Tutti i consigli per partire in sicurezza con un’auto elettrica

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Guidare un’auto elettrica è un’esperienza totalmente diversa per chi è abituato a viaggiare con un veicolo dalla tradizionale motorizzazione a combustione. In ogni caso, anche se all’inizio può ‘spaventare’ per questioni di abitudine, è molto più semplice di quanto sembra. Le macchine elettriche oggi sono moderne e leggere, in grado di rendere la guida ancora più confortevole. Oltretutto la cosa positiva è che consentono di viaggiare rispettando l’ambiente, senza emettere sostanze nocive.

Guidare un’auto elettrica: i nostri consigli

Come partire con un’auto elettrica, tutto quello che bisogna sapere prima di mettersi al volante:

  • innanzitutto ricordate che non ci sono né il cambio né la frizione, l’esperienza di guida così si semplifica, soprattutto in città e nel traffico. Per azionare l’auto, come avviene per le vetture con cambio automatico, basta selezionare la modalità di guida e lasciare fare tutto al veicolo;
  • la guida silenziosa è un comfort senza eguali, il motore elettrico non produce rumori. La guida è più piacevole e l’ambiente interno rilassante. Un grande vantaggio per il guidatore, ma soprattutto per l’ambiente circostante, si riduce infatti l’inquinamento acustico;
  • la strumentazione è differente, chiaramente le informazioni da tenere sotto controllo cambiano, al posto del contagiri c’è il voltometro o l’indicatore di consumo di energia. È fondamentale monitorare l’autonomia della macchina elettrica e i grafici relativi allo stile di guida, che aiutano a capire i consumi in tempo reale;
  • l’attività di guida in cui si disperde la più alta quantità di energia elettrica è l’accelerazione, quindi è importante imparare ad accelerare in modo graduale, viaggiando poi a una velocità costante;
  • le emissioni sono ridotte rispetto ai tradizionali veicoli a benzina e diesel;
  • guidare un’auto elettrica significa anche non utilizzare il freno con la frequenza con sui siamo abituati ad usarlo con le vetture termiche. Con il sistema di recupero dell’energia cinetica, l’auto rallenta anche solo rilasciando l’acceleratore. Il pedale del freno può quindi essere usato solo per l’arresto finale;
  • riscaldamento e climatizzatore, meglio non abusarne per non ridurre drasticamente l’autonomia della macchina;
  • un consiglio è quello di programmare i viaggi lunghi, per controllare sempre che ci siano delle colonnine di ricarica lungo il tragitto e consentire la ricarica, a seconda dell’autonomia del proprio veicolo. Con un’auto elettrica sarà ovviamente necessario fare alcune soste durante i percorsi più lunghi per ricaricare la batteria. Spesso gli automobilisti a zero emissioni decidono di dividere il loro viaggio in tappe;
  • è fondamentale anche saper programmare i tragitti più brevi e abituali, per cercare di consumare meno energia possibile. La cosa più importante da fare è riuscire a studiare il percorso più conveniente, più lineare. Questo perché le auto elettriche consumano più energia guidando su salite e dislivelli e meno su rettilinei e tragitti uniformi;
  • un vantaggio molto importante da tenere presente è senza dubbio quello di avere il libero accesso ai parcheggi a strisce blu, nelle ZTL e nei centri storici. Si tratta infatti di veicoli dal ridotto impatto ambientale, che consentono di circolare liberamente nelle aree urbane a traffico limitato e zone simili, dove i mezzi a benzina e diesel non possono entrare. Con l’autorizzazione concessa dalle amministrazioni comunali, è possibile non pagare i parcheggi con strisce blu.

La guida al volante di un’auto elettrica è senza dubbio un’esperienza di innovativa, semplice e leggera, che consente di usufruire di molti vantaggi.

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Documenti e pratiche per registrare le variazioni tecniche di un’auto

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Quando si decide di apportare delle variazioni ad alcune delle caratteristiche tecniche di un veicolo, allora è importante sapere come bisogna comportarsi per quanto riguarda permessi, pratiche e documenti specifici. Le modifiche sono quelle che si apportano, ad esempio, all’impianto di alimentazione dell’auto, oppure riguardano la variazione d’uso e molto altro ancora.

Che cosa bisogna fare in caso di variazioni tecniche all’auto?

Una volta effettuata una variazione che riguarda alcune caratteristiche tecniche dell’auto è necessario fare la segnalazione all’Ufficio Provinciale della Motorizzazione Civile (UMC), che provvede ad aggiornare la carta di circolazione del mezzo, una volta effettuato il collaudo (se necessario). L’Ufficio della Motorizzazione Civile deve poi comunicare la variazione effettuata al documento al Pubblico Registro Automobilistico (PRA), che provvederà all’aggiornamento automatico del proprio archivio.

È necessario fare la richiesta anche all’unità territoriale ACI?

Non è obbligatoria, quindi non è necessario e nemmeno prescritto dalla legge, fare la richiesta di aggiornamento della carta di circolazione al PRA. Per quale motivo? Il PRA si occupa dell’aggiornamento d’ufficio del suo archivio dopo ogni comunicazione che arriva dall’Ufficio della Motorizzazione Civile; inoltre il certificato di proprietà cartaceo o il foglio complementare, che viene rilasciato prima che l’utente in oggetto provveda alla variazione tecnica della sua auto, resta sempre valido.

Quali sono i costi da sostenere per questa pratica?

Per l’aggiornamento della carta di circolazione a seguito di variazione tecniche apportate a un veicolo è necessario pagare:

  • 13,50 euro di emolumenti ACI;
  • 32 euro di imposta di bollo per la registrazione al PRA, se come nota di presentazione di usa il certificato di proprietà, diventano invece 48 euro se viene utilizzato il modello NP3C come nota di presentazione).

Non è tutto, se non si effettua la pratica autonomamente ma si decide di affidarla a una delegazione dell’Automobile Club o a uno di studio di consulenza automobilistica, le cosiddette agenzie di pratiche auto, oltre ai costi previsti per legge, è necessario aggiungere, per fare la richiesta, anche la tariffa del servizio di intermediazione, ovviamente in regime di libero mercato.

Come si aggiorna la carta di circolazione del veicolo modificato?

Nel caso in cui il proprietario di un veicolo decide di modificarlo e quindi di apportare dei significativi cambiamenti strutturale all’auto allora, come abbiamo visto, è assolutamente necessario per legge procedere con l’aggiornamento della carta di circolazione, assolutamente obbligatorio.

Si tratta di una procedura che non è di certo semplice e che richiede del tempo. La prima cosa da fare è richiedere al meccanico o al tecnico specializzato che ha apportato le modifiche alla macchina di scrivere una relazione tecnica specifica sui lavori effettuati.

Poi, come abbiamo detto, è necessario fare i versamenti previsti presso gli uffici postali (un consiglio? Non dimenticate di conservare le ricevute che attestano gli avvenuti pagamenti, possono sempre essere utili in caso di controlli). È importante poi recarsi presso il Dipartimenti dei Trasporti Terresti con la scheda tecnica, le ricevute e l’auto, qui i tecnici specializzati potranno fare le loro valutazioni e i test sul veicolo. Una volta superata questa delicata fase di approvazione da parte degli esperti, allora è il momento di procedere con l’aggiornamento della carta di circolazione. Si tratta di una procedura che può essere eseguita in autonomia o anche facendosi supportare da un’agenzia di pratiche auto, pagando chiaramente i costi di intermediazione.

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Auto mild hybrid: tutti i modelli in commercio (e i loro prezzi)

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Le auto mild hybrid stanno conquistando sempre più clienti: le vetture ibride “leggere” stanno gradualmente rimpiazzando i modelli tradizionali benzina e diesel e non è un caso che le tre automobili più vendute in Italia siano già disponibili con questa soluzione.

Le mild hybrid sono ibride meno evolute delle full hybrid: il modulo elettrico abbinato al motore termico gestisce infatti esclusivamente le funzioni di motorino d’avviamento e alternatore. In parole povere i consumi si abbassano ma non tanto quanto sulle “vere” ibride.

Di seguito troverete l’elenco completo di tutte le auto mild hybrid (benzina e diesel) in commercio con i prezzi.

Auto mild hybrid: l’elenco completo con i prezzi

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Audi

  • A3 Sedan 30 TFSI (da 31.900 euro)
  • A3 Sedan 35 TFSI (da 34.050 euro)
  • A3 Sportback 30 TFSI (da 30.600 euro)
  • A3 Sportback 35 TFSI (da 32.750 euro)
  • A4 35 TFSI (da 37.200 euro)
  • A4 40 TFSI (da 44.000 euro)
  • A4 45 TFSI (da 51.500 euro)
  • A4 30 TDI (da 41.000 euro)
  • A4 35 TDI (da 42.950 euro)
  • A4 40 TDI (da 44.600 euro)
  • A4 50 TDI (da 53.150 euro)
  • S4 TDI (da 75.950 euro)
  • A4 Avant 35 TFSI (da 38.800 euro)
  • A4 Avant 40 TFSI (da 45.600 euro)
  • A4 Avant 45 TFSI (da 53.100 euro)
  • A4 Avant 30 TDI (da 42.600 euro)
  • A4 Avant 35 TDI (da 44.550 euro)
  • A4 Avant 40 TDI (da 46.200 euro)
  • A4 Avant 50 TDI (da 54.750 euro)
  • S4 Avant TDI (da 77.550 euro)
  • A4 allroad 45 TFSI (da 55.100 euro)
  • A4 allroad 40 TDI (da 50.800 euro)
  • A4 allroad 50 TDI (da 56.750 euro)
  • A6 40 TFSI (da 54.350 euro)
  • A6 45 TFSI (da 59.150 euro)
  • A6 55 TFSI (da 68.650 euro)
  • A6 35 TDI (da 53.700 euro)
  • A6 40 TDI (da 55.850 euro)
  • A6 45 TDI (da 63.600 euro)
  • A6 50 TDI (da 64.950 euro)
  • S6 TDI (da 82.600 euro)
  • A6 Avant 40 TFSI (da 56.750 euro)
  • A6 Avant 45 TFSI (da 61.550 euro)
  • A6 Avant 55 TFSI (da 71.050 euro)
  • A6 Avant 35 TDI (da 56.100 euro)
  • A6 Avant 40 TDI (da 58.250 euro)
  • A6 Avant 45 TDI (da 66.000 euro)
  • A6 Avant 50 TDI (da 67.350 euro)
  • RS 6 Avant (da 132.450 euro)
  • S6 Avant TDI (da 85.000 euro)
  • A6 allroad 55 TFSI (da 74.650 euro)
  • A6 allroad 40 TDI (da 64.750 euro)
  • A6 allroad 45 TDI (da 69.600 euro)
  • A6 allroad 50 TDI (da 70.950 euro)
  • A6 allroad 55 TDI (da 77.350 euro)
  • A7 Sportback 40 TFSI (da 63.500 euro)
  • A7 Sportback 45 TFSI (da 65.850 euro)
  • A7 Sportback 55 TFSI (da 77.000 euro)
  • RS 7 Sportback (da 138.300 euro)
  • A7 Sportback 40 TDI (da 63.750 euro)
  • A7 Sportback 45 TDI (da 72.250 euro)
  • A7 Sportback 50 TDI (da 74.900 euro)
  • S7 Sportback TDI (da 91.050 euro)
  • A8 60 TFSI (da 120.750 euro)
  • S8 (da 149.650 euro)
  • A8 50 TDI (da 97.750 euro)
  • A5 Sportback 40 TFSI (da 48.100 euro)
  • A5 Sportback 45 TFSI (da 56.500 euro)
  • A5 Sportback 35 TDI (da 49.850 euro)
  • A5 Sportback 40 TDI (da 51.350 euro)
  • A5 Sportback 50 TDI (da 64.550 euro)
  • S5 Sportback TDI (da 82.000 euro)
  • A5 40 TFSI (da 48.100 euro)
  • A5 45 TFSI (da 56.500 euro)
  • A5 35 TDI (da 49.850 euro)
  • A5 40 TDI (da 51.350 euro)
  • A5 50 TDI (da 64.550 euro)
  • S5 TDI (da 82.000 euro)
  • A5 Cabrio 40 TFSI (da 55.100 euro)
  • A5 Cabrio 45 TFSI (da 63.500 euro)
  • A5 Cabrio 40 TDI (da 60.950 euro)
  • A5 Cabrio 35 TDI (da 56.850 euro)
  • Q3 35 TFSI (da 39.050 euro)
  • Q3 Sportback 35 TFSI (da 41.600 euro)
  • Q5 45 TFSI (da 59.500 euro)
  • Q5 35 TDI (da 51.250 euro)
  • Q5 40 TDI (da 53.950 euro)
  • Q5 50 TDI (da 70.950 euro)
  • SQ5 TDI (da 83.500 euro)
  • Q5 Sportback 45 TFSI (da 62.500 euro)
  • Q5 Sportback 35 TDI (da 54.250 euro)
  • Q5 Sportback 40 TDI (da 56.950 euro)
  • Q5 Sportback 50 TDI (da 72.750 euro)
  • SQ5 Sportback TDI (da 86.100 euro)
  • Q7 55 TFSI (da 76,700 euro)
  • Q7 45 TDI (da 72.450 euro)
  • Q7 50 TDI (da 73.200 euro)
  • Q8 55 TFSI (da 80.500 euro)
  • SQ8 (da 112.000 euro)
  • RS Q8 (147.200 euro)
  • Q8 45 TDI (da 77.600 euro)
  • Q8 50 TDI (da 79.550 euro)

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BMW

  • M 340i 48V (70.800 euro)
  • 316d 48V (da 38.650 euro)
  • 318d 48V (da 43.100 euro)
  • 320d 48V (da 44.950 euro)
  • 330d 48V (da 52.300 euro)
  • M 340d 48V (71.100 euro)
  • M 340i 48V Touring (72.650 euro)
  • 316d 48V Touring (da 40.500 euro)
  • 318d 48V Touring (da 44.950 euro)
  • 320d 48V Touring (da 46.800 euro)
  • 330d 48V Touring (da 54.150 euro)
  • M 340d 48V Touring (72.950 euro)
  • 520i 48V (da 55.690 euro)
  • 530i 48V (da 60.040 euro)
  • 540i 48V (da 69.040 euro)
  • M550i 48V (91.650 euro)
  • 518d 48V (da 55.340 euro)
  • 520d 48V (da 58.090 euro)
  • 530d 48V (da 63.440 euro)
  • 540d 48V (da 72.940 euro)
  • 520i 48V Touring (da 58.040 euro)
  • 530i 48V Touring (da 62.390 euro)
  • 540i 48V Touring (da 71.390 euro)
  • 518d 48V Touring (da 57.690 euro)
  • 520d 48V Touring (da 60.440 euro)
  • 530d 48V Touring (da 65.790 euro)
  • 540d 48V Touring (da 75.290 euro)
  • 730d 48V (da 99.750 euro)
  • 740d 48V (da 109.900 euro)
  • M440i 48V (78.600 euro)
  • 420d 48V (da 52.500 euro)
  • 430d 48V (da 58.350 euro)
  • M440d 48V (76.600 euro)
  • M440i 48V Cabrio (87.050 euro)
  • 420d 48V Cabrio (da 61.000 euro)
  • 630i 48V Gran Turismo (da 67.100 euro)
  • 620d 48V Gran Turismo (da 64.200 euro)
  • 63od 48V Gran Turismo (da 70.100 euro)
  • 640d 48V Gran Turismo (da 79.400 euro)
  • 840d 48V (107.900 euro)
  • 840d 48V Cabrio (115.900 euro)
  • 840d 48V Gran Coupé (104.900 euro)
  • X3 sDrive18d 48V (da 48.750 euro)
  • X3 xDrive20d 48V (da 52.450 euro)
  • X3 xDrive30d 48V 249 CV (da 59.350 euro)
  • X3 xDrive30d 48V (da 59.350 euro)
  • X3 xDriveM40d 48V (73.950 euro)
  • X4 xDrive20d 48V (da 57.150 euro)
  • X4 xDrive30d 48V 249 CV (da 64.250 euro)
  • X4 xDrive30d 48V (da 64.250 euro)
  • X4 xDriveM40d 48V (77.350 euro)
  • X5 xDrive40i 48V (da 80.900 euro)
  • X5 xDrive30d 48V (da 75.400 euro)
  • X5 xDrive40d 48V (da 78.300 euro)
  • X6 xDrive40i 48V (da 84.000 euro)
  • X6 xDrive30d 48V (da 81.500 euro)
  • X6 xDrive40d 48V (da 84.000 euro)
  • X7 xDrive40i 48V (98.850 euro)
  • X7 xDrive40d 48V (98.850 euro)

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Fiat

  • 500 Hybrid (da 15.500 euro)
  • 500 C Hybrid (da 18.200 euro)
  • Panda Hybrid (da 13.900 euro)
  • Panda Cross Hybrid (17.100 euro)

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Ford

  • Fiesta Hybrid (da 20.750 euro)
  • Focus 1.0 EcoBoost Hybrid 125 CV (da 25.550 euro)
  • Focus 1.0 EcoBoost Hybrid 155 CV (29.550 euro)
  • Focus SW 1.0 EcoBoost Hybrid 125 CV (da 26.550 euro)
  • Focus SW 1.0 EcoBoost Hybrid 155 CV (30.550 euro)
  • Puma 1.0 EcoBoost Hybrid 125 CV (da 25.250 euro)
  • Puma 1.0 EcoBoost Hybrid 155 CV (da 29.750 euro)
  • Kuga 2.0 EcoBlue Hybrid (da 30.800 euro)

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Hyundai

  • i20 1.0 T-GDI 48V (da 19.250 euro)
  • i30 1.0 T-GDI 48V (da 26.200 euro)
  • i30 1.5 T-GDI 48V (da 28.850 euro)
  • i30 1.6 CRDi 48V (da 29.700 euro)
  • i30 Wagon 1.0 T-GDI 48V (da 27.200 euro)
  • i30 Wagon 1.0 T-GDI 48V (29.850 euro)
  • i30 Wagon 1.6 CRDi 48V (da 30.700 euro)
  • Kona 1.0 T-GDI Hybrid 48V (da 23.350 euro)
  • Kona 1.6 CRDI 48V (da 25.150 euro)
  • Tucson 1.6 T-GDI 48V (da 29.400 euro)
  • Tucson 1.6 CRDI 48V (da 36.600 euro)

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Jaguar

  • XE 2.0 D (da 46.470 euro)
  • XF 2.0 D (da 55.200 euro)
  • XF Sportbrake 2.0 D (da 58.360 euro)
  • E-Pace 1.5 I3 (da 40.150 euro)
  • E-Pace 2.0 I4 200 CV (da 45.500 euro)
  • E-Pace 2.0 I4 249 CV (da 49.700 euro)
  • E-Pace 2.0 I4 300 CV (66.700 euro)
  • E-Pace 2.0D I4 163 CV (da 47.850 euro)
  • E-Pace 2.0D I4 204 CV (da 48.950 euro)
  • F-Pace 3.0 (da 73.150 euro)
  • F-Pace 2.0 D 163 CV (da 56.280 euro)
  • F-Pace 2.0 D 204 CV (da 59.230 euro)
  • F-Pace 3.0 D (da 68.200 euro)

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Kia

  • Rio 1.0 T-GDi 100 CV MHEV (da 18.000 euro)
  • Rio 1.0 T-GDi 120 CV MHEV (da 19.750 euro)
  • Ceed 1.0 T-GDi MHEV (25.800 euro)
  • Ceed 1.5 T-GDi MHEV (29.050 euro)
  • Ceed 1.6 CRDi MHEV (da 27.300 euro)
  • Ceed SW 1.5 T-GDi MHEV (28.300 euro)
  • Ceed SW 1.6 CRDi MHEV (da 28.300 euro)
  • ProCeed 1.5 T-GDI MHEV (da 31.050 euro)
  • Stonic 1.0 T-GDi 100 CV MHEV (da 21.000 euro)
  • Stonic 1.0 T-GDi 120 CV MHEV (da 22.750 euro)
  • XCeed 1.5 T-GDi MHEV (da 27.300 euro)
  • XCeed 1.6 CRDi MHEV (da 28.300 euro)
  • Sportage 1.6 CRDI Mild Hybrid (da 29.000 euro)

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Lancia

  • Ypsilon Hybrid (da 15.100 euro)

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Land Rover

  • Defender 90 3.0 I6 (da 67.800 euro)
  • Defender 90 3.0D I6 200 CV (da 54.200 euro)
  • Defender 90 3.0D I6 250 CV (da 59.200 euro)
  • Defender 90 3.0D I6 300 CV (da 64.900 euro)
  • Defender 110 3.0 I6 (da 71.100 euro)
  • Defender 110 3.0D I6 200 CV (da 57.400 euro)
  • Defender 110 3.0D I6 250 CV (da 62.500 euro)
  • Defender 110 3.0 D I6 300 CV (da 68.100 euro)
  • Discovery Sport 2.0 Si4 200 CV (da 45.810 euro)
  • Discovery Sport 2.0 Si4 249 CV (da 50.110 euro)
  • Discovery Sport 2.0 Si4 290 CV (64.360 euro)
  • Discovery Sport 2.0 TD4 163 CV (da 44.610 euro)
  • Discovery Sport 2.0 TD4 204 CV (da 47.550 euro)
  • Discovery 2.0 I4 (da 63.500 euro)
  • Discovery 3.0 I6 (da 69.700 euro)
  • Discovery 3.0D I6 249 CV (da 64.600 euro)
  • Discovery 3.0D I6 300 CV (da 69.700 euro)
  • Range Rover Evoque 1.5 I3 (da 40.900 euro)
  • Range Rover Evoque 2.0 I4 200 CV (da 46.850 euro)
  • Range Rover Evoque 2.0 I4 249 CV (da 51.200 euro)
  • Range Rover Evoque 2.0 I4 300 CV (da 55.850 euro)
  • Range Rover Evoque 2.0D I4 163 CV (da 45.750 euro)
  • Range Rover Evoque 2.0D I4 204 CV (da 49.550 euro)
  • Range Rover Velar 3.0 I6 (da 73.000 euro)
  • Range Rover Velar 2.0D I4 (da 61.990 euro)
  • Range Rover Velar 3.0D I6 (da 70.700 euro)
  • Range Rover Sport 3.0 I6 (da 92.600 euro)
  • Range Rover Sport 3.0 D I6 249 CV (da 75.500 euro)
  • Range Rover Sport 3.0 D I6 300 CV (da 84.500 euro)
  • Range Rover Sport 3.0 D I6 350 CV (da 101.200 euro)
  • Range Rover 3.0 I6 (da 117.200 euro)
  • Range Rover 3.0 D I6 (da 111.000 euro)
  • Range Rover 3.0 D I6 350 CV (da 125.900 euro)

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Maserati

  • Ghibli MHEV (da 74.145 euro)

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Mazda

  • Mazda2 1.5 75 CV (18.300 euro)
  • Mazda2 1.5 90 CV (da 18.300 euro)
  • Mazda3 4p. 2.0 122 CV (26.800 euro)
  • Mazda3 4p. 2.0 150 CV (29.150 euro)
  • Mazda3 4p. 2.0 186 CV (33.500 euro)
  • Mazda3 2.0 122 CV (da 24.100 euro)
  • Mazda3 2.0 150 CV (da 25.100 euro)
  • Mazda3 2.0 186 CV (da 29.000 euro)
  • CX-30 2.0 122 CV (da 24.950 euro)
  • CX-30 2.0 150 CV (da 25.950 euro)
  • CX-30 2.0 186 CV (da 29.550 euro)

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Mercedes

  • C 200 (da 50.990 euro)
  • C 220 d (da 51.234 euro)
  • C 300 d (da 55.960 euro)
  • C 200 EQ-Boost Coupé (da 49.479 euro)
  • C 200 EQ-Boost Cabrio (da 58.721 euro)
  • E 200 EQ-Boost (da 56.282 euro)
  • E 450 EQ-Boost (da 70.636 euro)
  • E 300 d EQ-Boost (da 64.963 euro)
  • E 200 S.W. EQ-Boost (da 58.527 euro)
  • E 450 S.W. EQ-Boost (da 72.881 euro)
  • E 300 d S.W. EQ-Boost (da 67.208 euro)
  • E 200 EQ-Boost Coupé (da 59.227 euro)
  • E 350 EQ-Boost Coupé (da 70.516 euro)
  • E 450 EQ-Boost Coupé (da 71.488 euro)
  • E 300 d EQ-Boost Coupé (da 67.925 euro)
  • E 200 EQ-Boost Cabrio (da 66.065 euro)
  • E 53 AMG EQ-Boost Cabrio (98.741 euro)
  • E 300 d EQ-Boost Cabrio (da 74.753 euro)
  • S 450 EQ-Boost (da 121.861 euro)
  • S 500 EQ-Boost (da 130.548 euro)
  • CLS 450 EQ-Boost (da 93.237 euro)
  • CLS 53 AMG EQ-Boost (115.146 euro)
  • CLS 300 d EQ-Boost (da 86.660 euro)
  • GT Coupé 4 43 AMG EQ-Boost (103.870 euro)
  • GT Coupé 4 53 AMG EQ-Boost (123.510 euro)
  • GLC 200 EQ-Boost (da 50.439 euro)
  • GLC 300 EQ-Boost (da 59.658 euro)
  • GLC Coupé 200 EQ-Boost (da 55.042 euro)
  • GLC Coupé 300 EQ-Boost (da 64.262 euro)
  • GLE 450 EQ-Boost (da 80.072 euro)
  • GLE 53 AMG EQ-Boost (94.480 euro)
  • GLE 63 AMG EQ-Boost (145.635 euro)
  • GLE Coupé 53 AMG EQ-Boost (da 108.913 euro)
  • GLE Coupé 63 AMG EQ-Boost (171.450 euro)
  • GLS 580 EQ-Boost (122.990 euro)
  • GLS Maybach (169.500 euro)
  • GLS 63 AMG EQ-Boost (165.600 euro)

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Nissan

  • Qashqai MHEV 140 CV (33.870 euro)
  • Qashqai MHEV 158 CV (37.270 euro)

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Renault

  • Arkana TCe (da 30.350 euro)

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Seat

  • Leon 1.0 eTSI (da 25.650 euro)
  • Leon 1.5 eTSI (da 28.500 euro)
  • Leon Sportstourer 1.0 eTSI (da 26.400 euro)
  • Leon Sportstourer 1.5 eTSI (da 29.150 euro)

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Skoda

  • Octavia 1.0 e-TEC (da 26.550 euro)
  • Octavia 1.5 e-TEC (da 29.250 euro)
  • Octavia Wagon 1.0 e-TEC (da 27.600 euro)
  • Octavia Wagon 1.5 e-TEC (da 30.300 euro)

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Subaru

  • Impreza 2.0 MHEV (da 32.500 euro)
  • XV 2.0i MHEV (da 33.600 euro)
  • Forester (da 35.500 euro)

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Suzuki

  • Swift 1.2 (da 17.490 euro)
  • Swift Sport (24.050 euro)
  • Ignis (da 17.200 euro)
  • Vitara (da 24.400 euro)
  • S-Cross (da 23.600 euro)

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Volkswagen

  • Golf 1.0 eTSI (28.800 euro)
  • Golf 1.5 eTSI 130 CV (da 30.150 euro)
  • Golf 1.5 eTSI 150 CV (33.200 euro)
  • Golf Variant 1.0 eTSI (29.750 euro)
  • Golf Variant 1.5 eTSI (da 31.100 euro)
  • Golf Variant 1.5 eTSI 150 CV (34.150 euro)

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Volvo

  • S60 B3 (da 41.250 euro)
  • S60 B4 (da 43.650 euro)
  • S60 B5 (da 49.200 euro)
  • V60 B3 (da 41.450 euro)
  • V60 B4 (da 45.900 euro)
  • V60 B5 (da 51.450 euro)
  • V60 B4 (d) (da 44.450 euro)
  • V60 Cross Country B5 (da 53.300 euro)
  • V60 Cross Country B4 (d) (da 50.850 euro)
  • S90 B4 (da 51.000 euro)
  • S90 B5 (d) (da 61.950 euro)
  • V90 B4 (da 55.000 euro)
  • V90 B4 (d) (da 56.800 euro)
  • V90 B5 (d) (da 65.950 euro)
  • V90 Cross Country B5 (da 64.550 euro)
  • V90 Cross Country B4 (d) (da 64.600 euro)
  • V90 Cross Country B5 (d) (da 68.650 euro)
  • XC40 B4 (da 43.050 euro)
  • XC40 B5 (da 50.750 euro)
  • XC60 B4 (da 48.900 euro)
  • XC60 B5 (da 57.450 euro)
  • XC60 B4 (d) (da 50.250 euro)
  • XC60 B5 (d) (da 58.600 euro)
  • XC90 B5 (da 70.400 euro)
  • XC90 B6 (da 80.750 euro)
  • XC90 B5 (d) (da 69.950 euro)

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Fonte:

La nuova immagine di Peugeot, spiegata dal suo Direttore Generale

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La nuova brand identity di Peugeot


È stata presentata, al Meet di Milano, la nuova immagine del marchio Peugeot. Il logo della Casa del Leone si evolve, attingendo alla propria storia ma proiettandosi fortemente verso il futuro, assumendo un’immagine bidimensionale, ideale per il mondo digitale in cui viviamo, ma anche espressione della storia del brand automobilistico più longevo al mondo.

La Casa francese punta tutto su elettrificazione, digitalizzazione senza mai perdere di vista la guida autonoma.

“Siamo orgogliosi di raccontare qui al Meet, centro internazionale di cultura digitale nel cuore di Milano – ha dichiarato Salvatore Internullo, Direttore Generale di Peugeot – l’innovazione e l’evoluzione del brand Peugeot, perfetta espressione di un profondo cambiamento in atto nel mondo e sul quale la nostra Casa ha da tempo scommesso.

Profondi cambiamenti che abbracciano un nuovo modo di concepire la mobilità e che Peugeot ha già da tempo fatto vedere con prodotti reali, concreti. Oggi il rinnovamento dell’immagine di marca rappresenta il completamento di una promessa concreta per un brand in forte crescita che fonda le sue radici nella storia ma che è proiettato nel futuro grazie all’elettrificazione, alla profonda digitalizzazione.

C’è sempre maggiore consapevolezza che le nostre azioni debbono essere ecosostenibili. Questo porterà ad avere un’auto su due in Europa elettrificata entro il 2030. In tale contesto, il brand assume una importanza ancora maggiore e la Casa del Leone ha messo in atto un profondo rinnovamento della propria immagine che parte dal logo.

Un emblema che prende spunto dal glorioso passato ma che si proietta nel futuro digitale come promessa concreta di una customer experience di livello superiore”.

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Honda Jazz Crosstar Hybrid: l’ibrido che non c’era

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Articolo sponsorizzato da Honda

La Honda Jazz Crosstar Hybrid – nome completo Honda Jazz 1.5 Hev Crosstar Executive eCVT – è la variante più esclusiva della piccola giapponese, diventata solo ibrida (o meglio, Full Hybrid) con la quarta generazione.

Di seguito analizzeremo nel dettaglio la versatile “segmento B” nipponica, una vettura completa in grado di offrire un mare di spazio, consumi da record – oltre 25 km/l – e tanta tecnologia (soprattutto per quanto riguarda la sicurezza).

Crosstar: design e funzionalità

L’allestimento Crosstar della Honda Jazz – rivolto a chi cerca lo stile sportivo – strizza l’occhio al mondo dei SUV. Nel look (griglia anteriore ridisegnata, mancorrenti integrati sul tetto e tocchi neri per i paraurti – rivisti – e per le protezioni laterali) e nei contenuti: gli amanti dello stile di vita avventuroso non potranno non apprezzare l’altezza dal suolo maggiorata e i tessuti interni impermeabili.

Per quanto riguarda la praticità la Honda Jazz è sempre stata una delle piccole più versatili in circolazione e la quarta serie Full Hybrid non fa eccezione: anche lei, come le antenate, monta gli utilissimi Sedili posteriori Magici che consentono di alzare la seduta per caricare oggetti alti dietro i posti anteriori.

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L’ibrida potente, silenziosa ed efficiente

Avete presente le auto Full Hybrid classiche? Quelle con un motore a benzina supportato da un’unità elettrica? Dimenticatele. La nuova Honda Jazz adotta la tecnologia e:HEV introdotta per la prima volta sulla CR-V e:HEV: una soluzione innovativa e originale che riduce le emissioni e i consumi di carburante aumentando l’efficienza.

Riassumendo si potrebbe dire che la Jazz viaggia prevalentemente a emissioni zero, con il propulsore termico tradizionale che alimenta quello elettrico e che si collega alle ruote solo alle alte velocità. Entrando più nel dettaglio sotto il cofano troviamo un motore 1.5 a benzina da 98 CV abbinato a due unità elettriche in grado di generare una potenza massima di 109 CV, a una batteria agli ioni di litio e a una trasmissione a rapporto fisso.

Le tre modalità di guida vengono gestite direttamente dal sistema Full Hybrid Honda a seconda della situazione: in EV Drive la batteria alimenta il motore elettrico e in fase di decelerazione accumula energia attraverso la frenata rigenerativa, in Hybrid Drive il 1.5 alimenta il generatore elettrico (che a sua volta fornisce energia all’unità a magneti permanenti) con l’energia eccedente che può essere sfruttata per alimentare gli accumulatori mentre in Engine Drive – che si attiva generalmente quando si viaggia a velocità di crociera in autostrada – tocca al propulsore termico occuparsi della trasmissione del moto alle ruote.

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Sicurezza al top

La ricca dotazione di sicurezza della Honda Jazz Crosstar comprende dispositivi di assistenza alla guida rari da trovare in questo segmento, tutti racchiusi nel pacchetto Honda Sensing. La piccola Full Hybrid giapponese offre infatti “chicche” come il sistema di frenata a riduzione di impatto (che in caso di possibile collisione avvisa il guidatore riducendo al contempo la velocità e attiva i freni se i veicoli provenienti in senso contrario tagliano la strada o si immettono sulla traiettoria), il sistema di abbandono della carreggiata, il sistema di mantenimento della corsia, il limitatore intelligente di velocità e il cruise control adattivo.

Il tutto impreziosito da una sicurezza passiva al top: ben dieci airbag (record nella categoria) tra cui l’airbag centrale anteriore che ha il compito di ridurre l’impatto tra gli occupanti dei sedili davanti in caso di incidente.

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Connettività e infotainment all’avanguardia

A bordo della Honda Jazz Crosstar non mancano i sistemi di infotainment di ultima generazione. Qualche esempio? La radio DAB e – soprattutto – un touchscreen da 9” con navigazione in stile smartphone con Android Auto e Apple CarPlay.

Connettività ai massimi livelli grazie all’app My Honda+ – che permette, ad esempio, di bloccare o sbloccare l’auto da remoto e di inviare le destinazioni al sistema di navigazione – e al sistema Honda Personal Assistant ad apprendimento automatico grazie al quale – attraverso semplici comandi vocali – è possibile controllare il meteo, trovare la musica preferita o scegliere un ristorante.

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MotoGP 2021 – GP Francia a Le Mans: ancora una festa Ducati con Miller e Zarco

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Credits: JEAN-FRANCOIS MONIER/AFP via Getty Images

Ducati ancora in festa nella MotoGP 2021: nel GP di Francia a Le Mans – corsa pazzesca iniziata con le nuvole nel cielo, proseguita con la pioggia e terminata con il sole – la Casa di Borgo Panigale ha portato a casa un’altra doppietta grazie a Jack Miller (al secondo successo consecutivo) e a Johann Zarco.

MotoGP of France – Qualifying

Credits: Mirco Lazzari gp/Getty Images

MOTO-FRA-PRIX-MOTOGP

Credits: JEAN-FRANCOIS MONIER/AFP via Getty Images

MotoGP of France – Practice

Credits: Steve Wobser/Getty Images

MotoGP of France – Qualifying

Credits: Steve Wobser/Getty Images

MotoGP of Spain – Race

Credits: Steve Wobser/Getty Images

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Fabio Quartararo con la Yamaha ha invece riconquistato la vetta del Motomondiale grazie al terzo posto nella gara francese.

MotoGP 2021 – GP Francia: le pagelle

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10
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Jack Miller (Ducati)

Jack Miller è stato il re di Le Mans: partito alla grandissima, nei primi giri è stato protagonista di un duello incredibile (vinto) contro Quartararo. Finito nella ghiaia al quinto giro a causa della pista bagnata, è rientrato ai box per cambiare moto ma avendo superato il limite di velocità ha dovuto scontare due long lap penalty di penalità.

Nonostante questo il pilota australiano è riuscito a passare Quartararo e con la pista asciutta è stato in grado di mantenere un buon ritmo e di conservare il primato.

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9
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Johann Zarco (Ducati)

Il secondo posto di Johann Zarco è arrivato grazie all’ottima scelta delle gomme (due medie) che ha permesso al centauro transalpino – capace di portare a casa tre secondi posti nelle prime cinque gare della MotoGP 2021 – di andare fortissimo nella seconda parte del GP di Francia.

Entrato in zona podio alla quindicesima tornata grazie al sorpasso ai danni di Nakagami, ha soffiato la seconda posizione a Quartararo sette giri dopo. Ha anche tentato di raggiungere Miller, senza riuscirci.

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8
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Fabio Quartararo (Yamaha)

Fabio Quartararo – al terzo podio nei primi cinque appuntamenti del Motomondiale – è il nuovo leader della MotoGP 2021.

Dopo la pole position di ieri e una prestazione fenomenale oggi sul bagnato non è riuscito a essere rapido quanto Miller. Curiosa la penalità rimediata (un long lap penalty) per aver sbagliato box al momento del cambio moto.

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5
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Pol Espargaró (Honda)

Partito ottavo, arrivato ottavo. Nel mezzo una gara nella media iniziata con una manovra criminale (è rientrato in traiettoria senza accorgersi degli altri piloti) che ha rovinato il GP di Francia di Rossi e, soprattutto, di Morbidelli.

Nonostante questo Pol Espargaró non è stato penalizzato a differenza di Quartararo, “colpevole” di essere entrato nel box del compagno Viñales.

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Ducati

Era dal 2018 che la Ducati non vinceva due gare di seguito in MotoGP.

Le rosse di Borgo Panigale hanno conquistato un’altra doppietta nel GP di Francia a Le Mans e hanno tutte le carte in regola per brillare anche al Mugello fra due settimane.

MotoGP 2021 – I risultati del GP di Francia

Prove libere 1

1 Jack Miller (Ducati) 1:38.007
2 Johann Zarco (Ducati) 1:39.488
3 Joan Mir (Suzuki) 1:40.069
4 Pol Espargaró (Honda) 1:40.115
5 Marc Márquez (Honda) 1:40.121

Prove libere 2

1 Johann Zarco (Ducati) 1:31.747
2 Fabio Quartararo (Yamaha) 1:31.842
3 Maverick Viñales (Yamaha) 1:32.136
4 Pol Espargaró (Honda) 1:32.137
5 Franco Morbidelli (Yamaha) 1:32.279

Prove libere 3

1 Marc Márquez (Honda) 1:40.736
2 Lorenzo Savadori (Aprilia) 1:41.349
3 Francesco Bagnaia (Ducati) 1:41.452
4 Miguel Oliveira (KTM) 1:41.457
5 Pol Espargaró (Honda) 1:41.671

Prove libere 4

1 Fabio Quartararo (Yamaha) 1:32.857
2 Álex Rins (Suzuki) 1:32.864
3 Franco Morbidelli (Yamaha) 1:32.872
4 Pol Espargaró (Honda) 1:32.904
5 Marc Márquez (Honda) 1:33.004

Qualifiche

1 Fabio Quartararo (Yamaha) 1:32.600
2 Maverick Viñales (Yamaha) 1:32.681
3 Jack Miller (Ducati) 1:32.704
4 Franco Morbidelli (Yamaha) 1:32.766
5 Johann Zarco (Ducati) 1:32.877

Warm up

1 Danilo Petrucci (KTM) 1:44.515
2 Jack Miller (Ducati) 1:44.794
3 Miguel Oliveira (KTM) 1:45.048
4 Francesco Bagnaia (Ducati) 1:45.105
5 Joan Mir (Suzuki) 1:45.369

Le classifiche
La classifica del GP di Francia 2021
Jack Miller (Ducati) 47:25.473
Johann Zarco (Ducati) + 4,0 s
Fabio Quartararo (Yamaha) + 14,5 s
Francesco Bagnaia (Ducati) + 16,2 s
Danilo Petrucci (KTM) + 21,4 s
Classifica Mondiale Piloti
Fabio Quartararo (Yamaha) 80 punti
Francesco Bagnaia (Ducati) 79 punti
Johann Zarco (Ducati) 68 punti
Jack Miller (Ducati) 64 punti
Maverick Viñales (Yamaha) 56 punti

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Il GP di FranciaLe Mans – quinta tappa della MotoGP 2021 – sarà trasmesso in diretta su Sky e DAZN e in differita su TV8 (di seguito troverete gli orari TV).

Nella corsa transalpina assisteremo molto probabilmente all’ennesimo duello Ducati/Yamaha ma la pioggia prevista per il weekend potrebbe scombussolare la gara.

MotoGP 2021 – GP Francia: cosa aspettarsi

Il circuito di Le Mans – sede del GP di Francia – è un tracciato tecnico molto impegnativo per i freni. Una pista amatissima dai centauri spagnoli, capaci di portare a casa otto successi consecutivi tra il 2012 e il 2019.

Di seguito troverete il calendario del GP di Francia, gli orari TV su Sky, DAZNTV8 e il nostro pronostico.

 

MotoGP 2021 – Le Mans, il calendario e gli orari TV su Sky, DAZN e TV8
Venerdì 14 maggio 2021
09:00-09:40 Moto3 – Prove libere 1 (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN)
09:55-10:40 MotoGP – Prove libere 1 (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN)
10:55-11:35 Moto2 – Prove libere 1 (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN)
13:15-13:55 Moto3 – Prove libere 2 (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN)
14:10-14:55 MotoGP – Prove libere 2 (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN)
15:10-15:50 Moto2 – Prove libere 2 (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN)
Sabato 15 maggio 2021
09:00-09:40 Moto3 – Prove libere 3 (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN)
09:55-10:40 MotoGP – Prove libere 3 (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN)
10:55-11:35 Moto2 – Prove libere 3 (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN)
12:35-13:15 Moto3 – Qualifiche (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN)
13:30-14:00 MotoGP – Prove libere 4 (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN)
14:10-14:50 MotoGP – Qualifiche (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN)
15:10-15:50 Moto2 – Qualifiche (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN)
Domenica 16 maggio 2021
08:20-08:40 Moto3 – Warm-up (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN)
08:50-09:10 Moto2 – Warm-up (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN)
09:20-09:40 MotoGP – Warm-up (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN)
11:00 Moto3 – Gara (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN, differita alle 14:00 su TV8)
12:20 Moto2 – Gara (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN, differita alle 15:15 su TV8)
14:00 MotoGP – Gara (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN, differita alle 17:00 su TV8)

MotoGP – I numeri del GP di Francia
LUNGHEZZA CIRCUITO 4,2 km
GIRI 27
RECORD IN PROVA Johann Zarco (KTM) – 1’31″185 – 2018
RECORD GARA Maverick Viñales (Yamaha) – 1’32″309 – 2017

MotoGP – Il pronostico del GP di Francia 2021

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1° Maverick Viñales (Yamaha)

I precedenti di Maverick Viñales nel GP di Francia? Una vittoria e un terzo posto.

Dopo l’exploit nell’esordio stagionale in Qatar il centauro spagnolo ha deluso. C’è bisogno di una svolta.

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2° Jack Miller (Ducati)

Il successo in Spagna ha risollevato il morale di Jack Miller. Ora, però, c’è bisogno di continuità.

Non sarà facile visto lo scarso feeling del pilota australiano a Le Mans: mai sul podio nel GP di Francia e con due quarti posti come migliori risultati.

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3° Johann Zarco (Ducati)

Johann Zarco deve riprendersi dal periodo buio e tornare a brillare come a Losail.

Nella corsa di casa può vantare un secondo posto nel 2017.

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Da tenere d’occhio: Pol Espargaró (Honda)

Pol Espargaró si aspettava di più da questo inizio di stagione.

Va detto, però, che finora nella MotoGP 2021 il centauro iberico ha sempre corso su piste poco amate. Stavolta sarà diverso: a Le Mans lo scorso anno è arrivato terzo.

 

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La moto da seguire: Yamaha

La Yamaha non sale sul gradino più alto del podio del GP di Francia dal 2017 ma la Casa dei tre diapason è in un eccellente stato di forma.

Nei primi quattro appuntamenti stagionali della MotoGP 2021 il marchio giapponese ha conquistato tre vittorie.

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Cosa succede se il Telepass non funziona?

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Il sistema Telepass è stato realizzato per ridurre le code che si formano ai caselli autostradali e quindi velocizzare i tempi, utile soprattutto per chi viaggia spesso in autostrada, per lavoro, per interessi personali o per divertimento.

Si tratta infatti di uno dei migliori alleati degli automobilisti abituati a viaggiare per molti chilometri ogni anno sulla rete autostradale italiana. Permette agli utilizzatori di eliminare i tempi in cui si rimane fermi al casello per attendere il proprio turno, ritirare il biglietto e pagare il pedaggio manualmente, una volta usciti dall’autostrada.

Il Telepass chiaramente rende il passaggio al casello autostradale più rapido e semplice rende minimo il rischio che si formino delle insopportabili code.

Il Telepass non funziona: cosa bisogna fare

Purtroppo può accadere che il sistema Telepass non funzioni; può succedere sia in entrata che in uscita dall’autostrada. L’apparecchio che si trova al casello purtroppo potrebbe non riuscire a rilevare la presenza della tessera magnetica che si trova all’interno del dispositivo Telepass che teniamo in auto; in questo caso chiaramente la sbarra non si alza.

Niente panico, è ovvio che di primo acchito uno si domanda come poter risolvere la situazione. C’è chi va in agitazione, chi è particolarmente frettoloso perché deve raggiungere la sua meta; l’istinto è quello di fare retromarcia e infilarsi in un’altra corsia per il Telepass.

Attenzione: raccomandiamo di evitare assolutamente qualsiasi manovra di questo tipo, potrebbe essere davvero molto pericolosa in una situazione del genere. Il nostro consiglio è senza alcun dubbio quello di cercare di mantenere la calma nonostante sicuramente dovrete sopportare le proteste degli altri automobilisti che sono in coda dietro di voi. Quello che dovete fare è premere il pulsante rosso che si trova sulla colonnina per far partire l’allarme; questo serve per attivare la comunicazione con un operatore e poter segnalare il problema.

Sarà l’operatore ad attivare la sbarra, alzandola e registrando il vostro passaggio, per poter pagare il pedaggio. È necessario poi rivolgersi ad un Punto Blu (che si trova in alcuni caselli lungo l’autostrada o in città) per poter versare la somma dovuta.

Quali sono i motivi per cui il Telepass potrebbe non funzionare

In genere il Telepass può non funzionare per cause differenti, il problema principale in genere è legato alla batteria del dispositivo che col passare del tempo potrebbe scaricarsi. Questo è il motivo per cui bisognerebbe sostituire l’apparecchio, in genere ogni 4 o 5 anni.

Ci sono dei segnali a cui prestare attenzione per evitare di trovarsi davanti alla sbarra del casello autostradale che non si alza. Innanzitutto, quando il suono che viene emesso dal dispositivo al passaggio del casello inizia ad essere più debole, allora significa che la batteria sta per esaurirsi. Nel manuale di istruzioni che viene consegnato all’utente quando acquista l’apparecchio, c’è scritto infatti che la batteria andrebbe cambiata ogni quattro anni.

Potrebbe però esserci un problema anche localizzato all’impianto stesso del casello, caso in cui deve essere ovviamente l’operatore chiamato con il pulsante rosso d’allarme a controllare; il pagamento viene addebitato attraverso la targa dell’auto. Se il Telepass non funziona in uscita dall’autostrada, come abbiamo visto, il versamento del pedaggio deve essere effettuato presso un Punto Blu, con la richiesta di cancellazione del passaggio in ingresso rilevato.

Se il Telepass dovesse essere difettoso sin dal primo utilizzo, allora è necessario procedere con la sostituzione. Scopri qui come funziona e come richiederlo.

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Che cos’è l’autovelox invisibile e possibilità di individuarlo

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Si chiamano Scout Speed e sono distribuiti in Italia, principalmente concentrati al nord. Si tratta dell’ultimissima generazione di rilevatori della velocità dell’auto, quelli che possiamo chiamare autovelox invisibili, che funzionano anche quando la macchina di servizio su cui vengono installati è in movimento.

Sono tra gli strumenti più temuti dagli automobilisti, insieme a ogni tipologia di rilevatore della velocità (come autovelox classici – fissi e non – e tutor), infatti si tratta degli unici controlli della velocità che per legge (nonostante alcuni giudici l’abbiano messa in dubbio) potrebbero anche non essere presegnalati e visibili, al contrario di ogni altra tipologia di sistema.

La prima generazione di autovelox invisibili

Provida sono stati i primi autovelox invisibili utilizzati in Italia; con questa tipologia di dispositivo l’agente di Polizia seduto al fianco del guidatore doveva puntare man mano ogni veicolo inseguito per poter rilevare la sua velocità di percorrenza (nel caso fosse sospetta). Il vecchio sistema quindi era in grado di funzionare solo ed esclusivamente con una telecamera, mettendo a confronto le immagini dell’auto ‘captata’ con la velocità dell’auto di servizio.

Lo Scout Speed invece funziona in maniera differente, effettua le rilevazioni attraverso un radar, che emette onde verso tutti i veicoli visibili, anche quelli che viaggiano in direzione opposta. È in grado di funzionare con questa modalità automatica anche da fermo.

Scout Speed: come funziona

Lo Scout Speed è un sistema di ultima generazione che non ha bisogno di visibilità e presegnalazione, infatti per legge queste sono imposte solo nel caso di ‘postazione’, e questa viene interpretata come ‘postazione fissa dell’autovelox’. Ci sono state alcune sentenze, nel corso di questi ultimi anni, in cui il giudice ha deciso che questo concetto di postazione potesse essere riferito anche alla cosiddetta postazione mobile, da presegnalare e rendere visibile. La mappa degli autovelox invisibili vede una più alta concentrazione di questi sistemi di rilevamento della velocità in zone dove vengono effettuati da tempo i controlli automatici sulle infrazioni stradali, soprattutto in alcune città del nord Italia.

Autovelox invisibile: presegnalazione oppure no?

Iniziamo con il definire lo Scout Speed, che è un rilevatore di velocità che viene installato all’interno di un’auto della Polizia; in genere viene montato all’altezza dello specchietto retrovisore sul parabrezza della macchina. Si tratta di uno strumento di ultima generazione, come abbiamo già visto, che è in grado di captare la velocità delle auto che circolano nello stesso senso e anche di tutti i veicoli che viaggiano nel senso di marcia opposto. Scout Speed funziona in maniera ottimale sia di giorno che durante le ore notturne, grazie ai raggi infrarossi.

La base giuridica sul funzionamento di questi particolari sistemi di autovelox invisibile era la non obbligatorietà della segnalazione preventiva, come abbiamo scritto qui sopra. Quindi in realtà poteva anche non esserci alcun cartello di avvertimento del controllo elettronico della velocità, come invece succede per ogni altra forma di autovelox e simili.

Oggi le cose sono un po’ cambiate, a seguito di numerosi ricorsi che sono arrivati per questa questione, e che hanno convinto differenti giudici ad annullare dei verbali, proprio perché non è stato utilizzato nessun cartello di presegnalazione del rilevamento della velocità tramite apparecchiature elettroniche e anche perché nel verbale stesso mancava l’indicazione della distanza tra il segnale stradale di avviso e gli apparecchi di controllo della velocità.

Ad oggi la Cassazione stabilisce che deve essere data “idonea informazione dell’installazione e conseguente utilizzazione dei dispositivi di rilevamento elettronico della velocità”. Il Codice della Strada invece prevede che le postazioni di controllo debbano essere segnalate e visibili.

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Polizza di frontiera: che cos’è e a che cosa serve?

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Oggi parliamo di un argomento particolare di cui forse non tutti sono a conoscenza. Si tratta della polizza di frontiera, che è una topologia di assicurazione temporanea che serve a garantire dei rischi che possono derivare dalla responsabilità civile auto verso terzi.

La polizza di frontiera temporanea può essere rilasciata solo ed esclusivamente per circolare per un determinato periodo di tempo in Italia, se si possiede un veicolo che è stato immatricolato all’estero, in un Paese extra UE.

Qual è la validità territoriale della polizza di frontiera temporanea

Concentriamoci sull’aspetto che riguarda in particolare i territori e luoghi in cui è valida questa tipologia di polizza Rc Auto.

Vale anche per la circolazione nei seguenti Paesi:

  • Austria;
  • Belgio;
  • Bulgari;
  • Cipro;
  • Croazia;
  • Danimarca;
  • Estonia;
  • Finlandia;
  • Francia;
  • Germania;
  • Grecia;
  • Irlanda;
  • Islanda;
  • Lettonia;
  • Liechtenstein;
  • Lituania;
  • Lussemburgo;
  • Malta;
  • Norvegia;
  • Olanda;
  • Polonia;
  • Portogallo;
  • Repubblica Ceca;
  • Repubblica Slovacca;
  • Romania;
  • Slovenia;
  • Spagna;
  • Svezia;
  • Svizzera;
  • Ungheria.

Cosa garantisce la polizza di frontiera e cosa invece non copre

Il massimale che viene garantito dalla polizza di frontiera temporanea è quello in vigore alla data in cui è successo il sinistro stradale nel Paese specifico in cui l’incidete stesso di è verificato.

I danni che invece non vengono coperti da questa particolare polizza sono quelli propri, sia al veicolo che si guida che ai beni che vengono trasportati; restano fuori dalle coperture le lesioni al conducente, i furti, gli atti vandalici, gli eventi atmosferici e quello che non rientra nell’ambito di applicazione della Responsabilità Civile verso terzi nel Paese in cui è accaduto il sinistro.

Polizza di frontiera: casi particolari

L’Ufficio Centrale Italiano assicura anche mezzi in regime di importazione temporanea che provengono da uno dei Paesi extra UE. Questo però solo ed esclusivamente se l’intestatario del veicolo non è residente in Italia o in un altro Paese che fa parte dello Spazio economico europeo, e quindi se l’auto o altro mezzo non deve essere immatricolato nello Stato in cui l’acquirente ha la normale residenza.

Quali documenti servono?

Per verificare le condizioni di cui sopra servono:

  • la fotocopia fronte/retro di un documento di identità valido da cui si può evincere la residenza attuale;
  • se questo documento non riporta la residenza o se il compratore è un cittadino italiano iscritto all’AIRE e residente all’estero, allora bisogna presentare il Certificato di residenza o l’autocertificazione del contraente;
  • serve poi la fotocopia della carta di circolazione estera del veicolo (documento di circolazione del paese di provenienza che certifica targa e proprietà del mezzo) con l’eventuale traduzione.

Anche se si tratta solo di un rinnovo, è necessario riportare tutti gli stessi documenti. Servono infatti per consentire di controllare che siano ancora in essere le condizioni stabilite dalla legge.

Cosa succede a chi trasferisce la residenza in Italia da Paese extra UE

Secondo l’art. 132 il veicolo importato deve essere reimmatricolato in Italia entro 12 mesi dall’ottenimento della residenza. L’UCI non può assicurare il veicolo quindi una volta passato questo termine massimo; per poterlo assicurare bisogna poter dimostrare di averne il titolo, presentando tutta la documentazione che attesta la data di acquisizione della residenza, la copia della bolla doganale d’importazione del veicolo di proprietà.

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Quali sono le migliori app per monitorare i consumi dell’auto?

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Esistono delle applicazioni che possiamo scaricare sul nostro smartphone, sia Android che iPhone, che ci consentono di tenere monitorate le spese relative all’auto, i consumi di carburante, le spese di gestione e di manutenzione straordinaria e ordinaria. Si tratta di app praticamente irrinunciabili per chi vuole risparmiare, ce ne sono moltissimi negli store, vediamo alcune tra le opzioni che consideriamo più valide.

Monitorare i consumi auto: l’app Fuelio

Fuelio serve principalmente per monitorare proprio i consumi dell’auto. Quindi si riescono a tenere sotto controllo i costi del carburante, la quantità necessaria per un viaggio, i rifornimenti, la ricerca delle stazioni di servizio più vicine.

Fuelio è gratuita, disponibile solo per chi ha uno smartphone Android, consente all’utilizzatore di aggiungere le spese di rifornimento e di registrare viaggi, in modo da salvare le informazioni e ritrovare quindi i costi nella cronologia per programmi futuri. Fuelio permette di inserire dei promemoria anche per pagamenti quali pedaggi, parcheggi, multe, manutenzione auto.

Altra app utile: Drivvo

Questa è valida sia per Android che per iOS, è una delle più note e consente di avere sempre a portata di mano le spese dell’auto o di qualsiasi altro mezzo. Esiste sia la funzione gratuita che quella premium a pagamento. L’interfaccia è molto semplice e chiara, garantisce diverse opzioni all’utente per monitorare costi e consumi; è possibile appuntare spese e servizi di manutenzione futuri.

Una delle app più complete per monitorare spese e consumi: Motolog

Motolog è un’app tra le più famose; è disponibile per smartphone Android in versione gratuita o a pagamento. Ci sono moltissime funzioni disponibili per appuntare le spese relative all’auto o alla moto, è possibile tenere monitorato tutto tramite una facciata unica. Le opzioni presenti sono moltissime, serve un po’ di tempo per memorizzare bene il tutto, man mano diventa sempre più semplice e intuitiva, una sorta di taccuino digitale dove appuntare ogni spesa.

App per monitorare spese e consumi auto: IlPieno2

Altra app famosissima e molto utilizzata nel settore, aiuta gli utenti a risparmiare sulle spese auto, dando la possibilità di annotare i consumi e quindi di monitorare i costi relativi all’utilizzo della macchina. È disponibile sia per Android che per iOS, consente di registrare tutti i rifornimenti, le spese di manutenzione ordinaria e straordinaria, le spese di viaggio, varie scadenze.

Simply Auto: altra app per tenere sotto controllo consumi e spese relativi all’auto

Simply Auto è in assoluto una delle app più scaricate e usate del settore, è disponibile negli store sia per i possessori di smartphone Android che per gli utenti con iPhone. Anche in questo caso serve un primo momento per prendere confidenza con il suo funzionamento, poi l’interfaccia grafica e le sue opzioni sono talmente semplici che imparare ogni funzione diventa un gioco da ragazzi per tutti.

Sono tanti gli strumenti forniti, l’utilizzatore può annotare tutte le spese di manutenzione e i consumi di carburante, l’app elabora anche dei grafici e delle statistiche e grafici per controllare tutto. Simply Auto è gratuita, sono disponibili in store anche delle versioni Pro che forniscono differenti funzioni aggiuntive a seconda dell’abbonamento o del pagamento scelti.

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