MotoGP 2021 – GP Gran Bretagna a Silverstone: gli orari TV su Sky, DAZN e TV8
Il GP di Gran Bretagna a Silverstone – dodicesima tappa della MotoGP 2021 – sarà trasmesso in diretta su Sky e DAZN e in differita su TV8 (di seguito troverete gli orari TV).
La gara di domenica vedrà al via Cal Crutchlow in sella alla Yamaha ufficiale al posto di Maverick Viñales (appiedato definitivamente dalla Casa giapponese) e il debuttante britannico Jake Dixon, chiamato dal team Petronas Yamaha per sostituire l’infortunato Franco Morbidelli.
MotoGP 2021 – GP Gran Bretagna: cosa aspettarsi
Il circuito di Silverstone – sede del GP di Gran Bretagna – è un tracciato lungo e veloce. L’ultimo pilota non italiano e non spagnolo capace di vincere qui nella classe regina è stato Casey Stoner nel lontano 2011.
Di seguito troverete il calendario del GP di Gran Bretagna, gli orari TV su Sky, DAZN e TV8 e il nostro pronostico.
MotoGP 2021 – Silverstone, il calendario e gli orari TV su Sky, DAZN e TV8
Venerdì 27 agosto 2021
10:00-10:40 | Moto3 – Prove libere 1 (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN) |
10:55-11:40 | MotoGP – Prove libere 1 (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN) |
11:55-12:35 | Moto2 – Prove libere 1 (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN) |
14:15-14:55 | Moto3 – Prove libere 2 (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN) |
15:10-15:55 | MotoGP – Prove libere 2 (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN) |
16:10-16:50 | Moto2 – Prove libere 2 (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN) |
Sabato 28 agosto 2021
10:00-10:40 | Moto3 – Prove libere 3 (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN) |
10:55-11:40 | MotoGP – Prove libere 3 (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN) |
11:55-12:35 | Moto2 – Prove libere 3 (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN) |
13:35-14:15 | Moto3 – Qualifiche (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN) |
14:30-15:00 | MotoGP – Prove libere 4 (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN) |
15:10-15:50 | MotoGP – Qualifiche (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN) |
16:10-16:50 | Moto2 – Qualifiche (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN) |
Domenica 29 agosto 2021
10:00-10:20 | Moto3 – Warm-up (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN) |
10:30-10:50 | MotoGP – Warm-up (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN) |
11:00-11:20 | Moto2 – Warm-up (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN) |
12:20 | Moto3 – Gara (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN, differita alle 14:35 su TV8) |
14:00 | MotoGP – Gara (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN, differita alle 15:45 su TV8) |
15:30 | Moto2 – Gara (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN, differita alle 18:00 su TV8) |
MotoGP – I numeri del GP di Gran Bretagna
LUNGHEZZA CIRCUITO | 5,9 km |
GIRI | 20 |
RECORD IN PROVA | Marc Márquez (Honda) – 1’58”168 – 2019 |
RECORD IN GARA | Marc Márquez (Honda) – 1’59”936 – 2019 |
MotoGP – Il pronostico del GP di Gran Bretagna 2021
1° Valentino Rossi (Yamaha)
Più una speranza che un pronostico quella di vedere Valentino Rossi tornare a vincere in MotoGP (o salire sul podio) prima del ritiro.
In Austria il Dottore ha disputato la sua migliore gara stagionale e a nostro avviso in Gran Bretagna – nazione molto amata: sei vittorie e dodici piazzamenti totali in “top 3” – potrà sorprenderci ancora.
2° Marc Márquez (Honda)
La vittoria di Marc Márquez in Germania di oltre due mesi fa aveva illuso un po’ tutti: da quel momento, invece, il centauro spagnolo è tornato a mancare di brillantezza.
I precedenti nel GP di Gran Bretagna del sei volte campione del mondo MotoGP? Una vittoria nel 2014 e due secondi posti.
3° Fabio Quartararo (Yamaha)
Fabio Quartararo non ama molto Silverstone: un ritiro nella sua unica apparizione in MotoGP su questa pista.
Difficilmente salirà sul gradino più alto del podio, facilmente aumenterà il vantaggio sui rivali diretti nella classifica del Motomondiale. Il centauro francese è in un ottimo stato di forma: un successo e tre podi totali negli ultimi quattro appuntamenti iridati.
Da tenere d’occhio: Joan Mir (Suzuki)
Dopo un inizio stagionale tutt’altro che memorabile Joan Mir si è ripreso portando a casa tre podi e cinque piazzamenti in “top 5” nelle ultime sei gare iridate.
Per il campione del mondo in carica si tratta del debutto assoluto nel GP di Gran Bretagna nella classe regina.
La moto da seguire: Yamaha
La Yamaha non vince a Silverstone da sei anni ma secondo noi ha buone possibilità di riuscirci.
Un successo permetterebbe alla Casa giapponese di superare la Ducati nel Mondiale Costruttori.
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Come si accende una moto a spinta? I consigli utili
Non solo auto, purtroppo infatti può succedere di rimanere a piedi anche con la moto. Questa potrebbe non partire per problemi al sistema di alimentazione/benzina oppure, grande classico, perché la batteria è scarica. Vediamo come bisogna comportarsi e soprattutto se e come è possibile avviare la moto a spinta.
Accendere la moto a spinta: cosa succede
Ogni motociclista dovrebbe essere a conoscenza della procedura che consente di accendere la moto a spinta. Una tecnica che infatti può salvarci e rendersi molto utile in casi, seppure rari (se la moto viene mantenuta in buona condizioni) in cui la due ruote abbia dei problemi in fase di avviamento. Se la moto è in panne, l’accensione a spinta è una soluzione, anche se potrebbe non rivelarsi utile in ogni situazione.
Se il sistema legato alla benzina inizia ad avvertire dei problemi oppure se la batteria del veicolo è scarica, allora sarà praticamente impossibile avviare la moto come di consueto. Chiaramente i problemi alla due ruote sono risolvibili solo ed esclusivamente recandosi presso un meccanico esperto, in un’officina specializzata. Ma intanto, saper accendere la moto a spinta, consente di far partire almeno il mezzo, provando a caricare un po’ la batteria, per raggiungere un centro professionale dove sottoporre la moto a dei controlli specifici.
Prima di provare a partire a spinta, bisogna però cercare di capire quali sono i problemi che impediscono l’accensione tradizionale della moto. Degli esempi? Sembra banale, ma prima di allarmarvi:
- controllate che ci sia benzina nel serbatoio;
- assicuratevi che il cavalletto non sia abbassato;
- non dimenticate di togliere la folle e mettere la moto in marcia;
- togliete il blocco motore.
Se anche con questi piccoli accorgimenti la moto non parte ugualmente, allora vediamo come farla partire con la tecnica ‘a spinta’, in pochi semplici passi.
Come far partire la moto a spinta
La prima cosa da fare per utilizzare questa tecnica è inserire una marcia bassa, in genere si consiglia la seconda, la più adatta per questo intervento. Ci sono però dei modelli di moto che possono partire a spinta anche con la prima inserita.
Una volta entrata la marcia, è necessario tirare la frizione spingere il mezzo davanti a voi, meglio se c’è molto spazio, perché per partire bisogna raggiungere almeno gli 8 km/h di velocità. La moto a questo punto dovrebbe accendersi, attenzione perché potrebbe sbandare, per questo assicuratevi che la strada sia abbastanza libera. Attenzione: se possibile, facilitate l’operazione eseguendola su una strada in discesa; invece di spingerla e correre, montate in sella in modo da controllarla anche meglio.
Una volta raggiunta la velocità di cui avete bisogna, mollate la leva della frizione e premete lo starter per accendere la moto. Accelerate e tirate ancora la frizione, in modo da riuscire a tenere la moto, senza perderne il controllo. Alzate i giri del moto, sempre con la frizione tirata, per evitare che si spenga. Fate un giro cercando di tenere la vostra due ruote sempre su di giri, per poter così ricaricare la batteria. Se il problema era quindi la batteria scarica, in questo modo lo avete temporaneamente risolto.
Il passaggio successivo da fare altrimenti è capire qual è il vero problema che non consente alla moto di partire in maniera tradizionale. Quindi potete risolverlo definitivamente solo recandovi dal meccanico.
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Toyota al Meeting di Rimini 2021: idrogeno e transizione energetica
Toyota – Mobility Partner nel Meeting di Rimini 2021 – ha approfittato della 42° edizione della manifestazione romagnola per raccontare il suo impegno nello sviluppo di soluzioni di mobilità sostenibile. La Casa giapponese ha messo inoltre a disposizione una flotta di 20 auto per accompagnare gli spostamenti degli ospiti nel corso delle giornate dell’evento.
Entrando più nel dettaglio nella giornata di domenica 22 agosto – nel corso dell’appuntamento dedicato alla transizione ecologica – Luigi Lucà (amministratore delegato di Toyota Motor Italia) ha portato la testimonianza del marchio nipponico attraverso le quattro soluzioni elettrificate presenti nella gamma: Full Hybrid, ibrido plug-in, elettrico e idrogeno. Una strategia racchiusa nella visione “Beyond Zero“, dove le zero emissioni non sono altro che una tappa intermedia di un percorso più ampio e articolato.
Nello stand Toyota al Meeting di Rimini 2021 – ideato secondo i concetti di inclusività e apertura – è possibile ammirare (oltre a quattro pannelli che raccontano la visione del futuro dell’azienda asiatica) quattro modelli elettrificati del Gruppo: la Mirai a idrogeno, la Yaris Cross ibrida, la RAV4 PHEV ibrida plug-in e la Lexus UX 300e elettrica.
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EICMA 2021: un nuovo logo e un nuovo nome per il Salone delle due ruote di Milano
Cambio di logo e di nome per EICMA: dall’edizione 2021 (la 78°, in programma a Rho Fiera Miano dal 23 al 28 novembre) il Salone della moto del capoluogo lombardo beneficerà di un’importante operazione di rebranding. Scopriamo insieme tutti i dettagli.
EICMA 2021: il nuovo logo
Il nuovo logo EICMA riafferma in modo deciso l’identità e la missione dell’esposizione. Il rosso – che rappresenta la centralità della passione per il settore – rimane per colorare il cerchio (immagine della ruota) e la forcella che diventa un’ala (tributo alla filiera e all’intera industria delle due ruote) ma il logotipo EICMA esce dall’interno del simbolo diventando protagonista assoluto al suo esterno.
EICMA 2021: il nuovo nome
A partire dall’edizione 2021 EICMA abbandonerà la datata dicitura “ciclo e motociclo” per una più universale e contemporanea formulazione “due ruote“. Il nome completo “Esposizione internazionale delle due ruote” mantiene il forte riferimento al valore globale e alla narrazione centenaria della rassegna ma con un tocco più moderno e incisivo.
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È possibile guidare con il parabrezza scheggiato?
Può capitare purtroppo di ritrovarsi con il parabrezza dell’auto scheggiato, e questo potrebbe essere un pericolo potenziale per il guidatore. Non è tutto, viaggiare con il vetro scheggiato è un comportamento sanzionabile da parte delle Forze dell’Ordine, perché potrebbe provocare dei danni anche molto consistenti e dei problemi alla sicurezza nella circolazione del veicolo. Vediamo quindi tutto quello che bisogna sapere se ci si trova in questa situazione.
Parabrezza scheggiato: i pericoli
Purtroppo anche solo una piccola crepa nel vetro potrebbe allargarsi fino a provocare dei danni all’intero cristallo anteriore. Il pericolo è quello di mettere a rischio la visibilità del conducente, la rottura del vetro potrebbe obbligare alla completa sostituzione del parabrezza, oltre a provocare pericoli a chi guida, e non solo.
Il Codice della Strada sanziona chi viaggia con una crepa nel vetro, perché riduce la visuale al conducente del veicolo. Durante la guida in autostrada la sanzione viene maggiorata. Se è possibile riparare il danno al vetro, allora è bene farlo tempestivamente, per evitare pericoli e multe. Se invece la scheggiatura è estesa, allora bisogna sostituire interamente il vetro (si può usufruire della polizza cristalli).
Quali sono le cause di un parabrezza scheggiato?
I fattori che possono provocare scheggiature nel vetro dell’auto sono:
- l’urto contro oggetti che vengono sollevati dagli altri mezzi su strada, durante la marcia (possono essere sassolini, pezzi di asfalto, parti metalliche di piccole dimensioni);
- la variazione di temperatura repentina, attenzione quindi a non togliere mai il ghiaccio dal parabrezza (durante l’inverno) usando acqua calda;
- un’intensa grandinata.
A volte, invece di una piccola scheggiatura, si forma proprio una crepa, anche lunga più centimetri. Il parabrezza in genere, in questi casi, non va in mille pezzi (a meno che non venga colpito da un oggetto molto pesante e/o di grandi dimensioni). È realizzato infatti a strati: due lastre di vetro sono tenute insieme da un foglio di plastica in mezzo. Questo, al contrario di quanto accade per il lunotto posteriore e i finestrini, riduce il rischio di frammentazione e lesioni a conducente e passeggeri.
Come riparare il parabrezza scheggiato
Ci sono delle officine convenzionate e specializzate nella riparazione dei parabrezza scheggiati. La riparazione deve avvenire in tempi rapidi, in modo che un danno di piccola entità non diventi tropo grosso e pericoloso, a causa delle continue sollecitazioni dovute alla marcia del veicolo.
Per riparare la scheggiatura, viene utilizzata una resina apposita, inserita all’interno della fessura; questa viene poi rifinita e fatta essiccare. La resina si indurisce e diventa parte del parabrezza, il danno in questo modo non si estende. Chiaramente la scheggiatura non deve ostacolare la visibilità del conducente, altrimenti il vetro deve essere sostituito completamente.
Sostituzione parabrezza: i costi
Il prezzo della sostituzione dipende sia dall’auto che dal tipo di vetro, ma anche dalla difficoltà dell’operazione, che varia in base allo specifico design della macchina. In media si possono spendere tra i 270 e i 700 euro.
Viaggiare con il parabrezza scheggiato: cosa dice il Codice della Strada
La legge italiana sanziona coloro che viaggiano con il parabrezza dell’auto scheggiato; come abbiamo visto, infatti, può essere molto pericoloso. L’art. 79 comma 1 del Codice della Strada prevede una multa di 71 euro per chi circola con il parabrezza danneggiato, che diventano 106 euro con decurtazione di 2 punti dalla patente per chi viaggia in autostrada.
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Rifornimento al self service: come effettuarlo senza rischi?
Ci sono automobilisti abituati ad affidare sempre il compito del rifornimento di carburante al benzinaio, senza mai occuparsi autonomamente di questa operazione. Può capitare però di rimanere a secco negli orari di chiusura della pompa, di notte o di giorno, e quindi di dover far benzina da soli. Può sembrare un’operazione difficile, soprattutto per chi non è abituato al self service, ma in realtà si tratta di una procedura semplice e comoda, basta solo seguire alcuni consigli pratici per non sbagliare.
Rifornimento self service con contanti
Per prima cosa avvicinate bene l’auto al distributore corretto, stando alla giusta distanza, per non avere problemi nell’erogazione del carburante. Fate bene attenzione quindi al lato della macchina in cui si trova il bocchettone del serbatoio, per evitare di dover spostare l’auto e di perdere tempo inutile.
Seguire poi questi passaggi:
- prima di tutto spegnere la macchina;
- aprire lo sportellino del serbatoio;
- svitare il tappo (in alcuni casi serve la chiave, in altri no);
- inserire le banconote nella colonnina per il pagamento, che si trova nei pressi della pompa;
- pigiare sul numero del distributore scelto per fare benzina;
- tornare al distributore e prendere la pistola del carburante;
- infilare bene la pistola nel serbatoio e tenere premuto fino al momento in cui termina l’erogazione;
- rimettere la pistola nel suo alloggio;
- chiudere il tappo e lo sportellino e ripartire.
Attenzione: le banconote non devono essere troppo vecchie o sgualcite, altrimenti il sistema di pagamento potrebbe rigettarle indietro, senza accettarle. Inoltre, non dimenticate di assicurarvi della tipologia di alimentazione dell’auto, se benzina o diesel, per evitare problemi. In genere al distributore potete riconoscerli facilmente, si usa di solito il verde per la benzina e il nero o altri colori per il gasolio.
Rifornimento self service con bancomat
È possibile fare benzina o gasolio autonomamente anche pagando con il bancomat o la carta di credito. La procedura è simile, cambia solo appunto la modalità di pagamento. Basta seguire alcuni accorgimenti per non sbagliare e evitare rischi inutili.
Seguite questi passaggi:
- dopo aver posizionato e spento l’auto, aperto lo sportellino e svitato il tappo, andare alla colonnina per il pagamento;
- inserire il bancomat o la carta nella fessura;
- inserire il codice pin;
- ritirare il bancomat una volta che il pagamento è stato accettato;
- selezionare la pompa;
- tornare al distributore e inserire la pistola nel serbatoio;
- in questo caso non bisogna aspettare che l’erogazione termini, siete voi a decidere quando avrete raggiunto la quota di carburante desiderata e quindi quando stoppare l’erogazione;
- rimettere la pistola al suo posto, chiudere tappo e sportellino;
- ritirare la ricevuta nella colonnina dei pagamenti e ripartire.
Il sistema scala la somma corrispondente alla quantità di carburante erogata direttamente dal conto collegato alla carta.
I vantaggi del rifornimento di carburante self service
Essere in grado di fare rifornimento da soli è molto importante, prima di tutto perché è possibile avere bisogno di benzina o gasolio quando le stazioni sono chiuse. Un vantaggio è inoltre rappresentato dai costi, con il self service si può risparmiare tra il 5% e il 10% sulla spesa. Ci sono dei distributori che, ad orari stabiliti, danno solo questa opzione; quindi, soprattutto in caso di lunghi viaggi su strade che non si conoscono, è fondamentale saper fare rifornimento da soli.
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Che cos’è il car wrapping: tutto quello che bisogna sapere
Il car wrapping è una tecnica molto particolare, che presenta molti vantaggi (ma anche alcuni svantaggi), da tutti coloro che hanno intenzione di cambiare il colore della propria vettura senza riverniciarla o semplicemente di applicare la pellicola per rivestire e proteggere la carrozzeria. Vediamo come funziona, quali sono i costi e tutto quello che c’è da sapere su questa pratica molto diffusa.
Car wrapping: in che cosa consiste
Si tratta di un’alternativa molto valida alla verniciatura dell’auto, per tutti coloro che hanno intenzione di cambiare colore alla propria vettura, senza spendere una cifra esagerata dal carrozziere. Il rivestimento della carrozzeria con questa particolare pellicola adesiva viene effettuato per differenti motivazioni:
- prima di tutto per cambiare il colore della macchina;
- per proteggere l’auto con la pellicola, ma senza variarne il colore;
- applicare delle decalcomanie.
Vi sono pellicole differenti in base al colore e all’effetto che si vogliono realizzare. Per quanto riguarda colori e fantasie che si possono scegliere, bisogna solo sottostare ai limiti imposti dal Codice della Strada per garantire la sicurezza durante la circolazione.
Che cosa stabilisce il CdS: limiti e multe per car wrapping
Attenzione alle regole per quanto riguarda colori e tipologie di applicazioni e pellicole. Un esempio è quello della Germania, che non consente l’applicazione della parola ‘Polizia’ sull’auto, e nemmeno l’utilizzo di pellicole luminescenti e cromate su ampie zone, come è severamente vietata anche la scelta di simboli o parole incostituzionali.
In Italia non è assolutamente possibile applicare le pellicole colorate sui dispositivi luminosi, per non alterarne le caratteristiche originali, e nemmeno sulle targhe e sui finestrini anteriori o il parabrezza. Sono concesse delle eccezioni solo ed esclusivamente in fase di omologazione dell’auto da parte del Costruttore. Nel caso in cui un automobilista decida di utilizzare comunque delle pellicole non omologate o che alterano le caratteristiche dell’auto e quindi severamente vietate dalla legge, oppure le applichi in modo inappropriato, allora l’articolo 78 del Codice della Strada prevede multe a partire da 431 euro.
Car wrapping: quali sono i costi?
Non c’è un costo fisso in questo caso, ovviamente. Tutto dipende dalla tipologia di pellicola che si intende utilizzare, quindi se trasparente, colorata, lucida o opaca, con grafiche personalizzate, ma anche dalla manodopera necessaria e ovviamente dalle dimensioni dell’auto.
Attenzione: gli esperti sconsigliano in assoluto la pratica del car wrapping fai da te, si tratta di un intervento delicato e complesso, che richiede estrema manualità, necessaria per maneggiare pellicole molto grandi e per usare le attrezzature necessarie.
Il costo medio del car wrapping oscilla tra 1.000 e 5.000 euro.
Pulizia dell’auto con pellicola car wrapping
Anche la durata del risultato ottenuto con le pellicole varia molto, come il prezzo. Tutto dipende dalla qualità della pellicola stessa, ma anche dalla professionalità di chi si è occupato del car wrapping e dall’utilizzo che si fa dell’auto, oltre che dalla cura e manutenzione del mezzo. Ci sono aziende che offrono garanzia per 3 anni o 30 mila km per il car wrapping; in generale il consiglio degli esperti è quello di rimuovere la pellicola dopo 10 anni al massimo, senza far passare più tempo. Anzi, anche meno, a seconda della qualità del rivestimento.
Per quanto riguarda la pulizia e il lavaggio, si può procedere tranquillamente, solo facendo attenzione ai prodotti utilizzati e a non:
- usare acqua troppo calda;
- usare i rulli per il lavaggio;
- applicare cere;
- usare getti d’acqua ad alta pressione.
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Come si paga una multa stradale presa all’estero?
Non possiamo ignorare una multa che prendiamo all’estero; come per quelle che riceviamo in Italia, è possibile scegliere di pagarle oppure fare ricorso.
Multe all’estero: il nuovo sistema europeo
Il nuovo sistema europeo di notifiche all’estero per quanto riguarda le multe stradali, che si trova nella direttiva europea 2015/413 (ex 2011/82) agli articoli 2 e 3, e la nuova applicazione delle sanzioni pecuniarie stabilita nella decisione quadro 2005/214, vietano in ogni modo di ignorare le multe che un conducente italiano prendere all’estero (quando si trova a viaggiare per lavoro o per le vacanze).
In Italia sono state introdotte due norme con il Dl 37/2014 e 37/2016, che hanno permesso al Bel Paese di adeguarsi alla maggior parte degli altri Stati europei. È stato così introdotto il “principio di reciprocità” sul riconoscimento delle sanzioni pecuniarie nei Paesi membri dell’Unione Europea, in vigore da marzo del 2016. Questo prevede lo stesso meccanismo di notificazione e riscossione del Paese che emette la multa.
Multe all’estero: le raccomandate
Molti cittadini italiani si sono lamentati negli anni, con intenzione di fare ricorso, contro sanzioni ricevute in posta ordinaria, che per il sistema italiano non sono ammissibili. Come abbiamo detto però l’intesa europea stabilisce che valgono le leggi del Paese in cui è stata commessa l’infrazione (con conseguente multa). Lo stesso vale anche per gli stranieri che violano le norme italiane.
Secondo l’intesa è comunque garantito anche il diritto alla riscossione transnazionale: “Nulla si frappone quindi più all’esecuzione di una contravvenzione stradale estera”, come si legge nel sito del CEC.
Quali multe estere arrivano in Italia?
In Italia possiamo ricevere multe prese all’estero per le seguenti infrazioni:
- semaforo rosso;
- mancato uso del casco in moto;
- guida in stato di ebbrezza o sotto effetto di sostante stupefacenti;
- mancato uso della cintura di sicurezza;
- mancato utilizzo di seggiolini o altri dispositivi obbligatori per bambini;
- uso del cellulare al volante;
- circolazione su una corsia vietata.
La direttiva europea esclude le sanzioni accessorie quali sequestro del mezzo, revoca o sospensione della patente, decurtazione dei punti.
Cos rischia chi ignora la multa presa all’estero?
Le sanzioni per infrazioni alla guida commesse in un Paese europeo possono essere richieste anche dopo il rientro in Italia. L’automobilista in genere infatti riceve la notifica della multa con gli estremi per pagare o opporsi.
Con il pagamento della multa, si chiude il contenzioso. Altrimenti ci si può opporre, ma se il ricorso non viene accolto, o se si ignora la notifica, l’autorità estera può anche inviare il fascicolo dell’infrazione alla Corte d’Appello italiana. Altrimenti può lasciare in sospeso le sanzioni e applicarle all’automobilista nel caso in cui dovesse tornare nel Paese dove è stata commessa l’infrazione.
Se la Corte d’Appello ammette l’infrazione e la sanzione, si applica la procedura italiana, lo Stato italiano riceve la somma (a meno di accordi con il Paese estero). Se il trasgressore ignora la notifica, la polizia del Paese estero consegna il fascicolo all’Autorità giudiziaria del proprio Paese, che ne chiede l’esecuzione in Italia. L’automobilista riceve così la notifica a casa, in cui viene comunicato che si terrà una camera di consiglio presso la Corte d’Appello di residenza, con conseguente procedura del codice penale.
Quali sono i termini di prescrizione?
Valgono quelli stabiliti nell’ordinamento del Paese estero in cui è stato commesso l’illecito su strada e quindi dove l’automobilista ha preso la multa.
Come presentare ricorso
Nella comunicazione che notifica l’infrazione vengono scritte anche le istruzioni per presentare eventuale ricorso, che dovrebbe avvenire nella lingua del Paese che ha accertato l’infrazione. Ci sono casi in cui la comunicazione della multa viene preceduta da una lettera, contro la quale il ricorso non è proponibile.
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Dacia Spring: l’elettrica troppo low-cost
Appeal | Lontano anni luce da quello delle altre Dacia: la Spring punta solo sul prezzo basso. |
Contenuti tecnologici | Un motore elettrico, qualche aiuto elettronico e – sulla versione più lussuosa – navigatore e telecamera posteriore. |
Piacere di guida | La Spring è un’auto economica creata per andare dal punto A al punto B: non aspettatevi molto di più. |
Stile | Il design datato è lo stesso della Renault Kwid, citycar rivolta ai mercati in via di sviluppo svelata nel lontano 2015. |
Le Dacia sono le vetture più economiche in commercio ma il loro successo dipende più dal rapporto qualità/prezzo che dal semplice listino: gli allestimenti più apprezzati sono infatti quelli più costosi. Con la Spring la Casa rumena ha invece voluto lanciare sul mercato un’auto elettrica a meno di 20.000 euro puntando tutto sulla filosofia low-cost dimenticando il concetto di “smart buy” (acquisto intelligente) applicato alle sue ultime creazioni molto amate dal grande pubblico.
Nella nostra prova su strada abbiamo testato la Dacia Spring nell’allestimento Business rivolto al car sharing: scopriamo insieme i pregi e difetti della “segmento A” esteuropea a emissioni zero.
Dacia Spring: autonomia e ricarica
La Dacia dichiara per la Spring un’autonomia di 230 km nel ciclo misto e di 305 km nel ciclo urbano: un valore interessante, superiore a quanto offerto da concorrenti più costose. Va detto, però, che nella nostra prova su strada (così come nel primo contatto dello scorso marzo) abbiamo dovuto impegnarci per arrivare a quota 200 nell’utilizzo globale: colpa del motore poco potente (44 CV e 125 km/h di velocità massima, 31 CV e 100 chilometri orari in modalità ECO) e con un’erogazione simile a quella di un’unità aspirata a benzina che costringe a dover premere più del necessario il pedale dell’acceleratore.
Per quanto riguarda la ricarica sono previste diverse modalità: presa domestica da 220V, presa Green’Up con cavo Flexicharger (modo 2, optional a 300 euro) o Wallbox da 7,4 kW con cavo modo 3 di serie. Sull’allestimento più ricco Comfort Plus – pagando 600 euro – è inoltre possibile avere la ricarica rapida in corrente continua 30 kW: in parole povere basta meno di un’ora per portare la batteria da 27,4 kWh all’80% e meno di un’ora e mezza per il “pieno” completo.
I tempi di ricarica “normali” sono invece inferiori a 14 ore con la presa domestica da 2,3 kW, inferiori alle otto ore e mezza con la Wallbox da 3,7 kW e inferiori alle cinque ore con quella da 7,4 kW.
Dacia Spring: i prezzi e la dotazione di serie
La Dacia Spring “base” – la Comfort – è l’auto elettrica più economica in commercio, costa 19.900 euro e ha una dotazione di serie che comprende:
- AEBS, ESP, ABS, EBD, BAS, E-CALL
- Limitatore di velocità
- Cerchio da 14″ Flexwheel
- Barre portatutto nere con inserti in grigio satinato
- Luci diurne a LED
- Luci posteriori con firma Dacia Y-Shape
- Clima manuale
- Specchietti retrovisori elettrici
- Radio DAB Bluetooth & USB
- Servizi connessi dall’applicazione MY Dacia: stato di carica, precondizionamento, geolocalizzazione, avvio e arresto della ricarica da App
- Chiusura centralizzata
- Chiusura delle porte automatica durante la guida
- Airbag conducente e passeggero
- Airbag laterali e a tendina
- Tergicristalli e luci automatiche
- Alzacristalli elettrici anteriori e posteriori
- Kit riparazione pneumatici
- Sbrinatore del lunotto posteriore
- Maniglie portiere in tinta carrozzeria
- Calandra cromata
- Batteria 27,4 kWh
- Caricabatterie AC/DC
- Cavo di ricarica Modo 3/Tipo 2
- Eco Mode
- Sistema di fissaggio Isofix del seggiolino per bambini per sedili posteriori
- Servosterzo elettrico
- Computer di bordo con schermo TFT 3,5″, distanza percorsa, autonomia, informazioni sulla batteria
Il nostro consiglio è quello di spendere 1.500 euro in più per il più ricco allestimento Comfort Plus, costa 21.400 euro e aggiunge:
- Stripping portiere laterali arancioni
- Specchietti laterali arancioni
- Barre portatutto nere con inserti arancioni
- Prese d’aria con inserti arancioni
- Inserti interni arancioni (contorno aeratori, console centrale Display, impunture sedili)
- Sistema di Navigazione con display touchscreen ULC 7″ con Bluetooth e smartphone replication & USB
- Sensori di parcheggio con retrocamera
- Ruota di scorta
- Vernice metallizzata
Nella nostra prova su strada abbiamo guidato la Dacia Spring Business, versione destinata al car sharing: vernice bianca o grigia chiara con inserti blu sulle barre da tetto, sensori di parcheggio posteriori con retrocamera, maniglie e retrovisori in plastica granulata nera, cerchi “Flexwheel” da 14″, sedili neri in TEP (similpelle resistente e poco sporchevole) con impunture blu, tappetini anteriori e posteriori, battitacco anteriori, soglia del bagagliaio e navigatore con smartphone replication.
A chi si rivolge
A chi vuole entrare nel magico mondo delle auto elettriche ma non vuole spendere una follia.
Alla guida: primo impatto
Accomodarsi a bordo di una Dacia Spring è come fare un tuffo nel passato. L’abitacolo è spazioso ed è impreziosito da una posizione di seduta rialzata che ricorda quella di una piccola SUV ma è troppo spartano: plastiche di bassa qualità, assemblaggi poco curati (la prima Logan del 2004 presentava materiali meno pregiati ma accoppiati meglio), volante fisso, sedile non regolabile in altezza e divano posteriore in pezzo unico.
Si gira la chiave, si parte e ci si ritrova a dover gestire un motore poco cavallato adatto esclusivamente alla guida in città: nel traffico la citycar elettrica rumena è agile e (relativamente) briosa, si manovra facilmente ed è adatta anche allo shopping grazie all’ampio bagagliaio (270 litri che diventano 620 in configurazione a due posti). Senza dimenticare le sospensioni morbide che se la cavano egregiamente sul pavé.
Alla guida: valutazione finale
Fuori città emergono tutti i limiti della Dacia Spring, una vettura che andrebbe utilizzata esclusivamente nei confini urbani. Nelle curve è tutt’altro che divertente per via dell’assetto morbido e di uno sterzo troppo leggero, nelle salite bisogna “tirare” il motore per avere un po’ di brio e in autostrada ricorda le utilitarie di 30 anni fa per quanto riguarda le prestazioni (“0-100” in 19,1 secondi) e la sensibilità al vento laterale: quando si viene sorpassati da un veicolo molto più veloce bisogna intervenire sul volante per tenere il mezzo all’interno della corsia.
Cosa dice di te
Cerchi un’auto elettrica economica, hai visto che la Spring “base” si porta a casa con 19.900 euro, sei andato in una concessionaria Renault/Dacia e non hai notato che la Twingo electric – decisamente più riuscita (anche se meno spaziosa e con meno autonomia) – costa solo 2.050 euro in più.
Scheda tecnica
Lunghezza | 3,73 metri |
Larghezza | 1,58 metri |
Altezza | 1,52 metri |
Acc. 0-100 km/h | 19,1 s |
Capacità batteria | 27,4 kWh |
Caratteristiche motore | motore elettrico da 44 CV |
Autonomia | 230 km |
Le concorrenti
Fiat Nuova 500 Action | Il cinquino a emissioni zero più accessibile è chic ma costoso e non brilla alla voce “autonomia”: meno di 200 km. |
Smart EQ fortwo Pure | Due posti secchi, prezzi alti e un’autonomia risicata. Facilissima da parcheggiare, però, grazie ai soli 2,74 metri di lunghezza. |
Smart EQ forfour Pure | Il pianale è lo stesso della Twingo ma costa molto di più della cugina francese e percorre meno chilometri con un “pieno” di energia. |
Volkswagen e-up! | La variante elettrica della citycar di Wolfsburg offre molto di più della Spring (anche per quanto riguarda l’autonomia) ma il listino è più salato. |
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Auto sportive: l’elenco completo per marca (con i prezzi)
Le auto sportive rappresentano una fetta piccolissima (l’1% circa) delle immatricolazioni in Italia ma restano le vetture più amate da chi cerca il divertimento e non ha bisogno di praticità.
I modelli sportivi possono essere suddivisi in tre macrocategorie: coupé, spider e cabriolet.
Le coupé sono sportive chiuse (generalmente a due o tre porte ma non mancano proposte più pratiche dotate di portiere posteriori), le spider sono scoperte a due posti secchi mentre le cabriolet sono veicoli scoperti dotati di sedili posteriori.
Di seguito troverete l’elenco completo di tutte le auto sportive in commercio in Italia (con i prezzi): tante proposte per tutti i gusti e tutte le tasche.
Auto sportive: l’elenco completo per marca (con i prezzi)
Auto sportive Abarth
- 595 C da 29.500 euro
Auto sportive Alpine
- A110 da 59.300 euro
Auto sportive Aston Martin
- Vantage 143.324 euro
- Vantage Roadster 151.628 euro
- DBS 288.189 euro
- DBS Volante 303.874 euro
- DB11 da 187.308 euro
- DB11 Volante 205.641 euro
Auto sportive Audi
- A7 Sportback da 63.950 euro
- A5 da 48.100 euro
- A5 Cabrio da 55.100 euro
- TT da 42.900 euro
- TT Roadster da 45.600 euro
- R8 da 157.000 euro
- R8 Spyder da 170.300 euro
- e-tron GT da 105.800 euro
Auto sportive Bentley
- Continental GT da 204.446 euro
- Continental GTC da 225.918 euro
Auto sportive BMW
- serie 2 Coupé da 31.450 euro
- serie 2 Cabrio da 37.750 euro
- serie 4 Coupé da 52.350 euro
- serie 4 Cabrio da 60.850 euro
- serie 4 Gran Coupé da 52.350 euro
- serie 8 da 99.380 euro
- serie 8 Cabrio da 107.380 euro
- serie 8 Gran Coupé da 96.380 euro
- Z4 da 43.800 euro
Auto sportive Chevrolet
- Camaro da 47.950 euro
- Camaro Cabriolet da 54.950 euro
- Corvette 102.500 euro
- Corvette Cabrio 109.680 euro
Auto sportive Dallara
- Stradale 189.100 euro
Auto sportive Ferrari
- Portofino 198.061 euro
- Roma 200.936 euro
- 488 Pista 296.000 euro
- 488 Pista Spider 326.400 euro
- F8 Tributo 236.000 euro
- F8 Spider 262.000 euro
- 812 Superfast 303.727 euro
- 812 GTS 336.000 euro
Auto sportive Fiat
- 500 C da 18.300 euro
- Nuova 500 Cabrio da 32.900 euro
Auto sportive Ford
- Mustang da 49.000 euro
- Mustang Convertible da 53.500 euro
Auto sportive Honda
- NSX 201.000 euro
Auto sportive Jaguar
- F-Type da 66.380 euro
- F-Type Convertibile da 73.550 euro
Auto sportive Lamborghini
- Huracán da 197.071 euro
- Huracán Spyder da 216.522 euro
- Aventador da 346.250 euro
- Aventador Roadster da 385.059 euro
Auto sportive Lexus
- LC da 112.000 euro
- LC Convertible 126.000 euro
- RC da 92.500 euro
Auto sportive Lotus
- Elise da 55.380 euro
- Exige da 82.800 euro
- Exige Roadster da 82.800 euro
- Evora 117.040 euro
Auto sportive Mazda
- MX-5 da 31.800 euro
Auto sportive McLaren
- GT 203.000 euro
- Artura 231.000 euro
- 720S 252.620 euro
- 720S Spider 287.000 euro
Auto sportive Mercedes
- classe C Coupé da 49.479 euro
- classe C Cabrio da 58.721 euro
- classe E Coupé da 59.227 euro
- classe E Cabrio da 66.065 euro
- classe S Coupé da 109.052 euro
- classe S Cabrio da 158.707 euro
- CLS da 89.448 euro
- SLC da 44.341 euro
- SL da 108.730 euro
- GT da 147.890 euro
- GT Roadster da 160.460 euro
Auto sportive Mini
- Cabrio da 25.850 euro
Auto sportive Nissan
- GT-R da 108.600 euro
Auto sportive Porsche
- Panamera da 101.507 euro
- 718 Cayman da 61.901 euro
- 718 Boxster da 63.975 euro
- 911 da 114.951 euro
- 911 Cabriolet da 129.591 euro
- Taycan da 88.992 euro
Auto sportive Rolls-Royce
- Dawn da 374.000 euro
- Wraith da 335.000 euro
Auto sportive Smart
- EQ fortwo cabrio da 28.577 euro
Auto sportive Subaru
- BRZ 39.900 euro
Auto sportive Toyota
- Supra da 57.900 euro
Auto sportive Volkswagen
- T-Roc Cabriolet da 30.400 euro
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