutte le direzioni. Solo il lunotto posteriore potrebbe essere più ampio.EconomiaIl prezzo di 23.100 euro della Renault Mégane 1.2 TCe GT Line non è alto per un’auto di questa categoria. I consumi sono buoni, anche se non da record: la scheda tecnica recita 18,5 km/l e non è difficile rimanere sopra quota 15 nella guida di tutti i giorni.
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Renault Clio R.S. 200 EDC Monaco GP, info e foto ufficiali
Renault ha rilasciato foto e informazioni ufficiali relative alla nuova Clio R.S. 200 EDC Monaco GP, serie limitata della compatta del marchio francese svelata recentemente al Salone di Ginevra 2014.Design interno ed esternoNata sulla scia del successo delle serie limitate Laguna Coupè, Mègane Coupè e Mègane RS – concepite per evocare il Gran Premio di Monaco –, la Renault Clio R.S. 200 EDC Monaco GP ha un look molto ricercato.Spiccano lo spoiler posteriore, i cerchi in lega 17” Tibor o Radicale 18”, ma anche il badging “Monaco GP” apposto sulle protezioni inferiori della scocca, che rimarca l’anima corsaiola della vettura. All’interno dell’abitacolo domina il nero e il grigio, intervallati da elementi in Dark Mètal (volante, cambio e non solo).La selleria è sportiva, caratterizzata da rivestimenti in pelle impreziositi da impunture grigie. I tappetini hanno un profilo grigio e ritroviamo il logo “Monaco GP” sulle soglie delle porte numerate.Motore 1.6 da 200 CV e cambio al volanteL’anima della Renault Clio RS 200 EDC Monaco GP è il 1.6 Turbo da 200 CV abbinato alla trasmissione a doppia frizione EDC a sei rapporti messo a punto da Renault Sport.Per i più esigenti è disponibile il sistema di telemetria RS Monitor 2.0, che comprende la funzione RS Replay. Unico nel suo genere, questo dispositivo consente di creare e scaricare circuiti, visualizzare su una cartina e riutilizzare tutti i dati registrati durante una prova su circuito e condividere tutte le informazioni sui social network.La nuova Clio RS 200 EDC Monaco GP sarà commercializzata in Italia a partire dal 1° aprile a 24.950 euro.
Renault Nissan: l’alleanza d’acciaio si rinforza
Nata 15 anni fa, nel 1999, l’alleanza Renault-Nissan è una delle più longeve del panorama automotive. I due marchi, grazie a questa partnership d’acciaio, sono diventati nel tempo il quarto gruppo automobilistico a livello mondiale per volume di vendite – 3,8 milioni lo scorso anno.E squadra che vince non si cambia, anzi, si rinforza. A partire dal primo aprile, infatti, le due firme francese e giapponese intensificheranno la loro collaborazione grazie alla convergenza di quattro settori chiave: Ingegneria, Produzione e Logistica, Acquisti e Risorse Umane.Le quattro funzioni saranno dirette in modo congiunto da Renault e Nissan sotto la responsabilità di un direttore dell’Alleanza di nuova nomina. Per ciascuna direzione sarà inoltre creato un comitato di direzione."Una maggiore integrazione all’interno di queste quattro funzioni chiave si tradurrà in un immediato miglioramento dell’efficacia e della competitività dell’organizzazione, con una taglia critica che ci permetterà di beneficiare di economie di scala supplementari" ha dichiarato Carlos Ghosn, Presidente e Direttore Generale di Renault e Nissan. "Le sinergie che si realizzeranno andranno a beneficio dei nostri clienti, ai quali forniremo veicoli di qualità superiore e ad alto valore d’innovazione".IngegneriaLa convergenza dei due marchi in questo settore si tradurrà con una sinergia legata alle architetture modulari (Common Module Family, CMF) e all’ingegneria dei sistemi e dei componenti elettrici, la simulazione digitale e le prove, l’ingegneria meccanica, la ricerca e la progettazione preliminare – direttore di questo settore sarà Tsuyoshi Yamaguchi.Produzione e logisticaShohei Kimura sarà invece il direttore del dipartimento che si occuperà della produzione e logistica dell’Alleanza e coprirà la strategia industriale globale (incluso l’approvvigionamento), i processi di produzione e la supervisione delle attività di produzione e logistica.Acquisti – RNPO (Renault-Nissan Purchasing Organization)Da sempre al lavoro, insieme, per la ricerca di nuove sinergie, ora le due Case intensificheranno anche questo settore sotto la direzione congiunta di Christian Vandenhende che si occuperà direttamente degli acquisti.Risorse UmaneMarie-Françoise Damesin (direttore Risorse Umane) e Greg Kelly (direttore del Talent Management) indirizzeranno, infine, la politica della gestione del personale.E per concludere sulle ultime nomine, Christian Mardrus sarà nominato direttore Renault-Nissan BV e direttore delegato alla presidenza dell’Alleanza, mentre Carlos Ghosn guiderà il comitato di direzione dell’Alleanza.
Renault: arriva in gamma il nuovo 1.6 dCi Twin Turbo
Renault ha svelato il nuovo motore Diesel Twin Turbo.Si tratta di un quattro cilindri da 1.598 cc che sviluppa 160 CV ed eroga una coppia motrice massima di 380 Nm, valori simili a quelli di un due litri turbo ma con consumi ed emissioni ridotti del 25% rispetto all’attuale 2.0 dCi.Renault lancia, dunque, in gamma questo nuovo propulsore dotato di doppia sovralimentazione. Uno dei due turbo eroga il 90% della coppia già a 1.500 giri, l’altro prende il sopravvento ai regimi più alti per offrire un’accelerazione costante e lineare.Meno attriti con innovazioni derivate dalla Formula 1Questo nuovo motore da 100 CV/litro utilizza innovazioni tecniche derivate dalla Formula 1 come “le fasce elastiche U-Flex (a forma di U) che si adattano alla deformazione del cilindro sotto l’effetto della pressione o l’iniezione common rail che lavora a 1.800 bar.Inizialmente questo nuovo propulsore, che rientrerà nella normativa Euro 6, sarà destinato ai futuri modelli di segmento D della Losanga.