In moto in due, come comportarsi: le norme del Codice della Strada
Siamo nel pieno della stagione estiva, le temperature si sono alzate, iniziano le ferie per la maggior parte degli italiani. Tanti partono in auto, alcuni si affidano ai mezzi quali treni e aerei, altri ancora in camper (mezzo molto più usato per le vacanze oggi, soprattutto dallo scorso anno, dopo la pandemia Covid-19). E poi ci sono i soliti centauri, gli appassionati di due ruote, che programmano i loro viaggi in moto. All’articolo 170 del Codice della Strada viene disciplinato il trasporto di persone e di oggetti sui veicoli a motore a due ruote. Vediamo tutto quello che bisogna sapere.
Viaggi in moto in due: braccia e gambe libere
La prima cosa chiarita nel Codice della Strada riguarda la libertà di movimento dei motociclisti. Per legge infatti sui motocicli e sui ciclomotori a due ruote il conducente deve avere il pieno e libero uso delle braccia, delle mani e delle gambe. Altra cosa fondamentale è la postura, il pilota deve stare seduto in posizione corretta e deve reggere il manubrio con entrambe le mani, con una mano sola esclusivamente in caso di necessità, quindi per le opportune manovre oppure quando è necessario fare segnalazioni di svolta e/o cambi direzione. Nessun guidatore può procedere sollevando la ruota anteriore.
Trasporto di altre persone in moto: cosa dice la legge
Sui veicoli cui al comma 1, motocicli e ciclomotori, è vietato il trasporto di minori di 5 anni. Sui ciclomotori inoltre non è possibile per legge trasportare altre persone oltre al conducente, a meno che il posto per il passeggero sia espressamente indicato nel certificato di circolazione e che il conducente abbia un’età superiore a 16 anni.
Su questa tipologia di mezzi a due ruote, un eventuale passeggero trasportato dal conducente deve essere seduto in modo stabile ed equilibrato, nella posizione determinata dalle attrezzature apposite del mezzo stesso (abbiamo visto tra l’altro di recente anche alcuni accorgimenti da tenere presente per la guida quando si trasporta un passeggero, per guidare in tutta sicurezza per se stessi e per gli altri).
Traino di altri mezzi e trasporto di oggetti
I conducenti dei veicoli di cui al comma 1 hanno il divieto di trainare o farsi trainare da altri veicoli. Non è assolutamente possibile inoltre trasportare oggetti se questi non sono solidamente assicurati; non devono oltretutto sporgere lateralmente rispetto all’asse del veicolo o longitudinalmente rispetto alla sagoma dello stesso di oltre 50 centimetri, in questi casi altrimenti impedirebbero o limiterebbero la visibilità al conducente. Entro questi limiti però è possibile, secondo quanto dichiarato dal Codice della Strada, trasportare in moto degli animali, l’importante è che siano assolutamente custoditi in una gabbia apposita o altro contenitore.
Le multe per chi viola le disposizioni all’art. 170 del CdS
I soggetti che guidano la loro moto violando le disposizioni appena descritte rischiano la sanzione amministrativa del pagamento di una somma che va da un minimo di 83 a un massimo di 332 euro.
Chi viola le disposizioni del comma 1-bis (divieto di trasporto di minori di anni 5) rischia la sanzione amministrativa del pagamento di una somma da 165 a 660 euro.
Se le violazioni al comma 1 sono commesse da conducente minore di 16 anni e per le violazioni del comma 2 (trasporto di persone) alla sanzione pecuniaria amministrativa si aggiunge anche il fermo amministrativo del veicolo per 60 giorni. Se durante un biennio un ciclomotore o un motociclo commette per almeno due volte una delle violazioni previste dai commi 1 e 2, il fermo è di 90 giorni.
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Che cos’è la polizza atti vandalici e cosa copre nello specifico?
Parliamo di Rc Auto e di garanzie accessorie, coperture assicurative aggiuntive e facoltative, che servono per salvaguardare il proprio mezzo e la sua integrità. Oggi facciamo un focus sulla polizza contro gli atti vandalici, che copre l’auto da danneggiamenti materiali, riportati in seguito a eventi vandalici. È consigliata soprattutto per chi vive nelle grandi città o in zone soggette a questa tipologia di problematiche.
Cosa copre la polizza atti vandalici
Non deve essere confusa con l’assicurazione contro gli eventi sociopolitici, perché copre contro gli atti vandalici generici, non quelli riconducibili a delle cause specifiche. La copertura atti vandalici garantisce il risarcimento all’assicurato nel caso in cui l’auto subisca danni causati da persone, chiaramente il premio assicurativo aumenta se si aggiunge questa polizza.
L’assicurazione atti vandalici copre i danneggiamenti a seguito di atti vandalici compiuti da gruppi o da singole persone oppure da ignoti. Interessa il rimborso integrale del valore commerciale del mezzo, per eventuale distruzione totale, ma anche le riparazioni da effettuare per episodi di lieve entità. In alcuni casi l’assicurato deve rivolgersi presso l’officina convenzionata con la compagnia assicurativa per effettuare le riparazioni.
Limiti e esclusioni della polizza atti vandalici
Ci sono dei vincoli riportati nel contratto e specificati dalle normative di legge vigenti, che riguardano:
- franchigia;
- esclusioni;
- massimali.
I massimali sono importi di rimborso massimi previsti dalla polizza, oltre i quali l’assicurazione non copre il valore eccedente la soglia decisa. La franchigia invece è il limite minimo entro il quale non scatta la copertura assicurativa. Le esclusioni riguardano i danneggiamenti non provocati da un atto vandalico.
Atti vandalici: come funziona questa polizza
Nel momento in cui si attiva la copertura, al verificarsi dell’evento si può chiedere il risarcimento del danno all’assicurazione, come avviene per qualsiasi tipologia di contratto assicurativo.
Come ottenere il risarcimento:
- scattare delle foto del veicolo e un video per dimostrare il danno;
- procedere alla denuncia alle Forze dell’Ordine;
- fare la richiesta alla propria compagnia di assicurazione, con la copia della denuncia fatta alle autorità.
Cosa bisogna comunicare? Il luogo in cui è avvenuto il danno, il numero della polizza e bisogna consegnare le foto. In genere poi la compagnia assicurativa nomina un perito per la valutazione dell’entità del danno, in base al quale viene riconosciuto il risarcimento.
Garanzia accessoria atti vandalici: i costi
Il costo di questa polizza aggiuntiva viene calcolato in base al valore dell’auto e al rischio di eventi sociali a carattere doloso nella zona di residenza.
Altri fattori che possono influire sul costo:
- sistemazione notturna del mezzo;
- tipo di utilizzo;
- modalità di parcheggio dell’auto nelle ore diurne infrasettimanali.
I documenti richiesti per stipulare la polizza atti vandalici
Servono pochi documenti per la stipula:
- l’attestato di rischio del veicolo;
- il libretto di circolazione dell’auto;
- la carta d’identità dell’assicurato (o altro documento di riconoscimento).
Come chiedere il risarcimento
Per fare la richiesta di risarcimento all’assicurazione bisogna mandare immediatamente una comunicazione usando il Servizio Clienti o la Centrale Operativa. In genere bisogna comunicare:
- dati personali;
- localizzazione del luogo dove è avvenuto l’incidente;
- estremi della polizza assicurativa.
Come abbiamo già detto in precedenza, è obbligatorio fare la denuncia alle Forze dell’Ordine e inviarne una copia tramite posta raccomandata o certificata. Attenzione: leggere sempre bene il contratto e informarsi sui vincoli e sulle procedure da seguire perché possono cambiare a seconda della compagnia assicurativa scelta.
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Moto, sabbia e salsedine: come prevenire i danni
L’estate è arrivata e per molti di voi può essere utile sapere come proteggere la propria moto dalla sabbia, dalla salsedine, dal sole ma anche dalla resina, soprattutto se si viaggia con la propria due ruote anche nelle zone di mare.
La moto infatti è l’ideale per viaggiare; gli itinerari per le due ruote, in Italia e all’estero, sono davvero molti. Quando si parte, soprattutto durante l’estate, la moto ha molti nemici, agenti atmosferici tipici della stagione, che possono però danneggiare il veicolo. Vediamo quindi tutto quello che dobbiamo sapere per proteggere la propria moto.
Raggi del sole: come comportarsi per non rovinare la moto
Se si è in vacanza in moto e si ha la necessità di lasciarla ferma per diverse ore, soprattutto quando si va in spiaggia, e non si ha la disponibilità di un parcheggio coperto, allora è utile proteggerla dal sole. La carrozzeria infatti può scolorirsi, la sella si può rovinare, e lo stesso può succedere ai blocchetti dei comandi. Usare il telo coprimoto è la soluzione più frequente, si può anche sostituire con elementi d’emergenza come asciugamani e lenzuola in cotone. Altrimenti è possibile passare sulla moto dei prodotti appositi come cere e lucidanti che creano un film protettivo dai raggi ultravioletti.
Come proteggere la moto dalla salsedine nelle zone di mare
Anche la salsedine, come i raggi del sole, può rovinare la carrozzeria di auto e moto, come abbiamo già visto. E così, è utile sapere come rimuoverla in tempo per non far arrugginire tutte le parti esposte. Il sale e la salsedine rimasti in superficie possono essere eliminati anche semplicemente lavando la moto con un buon detergente, utilizzando un morbido panno in microfibra in maniera delicata.
Attenzione: pulite bene anche gli angoli più nascosti, per evitare che la moto si rovini. Non usate l’acqua calda o prodotti troppo aggressivi, rischiereste altrimenti di peggiorare la situazione. Se non riuscite invece a eliminare tutta la salsedine così, allora usate acqua fredda e carta abrasiva, smontate le parti incrostate e grattate per bene. Ripassate infine con del sapone neutro. Affidatevi altrimenti ai prodotti specifici per la rimozione di sale e salsedine che potete trovare in commercio.
Sabbia e resina: come proteggere la moto
Primo nemico della moto durante l’estate, soprattutto se si va in vacanza al mare, ma anche al lago, è la sabbia. I granelli sono molto fini e riescono a infilarsi con facilità in ogni angolo, anche il più piccolo. La sabbia però è pericolosa per la moto; il motivo? Può graffiare la carrozzeria, rovinandola.
Il nostro consiglio è quello di usare un’aspirapolvere, anche portatile, per eliminare tutti i granelli alla fine di ogni giornata. Li trovate infatti dappertutto, si insinuano in ogni pertugio, ed è meglio eliminarli subito, giorno per giorno.
Altro problema? La resina. Spesso d’estate infatti, per proteggere la moto dal sole, si decide di parcheggiarla sotto agli alberi, nelle zone d’ombra. Qui però cade spesso la resina, molto appiccicosa e difficile da togliere da qualsiasi superficie.
Vediamo alcuni consigli per riuscire a eliminarla da auto e moto:
- usare un detergente e un panno appositi per lavare le superfici e poi asciugare per bene;
- usare degli oli vegetali, come quello d’oliva, per sciogliere le macchie di resina più ostinate;
- comprare dei prodotti specifici per la rimozione della resina.
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Automobili e pedoni: che cosa dice il Codice della Strada?
L’articolo 191 del Codice della Strada detta le regole di comportamento dei conducenti di veicoli a motore nei confronti dei pedoni su strada. Vediamo tutto quello che bisogna sapere.
Pedoni e auto: regole per la circolazione stradale
Quando il traffico non è regolato da semafori oppure da agenti di Polizia, allora i conducenti dei veicoli che circolano su strada devono fermarsi quando i pedoni stanno camminando sugli attraversamenti perdonali.
Non è tutto, hanno anche l’obbligo di dare la precedenza, rallentando o fermandosi quando necessario, a tutti i pedoni che si preparano ad attraversare sugli stessi attraversamenti pedonali. È l’obbligo che sussiste anche per tutti i conducenti che svoltano per entrare in un’altra strada al cui ingresso si trova un attraversamento pedonale, quando ai pedoni non è vietato il passaggio.
Sulle strade in cui non sono presenti gli attraversamenti pedonali i conducenti dei veicoli devono dare la possibilità al pedone che ha già iniziato ad attraversare la strada impegnando la carreggiata, di raggiungere il lato opposto in condizioni di sicurezza.
Infine, secondo quanto dettato sempre dall’art. 191, i conducenti hanno l’obbligo di fermarsi quando una persona invalida con capacità motorie ridotte oppure sulla carrozzella, con bastone bianco o cane guida, o con bastone bianco-rosso o comunque riconoscibile appunto come disabile, attraversa la carreggiata o si prepara ad attraversarla; è assolutamente necessario prevenire situazioni di pericolo che possano derivare da comportamenti scorretti o maldestri di bambini o di anziani.
Il comportamento dei pedoni in generale
Vediamo anche come si devono comportare i pedoni, secondo quanto dettato dall’articolo 190 del Codice della Strada.
Innanzitutto hanno l’obbligo di camminare su viali, banchine, marciapiedi e qualsiasi spazio a loro predisposto, altrimenti devono stare sul margine della carreggiata opposto al senso di marcia dei veicoli, per causare il minimo intralcio possibile alla circolazione. Da mezz’ora dopo il tramonto del sole a mezz’ora prima del suo sorgere, i pedoni che circolano sulla carreggiata di strade esterne ai centri abitati senza illuminazione pubblica, devono obbligatoriamente camminare restando su fila unica.
Attraversamenti pedonali
I pedoni devono attraversare sulle strisce, se presenti, oppure usando gli appositi sottopassaggi e soprapassaggi. Se non esistono o sono a più di 100 metri dal punto di attraversamento, allora i pedoni possono attraversare la carreggiata solo in senso perpendicolare, evitando qualsiasi situazione di pericolo.
I pedoni non possono assolutamente attraversare diagonalmente le intersezioni, attraversare le piazze e i larghi al di fuori degli attraversamenti pedonali. È possibile attraversare la carreggiata dove non ci sono attraversamenti pedonali, senza dimenticare però che la precedenza è dei conducenti. È severamente vietato attraversare passando davanti agli autobus, filoveicoli e tram in sosta alle fermate.
La sosta dei pedoni
I pedoni, per legge, come dice l’art. 190, non possono sostare o indugiare sulla carreggiata, casi specifici di necessità. È vietata la sosta in gruppo sui marciapiedi, sulle banchine o presso gli attraversamenti pedonali (causa intralcio della circolazione).
Manifestazioni, allenamenti, giochi non autorizzati sono vietati su marciapiedi e spazi riservati ai pedoni, dove non si possono nemmeno usare tavole, pattini o altri acceleratori di andatura.
Le multe per chi non rispetta il CdS
I soggetti che violano le disposizioni presenti dell’articolo 190 del Codice della Strada rischiano la sanzione ammnistrativa del pagamento di una somma che va da un minimo di 26 a un massimo di 102 euro.
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Mazda MX-5 1.5 (2020): pregi e difetti della spider giapponese
La Mazda MX-5 1.5 è la versione “base” della quarta generazione della spider giapponese ma non va sottovalutata: la sportiva asiatica a trazione posteriore è infatti un mezzo divertente rivolto a chi cerca il piacere di guida (e può rinunciare alla praticità). Oggi analizzeremo un esemplare del 2020, facile da trovare usato a poco più di 25.000: scopriamo insieme i suoi pregi e difetti.
I pregi della Mazda MX-5 1.5 del 2020
Abitabilità
I sedili sono solo due ma lo spazio non manca. Solo i più alti possono avere qualche problema.
Finitura
Meglio gli assemblaggi dei materiali utilizzati.
Dotazione di serie
Molto interessante: autoradio Aux Bluetooth DAB USB, cerchi in lega, climatizzatore automatico, cruise control, fari full LED, interni in pelle, navigatore, retrovisori ripiegabili elettricamente, sedili riscaldabili, sensore luci, sensore pioggia, sensori di parcheggio posteriori, telecamera posteriore e vernice metallizzata.
Posto guida
Sedile avvolgente, posizione di seduta bassa e comandi ergonomici: promossa.
Climatizzazione
L’impianto automatico di serie se la cava egregiamente.
Sospensioni
La taratura degli ammortizzatori è rigida ma non esagerata.
Rumorosità
Il propulsore si fa sentire parecchio: giusto così.
Motore
Il 1.5 a benzina da 132 CV e 152 Nm di coppia della Mazda MX-5 “entry level” è un propulsore aspirato che regala le cose migliori sopra i 4.000 giri.
Cambio
La trasmissione manuale a sei marce è quasi perfetta nella rapportatura. L’unica pecca arriva dalla tendenza a impuntarsi (non troppo spesso) nella guida sportiva.
Sterzo
Sensibile e diretto al punto giusto.
Prestazioni
Da vera sportiva: 204 km/h di velocità massima e 8,3 secondi per accelerare da 0 a 100 chilometri orari.
Dotazione di sicurezza
Ricca: airbag frontali e laterali, avviso cambio corsia, frenata automatica, monitoraggio angolo cieco e riconoscimento segnali stradali. Solo quattro le stelle ottenute nei crash test Euro NCAP.
Visibilità
Le dimensioni esterne compatte (solo 3,92 metri di lunghezza), i sensori di parcheggio posteriori e la retrocamera sono di grande aiuto in manovra.
Freni
Potenti ed efficaci in qualsiasi situazione.
Tenuta di strada
Agile nelle curve e abbastanza rassicurante (a patto di non essere dei guidatori alle prime armi).
Prezzo
Da nuova nel 2020 la Mazda MX-5 1.5 costava 33.500 euro, oggi si trova facilmente di seconda mano a 27.000 euro: poco meno di una Fiat 500X 1.3 T4 Sport appena uscita dal concessionario.
Consumo
Davvero niente male: 16,4 km/l dichiarati.
Garanzie
La copertura scadrà nel 2023 (a meno che non siano stati percorsi più di 100.000 km).
I difetti della Mazda MX-5 1.5 del 2020
Capacità bagagliaio
Il vano è piccolo, adatto solo a un single.
Tenuta del valore
Le spider non “tirano” più come un tempo e la variante 2.0 in futuro sarà quella più richiesta sul mercato dell’usato.
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A che cosa servono le pellicole oscuranti per i vetri dell’auto?
Diverse auto sono dotate di serie di vetri oscurati, generalmente sono quelle di alta gamma. Si tratta altrimenti di un accessorio che si può ordinare come optional a pagamento. In commercio vi cono differenti tipologie di pellicole oscuranti, per soddisfare le esigenze di ogni cliente.
Perché si decide di dotare la propria auto di vetri opacizzati? Sia per una funzione estetica (le superfici trasparenti sono ampie e oscurate incidono sull’aspetto dell’auto) sia perché svolgono una funzione simile a quella delle tendine parasole. Vediamo tutto quello che bisogna sapere.
Pellicole oscuranti per i vetri dell’auto: a cosa servono
Si tratta di pellicole realizzate in un materiale apposito plastico e autoadesivo, in genere il PET, che possono essere applicate sui finestrini delle auto (laterali e posteriori). Il loro scopo è quello di oscurare il vetro. È possibile realizzare una percentuale variabile di schermatura del vetro, utilizzando pellicole dalle più chiare alle più scure.
A che cosa servono le pellicole oscuranti per i vetri dell’auto:
- prima di tutto, oscurando il vetro, rendono l’interno del mezzo meno visibile all’esterno, garantendo maggiore privacy;
- bloccano i raggi ultravioletti, rendendo l’abitacolo più sicuro per i bambini, gli animali domestici e le persone anziane;
- riescono a evitare la rottura del vetro in mille pezzi in caso di incidente;
- proteggono il rivestimento degli interni dalla luce del sole, che può far sbiadire tutti i tessuti e rovinare le plastiche.
Cosa dice la legge?
Le pellicole oscuranti sono legali, è indicato nella circolare ministeriale n. 1680M360 del 08/05/2002 che riporta i requisiti necessari per l’applicazione delle stesse a norma di legge:
- il prodotto deve essere omologato per il vetro su cui si decide di applicare;
- deve essere indicato il nome del produttore;
- deve esserci un certificato di omologazione, oltre a un certificato di conformità rilasciato da chi installa il vetro.
Pellicole oscuranti per i vetri dell’auto: quali caratteristiche hanno
Come abbiamo detto in precedenza, in commercio esistono davvero differenti tipologie di pellicole oscuranti e opacizzanti per i vetri delle auto e di altri veicoli. La cosa importante è che siano sicure, omologate e soprattutto che rispettino gli standard previsti per legge, per evitare di incorrere in spiacevoli multe.
Le tipologie di pellicole che possiamo trovare oggi in commercio sono le seguenti:
- opache, sono le più scure e lasciano passare all’interno dell’abitacolo la minor percentuale di luce rispetto alle altre;
- le pellicole metallizzate sono quelle che hanno la caratteristica maggiore di sapere trattenere bene il calore, evitando che la temperatura all’interno dell’auto diventi troppo alta;
- ci sono poi che delle pellicole in ceramica, che in realtà sono le più chiare e meno oscuranti e che bloccano la luce in maniera meno netta rispetto a quelle opache. Sono create con uno strato ceramico rivestito da un layer protettivo.
I vantaggi delle pellicole oscuranti:
- bloccano i raggi solari;
- oscurano l’interno, aumentando la privacy dell’abitacolo;
- proteggono i vetri dai graffi e gli interni dal deterioramento.
I difetti? Limitano la visibilità rendendo alcune manovre più difficili.
Il costo delle pellicole oscuranti per i vetri dell’auto
Si tratta di pellicole che possiamo reperire facilmente in commercio. I negozi specializzati in ricambi e accessori per auto le vendono, ma si trovano anche online. I prezzi sono accessibili a tutti, un rotolo infatti costa tra gli 8 e i 25 euro e cambia in base alla percentuale di isolamento luminoso garantita e ovviamente dalle dimensioni del rotolo stesso.
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Per quanto tempo si può usare il ruotino di scorta?
Il focus di questo articolo è il ruotino di scorta, che serve fondamentalmente nel caso in cui si dovesse forare una gomma mentre si è in viaggio, per sostituire appunto lo pneumatico danneggiato; consente allo sfortunato conducente dell’auto di recarsi all’officina o dal gommista più vicino, senza dover allertare il soccorso stradale e il carro attrezzi (risparmiando anche molto denaro, perché spesso si tratta di un servizio anche costoso).
Il ruotino di scorta quindi nasce essenzialmente per essere utilizzato nelle situazioni di emergenza; spesso sorgono dubbi e domande quando si parla di questo pneumatico particolare. Una delle più frequenti è la differenza rispetto alla classica ruota di scorta, ma anche come scegliere il ruotino adatto alla propria auto e per quanto tempo e quanti chilometri si può usare. Vediamo tutto quello che c’è da sapere a riguardo.
Ruotino di scorta e ruote normali: quali sono le differenze
Innanzitutto le dimensioni sono il primo elemento per cui il ruotino si distingue dalle altre ruote, è infatti più piccolo. Il motivo? È necessario che occupi il minor spazio possibile, visto che in genere si trova sotto al bagagliaio.
Ma questa non è l’unica differenza, infatti ce ne sono anche altre importanti, tra cui:
- il costo del ruotino, che è sicuramente più basso rispetto alle gomme tradizionali. Molto spesso infatti parliamo della metà, o anche meno;
- chiaramente le performance del ruotino non possono essere paragonate a quelle di una ruota tradizionale;
- il battistrada del ruotino è più sottile e lo spessore rende la circolazione rischiosa, soprattutto durante la stagione invernale;
- altra differenza sostanziale è quella che riguarda la pressione delle gomme, gli pneumatici normali infatti hanno una pressione che può andare dai 2 ai 3 Bar, varia a in base al modello. Il ruotino invece in genere ha una pressione che va da un minimo di 3,8 a un massimo di 4,2 Bar. Un valore più elevato, che dovrebbe sempre essere regolato, proprio come bisogna fare per le altre quattro gomme normali dell’auto.
Ruotino di scorta: quanti chilometri può percorrere
Come abbiamo anticipato in apertura, il ruotino di scorta può essere utilizzato solo per le situazioni di emergenza e dovrebbe infatti essere utilizzato per percorrere pochi chilometri, giusto per raggiungere il gommista più vicino per la sostituzione definitiva dello pneumatico forato/danneggiato. In genere la distanza consigliata per la maggior parte dei ruotini è di 1.000 chilometri, oltre i quali bisognerebbe cambiare la gomma.
Attenzione: è importantissimo sapere che, oltre a un totale di chilometri massimi, c’è anche una velocità da rispettare quando si viaggia con il ruotino, ovvero 80 km/h, oltre i quali non bisognerebbe mai andare. Ecco i motivi per i quali è una gomma che va usata solo ed esclusivamente in situazioni di emergenza.
Ruotino di scorta: come scegliere quello giusto per la propria auto
Ci sono delle vetture che non sono dotate di ruotino di scorta, soprattutto le più recenti. Se si vuole comunque comprare, è necessario chiedere il parere di un’officina autorizzata (opzione senza alcun dubbio più costosa) oppure si può anche decidere di procedere in autonomia all’acquisto.
In questo caso, valutate bene le dimensioni del cerchio e provate a posizionare il ruotino nei fori dell’auto, prima di sceglierlo. Attenzione: il cerchio si deve adattare alle dimensioni del mozzo, è necessario valutare lo spazio a disposizione per riporre il ruotino e trovare una gomma che si adatti al cerchio.
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Cabriolet: l’elenco completo per marca (con i prezzi)
Le cabriolet sono auto perfette per l’estate: le sportive scoperte a quattro posti sono adatte a chi vuole viaggiare con il vento tra i capelli senza rinunciare alla praticità dei sedili posteriori.
Di seguito troverete l’elenco completo di tutte le cabrio in commercio (con i prezzi): tante proposte per tutti i gusti e tutte le tasche.
Cabriolet: l’elenco completo per marca (con i prezzi)
Cabriolet Abarth
- 595C da 29.200 euro
Cabriolet Aston Martin
- DBS Volante 303.648 euro
- DB11 Volante 205.641 euro
Cabriolet Audi
- A5 Cabrio da 55.100 euro
Cabriolet Bentley
- Continental GTC da 225.918 euro
Cabriolet BMW
- serie 2 Cabrio da 37.750 euro
- serie 4 Cabrio da 60.850 euro
- serie 8 Cabrio da 108.100 euro
Cabriolet Chevrolet
- Camaro Cabriolet da 54.950 euro
Cabriolet Ferrari
- Portofino 198.061 euro
Cabriolet Fiat
- 500C da 18.300 euro
- Nuova 500 Cabrio da 32.900 euro
Cabriolet Ford
- Mustang Convertible da 53.500 euro
Cabriolet Lexus
- LC Convertible 126.000 euro
Cabriolet Mercedes
- classe C Cabrio da 58.721 euro
- classe E Cabrio da 66.065 euro
- classe S Cabrio da 158.707 euro
Cabriolet Mini
- Cabrio da 25.600 euro
Cabriolet Porsche
- 911 Cabriolet da 129.591 euro
Cabriolet Volkswagen
- T-Roc Cabriolet da 30.400 euro
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Cosa fare se l’auto elettrica va in panne?
Auto elettriche, la nuova frontiera della mobilità. Oggi infatti le vetture a zero e a basse emissioni (ci riferiamo anche alle ibride) sono in continua espansione. Matura sempre più nell’animo degli automobilisti la voglia di trovare non solo un veicolo da usare comodamente ogni giorno, senza l’ansia di spendere troppo per i rifornimenti, visto anche i continui aumenti dei prezzi dei carburanti, ma anche il desiderio di guidare una macchina silenziosa e che non inquini l’aria che respiriamo, che purtroppo è già molto compromessa.
Facciamo un focus sulle auto elettriche, che appunto oggi sono sempre più presenti sulle nostre strade, e sulle funzionalità delle stesse. Sono vetture di cui abbiamo già parlato in differenti occasioni, che necessitano del rifornimento di energia elettrica per poter funzionare, possibile sia presso le colonnine di ricarica pubbliche, sia attraverso la rete domestica, usando Wallbox, presa normale o colonnina installata a casa.
Una cosa che forse ancora non abbiamo approfondito è come comportarsi quando la propria vettura elettrica è in panne. Vediamolo insieme.
Auto elettrica in panne: cosa fare
Le vetture a zero emissioni, rispetto a quelle tradizionali a benzina o diesel, hanno bisogno senza alcun dubbio di una manutenzione minore durante il loro ciclo di vita. Questo perché la quantità di componenti meccaniche è di gran lunga minore. Non significa che le auto elettriche non avranno mai bisogno di assistenza stradale, può capitare nel caso in cui si verifichi infatti un’anomalia o un guasto a qualche sistema; purtroppo può anche succedere di rimanere a piedi, con la batteria scarica, senza più energia disponibile per proseguire e con la prima colonnina di ricarica troppo lontana. In questi casi, cosa bisogna fare?
Auto elettrica guasta: come evitare danni
Cosa fare se ci si ritrova a piedi con l’auto elettrica:
- prima cosa: rivolgersi all’assistenza. Evitate assolutamente di organizzare il traino del veicolo autonomamente, meglio richiedere l’intervento di professionisti per poter portare la macchina al centro assistenza più vicino o alla stazione di ricarica. I powertrain usati su queste vetture infatti sono particolari e complessi, il collegamento del motore elettrico alle ruote rende praticamente impossibile il traino della macchina attraverso un’altra auto, o meglio, potrebbe provocare dei danni all’unità elettrica;
- attenzione quindi a chiamare il servizio di assistenza stradale, che deve assolutamente essere munito di carro attrezzi a pianale mobile, per caricare l’intera vettura a bordo. Si possono altrimenti usare gli appositi carrelli da montare sotto le ruote dell’asse trainato, per non farle rimanere a contatto con la strada.
In ogni caso, è bene consultare il libretto d’uso e manutenzione per verificare le regole da seguire in caso di auto in panne.
Come risolvere il problema autonomamente
Ci sono dei casi in cui è possibile provare a intervenire sul veicolo in panne senza dover necessariamente chiamare il soccorso stradale:
- se l’auto non riesce a partire perché il livello della batteria è troppo basso, allora si può fare la stessa cosa che si fa per le vetture tradizionali, e quindi collegare i cavi alle due auto (attenzione a consultare sempre prima il libretto d’uso e manutenzione del veicolo). Tenete presente la grande differenza: l’auto elettrica non fa alcun rumore, quindi per capire se si accende bisogna verificare che appaia la scritta ‘ready’ sul cruscotto o altro, in base al modello;
- nel caso in cui invece termini la carica del pacco batteria ad alto voltaggio che alimenta il powertrain elettrico, in alcune città italiane è attivo il servizio Juice Pass di Enel X, che mette a disposizione dei furgoncini che arrivano per fornire energia elettrica. Chiaramente, prima di intraprendere un viaggio con la tua macchina elettrica, informati su questa possibilità.
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Perché il climatizzatore dell’auto puzza?
Durante l’estate, con il caldo e il continuo aumento delle temperature, può essere che, nel momento in cui si avvia l’auto, dal climatizzatore esca un cattivo odore. Prima di capire come si può eliminare la fastidiosa puzza, è necessario sapere invece i motivi per cui si crea. Vediamo quindi quali sono le principali cause del cattivo odore e quali anche i metodi per farlo sparire definitivamente. Non sempre infatti i classici prodotti e deodoranti d’ambiente sono utili, è necessario conoscere qual è la radice del problema, per andare a fondo e risolverlo una volta per tutte, in modo che non si ripresenti solo alcuni giorni dopo.
Puzza del climatizzatore auto: come si crea?
In genere l’odore molto fastidioso che è possibile sentire quando si mette in moto il veicolo, proveniente dal condizionatore, si crea proprio perché si usa poco il climatizzatore stesso. Per quale motivo? Perché all’interno dei condotti di aerazione e di tutto l’impianto di vanno ad annidare microrganismi quali germi e batteri e muffe, che causano appunto la puzza fastidiosa. Non solo, possono essere pericolosi anche per le allergie e dare fastidio alle vie respiratorie, soprattutto se in auto viaggiano bambini.
Dove si concentrano principalmente? Si formano soprattutto sull’evaporatore, che è un radiatore che si trova proprio all’interno dell’abitacolo del veicolo, in realtà, più precisamente, proprio nei pressi del filtro abitacolo.
L’evaporatore è una componente fondamentale dell’impianto di climatizzazione, che svolge l’importante funzione di trasformazione del refrigerante, che circola nell’impianto, dallo stato liquido allo stato gassoso. Si tratta di un processo che avviene per lo scambio termico con l’aria calda che, provenendo dall’esterno, passa attraverso le lamelle dell’evaporatore e infine entra nell’abitacolo della macchina.
Riassumiamo le fasi di funzionamento dell’evaporatore
Cosa succede nell’impianto:
- il refrigerante arriva freddo e in forma liquida all’evaporatore;
- l’aria passa attraverso le lamelle dell’evaporatore e così cede il suo calore e trasforma il refrigerante in gas;
- la stessa aria, grazie allo scambio termico, cede umidità e riesce così ad arrivare all’interno del veicolo fredda.
Quando si genera il cattivo odore nel climatizzatore?
Il fastidiosissimo problema della puzza del climatizzatore auto si viene a creare durante la fase dello scambio termico, si tratta infatti del momento in cui si crea una certa quantità di umidità proprio all’interno del sistema, che chiaramente favorisce la formazione e la proliferazione di microrganismi e muffe, che creano il cattivo odore che poi si sente anche nell’abitacolo.
L’abitacolo dell’auto puzza, è il climatizzatore: come risolvere il problema
Possiamo consigliare quattro differenti metodi che possono essere molto utili per attenuare o risolvere il problema della puzza in macchina:
- il primo è l’utilizzo delle bombolette spray da posizionare dove c’è l’aspirazione, sotto il vano portaoggetti, e profumare l’interno della macchina. Costano poco, è vero, ma durano anche davvero poco e non risolvono il problema alla radice;
- altro sistema che non può essere considerato una soluzione definitiva è l’utilizzo delle bombolette schiuma spray, da spruzzare nei condotti di aerazione. L’applicazione viene fatta con una sonda e il prodotto viene spruzzato sotto forma di schiuma nei condotti di aspirazione. Oltre a non essere un sistema duraturo, bisogna anche stare attenti che la schiuma non si depositi su parti elettriche;
- è possibile altrimenti usare il trattamento all’ozono, che è uno tra i metodi più efficaci per eliminare muffe, batteri e microrganismi;
- oppure procedere con la pulizia dell’evaporatore che, come abbiamo detto, è il posto dove si creano la maggior parte delle impurità. Si può accedervi attraverso la scatola del filtro abitacolo o creare un piccolo foro per poter penetrare con una sonda e inserire il prodotto igienizzante.
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