Monthly Archives: Maggio 2022
Quali sono i dispositivi elettronici più utili per le moto
La tecnologia e gli strumenti elettronici di ultima generazione, oltre ad aver invaso le nostre automobili, negli ultimi anni hanno anche rivoluzionato il settore del motociclismo. Sulle moto infatti è sono sempre più presenti elementi tecnologici all’avanguardia, che possono piacere o meno ai piloti, ma che possono senza dubbio essere di grande aiuto in caso di pericolo o sinistro stradale. Vediamo di che cosa si tratta.
L’ABS in moto: il sistema anti bloccaggio ruote
Il primo dispositivo tecnologico di cui vogliamo parlare è l’ABS, che garantisce la stabilità del mezzo anche in caso di frenata, evitando che le ruote si blocchino pericolosamente. In fase di produzione della moto vengono inseriti dei sensori specifici sulle ruote anteriori e posteriori, che registrano la velocità di rotazione. Nel caso di frenata brusca e intensa, oppure con particolari condizioni stradali, se una ruota della moto dovesse bloccarsi, allora l’ABS interviene per ridurre la pressione della frenata che viene applicata da parte del conducente e controlla quindi la decelerazione della moto e la velocità della ruota.
La piattaforma inerziale IMU
Noto dispositivo elettronico presente sulle moto di nuova generazione, che raggruppa tutti i sistemi elettronici di aiuto alla guida, come ad esempio l’ABS (obbligatorio), il controllo dell’impennata o quello della trazione. L’IMU usa la MicroElectronic Mechanical Systems (MEMS), una tecnologia di nuova generazione, e prende in esame accelerometri e giroscopi per usarli nella misurazione dell’accelerazione in direzione lineare e dei cambiamenti di direzione.
La piattaforma inerziale della moto è in grado di rilevare in tutto sei i possibili movimenti, tre lineari e altri tre rotazionali. Visto che le moto si inclinano, è importante anche riuscire a misurare le forze di beccheggio, ovvero quelle piccole oscillazioni che si verificano durante l’accelerazione o la frenata, ma anche l’inclinazione che assume il veicolo stesso durante i cambi di direzione o quando il pilota è in piega. Si tratta dei dati che, insieme ad altre informazioni raccolte dai sensori presenti sulla moto, vanno a definire un quadro completo sul comportamento della moto.
Il controllo di trazione della moto
Si tratta di un sistema elettronico che evita alla moto di sbandare: questo è possibile perché il TSC controlla la potenza che viene sprigionata alla ruota posteriore. Le categorie di controllo della trazione nelle moto sono:
- predittiva, l’engine control unit (ECU) o unit di controllo del motore. Ci sono differenti sensori in grado di captare i dati in tempo reale e di apportare le modifiche prima che la ruoti giri. Il sistema lavora costantemente, valutando di continuo le condizioni e intervenendo in maniera molto rapida, per evitare che la moto sbandi;
- reattiva: la moto dispone di differenti componenti del sistema che attendono lo slittamento della ruota per apportare le modifiche necessarie e fare in modo che il pilota non perda il controllo del mezzo.
Controllo della stabilità della moto
Parliamo del sistema MSC, che aiuta il motociclista nelle fasi di accelerazione, frenata e guida in curva o sul rettilineo. Si tratta anche in questo caso in un dispositivo elettronico di ultima generazione di cui le motociclette sono dotate e che si serve di sensori per registrare la dinamica di guida del mezzo.
È un sistema in grado di offrire differenti tipologie di controllo, anche in curva. Tutto dipende dagli angoli di inclinazione e beccheggio della moto. Quando l’MSC rileva che una ruota si sta bloccando, allora attiva il modulatore di pressione nel circuito del freno idraulico, che riduce la pressione del freno al fine di ottenere quella necessaria per evitare il blocco di ogni ruota.
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Cosa indicano i vari simboli sul parabrezza dell’auto
In tutte le auto sono presenti differenti simboli sul parabrezza, che è importante saper riconoscere. Si tratta infatti di marchi che sono impressi sul vetro e che bisogna saper leggere per poterne comprendere le caratteristiche e l’omologazione.
Quali sono le regole costruttive del parabrezza dell’auto
Quando siete alla guida della vostra auto, guardando fuori dal vetro, succede anche a voi di vedere dei simboli impressi sul parabrezza. Ognuno di essi ha un significato ben preciso. Innanzitutto ricordiamo, è importante, che il parabrezza per ogni veicolo è uno degli elementi fondamentale per la sicurezza attiva. Anche nelle vetture più semplici infatti il vetro davanti deve essere in grado di garantire una buona percentuale della rigidità totale della scocca.
Ma non su tutte le macchine i parabrezza sono uguali, anzi. E oltretutto, prima della vendita di tali elementi, è fondamentale che gli stessi passino i test di omologazione. Per essere omologati secondo la legge devono possedere degli specifici requisiti tecnici che sono richiesti dalle direttive specifiche, diverse in ogni Paese. Nono solo: ci sono differenti simboli impressi sul vetro del parabrezza dell’auto, è molto importante conoscerli anche per controllare che questo specifico elemento sia davvero originale, soprattutto in fase di acquisto di un veicolo. Vediamo quindi quali sono i principali simboli che troviamo sul parabrezza, come leggerli e il loro significato.
Parabrezza auto: il significato di ogni marchio e simbolo
A seconda del Paese in cui il parabrezza stesso passa i test di omologazione, cambia il relativo simbolo impresso sul parabrezza. In particolare, parliamo di un marchio che viene stampato sulla cornice del vetro stesso. Ci sono casi in cui, al posto di un solo simbolo, è possibile trovarne due; in genere leggiamo una E seguita da un numero, che varia in base al Paese d’Europa che ha rilasciato l’omologazione. Ad esempio per l’Italia si usa il numero 3, quindi la scritta che compare è E3 (quanti di voi l’hanno vista sul proprio parabrezza e si sono chiesti il significato?).
Oltre a questo simbolo, è possibile trovare anche i loghi della Casa costruttrice oppure dell’azienda che ha prodotto il vetro usato per il parabrezza. Quest’ultimo in realtà deve esserci, è obbligatorio, mentre il logo della Casa può anche essere omesso, non è strettamente necessario né obbligatorio per legge.
Sul parabrezza dell’auto poi spesso troviamo anche la scritta “Laminated”: questa denominazione particolare sta ad indicare che il vetro usato è di tipo stratificato e al suo interno c’è una lamina di PVB. Tra le altre diciture troviamo:
- ECE R43: indica che il vetro rispetta gli standard imposti dall’UE e il numero di omologazione;
- CCC, indica che è conforme agli standard cinesi;
- M, AS, DOT indicano invece che il vetro segue gli standard di sicurezza degli USA.
Vengono usati poi anche altri simboli, tra cui i numeri romani, che indicano:
- I: parabrezza rinforzato;
- II: parabrezza multistrato convenzionale (il più diffuso);
- III: parabrezza multistrato con altri trattamenti;
- IV: parabrezza realizzato in policarbonato;
- V: vetro con coefficiente di trasmissione della luce inferiore al 70%;
- VI: vetro con coefficiente di trasmissione della luce pari almeno al 70%.
E non è finita qui, perché sul parabrezza dell’auto è possibile trovare anche altri simboli, tra cui la data e il numero identificativo di produzione.
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MotoGP 2022: il calendario aggiornato e tutti i circuiti
Il calendario della MotoGP 2022 è composto da 20 GP contro i 18 dello scorso anno: tra le novità segnaliamo il ritorno di sei gare (Indonesia, Argentina, Giappone, Thailandia, Australia e Malaysia) e l’addio a quattro appuntamenti (Doha, Stiria, Emilia-Romagna e Algarve).
Di seguito troverete il calendario completo della MotoGP 2022 e le caratteristiche dei circuiti del Motomondiale compresi i record sul giro e gli orari per seguire le prove libere, le qualifiche e le gare. Senza dimenticare i Gran Premi che verranno trasmessi in diretta TV anche in chiaro su TV8 e non solo su Sky Sport MotoGP.
MotoGP 2022 – Il calendario e i circuiti
1 – GP Qatar (Lusail) – 6 marzo 2022
LUNGHEZZA CIRCUITO: 5,4 km
GIRI: 22
RECORD IN PROVA: Francesco Bagnaia (Ducati) – 1’52”772 – 2021
RECORD GARA: Francesco Bagnaia (Ducati) – 1’54”491 – 2021
Il calendario
VENERDÌ 4 MARZO 2022
Prove libere 1 11:40-12:25
Prove libere 2 16:00-16:45
SABATO 5 MARZO 2022
Prove libere 3 11:15-12:00
Prove libere 4 15:20-15:50
Qualifiche 16:00-16:40
DOMENICA 6 MARZO 2022
Warm-up 11:40-12:00
Gara 16:00
2 – GP Indonesia (Mandalika) – 20 marzo 2022
LUNGHEZZA CIRCUITO: 4,3 km
GIRI: 20
Il calendario
VENERDÌ 18 MARZO 2022
Prove libere 1 03:50-04:35
Prove libere 2 08:05-08:50
SABATO 19 MARZO 2022
Prove libere 3 03:50-04:35
Prove libere 4 07:25-07:55
Qualifiche 08:05-08:45
DOMENICA 20 MARZO 2022
Warm-up 03:40-04:00
Gara 08:00
3 – GP Argentina (Termas de Río Hondo) – 3 aprile 2022
LUNGHEZZA CIRCUITO: 4,8 km
GIRI: 25
RECORD IN PROVA: Marc Márquez (Honda) – 1’37”683 – 2014
RECORD GARA: Valentino Rossi (Yamaha) – 1’39”019 – 2015
Il calendario
VENERDÌ 1 APRILE 2022
Prove libere 1 15:50-16:35
Prove libere 2 20:05-20:50
SABATO 2 APRILE 2022
Prove libere 3 15:50-16:35
Prove libere 4 19:25-19:55
Qualifiche 20:05-20:45
DOMENICA 3 APRILE 2022
Warm-up 15:40-16:00
Gara 20:00
4 – GP Americhe (Austin) – 10 aprile 2022
LUNGHEZZA CIRCUITO: 5,5 km
GIRI: 20
RECORD IN PROVA: Marc Márquez (Honda) – 2’02”135 – 2015
RECORD GARA: Marc Márquez (Honda) – 2’03”575 – 2014
Il calendario
VENERDÌ 8 APRILE 2022
Prove libere 1 16:55-17:40
Prove libere 2 21:10-21:55
SABATO 9 APRILE 2022
Prove libere 3 16:55-17:40
Prove libere 4 20:30-21:00
Qualifiche 21:10-21:50
DOMENICA 10 APRILE 2022
Warm-up 16:40-17:00
Gara 21:00 (in diretta TV anche in chiaro su TV8)
5 – GP Portogallo (Portimão) – 24 aprile 2022
LUNGHEZZA CIRCUITO: 4,6 km
GIRI: 25
RECORD IN PROVA: Fabio Quartararo (Yamaha) – 1’38”862 – 2021
RECORD GARA: Álex Rins (Suzuki) – 1’39”450 – 2021
Il calendario
VENERDÌ 22 APRILE 2022
Prove libere 1 10:55-11:40
Prove libere 2 15:10-15:55
SABATO 23 APRILE 2022
Prove libere 3 10:55-11:40
Prove libere 4 14:30-15:00
Qualifiche 15:10-15:50
DOMENICA 24 APRILE 2022
Warm-up 10:40-11:00
Gara 15:00
6 – GP Spagna (Jerez de la Frontera) – 1 maggio 2022
LUNGHEZZA CIRCUITO: 4,4 km
GIRI: 25
RECORD IN PROVA: Fabio Quartararo (Yamaha) – 1’36”705 – 2020
RECORD GARA: Fabio Quartararo (Yamaha) – 1’37”770 – 2021
Il calendario
VENERDÌ 29 APRILE 2022
Prove libere 1 09:55-10:40
Prove libere 2 14:10-14:55
SABATO 30 APRILE 2022
Prove libere 3 09:55-10:40
Prove libere 4 13:30-14:00
Qualifiche 14:10-14:50
DOMENICA 1 MAGGIO 2022
Warm-up 09:40-10:00
Gara 14:00 (in diretta TV anche in chiaro su TV8)
7 – GP Francia (Le Mans) – 15 maggio 2022
LUNGHEZZA CIRCUITO: 4,2 km
GIRI: 27
RECORD IN PROVA: Johann Zarco (KTM) – 1’31”185 – 2018
RECORD GARA: Maverick Viñales (Yamaha) – 1’32”309 – 2017
Il calendario
VENERDÌ 13 MAGGIO 2022
Prove libere 1 09:55-10:40
Prove libere 2 14:10-14:55
SABATO 14 MAGGIO 2022
Prove libere 3 09:55-10:40
Prove libere 4 13:30-14:00
Qualifiche 14:10-14:50
DOMENICA 15 MAGGIO 2022
Warm-up 09:40-10:00
Gara 14:00
8 – GP Italia (Mugello) – 29 maggio 2022
LUNGHEZZA CIRCUITO: 5,2 km
GIRI: 23
RECORD IN PROVA: Fabio Quartararo (Yamaha) – 1’45”187 – 2021
RECORD GARA: Johann Zarco (Ducati) – 1’46”810 – 2021
Il calendario
VENERDÌ 27 MAGGIO 2022
Prove libere 1 09:55-10:40
Prove libere 2 14:10-14:55
SABATO 28 MAGGIO 2022
Prove libere 3 09:55-10:40
Prove libere 4 13:30-14:00
Qualifiche 14:10-14:50
DOMENICA 29 MAGGIO 2022
Warm-up 09:40-10:00
Gara 14:00 (in diretta TV anche in chiaro su TV8)
9 – GP Catalogna (Montmeló) – 5 giugno 2022
LUNGHEZZA CIRCUITO: 4,7 km
GIRI: 24
RECORD IN PROVA: Fabio Quartararo (Yamaha) – 1’38”853 – 2021
RECORD GARA: Johann Zarco (Ducati) – 1’39”939 – 1’39”939 – 2021
Il calendario
VENERDÌ 3 GIUGNO 2022
Prove libere 1 09:55-10:40
Prove libere 2 14:10-14:55
SABATO 4 GIUGNO 2022
Prove libere 3 09:55-10:40
Prove libere 4 13:30-14:00
Qualifiche 14:10-14:50
DOMENICA 5 GIUGNO 2022
Warm-up 09:40-10:00
Gara 14:00
10 – GP Germania (Sachsenring) – 19 giugno 2022
LUNGHEZZA CIRCUITO: 3,7 km
GIRI: 30
RECORD IN PROVA: Marc Márquez (Honda) – 1’20”195 – 2019
RECORD GARA: Marc Márquez (Honda) – 1’21”228 – 2019
Il calendario
VENERDÌ 17 GIUGNO 2022
Prove libere 1 09:55-10:40
Prove libere 2 14:10-14:55
SABATO 18 GIUGNO 2022
Prove libere 3 09:55-10:40
Prove libere 4 13:30-14:00
Qualifiche 14:10-14:50
DOMENICA 19 GIUGNO 2022
Warm-up 09:40-10:00
Gara (in diretta TV anche in chiaro su TV8) 14:00
11 – GP Assen (Assen) – 26 giugno 2022
LUNGHEZZA CIRCUITO: 4,5 km
GIRI: 26
RECORD IN PROVA: Maverick Viñales (Yamaha) – 1’31”814 – 2021
RECORD GARA: Fabio Quartararo (Yamaha) – 1’32”869 – 2021
Il calendario
VENERDÌ 24 GIUGNO 2022
Prove libere 1 09:55-10:40
Prove libere 2 14:10-14:55
SABATO 25 GIUGNO 2022
Prove libere 3 09:55-10:40
Prove libere 4 13:30-14:00
Qualifiche 14:10-14:50
DOMENICA 26 GIUGNO 2022
Warm-up 09:40-10:00
Gara 14:00
12 – GP Gran Bretagna (Silverstone) – 7 agosto 2022
LUNGHEZZA CIRCUITO: 5,9 km
GIRI: 20
RECORD IN PROVA: Marc Márquez (Honda) – 1’58”168 – 2019
RECORD GARA: Marc Márquez (Honda) – 1’59”936 – 2019
Il calendario
VENERDÌ 5 AGOSTO 2022
Prove libere 1 10:55-11:40
Prove libere 2 15:10-15:55
SABATO 6 AGOSTO 2022
Prove libere 3 10:55-11:40
Prove libere 4 14:30-15:00
Qualifiche 15:10-15:50
DOMENICA 7 AGOSTO 2022
Warm-up 10:40-11:00
Gara 15:00
13 – GP Austria (Red Bull Ring) – 21 agosto 2022
LUNGHEZZA CIRCUITO: 4,3 km
GIRI: 28
RECORD IN PROVA: Jorge Martín (Ducati) – 1’22”643 – 2021
RECORD GARA: Andrea Dovizioso (Ducati) – 1’23”827 – 2019
Il calendario
VENERDÌ 19 AGOSTO 2022
Prove libere 1 09:55-10:40
Prove libere 2 14:10-14:55
SABATO 20 AGOSTO 2022
Prove libere 3 09:55-10:40
Prove libere 4 13:30-14:00
Qualifiche 14:10-14:50
DOMENICA 21 AGOSTO 2022
Warm-up 09:40-10:00
Gara 14:00
14 – GP San Marino (Misano Adriatico) – 4 settembre 2022
LUNGHEZZA CIRCUITO: 4,2 km
GIRI: 27
RECORD IN PROVA: Francesco Bagnaia (Ducati) – 1’31”065 – 2021
RECORD GARA: Enea Bastianini (Ducati) – 1’32”242 – 2021
Il calendario
VENERDÌ 2 SETTEMBRE 2022
Prove libere 1 09:55-10:40
Prove libere 2 14:10-14:55
SABATO 3 SETTEMBRE 2022
Prove libere 3 09:55-10:40
Prove libere 4 13:30-14:00
Qualifiche 14:10-14:50
DOMENICA 4 SETTEMBRE 2022
Warm-up 09:40-10:00
Gara (in diretta TV anche in chiaro su TV8) 14:00
15 – GP Aragona (Alcañiz) – 18 settembre 2022
LUNGHEZZA CIRCUITO: 5,1 km
GIRI: 23
RECORD IN PROVA: Francesco Bagnaia (Ducati) – 1’46”322 – 2021
RECORD GARA: Franco Morbidelli (Yamaha) – 1’48”089 – 2020
Il calendario
VENERDÌ 16 SETTEMBRE 2022
Prove libere 1 09:55-10:40
Prove libere 2 14:10-14:55
SABATO 17 SETTEMBRE 2022
Prove libere 3 09:55-10:40
Prove libere 4 13:30-14:00
Qualifiche 14:10-14:50
DOMENICA 18 SETTEMBRE 2022
Warm-up 09:40-10:00
Gara (in diretta TV anche in chiaro su TV8) 14:00
16 – GP Giappone (Motegi) – 25 settembre 2022
LUNGHEZZA CIRCUITO: 4,8 km
GIRI: 24
RECORD IN PROVA: Jorge Lorenzo (Yamaha) – 1’43”790 – 2015
RECORD GARA: Jorge Lorenzo (Yamaha) – 1’45”350 – 2014
Il calendario
VENERDÌ 23 SETTEMBRE 2022
Prove libere 1 03:50-04:35
Prove libere 2 08:05-08:50
SABATO 24 SETTEMBRE 2022
Prove libere 3
Prove libere 4 07:25-07:55
Qualifiche 08:05-08:45
DOMENICA 25 SETTEMBRE 2022
Warm-up 03:40-04:00
Gara 08:00
17 – GP Thailandia (Buriram) – 2 ottobre 2022
LUNGHEZZA CIRCUITO: 4,6 km
GIRI: n.d.
RECORD GARA: Marc Márquez (Honda) – 1’30”904 – 2019
Il calendario
VENERDÌ 30 SETTEMBRE 2022
Prove libere 1
Prove libere 2
SABATO 1 OTTOBRE 2022
Prove libere 3
Prove libere 4
Qualifiche
DOMENICA 2 OTTOBRE 2022
Warm-up
Gara
18 – GP Australia (Phillip Island) – 16 ottobre 2022
LUNGHEZZA CIRCUITO: 4,4 km
GIRI: 27
RECORD IN PROVA: Jorge Lorenzo (Yamaha) – 1’27”899 – 2013
RECORD GARA: Marc Márquez (Honda) – 1’28”108 – 2013
Il calendario
VENERDÌ 14 OTTOBRE 2022
Prove libere 1 00:55-01:40
Prove libere 2 05:10-05:55
SABATO 15 OTTOBRE 2022
Prove libere 3 00:55-01:40
Prove libere 4 04:30-05:00
Qualifiche 05:10-05:50
DOMENICA 16 OTTOBRE 2022
Warm-up 00:40-01:00
Gara 05:00
19 – GP Malaysia (Sepang) – 23 ottobre 2022
LUNGHEZZA CIRCUITO: 5,5 km
GIRI: 20
RECORD IN PROVA: Fabio Quartararo (Yamaha) – 1’58”303 – 2019
RECORD GARA: Valentino Rossi (Yamaha) – 1’59”661 – 2019
Il calendario
VENERDÌ 21 OTTOBRE 2022
Prove libere 1 04:50-05:35
Prove libere 2 09:05-09:50
SABATO 22 OTTOBRE 2022
Prove libere 3 04:50-05:35
Prove libere 4 08:25-08:55
Qualifiche 09:05-09:45
DOMENICA 23 OTTOBRE 2022
Warm-up 04:40-05:00
Gara 09:00
20 – GP Comunità Valenciana (Valencia) – 6 novembre 2022
LUNGHEZZA CIRCUITO: 4,0 km
GIRI: 27
RECORD IN PROVA: Jorge Lorenzo (Yamaha) – 1’29”401 – 2016
RECORD GARA: Francesco Bagnaia (Ducati) – 1’31”042 – 2021
Il calendario
VENERDÌ 4 NOVEMBRE 2022
Prove libere 1 09:55-10:40
Prove libere 2 14:10-14:55
SABATO 5 NOVEMBRE 2022
Prove libere 3 09:55-10:40
Prove libere 4 13:30-14:00
Qualifiche 14:10-14:50
DOMENICA 6 NOVEMBRE 2022
Warm-up 09:40-10:00
Gara 14:00
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MotoGP 2022: rinviato al 2023 il GP di Finlandia
Il GP di Finlandia sul circuito Kymi Ring – dodicesima tappa della MotoGP 2022 inizialmente programmata per il 10 luglio – è stato rinviato al 2023. Due i motivi principali: i lavori di omologazione e la guerra Russia-Ucraina. Il calendario del Motomondiale di quest’anno sarà quindi composto da 20 gare anziché 21.
Siamo già al terzo rinvio per il Gran Premio di Finlandia, cancellato dai calendari 2020 e 2021 per via della pandemia di Covid-19: è dal 1982 che la classe regina del campionato del mondo di motociclismo non gareggia nel Paese nordico.
Passione MotoGP
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Qual è la differenza tra airbag laterali e a tendina
Negli ultimi anni, nonostante la crisi che ha colpito l’intero settore – prima a causa della pandemia di Coronavirus e ora della guerra – si sta sviluppando sempre più grazie a dispositivi di sicurezza attivi e passivi in auto. Il sistema di sicurezza più utilizzato e famoso oggi nelle Case automobilistiche è l’airbag, che ormai troviamo di serie su tutti i veicoli di nuova produzione. Vediamo tutto quello che bisogna sapere a riguardo.
Come funzionano gli airbag in auto
Si tratta di dispositivi di sicurezza passiva molto utili in caso di incidente, per proteggere guidatore e passeggeri. In genere si trovano nel volante, ma anche installati all’interno della plancia, del padiglione e dei sedili dell’auto. Possono davvero salvare la vita in caso di forti impatti e sinistri stradali.
Che cos’è l’airbag? Si presenta come una sorta di pallone piatto che si gonfia immediatamente nel momento in cui avviene il forte urto. Esce dal vano in cui è installato e la sua funzione principale è quella di proteggere guidatore e passeggeri, creando una sorta di morbida barriera tra il capo o il volto della persona e il cruscotto e il volante dell’auto.
Attenzione: è sempre fondamentale tenere allacciate le cinture di sicurezza, per non ridurre l’efficacia dell’airbag.
Il funzionamento dell’airbag stesso è legato a un sensore in grado di rilevare la decelerazione del veicolo a seguito di un forte impatto. C’è una centralina che riesce a elaborare il segnale e a inviarlo al detonatore che accende le sostanze che si trovano nella capsula esplosiva che provoca il rigonfiamento del pallone. L’esplosione che si verifica nel momento del sinistro gonfia l’airbag in pochissimi istanti, bastano circa 50 millesimi di secondo al massimo. Il sacco poi inizia subito a sgonfiarsi. È bene ricordare che una volta usato, l’airbag non può essere nuovamente riposto nel suo alleggiamento ma deve essere sostituito con uno nuovo.
Cosa succede quando la spia dell’airbag resta accesa
Una spia di colore rosso sul cruscotto indica il funzionamento corretto dell’airbag: si tratta di un’icona che ritrae un passeggero seduto con la cintura di sicurezza e un pallone frontale. Quando si accende l’auto la spia si illumina sempre e poi si spegne, a meno che non ci siano dei problemi. Se noti quindi che rimane accesa anche durante la marcia, allora è bene far controllare il veicolo, perché potrebbe significare che il sistema di sicurezza non funzioni.
Che cosa sono i sensori dell’airbag
I sensori sono ovviamente di fondamentale importanza per il funzionamento degli airbag. Si tratta di particolari sistemi che interpretano la collisione e la decelerazione del veicolo, si trovano all’interno della centralina oppure nella parte frontale o laterale dell’auto e servono per comunicare all’auto quando deve essere aperto l’airbag.
Airbag laterali e a tendina: di cosa si tratta
Gli airbag laterali sono sempre più presenti nelle auto di nuove generazione, si sono infatti diffusi soprattutto negli ultimi anni e la loro funzione è quella di proteggere i passeggeri che si trovano sull’auto in caso di impatto laterale. Sono in grado di proteggere le persone anche nel caso in cui la vettura malauguratamente si ribalti a seguito di un forte urto.
Ma esistono anche gli airbag a tendina, che sono dei particolari airbag laterali, tra i più diffusi. La finalità di questi particolari sistemi è proteggere la testa dei passeggeri anteriori e posteriori durante un incidente stradale e in presenza urti trasversali molto forti. L’airbag a tendina, quando esplode, si posiziona tra la testa e il finestrino.
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Come si usa per bene il freno posteriore della moto
Il freno posteriore della moto, nonostante non sia utilizzato da molti, è fondamentale per guidare correttamente il veicolo. Aiuta a migliorare la stabilità in qualsiasi condizione di guida, sia sportiva che turistica, e anche a mantenere un miglior controllo della moto e a correggere la traiettoria. Vediamo quello che dovremmo sapere.
Freno posteriore: come si usa
Il freno posteriore della moto deve essere usato, nella guida turistica, insieme al freno anteriore nella misura dell’80% all’avantreno e del 20% al retrotreno, in modo da riuscire a mantenere un assetto corretto della propria due ruote.
Andrebbero usati entrambi i freni per fermarsi o anche solo rallentare, perché in effetti le funzioni che svolgono sono differenti:
- il freno anteriore serve per fermare la moto;
- il freno posteriore ha il compito invece di stabilizzarla.
Per questo motivo l’utilizzo congiunto è assolutamente necessario per una maggior sicurezza sulla due ruote.
Attenzione: ricorda che il freno posteriore della moto non è sul manubrio, come quello anteriore, si tratta invece di un pedale (sempre nella parte destra).
Quando usare il freno posteriore
Il freno posteriore non ha solo il compito di rallentare, ma anche di consentire al pilota di affrontare al meglio le curve. Frenare solo con quello anteriore infatti fa sì che la moto trasferisca la massa davanti, andando a caricare lo sterzo e provocando sbilanciamento, traiettoria sporca e addirittura una possibile caduta del pilota.
Per quanto riguarda le curve invece usare il freno posteriore può aiutare a controllare la moto mantenendola stabile.
ABS moto: come frenare
L’ABS è un sistema di frenata assistita inserito sui veicoli con antibloccaggio delle ruote, e dal 2016 è diventato obbligatorio su tutte le moto, evitando il bloccaggio improvviso di una ruota a causa di una frenata improvvisa. Per il funzionamento dell’ABS vengono inseriti dei sensori sulle ruote, che comunicando con la centralina della moto, sono in grado di calcolare la velocità di rotazione delle singole ruote. Riuscire a evitare che le ruote si blocchino significa diminuire quelli che sono gli spazi di frenata, per evitare cadute.
Frenate in moto: come affrontarle al meglio
Quando si viaggia a bordo della propria moto, sarebbe bene iniziare la fase di frenata dal freno posteriore, per poter capire le condizioni del mano stradale e il grado di aderenza, che cambia a seconda della stagione, del clima, e di altri fattori (oltre a neve e ghiaccio, anche acqua e sporco).
Frena poi con l’anteriore, premendo in maniera progressiva e modulare: frenare bruscamente con la moto infatti la rende instabile, il peso si trasferisce sulla ruota anteriore, in maniera per niente equilibrata. Attenzione: va sempre tenuto presente che il freno anteriore è il più efficiente, ma usarlo insieme a quello posteriore consente di ottenere la frenata perfetta.
Il freno posteriore diventa poi indispensabile da usare nelle correzioni di guida, per chiudere le curve in maniera ottimale e eventualmente correggere la traiettoria. Inversioni di marcia, curve strette e tornanti o ancora curve in discesa: sono tutte situazione in cui il freno posteriore può davvero essere molto utile per la stabilità, soprattutto se si viaggia a bassa velocità.
Ogni consiglio utile da parte degli esperti dovrebbe essere messo in pratica, facendo prove e test – prima che su strada – su un piazzale o un grande parcheggio libero.
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Nuova Bentley Bentayga EWB: viaggiare in superlimo
Diciotto centimetri in più, 2.500 inedite modifiche, comfort assoluto e raffinati dettagli tecnici hanno trasformato un luxury Suv in ammiraglia. Bentley ha così svelato la Bentayga EWB, inedita versione ‘extended wheelbase’ del Suv Bentayga (le consegne inizieranno nell’ultimo trimestre dell’anno) con ambizioni e obiettivi che si spingono oltre all’arricchimento dell’offerta nella nicchia delle sport utility di altissima gamma. Quella che può definirsi una limousine inglese a ruote alte si presenta con un modello a passo allungato (lo spazio in più è tutto nella parte posteriore dell’abitacolo) che sarà in vendita a un prezzo intorno alle 300mila sterline. Disponibile al momento solo con un V8 a benzina biturbo da 550 cv. Ma arriverà sul mercato anche l’ibrido (che in versione Bentayga ha raggiunto il 20% delle vendite). Diversi l’assetto, lo stile e un dettaglio che appare subito: la griglia a lamelle verticali. Bentley Bentayga EWB allarga così la gamma del Suv di lusso che dal 2015 è il benchmark della categoria: eleganza, prestazioni e comfort sempre ai massimi livelli. Bentley Bentayga negli ultimi sette anni ha dimostrato la sua leadership nel segmento dei “fuoristrada” di gran lusso, sapendo fondere in una sola vettura le doti del fuoristrada alle prestazioni da record, la tecnologia ibrida alla capacità di offrire soluzioni cucite su misura come un abito di alta sartoria.
Per Bentley quello appena arrivato è un nuovo “grand touring Suv” ma per molti osservatori, soprattutto inglesi, è l’erede dell’ammiraglia Mulsanne, a sua volta erede naturale dell’Arnage, sulla cui base è nata l’auto personale della Regina Elisabetta II d’Inghilterra. Sul modello EWB le Casa di Crewe ha voluto infatti riproporre la stessa “esperienza nella parte posteriore dell’abitacolo”.
E ora Bentley prevede che il modello EWB sarà responsabile fino al 45% di tutte le vendite di Bentayga a pieno regime, cioè nel 2023.
Bentayga Extended Wheelbase, lo ribadiscono in Bentley, ha il potenziale per alzare il tetto del segmento top soprattutto nell’ambito di nuove tipologie di clienti, più giovani e più dinamici. In un recente sondaggio, i proprietari hanno anche confermato che l’82% di loro utilizza quotidianamente i propri Suv di lusso, il 74% nelle città e negli ambienti urbani.
I dettagli della nuova EWB
La nuova ammiraglia, che ha un comfort ancora più alto rispetto agli altri modelli di casa Bentley, introduce anche un nuovo sistema di sterzo posteriore che riduce il raggio di sterzata e migliora la stabilità alle alte velocità, una soluzione apparsa per la prima volta sulla berlina Flying Spur nel 2019 e, più di recente sulla Continental GT. C’è anche una nuova sospensione posteriore che assicura che un comportamento su strada che mantenga lo standard del modello da cui deriva. Inoltre la EWB introduce moltissime nuove opzioni che portano addirittura a 24 miliardi di combinazioni possibile per gli interni, attingendo dal catalogo di inserti e rivestimenti, ma la cifra raggiunge il trilione optando per tessuti e colorazioni realizzati su misura per i clienti più esigenti. Il brand inglese offre tre diverse opzioni per i sedili posteriori: una lussuosa disposizione a due posti, un classico sedile dietro per tre persone e un ulteriore combinazione 4+1, che mette un piccolo sedile rialzato tra due sedili posteriori più grandi.
È equipaggiata con un collaudato V8 biturbo da 4 litri in grado di coniugare coppia e potenza con consumi più bassi possibile. Le prestazioni sono da supercar: il V8 eroga 542 CV e 770 Nm per una velocità massima di 290 km/h e un’accelerazione da 0 a 100 km/h in 4,6 secondi.
Lo spazio in cabina è molto più ampio rispetto a qualsiasi altro concorrente di lusso, con un’enfasi sul benessere e l’infotainment che non fa rimpiangere i viaggi aerei in business class.
Priorità al benessere
È presente un esclusivo il sistema di climatizzazione del sedile posteriore a regolazione posturale avanzata, unito all’abitacolo più spazioso. Gli interni sono favolosi. Non a caso la Casa inglese ha definito ‘Bentley Airline Seat Specification’ il suo pacchetto di soluzioni per il comfort dei passeggeri. A cominciare dai sedili, i più avanzati mai montati su un’auto, con ben ventidue possibilità di regolazione posturale e il sofisticato sistema di rilevamento e regolazione automatica del clima. Nel dettaglio, con il Seat Auto Climate la tecnologia del sedile a climatizzazione automatica rileva la temperatura di chi è seduto e l’umidità della superficie, determinando se scaldare, ventilare o combinare entrambe le funzioni per offrire il miglior benessere termico a chi occupa la seduta. Contemporaneamente, il sistema di regolazione posturale effettua delle microregolazioni reagendo alle differenti pressioni in sei zone del sedile. Il sistema può praticare fino a 177 cambiamenti di pressione in tre ore, migliorando il comfort e riducendo al minimo la fatica durante il viaggio. In modalità relax il sedile si può reclinare fino a 40 gradi, mentre il sedile del passeggero viene spostato in avanti per aumentare lo spazio per le gambe. C’è poi un elegante poggiapiedi in pelle che si protende dallo schienale anteriore. Nella posizione business, invece, il sedile dispone lo schienale in posizione verticale per rendere più confortevole lavorare in movimento.
Ultime novità
Ci sono i pannelli delle portiere posteriori completamente ridisegnati e dotati di 22 LED del sistema Bentley Diamond Illumination e una plancia ancora più curata con finiture sottili la metà rispetto a quelle delle altre Bentley (e create con una speciale tecnologia alla base anche del concept EXP 100 GT del 2019). Inoltre, sulla plancia è presente un rivestimento in legno con laminatura in acciaio spessa appena 0,07 mm. Le proporzioni e la linea dell’auto sono praticamente identiche al modello base, ma, in virtù del passo aumentato di 18 cm, la lunghezza totale è passata da 5,14 a 5,32 m. La EWB si riconosce per la griglia Vertical Vane con inserti cromati verticali e finiture nere, oltre ai cerchi in lega a 10 razze da 22” con un design esclusivo.
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SUV per neopatentati: l’elenco completo (con i prezzi)
Le SUV guidabili dai neopatentati non sono solo mezzi adatti ai giovani che vogliono una crossover versatile ma anche veicoli perfetti per i padri di famiglia con figli pre-adolescenti o adolescenti che presto prenderanno la patente.
I neopatentati – coloro che hanno conseguito la licenza di guida da meno di un anno – possono guidare solo vetture con una potenza non superiore a 70 kW (95 CV) e un rapporto potenza/tara non superiore a 55 kW/tonnellata (limitazione che non si applica a chi trasporta una persona invalida).
Come potete vedere in questo elenco esistono però parecchie Sport Utility ibride o elettriche utilizzabili dai neopatentati anche se hanno più di 95 cavalli. Il motivo? La voce P2 della carta di circolazione. Sulle ibride indica solo la potenza generata dal motore termico mentre sulle EV quella erogabile e mantenibile per almeno 30 minuti.
Di seguito troverete la lista completa (con i prezzi) di tutte le SUV guidabili dai neopatentati: tante proposte per tutti i gusti e tutte le tasche.
SUV guidabili dai neopatentati: l’elenco completo
SUV Aiways per neopatentati
- U5 da 43.250 euro
SUV Audi per neopatentati
- Q4 e-tron (solo trazione posteriore, versioni 35 e 40) da 46.850 euro
- Q4 e-tron Sportback (solo trazione posteriore, versioni 35 e 40) da 48.900 euro
SUV Dacia per neopatentati
- Duster 1.0 TCe da 14.350 euro
SUV DS per neopatentati
- DS 3 Crossback E-Tense da 40.750 euro
SUV Fiat per neopatentati
- 500X 1.3 MultiJet da 26.400 euro
SUV Hyundai per neopatentati
- Bayon GPL da 20.000 euro
- Kona Electric da 36.100 euro
- Ioniq 5 trazione posteriore da 44.750 euro
SUV Kia per neopatentati
- Stonic (1.2 benzina e 1.2 GPL) da 18.250 euro
- e-Soul da 34.950 euro
- e-Niro da 35.850 euro
- EV6 trazione posteriore da 49.950 euro
SUV Lexus per neopatentati
- UX 300e da 57.000 euro
SUV Mahindra per neopatentati
- KUV100 da 13.995 euro
SUV MG per neopatentati
- Marvel R trazione posteriore da 40.990 euro
SUV Opel per neopatentati
- Crossland 1.2 da 22.400 euro
- Mokka-e da 36.550 euro
SUV Peugeot per neopatentati
- e-2008 da 38.750 euro
SUV Renault per neopatentati
- Captur (TCe 90, full hybrid e ibride plug-in) da 21.900 euro
- Arkana Hybrid da 32.850 euro
SUV Seat per neopatentati
- Arona TGI da 21.200 euro
SUV Seres per neopatentati
- 3 da 36.555 euro
SUV Skoda per neopatentati
- Kamiq G-Tec da 26.700 euro
- Enyaq iV trazione posteriore da 38.000 euro
SUV Toyota per neopatentati
- Yaris Cross da 26.650 euro
SUV Volkswagen per neopatentati
- ID.4 trazione posteriore 50.750 euro
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Che cos’è e come funziona l’overboost sull’auto
Parliamo di auto e in particolare di un fenomeno che forse non tutti conoscono, il cosiddetto overboost, o anche sovraspinta. Di che cosa si tratta? È un regime di funzionamento del turbocompressore in grado di garantire una potenza superiore e supplementare per un determinato lasso di tempo, nei motori sovralimentati. Vediamo nello specifico come funziona e che cosa bisogna sapere a riguardo.
Overboost: di che cosa si tratta e come funziona
Possiamo dire che durante la fase chiamata overboost o sovraspinta, viene aumentata la potenza di sovralimentazione del motore rispetto a quelli che sono i valori normali dell’utilizzo continuativo. Questo significa che la valvola westgate, in particolare, si apre a valori più alti. L’apertura di questa valvola avviene attraverso un attuatore e viene gestita dalla centralina elettronica che regola anche la durata.
In genere si parla di un effetto che può durare al massimo alcuni secondi, e che consente al guidatore di fare delle manovre veloci, che hanno bisogno appunto di un aumento della potenza. Il comando del gas in queste fasi si trova al massimo del funzionamento, quindi possiamo dire che l’acceleratore è a tavoletta. Attraverso l’overboost il conducente dell’auto ha a disposizione quindi una certa quantità di potenza supplementare per un periodo di tempo molto limitato, ad esempio quello utile per effettuare un sorpasso su strada di un altro veicolo.
La differenza tra l’overboost automatico e manuale
L’overboost può disattivarsi automaticamente o aver bisogno dell’intervento del conducente. La disattivazione automatica avviene in genere sulle auto dotate di motori sovralimentati, e dopo differenti e ripetute accelerazioni; lo scopo infatti è quello di preservare la meccanica dell’auto, prevenendo danni.
Si può parlare però anche di overboost manuale, e questo avviene nei motori elaborati, dove si può installare appunto questa tipologia di sovraspinta, che il conducente può attivare autonomamente pigiando su un apposito interruttore che viene inserito nell’abitacolo dell’auto.
Nel momento in cui l’interruttore è sulla posizione OFF, allora si ha la pressione reimpostata dalla wastegate, su ON invece si apre l’elettrovalvola che fa defluire aria, e in questo modo aumenta la pressione. L’interruttore può essere inserito sotto al pedale del gas, per avere il surplus di potenza solo quando si è a tavoletta. Oppure si può decidere di posizionare un pulsante separato, in modo da poterlo azionare anche se non si è alla velocità massima ma si vuole ottenere comunque un aumento di potenza.
In commercio esistono dei kit con tutti gli accessori e gli elementi necessari per il montaggio dell’overboost sulla propria auto, si possono trovare online oppure nei negozi specializzati, e i prezzi cambiano a seconda della marca e dell’auto. Il nostro consiglio, prima di installare l’overboost, sfruttando al massimo la potenza senza avere poi alcun problema, è assicurarsi che sulla propria auto sia possibile aumentare la pressione del turbo senza eliminare fermi o blocchi sulla centralina originale.
Che cosa succede quando si apre un’elettrovalvola collocata tra la wastegate e la turbina? In questo contesto tende a crearsi uno sfogo d’aria che fa agire la wastegate a una pressione superiore rispetto agli standard. Si tratta di un sistema che in particolare permette di ottenere degli aumenti di potenza anche molto significativi, e che però mette a dura prova l’affidabilità dei componenti, viste le sollecitazioni maggiori. Questo è il motivo per cui, per ovviare al suddetto “inconveniente”, alcuni componenti generalmente vengono rinforzati.
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Garanzia auto: quando si può richiedere la sostituzione del veicolo
Purtroppo può succedere che, nonostante si acquisti una vettura nuova di pacca presso il concessionario, la stessa presenti dei difetti o dei danni. Che cosa bisogna fare in questi casi? Vediamo alcuni consigli pratici e che cosa dice la legge riguardo i procedimenti per affrontare situazioni simili, in cui la vettura presenta quelli che possiamo chiaramente definire difetti di produzione o simili (problemi che minano la qualità del prodotto appena acquistato).
Auto difettosa: cosa fare
Compri l’auto nuova in concessionaria e sei felice, tutto sembra perfetto, proprio come desideravi. Le tue aspettative sono rispettate, nonostante il sacrificio che hai dovuto fare, finalmente sei soddisfatto perché sei riuscito a comprare la macchina nuova, che ti serviva o che sognavi da tempo.
Purtroppo però passa qualche tempo e l’auto inizia a presentare alcuni problemi, a volte poco percettibili (elettrici, elettronici), altre volte più fastidiosi (le spie che si accendono senza motivo o le luci che si bruciano spesso), e altre ancora invece dei problemi che possono essere anche pericolosi (al sistema frenante, perdite di carburante). Qualsiasi sia l’entità del problema, deve essere risolto, quindi vediamo come procedere in maniera legale.
La garanzia legale sull’auto nuova difettosa
La garanzia legale in questo caso si riferisce a quella che possiamo definire conformità dell’auto e la normativa di riferimento è quella che parla di funzionalità e caratteristiche del bene (che in questo caso è la macchina nuova). Per legge quindi il rivenditore ha l’obbligo di consegnare la vettura nuova all’automobilista che la compra con un certificato di conformità, che serve come garanzia nel caso in cui il mezzo stesso sia difettoso e presenti quindi dei problemi.
Il venditore è responsabile della garanzia legale. Il compratore deve segnalare un grave difetto entro 60 giorni per ottenere la sostituzione dell’auto, se invece vuole ottenere il recesso dal contratto, allora il procedimento è più complesso. Non è facile infatti ottenere il recesso, per questo motivo la maggior parte delle volte serve l’intervento di un giudice che decide in Tribunale che cosa bisogna fare, di chi è il torto e come procedere a seconda del caso specifico. La Casa produttrice rilascia anche una garanzia ulteriore sulle nuove auto, quella che tutela l’automobilista dai difetti fino a 7 anni, offrendo anche gli eventuali interventi utili per la riparazione.
Sostituzione o riparazione dell’auto nuova con difetti
Il Codice del Consumo ritiene che il venditore sia responsabile nei confronti del consumatore per qualsiasi difetto di conformità del veicolo al momento della consegna. Questo significa che se l’auto presenta appunto un difetto di conformità, chi ha comprato il mezzo nuovo può pretendere il ripristino delle condizioni originali con sostituzione o riparazione dell’auto (potrebbe altrimenti chiedere la riduzione del prezzo).
Se il difetto è grave, secondo il Codice di Consumo bisogna chiedere la sostituzione, quindi solo nel caso in cui “il rimedio richiesto sia oggettivamente impossibile o eccessivamente oneroso”.
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