Cosa sono e a che cosa servono le corsie di canalizzazione?
Parliamo di strada e di come utilizzare delle particolari tipologie di corsie. In questo articolo poniamo il focus sulle corsie di canalizzazione o anche dette di preselezione, che possiamo trovare su molte delle nostre strade. Vediamo come bisogna comportarsi quando si incontrano durante il proprio tragitto, quali sono le regole da rispettare per evitare di prendere una multa o addirittura di essere di intralcio alla circolazione e provocare un incidente, più o meno grave.
Corsie di canalizzazione su strada: di che cosa si tratta
Innanzitutto le corsie di canalizzazione sono quelle che chiamiamo anche corsie di preselezione. Come suggerisce il nome stesso, sono quelle create con lo scopo specifico di poter incanalare i mezzi in transito in base alla direzione che gli stessi hanno intenzione di prendere.
Come si presenta la corsia di canalizzazione? Innanzitutto si trova di fianco alla strada che si percorre abitualmente, spesso viene segnalata con delle frecce che sono disegnate direttamente sull’asfalto, proprio per indicare quali sono le direzioni consentite ai veicoli in transito.
In particolare, le direzioni possono essere sia a freccia unica che a freccia combinata e quindi bidirezionale, e possono anche mostrare delle scritte sulla carreggiata, che stanno ad indicare la località che si può raggiungere appunto prendendo quella particolare via (segnalata dalla freccia).
Attenzione: nel primo tratto di queste corsie è sempre presente la riga tratteggiata che indica, come ben sappiamo, che il conducente al volante del suo veicolo ha la possibilità ovviamente di immettersi nella corsia di canalizzazione che sceglie. C’è un mito da sfatare che riguarda le corsie di destra, bisogna sapere infatti che non sono riservate ai mezzi lenti come tanti credono, è una ‘diceria’ popolare molto diffusa e ritenuta quindi veritiera, ma non è assolutamente così.
Corsie di canalizzazione: come devono essere usate
Per usare le corsie di canalizzazione senza infrangere il Codice della Strada e senza diventare un pericolo o un intralcio per la circolazione stradale, è meglio sapere quindi come bisogna immettersi in maniera corretta. Innanzitutto è semplice, lo sottolineiamo, ma ci sono alcune regole base da seguire.
Prima di tutto fate attenzione, se vi accorgete di aver sbagliato corsia ma la striscia è già diventata continua (fino ad un certo punto è tratteggiata), allora è obbligatorio proseguire nel senso che è indicato dalle frecce che fanno parte della segnaletica orizzontale, anche se non vi portano dove avete intenzione di andare. Non fate manovre azzardate, come retromarcia o altro, fino al punto in cui le linee sono tratteggiate, per cambiare corsia. Non cercate inoltre di cambiare direzione all’ultimo momento, potrebbe essere molto pericoloso per voi e per gli altri utenti che circolano sulla stessa strada.
C’è un’altra cosa importante da tenere presente, se l’autista percorre una corsia di canalizzazione senza frecce direzionali, allora vuol dire che può proseguire dritto, e usare solo la corsia di sinistra e di destra per la relativa svolta.
Corsie di canalizzazione: le multe per chi viola il Codice della Strada
Chi si accorge di aver sbagliato la corsia di canalizzazione e cerca di immettersi all’ultimo momento in quella corretta, quando però ormai la striscia è continua e non più tratteggiata, rischia una multa da 42 a 173 euro. Chi addirittura fa inversione di marcia nei pressi delle intersezioni, rischia da 87 a 345 euro di sanzione, che diventano da 167 a 666 euro per chi sorpassa.
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Multa e stato di necessità: che cosa bisogna sapere
Lo stato di necessità è una condizione in cui si può trovare un soggetto, tale che lo stesso sia condizionato nel compimento di azioni che possono assumere delle condotte giuridicamente rilevanti dal punto di vista penale, amministrativo e civile. Può accadere infatti che determinate infrazioni al Codice delle Strada siano indotte da circostanze urgenti e contingenti, come motivi di salute o di lavoro, che possono addirittura giustificare il soggetto che ha violato una delle norme di legge.
Anche la situazione di pericolo è compresa nel concetto di stato di necessità, se una persona compie un atto chiaramente qualificabile come negativo dal punto di vista del rispetto della legge e quindi giuridico, ma in qualche modo originato per evitare un danno grave e imminente alla persona. Il pericolo chiaramente non deve derivare dalla condotta volontaria e colpevole del soggetto che agisce.
Quindi se, per esempio, una persona supera i limiti di velocità per andare urgentemente a casa dove è scattato l’allarme antifurto, non può essere giustificata dal cosiddetto stato di necessità (in questo caso, a parte che si parla di eventuali danni alle cose e non alle persone, la cosa fa fare è allertare le Forze dell’Ordine).
Nello stato di necessità è compresa anche l’urgenza dell’azione, il pericolo quindi deve essere attuale e imminente e non futuro o già scongiurato. Commettere un fatto che va contro la legge è giustificato solo ed esclusivamente se questo era l’unico modo per evitare il pericolo.
La condotta illecita può rientrare infine nello stato di necessità solo se il danno che si cerca di scongiurare è di grave entità (e deve essere comunque proporzionato al pericolo che si procura).
Multa per stato di necessità: come fare ricorso
Se quindi esistono i presupposti indicati, allora potrebbe essere possibile giustificare la condotta antigiuridica del soggetto, che può beneficiare dell’annullamento della sanzione amministrativa applicata per la violazione di norme del Codice della Strada.
Un esempio che possiamo fare è il passaggio col semaforo rosso, giustificato ad esempio da chi in quel preciso istante stava portando una donna incinta con le doglie in ospedale, o ancora il superamento del limite di velocità in autostrada, permesso solo per urgenza, come quella di dover raggiungere la piazzola di sosta più vicina per dare a un passeggero in crisi respiratoria i farmaci di emergenza.
Possono esserci infiniti altri casi simili in cui l’automobilista, nonostante il comportamento antigiuridico, potrebbe far riferimento appunto allo stato di necessità (art. 54 del codice penale). La norma esonera chi commette il fatto illecito per necessità di salvare sé o altri da un pericolo e dispone che, per chiedere lo stato di necessità, non dovevano esserci alternative per evitare il danno (oltre al fatto che il comportamento illecito e antigiuridico tenuto deve essere comunque proporzionato al pericolo, come già sottolineato).
Quali sono gli elementi che devono concorrere per ottenere l’annullamento della multa per stato di necessità:
- il bisogno di salvare qualcuno da un danno;
- il danno deve essere grave e diretto alla persona, non a beni materiali;
- il pericolo deve essere attuale, deve essere verificata l’urgenza di agire;
- la causazione del danno non deve essere volontaria.
Quindi, per quanto riguarda le norme del Codice della Strada, lo stato di necessità si può ottenere in prevalenza per cause determinate da motivi di emergenza sanitaria.
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Alcuni consigli fai da te per profumare l’auto
L’abitacolo dell’auto può prendere un odore sgradevole, e le cause sono differenti. La prima in assoluto è il fumo della sigaretta in macchina, ma anche trasportare animali domestici, oppure la puzza dei tappetini pregni d’acqua quando piove, la vettura che rimane chiusa per molto tempo, possono essere altri motivi che creano la formazione di cattivo odore in auto. Vediamo alcuni consigli utili per profumare la propria auto e assorbire gli odori sgradevoli con rimedi naturali, ma che possono rivelarsi molto efficaci.
Auto profumata: cosa fare
La prima cosa da fare per evitare la formazione di odori sgradevoli nell’abitacolo è senza dubbio fare una pulizia a intervalli regolari e completa. Bisogna eliminare lo sporco, i detriti sedimentati, la polvere, aspirare sedili e tappetini e ogni angolo in cui si possono accumulare briciole, peli, capelli o sostanze che non vediamo, formando a lungo andare muffe maleodoranti.
Assorbire gli odori dell’abitacolo con il bicarbonato
Se anche dopo la pulizia dell’auto rimane la puzza di umidità nell’abitacolo, dovuta ai tessuti che sono stati a lungo bagnati, allora il primo consiglio è quello di arieggiare per bene l’ambiente. Un’alternativa molto efficace invece è l’utilizzo del bicarbonato, che assorbe gli odori. Basta metterlo in una ciotola e lasciarlo per una notte intera sui tappetini o sul cruscotto, è molto semplice, ma la sostanza è in grado di eliminare o comunque ridurre l’intensità degli odori più sgradevoli. Il bicarbonato non entra in contatto coi tessuti dell’auto e quindi non può rovinarli.
Le palline in legno per profumare gli interni auto
Per deodorare l’abitacolo dell’auto con metodi fai da te ci sono anche le palline di legno profumate, che aiutano a eliminare i cattivi odori di umidità, muffa, fumo e altro. Si possono tenere nel vano della portiera, oppure nei cassetti, nel portavivande, nel posacenere o in qualsiasi altro angolo sicuro. Si possono comprare palline in legno già profumate, oppure possiamo realizzarle con delle essenze comodamente a casa.
Ci sono delle tipologie di legno, come per esempio il sandalo, che hanno una nota olfattiva molto gradevole in natura, altrimenti basta usare delle essenze profumate.
I sacchetti profumati per eliminare i cattivi odori dall’auto
Gli stessi sacchettini di cotone che si possono usare per profumare gli armadi possono essere molto utili anche per la macchina. Basta crearli con dei lembi di stoffa cuciti su tre lati, lasciando quello superiore aperto e infilandovi lavanda o altri fiori o sostanze profumate a piacere. Alcune persone usano le bucce d’arancio o le foglie di the. In alternativa si possono usare dei batuffoli di cotone imbevuti di essenze.
I sacchettini possono essere posti in qualsiasi angolo dell’abitacolo della macchina; altrimenti si possono creare, col cotone o col feltro, dei profumatori da appendere allo specchietto retrovisore, come i classici alberelli che troviamo in commercio (tra l’altro efficaci). Anche in questo caso basta saper cucire delle piccole creazioni in cotone o feltro e usare delle gocce di oli essenziali, in base ai propri gusti.
Si possono scegliere forme e fantasie differenti, a piacere, e infine si fa un foro in alto per poter appendere il profumatore fai da te con un nastrino colorato allo specchietto. Una volta che la creazione è terminata, basta inumidirla con alcune gocce di essenza, in base ai propri gusti, dai profumi più delicati ai più forti.
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Dacia Duster restyling: ritocchini di sostanza
La Dacia Duster ha ceduto al ritocchino anche se non ne aveva bisogno: già prima del restyling era una delle crossover del “segmento C” più interessanti in commercio. A tre anni dal lancio la seconda generazione della SUV compatta rumena – disponibile a trazione anteriore o integrale – ha beneficiato di un leggero lifting che ha portato alcune modifiche estetiche e tecniche.
Nel nostro primo contatto abbiamo avuto modo di guidare la Dacia più “sportiva” di sempre: la Duster restyling spinta dal motore 1.3 turbo benzina TCe da 150 CV tornato in listino dopo qualche mese di assenza. Una versione grintosa offerta esclusivamente a due ruote motrici nel ricco allestimento Prestige: scopriamo insieme i suoi pregi e difetti.
Dacia Duster: cosa è cambiato con il restyling
Non molto: per quanto riguarda lo stile segnaliamo i gruppi ottici rivisti (davanti ci sono le luci diurne a forma di Y come sulla Sandero e – al debutto assoluto su una Dacia – gli indicatori di direzione a LED), la vernice Orange Arizona e il nuovo look della mascherina. Un cambiamento estetico, quest’ultimo, che ha inciso positivamente anche sull’aerodinamica (e, di conseguenza, sulla riduzione dei consumi) insieme al redesign dello spoiler posteriore e dei cerchi in lega. Dentro spiccano invece le sellerie inedite e la consolle centrale rialzata dotata di un ampio bracciolo scorrevole (7 cm) che presenta un vano portaoggetti chiuso da 1,1 litri e due prese USB di ricarica per i passeggeri posteriori.
Al capitolo “tecnica” segnaliamo il ritorno del motore 1.3 turbo benzina TCe da 150 CV e l’addio del 1.5 turbodiesel Blue dCi meno potente, quello da 95 CV. Senza dimenticare il serbatoio più grande (49,8 litri) per la versione GPL e il servosterzo ricalibrato per la guida a medie e alte velocità (a nostro avviso, però, ancora troppo turistico nella taratura).
Dacia Duster restyling: come va la 1.3 TCe
Il motore 1.3 turbo benzina TCe da 150 CV – già presente nella gamma della Dacia Duster nel 2019 e nel 2020 e sparito dal listino per alcuni mesi – è un piccolo gioiello che purtroppo verrà acquistato da pochi clienti (la maggioranza punterà sul più economico 1.0 turbo tre cilindri a GPL). Un propulsore silenzioso, ricco di coppia (250 Nm) e pronto ai bassi regimi abbinato a un cambio automatico a doppia frizione a sei rapporti rapido e fluido nei passaggi marcia.
Nonostante le prestazioni briose (“0-100” in 9,7 secondi) e un impianto frenante potente la seconda generazione della SUV compatta rumena non nasce per fare le corse e punta più sul comfort: lo sterzo leggero e poco sensibile non aiuta. Eccellente in compenso il comportamento sulle superfici sconnesse: merito dell’altezza libera dal suolo di 21,7 cm e di angoli caratteristici di tutto rispetto (dosso 21°, attacco 30° e uscita 34°). Non male per una crossover a trazione anteriore.
Dacia Duster restyling: i motori
La gamma motori della Dacia Duster restyling è composta da quattro unità sovralimentate:
- un 1.0 turbo tre cilindri benzina TCe da 90 CV
- un 1.3 turbo benzina TCe da 150 CV
- un 1.0 turbo tre cilindri GPL TCe da 101 CV
- un 1.5 turbodiesel Blue dCi da 116 CV
Dacia Duster restyling: costa il giusto e offre tanto
La Dacia Duster 1.3 TCe protagonista del nostro primo contatto ha un prezzo in linea con quello delle concorrenti (22.150 euro) e può vantare una ricca dotazione di serie (con qualche lacuna relativa ai sistemi di assistenza alla guida):
- Climatizzatore automatico
- Retrocamera di parcheggio + sensori di parcheggio posteriori
- Media Nav 8″: navigatore, radio DAB, smartphone replication con wifi, connessione Bluetooth, 6 speakers (4 speakers + 2 tweeters), touch screen 8″
- Consolle centrale con bracciolo scorrevole e portaoggetti
- Blind Spot Warning
- Cerchi in lega da 17″ design Tergan
- Barre tetto con inserti cromati
- Retrovisori esterni cromati regolabili elettricamente
- Scarico cromato
- Sellerie Prestige
- Sedile con regolazione lombare
- Luce centrale per i passeggeri posteriori
- Cruise Control
- Alzacristalli elettrici anteriori e posteriori
- Sedile del conducente regolabile in altezza
- Fari fendinebbia
- Maniglie delle porte in tinta carrozzeria
- Volante in TEP regolabile in altezza e profondità
- Parti decorative cromo satinate
- Panchetta posteriore frazionabile 1/3-2/3
- Modalità Eco
- Vano centrale portaoggetti
- Chiusura centralizzata
- Limitatore di velocità
- Nuova griglia anteriore
- Luci anteriori e posteriori a LED Y shape
- Spoiler posteriore
- Paraurti in tinta carrozzeria
Dacia Duster restyling: le novità in 5 punti
- Mascherina ridisegnata
- Luci diurne a forma di Y
- Indicatori di direzione anteriori a LED
- Servosterzo ricalibrato
- Ritorno del motore 1.3 turbo benzina TCe da 150 CV
Scheda tecnica
Lunghezza | 4,34 metri |
Larghezza | 1,80 metri |
Altezza | 1,69 metri |
Acc. 0-100 km/h | 9,7 s |
Bagagliaio | 445/1.623 litri |
Caratteristiche motore | turbo benzina, 4 cilindri, 1.332 cc, 150 CV e 250 Nm di coppia |
Prezzo | 22.150 euro |
Dove l’abbiamo guidata
Nel nostro primo contatto abbiamo guidato la Dacia Duster restyling tra Parigi e Ermenonville attraversando le regioni dell‘Île-de-France e dell’Alta Francia: un percorso variegato nel quale abbiamo affrontato tutte le situazioni possibili (città, statali e autostrade) fatta eccezione per i tornanti di montagna, introvabili da queste parti.
La SUV compatta rumena spinta dal propulsore 1.3 turbo benzina ha offerto consumi non esagerati – intorno ai 15 km/l guidando in modo normale – mentre per quanto riguarda il resto conserva i pregi e i difetti della variante pre-restyling. Le note positive sono relative all’abitacolo (spazioso per le gambe e la testa di chi si accomoda dietro) e al bagagliaio ampio e sfruttabile mentre non convincono del tutto le finiture (gli assemblaggi sono buoni, i materiali meno) e le dimensioni esterne ingombranti: 4,34 metri di lunghezza non sono pochi da gestire nel traffico, per fortuna i sensori di parcheggio e la retrocamera sono di serie.
NON TUTTI SANNO CHE – il filosofo svizzero Jean-Jacques Rousseau è morto a Ermenonville.
Dove vorremmo guidarla
Abbiamo potuto guidare la Dacia Duster restyling in quasi tutte le condizioni possibili e questo ci ha permesso di valutare in modo completo la Sport Utility compatta esteuropea, una delle proposte più interessanti della categoria. Una crossover pronta a tutto rivolta a chi cerca spazio e comfort. Si spende poco e si riceve in cambio tanto ma non tutto: bisogna rinunciare necessariamente a qualcosa in termini di finiture e sicurezza (oltre alla carenza di ADAS bisogna segnalare le sole tre stelle ottenute nei crash test Euro NCAP).
Le concorrenti
DR 5.0 1.5 Turbo | La SUV compatta cino-molisana è più potente della Duster e costa ancora meno ma è inferiore alla rivale rumena in tutte le altre voci della pagella. |
Jeep Compass 1.3 T4 Limited | Anche lei monta un motore 1.3 turbo benzina da 150 CV abbinato a un cambio automatico a doppia frizione ma il suo prezzo è fuori categoria. |
Opel Mokka 1.2 Turbo 130 CV aut. Edition | Piccola fuori e dentro, monta un eccellente cambio automatico (convertitore di coppia) a 8 rapporti e punta più sul piacere di guida che sul comfort. |
Volkswagen T-Roc 1.5 TSI DSG Style | 150 CV, un cambio automatico a doppia frizione e prezzi di listino sensibilmente più alti di quelli della Duster. |
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MotoGP 2021 – GP San Marino a Misano: gli orari TV su Sky, DAZN e TV8
Il GP di San Marino a Misano – quattordicesima tappa della MotoGP 2021 – sarà trasmesso in diretta in chiaro anche su TV8 (oltre che su Sky e DAZN). Di seguito troverete gli orari TV.
In una delle corse più attese dagli appassionati italiani delle due ruote vedremo il gradito ritorno di due protagonisti del nostro Paese: Franco Morbidelli al debutto con la Yamaha ufficiale e Andrea Dovizioso in sella alla Yamaha del team Petronas.
MotoGP 2021 – GP San Marino: cosa aspettarsi
Il circuito di Misano – sede del GP di San Marino, quattordicesima tappa della MotoGP 2021 – è un tracciato tortuoso molto amato dai centauri italiani e spagnoli: l’ultimo a rompere questo dominio è stato Casey Stoner nel lontano 2007. La pioggia prevista per sabato potrebbe scombussolare l’esito delle qualifiche.
Di seguito troverete il calendario del Gran Premio di San Marino, gli orari TV su Sky, DAZN e TV8 e il nostro pronostico.
MotoGP 2021 – Misano, il calendario e gli orari TV su Sky, DAZN e TV8
Venerdì 17 settembre 2021
09:00-09:40 | Moto3 – Prove libere 1 (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN) |
09:55-10:40 | MotoGP – Prove libere 1 (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN) |
10:55-11:35 | Moto2 – Prove libere 1 (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN) |
13:15-13:55 | Moto3 – Prove libere 2 (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN) |
14:10-14:55 | MotoGP – Prove libere 2 (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN) |
15:10-15:50 | Moto2 – Prove libere 2 (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN) |
Sabato 18 settembre 2021
09:00-09:40 | Moto3 – Prove libere 3 (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN) |
09:55-10:40 | MotoGP – Prove libere 3 (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN) |
10:55-11:35 | Moto2 – Prove libere 3 (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN) |
12:35-13:15 | Moto3 – Qualifiche (diretta su Sky Sport MotoGP, DAZN e TV8) |
13:30-14:00 | MotoGP – Prove libere 4 (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN) |
14:10-14:50 | MotoGP – Qualifiche (diretta su Sky Sport MotoGP, DAZN e TV8) |
15:10-15:50 | Moto2 – Qualifiche (diretta su Sky Sport MotoGP, DAZN e TV8) |
Domenica 19 settembre 2021
08:20-08:40 | Moto3 – Warm-up (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN) |
08:50-09:10 | Moto2 – Warm-up (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN) |
09:40-10:00 | MotoGP – Warm-up (diretta su Sky Sport MotoGP e DAZN) |
11:00 | Moto3 – Gara (diretta su Sky Sport MotoGP, DAZN e TV8) |
12:20 | Moto2 – Gara (diretta su Sky Sport MotoGP, DAZN e TV8) |
14:00 | MotoGP – Gara (diretta su Sky Sport MotoGP, DAZN e TV8) |
MotoGP – I numeri del GP di San Marino
LUNGHEZZA CIRCUITO | 4,2 km |
GIRI | 27 |
RECORD IN PROVA | Maverick Viñales (Yamaha) – 1’31”411 – 2020 |
RECORD IN GARA | Andrea Dovizioso (Ducati) – 1’32”678 – 2018 |
MotoGP – Il pronostico del GP di San Marino 2021
1° Marc Márquez (Honda)
Il secondo posto in Aragona ha ridato morale a Marc Márquez.
Il sei volte campione del mondo MotoGP può vantare nel GP di San Marino tre successi e cinque podi totali. Può bastare per considerarlo uno dei favoriti?
2° Fabio Quartararo (Yamaha)
Fabio Quartararo – reduce da quattro piazzamenti in “top 3” negli ultimi sei appuntamenti della MotoGP 2021 – punterà a consolidare il primato iridato e secondo noi ci riuscirà.
I suoi precedenti nel Gran Premio di San Marino a Misano? Un secondo posto nel 2019.
3° Joan Mir (Suzuki)
Joan Mir si sta riprendendo dopo un inizio di stagione poco scoppiettante: tre podi negli ultimi cinque GP del Motomondiale.
Il campione del mondo in carica lo scorso anno arrivò terzo in questa corsa.
Da tenere d’occhio: Maverick Viñales (Aprilia)
Aspettarsi un podio – che manca da quasi tre mesi) – da Maverick Viñales è un po’ prematuro ma il centauro spagnolo può già regalarci una buona gara a Misano.
Tutto dipenderà da quanto sarà in grado di adattarsi all’Aprilia.
La moto da seguire: Honda
La Honda è alla ricerca del secondo successo in MotoGP 2021 dopo il primo posto in Germania.
La Casa giapponese ama molto Misano: quattro vittorie nelle ultime sei edizioni del GP di San Marino.
Passione MotoGP
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Consigli utili per evitare il furto dell’auto
Purtroppo i furti d’auto sono sempre troppo alti in Italia. In alcuni periodi il numero di vetture rubate sembra scendere, ma poi è sempre pronto a risalire, a causa dei malviventi che vivono proprio di questo. Rubano macchine, le rivendono all’estero oppure le smontano e creano un ‘mercato nero’ dei pezzi di ricambio. Lo scorso anno, a causa del lockdown che ci ha lasciati tutti bloccati in casa senza poter uscire per mesi (marzo, aprile, maggio 2020) per contenere i contagi da Covid-19, anche i malviventi hanno dovuto fermarsi, per poi riprendere coi furti subito dopo.
È una piaga che a anni interessa l’Italia (e non solo) e anche la percentuale di ritrovamenti è ancora bassa, nonostante le nuove tecniche e tecnologie anche nelle mani delle Forze dell’Ordine. Vediamo quali sono alcuni dei migliori consigli pratici e utili da parte degli esperti, che danno indicazioni per limitare i rischi di furto.
Evitare i furti d’auto: consigli utili per limitare i rischi
Vediamo un elenco di accorgimenti utili per diminuire il rischio di furto:
- parcheggiare sempre l’auto in luoghi non isolati e incustoditi, non lasciare mai le chiavi inserite con il motore acceso, nemmeno se devi allontanarti improvvisamente e solo per alcuni secondi;
- chiudere sempre finestrini e tettuccio, non lasciare il minimo spiraglio, i ladri potrebbero infatti approfittarne per introdursi;
- se lasci l’auto parcheggiata per diversi giorni senza utilizzarla, soprattutto d’estate quando non vai al lavoro oppure se ti allontani da casa con altri mezzi, controlla o fai controllare quotidianamente a qualcuno che la tua vettura sia sempre nel luogo in cui l’hai parcheggiata. Infatti la denuncia di un eventuale furto d’auto fatta nell’immediato, soprattutto se il veicolo ha un dispositivo di rilevamento hi-tech, potrebbe rivelarsi decisiva per il ritrovamento del mezzo rubato (dopo le 48 ore dal furto, secondo gli esperti, le possibilità di ritrovamento diminuiscono drasticamente);
- fai attenzione al luogo in cui parcheggi, cambia di frequente quello quotidiano (i ladri infatti osservano le abitudini prima di colpire) e verifica che non ci siano vetri o altri segnali che possono indicare atti di vandalismo o furto;
- quando chiudi l’auto a distanza con la smart key, per esempio se vai al centro commerciale o in qualsiasi altro luogo, controlla però che la chiusura delle portiere sia avvenuta con successo. Potrebbero esserci dei ladri appostati nelle vicinanze in grado di disturbare il segnale con dei potenti dispositivi, l’auto potrebbe quindi essere rimasta aperta, dando la possibilità ai malviventi di salire e rubarla;
- altro consiglio molto utile è quello di usare un antifurto meccanico per proteggere la macchina, oppure uno hi-tech. Il primo scoraggia i ladri ‘vecchio stampo’, il secondo invece è molto prezioso e allontana i ladri più tecnologici, oppure consente di ritrovare poi il mezzo una volta rubato;
- attenzione a dove lasci le chiavi dell’auto, è possibile custodirla in un ‘card protector’ che evita il rischio di blocchi o clonazione (questi sono i più moderni e diffusi furti di oggi);
- infine, non dimenticare le truffe messe a segno dai furfanti che vogliono rubare una macchina. Ci sono infatti ladri che usano il trucchetto del finto incidente, rompendo appositamente lo specchietto della loro auto, o rovinandola con dei sassi o ancora simulando un lieve tamponamento, per far scendere dalla macchina il proprietario e rubargli il veicolo da sotto il naso. Sembra impossibile, eppure accade davvero!
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100 anni Moto Guzzi. Raduno rinviato, ripartenza confermata. E una nuova moto molto tecnologica
Doveva essere festeggiato con una GMG memorabile, un’edizione delle Giornate Mondiali Guzzi in quel di Mandello, dove la Casa motociclistica è nata il 15 marzo del 1921, lo scorso weekend. E invece, causa precauzioni Covid, essendo attesi 50 mila guzzisti da tutto il mondo, tutto è stato rinviato al secondo weekend di settembre dell’anno prossimo. Insomma, i festeggiamenti per il centenario Guzzi, come le Olimpiadi di Tokio, spostati pari pari di 12 mesi. Anche se a Mandello la città ha voluto comunque rendere omaggio alla sua Guzzi: un grande murales è stato inaugurato a fianco dell’officina dove Carlo Guzzi aveva imparato il mestiere di meccanico; una sua statua (mentre si affaccia da un muretto durante una corsa) campeggia nella piazza del Cinema Teatro De André (dove sono stati proiettati film e documentari sulla Guzzi, tra i quali il meritevole “Il coraggio di andare oltre”); tutte le vetrine dei negozi sono state addobbate con cimeli e moto Guzzi d’epoca. Tanto che, nonostante la cancellazione, di guzzisti da Francia, Germania, Austria e Olanda ne sono arrivati e ne arriveranno tanti, per un selfie davanti al cancello della Guzzi, una vista allo store e al museo, un giro lungo il Lario e qualche libagione nelle trattorie.
Tanto che la Guzzi, per accoglierli, ha aperto comunque il Museo (rivisitato). E, poi, ha annunciato (mostrando i rendering) la ristrutturazione e l’ampliamento dello storico stabilimento, affidato alle cure dell’architetto americano Greg Lynn. Che prevede, oltre a una nuova catena di montaggio, che porterà al raddoppio della produzione, oltre le 40 mila moto, anche zone dedicate agli appassionati: un’officina per il restauro delle Guzzi d’epoca, un passaggio sopraelelvato – un Motoplex – in cristallo per ammirare dall’alto le fasi della produzione, uno store, un ristorante, un’agorà per incontri e addirittura un albergo di fianco alla storica galleria del vento.
E poi la tanto attesa moto del centenario, la V100 Mandello presentata sotto un gioco di luci, da Michele Colaninno, figlio del presidente della Piaggio Roberto, a capo di Piaggio Fast Forward, laboratorio di robotica a Boston ma coinvolto sempre più nella ripartenza di Guzzi.
La nuova motocicletta conserva il classico motore bicilindrico a V della Guzzi, ma raffreddato a liquido, con un innovativo sistema di aspirazione e scarico, coi tubi che escono lateralmente dai cilindri. Della V100 Mandello non sono state comunicate le specifiche, perché il vero debutto sarà alla Fiera delle due ruote di Milano, l’Eicma, a metà novembre. Così i festeggiamenti vanno avanti.
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Audi Q4 50 e-tron quattro: il suv compatto a zero emissioni della Casa di Ingolstadt
IconWheels per AUDI
Audi Q4 50 e-tron quattro: la prova su strada del suv compatto
Nasce elettrico, il nuovo Audi Q4 e-tron, sulla piattaforma dedicata MEB del Gruppo Volkswagen e si contraddistingue per un look piuttosto sportivo e muscolare: sbalzo anteriore ridotto e calandra single frame ottagonale sono il biglietto da visita della parte frontale, sulla quale spiccano i proiettori Audi Matrix LED che consentono di scegliere fra quattro diversi disegni luminosi.
Dimensioni simili a quelle di una Q3 (è lungo 4 metri e 59 cm) e spazio a bordo da suv di categoria superiore: nuovo Audi Q4 e-tron si contraddistingue anche per il baricentro basso e l’equilibrata distribuzione dei pesi, anche grazie alla collocazione della batteria nella zona centrale, tra i due assali.
La versione in prova per Icon Wheels è la versione S line, con una vocazione decisamente sportiva, visibile sia all’esterno con una riduzione dell’altezza dell’assetto da terra di 15 millimetri sia da alcuni particolari “sportiveggianti”, presenti nell’abitacolo, dove non mancano elementi hi-tech, con tanto di volante futuristico con corona appiattita. Per supportare il guidatore, sono presenti – di serie – l’head up display con realtà aumentata, il monitor da 11,6 pollici MMI touch, con piattaforma d’infotainment MIB 3 e i comandi a “sfioramento” del volante, simili a quelli disponibili sugli smartphone.
Oltre alla nostra versione da 299 CV – la più potente di tutta la gamma – ce ne sono altre declinate in differenti livelli di potenza: da 170 e 204 CV, oltre alla versione da 265 dotata, invece, di trazione integrale. Il nostro esemplare in prova è in grado di raggiungere la velocità massima di 180 Km/h e brucia lo 0/100 in poco più di sei secondi. Audi Q4 50 e-tron quattro ha un’autonomia dichiarata di quasi 500 km, secondo il ciclo di omologazione WLTP e si ricarica, con una colonnina fast charge, per l’80% in poco meno di 40 minuti.
Già disponibile nelle concessionarie, la nostra versione in prova parte da 62.100 Euro; il prezzo d’attacco della gamma, invece, è fissato a 45.700 Euro.
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Il Porsche Experience Centre d’Italia, in Franciacorta
In Italia non c’era. O meglio c’erano tanti circuiti dove far lievitare l’adrenalina e consumare gomme e freni di Carrera e Turbo. Ma non un luogo dedicato, non un piccolo tempio della velocità in cui adorare i sei cilindri boxer (o i quattro cattivelli delle Boxter e Cayman). Parliamo ovviamente del mondo Porsche che vuol dire gratificazione estetica, piacere del possesso, gioia meccanica, turismo veloce. Ma anche voglia di sfogare i cavalli in pista, senza necessariamente fare le gare, ma anche soltanto sentirsi piloti per un giorno e in tutta sicurezza. Ora tutto questo, il sogno, è diventato realtà. L’11 settembre, con fuochi d’artificio veri, ha aperto il cancello il Porsche Experience Centre d’Italia, sorto sulle impronte e gli edifici preesistenti del circuito di Franciacorta, luogo che richiama anche il piacere del vino e del cibo, a poco più di un’ora da Milano e dal di lei aeroporto i Linate, 15 minuti da Brescia, insomma facilmente raggiungibile da ogni dove sia terra di appassionati porschisti.
“L’abbiamo annunciato a gennaio 2020 e con uno sforzo immenso, anche finanziario, 28 milioni di euro, siamo riusciti a portarlo a termine in tempi davvero ristretti. Siamo molto orgogliosi, è l’ottavo Centro Porsche nel mondo ed è anche il più grande, sviluppandosi per ben 62 ettari”, ha detto Pietro Innocenti, ad di Porsche Italia.
Il Centro Porsche è un piccolo mondo che si articola intorno alla pista, molto tecnica, lunga 2,5 chilometri, omologata 2Fia, così che ci si possono disputare pure le gare della Carrera Cup. Si entra in una grande struttura luminosa ad archi, progettata dallo studio di Antonio Gioli (dove prima c’era un capannone) e lì abbiamo Ristorante, Business Centre, Shop, una piccola arena attrezzabile per esporre le auto od organizzare conferenze. Perché l’idea non è soltanto di attirare i clienti Porsche o gli appassionati del marchio, ma anche di offrire un luogo per convention o meeting aziendali, in una cornice del tutto particolare.
All’esterno, oltre il parcheggio, troviamo una pista per kart elettrici, un edificio che servirà come Porsche training centre, una pista a bassa aderenza per divertirsi col drifting (e vai di sbandata controllata) e un percorso in fuoristrada per chi all’asfalto preferisce la terra, in modo da sbizzarrirsi con i SUV muscolosi di Stoccarda, Macan e Cayenne.
I colori sono rigorosamente quelli amati da Porsche, il bianco e il nero soprattutto. Molta attenzione alla sostenibilità, con il 30% dell’energia prodotta dal fotovoltaico e il resto da fonti rinnovabili.
Domanda finale: come si chiama il ristorante? 911! Sbagliato, Speedster!
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Catena moto: come pulirla, regolarla e lubrificarla
Una parte fondamentale di tutte le moto è costituita dal famoso trittico composto da catena, corona e pignone, che lavorano insieme e, molto spesso, si sostituiscono anche contemporaneamente. Si tratta di elementi molto importanti, perché sono loro che trasferiscono la potenza del motore alla ruota posteriore e quindi chiedono una manutenzione adeguata, per poter funzionare sempre al meglio. Vediamo tutto quello che bisogna sapere, soprattutto per quanto riguarda pulizia, regolazione e lubrificazione della catena.
Manutenzione moto: catena, corona e pignone
Le tre componenti fondamentali di cui abbiamo appena parlato, hanno bisogno di manutenzione costante, a intervalli temporali che possono variare a seconda del tipo di utilizzo della moto. Chiaramente, se il pilota pratica fuoristrada, allora è fondamentale pulire e ingrassare catena, corona e pignone dopo ogni uscita. Se invece si fa un utilizzo turistico o brevi viaggi per lavoro o svago, allora è possibile aumentare gli intervalli di manutenzione. Attenzione al sale depositato sulle strade, se usate la moto d’inverno: può rovinare la carrozzeria e le parti meccaniche della due ruote. In ogni caso, sarebbe meglio ingrassare il trittico dopo ogni uscita.
Come ingrassare la catena della moto
Vediamo il procedimento di pulizia e ingrassaggio del trittico:
- proteggere il pavimento con scatole di cartone appiattite da mettere sotto la moto;
- è utile procurarsi un pennello, uno spazzolino e degli stracci, oltre a una bacinella in cui raccogliere il petrolio bianco;
- fare il lavoro usando dei quanti in lattice;
- mettere la moto sul cavalletto centrale e togliere la marcia;
- lavare catena, corona e pignone. Come? Il modo più efficace è utilizzando petrolio bianco, per sgrassare la catena e eliminare ogni impurità. Il petrolio può essere anche sostituito dal gasolio, non usate mai la benzina verde. È necessario applicare il petrolio bianco con pennello o spazzolino, lavando prima la moto con un getto d’acqua ad alta pressione;
- terminata la pulizia, si può applicare il prodotto con lo spazzolino, pulendo le maglie della catena;
- una volta che avete sgrassato e spazzolato la catena, potete farla scorrere su un panno pulito, eliminando tutti i residui di sporco;
- ora è il momento di applicare nuovamente il grasso sulla catena, senza schizzare il disco posteriore dei freni, fate attenzione.
Il lubrificante deve penetrare bene all’interno delle maglie della catena, quindi una volta finito il lavoro aspettate e non rimettetevi in sella immediatamente, in modo da non schizzare olio ovunque.
Come abbiamo detto in precedenza, questo non è l’unico metodo utile per pulire la catena della moto. Ci sono anche dei lavori un po’ meno ‘fai da te’, che anche un pilota meno esperto può eseguire. In commercio esistono degli sgrassatori specifici che permettono di ottenere ottimi risultati con un minimo sforzo. L’unico aspetto svantaggioso è il prezzo, che sicuramente è più alto rispetto a quello del gasolio o del petrolio bianco.
Ci sono anche prodotti che dispongono di una gamma completa e che offrono lo sgrassatore per la catena, il lubrificante e l’ingrassatore per la catena; per chi ne avesse bisogno (se accidentalmente, durante il lavoro fai da te, si sporca il disco posteriore) ci sono anche i pulitori per i freni della moto. Chiaramente si tratta di prodotti appositi che hanno un prezzo più alto rispetto al semplice petrolio bianco ma sono più veloci e facili da usare.
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