5 cose da fare se fare un viaggio con un’auto elettrica
Le auto elettriche fanno sempre più parte della nostra vita: sono tanti gli automobilisti che hanno scelto di sposare la mobilità elettrica e che ogni giorno vanno a lavoro, a fare la spesa oppure accompagnano i bambini a scuola con questo tipo di vetture.
Nonostante ciò, ancora in molti manifestano diverse perplessità quando c’è bisogno di fare un lungo viaggio a bordo di un’auto elettrica. Anche chi è appassionato di mobilità a zero emissioni, spesso è riluttante all’idea di andare in vacanza con la propria vettura e valuta la possibilità di partire con un’auto dotata di motori termici a diesel e benzina.
I dubbi si fondano sul timore di non trovare, lungo il viaggio oppure una volta arrivati a destinazione, i punti di ricarica per le vetture elettriche: la paura di restare con la batteria scarica provoca diverse perplessità. Le preoccupazioni, però, sono in gran parte infondate: ecco le 5 cose da fare prima di intraprendere un viaggio in auto elettrica.
Fare un viaggio con un’auto elettrica: pianificare prima di partire
Il primo dei cinque consigli su cosa fare per intraprendere un viaggio lungo con un’auto elettrica è quello di pianificare. Una vacanza a bordo della propria vettura a zero emissioni richiede una maggiore pianificazione rispetto a una vacanza con un’auto dotata di motore tradizionale.
Prima di partire, bisogna considerare due aspetti molto importanti: l’autonomia del proprio veicolo e le stazioni di ricarica presenti lungo il tragitto e nei pressi della località dove si intende andare a trascorrere le vacanze. A tal fine diventa essenziale avere una panoramica dei punti con le colonnine di ricarica per le auto elettriche. Si consiglia, dunque, di effettuare una ricerca prima di mettersi in viaggio: esistono tanti siti e diverse app per smartphone che consentono di consultare le mappe con le stazioni di ricarica elettrica.
Vacanze con un’auto elettrica: scegliere la destinazione
Partendo dal presupposto che per fare una vacanza a bordo di un’auto elettrica bisogna avere la sicurezza di poter ricaricare la propria vettura in modo tale da non restare mai a “secco” di energia, una delle cose da fare prima di mettersi in viaggio è scegliere bene la destinazione. L’ideale, ovviamente, è optare per una località in cui è presenta una rete di stazioni di ricarica.
In Italia si stanno moltiplicando i punti dotati di colonnine per la ricarica delle auto elettriche. All’estero, diversi Paesi si sono posti l’obiettivo di garantire che le stazioni di ricarica non si trovino mai a più di 120 chilometri di distanza l’una dall’altra. In Svizzera, per esempio, hanno realizzato la strada panoramica “Grand Tour of Switzerland” della lunghezza di 1.600 chilometri e percorribile completamente con veicoli elettrici, grazie all’installazione di 200 nuove stazioni di ricarica.
Fare un viaggio con l’auto elettrica: l’eco-consapevolezza
L’eco-consapevolezza è un fattore importante quando si parte per un viaggio a bordo di un’auto elettrica: bisogna essere consapevoli di cosa comporta mettersi alla guida di una vettura a zero emissioni, così da pianificare ogni spostamento. Si consiglia di informarsi prima di partire su quali stazioni di ricarica siano più comode da raggiungere una volta arrivati a destinazione: per farlo è possibile rivolgersi all’ufficio di informazioni turistiche.
Durante la notte è possibile ricaricare l’auto in albergo o presso le grandi catene di distribuzione energetica. Prima di partire è bene portare tre diversi connettori di ricarica: questo consente di poter ricaricare il veicolo praticamente ovunque.
Pianificare le stazioni di ricarica prima di viaggiare in auto elettrica
Il quarto consiglio sulle cose da fare prima di intraprendere un viaggio a bordo di un’auto elettrica è quello di pianificare le stazioni di ricarica che rappresentano il posto più comodo per ricaricare la batteria della propria vettura a zero emissioni.
Durante la sosta per la ricarica si può fare una pausa e mangiare qualcosa prima di riprendere il viaggio. Bisogna tenere bene a mente che il tempo medio di ricarica presso una stazione A/C pubblica è abbastanza lungo: per questo conviene pianificare alcune soste destinate alla ricarica e magari sfruttare il tempo per godersi il panorama.
Viaggiare in auto elettrica: scegliere bene le stazioni di ricarica
L’ultimo consiglio prima di mettersi al volante della propria auto elettrica e partire per le vacanze è quello di scegliere bene le stazioni di ricarica da utilizzare, sia per il tipo di connettore che si ha a disposizione, sia per la possibilità di visitare interessanti luoghi circostanti.
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Mille Miglia 2021: risultati e classifica
La Mille Miglia 2021 è stata vinta da Andrea Vesco e Fabio Salvinelli: l’equipaggio lombardo si è aggiudicato la 39° edizione della rievocazione storica della leggendaria corsa Brescia-Roma-Brescia al volante di un’Alfa Romeo 6C 1750 Super Sport del 1929.
Di seguito troverete i risultati e la classifica della Mille Miglia 2021.
La classifica della Mille Miglia 2021
Andrea Vesco/Fabio Salvinelli – Alfa Romeo 6C 1750 Super Sport (1929) | 72.492 punti |
Andrea Luigi Belometti/Gianluca Bergomi – Lancia Lambda Spider Casaro (1929) | 72.436 punti |
Gianmario Fontanella/Anna Maria Covelli – Lancia Lambda Spider Casaro (1929) | 70.571 punti |
Lorenzo Turelli/Mario Turelli – OM 665 SMM Superba 2000 (1929) | 70.157 punti |
Giuseppe Nobis-Fabio Loperfido – OM 665 SMM Superba 2200 (1930) | 69.845 punti |
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Jeep Wrangler 4xe: fuoristrada alla spina
Le fuoristrada elettriche non esistono (ancora) ma la Jeep Wrangler 4xe è il mezzo che si avvicina di più al concetto di off-road ecologico: la variante ibrida plug-in benzina della quarta generazione della 4×4 statunitense – non chiamatela SUV, potrebbe offendersi parecchio – può infatti affrontare tratti impegnativi lontani dall’asfalto in modalità EV e può percorrere 45 km con il solo ausilio della batteria. In poche parole il mezzo ideale per chi frequenta spesso i luoghi più impervi e vuole inquinare il meno possibile.
Nel nostro primo contatto abbiamo avuto modo di guidare la Jeep Wrangler 4xe (disponibile solo Unlimited, cioè a passo lungo e con le porte posteriori) nella versione Rubicon dedicata a un uso più “estremo”: scopriamo insieme i suoi pregi e difetti.
Jeep Wrangler 4xe: come funziona il sistema ibrido plug-in
Il sistema ibrido plug-in della Jeep Wrangler 4xe è composto dal già noto motore 2.0 turbo benzina da 272 CV (un propulsore a quattro cilindri dalla cilindrata contenuta che consente di risparmiare sull’assicurazione RC Auto) affiancato da due motogeneratori elettrici (da 63 e 145 CV) e da un pacco batteria ad alta tensione da 17 kWh montato sotto i sedili posteriori. Il tutto abbinato a un eccellente cambio automatico TorqueFlite (convertitore di coppia) a 8 rapporti.
Il primo motore elettrico è collegato all’unità a benzina in sostituzione dell’alternatore tradizionale e, oltre a funzionare in sinergia con esso, può all’occorrenza agire da generatore ad alta tensione. Collegato attraverso una cinghia alla puleggia dell’albero motore, oltre a erogare coppia aggiuntiva per alimentare il motore a benzina gestisce il funzionamento del sistema start-stop generando al contempo l’elettricità da convogliare nel pacco batteria.
Il secondo motore elettrico è invece montato sulla trasmissione (più precisamente sulla parte anteriore della scatola) ed è integrato nel cambio automatico: i suoi compiti sono quelli di generare la forza di trazione e di recuperare l’energia in frenata.
La potenza (380 CV) e la coppia (637 Nm) del sistema ibrido sono gestite da due frizioni: quando la prima – situata tra le due unità – è aperta è possibile viaggiare a emissioni zero poiché manca il collegamento meccanico tra motore termico ed elettrico, quando è chiusa le due unità si combinano.
Il sistema ibrido plug-in della Jeep Wrangler 4xe comprende inoltre un modulo IDCM (Integrated Dual Charging Module) che combina un sistema di ricarica della batteria e un convertitore DC/DC. Ultimo, ma non meno importante, l’inverter di potenza alloggiato all’interno del pacco batteria.
Come funziona il sistema ibrido in poche parole
In parole povere la Jeep Wrangler 4xe monta un motore a benzina abbinato a due unità elettriche in grado di generare una potenza complessiva di 380 CV e una coppia totale di 637 Nm. La batteria da 17 kWh garantisce un’autonomia in modalità elettrica di 45 km e può essere ricaricata completamente in meno di tre ore (a 7,4 kWh).
Le modalità di guida sono tre (selezionabili attraverso appositi pulsanti sulla plancia alla sinistra del volante): in Hybrid la 4×4 “yankee” privilegia inizialmente l’energia prodotta dalla batteria e quando gli accumulatori raggiungono il livello di carica minimo o quando il guidatore richiede più potenza il sistema sfrutta il motore a benzina, in Electric l’auto viaggia in elettrico e torna automaticamente in Hybrid quando la batteria raggiunge il livello di carica minimo o quando il pilota preme a fondo il pedale dell’acceleratore e in E-Save viene data la priorità al propulsore termico risparmiando gli accumulatori per utilizzi successivi. Attraverso il sistema Uconnect è inoltre possibile attivare due modalità secondarie di E-Save: Battery Save (consente di mantenere lo stato di carica della batteria per utilizzarla in un secondo momento) e Battery Charge (consente di ricaricare la batteria sino all’80% tramite l’unità a benzina su cui interviene il generatore elettrico abbinato).
Jeep Wrangler 4xe: prezzo buono, dotazione nella media
La Jeep Wrangler 4xe Rubicon protagonista del nostro primo contatto ha un prezzo interessante in rapporto ai contenuti offerti (71.050 euro) e una dotazione di serie nella media della categoria:
Esterni
- Specchietti elettrici e riscaldati
- Cerchi in lega 17×7.5
- Pneumatici 32″ Mud-Terrain
- Paraurti anteriore specifico Rubicon
- Vetri oscurati
- Parafanghi neri
- Finiture Neutral Grey su mascherina
- Pedane Rock rails
- Soft Top Sunrider premium nero
- Fari LED
- Sticker centrale sul cofano con logo 4xe
- Sticker Rubicon ai lati del cofano con tracer blu
Interni
- Clima automatico bizona
- Specchietto elettrocromatico
- Sedili in tessuto premium con cuciture blu
- Sistema Audio 9-speaker Alpine Premium con subwoofer da 552W
- Quadro strumenti 7″ TFT configurabile
- Schermo 8,4″ Uconnect con Android Auto/Apple CarPlay
- Navigatore
- Radio DAB
Funzionalità
- Barra stabilizzatrice anteriore disinseribile
- Assali Dana 44/44
- Bloccaggio dei differenziali ant./post.
- Rock-Trac 4,0:1 4×4 system
- Sospensioni specifiche
- Sensori di parcheggio anteriori
- Telecamera anteriore
- Hill Start Assist
- Selec Speed
- Sensori posteriori con retrocamera
- Active Speed limiter e cruise control
- Technology Group
- Cavo di ricarica domestica mode 2
Jeep Wrangler 4xe: le novità in 5 punti
- Tecnologia ibrida plug-in
- Motore 2.0 turbo benzina da 272 CV
- Due motori elettrici da 63 e 145 CV
- Autonomia in elettrico di 45 km
- Batteria da 17 kWh ricaricabile in meno di 3 ore a 7,4 kWh
Scheda tecnica
Lunghezza | 4,88 metri |
Larghezza | 1,89 metri |
Altezza | 1,90 metri |
Velocità max | 156 km/h |
Bagagliaio | 533/1.910 litri |
Caratteristiche motore | turbo ibrido plug-in benzina, 4 cilindri, 1.995 cc, 380 CV e 637 Nm di coppia |
Prezzo | 71.050 euro |
Come va in fuoristrada
In fuoristrada la Rubicon ibrida plug-in si comporta esattamente come la variante termica: cioè alla grande. Rispetto alla Sahara (già molto valida in off-road) offre chicche come un rapporto di riduzione di 77,2:1, la barra stabilizzatrice anteriore disinseribile, gli assali Dana 44/44, il bloccaggio dei differenziali anteriori e posteriori, il sistema di trazione integrale Rock-Trac (che comprende una scatola di rinvio a due velocità con rapporto delle marce ridotte pari a 4:1) e le sospensioni specifiche. Da non sottovalutare, inoltre, gli pneumatici Mud-Terrain, il paraurti anteriore specifico e le pedane Rock Rails.
Nonostante la batteria montata sotto i sedili posteriori (soluzione che ha portato al loro redesign per consentire di ribaltare in avanti la copertura e facilitare l’accesso agli accumulatori) la leggendaria fuoristrada statunitense offre la stessa capacità di guado – fino a 76 cm a una velocità di 8 km/h – della Unlimited “standard”. Tutti i componenti e i sistemi elettronici ad alta tensione, compresi i cablaggi tra pacco batterie e motori elettrici, sono sigillati e impermeabili.
Per quanto riguarda gli altri numeri troviamo un angolo di attacco di 36,6° (36 per la Unlimited Rubicon 2.0), un angolo di dosso di 21,4° (20,8°), un angolo di uscita di 31,8° (31,4°) e un’altezza da terra di 25,3 cm (25,2).
Come va su asfalto
La Jeep Wrangler 4xe Rubicon protagonista del nostro primo contatto è una fuoristrada dura e pura rivolta agli amanti dell’off-road. Se amate il look della 4×4 “yankee” ma affrontate spesso strade asfaltate il nostro consiglio è quello di puntare sulla Sahara: meno specialistica, più economica, più veloce (177 km/h contro 159) e con pneumatici All-Season più adatti all’uso “normale”.
Su strada emergono tutti i limiti della Wrangler, a cominciare da uno sterzo che si comporta quasi meglio a 130 km/h che a 50: nel primo caso bisogna farsi i muscoli per mantenere la traiettoria (una valida alternativa alla palestra) ma almeno non bisogna correggere spesso come quando si sta ad esempio in città sul pavé.
La Jeep Wrangler 4xe Rubicon predilige le andature rilassate (l’abitacolo poco insonorizzato. le gomme Mud-Terrain e i fruscii marcati dovuti a forme tutt’altro che aerodinamiche non aiutano quando si va forte) ed è poco agile nelle curve: non tanto per il peso – quasi due tonnellate e mezza di orgoglio americano non sono neanche molte considerando i valori raggiunti da alcune grandi SUV ibride plug-in – quanto per tutto il resto (baricentro molto alto, impianto frenante poco potente).
Dove l’abbiamo guidata
Nel nostro primo contatto abbiamo avuto modo di guidare la Jeep Wrangler 4xe tra Torino e Sauze d’Oulx su un percorso molto vario composto da tratti urbani, extraurbani e autostradali. Il tutto condito da un tratto off-road di livello medio affrontato quasi totalmente in elettrico (l’unità a benzina è intervenuta sporadicamente quando abbiamo affondato il piede sul pedale dell’acceleratore), selezionando la modalità 4L (quattro ruote motrici con marce ridotte) con una leva molto dura, bloccando il differenziale posteriore e sbloccando la barra antirollio anteriore.
NON TUTTI SANNO CHE – L’uomo più famoso di Sauze d’Oulx è Piero Gros: ex sciatore (ha vinto, tra le altre cose, la Coppa del Mondo 1974 e la medaglia d’oro in slalom speciale alle Olimpiadi di Innsbruck 1976, gara che assegnava anche il titolo Mondiale) nonché sindaco del comune piemontese dal 1985 al 1990.
Dove vorremmo guidarla
Avremmo voluto analizzare i consumi della Jeep Wrangler 4xe in modalità ibrida a batteria scarica ma all’andata (da Torino a Sauze d’Oulx) ci è stato suggerito di utilizzare la modalità meno efficiente di tutte: la E-Save, quella che privilegia il motore 2.0 a benzina risparmiando gli accumulatori per utilizzi successivi. Il risultato? 8,1 km/l.
Nel viaggio di ritorno abbiamo sì sfruttato la modalità Hybrid ma con la batteria completamente carica: su 90 km di percorso la 4×4 “yankee” è riuscita ad andare completamente in EV per quasi 50 chilometri consentendo una media di consumo all’arrivo pari a 17,5 km/l.
La Jeep Wrangler 4xe può essere un’alternativa a una SUV? Dipende dalla versione scelta (quindi la Sahara e non la Rubicon) e da cosa siete disposti a rinunciare in nome del look: la fuoristrada americana è un mezzo robusto, ruvido e ricco di sostanza che lascia poco spazio al lusso. Un’iconica compagna di viaggio da comprare e tenere a lungo che presenta alcuni alti e bassi alla voce “praticità”: l’abitacolo offre tanto spazio alla testa e alle gambe di chi si accomoda dietro (ma il divano è un po’ stretto per accogliere tre passeggeri) e al capitolo “bagagliaio” – 548 litri che diventano 1.059 quando si abbattono i sedili posteriori – c’è chi se la cava meglio, anche per quanto riguarda l’accessibilità.
Le concorrenti
Audi Q7 55 TFSI e | La Jeep Wrangler 4xe non ha rivali dirette e per questo motivo abbiamo scelto quattro grandi SUV ibride plug-in non specialiste dell’off-road. Come ad esempio la crossover di Ingolstadt: ingombrante e poco agile nel misto ma spaziosa, costosa ma scattante ed efficiente. |
BMW X5 xDrive45e Business | Una grande crossover ibrida plug-in elegante e raffinata da usare solo su asfalto. |
Land Rover Range Rover Sport PHEV SE | Buona in fuoristrada (ma non ottima come la Wrangler) |
Volkswagen Touareg eHybrid Elegance | La variante ibrida plug-in della grande Sport Utility di Wolfsburg – una delle migliori proposte del segmento – è comoda e costruita con cura. Il bagagliaio è grande mentre l’abitacolo presenta alti e bassi (divano largo ma con pochi centimetri per la testa e le gambe). |
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Specchietti retrovisori, come si orientano nella maniera più corretta?
Gli specchietti retrovisori sono strumenti che giocano un ruolo molto importante nella sicurezza alla guida: consentono di poter guardare indietro e di lato senza il bisogno di voltare la testa.
La loro funzione risulta fondamentale in ogni condizione di guida: sulle strade ad alta intensità di traffico come quelle dei grandi centri urbani, ma anche su percorsi dove si tiene una velocità sostenuta quali le autostrade e le superstrade.
Attraverso gli specchietti, il guidatore ha la possibilità di guardare la strada di lato o dietro senza distogliere a lungo lo sguardo dalla direzione in cui sta andando, cosa che costituirebbe un pericolo in termini di sicurezza. Per questo motivo, è bene posizionare in maniera adeguata gli specchietti retrovisori della propria vettura prima di mettersi alla guida, sia nel caso di tratti brevi che di viaggi più lunghi.
L’importanza di regolare gli specchietti retrovisori
L’importanza degli specchietti retrovisori viene insegnata a partire dalla Scuola Guida: basti pensare che secondo le indicazioni fornite dal Ministero dei Trasporti, chi non dovesse sistemare gli specchietti retrovisori prima di immettersi su strada, potrebbe non proseguire con l’esame finalizzato all’ottenimento della patente di guida.
Regolare gli specchietti laterali
Gli specchietti retrovisori delle automobili sono principalmente tre: i due specchietti laterali e quello centrale posto in alto. Sulla maggior parte dei modelli degli ultimi anni, gli specchietti laterali sono regolabili elettronicamente tramite una pulsantiera apposita posizionata quasi sempre alla sinistra del conducente, in prossimità dei comandi dei finestrini oppure sulla parte inferiore della plancia.
Su altri modelli di auto, soprattutto in quelli meno recenti, la regolazione avviene in maniera manuale: in alcuni è presente una levetta all’interno della vettura, mentre in altri bisogna prima abbassare i finestrini.
A prescindere dal tipo di modello, in ogni caso le regole da seguire su come orientare gli specchietti retrovisori laterali sono le stesse: entrambi devono poter offrire la maggio visibilità possibile, lasciando meno di un terzo alla fiancata dell’automobile.
Lo specchietto di sinistra deve essere regolato cercando di inserire nella visuale il parafango sinistro oppure la coda della vettura. Stessa cosa succede per lo specchietto di destra che si può puntare leggermente verso il basso in modo tale da agevolare i parcheggi su quel lato.
Come regolare correttamente lo specchietto retrovisore centrale
A differenza di quelli laterali, lo specchietto retrovisore centrale è sempre dotato di una regolazione manuale. Questo specchietto deve essere orientato in modo tale da consentire di vedere integralmente il lunotto posteriore: solo così si avrà una visione completa della strada dietro la propria vettura e di tutti i mezzi che seguono.
Cosa si vede attraverso gli specchietti retrovisori correttamente orientati
Gli specchietti retrovisori laterali e quello centrale vanno correttamente orientati allo scopo di eliminare il più possibile gli angoli ciechi o i punti morti della visuale: in pratica tutte quelle zone della strada che non sono visibili nemmeno con l’utilizzo congiunto dei tre specchietti e quindi possono rappresentare insidie sia in marcia che durante la fase di parcheggio.
Come capire se gli specchietti retrovisori sono orientati correttamente
In che modo si può capire se gli specchietti retrovisori della propria auto sono orientati in maniera corretta? Un metodo consiste nel farsi superare in auto: se l’auto che effettua il sorpasso non scompare mai completamente dalla vista e passa dallo specchietto retrovisore centrale a quello di sinistra in maniera graduale, allora significa che la regolazione è corretta. In caso contrario bisognerà correggere la posizione dei dispositivi visivi.
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Cosa fare se la chiave si rompe nel blocchetto d’accensione?
Gli inconvenienti in auto sono all’ordine del giorno: alcuni di loro possono riguardare le chiavi. Le automobili più moderne sono dotate della digital key che è più efficace ed efficiente ed evita problemi legati alle serrature. Per chi si trova in possesso di una vettura che presenta il vecchio sistema di apertura delle portiere e accensione, è possibile incappare nella spiacevole situazione della chiave spezzata all’interno della serratura.
Questo tipo di incidente può risultare più problematico di altri, in quanto rischia di impedire l’accensione della propria automobile e, nel caso delle portiere, impedisce di entrare all’interno dell’abitacolo. Ecco come risolvere il problema della chiave spezzata in maniera autonoma.
Chiave auto spezzata nella serratura: come estrarla
Il problema della chiave spezzata nella serratura della propria auto può essere risolto ricorrendo a diversi metodi, tutti accomunati dallo stesso principio: utilizzare un terzo strumento per far aderire la superficie sulla chiave. In questo modo si va ad estrarre con delicatezza la parte della chiave rimasta incastrata, così da poter tornare a utilizzare la serratura della portiera o quella dell’accensione con la chiave di riserva.
C’è un’operazione preliminare da compiere per rimuovere una chiave rotta nel blocchetto di accensione della propria auto: quella di andare lubrificare il blocchetto con un prodotto specifico che non sia a base di grafite. Tale fase risulta estremamente importante per poter sfilare la chiave all’interno della serratura i vari oggetti. A questo punto si utilizza la porzione di chiave rotta, riposizionandola all’interno del blocchetto per usarla come guida.
Accensione auto, estrarre la chiave rotta con un filo
Un altro metodo per estrarre la chiave dell’auto rotta nel blocchetto dell’accensione prevede l’utilizzo di un filo metallico: questo filo deve essere sottile per poter passare all’interno della serratura, ma allo stesso tempo deve essere abbastanza rigido per poter adempiere al suo dovere. Attraverso il filo, muniti di tanta pazienza e di una buona manualità, è possibile estrarre la chiave rimasta incastrata.
Chiave auto incastrata: come estrarla con una graffetta
Anche la graffetta è un ottimo strumento che può aiutare a risolvere il problema. In questo caso si va a riposizionare la parte di chiave rimasta nella serratura al fine di fungere da guida per la graffetta che lentamente viene inserita nella serratura. Una volta che la graffetta è aderente alla chiave, si procede a estrarre lentamente il moncone rimasto nel blocco.
In alternativa è possibile provare a fare la stessa operazione utilizzando la lama di un seghetto. In questo caso la lama serve per fare da leva, andando poi a cercare di afferrare i denti della chiave con una piccola rotazione della lama stessa.
I rimedi alternativi per estrarre la chiave rotta nel blocchetto d’accensione
Per provare a estrarre la chiave rotta nel blocchetto d’accensione della propria auto e tornare così ad accendere il motore e utilizzare la vettura senza problemi, si può utilizzare anche una pinza: l’importante è che questa abbia le punte sottili e sufficientemente lunghe.
Il metodo con la pinza prevede di cercare di allargare il blocchetto andando a posizionare le punte tra la chiave e le pareti della serratura. Bisogna tenere bene a mente che questo tipo di operazione comporterà una sorta di dilatazione del buco della serratura: si consiglia, dunque, di non utilizzarlo come primo metodo per estrarre la chiave rotta, ma di ricorrere alle pinze solo come rimedio d’emergenza.
Chiave auto incastrata: l’importanza della prevenzione
Come per tanti altri piccoli o grandi inconvenienti che possono succedere in auto, anche per le chiavi vale la stessa parola d’ordine: la prevenzione. Il principio del “prevenire è meglio che curare” ha sempre una grande valenza: nel caso delle chiavi è opportuno provvedere a una preventiva lubrificazione del cilindro della serratura, così da favorire l’uscita dell’oggetto ed eliminare ogni tipo di ostruzione che possa causare problemi.
Per quanto i metodi precedentemente indicati possano risultare efficaci nella maggior parte dei casi, è sempre consigliabile rivolgersi a un professionista nel caso in cui non si è sicuri di poter risolvere il problema in maniera autonoma, oppure qualora si sia sprovvisti dei giusti strumenti. Il rischio di sbagliare e magari andare a complicare ulteriormente il problema, infatti, è sempre dietro l’angolo.
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Tutti i consigli per creare una playlist perfetta per un viaggio in auto
Musica e automobili formano un connubio perfetto: che sia per un viaggio lungo oppure per uno spostamento più breve, ascoltare le proprie canzoni preferite in auto rappresenta uno dei grandi piaceri della guida.
La musica ha il grande potere di aiutare a rilassarsi durante la guida, ma allo stesso tempo può dare la giusta carica per affrontare una giornata faticosa. Durante i viaggi notturni è una fedele compagna che aiuta a mantenere la concentrazione.
Ognuno ha i suoi gusti e le sue preferenze in fatto di generi musicali. Creare una playlist da ascoltare in macchina offre la possibilità di dare sfogo alle proprie passioni ma anche di scoprire nuovi artisti e nuove canzoni. Ecco alcuni consigli sulle playlist da creare per la propria vettura, sia in vista di una lunga vacanza che per una breve fuga dalla routine quotidiana.
Creare una playlist per un viaggio in auto: la musica migliore
La prima cosa da fare quando si prepara una playlist da portare con sé in auto è decidere il mood che si intende dare al proprio viaggio e di conseguenza il genere da ascoltare.
Se si parte per un’avventura all’insegna della scoperta e dell’energia, il genere musicale più adatto sarà sicuramente il rock. Chi parte per una vacanza immerso nella natura e vuole trascorrere giornate in piena atmosfera Zen, troverà più congeniale un sottofondo di musica lounge.
Per un lungo viaggio in famiglia, invece, l’ideale sono le canzoni da poter cantare a squarciagola, come i grandi classici della musica leggera italiana o gli intramontabili tormentoni dell’estate.
Playlist per un viaggio in auto: canzoni rock che danno la carica
Il rock è il genere perfetto per una playlist in grado di dare la carica giusta: non c’è niente di meglio di un lungo assolo di chitarra per iniziare il viaggio verso la meta scelta per la vacanza.
Alcuni classici senza tempo non possono non far parte della propria playlist: Highway to Hell degli Ac/Dc, Eye of the Tiger dalla colonna sonor di Rocky III e My Sharona dei The Knack sono tra le canzoni rock più adrenaliniche da ascoltare in macchina.
Per assaporare il gusto del viaggio, inoltre, non possono mancare le intramontabili Sweet Home Alabama dei Lynyrd Skynyrd e The Passenger di Iggy Pop. Se poi la destinazione delle vacanze è il mare, appena arrivati non c’è nulla di meglio di Surfin’ USA dei Beach Boys per entrare in clima spiaggia.
Le canzoni da relax per la propria playlist in auto
Si cambia marcia, invece, se il mood del viaggio è all’insegna del relax. In questo caso, i Dire Straits sono perfetti per la propria playlist, su tutti Down to the Waterline. Tra le canzoni soft consigliate ci sono anche Hotel California degli Eagles, Everybody’s Talkin’ di Harry Nillson e Losing My Religion dei REM.
Se si vuole puntare su artisti più recenti, sono consigliate anche Summer Paradise dei Simple Plan, Budapest di George Ezra e Photograph di Ed Sheeran.
Come creare una playlist per cantare in auto
I grandi classici della canzone italiana e i tormentoni dell’estate, infine, assicurano un viaggio all’insegno del divertimento. Inserirli nella playlist significa passare ore in auto a cantare in squarciagola insieme a tutta la famiglia. Su tutti Lucio Battisti con Sì, viaggiare, ma anche Alta Marea di Antonello Venditti o Rotolando Verso Sud dei Negrita, perfetta per una destinazione balneare.
Sono canzoni ideali da ascoltare in auto anche Ma il cielo è sempre più blu di Rino Gaetano e Buon Viaggio di Cesare Cremonini. Una volta creata la playlist non resta che controllare le gomme, caricare i bagagli in auto e partire per le vacanze.
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A quanto ammonta la multa se tengo le gomme invernali in estate?
Le gomme invernali non possono essere tenute sull’auto durante la stagione estiva, quando arriva il caldo infatti può essere pericoloso per la circolazione non procedere con il cambio gomme. Oltretutto si rischia una multa molto salata, il ritiro della carta di circolazione e anche la possibilità che la compagnia assicurativa non risarcisca il soggetto che commette l’illecito in caso di sinistro.
Ricordiamo che le gomme invernali sono facoltative, essendoci infatti la comoda alternativa di avere le catene da neve sempre a bordo. Sulle gomme estive invece non possiamo sbagliare. Si tratta di un vero e proprio obbligo da cui si può ‘scappare’ solo se si sceglie di montare per la propria auto le gomme All Season.
Il proprietario del mezzo ha la responsabilità per quanto riguarda il cambio degli pneumatici.
Quando sono vietate le gomme invernali
Il Codice della Strada fissa come periodo per tenere gli pneumatici invernali quello che va dal 15 ottobre al 15 aprile. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha introdotto un mese di transizione, quindi è possibile procedere al cambio gomme fino al 15 maggio. Nel periodo che va dal 15 aprile al 15 maggio l’utente con pneumatici invernali, se fermato dalle Forze dell’Ordine, non viene multato ma avvertito.
Circolare con gomme invernali d’estate: le sanzioni
Se un soggetto viene fermato con pneumatici invernali dopo il 15 maggio, allora rischia una sanzione amministrativa che va da un minimo di 422 euro a un massimo di 1.682 euro, al quale può essere aggiunta anche la sanzione accessoria del ritiro del libretto di circolazione.
In caso di sospensione della carta di circolazione, il documento stesso viene ritirato dall’agente che accerta la violazione, che intanto rilascia un permesso provvisorio di circolazione solo per il periodo di tempo che serve al conducente per guidare l’auto fino al luogo di custodia indicato.
Il periodo di sospensione della carta di circolazione è variabile e viene deciso sulla base della gravità della violazione, del danno causato (eventuale) e del pericolo che potrebbe provocare la circolazione con gomme invernali d’estate.
Ritiro del libretto: come fare ricorso
Se l’organo competente non decide i tempi del ritiro entro 15 giorni, allora il titolare dell’auto può chiedere che gli venga riconsegnata la carta di circolazione dell’auto. È chiaro che se il conducente dovesse venire fermato nuovamente con le gomme invernali durante l’estate, rischia un’ulteriore sanzione.
Si può fare ricorso contro la sospensione del libretto al Prefetto, che può confermare la regolarità della sanzione accessoria e far continuare il fermo dell’auto o chiedere la restituzione della carta di circolazione. Cosa rischia chi circola nonostante la sospensione della carta di circolazione? Una multa che va da un minimo di 2.045 euro a un massimo di 8.186 euro.
Ricorso per sanzione a chi circola con gomme invernali d’estate
Si deve seguire lo stesso iter previsto per fare ricorso a qualsiasi multa presa a bordo di un’auto:
- ricorso in autotutela, in questo caso la multa è chiaramente ingiusta o presenta errori macroscopici (come la targa o il nome del proprietario) che la rendono nulla. Basta fare una richiesta all’ufficio che ha emesso la sanzione, che deve annullarla o correggerla;
- si può altrimenti fare ricorso al Prefetto, all’ufficio locale del territorio o direttamente a chi ha comminato la multa; deve essere fatto entro e non oltre 60 giorni.
Il Prefetto può adottare, entro 120 giorni, un’ordinanza motivata che obbliga il ricorrente a pagare una somma non inferiore al doppio del minimo per ogni violazione, compreso il pagamento delle spese (entro 30 giorni). Se invece il Prefetto riconosce le ragioni del ricorrente può archiviare la pratica. Entro 30 giorni è possibile eventualmente presentare ricorso al Giudice di Pace contro l’ingiunzione di pagamento del Prefetto.
Questo tipo di ricorso ha un costo che deve essere anticipato quando si presenta la domanda. Il Giudice di Pace può accogliere il ricorso, dichiararlo inammissibile o rigettarlo fissando una sanzione a carico del ricorrente.
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Toyota, la tecnologia sigla per sigla
Il marchio Toyota è molto amato dagli automobilisti italiani: in pochi anni la Casa giapponese ha saputo conquistare il pubblico grazie alla tecnologia ibrida e a una gamma ricca di modelli affidabili per tutti i gusti e tutte le tasche.
Di seguito troverete un glossario per capire meglio cosa significano le sigle che identificano tutti gli accessori tecnologici presenti sulle auto Toyota.
A
A-TRC
La sigla A-TRC identifica il controllo della trazione.
ACA
L’ACA è il controllo della frenata nelle curve ad alta velocità.
ACC
La sigla ACC (acronimo di Adaptive Cruise Control) identifica il cruise control adattivo.
AHB
La sigla AHB (acronimo di Auto High Beam) identifica gli abbaglianti automatici.
ASL
L’ASL (acronimo di Adaptive Speed Limiter) è il limitatore di velocità intelligente.
AVAS
L’AVAS (acronimo di Acoustic Vehicle Alerting System) è un sistema acustico di avviso presenza veicolo montato dalle auto ibride ed elettriche.
AVS
La sigla AVS identifica le sospensioni adattive variabili.
AWD-i
La sigla AWD-i è usata per identificare le ibride Toyota a trazione integrale.
B
BA
Il BA (acronimo di Brake Assist) è l’assistente alle frenate di emergenza.
BSM
Il sistema BSM (acronimo di Blind Spot Monitor) è il rilevatore dell’angolo cieco.
C
Crawl Control
Il sistema di avanzamento controllato Crawl Control permette al conducente, durante la guida in fuoristrada, di concentrarsi unicamente sul volante senza la necessità di dover intervenire su acceleratore e freno.
D
DAC
Il DAC è il sistema di antislittamento in discesa.
Drive Mode Select
Il Drive Mode Select Toyota prevede diverse modalità di guida su asfalto.
E
E-CVT
La sigla E-CVT è usata per identificare il cambio delle ibride Toyota.
E-TRC
La sigla E-TRC identifica il controllo elettronico della trazione.
Easy Flat System
L’Easy Flat System prevede l’abbattimento dei sedili al livello del pavimento.
EBD
L’EBD è il ripartitore elettronico della forza frenante.
ECB
L’ECB è il sistema di controllo della frenata gestito elettronicamente,
EPB
L’EPB è il freno di stazionamento elettrico.
ESA
L’ESA (acronimo di Emergency Steering Assist) è l’assistente alla sterzata d’emergenza.
ESC
L’ESC è il controllo elettronico della stabilità.
H
HAC
L’HAC (acronimo di Hill start Assist Control) è l’assistente alle ripartenze in salita.
I
i-ACC
L’i-ACC (acronimo di Intelligent Adaptive Cruise Control) Toyota è un cruise control adattivo Full Range con Stop&Go.
ICS
La sigla ICS (acronimo di Intelligent Clearance Sonar) identifica i sensori di parcheggio con frenata automatica anticollisione.
Intelligent Parking assist
L’Intelligent Parking assist controlla lo sterzo, l’accelerazione, la frenata e la trasmissione durante le manovre.
IS
La sigla IS (acronimo di Intersection support) identifica l’assistente alle intersezioni stradali.
K
KDSS
La sigla KDSS (acronimo di Kinetic Dynamic Suspension System) identifica le sospensioni idrauliche a controllo elettronico.
L
LCA
Il Lane Change Assist (LCA) Toyota è un sistema di assistenza al mantenimento di corsia e comprende il BSM e l’RCTA-B.
LDA
La sigla LDA (acronimo di Lane Departure Alert) identifica l’avviso di superamento involontario della corsia con sterzata attiva.
LSD
L’LSD è il differenziale a slittamento limitato Torsen bloccabile elettricamente.
LTA
L’LTA (acronimo di Lane Trace Assist) è un sistema di mantenimento attivo della corsia.
M
MTM
Il Multi-Terrain Monitor (MTM) permette di avere durante la guida in fuoristrada un quadro istantaneo di ciò che si trova intorno alla vettura grazie all’ausilio di quattro telecamere esterne.
MTS
Il sistema MTS (acronimo di Multi-Terrain Select) prevede diverse modalità di guida in off-road.
MyT
MyT è una app che si integra con le tecnologie di bordo Toyota.
P
Panoramic View Monitor
Il Panoramic View Monitor combina le immagini catturate da quattro telecamere per creare una visuale3D a 360° di tutto ciò che circonda l’auto.
PCS
Il PCS (acronimo di Pre-Collision System) è un sistema pre-collisione con riconoscimento pedoni (diurno/notturno) e ciclisti.
Power back door
Il Power back door è il portellone posteriore ad azionamento elettrico.
R
RCTA
L’RCTA (acronimo di Rear Cross Traffic Alert è l’avviso di presenza ostacoli posteriori in uscita da un parcheggio.
RCTA-B
Il Rear Cross Traffic Alert Brake (RCTA-B) è l’avviso di presenza ostacoli posteriori con frenata automatica.
RECW
L’RECW (acronimo di Rear End Collision Warning) è un sistema di avviso collisione posteriore.
RSA
Il sistema RSA (acronimo di Road Sign Assist) riconosce i segnali stradali.
S
Safety Sense
Safety Sense è un pacchetto Toyota di dispositivi di assistenza alla guida.
SIPA
Il SIPA (acronimo di Simple Intelligent Parking Assist) è un sistema intelligente di assistenza al parcheggio che include i sensori di parcheggio anteriori e posteriori e l’ICS.
SkyView
Lo SkyView è il tetto apribile panoramico.
Smart Entry&Start
Il sistema Toyota Smart Entry&Start permette di aprire e avviare la vettura tenendo la chiave in tasca.
Smart Rear View Mirror
Lo Smart Rear View Mirror è lo specchietto retrovisore con schermo e telecamera integrata sul lunotto.
T
Toyota Traction Select
Il Toyota Traction Select permette al guidatore di cambiare la risposta di motore, acceleratore e controllo di stabilità in base al tipo di superficie sulla quale la vettura sta viaggiando.
TPS
Il TPS è un altro nome per indicare il sistema di monitoraggio della pressione degli pneumatici.
TPMS
Il TPMS è il sistema di monitoraggio della pressione degli pneumatici.
TPWS
Il TPWS (acronimo di Tire Pressure Warning System) è un altro nome per identificare il sistema di monitoraggio della pressione degli pneumatici.
TRC
Il TRC non è altro che il controllo della trazione.
TSC
Il TSC è il controllo elettronico del rimorchio.
V
VFC
Il VFC è il servosterzo ad assistenza variabile.
VSC+
La sigla VSC+ identifica il controllo elettronico della stabilità.
W
WIL
Il WIL (acronimo di Whiplash Injury Lessening) è il sistema di protezione dal colpo di frusta.
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Come trasportare una eBike in auto?
Gli amanti delle gite in bicicletta o con l’eBike hanno il costante il desiderio di esplorare nuovi posti e percorsi, per questo hanno l’esigenza di caricare la propria bici in auto. Niente di complicato, ovviamente però servono l’attrezzatura giusta e anche le dovute precauzioni per poterla portare sempre con sé senza danneggiarla e soprattutto viaggiando in piena sicurezza.
Trasportare l’eBike dento l’auto: vantaggi e svantaggi
Portare la bici nell’automobile è il sistema più pratico, infatti in quasi tutte le macchine ci stanno almeno due persone e due bici, basta riuscire a capire come ottimizzare al meglio lo spazio.
In questo caso i vantaggi sono:
- la bicicletta è protetta in caso di pioggia, e anche dai raggi solari e dal freddo;
- l’eBike è inoltre protetta in caso di incidente, soprattutto nei tamponamenti. In questi casi le assicurazioni tendono a risarcire meno possibile se le bici danneggiate si trovano sul portabici posteriore;
- si evitano i furti o almeno si riducono, soprattutto durante le piccole soste per il rifornimento o per una pausa in autogrill durante il viaggio;
- viaggiare ad alta velocità non è un problema, l’aerodinamica dell’auto infatti non viene intaccata.
Ci sono però degli svantaggi da considerare:
- caricare l’eBike o qualsiasi bici in auto significa anche rovinare e/o sporcare gli interni, se non si mettono delle coperte, delle protezioni apposite o delle sacche porta bici;
- per caricare la bicicletta in macchina la maggior parte delle volte è necessario smontarla, rimuovendo almeno una ruota.
Attenzione: legate bene il carico con una cinghia apposita, in caso di sinistro o di tamponamento le bici, spostandosi, possono ferire i passeggeri.
Consigli utili per trasportare la bici o eBike in auto
Come viaggiare con la bicicletta in macchina senza rischi:
- proteggere gli interni con un telo robusto da mettere sul fondo del bagagliaio per evitare danni;
- usare una sacca per bici per proteggere le ruote e evitare che sporchino e graffino la macchina;
- portare con sé una spazzola per togliere il grosso dello sporco dal telaio della bicicletta;
- una volta smontata la ruota, se necessario per caricare la bici in auto, ricordate di rimettere i perni passanti dentro il telaio o la forcella, per evitare inconvenienti;
- usare pluriball o un altro materiale da mettere tra una bici e l’altra per prevenire graffi e danni al telaio durante il trasporto.
Caricare la eBike in auto: i portabici
Se non vuoi o non puoi caricare la bicicletta dentro la macchina, allora puoi usare il portabici che consente trasportarla al di fuori del veicolo stesso.
È comodo perché non toglie spazio interno all’auto, oltretutto la bici sta fuori e quindi non sporca e non rovina gli interni della macchina. C’è un grande problema, ed è il fatto che la bici è esposta alle intemperie oltre che al rischio di furto.
Il portabici richiede anche una particolare attenzione nella guida, soprattutto in curva. Ne esistono differenti tipologie in commercio, che possono essere adattate ai vari modelli di auto:
- innanzitutto ci sono i portabici da tetto, semplici e compatibili con quasi tutti i veicoli. Servono solo le barre portatutto compatibili per poterlo montare in pochi minuti;
- portabici da portellone, si fissa sul portellone ed è uno dei più amati dai ciclisti, soprattutto per la grande facilità di carico delle eBike e biciclette;
- portabici da gancio traino, uno dei più comodi, si monta e smonta in pochi secondi e non danneggia l’auto. Questi portabici hanno la replica di luci e targa e quindi non necessitano del cartello di carico sporgente (come avviene invece spesso con quelli da portellone).
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Come combattere il caldo in auto (senza esagerare con l’aria condizionata)
È arrivata la stagione estiva e tante persone sono già in vacanza oppure si stanno preparando alla partenza verso le mete di mare o montagna. Viaggiare d’estate, si sa, ci pone davanti a un grande problema: il caldo intenso in auto. Cerchiamo quindi di darvi qualche consiglio utile per combattere la calura in macchina, senza abusare dell’aria condizionata, esagerare non fa mai bene.
Quali sono i rischi del caldo in auto
Lasciare la macchina parcheggiata al sole significa (in base ai tempi) ritrovarla con una temperatura interna che supera anche di 15° quella esterna, arrivando persino oltre i 50 gradi nei mesi più caldi, dopo ore sotto i raggi del sole.
Per questo motivo attenzione: non dovete mai stare in auto ad aspettare, nemmeno per pochi minuti. Questo riduce chiaramente il pericoloso rischio di collassi o di svenimenti. Nonostante i finestrini abbassati infatti purtroppo la temperatura può aumentare parecchio, il sole scalda la lamiera e tutti gli elementi in plastica nera dell’interno della macchina, quindi il volante, il cambio, il freno a mano, la plancia, il cruscotto. Tutte queste parti dell’auto assorbono i raggi solari e restituiscono calore all’interno dell’abitacolo.
I migliori trucchi e consigli per evitare il caldo eccessivo in auto
Vediamo come evitare che la temperatura nell’abitacolo diventi troppo elevata:
- per prima cosa cerca un parcheggio all’ombra, se possibile. Chiaramente questo è il miglior modo per evitare il surriscaldamento;
- attenzione allo sbalzo termico, che può provocare pericolosi malesseri. L’aria condizionata è piacevole quando fa caldo fuori, ma evita di abbassare la temperatura del climatizzatore oltre 6° di differenza rispetto all’esterno. Attenzione alla manutenzione dell’impianto, per evitare problemi e malfunzionamenti improvvisi;
- se è possibile prevederlo, evita di viaggiare nei giorni più caldi. L’asfalto stradale assorbe il calore ben cinque volte di più rispetto all’erba e alla terra e crea così quella che possiamo definire “isola di calore”, con disagi anche gravi soprattutto per chi resta fermo nel traffico;
- per evitare il surriscaldamento dell’auto in sosta è bene anche usare le precauzioni che possiamo trovare in commercio, come gli schermi argentati da mettere sul parabrezza. Possono essere applicati schermi oscuranti o pellicole sul lunotto posteriore e sui finestrini laterali per filtrare al meglio la maggior parte dei raggi solari, abbassando la temperatura nell’abitacolo dell’auto;
- altro consiglio importantissimo per conducente e passeggeri è quello di bere molto per idratarsi durante le giornate più calde, quindi è utile tenere sempre a bordo dell’auto un’abbondante scorta di acqua. Sudare tanto, anche se con l’aria condizionata magari non lo si percepisce, porta a una profonda disidratazione e causa mal di testa, vertigini e sonnolenza. Si può decidere di portare con sé una borsa termica, per avere acqua sempre fresca con sé, oppure un’altra tattica consiste nell’avvolgere la bottiglia con della stoffa bagnata e tenerla davanti a una bocchetta di ventilazione; in questo modo l’acqua mantiene una temperatura fresca;
- e il rimedio che arriva dal Giappone chi lo conosce? Prima di salire in auto i giapponesi consigliano di abbassare un finestrino senza aprire la portiera e pompare fuori l’aria calda aprendo e chiudendo lo sportello del lato opposto con il finestrino alzato, più volte. In questo modo pare che si riesca a velocizzare il ricambio d’aria, facendo abbassare la temperatura in pochi secondi.
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