Pressione gomme, come cambia con l’arrivo della bella stagione?
Abbiamo già visto in differenti articoli quanto sia importante la pressione delle gomme, che non deve mai scendere sotto un determinato valore, ma che non deve nemmeno mai essere eccessiva, altrimenti può diventare pericolosa.
Gomme troppo gonfie o sgonfie possono infatti mettere a rischio la sicurezza dell’auto su strada, vediamo come cambia la pressione degli pneumatici con il caldo e con l’arrivo della bella stagione.
Pressione gomme auto: cosa sapere
Si tratta di un parametro molto importante, sia quando fa caldo che quando fa freddo. La temperatura atmosferica infatti provoca delle variazioni di pressione alle gomme dell’auto. Non è fondamentale solo controllare la pressione degli pneumatici almeno una volta ogni 2-4 settimane, ma anche ogni cambio stagione. Quando inizia la primavera e le giornate diventano più calde infatti la pressione cambia. Vediamo come e per quale motivo.
Pressione gomme: cosa succede in estate
Come abbiamo detto in precedenza, la pressione degli pneumatici subisce delle variazioni a seconda della temperatura. Questo è il motivo per cui in inverno e in estate è molto differente, durante i periodi più freddi diminuisce, per poi aumentare non appena le giornate iniziano ad essere più calde. Qual è la causa? L’aumento di volume dell’aria riscaldata.
Ma spieghiamolo meglio: l’aumento della temperatura in primavera ha effetto anche sulla pressione delle gomme, che infatti diventa maggiore rispetto a quella che viene consigliata dal costruttore e che possiamo leggere sul manuale dell’auto. Si tratta dell’effetto opposto che accade durante l’inverno, quando il freddo abbassa la pressione degli pneumatici.
Pressione gomme troppo alta: cosa succede
Come è sconsigliato viaggiare con la pressione delle gomme troppo bassa, anche il sovragonfiaggio causato dal caldo è pericoloso, perché causa un’irregolare usura degli pneumatici stessi, che si consumano soprattutto in centro, un comportamento di guida poco piacevole e anche una riduzione dell’aderenza delle gomme al suolo.
Per questo motivo ogni Casa auto prescrive dei valori per la pressione delle gomme, indicando:
- il valore standard, consigliato per il massimo comfort di guida;
- il valore a pieno carico, in caso di trasporto di persone e/o bagagli;
- il valore massimo per ridurre i consumi e aumentare l’efficienza.
Controllo pressione gomme: come procedere durante le stagioni calde
Se guidando la vostra auto vi accorgete che c’è qualcosa che non va, che il comfort di guida diminuisce e che questa situazione potrebbe essere causata da un aumento eccessivo della pressione degli pneumatici, allora è necessario fare un controllo e correggere appunto la pressione degli stessi. Attenzione: non fate mai l’errore di sgonfiare le gomme quando sono calde, è sempre meglio aspettare che si raffreddino.
Ma come è meglio controllare la pressione quando fa caldo? Basta seguire alcuni piccoli e semplici accorgimenti:
- come abbiamo anticipato, prima di fare la verifica, è sempre meglio che gli pneumatici siano freddi. L’auto quindi dovrebbe essere ferma all’ombra da almeno un paio d’ore, dopo aver guidato meno di 3 chilometri a velocità contenute;
- la pressione a caldo si può regolare solo in caso di emergenza, aggiungendo 0.3 bar al valore che la Casa auto consiglia a freddo. Questa deve essere un’eccezione, e non la regola, ed è comunque meglio ricontrollare la pressione quando le gomme sono fredde;
- eliminare il falso mito dell’azoto, questo metodo di gonfiaggio non assicura una migliore pressione per tempi più prolungati. Limita il problema dello sgonfiaggio, è vero, ma non lo risolve.
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Come e quando si scalano le marce in modo sicuro per l’auto?
Quando ancora non si ha la patente dell’auto e non ci si è mai messi alla guida di una vettura, il pensiero di prendere in mano il volante, premere coi piedi sui pedali di acceleratore, freno e frizione e in contemporanea cambiare marcia usando la leva del cambio, sembra quasi una missione impossibile.
Una volta che si inizia a guidare e ovviamente dopo aver preso la patente, il meccanismo di cambiare e scalare le marce diventa praticamente automatico (magari non subito, ma in poco tempo). Ogni guidatore, o quasi, acquisisce questa capacità e malizia, anche se ci sono degli accorgimenti utili da sapere per capire come usare le marce in modo corretto, senza rischiare di rovinare l’auto o danneggiare il cambio. Vediamo insieme alcuni consigli.
Come cambiare le marce dell’auto in modo corretto
Imparare a guidare è una cosa, saper guidare correttamente, cambiando le marce nel modo giusto, è un’altra; e importante per la salute della propria vettura. Basta imparare i passaggi giusti e l’uso del cambio e di quello che chiamiamo ‘freno motore’, che consente di rallentare l’auto senza dover usare sempre e solo il pedale del freno.
Partiamo con le nozioni base, le auto con cambio manuale in genere sono dotate di 5 marce in tutto (a volte anche 6). La prima marcia serve praticamente solo per partire, oppure per compiere le prime manovre, a velocità minime, e per parcheggiare. La seconda viene inserita immediatamente dopo la prima, quando l’auto inizia a prendere velocità, e man mano fino alla quinta o alla sesta marcia.
Per non sbagliare bisognerebbe sempre tenere sotto controllo il numero dei giri e aumentare la marcia quando vediamo che il motore arriva a circa 2.000. In modo molto semplificato, questa è la procedura base per aumentare di velocità in auto. Ma, come abbiamo detto, è possibile anche rallentare e frenare la macchina semplicemente usando il cambio, scalando le marce.
Come scalare le marce dell’auto
Quando l’auto ha preso velocità e avete bisogno invece di rallentare potete:
- frenare semplicemente premendo sul pedale;
- scalare le marce.
La seconda opzione consente di preservare la salute delle pastiglie dei freni e l’impianto frenante in generale, è un’operazione che può essere molto utile soprattutto nelle lunghe discese di montagna o nel traffico intenso. Può servire anche prima di affrontare una strada in salita, per avere i giri motore sufficienti ad affrontarla senza perdere troppa potenza.
È importante sapere comunque come rallentare correttamente scalando le marce. Basta premere a fondo la frizione, senza frenare né accelerare, e scalare la marcia, passando a quella appena inferiore rispetto alla vostra. Poi è necessario semplicemente rilasciare la frizione per sentire la macchina rallentare, e continuare a scalare se è necessario rallentare di più.
Scalare le marce dell’auto: consigli utili
La prima cosa da sapere è non scalare mai di due marce in meno, se non si è attenti conoscitori del motore e delle prestazioni della macchina; si rischia infatti di rompere il motore (soprattutto ad alti regimi).
Non dimenticare inoltre di scalare marcia prima della salita, della discesa o della curva che dovete affrontare, per prepararvi all’immissione; non bisogna mai scalare durante l’esecuzione di questi particolari tratti di strada, per non perdere stabilità. Scalare significa a sfruttare il ‘freno motore’, anche se sulle vetture moderne, con acceleratore elettronico, la risposta è senza dubbio minore.
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Mini Cooper S 2021: come va il secondo restyling
La Mini è di nuovo cambiata: la quarta generazione della piccola a tre porte britannica – nata nel 2013 e sottoposta a un lifting nel 2018 – ha beneficiato quest’anno di un secondo restyling che ha coinvolto più l’estetica che la tecnica.
Nel nostro primo contatto abbiamo avuto modo di guidare la Mini Cooper S nel nuovo e raffinato allestimento Yours, rivolto a chi vuole divertirsi ma non può rinunciare all’eleganza. Scopriamo insieme i suoi pregi e difetti.
Mini 3 porte: cosa è cambiato con il secondo restyling
Le modifiche più rilevanti introdotte in occasione del secondo restyling della Mini 3 porte protagonista del nostro primo contatto hanno riguardato prevalentemente l’estetica: fari a LED di serie su tutta la gamma, una griglia del radiatore più dominante con un contorno esagonale che occupa molto più spazio, la striscia centrale del paraurti nel colore della carrozzeria e non più nera e le luci di posizione rimpiazzate da prese d’aria verticali poste molto all’esterno.
Nel profilo troviamo invece nuovi contorni dei bordi dei passaruota, cerchi in lega rivisti e indicatori laterali a LED mentre nella coda spiccano le luci posteriori a LED Union Jack di serie, una cornice nera che riprende la forma esagonale della griglia anteriore e un faro antinebbia integrato nella grembialatura posteriore come unità LED ristretta.
Non vi basta? Sappiate che ci sono due nuove vernici metallizzate – Rooftop Grey e Island Blue – e un’inedita personalizzazione del tetto chiamata Multitone Roof: in poche parole si tratta di una gradazione che si estende dalla cornice del parabrezza alla zona posteriore con tre tonalità di colore applicate una dopo l’altra in un processo di verniciatura bagnato su bagnato.
Per quanto riguarda gli interni – lievemente modificati – segnaliamo le bocchette d’aerazione centrali più arrotondate (che però a nostro avviso hanno perso un po’ di personalità) mentre sotto la pelle ci sono la nuova funzione Frequency-Selective Damping (smorzamento selettivo in funzione della frequenza) per il telaio adattivo, la disponibilità del freno di stazionamento elettrico (in combinazione con un cambio automatico, il Driving Assistance Package opzionale e cerchi in lega da almeno 17″), la funzione Stop & Go per il cruise control adattivo e il nuovo Lane Departure Warning (avviso di uscita di corsia). Cambiamenti che hanno migliorato la dotazione di ADAS della Mini ma non ancora abbastanza per essere al livello delle concorrenti più moderne.
Mini 2021: come va la Cooper S
Molto bene, come sempre. Certo, il go-kart feeling delle prime due serie firmate BMW si è un po’ attenuato: il pacchetto composto da sterzo (diretto e preciso), cambio (l’esemplare protagonista del nostro primo contatto era dotato di un eccellente Steptronic sportivo a doppia frizione a 7 rapporti fluido e rapido nei passaggi marcia) e freni (potenti) continua a rasentare la perfezione ma nelle curve la Mini Cooper S è diventata più matura, meno reattiva ma comunque coinvolgente. In poche parole è cresciuta e ha messo la testa a posto.
Il motore 2.0 turbo benzina da 178 CV regala prestazioni interessanti, una risposta pronta e corposa ai bassi regimi e sa anche essere poco assetato di carburante quando non viene sollecitato troppo. Raggiungere le percorrenze dichiarate dalla Casa inglese (tra 15,4 e 17,2 km/l) è impossibile ma con uno stile di guida tranquillo siamo riusciti persino ad avvicinarci a quota 15.
Mini 2021: i motori
La gamma motori della Mini 2021 non è cambiata rispetto al primo lifting ed è composta da sei unità:
- un 1.5 turbo tre cilindri a benzina da 75 CV
- un 1.5 turbo tre cilindri a benzina da 102 CV
- un 1.5 turbo tre cilindri a benzina da 136 CV
- un 2.0 turbo benzina da 178 CV
- un 2.0 turbo benzina da 231 CV
- un motore elettrico da 184 CV
Mini Cooper S restyling: prezzo e dotazione di serie
La Mini Cooper S Yours protagonista del nostro primo contatto costa 32.900 euro e ha una dotazione di serie che comprende:
- Comfort Access
- Sensori di parcheggio posteriori
- Cruise control
- Pacchetto Comfort (pacchetto retrovisori esterni, retrovisore interno autoanabbagliante, bracciolo anteriore, climatizzatore automatico bizona e pacchetto porta oggetti)
- Mini Connected Media
- Contenuto Mini Yours (sedili sportivi pelle Lounge Mini Yours Carbon Black, volante sportivo in pelle Nappa con badge Mini Yours, tappetini in velluto con badge Mini Yours, padiglione color antracite, Ambient Light, luci interne a LED, cerchi in lega da 18″ Mini Yours British Spoke, tetto e specchietti in Melting Silver, superfici interne Mini Yours Alluminium e Mini Driving Modes)
- Griglia anteriore con cornice cromata, nido d’ape e presa d’aria sul cofano
- Side Scuttles cromati con indicatori di direzione integrati
- Sedili sportivi con rete portaoggetti nel retro dei sedili anteriori
- Terminale di scarico doppio centrale cromato
Molte (troppe) cose sono però optional. Sorprende ad esempio dover pagare a parte accessori utili come la predisposizione Apple CarPlay (950 euro nel pacchetto Mini Connected Navigation che comprende anche: modulo di navigazione, Remote Services, ConnectedDrive Services, TeleServices, Intelligent Emergency Call, Real Time Traffic Information e quadro strumenti digitale). Android Auto, invece, non è ancora disponibile.
Mini restyling: le novità in cinque punti
- Design esterno rivisto
- Interni nuovi
- Tetto Multitone Roof (optional)
- Lane Departure Warning (optional)
- Inediti pacchetti di equipaggiamento
Scheda tecnica
Lunghezza | 3,88 metri |
Larghezza | 1,73 metri |
Altezza | 1,41 metri |
Acc. 0-100 km/h | 7,5 s |
Bagagliaio | 211/731 litri |
Caratteristiche motore | turbo benzina, 4 cilindri, 1.998 cc, 178 CV |
Prezzo | 32.900 euro |
Dove l’abbiamo guidata
Nel nostro primo contatto abbiamo guidato la Mini Cooper S 2021 tra Milano e la Val Tidone su un percorso prevalentemente extraurbano ricco di curve che ha esaltato la piccola britannica. Un’auto “old style” nella dotazione di ADAS ma abbastanza moderna per quanto riguarda l’infotainment: una “segmento B” premium caratterizzata da finiture curatissime, da una posizione di seduta bassa e sportiva rivolta a chi cerca un mezzo agile nelle curve e nel traffico (le ampie superfici vetrate e le dimensioni esterne contenute rendono pressoché impossibile sbagliare un parcheggio) e sconsigliata a chi ha bisogno di praticità (il bagagliaio è piccolino).
NON TUTTI SANNO CHE – In provincia di Piacenza si trova il comune meno popoloso dell’Emilia-Romagna: Zerba (68 abitanti)
Dove vorremmo guidarla
Avremmo voluto un asfalto più liscio: le strade piene di buche tipiche della provincia di Pavia non sono l’habitat ideale di un’auto rigida come la Mini Cooper S.
Le concorrenti
Audi A1 Sportback 35 TFSI Identity Black | Decisamente meno sportiva della Mini Cooper S ma più versatile: merito delle cinque porte. |
Ford Fiesta ST-Edition | La variante più cattiva della piccola statunitense è rivolta a chi cerca il massimo divertimento: 200 CV e uno “0-100” da 6,5 secondi |
Mini Cabrio Cooper S | La Cooper S scoperta “base” costa come la Yours chiusa: dipende tutto da quanto amate viaggiare con il vento tra i capelli. |
Mini Cooper SE | Più potente della Cooper S, più scattante e più ecologica (è elettrica). |
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I break musicali di Volvo
Cambiano i colori delle città, si ricomincia a vivere all’aperto. A Milano, al Volvo Studio, nei pressi di piazza Gae Aulenti e della BAM, Biblioteca degli alberi, di cui peraltro la Casa svedese è sponsor, hanno ripreso una bella iniziativa in outdoor. Si chiama Break in Jazz, un ciclo di appuntamenti con protagonisti giovani jazzisti laureati ai Civici Corsi di Jazz del capoluogo lombardo, Accademia di alta qualità, fondata e diretta dal maestro Enrico Intra.
I prossimi appuntamenti, in totale sicurezza, sono programmati per il 9 e il 16 giugno. La prima data avrà come protagonista Andrea Giustiniani con Omaggio a Mick Goodrick, metre il 16 sarà la volta di Emma Lecchi con un omaggio a Dee Dee Bridgewater.
La proposta dei concerti di Break in Jazz al Volvo Studio Milano punta a valorizzare i giovani talenti e le eccellenze (in linea con l’approccio tipico di Volvo che mette sempre la persona al centro) accompagnando al tempo stesso la città nel suo rilancio, analogamente a quanto accaduto nel 2020 alla conclusione del primo lockdown.
«Anche quest’anno è per noi importante dimostrare come nulla possa sbarrare la strada al pensiero creativo» dice Chiara Angeli, Head of Commercial Operations di Volvo Car Italia e responsabile dell’attività del Volvo Studio Milano: «Ospitando i concerti di Break in Jazz intendiamo offrire al pubblico la possibilità di ascoltare ottima musica prodotta da giovani talenti, in una situazione di massimo confort e in tutta tranquillità. Così, il Volvo Studio non fa che ribadire la propria missione: diffondere i valori della Cultura in senso lato oltre che del marchio Volvo. Ci piace dunque pensare che questo sia il nostro contributo alla nuova ripresa di Milano, una città alla quale dobbiamo molto e che ha accolto il Volvo Studio con il più grande favore fin dall’inizio».
Il Volvo Studio Milano è un punto di riferimento a Milano, non è uno store, ma un concept globale di Volvo Car Group che ha trovato proprio in questa città la prima applicazione. Inaugurato nel 2017, è concepito come un ambiente tipicamente scandinavo, con forme modellate dalla luce e realizzato con materiali ecologici, in primis il legno. È insomma un luogo per ritrovarsi (oltre che per vedere le ultime novità di Volvo): non a caso dedica ampio spazio all’arte e alla musica, ospitando regolarmente concerti di due delle rassegne musicali più importanti di Milano: Piano City e JAZZMI.
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Parcheggio moto: in marcia o in folle? Cosa bisogna sapere
Parcheggiare la propria moto potrebbe sembrare un’operazione automatica, basta fermarsi, scendere e appoggiarla sul cavalletto, infine rimuovere le chiavi e il gioco è fatto. In realtà però non è così, vediamo come bisogna fare e soprattutto se lasciarla con la marcia inserita oppure in folle.
Il pensiero dei motociclisti
Ogni motociclista la pensa a modo suo, c’è chi infatti lascia la sua moto parcheggiata con la prima inserita, chi con la seconda marcia e chi invece la lascia in sosta sempre in folle. Ci sono poi quelli che decidono di parcheggiare distanti dalle altre moto e anche chi invece decide di metterla con la ruota dietro appoggiata al marciapiede. Facciamo un po’ di chiarezza.
Una negativissima esperienza che può accadere ad un motociclista è quella di trovare la sua due ruote a terra, caduta a causa di un parcheggio sbagliato. Il rischio è alto quando si parcheggia vicino ad altre moto, quando ci si trova su strade difficoltose e sconnesse oppure in discesa.
Parcheggio perpendicolare al marciapiede oppure a 35 gradi
Se dobbiamo lasciare la moto parcheggiata su una strada piana e non possiamo posizionarla parallela al marciapiede, allora il consiglio è quello di lasciarla perpendicolare al marciapiede, deve formare un angolo di 90 gradi rispetto alla parte esterna della carreggiata.
In questo modo si riesce a riprendere la marcia più facilmente e tornare in circolazione senza molte manovre. La marcia deve essere inserita e innescata solo dopo che una delle due gomme è a contatto con il marciapiede.
Il parcheggio più difficile per un motociclista è quello su una strada in pendenza. In questo caso non deve mai essere parcheggiata perpendicolare rispetto al marciapiede, l’angolazione giusta è di 35 gradi rispetto al cordolo. In questo modo si aumenta la stabilità della moto, caricando il baricentro verso il cavalletto, che deve essere aperto nel verso opposto rispetto alla discesa. La moto non deve ‘barcollare’, solo una volta verificata la sua stabilità, si può inserire la marcia (quando lo pneumatico è a contatto con il marciapiede).
Attenzione anche al tipo di terreno, se parcheggiamo su ghiaia, sabbia o asfalto, la situazione cambia. La due ruote deve essere stabile sul cavalletto, è necessario quindi prestare la massima attenzione.
Parcheggiare la moto con la marcia inserita
Se decidiamo di parcheggiare la moto con la marcia inserita, allora non dobbiamo fare movimenti bruschi, ma spegnerla senza lasciare la frizione, abbassare il cavalletto, appoggiarla e assicurarci che sia ferma e stabile. Solo allora è possibile lasciare lentamente la leva della frizione, senza muovere la moto con la marcia inserita.
Parcheggiare la moto in folle
Se lasciamo la moto nel parcheggio di casa o su un terreno piano, allora è meglio lasciarla in folle. In questo modo evitiamo possibili danni che possono accadere con la marcia inserita, anche se lievi e non immediati (al cambio). I problemi infatti possono nascere quando la due ruote viene spostata da noi o da altri senza tirare la leva della frizione, non ricordando di aver lasciato la marcia inserita. In questo caso la moto si muove di qualche centimetro e poi si blocca. Anche solo un piccolo movimento, a lungo andare, può creare danni gravi alle ruote dentate degli ingranaggi che, col tempo, possono anche diventare irrimediabili. Per questo il nostro consiglio è quello di lasciare la moto in folle, se siamo sicuri di parcheggiare su uno spazio pianeggiante.
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Si può contestare una multa dopo averla pagata?
Generalizzando, dal momento in cui si paga una multa, non è più possibile fare ricorso per la stessa, anche se ci sono dei casi particolari in cui l’automobilista scopre che ci sono delle alternative per annullare la sanzione. Cosa bisogna fare in questi casi?
Che cosa dice la legge
L’articolo 203 del Codice della Strada dice: “Il trasgressore o gli altri soggetti indicati nell’art. 196, nel termine di giorni sessanta dalla contestazione o dalla notificazione, qualora non sia stato effettuato il pagamento in misura ridotta nei casi in cui è consentito, possono proporre ricorso al prefetto del luogo della commessa violazione, da presentarsi all’ufficio o comando”.
Quindi sottolinea che si può fare ricorso nei termini prestabiliti, ma solo fino a quando la multa non risulta pagata. Per questo prima è importante riflettere, se ci sono dei dubbi, anche a costo di far passare i 5 giorni che consentono di beneficiare dello sconto del 30% sull’importo da pagare.
Versare la somma dovuta è come ammettere la colpa, ma c’è un’eccezione da considerare.
Cosa succede se proprietario e conducente sono persone diverse
La sentenza 471/2005 consente di trarre spunto e rappresenta un’eccezione. Si tratta in particolare di una sanzione con sconto, i soggetti coinvolti sono proprietario e guidatore della stessa auto, che non coincidono. La Corte costituzionale dice che se il proprietario paga la multa entro 5 giorni, chi era alla guida della macchina può comunque fare ricorso e contestare il verbale di fronte al Giudice di pace o al Prefetto.
Nel caso in cui invece dovesse verificarsi la situazione inversa, ovvero il conducente che paga, e non il proprietario, non sappiamo la procedura da seguire, visto che la Corte non si è pronunciata in merito.
Come si fa la contestazione di una multa?
Per fare la richiesta ci si può rivolgere:
- al Giudice di Pace, che può annullare o confermare le multe anche in forma ridotta. La contestazione deve essere fatta entro 30 giorni dal ricevimento della multa, personalmente presso gli uffici territoriali oppure tramite raccomandata. Si pagano il contributo unificato di 43 euro, la marca da bollo per i diritti di cancelleria di 27 euro;
- al Prefetto, entro 60 giorni dalla data di notifica e senza alcun costo. Può essere scritta a mano o firmata a mezzo PEC in modo digitale. La contestazione deve poi essere consegnata personalmente agli uffici territoriali della Prefettura o può essere inviata tramite raccomandata.
Quando è possibile fare ricorso per una multa?
Come abbiamo visto quindi fare ricorso per una multa che è già stata pagata non è di certo semplice, per svariate ragioni. Il versamento della somma dovuta, infatti, rappresenta l’ammissione della colpa per l’infrazione commessa. Prima di pagare è bene essere certi e controllare sempre di non trovarsi di fronte a un verbale con vizi di forma, in questo caso è possibile evitare di fare il versamento richiesto.
Quando è possibile contestare la multa? Quando ci sono degli errori commessi dagli organi accertatori; vediamo alcuni esempi di seguito:
- la targa scritta sulla multa non è corretta;
- data e orario non corrispondono alla realtà;
- il verbale stesso presenta errori o è incompleto;
- l’autorità competente non si identifica;
- la multa viene fatta al precedente proprietario;
- gli strumenti di verifica non sono a norma.
Attenzione: non devono mai essere passati più di 90 giorni tra la data della contravvenzione e quella di notifica, altrimenti la multa non è valida.
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Honda CR-V Sport Line: the dark side of the SUV
Articolo sponsorizzato da Honda
Honda CR-V – SUV medio giapponese arrivato alla quinta generazione – è stato tante cose nel corso della sua carriera quasi trentennale: qualche anno fa è stato persino lo Sport Utility più venduto al mondo. Sportivo, però, il crossover ibrido giapponese disponibile a trazione anteriore o integrale non lo era mai stato. Finora.
L’allestimento Sport Line introdotto in occasione del recente restyling – un lifting che ha portato fiancate posteriori con profili dai contorni più marcati con passaruota più ampi, una maggiore altezza da terra e interni migliorati – è stato pensato per esaltare la personalità già forte e audace della vettura, accentuandone il carattere “racing”.
Honda CR-V: le novità della versione Sport Line
Due colorazioni a disposizione (Crystal Black Pearl e Platinum White Pearl), un frontale impreziosito da una minigonna nera lucida e finiture cromate dark per il battitacco, il paraurti e il portellone posteriore: sono queste le modifiche principali presenti su Honda CR-V Sport Line Full Hybrid. Senza dimenticare le luci anteriori e posteriori fumé, le calotte degli specchietti retrovisori laterali nere lucide e i cerchi in lega neri da 18”.
Nell’abitacolo spiccano i toni neri intensi Piano Black (presenti sulle maniglie delle portiere e sui comandi al volante, del clima e dell’infotainment), i sedili rivestiti in pelle nera con logo Black Edition a sbalzo e i pannelli in effetto legno scuro con venature sul cruscotto, sulle portiere e sulla console centrale.
Per gli incontentabili segnaliamo – tra gli optional – il pacchetto Sport Line Plus: pedane nere, spoiler nero posteriore, profili sottoporta con logo CR-V nero, tappetini Elegance e il tappetino per il bagagliaio con il logo “Black Edition”.
Il re del comfort
Ogni viaggio a bordo di Honda CR-V Full Hybrid è tranquillo e silenzioso: merito anche del sistema di controllo attivo del rumore di serie su tutta la gamma. Due microfoni posizionati all’interno dell’abitacolo monitorano l’emissione di rumori provenienti dal vano motore e, all’occorrenza, inviano segnali audio “a fase inversa” per eliminarli.
Contribuiscono inoltre a incrementare la comodità i sigillanti posizionati nella carrozzeria, i separatori acustici nei montanti anteriori, centrali e posteriori e il parabrezza montato a filo. Ci sono inoltre divisori nei montanti che riducono la trasmissione del rumore dal pavimento verso l’abitacolo e sigilli tripli delle portiere stampati a 360° che riducono il rumore del vento e migliorano l’isolamento. Non vi basta? Sappiate che ogni finestrino laterale è dotato di blocchi sigillanti nella parte frontale inferiore e negli angoli posteriori per colmare gli spazi vuoti tra la carrozzeria e il vetro, garantendo in questo modo ulteriore silenziosità.
Puro Full Hybrid
Honda CR-V monta un motore 2.0 a benzina a ciclo Atkinson da 145 CV abbinato a due unità elettriche da 184 CV, a una batteria agli ioni di litio e a una trasmissione a rapporto fisso.
Le modalità di guida sono tre: in EV Drive (in fase di accelerazione da fermo o a basse andature) l’auto procede alimentata dalla batteria attraverso il solo propulsore elettrico, in Hybrid Drive (in caso di marcata accelerazione) entrano in gioco sia il motore termico che quelli a emissioni zero mentre in Engine Drive (a velocità sostenuta) la vettura viene spinta direttamente dall’unità a benzina.
Sicurezza in primo piano
Quando si parla di sicurezza Honda CR-V Full Hybrid non si accontenta di conquistare cinque stelle nei crash test Euro NCAP. Il crossover medio nipponico offre infatti di serie su tutta la gamma il pacchetto Honda Sensing ricco di utilissimi assistenti alla guida.
Ci sono ad esempio il sistema di frenata a riduzione d’impatto che in caso di possibile collisione con un veicolo o un pedone avverte del pericolo e diminuisce la velocità per ridurre al minimo la gravità dell’urto, l’avviso di abbandono della corsia (se la vettura si allontana dalla corsia senza aver attivato l’indicatore di direzione avverte il guidatore con segnali visivi e acustici e corregge la traiettoria), il sistema di mantenimento della corsia, il cruise control adattivo e il limitatore intelligente della velocità.
Un mare di ADAS ma non solo: la struttura di nuova generazione ACE (acronimo di Advanced Compatibility Engineering) di Honda CR-V impiega una rete di elementi strutturali connessi per distribuire l’energia della collisione in modo più uniforme.
AWD per gli amanti del fuoristrada
Honda CR-V AWD – variante a quattro ruote motrici del SUV medio giapponese – è rivolto agli amanti della guida in fuoristrada: maggiore altezza libera dal suolo (+ 1 cm) rispetto alla versione a trazione anteriore e al modello pre-restyling 4×4 e un’avanzata tecnologia di guida a trazione integrale chiamata Real Time AWD con Intelligent Control System.
Entrando più nel dettaglio CR-V AWD Full Hybrid nasconde sotto la pelle una frizione multidisco che collega l’albero di trasmissione al differenziale posteriore ed è azionata da un motore elettrico che guida una pompa idraulica.
In parole povere? La trazione integrale entra in funzione solo quando serve – ad esempio in caso di perdita di aderenza o quando si affronta una salita – e quando la coppia extra non è più necessaria la frizione multidisco scollega automaticamente l’albero di trasmissione dal differenziale posteriore generando in questo modo un notevole risparmio di carburante.
Infotainment e connettività
Tecnologia amica a bordo di Honda CR-V: il guidatore ha a disposizione un utile head-up display che proietta le informazioni fondamentali nel campo visivo del pilota e un cruscotto digitale a colori chiamato DII (Driver Information Interface) ricco di dettagli relativi alla guida ibrida e non solo.
Ultimi, ma non meno importanti, il sistema di infotainment Honda Connect con touchscreen centrale da 7” e connettività smartphone (Apple CarPlay e Android Auto) che offre un comportamento più intuitivo e avanzato rispetto a prima e le quattro prese USB presenti nell’abitacolo.
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Pedale freno che affonda: perché succede e cosa fare
Se il pedale del freno affonda, allora significa che c’è qualcosa che non funziona nell’auto. È fondamentale capire come comportarsi, per evitare che il problema diventi troppo grave e fare in modo di viaggiare sempre su una vettura completamente sicura. Vediamo come bisogna muoversi in questa situazione.
Il pedale del freno affonda: qual è il motivo?
Ci possono essere differenti motivi che portano a questa tipologia di problema al pedale del freno, ognuno dei quali deve essere tenuto comunque sotto controllo, guidando l’auto con la massima cautela (potrebbe infatti essere molto pericoloso). Le motivazioni possono essere le seguenti:
- il problema potrebbe essere dovuto alla pompa dei freni;
- alle pastiglie;
- potrebbe essere necessaria la sostituzione dell’olio dei freni.
Qualsiasi sia la causa del pedale del freno dell’auto che affonda, è necessario rivolgersi immediatamente ad un meccanico e far controllare l’impianto frenante della macchina. L’esperto farà una verifica generale e controllerà le condizioni generali dell’auto, dopodiché sarà in grado di intervenire in maniera diretta e far funzionare nuovamente il pedale del freno, in modo da farlo tornare alla normalità, riconquistando l’efficacia che aveva in precedenza.
Cosa succede quando il pedale del freno affonda lentamente
Anche in questo caso è necessario muoversi con attenzione, per evitare situazioni pericolose. Potrebbe essere il servofreno a perdere la sua efficacia iniziale, quindi il piede tende a scendere molto più in basso sul pedale rispetto al solito, lo si percepisce. Altro problema che potrebbe verificarsi nel caso in cui il pedale del freno affonda lentamente è legato alla pompa dei freni che, se sollecitata eccessivamente, entra in una situazione difficoltosa.
Nel caso in cui si stia percorrendo una strada in discesa ripida, con la macchina in una situazione simile, oppure se si viaggia con condizioni meteo di pioggia, l’aria può generare numerosi rumori e la guida può diventare molto rischiosa. Una frenata molto più leggera del solito in questi casi potrebbe essere una soluzione positiva e anche del tutto lecita.
Cambio pastiglie e pedale del freno che affonda
Il problema del pedale del freno che affonda si può presentare anche subito dopo aver portato l’auto dal meccanico per il cambio delle pastiglie, sostituzione che deve essere eseguita nel caso in cui l’impianto frenante della macchina abbia perso la sua efficienza e quindi non sia più sicuro viaggiare.
Quando viene effettuato questo tipo di intervento in un’officina meccanica, è necessario fare attenzione perché si sentirà il pedale più morbido, che tenderà a scivolare verso il basso con più facilità. Una situazione molto simile può avvenire anche nel momento in cui lo spurgo che serve a rimuovere l’aria in eccesso non viene fatto in maniera definitiva.
Le pastiglie dei freni installate di recente sono ricoperte di una patina che rende il freno spugnoso e questo cambia il comportamento da tenere durante la frenata, che dovrebbe essere fatta con maggiore intensità e forza rispetto a come si è abituati. Nel giro di alcuni chilometri percorsi comunque tutto dovrebbe tornare nella norma.
Che cosa fare quando il pedale del freno affonda
Le cause che possono portare ad un eccessivo scivolamento del pedale del freno, come abbiamo già visto, possono essere differenti. La cosa importante è essere in grado di non perdere mai il controllo della macchina e rivolgersi immediatamente ad un meccanico che può analizzare e risolvere la situazione.
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Mondiale F1 2021 – GP Monaco a Monte Carlo: gli orari TV su Sky e TV8
La F1 torna a Monte Carlo dopo un anno di assenza causa Covid-19: il GP di Monaco – quinta tappa del Mondiale F1 2021 – sarà trasmesso in diretta in chiaro anche su TV8 (oltre che su Sky). Di seguito troverete gli orari TV.
La Mercedes e Lewis Hamilton sono i favoriti: Max Verstappen, infatti, non ama molto questo tracciato…
F1 2021 – GP Monaco: cosa aspettarsi
Il circuito cittadino di Monte Carlo – sede del GP di Monaco – è il più noto tra quelli presenti nel calendario del Mondiale F1 2021 ma sicuramente non il più gradevole. Sorpassare è impossibile: dal 1986 a oggi solo Olivier Panis nel 1996 è stato capace di trionfare nel Principato senza scattare dalle prime tre posizioni della griglia.
Attenzione alla pioggia prevista per sabato che potrebbe scombussolare le qualifiche. Di seguito troverete il calendario del Gran Premio di Monaco, gli orari TV su Sky e TV8 e il nostro pronostico.
F1 2021 – Monte Carlo, il calendario e gli orari TV su Sky e TV8
Giovedì 20 maggio 2021
11:30-12:30 | Prove libere 1 (diretta su Sky Sport F1) |
15:00-16:00 | Prove libere 2 (diretta su Sky Sport F1) |
Sabato 22 maggio 2021
12:00-13:00 | Prove libere 3 (diretta su Sky Sport F1) |
15:00-16:00 | Qualifiche (diretta su Sky Sport F1 e TV8) |
Domenica 23 maggio 2021
15:00 | Gara (diretta su Sky Sport F1 e TV8) |
F1 – I numeri del GP di Monaco
LUNGHEZZA CIRCUITO | 3.337 m |
GIRI | 78 |
RECORD IN PROVA | Lewis Hamilton (Mercedes F1 W10) – 1’10”166 – 2019 |
RECORD IN GARA | Max Verstappen (Red Bull RB14) – 1’14”260 – 2018 |
RECORD DISTANZA | Daniel Ricciardo (Red Bull RB14) – 1h42’54”807 – 2018 |
F1 – Il pronostico del GP di Monaco 2021
1° Lewis Hamilton (Mercedes)
Lewis Hamilton è il favorito assoluto del GP di Monaco secondo i bookmaker (e anche secondo noi). Il sette volte campione del mondo F1 può vantare nel Principato tre vittorie, sette podi totali e due pole position.
Era dal 2015 che il pilota britannico non iniziava così bene un Mondiale: tre successi e un secondo posto nei primi quattro appuntamenti stagionali.
2° Max Verstappen (Red Bull)
Max Verstappen ha iniziato benissimo il Mondiale F1 2021 con una vittoria e tre secondi posti nei primi quattro Gran Premi stagionali.
Il driver olandese, però, non ama Monte Carlo: mai sul podio nel Principato, mai in prima fila in griglia e un quarto posto nel 2019 come miglior risultato.
3° Valtteri Bottas (Mercedes)
Valtteri Bottas nel 2019 ha conquistato il primo (e per il momento) unico podio in carriera nel GP di Monaco portando a casa un terzo posto.
Il driver finlandese ha terminato in terza posizione tre delle prime quattro gare del Mondiale F1 2021 e ha buone possibilità di ripetersi anche domenica.
Da tenere d’occhio: Daniel Ricciardo (McLaren)
Daniel Ricciardo ama moltissimo Monte Carlo: una vittoria nel 2018, quattro piazzamenti complessivi in “top 3” e due pole position.
Il pilota McLaren (scuderia che correrà il GP di Monaco 2021 con una sexy livrea retrò Gulf) non ha però iniziato bene il campionato del mondo: quattro arrivi a punti – ma mai nelle prime cinque posizioni – e un podio che manca da oltre sei mesi.
La squadra da seguire: Mercedes
Anche nel Mondiale F1 2021 la Mercedes sarà la scuderia da battere: tre vittorie nelle prime quattro corse stagionali.
Il team tedesco ha conquistato cinque podi a Monte Carlo e nelle ultime sette edizioni del GP di Monaco ha tagliato per primo il traguardo per cinque volte.
Passione F1
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Muffa in auto, tutti i trucchi per eliminarla una volta per tutte
Non tutti si accorgono di questo fenomeno che avviene nelle proprie auto, eppure si possono sviluppare batteri e muffe, che purtroppo portano delle conseguenze anche molto negative sulla nostra salute e su quella dei passeggeri che portiamo con noi.
Vediamo quali sono le cause della muffa in auto, i rischi, i rimedi per eliminarla.
Muffa in auto: di che cosa si tratta
In generale la muffa è un microrganismo della famiglia dei funghi pluricellulari che si riproduce per mezzo di spore. È molto nociva per la salute, influisce negativamente sul benessere e la qualità della nostra vita. Si può sviluppare purtroppo in ambienti chiusi come case, uffici e scuole, ma anche in macchina. L’ambiente caldo-umido dell’abitacolo, a causa della condensa, delle piogge, del caldo durante l’estate e dell’accensione del riscaldamento e del climatizzatore, è ideale per la crescita di batteri e muffe.
Ogni veicolo è un luogo chiuso in cui si deposita materiale organico adatto alla proliferazione delle muffe. Le spore trasportate dall’aria si depositano su superfici e oggetti di ogni tipo e si moltiplicano anche in auto, sui sedili, sui tappetini, sui seggiolini, sulle plastiche. Ovunque.
I rischi per la salute derivanti dalla muffa
La muffa può essere pericolosa soprattutto per i soggetti allergici o con una risposta immunitaria ridotta. Il corpo umano reagisce in maniera differente alla presenza di questi organismi nocivi, è possibile intossicarsi, a causa delle sostanze chimiche emesse da alcune muffe, e subire anche delle conseguenze sull’apparato gastrointestinale, sulle vie respiratorie, sul sistema nervoso e sulle mucose. I soggetti più a rischio sono i bambini.
Muffa in auto: come prevenire la formazione
La causa principale della formazione di muffa in macchina è l’umidità, per quello bisognerebbe tenere l’abitacolo sempre asciutto e arieggiato. Anche eventuali residui di cibo e i rifiuti possono essere motivo di proliferazione di muffe; ecco alcune regole per prevenire la formazione di questi pericolosi microrganismi:
- battere spesso i tappetini;
- aspirare le tappezzerie;
- non dimenticare rifiuti in auto o residui di cibo;
- lasciare spesso i finestrini aperti per il ricambio d’aria;
- cambiare regolarmente il filtro abitacolo;
- eseguire la manutenzione annuale dell’impianto di climatizzazione.
Muffa in auto: come eliminarla
La presenza di cattivo odore nell’abitacolo è il segnale di una possibile formazione di muffa nell’auto. Per eliminarla ci sono differenti modi, tra cui:
- usare il bicarbonato di sodio;
- usare acqua ossigenata e candeggina da strofinare sull’area interessata;
- usare il detersivo per lavatrice contro macchie e muffa.
Come procedere alla sanificazione dell’auto con l’ozono
La sanificazione dell’auto con l’ozono è uno dei metodi migliori per eliminare la muffa e i cattivi odori dall’auto. L’ozono è infatti in grado di neutralizzare oltre il 99% dei microrganismi come batteri, muffe, funghi, spore e lieviti, li uccide per ossidazione e ne previene la ricomparsa, al contrario dei prodotti chimici che non sono del tutto efficaci e soprattutto non solo di origine 100% naturale.
L’ozono inoltre:
- viene prodotto da dispositivi automatizzati, senza bisogno dell’uomo;
- non è tossico, inquinante, esplosivo, irritante o pericoloso per la salute;
- penetra in profondità nei tessuti e nell’abitacolo, in ogni angolo, anche il più difficile da raggiungere;
- elimina gli odori, senza coprirli.
Si tratta di un trattamento che sanifica l’ambiente, rendendo gli interni dell’auto sicuri per tutta la famiglia.
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