Quali sono e in cosa consistono i costi fissi di un’automobile?

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Prima di comprare un’auto nuova, qualsiasi modello esso sia, è importante valutare sin da subito quali saranno i costi di manutenzione del veicolo da affrontare. Non basta infatti considerare solo il prezzo d’acquisto del mezzo, ma anche tutte le spese che poi incideranno sul proprio budget durante il ciclo di vita dell’auto.

Ci sono dei costi fissi e degli altri variabili, in questo articolo cerchiamo di spiegare quali sono gli aspetti più importanti a cui fare attenzione.

Costi di manutenzione dell’auto: quali sono

I costi di manutenzione dell’auto si dividono in fissi e di esercizio. I costi fissi ovviamente possiamo calcolarli prima, quelli variabili no, ma possiamo fare delle stime. Intanto possiamo fare un elenco di alcuni dei principali costi da considerare per la manutenzione di un veicolo:

  • costi fissi, prezzo di listino dell’automobile, costi di manutenzione (revisione, tagliando e altri);
  • ammortamento, ogni giorno che passa qualsiasi mezzo perde valore, man mano. In genere l’ammortamento che si considera su un veicolo è di circa il 10% all’anno. Per le vetture più datate chiaramente la percentuale è più bassa, mentre ovviamente per i veicoli nuovi più elevata, infatti la maggior perdita di valore del mezzo si registra nei primi anni di vita;
  • ci sono anche da considerare i costi di un eventuale leasing, si pagano le rate mensili in questo caso;
  • la revisione è un costo da affrontare ogni due anni (la prima deve essere fatta dopo 4 anni dall’immatricolazione);
  • il bollo auto, si paga ogni anno;
  • il tagliando;
  • le cure regolari tra cui cambio olio, lavaggio, ecc;
  • il costo dell’assicurazione, di norma si paga un premio annuale Rc Auto;
  • costi di esercizio, carburante (che dipende se si tratta di gasolio, benzina, gpl, metano o auto elettrica) e manutenzione, in base a quanto si viaggia e si usa l’automobile;
  • cambio gomme, in genere gli pneumatici dovrebbero essere sostituiti ogni 30.000 chilometri di percorrenza, è necessario considerare anche il cambio gomme estive/invernali e eventuali costi di deposito del treno di pneumatici non utilizzati;
  • servizi di assistenza per il veicolo e eventuali riparazioni, chiaramente non possono essere preventivati eventuali problemi e/o danni al mezzo e nemmeno le spese necessarie per ripristinare l’esatto funzionamento dell’auto.

Attenzione: ovviamente i costi di manutenzione di un veicolo, come anche il prezzo di listino, cambiano anche di molto a seconda del modello di vettura che si intende comprare. Come abbiamo detto infatti, prima di comprare la macchina nuova, non bisogna fare il calcolo della spesa solo considerando il costo di acquisto, ma anche le spese per la manutenzione dell’auto stessa.

Non dimenticate oltretutto che anche la cifra che si paga per il bollo auto, il tagliando e la revisione dipende dal modello di auto in possesso, e non solo. Le variabili da tenere in considerazione quindi prima di cambiare macchina e comprarne una nuova sono davvero molte. È fondamentale fare un calcolo che comprende il costo di acquisto, le spese obbligatorie per legge, e quindi revisione e bollo auto, oltre al cambio gomme e all’assicurazione, senza le quali si rischia una multa molto alta, oltre alla perdita dei punti della patente e, in alcuni casi, anche il fermo del veicolo.

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Quali sono le regole per guidare bene in una rotonda?

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Le rotatorie sono state realizzate per rendere il traffico stradale più sicuro e per eliminare molti semafori (dove possibile), i più odiati dagli automobilisti. L’unico problema è che il funzionamento delle rotonde non è proprio chiaro a tutti, vediamo di spiegare come bisognerebbe affrontarle in sicurezza.

L’utilità delle rotatorie su strada

Il fattore primario per cui sono state create le rotonde è senza alcun dubbio la sostituzione dei semafori agli incroci, l’utilità delle rotonde è per questo motivo innegabile. La rotatoria infatti permette di affrontare con maggiore velocità alcuni incroci, consente allo Stato di risparmiare nelle spese di manutenzione e energia e soprattutto è pratica per gli automobilisti e tutti gli utenti della strada, che non devono stare ad aspettare che scatti il verde.

Come funzionano le rotatorie in Italia

La maggior parte dei patentati in Italia oggi è rappresentata da automobilisti che hanno conseguito la loro patente di guida nel momento in cui ancora nel nostro Paese non erano così tanto diffuse le rotonde, per questo erano trascurate quando si studiava a scuola guida e quindi non è chiaro a tutti il loro funzionamento. Anche il Codice della Strada infatti, in realtà, ancora oggi non prevede una normativa specifica a riguardo.

Prima cosa da sapere, vi sono due tipologie di rotatorie:

  • quelle cosiddette all’italiana, in cui la precedenza è di chi viene da destra e quindi le auto all’interno della rotonda devono darla a coloro che vi si immettono (sono quelle anticipate semplicemente dal segnale stradale che indica la rotatoria);
  • le rotonde all’europea, in queste invece la precedenza è di coloro che stanno già percorrendo la rotatoria e quindi vi si trovano all’interno. Questo significa quindi che tutti gli altri utenti che si devono immettere devono rallentare oppure fermarsi, se la rotonda non è sgombra. Come si riconoscono? Oltre al segnale di rotatoria è presente in questo caso anche quello che indica l’obbligo di dare la precedenza.

Come usare gli indicatori di direzione

Secondo quanto chiarito dal Ministero dei Trasporti, è necessario usare la freccia a sinistra quando ci si immette nella rotatoria mentre quella a destra per uscire dalla rotonda stessa. Mentre si percorre la rotonda invece non bisogna utilizzare gli indicatori di direzione, in genere la freccia va messa una volta superata l’uscita precedente a quella che ci interessa e per cambiare eventualmente corsia nelle rotatorie più grandi, che ne prevedono più di una.

Come percorrere le rotatorie con più di una corsia

Quando gli automobilisti affrontano le rotonde con più di una corsia, allora la questione può diventare più complicata. La cosa più difficile da capire è quale corsia impegnare e come spostarsi. La regola dice che bisogna occupare la corsia più a destra, ma quando le corsie sono due o più e si esce dalla rotatoria a una delle ultime uscite, allora è possibile anche tenere occupata nel frattempo una delle corsie centrali o anche quella più a sinistra.

Per uscire dalla rotonda, lo spostamento verso la corsia più esterna deve avvenire in modo graduale, in sicurezza e soprattutto deve essere segnalato con anticipo usando le frecce. È chiaro che per ogni tipo di manovra che viene effettuata nella rotonda bisogna usare la massima cautela e attenzione, per non tagliare la strada a nessun altro utente e veicolo e segnalando gli spostamenti con anticipo.

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Auto e inquinamento acustico: tutte le regole del Codice della Strada

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I rumori provocati dai veicoli che viaggiano su strada sono responsabili di quello che possiamo definire inquinamento acustico. Il Codice della Strada, all’articolo 155, prescrive le norme per la limitazione dei rumori.

Limitazione dei rumori: cosa dice la legge

Secondo quanto scritto nel Codice della Strada, i veicoli, durante la loro circolazione, dovrebbero evitare di emettere qualsiasi tipologia di rumore molesto, che può essere causato sia dal modo di guidare i veicoli stessi, soprattutto per quanto riguarda chiaramente i mezzi a motore, sia dal modo in cui viene per esempio sistemato un eventuale carico, ma anche da altri atti connessi con la circolazione stessa.

Quando viene prescritto per legge il dispositivo silenziatore, il veicolo lo deve possedere e il possessore deve prestare attenzione al fatto che sia sempre tenuto in buone condizioni di efficienza e non deve mai essere alterato. Se a bordo di un’auto o altro veicolo si usano apparecchi di riproduzione sonora oppure strumenti radiofonici, è importante che non vengano mai superati i limiti sonori massimi di accettabilità che sono fissati dal regolamento.

Secondo quanto prescritto dalla normativa vigente, tutti i dispositivi di allarme acustico antifurto installati sui veicoli “devono limitare l’emissione sonora ai tempi massimi previsti dal regolamento e, in ogni caso, non devono superare i limiti massimi di esposizione al rumore fissati dal decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 1 marzo 1991”. Se un soggetto viola le disposizioni dell’articolo 155 del Codice della Strada in ambito di limitazioni dei rumori, allora rischia la sanzione amministrativa del pagamento di una multa che va da un minimo di 42 a un massimo di 173 euro.

Quali sono i disturbi più comuni dovuti all’inquinamento acustico

Secondo alcune ricerche recenti, molti disturbi del sonno sono collegati all’inquinamento acustico e quindi più frequenti nelle persone che vivono in città molto rumorose, lo stesso vale per ipertensione, ictus, infarti e altre malattie.

I volumi molto alti infatti possono incidere sulla salute dell’uomo, sul benessere fisico, mentale e sociale. Si possono verificare danni fisici uditivi ed extrauditivi. I primi portano una diminuzione dell’udito causata dal rumore, irreversibile e con vari sintomi, i secondi invece si manifestano nel nostro organismo, come pressione alta, frequenza respiratoria, disturbi all’apparato, alterazioni al sistema nervoso, stress, accelerazione del ritmo cardiaco, ecc.

Inquinamento acustico: il traffico su strada

Il rumore può provenire da varie sorgenti, tra cui anche il traffico stradale, ferroviario e aereo, che è sicuramente la principale forma di disagio per i cittadini, coinvolge infatti la maggior parte della popolazione. Tra i rumori più acuti ci sono le segnalazioni acustiche, l’attrito degli pneumatici sulla strada o delle ruote dei tram sulle rotaie, il rombo del motore, le azioni dinamiche tra carrozzeria e aria.

Inquinamento acustico: come si misura

È possibile misurare l’inquinamento acustico si attraverso i fonometri, strumenti in grado di rilevare il livello di pressione sonora alle varie frequenze, andando a ricavare un valore che considera la diversa sensibilità dell’orecchio umano a queste ultime. Un indicatore che descrive questo problema ambientale è dato dalla popolazione esposta al rumore. All’interno di questa categoria rientra la fascia di popolazione che è costretta a sopportare continui livelli equivalenti di rumore che superano i 65 decibel nel periodo diurno, e i 55 decibel invece durante il periodo notturno.

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Revisione scaduta e coronavirus: tutte le proroghe

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Come si concilia la revisione scaduta con l’emergenza coronavirus? Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha pubblicato un elenco con tutte le proroghe per le diverse categorie di veicoli immatricolati in Italia previste dalle ultime norme nazionali e dall’Unione Europea. Scopriamolo insieme.

Revisione scaduta e coronavirus: le proroghe per i veicoli di categoria M, N, O3 e O4

I veicoli di categoria M sono quelli con almeno quattro ruote riservati al trasporto persone (automobili, autocaravan, autobus, etc…).

I veicoli di categoria N sono quelli con almeno quattro ruote riservati al trasporto merci (camion, autoarticolati, etc…).

I veicoli di categoria O3 e O4 sono i rimorchi con massa massima superiore a 3,5 t.

Questi veicoli se hanno la revisione scaduta nel mese di settembre 2020 possono circolare su tutto il territorio UE fino al 31 luglio 2021.

Se la revisione è scaduta nel mese di ottobre 2020 possono circolare su tutto il territorio UE fino al 31 agosto 2021.

Se la revisione è scaduta nel mese di novembre 2020 possono circolare su tutto il territorio UE fino al 30 settembre 2021.

Se la revisione è scaduta nel mese di dicembre 2020 possono circolare su tutto il territorio UE fino al 31 ottobre 2021.

Se la revisione è scaduta nel mese di gennaio 2021 possono circolare su tutto il territorio UE fino al 30 novembre 2021.

Se la revisione è scaduta nel mese di febbraio 2021 possono circolare su tutto il territorio UE fino al 31 dicembre 2021.

Se la revisione è scaduta nel mese di marzo 2021 possono circolare su tutto il territorio UE fino al 31 gennaio 2022.

Se la revisione è scaduta nel mese di aprile 2021 possono circolare su tutto il territorio UE fino al 28 febbraio 2022.

Se la revisione è scaduta nel mese di maggio 2021 possono circolare su tutto il territorio UE fino al 31 marzo 2022.

Se la revisione è scaduta nel mese di giugno 2021 possono circolare su tutto il territorio UE fino al 30 aprile 2022.

Revisione scaduta e coronavirus: le proroghe per i veicoli di categoria L, O1 e O2

I veicoli di categoria L sono le moto, i ciclomotori e le minicar.

I veicoli di categoria O1 e O2 sono i rimorchi con massa massima inferiore a 3,5 t.

Per i veicoli immatricolati in Italia appartenenti a queste categorie non ci sono proroghe applicabili perché quelle previste dalle precedenti norme nazionali sono scadute.

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Fiat Panda: modelli, prezzi, dotazioni e foto

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Se non ci fosse bisognerebbe inventarla: recitava così la pubblicità della Fiat Panda di qualche anno fa. Oggi la terza generazione della citycar torinese – nata nel 2011, sottoposta a un restyling nel 2020 e disponibile a trazione anterioreintegrale – è cresciuta nelle dimensioni, nel numero di porte e nelle immatricolazioni ed è diventata l’auto più amata dagli italiani.

In questa guida all’acquisto della Fiat Panda vi mostreremo nel dettaglio tutte le versioni presenti in listino della “segmento A” piemontese sviluppata sullo stesso pianale della 500prezzimotori, accessori, prestazionipregidifetti e chi più ne ha più ne metta.

Le foto della Fiat Panda

Fiat Panda: le caratteristiche principali

La terza serie della Fiat Panda è una citycar che presenta alti e bassi alla voce praticità: se è vero che i passeggeri posteriori hanno tanti centimetri a disposizione delle spalle e della testa è altrettanto vero che lo spazio nella zona delle gambe non è molto.

La “segmento A” torinese è inoltre omologata solo quattro posti (i cinque posti sono optional tranne che sulla variante a GPL) e diverse rivali offrono un bagagliaio più capiente.

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Fiat Panda: gli allestimenti

Gli allestimenti della terza generazione della Fiat Panda sono sei: “base”, City LifeWildSportCity CrossCross.

Fiat Panda

La dotazione di serie della Fiat Panda “base” comprende:

  • Telecomando
  • Predisposizione radio no dab
  • Luce vano bagagli
  • Clima manuale
  • Airbag frontali/laterali protezione testa
  • Appoggiatesta anteriori anticolpo di frusta
  • ESC con Hill Holder
  • Volante guida regolabile
  • Servosterzo elettrico DualDrive
  • Alzacristalli anteriori elettrici
  • Chiusura centralizzata
  • Paraurti in tinta
  • Sensore temperatura esterna
  • Sensore pressione pneumatici

Fiat Panda City Life

La Fiat Panda City Life – un po’ cara – costa 950 euro più della “base” a parità di motore e aggiunge:

  • Cerchi in lamiera da 15″ bicolore
  • Fasce laterali
  • Look specifico (paraurti, codolini e minigonne)
  • Barre portatutto longitudinali
  • Radio Uconnect Mobile DAB
  • Comandi al volante

Fiat Panda Wild

La Fiat Panda Wild – disponibile esclusivamente 4×4 – aggiunge alla dotazione della City Life:

  • Paraurti con Skid plate
  • Cerchi in acciaio nero da 15″
  • Trazione 4×4 (ESC + ASR/MSR, HBA + Hill Holder + blocco differenziale ELD)
  • Appoggiatesta posteriori

Fiat Panda Sport

La Fiat Panda Sport – conveniente ma povera – è l’allestimento che ci sentiamo di consigliare. Costa 800 euro più della City Life a parità di motore e aggiunge:

  • Cerchi in lega da 16″ dedicati
  • Radio 7″ Touchscreen con Apple CarPlay e Android Auto
  • Esterni specifici (logo Sport, fanali neri)
  • Interni specifici (fascia plancia titanio, dettagli rossi sellerie, imperiale nero)
  • Retrovisori in tinta carrozzeria
  • Maniglie porta in tinta carrozzeria

Mancano però le fasce laterali e le barre portatutto longitudinali.

Fiat Panda City Cross

La Fiat Panda City Cross, povera ma con un prezzo interessante, costa 1.600 euro più della City Life a parità di motore e aggiunge:

  • Climatizzatore automatico
  • Radio 7″ Touchscreen con Apple CarPlay e Android Auto
  • Esterni Cross look (skid plate e fasce con logo Cross)
  • Interni specifici (fascia plancia argento e sellerie con inserti in soft touch e cuciture silver)
  • Fendinebbia
  • Luci diurne LED
  • Mobiletto attrezzato tunnel centrale (solo per 4×4)
  • Trazione 4×4 (solo per 4×4)
  • Drive Mode Selector (Hill descent control) solo per 4×4
  • Airbag anteriori laterali (solo per 4×4)
  • Appoggiatesta posteriori (solo per 4×4)

Fiat Panda Cross

La Fiat Panda Cross – ricca ma cara – costa 800 euro più della City Cross a parità di motore e aggiunge:

  • Esterni specifici (finitura silver per Skid plates, barre longitudinali e modanature laterali e ganci traino rossi)
  • Interni specifici (plancia “Woody” e sellerie in ecofilato)
  • Sensori parcheggio posteriori
  • Retrovisori in tinta carrozzeria
  • Specchi esterni elettrici e sbrinabili
  • Volante in soft touch
  • Sedile guida regolabile in altezza

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Fiat Panda: modelli e prezzi di listino

Di seguito troverete tutte le caratteristiche delle versioni della Fiat Panda. La gamma motori della terza generazione della citycar torinese è composta da quattro unità:

  • un 0.9 turbo bicilindrico benzina TwinAir da 85 CV
  • un 1.2 a GPL da 69 CV
  • un 0.9 turbo bicilindrico metano TwinAir Natural Power da 70 CV
  • un 1.0 tre cilindri mild hybrid benzina da 70 CV

Fiat Panda TwinAir Turbo (da 17.500 euro)

La Fiat Panda TwinAir Turbo (prezzi fino a 19.900 euro) – disponibile esclusivamente a trazione integrale – è la versione a benzina della “segmento A” piemontese. L’agilità nelle curve non è il suo punto di forza.

Fiat Panda EasyPower (da 15.000 euro)

La Fiat Panda EasyPower (prezzi fino a 18.350 euro) – variante a GPL dell’auto più amata dagli italiani – è una citycar comoda, potente (69 CV), ricca di coppia (102 Nm) e in grado di regalare una buona spinta ai bassi regimi. Il motore 1.2 ha una cilindrata elevata rispetto alla concorrenza – non una buona notizia per chi intende risparmiare sull’assicurazione RC Auto – e non brilla alla voce “consumi” ma si riscatta con uno scatto interessante: da 0 a 100 km/h in 14,5 secondi.

Fiat Panda Natural Power (da 17.200 euro)

La Fiat Panda Natural Power (prezzi fino a 19.600 euro) è la variante a metano della “segmento A” leader del mercato e ospita sotto il cofano un motore 0.9 turbo bicilindrico TwinAir a metano da 70 CV e 135 Nm di coppia.

Fiat Panda Hybrid (da 13.900 euro)

La Fiat Panda Hybrid (prezzi fino a 17.250 euro) – versione mild hybrid benzina della citycar regina delle immatricolazioni – monta un motore 1.0 tre cilindri mild hybrid benzina da 70 CV e 92 Nm di coppia.

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Fiat Panda: gli optional

La dotazione di serie della terza generazione della Fiat Panda andrebbe a nostro avviso arricchita con la vernice metallizzata (600 euro). Sulle versioni “base”, City LifeSport aggiungeremmo i fendinebbia (275 euro) e il Pack Comfort (220 euro: sedile guida regolabile in altezza, maniglie appiglio post. e ant. lato passeggero, portaocchiali lato guida e cinture regolabili in altezza).

Sulla Wild ci vorrebbero i fendinebbia e la frenata automatica (260 euro). Quest’ultimo accessorio starebbe bene anche sulla City Cross insieme al Pack Comfort e sulla Cross in abbinamento al Pack Style (450 euro: ruote in lega 15″ opaca e vetri privacy).

Fiat Panda 4×4

La Fiat Panda 4×4 – variante a trazione integrale della terza serie della citycar torinese – è disponibile esclusivamente a benzina ed è spinta da un motore 0.9 turbo bicilindrico TwinAir da 85 CV. Tre gli allestimenti: Wild, City Cross e Cross.

Fiat Panda usata

La terza serie della Fiat Panda è facilissima da trovare di seconda mano: stiamo d’altronde parlando dell’auto più venduta in Italia. Per una Natural Power Easy a metano del 2012 bastano meno di 4.500 euro.

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Che cosa serve per omologare un gancio di traino per roulotte?

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Il gancio da traino è uno strumento molto utile, un accessorio auto che può servire nel caso in cui il veicolo malauguratamente si guasti e lasci l’automobilista a piedi. Quando, per qualsiasi motivo, non si ha intenzione di chiamare il carro attrezzi o non si ha la possibilità di contattare amici o parenti vicini, allora il gancio da traino può essere davvero una salvezza. Grazie a questo accessorio infatti è possibile chiedere ad un altro conducente di aiutarci a portare il veicolo guasto dove si desidera.

Sono tanti i possessori di auto che decidono di montare sulla propria vettura un gancio traino, anche (e forse soprattutto) per potervi attaccare una roulotte o un carrello per il trasporto merci. Ci sono Case auto che includono questo particolare accessorio tra gli optional disponibili da aggiungere, anche se in realtà è più conveniente installarlo in un secondo momento e fare la richiesta di omologazione, costa meno. Vediamo tutto quello che bisogna sapere.

Gancio da traino: come si installa

Una cosa importantissima da sapere e tenere presente è che il gancio da traino non è un accessorio qualsiasi, che può essere installato da chiunque sul proprio veicolo, senza l’aiuto di un esperto. Serve che il lavoro sia eseguito da un professionista, visto che serve per trasportare rimorchi in strada, il compito è molto delicato, quindi l’installazione del gancio non può essere fatta autonomamente. È fondamentale che vi lavori un team di esperti, per certificarne sicurezza e robustezza.

Il Dipartimento dei Trasporti Terrestri (tramite la Motorizzazione Civile) procede al collaudo e all’omologazione del gancio da traino; per non avere problemi è meglio comprare sempre ganci nuovi, evitando accessori di seconda mano. Meglio ancora se si decide di acquistare un gancio realizzato da un’azienda specializzata nel settore e rinomata.

Le tipologie di gancio da traino tra le quali scegliere sono:

  • fisso, elemento sempre visibile quando non c’è il rimorchio;
  • estraibile, quando non serve può essere smontata la parte esterna, diventando invisibile.

Omologazione del gancio da traino: cosa dice la legge

Per poter usare il gancio da traino in auto è necessario che lo stesso sia collaudato e omologato; per far richiesta al Dipartimento Trasporti Terrestri bisogna presentare:

  • modello TT2119 (che si trova presso gli appositi sportelli della Motorizzazione);
  • dichiarazione di montaggio conforme alla normativa rilasciata dall’installatore;
  • scheda tecnica del gancio fornita dall’azienda costruttrice;
  • fotocopia della carta di circolazione;
  • versamenti per gli oneri di pratica: uno da 25 euro e l’altro da 14,62 euro.

L’installazione del gancio da traino deve essere regolarmente riportata sul libretto di circolazione.

Dopo aver presentato tutti i documenti, allora si può prenotare il collaudo alla Motorizzazione, che serve per ricevere il tagliando adesivo da applicare obbligatoriamente sul libretto di circolazione. Se il gancio è quello previsto dalla Casa auto, serve comunque consegnare tutti i documenti, ma non è necessario il collaudo. Anche la compagnia assicurativa deve essere informata dell’aggiunta del gancio da traino all’auto, in alcuni casi infatti cambia il premio annuale.

Attenzione: è fondamentale far installare il gancio da traino da esperti di settore, fare il collaudo e l’omologazione. Innanzitutto perché in caso di controllo da parte delle Forze dell’Ordine o durante la revisione del rimorchio la sanzione altrimenti è molto alta; non dimenticare poi che il gancio montato male può danneggiare cose e persone, risultando pericoloso.

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Automobili, consumano più durante l’estate o durante l’inverno?

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Spesso ci si chiede quali sono i consumi reali delle auto in estate e in inverno, che cambiano infatti a seconda delle diverse condizioni di clima. Per questo motivo, di recente sono stati effettuati dei test, che hanno appunto misurato i consumi e le emissioni delle vetture diesel in differenti condizioni di guida, tenendo conto anche dell’utilizzo dell’aria condizionata e del riscaldamento.

Facciamo un focus sulle auto diesel, che oggi sono sempre sotto attacco, soprattutto a causa dell’inquinamento e quindi per ragioni legate all’ambiente e alla sostenibilità. Ci sono però degli automobilisti legati al gasolio, a cui non rinunciano, soprattutto per i costi del carburante, ridotti rispetto a quelli della benzina (che oltretutto in Italia è in continuo aumento). Il diesel non è solo più economico rispetto alla benzina, ma consuma anche meno. In ogni caso, quando si valutano i consumi di un’auto, è bene tenere presente anche le condizioni climatiche.

Quali sono i consumi reali delle vetture diesel

Ci sono degli studi che sono stati effettuati di recente da università e esperti del settore auto, svolti in particolare per poter misurare i consumi reali e le emissioni delle vetture diesel in differenti condizioni di guida e anche tenendo conto di quanto influiscono il riscaldamento e l’aria condizionata, confrontando poi i dati raccolti con quelli di altre auto alimentate a benzina o elettriche.

Le auto sono state analizzate inizialmente sui tragitti percorsi a una temperatura ambiente di 20 gradi col riscaldamento e con il climatizzatore spenti. Sono state prese in considerazione anche le differenti condizioni di marcia tra ciclo urbano, misto e autostrada, velocità costanti e Stop&Go. Per i veicoli diesel oggetto della sperimentazione le emissioni di anidride carbonica, con guida a 20°, senza riscaldamento e nemmeno climatizzatore, sono state di 102 g/km di media; le auto elettriche invece hanno visto emissioni inquinanti decisamente più basse, fino a solo 8 grammi per ogni chilometro percorso dal veicolo. Una cosa che appare molto evidente da questi test è che l’utilizzo del climatizzatore e del riscaldamento in macchina impattano in maniera molto negativa sull’autonomia del mezzo.

Ma quanto limitano l’autonomia (almeno nei modelli che sono stati testati)? Il risultato è significativo, per i motori elettrici l’autonomia si riduce del 15% se si viaggia quando la temperatura esterna è di 30° e con l’aria condizionata accesa. Se la temperatura scende a 10 gradi, l’autonomia delle auto elettriche diminuisce comunque del 15% a causa del riscaldamento acceso.

Cosa possiamo dire per quanto riguarda i prezzi delle auto elettriche

Oltre ai consumi e alle emissioni, che variano a seconda della temperatura esterna al veicolo e al conseguente utilizzo del riscaldamento in macchina oppure dell’aria condizionata, c’è anche un altro fattore da considerare, una variabile che viene messa in evidenza dai vari studi effettuati negli anni dagli esperti del settore. Ci riferiamo al costo d’acquisto di un’auto elettrica che ancora oggi, come ben sappiamo (nonostante la grande diffusione di veicoli di questo tipo) è decisamente più alto rispetto a quello dello stesso modello di veicolo, ma con motorizzazione tradizionale diesel.

C’è da dire chiaramente che ogni variante elettrica di qualsiasi tipologia di auto è ovviamente di gran lunga più ecologica. Attenzione: se si vuole comprare una macchina a zero emissioni è bene quindi considerare il listino, e anche il tempo maggiore che serve per ricaricare la batteria rispetto a quello necessario per fare il pieno di benzina o diesel, oltre alla scarsità di colonnine di ricarica.

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Honda CR-V Full Hybrid 2021, la nostra prova

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Honda CR-V Full Hybrid 2021, il video della prova su strada


Honda CR-V è una vettura che porta con sé una lunga storia, fatta soprattutto di successi. Ha debuttato nel 1995 ed è, da tempo, uno fra i suv più venduti e apprezzati in tutto il mondo.

Il nuovo CR-V è il primo modello della Casa giapponese a essere dotato dell’avanzata tecnologia Full Hybrid, presentata per la prima volta nel 2019 e oggi disponibile anche sulla citycar Honda Jazz.

La versione in prova è la “Sport Line”, un allestimento ad hoc pensato per il model Year 2021 che si contraddistingue per alcuni dettagli specifici.

Innanzitutto il colore: Platinum White Pearl, una tonalità scelta dai designer del Sol Levante per esaltare al meglio la personalità sportiva di questo suv di medie dimensioni. Frontale pronunciato messo in bella mostra dalla minigonna nero lucida e cromature scure che percorrono un po’ tutte le linee della vettura. E poi i cerchi “total black” da 18″ che enfatizzano ulteriormente il carattere sportivo del nuovo CR-V Full Hybrid. Tonalità scure che si ritrovano anche nell’abitacolo sui pannelli della plancia, nei rivestimenti e sui sedili in pelle nere con la scritta dedicata “Black Edition“.

Al primo colpo d’occhio si nota subito che l’abitacolo è molto ampio, spazioso… Grande, anzi grandissimo: si viaggia comodissimi, che poi, in realtà, è uno dei motivi per cui si compra un suv. Il vano di carico è davvero abbondante e profondo e lo spazio di carico può aumentare in modo considerevole se si abbattono i sedili della seconda fila.

Honda CR-V Full Hybrid è davvero confortevole da guidare. Posizione di guida bella alta, un assetto morbido pensato soprattutto per affrontare i lunghi viaggi in famiglia. Ecco: è una vettura ideale per percorrere tutti i tipi di percorsi, ma certamente, vista la sua vocazione green, dà il meglio di sé non solo in città ma sui percorsi extra urbani, dove si arrivano a percorrere quasi 19 km con un litro di benzina.

Questa versione di Honda CR-V è spinta dal motore benzina 2.0 litri da 145 CV e da quello elettrico con una potenza massima di 184 CV, entrambi abbinati a un rapporto fisso capace di distribuire la coppia in modo molto più fluido, rispetto al cambio tradizione e-CVT.

È davvero silenziosa, anche perché il rumore all’interno dell’abitacolo è stato quasi del tutto eliminato grazie al sistema Active Noise Cancellation.

Lo sterzo è leggero, ideale soprattutto nei tratti cittadini. Gli ingegneri giapponesi hanno poi dato il meglio di sé nella taratura delle sospensioni che assorbono tutto, a vantaggio del comfort di bordo e degli occupanti.

Come sempre, per Honda, fondamentale è la sicurezza: la nuova generazione di CR-V è oggi più sicura, appunto, grazie alla nuova costruzione della carrozzeria e alle tecnologie di ultima generazione “Honda Sensing“: un pacchetto completo di dotazioni di sicurezza attiva, in grado di ridurre al minimo i rischi di incidente alle medie e basse velocità, nel pieno rispetto della filosofia della Casa giapponese: “Sicurezza per tutti”.

Honda CR-V, le più belle immagini

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Citroën C5 X: tutto quello che avreste voluto sapere (tranne i prezzi)

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La Citroën C5 X è una berlina media francese a cinque porte disponibile esclusivamente a trazione anteriore dotata di motori benzina o ibridi plug-in benzina.

Di seguito troverete tutto quello che c’è da sapere (tranne i prezzi, non ancora comunicati) sull’erede della C5.

Citroën C5 X: le dimensioni

La Citroën C5 X è lunga 4,81 metri (come una Kia Sorento), larga 1,87 metri (come una Ssangyong Korando) e alta 1,49 metri (come una Subaru Levorg).

Il passo è di 2,79 metri mentre il bagagliaio ha una capienza di 545 litri che diventano 1.640 quando si abbattono i sedili posteriori.

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Citroën C5 X: i motori

Citroën non ha ancora comunicato ufficialmente la gamma motori della C5 X: si sa soltanto che non ci saranno propulsori diesel e che le uniche due alimentazioni disponibili saranno benzinaibrido plug-in benzina. Ipotizziamo quindi tre unità sovralimentate:

  • un 1.2 turbo tre cilindri benzina PureTech da 131 CV
  • un 1.6 turbo benzina PureTech da 181 CV
  • un 1.6 turbo ibrido plug-in benzina da 225 CV

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Citroën C5 X: il design

Non fatevi ingannare dalla lettera “X” e dallo stile che strizza l’occhio al mondo delle SUV: la Citroën C5 X sarà offerta solo a trazione anteriore.

La berlina media transalpina – caratterizzata dall’assetto rialzato e da numerosi elementi presi in prestito dalle crossover (cofano lungo, linea di cintura alta e ruote di grandi dimensioni: 72 cm di diametro e pneumatici da 19″ Tall & Narrow) – può vantare linee fluide e aerodinamiche e fari a LED su tutta la gamma.

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Citroën C5 X: il ritorno del portellone

Dopo 14 anni una berlina Citroën torna ad avere il portellone posteriore: era dal 2007 – ultimo anno di produzione della prima generazione della C5 – che la Casa del Double Chevron non offriva una “segmento D” a cinque porte.

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Citroën C5 X: comfort in primo piano

La Citroën C5 X punta a offrire il massimo comfort al guidatore e ai passeggeri: sospensioni Citroën Advanced Comfort, abitacolo spazioso in stile lounge, vetri anteriori e posteriori stratificati e sedili Advanced Comfort. Ma non è tutto: la versione ibrida plug-in benzina porterà al debutto le sospensioni attive.

Per quanto riguarda l’infotainment segnaliamo il nuovo sistema con touchpad da 12″ HD personalizzabile tramite widget come un tablet e impreziosito dal Natural Voice Recognition, quattro prese USB-C e la ricarica wireless per lo smartphone. Ultimo, ma non meno importante, l’Extended Head up Display.

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Citroën C5 X: gli ADAS

La ricca dotazione di sistemi di assistenza alla guida della Citroën C5 X comprende dispositivi come l’Highway Driver Assist, che associa il cruise control adattivo con funzione Stop & Go al sistema di avviso attivo di superamento involontario della linea di carreggiata. Troviamo inoltre il monitoraggio dell’angolo cieco a lunga portata, il Rear Cross Traffic Alert (che rileva un pericolo vicino durante la retromarcia) e la telecamera 360°.

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Fonte:

Mondiale F1 2021 – GP Gran Bretagna a Silverstone: gli orari TV su Sky e TV8

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Credits: Edward Berthelot/Getty Images

Il GP di Gran Bretagna a Silverstone – decima tappa del Mondiale F1 2021 – sarà trasmesso in diretta su Sky e in differita su TV8 (di seguito troverete gli orari TV).

La corsa inglese ospiterà le prime qualifiche sprint della storia. In parole povere venerdì 16 luglio alle 19:00 si terranno le qualifiche “normali” che determineranno la griglia della Sprint Race che si disputerà sabato 17 luglio alle 17:30: una “minigara” di 100 km che oltre a stabilire la griglia del Gran Premio di domenica assegnerà tre punti iridati al primo classificato, due punti al secondo e un punto al terzo.

F1 2021 – GP Gran Bretagna: cosa aspettarsi

Il circuito di Silverstone – sede del GP di Gran Bretagna, decima prova del Mondiale F1 2021 – è un tracciato veloce che premia le vetture più performanti. Lewis Hamilton ama molto questa pista e nelle ultime sette edizioni della corsa britannica è salito per sei volte sul gradino più alto del podio. L’ultimo trionfo Red Bull risale invece al 2012.

Partire bene qui è molto importante: dal 2009 a oggi solo Hamilton è stato capace di tagliare per primo il traguardo (nel 2014) senza scattare dalle prime tre posizioni della griglia. Di seguito troverete il calendario del Gran Premio di Gran Bretagna, gli orari TV su SkyTV8 e il nostro pronostico.

F1 Grand Prix of Austria

Credits: Mark Thompson/Getty Images

Celebrity Sighting : Day Three – Paris Fashion Week – Haute Couture Fall/Winter 2021/2022

Credits: Edward Berthelot/Getty Images

F1 Grand Prix of Austria

Credits: Dan Istitene – Formula 1/Formula 1 via Getty Images

F1 Grand Prix of Austria

Credits: Mark Thompson/Getty Images

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F1 2021 – Silverstone, il calendario e gli orari TV su Sky e TV8
Venerdì 16 luglio 2021
15:30-16:30 Prove libere 1 (diretta su Sky Sport F1)
19:00-20:00 Qualifiche (diretta su Sky Sport F1)
Sabato 17 luglio 2021
13:00-14:00 Prove libere 2 (diretta su Sky Sport F1)
17:30-18:00 Qualifiche Sprint (diretta su Sky Sport F1, differita alle 20:15 su TV8)
Domenica 18 luglio 2021
16:00 Gara (diretta su Sky Sport F1, differita alle 19:00 su TV8)

F1 – I numeri del GP di Gran Bretagna
LUNGHEZZA CIRCUITO 5.891 m
GIRI 52
RECORD IN PROVA Lewis Hamilton (Mercedes F1 W11) – 1’24″303 – 2020
RECORD IN GARA Max Verstappen (Red Bull RB16) – 1’27″097 – 2020
RECORD DISTANZA Max Verstappen (Red Bull RB16) – 1h19’41″996 – 2020

F1 – Il pronostico del GP di Gran Bretagna 2021

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1° Lewis Hamilton (Mercedes)

Lewis Hamilton ama molto il GP di Gran Bretagna: sette vittorie (di cui sei negli ultimi sette anni), dieci podi complessivi e sette pole position.

Non c’è gara migliore per interrompere la striscia negativa di cinque Gran Premi consecutivi a secco di successi.

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2° Max Verstappen (Red Bull)

Max Verstappen non ha mai vinto il GP di Gran Bretagna (due secondi posti come miglior risultato) e non ha mai conquistato la prima fila della griglia.

Il leader del Mondiale F1 2021 è reduce da tre trionfi consecutivi ma a Silverstone dovrà soprattutto difendersi.

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3° Valtteri Bottas (Mercedes)

I precedenti di Valtteri Bottas nel GP di Gran Bretagna? Tre secondi posti e una pole position.

Il pilota finlandese è salito sul podio negli ultimi due appuntamenti del Mondiale F1 2021 e ha tutte le carte in regola per ripetersi e regalare punti preziosi alla Mercedes.

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Da tenere d’occhio: Sergio Pérez (Red Bull)

Sergio Pérez non è un grande amante di Silverstone: il suo miglior piazzamento su questa pista è un sesto posto nel 2016.

Il driver messicano ha mancato il podio negli ultimi due GP ma può anche vantare sette corse di seguito in “top 6”: il suo obiettivo di domenica sarà portare alla Red Bull più punti possibili.

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La squadra da seguire: Mercedes

Impossibile non considerare la Mercedes la favorita assoluta del GP di Gran BretagnaSilverstone: otto successi di cui sette negli ultimi otto anni e dieci pole position di cui otto consecutive.

Sarà questa la gara del riscatto per la scuderia tedesca, a secco di vittorie da oltre due mesi? Molto probabile.

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