BMW M2 CS Racing Cup Italy 2022: il calendario

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Il calendario della BMW M2 CS Racing Cup Italy 2022 – seconda edizione del campionato monomarca riservato alla variante più cattiva della precedente generazione della serie 2 Coupé – comprenderà sei appuntamenti sui principali circuiti del Paese.

BMW M2 CS Racing Cup Italy 2022: l’auto

La protagonista del campionato BMW M2 CS Racing Cup Italy 2022 sarà la BMW M2 CS Racing, variante cattivissima della precedente serie della serie 2 Coupé progettata per l’uso in pista ma dotata di ausili alla guida specifici per le competizioni come l’ABS e il DSC.

Il motore 3.0 biturbo a benzina a sei cilindri in linea – abbinato a un cambio a doppia frizione a 7 rapporti – genera una potenza di 450 CV e una coppia di 550 Nm.

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BMW M2 CS Racing Cup Italy 2022: i circuiti

L’edizione 2022 della BMW M2 CS Racing Cup Italy si svolgerà su cinque circuiti: Monza, Misano Adriatico, Mugello, Imola e Vallelunga.

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BMW M2 CS Racing Cup Italy 2022: le gare

Ogni tappa della BMW M2 CS Racing Cup Italy 2022 si svilupperà all’interno degli ACI Racing Week-end su due giornate e prevederà due turni di prove libere (durata complessiva di 60 minuti), due sessioni di qualifiche (15 minuti cadauna) e due gare (30 minuti + 1 giro ciascuna). Sono previsti uno o due piloti per vettura, a scelta del team.

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BMW M2 CS Racing Cup Italy 2022: i montepremi

Al termine di ogni gara viene assegnato il seguente montepremi: 1.800 euro per il primo classificato, 1.300 euro per il secondo classificato e 900 euro per il terzo classificato.

Il montepremi finale ammonta invece a 10.000 euro per il vincitore (con l’aggiunta di una vettura della gamma BMW M in uso gratuito per 3 settimane), 5.000 euro per il secondo e 3.000 euro per il terzo. Il miglior pilota under 25 avrà anche la possibilità di testare una BMW M4 GT3 nell’ambito delle attività racing dello Junior Team di BMW Motorsport.

Sono inoltre previsti 6.000 euro per il miglior team e tre coppe per i primi tre classificati del Trofeo Hankook (riservato a piloti non professionisti).

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BMW M2 CS Racing Cup Italy 2022: il calendario

  • 23-24 aprile 2022 – Monza
  • 4-5 giugno 2022 – Misano Adriatico
  • 16-17 luglio 2022 – Mugello
  • 3-4 settembre 2022 – Imola
  • 17-18 settembre 2022 – Vallelunga
  • 22-23 ottobre 2022 – Mugello 2

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Case automobilistiche americane: guida completa a tutti i marchi

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Le Case automobilistiche americane (sarebbe più corretto chiamarle statunitensi) in commercio in Italia sono cinque e incidono per oltre il 12% sul totale delle immatricolazioni nel nostro Paese.

Le due regine sono FordJeep ma non va sottovalutato il contributo di Tesla nel segmento delle elettriche.

Di seguito troverete una guida completatutte le Case automobilistiche statunitensi presenti nei listini italiani comprensiva dei modelli. Non abbiamo preso in considerazione i pick-up in quanto immatricolabili esclusivamente come autocarro.

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Cadillac

Cadillac – fondata nel 1902 – è una Casa automobilistica di proprietà di General Motors dal 1909. Da noi vende soltanto SUV.

La gamma Cadillac

  • XT4
  • Escalade

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Chevrolet

Chevrolet – fondata nel 1911 da Arthur ChevroletLouis ChevroletWilliam C. Durant – è una Casa automobilistica che da noi vende solo sportive. Il brand statunitense appartiene al colosso General Motors dal 1917.

La gamma Chevrolet

  • Camaro
  • Camaro Cabriolet
  • Corvette
  • Corvette Convertible

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Ford

Ford è una Casa automobilistica fondata nel 1903 da Henry Ford.

La gamma Ford

  • Fiesta
  • Focus
  • Focus SW
  • Mondeo
  • Mondeo SW
  • S-Max
  • Mustang
  • Mustang Convertible
  • EcoSport
  • Puma
  • Kuga
  • Explorer
  • Tourneo Connect
  • Mustang Mach-E

 

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Jeep

Jeep – attiva nella produzione di fuoristrada e SUV per uso civile dal 1945 – è un’azienda che appartiene al Gruppo Fiat dal 2009. Ora fa parte del colosso Stellantis.

La gamma Jeep

  • Renegade
  • Compass
  • Wrangler
  • Wrangler Unlimited

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Tesla

Tesla – fondata nel 2003 – è una Casa automobilistica specializzata nella produzione di modelli elettrici.

La gamma Tesla

  • Model 3
  • Model Y

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Seat Arona, la tecnologia sigla per sigla

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La Seat Arona è una delle piccole SUV più versatili in circolazione: la “baby” crossover spagnola offre un mare di spazio e tanta tecnologia ed è il mezzo ideale per chi cerca un mezzo accessibile e pratico.

Di seguito troverete un glossario per capire meglio cosa significano le sigle che identificano tutti gli accessori tecnologici della Sport Utility iberica.

Seat Arona: la tecnologia sigla per sigla

ACC

L’ACC (acronimo di Adaptive Cruise Control) è il cruise control adattivo.

ACT

Il sistema ACT (acronimo di Active Cylinder Technology) disattiva due cilindri su quattro quando la potenza richiesta non è elevata.

Climatronic

Il Climatronic è il climatizzatore automatico della Seat Arona.

DAB

La sigla DAB (Digital Audio Broadcasting) indica la radio digitale della Seat Arona.

DSG

La sigla DSG (acronimo di Direct-Shift Gearbox) identifica il cambio automaticodoppia frizione della Seat Arona.

EcoTSI

La sigla EcoTSI identifica il motore 1.0 turbo tre cilindri a benzina della Seat Arona.

High beam assist

L’High beam assist evita l’abbagliamento, passando automaticamente dagli abbaglianti agli anabbaglianti.

Hill Hold Control

L’Hill Hold Control è un sistema di ausilio per la partenza in salita.

Kessy

Il sistema Kessy (acronimo di Keyless Entry, Start and Exit System) riconosce la chiave e permette al veicolo di aprirsi quando si sollecitano le maniglie anteriori o posteriori. Il motore si avvia semplicemente premendo un pulsante.

Lane Assist

Il Lane Assist è l’assistente per il mantenimento della corsia: attraverso una telecamera multifunzionale rileva le linee per tenere il veicolo sempre in carreggiata.

Lane Assist Plus

Il Lane Assist Plus è come il Lane Assist ma offre in più il mantenimento del centro corsia.

Seat Drive Profile

Il Seat Drive Profile è un programma di controllo dello stile di guida che consente al conducente di adattare alcuni parametri in base alle proprie preferenze.

Seat Full Link

Seat Full Link è un sistema di connettività.

Seat Virtual Cockpit

Il Seat Virtual Cockpit è un cruscotto digitale evoluto.

TGI

La sigla TGI identifica il motore 1.0 turbo tre cilindri a metano della Seat Arona.

TSI

La sigla TSI identifica il motore 1.5 turbo benzina della Seat Arona.

XDS

La sigla XDS identifica il differenziale elettronico.

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Per quale motivo il car detailing è importante

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Abbiamo già parlato in passato del car detailing, un termine che viene usato sempre più spesso per descrivere differenti fasi di cura del veicolo. Non tutti conoscono, in realtà, che cosa si nasconde dietro questa dicitura, ma lo spieghiamo in pochissime parole. Si tratta di tutte le fasi che riguardano la manutenzione dell’auto, la sua pulizia e la lucidatura. Tutti interventi molto utili per far tornare il veicolo al suo aspetto originale o mantenerlo “come nuovo” più a lungo possibile. Oggi riprendiamo in mano la questione car detailing e vediamo quando, come e perché è fondamentale.

Le caratteristiche del car detailing

Il primo aspetto da considerare è che il car detailing è personalizzabile, quindi ogni automobilista ha la possibilità di interpretarlo come meglio crede. Nonostante questo, chiaramente esistono delle specifiche procedure di lavorazione e pulizia, i prodotti adatti da usare e gli attrezzi del mestiere indispensabili per una buona riuscita.

Un esperto di car detailing, più o meno esigente, ha un solo e unico obiettivo principale: migliorare l’aspetto e l’estetica dell’auto, ripristinarne le caratteristiche originali, migliorare le performance dei veicoli, ottimizzarne i tempi di risposta o i risultati. Soltanto un professionista può davvero indicare qual è la strada giusta per avviare il car detailing in maniera seria.

Solitamente il car detailing è collegato alle concessionarie e alle relative officine, ma oggi in realtà è ormai diventato il core business di molte aziende, che offrono un servizio mirato e più professionale ai propri clienti. Si tratta di una pratica sempre più diffusa, che mira alla cura nel dettaglio dell’auto e all’ottimizzazione del suo aspetto e delle sue funzioni. Vediamo tutto quello che dobbiamo sapere a riguardo e perché è fondamentale occuparsene.

Cosa intendiamo per car detailing

Si tratta di un termine solo che mette insieme differenti azioni, le quali hanno un unico obiettivo: andare a ripristinare le condizioni originali del veicolo. Non possiamo parlare quindi di semplice pulizia, del lavaggio abituale degli interni e degli esterni dell’auto, ma si tratta di un lavoro di precisione, che viene effettuato dagli esperti di car detailing con dei prodotti specifici studiati appositamente per questi interventi e con attrezzature professionali.

Qual è il lavoro del car detailer

Il car detailer si occupa di tre fasi fondamentali di lavoro, che possono certamente variare in base alle condizioni della vettura, ma che in genere sono:

  • prima di tutto la pulizia generale del mezzo;
  • la sanificazione e l’igienizzazione degli interni dell’auto;
  • la lucidatura e la rifinitura.

Quali sono gli interventi principali di cui si occupa il professionista

Il car detailer può eseguire differenti tipologie di lavorazione, a seconda delle esigenze del cliente e delle condizioni del veicolo. Alcuni tra i principali interventi:

  • lavaggio completo della tappezzeria;
  • eliminazione di ogni macchia negli interni;
  • pulizia profonda dei sedili, che si macchiano anche solo con il contatto con vestiti e altri oggetti;
  • pulizia dei cerchi e lucidatura;
  • eliminazione di graffi dalla carrozzeria;
  • igienizzazione dell’abitacolo con macchinari appositi;
  • lavaggio professionale delle parti vetrate.

Perché è così importante il car detailing

C’è chi pensa che si tratta di una pratica utile solo per auto di valore, ma non è così, anzi. Tutti i veicoli hanno bisogno del car detailing, un servizio che infatti si è diffuso molto velocemente anche su vetture di fascia media per un motivo molto importante. Tutte le fasi di lavorazione possono riportare l’auto al suo aspetto originale, sia esteticamente che qualitativamente. Si tratta di un servizio che andrebbe effettuato regolarmente, per mantenere l’auto sempre in ottime condizioni e per allungarne la vita media.

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Crash test Euro NCAP aprile 2022: cinque stelle per la DS 4 (ma con gli ADAS)

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Nella sessione di aprile 2022 dei crash test Euro NCAP la DS4 (quella con la dotazione completa di ADAS, però) ha conquistato cinque stelle.

La seconda vettura testata questo mese – la Honda HR-V – si è invece dovuta accontentare di quattro stelle.

La seconda generazione della DS 4 – la vettura migliore provata ad aprile – ha ottenuto ottimi risultati in tutte le prove (specialmente nell’urto laterale contro la barriera) mostrando qualche criticità solo nella protezione del torace del conducente (marginale nel crash frontale e contro il palo). La compatta francese ha portato a casa quattro stelle nell’equipaggiamento standard e le cinque stelle sono arrivate solo per gli esemplari con la dotazione di sicurezza più completa (e-call avanzato e sistema di frenatura automatica di emergenza di ultima generazione con telecamera accoppiata a un radar).

La Honda HR-V ha conquistato solo quattro stelle a causa della marginale protezione del torace del passeggero posteriore e dell’insufficiente salvaguardia della testa del bambino in caso di urto laterale. Ottimi, invece, i sistemi di assistenza alla guida.

 

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Rottura del tallone dello pneumatico: che cosa fare

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È possibile sentire che le gomme dell’auto hanno dei problemi, ma a volte non è semplice riuscire a trovare i danneggiamenti allo pneumatico. Per questo motivo vediamo di seguito alcuni tra i danni maggiori, tra cui la rottura del tallone, ma più difficili da scovare a occhio nudo. In ogni caso, il nostro consiglio è affidarsi sempre a esperti del settore, che possano aiutarvi a verificare lo stato delle gomme dell’auto e aiutarvi nell’eventuale riparazione e/o sostituzione.

Come individuare la rottura al tallone della gomma

Partiamo proprio dalla rottura del tallone dello pneumatico, che potrebbe provenire da differenti cause, come:

  • lo smontaggio o il rimontaggio non eseguiti in maniera corretta;
  • la mancanza di lubrificazione;
  • l’utilizzo di utensili e attrezzi inappropriati;
  • il cerchio non idoneo.

La punta del tallone dello pneumatico si può rompere per questi motivi, a volte si taglia e si danneggia anche il cerchietto, così il tallone non può più assicurare la tenuta con il cerchio. Per questo motivo è assolutamente necessario smontare lo pneumatico e sostituirlo. Il gommista si occupa di verificare la conformità del cerchio e procede con il montaggio.

Gli altri possibili danneggiamenti alle gomme

Gli pneumatici della macchina possono danneggiarsi anche in altri modi, oltre alla rottura del tallone. Vediamo come.

Ernia della gomma

È molto frequente e si presenta sul fianco dello pneumatico, con rottura di cavi carcassa. L’ernia alla gomme può essere causata da un impatto nel rotolamento contro un elemento esterno come un muretto, una buca o un marciapiede (uno spigolo vivo), o anche in seguito alla pizzicatura tra ostacolo e cerchio. Se la gomma è gonfiata alla giusta pressione, è più raro che si verifichi questo fenomeno, che soffre del sottogonfiaggio. In caso di ernia dello pneumatico, si indebolisce la carcassa e la gomma perde aria. Per questo è fondamentale sostituirla.

Separazione in zona battistrada/cinture

Se siamo in presenza di venature sulla gomma interna di tenuta o polvere nella stessa zona, se la gomma appare di una colorazione bluastra sulla sommità, o ancora, se le tele metalliche sono corrose o appaiono segni di usura sui talloni – nella zona di contatto con i bordi del cerchio – allora siamo in presenza della separazione in zona battistrada/cinture.

Quali sono le cause di questo fenomeno:

  • la principale è il rotolamento prolungato in sovraccarico o sottogonfiaggio che causa un eccessivo riscaldamento e una degradazione dei materiali;
  • l’ossidazione delle tele metalliche a seguito di tagli o perforazioni.

Anche in questo caso il gommista sostituisce lo pneumatico.

Usura delle spalle e usura a dente di sega

Se trovate venature o polvere sulla gomma interna di tenuta e tracce d’usura sui talloni nella zona di contatto con i bordi del cerchio, allora potrebbero essere usurate anche le spalle degli pneumatici.

Le cause:

  • il rotolamento con sovraflessione dei fianchi (sovraccarico o sottogonfiaggio);
  • la guida sportiva.

Il gommista si occupa di ripristinare la pressione corretta, verificare che tenga l’insieme pneumatico/cerchio, smontare la gomma se ci sono venature o polvere o se gli pneumatici hanno raggiunto i limiti minimi di usura consentiti, e sostituire.

L’usura a dente di sega invece si manifesta con un consumo maggiore sui bordi di uscita dei tasselli rispetto a quelli d’attacco. Anche in questo caso la pressione non idonea potrebbe essere una delle cause, insieme a:

  • problemi di sospensioni;
  • geometria delle parti rotanti;
  • guida aggressiva.

In questo caso spesso il gommista consiglia di invertire gli pneumatici anteriori con i posteriori.

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Arriva una Vespa più sprintosa, in total bianco, by Justin Bieber

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L’avevamo annunciato poco prima di Natale, Justin Bieber si era messo al lavoro per dare forma alla sua Vespa, interpretando lo scooter Piaggio secondo le proprie coordinate artistiche. Ora, come sorpresa pre-pasquale, la popstar l’ha svelata, in quel di Los Angeles, dichiarando, per la gioia del brand e dei suoi fan: “Amo Vespa e collaborare con un brand così iconico è davvero cool. Avere la possibilità di esprimere me stesso, che sia attraverso l’arte, la musica, le immagini o l’estetica, creando qualcosa dal nulla, è una parte di me. Perché l’obiettivo, nella creazione e nel design, è sempre quello di dare il tuo tocco personale alle cose.” Il feeling, l’amicizia quasi, tra Bieber e la Vespa data da tempo, come ha voluto ricordare lui stesso: “La prima volta che ho guidato una Vespa è stato da qualche parte in Europa, probabilmente a Londra o a Parigi. Ricordo di aver visto una Vespa e di aver pensato: voglio guidarne una! Un’esperienza unica. Il vento che mi attraversava i capelli, l’incredibile sensazione di libertà… è stato divertente”.

Come potete vedere dalle immagini, Bieber ha voluto giocare sulla monocromia, scegliendo il bianco totale, che accomuna tutti gli elementi della nuova Vespa Sprint: dalla sella alle manopole, fino ai raggi dei cerchioni. Tono su tono sono anche il logo nonché le fiamme disegnate sulla scocca del mezzo: un tocco in più per rappresentare la spinta creativa, il dinamismo e la vitalità, un modo per sintetizzare i valori che trasmettono una popstar e uno scooter intramontabile e frizzante come la Vespa.

Ovviamente la Vespa by Bieber non se la tiene lui. Verrà prodotta e commercializzata, con un pre-booking che scatta il 20 aprile. Il modello si chiama “JUSTIN BIEBER X VESPA” ed è offerto nelle classiche motorizzazioni 50, 125 e 150cc, cilindrate che hanno fatto la storia di Vespa, oggi declinate secondo le più stringenti normative per il rispetto ambientale. Le linee giovanissime della carrozzeria compongono un body leggero ma protettivo mentre il manubrio, caratterizzato dall’inconfondibile ed evocativo faro rettangolare, accoglie un modernissimo display multifunzione TFT full color, collegabile a tutte le funzioni dello smartphone. La fanaleria Full-Led e gli spettacolari cerchi ruota da 12” sono segni inconfondibili di stile e tecnologia.

Un’edizione limitata ed esclusiva che per la gioia dei possessori è accompagnata da una collezione di accessori dedicata: borsa, guanti e casco ovviamente in total white con l’aggiunta del vero “Justin spin”.

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SUV americane: l’elenco completo (con i prezzi)

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Le SUV americane – che sarebbe più corretto chiamare statunitensi – sono molto amate dagli automobilisti italiani: quando si parla di crossover/fuoristrada a stelle e strisce il primo pensiero va alle Jeep ma non va sottovalutato il ruolo di Ford, regina del segmento delle piccole Sport Utility con la Puma.

Le SUV statunitensi soddisfano qualsiasi esigenza: ci sono le “baby” crossover per la città e le “off-road” dure e pure in grado di andare ovunque, ci sono i bestioni V8 a benzina lunghi oltre cinque metri e mezzo e modelli elettrici amici dell’ambiente.

Di seguito troverete l’elenco completo – con i prezzi – di tutte le SUV americane in commercio: dodici proposte per tutti i gusti e tutte le tasche.

SUV americane: l’elenco completo (con i prezzi)

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Cadillac XT4

La Cadillac XT4 è una SUV media statunitense disponibile a trazione anterioreintegrale in vendita a prezzi che partono da 42.010 euro. La gamma motori è composta da due 2.0 turbo: un benzina 350T da 230 CV e un diesel 350D da 174 CV.

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Cadillac Escalade

La quinta generazione della Cadillac Escalade è una grande SUV statunitense a trazione integrale disponibile a passo normale o lungo (ESV) con 7 o 8 posti. Prezzi da 139.969 euro e una gamma motori composta da due unità: un 6.2 V8 a benzina da 426 CV e un 3.0 turbodiesel a sei cilindri in linea da 281 CV.

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Ford EcoSport

La Ford EcoSport è una piccola SUV statunitense a trazione anteriore spinta da un motore 1.0 turbo tre cilindri EcoBoost a benzina da 125 CV. I prezzi? Da 23.500 euro.

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Ford Puma

La Ford Puma – arrivata alla seconda generazione – è una piccola SUV statunitense a trazione anteriore in vendita a prezzi che partono da 23.900 euro. La gamma motori è composta da tre unità turbo EcoBoost a tre cilindri: un 1.5 a benzina da 200 CV e due 1.0 mild hybrid benzina da 125 e 155 CV.

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Ford Kuga

La terza generazione della Ford Kuga è una SUV compatta statunitense disponibile a trazione anterioreintegrale in vendita a prezzi che partono da 32.600 euro. La gamma motori è composta da tre unità: un 2.5 ibrido benzina (full hybrid) da 190 CV, un 2.5 ibrido plug-in benzina da 225 CV e un 1.5 turbodiesel EcoBlue da 120 CV.

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Ford Explorer

La sesta generazione della Ford Explorer è una grande SUV ibrida plug-in statunitense a trazione integrale. Sette posti, prezzi da 82.900 euro e, sotto il cofano, un motore 3.0 V6 biturbo ibrido plug-in benzina da 457 CV.

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Ford Mustang Mach-E

La Ford Mustang Mach-E è una SUV media elettrica disponibile a trazione posteriore (un motore dietro da 269 o 294 CV) o integrale (due motori da 269, 351 o 487 CV). I prezzi? Da 51.900 euro.

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Jeep Renegade

La Jeep Renegade è una piccola SUV statunitense disponibile a trazione anterioreintegrale sviluppata sullo stesso pianale della Fiat 500XPrezzi da 24.900 euro e una gamma motori composta da cinque unità turbo: un 1.0 T3 tre cilindri a benzina da 120 CV, un 1.5 T4 MHEV mild hybrid benzina da 130 CV, due 1.3 4xe ibridi plug-in benzina da 190 e 240 CV e un 1.6 turbodiesel Mjt da 130 CV.

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Jeep Compass

La seconda generazione della Jeep Compass è una SUV compatta statunitense disponibile a trazione anterioreintegrale in vendita a prezzi che partono da 31.900 euro. La gamma motori è composta da cinque unità turbo: un 1.3 T4 a benzina da 131 CV, un 1.5 T4 MHEV mild hybrid benzina da 130 CV, due 1.3 T4 4xe ibridi plug-in benzina da 190 e 240 CV e un 1.6 turbodiesel Multijet II da 131 CV.

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Jeep Wrangler

La quarta generazione della Jeep Wrangler è una fuoristrada statunitense a tre porte. Trazione integralemarce ridotteprezzi da 51.000 euro e un motore 2.0 Turbo benzina da 272 CV sotto il cofano.

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Jeep Wrangler Unlimited

La Jeep Wrangler Unlimited è la variante allungata a cinque porte della quarta serie della fuoristrada americana a trazione integralePrezzi da 54.500 euro e una gamma motori composta da due 2.0 turbo: un benzina da 272 CV e un ibrido plug-in benzina 4xe da 380 CV.

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Tesla Model Y

La Tesla Model Y è una SUV media elettrica statunitense bimotore a trazione integrale disponibile in due varianti di potenza: 351 e 462 CV. I prezzi? Da 64.970 euro.

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Quando si ripara e quando si sostituisce il parabrezza

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Quando si rompe il parabrezza dell’auto, cosa bisogna fare e come è possibile procedere per la riparazione oppure per la sostituzione? È fondamentale rivolgersi e affidarsi a degli esperti. Infatti, se il vetro dell’auto è scheggiato o graffiato leggermente, potrebbe essere anche solo semplicemente riparato in maniera impeccabile, da parte dei professionisti del settore. Se invece il parabrezza è totalmente distrutto e il cristallo è danneggiato in maniera irreversibile, allora è assolutamente necessaria la sostituzione. Vediamo che cosa bisogna fare e a chi affidarsi.

Sostituzione del cristallo auto: quando è fondamentale e perché

L’unico dei vetri della macchina che ha la possibilità di essere riparato è il parabrezza della macchina. Si tratta infatti di un cristallo dalla struttura unica, differente rispetto a quella di tutti gli altri vetri dell’auto. È vero però che ci son casi in cui anche il parabrezza non può essere riparato ma deve essere assolutamente sostituito, per la propria sicurezza.

Parabrezza rotto: si rischiano multe salate

Viaggiare su una vettura che ha un vetro rotto, oltre a essere molto pericoloso, può anche provocare una sanzione amministrativa da parte degli agenti di Polizia. La multa in questi casi va da un minimo di 83 euro fino a un massimo di 338 euro. Il veicolo con il parabrezza rotto infatti non circola nelle normali condizioni di massima efficienza descritte dall’articolo 79 e 80 del Dlgs n. 285/1992, commi 1 e 4. E non è tutto, perché all’articolo n. 237 del Regolamento di esecuzione e di attuazione del Codice della Strada, è previsto che “tutti i vetri interessanti la visibilità del conducente non devono presentare rotture, anche se localizzate”. È molto chiaro, quindi, che non è possibile – per legge – circolare con i vetri rotti.

Sostituzione del parabrezza dell’auto: i costi

Sono tanti i fattori differenti che influenzano il prezzo della sostituzione dei vetri dell’auto. Tra i principali possiamo con certezza affermare che ci sono i seguenti:

  • il prezzo del cristallo che deve essere sostituito. Il cambio del vetro, nonostante una possibile polizza, potrebbe non essere totalmente gratis perché il costo del vetro stesso potrebbe superare il massimale;
  • la polizza cristalli, in presenza di questa garanzia infatti l’utente molto spesso beneficia della sostituzione gratuita del vetro;
  • tipologia della polizza assicurativa stipulata e sottoscritta, alcune infatti hanno dei massimali di franchigia diversi.

È certo che, per avere un’idea più precisa del costo della sostituzione del parabrezza,è bene contattare il centro di riparazione più vicino. Gli esperti aiutano sempre a trovare la soluzione più adatta alle proprie esigenze.

Sostituzione del vetro dell’auto: quanto tempo serve

Si tratta senza dubbio di un intervento che merita la massima attenzione e delicatezza, oltre che la professionalità e gli strumenti giusti. Le tempistiche ovviamente variano a seconda del tipo di vetro che deve essere sostituito. Il cambio del parabrezza può avvenire in 45 minuti circa, un’ora al massimo (in media).

Anche in questo caso, se oltre al prezzo vuoi sapere i tempi impiegati per sostituire il parabrezza, è bene contattare gli specialisti del cristallo, che sanno consigliare la miglior soluzione.

Attenzione: molte aziende specializzate usano solo ricambi originali, che vengono prodotti in conformità con gli standard OEM per la sostituzione del parabrezza. Questo significa che ogni veicolo può essere riportato alle sue condizioni originali e di massima efficienza, come lo stesso Codice della Strada richiede.

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BMW 1600 K, sei cilindri per sognare nuovi orizzonti

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Milano-Lisbona, Roma-Capo Nord e, perché no, New York-San Francisco. Le nuove BMW 1600 serie K fanno subito sognare orizzonti sconfinati. Nate per viaggiare, macinare chilometri su chilometri nel comfort più ricco che si possa desiderare. Le abbiamo provate, sono quattro i modelli (Gt, Gtl, Bobber e Grand America) tutti equipaggiati con il poderoso 6 cilindri da 160 cv, su e giù per le colline marchigiane, lungo strade e stradine di quello che nel XV secolo era il ducato del condottiero e mecenate Federico da Montefeltro. Percorsi stretti, tortuosi, con fondi stradali sconnessi e accidentati. Il peggio che si possa immaginare per una moto da 350 chili di peso, lunga come un transatlantico. Eppure no, questa è la grande sorpresa. I progettisti della casa bavarese sono riusciti a trasformare un bestione da highway americane in una due ruote che si trova a proprio agio anche lungo un itinerario appenninico e non ti fa sudare freddo se per caso imbocchi un viottolo angusto. E se va bene in quelle condizioni figuriamoci a percorrere le grandi arterie di comunicazione. Ma come è stato possibile?

Motore e sospensioni all’avanguardia. Il 6 cilindri in linea Bmw che equipaggia dal 2011 la serie K è stato rivisto profondamente. Da un punto di vista tecnico, il pezzo forte è costituito dal sistema di gestione elettronica del motore con sensori di detonazione che permettono di ottimizzare la fasatura dell’accensione. Oltre ai valori di emissione diminuiti (rispettano la normativa EURO 5), ci sono anche altri notevoli vantaggi. La potenza del motore è sempre di 118 kW (160 CV), ma ora viene raggiunta a una velocità di rotazione di 6750 giri, 1000 giri in meno rispetto a quanto avveniva in precedenza. Mentre la coppia massima passa da 175 a 180 Nm a 5250 giri. Gli effetti sulla guida si sentono: spinta superiore e accelerazione più potente. Il nuovo controllo della coppia di trascinamento del motore permette, inoltre, di evitare lo slittamento della ruota posteriore dovuto al freno motore, allo stesso modo di quanto fa in accelerazione il controllo di trazione (DCT). Operazioni, va detto, che variano anche in funzione alle tre modalità di guida: “Rain”, “Road” e “Dynamic”. Insomma, l’elettronica sofisticata offre sicurezza e facilità d’uso: puoi guidare anche su fondi non ideali, come spesso quelli delle strade del nostro Appennino, senza patemi d’animo e basta un colpo di acceleratore per togliersi da situazioni scomode. La coppia eccezionale di questo motore fa si che ti trovi ad andare in quinta e sesta marcia anche sullo stretto e, se non fosse per l’indicazione sul display mi è capitato spesso durante la prova di non sapere in che marcia mi trovavo. Più volte ho avuto la sensazione di guidare mosso da un motore elettrico. Va detto, poi, che il sei cilindri in linea Bmw, il più stretto mai prodotto in serie (55 centimetri di larghezza, 100 chili di peso), spinge come un forsennato regalandoti emozioni a non finire, enfatizzate ulteriormente dall’opzione quickshifter, il cambio elettronico, che fa dimenticare l’esistenza della frizione. La sensazione resta però sempre quella di essere ancorati al suolo e questo si deve al baricentro molto basso, alla ciclistica impeccabile e, ancora una volta, all’elettronica che sovraintende la regolazione delle sospensioni, con lo smorzamento che si adatta automaticamente alle condizioni di guida e con la compensazione automatica della posizione ai livelli di carico della moto. Il risultato? Agilità e stabilità che fanno dimenticare il peso maxi della moto.

Niente più “pieghe” al buio. Per la guida notturna le nuove K 1600 offrono una chicca: la luce di curva adattiva. Si tratta di questo: l’anabbagliante, a LED ovviamente, ruota in curva in base all’angolo d’inclinazione della moto in modo tale da illuminare la strada secondo la traiettoria impostata. E non solo: l’intero faro si alza e si abbassa in frenata e in accelerazione per mantenere costante la profondità del fascio luminoso. Ci vorrebbe un libro per elencare tutte le dotazioni, senza parlare degli equipaggiamenti opzionali, della nuova serie K1600 tutte all’insegna dell’esclusività e prestigio. Ma un accenno lo meritano il sofisticato sistema audio e il nuovo display a colori TFT da 10,25 pollici, sembra un tablet piazzato dietro al manubrio, che permette di accede a una miriade di funzioni. L’impianto audio digitale 2.0 (optional su Gt e Bobber) assicura il piacere di un ascolto pulito con la massima qualità e stabilità di ricezione sia con il casco che senza. Il display, ad alta risoluzione con vetro antiriflesso e anti-impronte, visualizza la mappa di navigazione direttamente sul quadro strumenti che può anche riportare simultaneamente tachimetro, contagiri, varie indicazioni compreso il menu di selezione delle funzioni. Una specifica app Bmw permette il collegamento del display con il proprio smartphone che viene riposto in un vano dietro al parabrezza, con presa di ricarica, ventilazione e sistema antifurto. Accedere alle infinite funzioni offerte da questo sistema è tutt’altro che semplice, specie per i non nativi digitali. Ma i progettisti Bmw hanno pensato a una scorciatoia: quattro pulsanti sul lato sinistro della carena dove preimpostate le opzioni preferite e non pensarci più.

Smanettare con levette e pulsanti non è una bella idea una volta in marcia. Al posto di rischiare pericolose distrazioni, meglio dedicarsi a gustare i piaceri del viaggio. La sella comodissima consente di piantare bene i piedi a terra (altezza da 75 a 81 centimetri), la posizione di guida è impeccabile, il parabrezza ripara a dovere ed è regolabile con un pulsante, borse e vani portaoggetti hanno una chiusura centralizzata keyless, la stessa che serve per accendere e spegnere la moto. Le prestazioni sono ai vertici della categoria: da 0 a 100 chilometri all’ora in 3,6 secondi, velocità massima autolimitata di 250 km/ora (versione GT), consumi 5,9 litri al chilometro, serbatoio da 26,5 litri. I modelli K1600, come accennato, sono quattro. Due di stile europeo: GT, la variante più agile, e GTL, più ergonomica e dotata di bauletto; due d’ispirazione Usa: B, che presenta la parte posteriore bassa in stile bagger, e Gran America con accessori per viaggi a lunga distanza in stile yankee. Tre le opzioni cromatiche, compresa una raffinata verniciatura con stampa a immersione che raffigura una galassia in cielo. I prezzi tengono conto del prestigio e del lusso di questi mezzi. Vanno da 27 mila a 30 mila euro, option a parte, e le consegne dovrebbero iniziare dal maggio prossimo.

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