Monthly Archives: Luglio 2021
Come fare a proteggere l’auto dalla sabbia?
Con la bella stagione arriva anche l’atteso momento di partire per una meritata vacanza dopo tanti mesi di lavoro. Le località di mare restano le più gettonate per trascorrere qualche giorno lontano dallo stress quotidiano e combattere le alte temperature estive. In molti raggiungono la destinazione scelta a bordo della propria auto. La vettura, una volta giunti nella località di mare, verrà esposta a sole, salsedine e sabbia: vediamo i consigli utili per proteggerla e non rovinare la carrozzeria.
Come proteggere l’auto dalla sabbia
La sabbia può danneggiare sia la carrozzeria della propria automobile che gli interni, creando diversi grattacapi ai proprietari. La sabbia, infatti, riesce a penetrare anche all’interno dell’abitacolo, andando a depositarsi negli angoli più nascosti della vettura. Per evitare che possa graffiare gli interni, dopo una giornata trascorsa al mare, è sempre consigliato pulire l’automobile da cima a fondo.
Per prima cosa è bene togliere i tappetini e tutti quegli accessori che potrebbero essere ricoperti di sabbia e al tempo stesso ostacolare il lavoro di pulizia. A questo punto si va ad aspirare bene ogni spazio dell’abitacolo, compresi i sedili, il bagagliaio e ogni fessura all’interno della quale possono depositarsi i fastidiosissimi granelli di sabbia.
Allo stesso modo anche i finestrini richiedono un approfondito lavoro di pulizia per eliminare ogni residuo di sabbia. Per lavare i finestrini è sempre consigliabile utilizzare un detergente apposito per i vetri, ancora meglio se senza ammoniaca, e un panno morbido in microfibra per non lasciare alcun segno.
Sabbia sull’auto: come pulire la carrozzeria
La sabbia tende ad accumularsi sia all’interno dell’abitacolo che sulla carrozzeria, con il rischio di graffiare la parte esterna della vettura. Per questo bisogna prestare sempre la massima attenzione quando si vanno a pulire gli esterni per non danneggiarli. Il consiglio è quello di iniziare dal basso e pulire prima le gomme e i cerchi utilizzando prodotti specifici. Successivamente si passa alla carrozzeria, lavando l’auto con l’acqua saponata e un panno morbido, partendo dall’alto per poi spostarsi verso il basso. In seguito c’è bisogno di risciacquare in maniera molto accurata: questa risulta una fase importante perché serve a eliminare ogni traccia di sapone rimasta.
Dove parcheggiare l’auto per proteggerla dalla sabbia
Prevenire è sempre meglio che curare: l’adagio funziona anche quando si tratta di proteggere la propria vettura dalla sabbia e dalla salsedine. Parcheggiare l’auto nelle vicinanze della spiaggia, oltre a dare un grande senso di libertà, risulta molto comodo perché permette di godersi la giornata al mare senza dover camminare a piedi. Di contro, però, espone la vettura alla sabbia trasportata dal vento e alla salsedine che tende a depositarsi sulla carrozzeria, con il sale che rischia di far arrugginire i lamierati se non rimosso tempestivamente. Al fine di evitare spiacevoli inconvenienti, le soluzioni sono due: coprire l’auto con un telo durante la sosta o parcheggiare lontano dalla spiaggia.
Auto al mare: come evitare la resina
Di base, specialmente in estate, parcheggiare la propria auto all’ombra è la prima regola da seguire per non ritrovarla bollente quando si torna a casa. Se l’ombra è prodotta da superfici alberate, però, c’è il rischio di ritrovare la vettura coperta da una resina, una sostanza appiccicosa che risulta difficile da rimuovere in tempi brevi e rischia di ossidarsi. Per rimuovere la resina che si deposita sulla carrozzeria dell’auto ci sono tre metodi da seguire: utilizzare uno shampoo e un panno apposito per il lavaggio delle auto, usare oli vegetali oppure prodotti specifici per la rimozione della resina.
L’articolo Come fare a proteggere l’auto dalla sabbia? proviene da Icon Wheels.
Blocco camion agosto 2021: il calendario e le date
L’elenco dei giorni di agosto 2021 nei quali i camion e i mezzi pesanti oltre le 7,5 tonnellate non potranno circolare (salvo deroghe) fuori dai centri abitati è stato stabilito da un decreto del Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili.
Conoscere le date in cui non circolano i camion e i TIR è importante, soprattutto in estate in occasione delle partenze per le vacanze o dei rientri per ridurre considerevolmente le possibilità di trovare traffico sulle strade e sulle autostrade.
Di seguito troverete il calendario completo del divieto di circolazione per i mezzi pesanti disposto dal Ministero e relativo ad agosto 2021 (qui invece il calendario annuale). Come potete vedere dall’elenco questo mese i blocchi interesseranno undici date: tutti i weekend più due venerdì (6 e 13).
Agosto 2021: i giorni di divieto per i TIR
- Domenica 1 agosto 2021 dalle 07:00 alle 22:00
- Venerdì 6 agosto 2021 dalle 16:00 alle 22:00
- Sabato 7 agosto 2021 dalle 08:00 alle 22:00
- Domenica 8 agosto 2021 dalle 07:00 alle 22:00
- Venerdì 13 agosto 2021 dalle 16:00 alle 22:00
- Sabato 14 agosto 2021 dalle 08:00 alle 22:00
- Domenica 15 agosto 2021 dalle 07:00 alle 22:00
- Sabato 21 agosto 2021 dalle 08:00 alle 16:00
- Domenica 22 agosto 2021 dalle 07:00 alle 22:00
- Sabato 28 agosto 2021 dalle 08:00 alle 16:00
- Domenica 29 agosto 2021 dalle 07:00 alle 22:00
L’articolo Blocco camion agosto 2021: il calendario e le date proviene da Icon Wheels.
Honda NSX: modello, prezzo, dotazione e foto
La seconda generazione della Honda NSX – nata nel 2016 – è una supercar ibrida giapponese a trazione integrale.
In questa guida all’acquisto vi mostreremo nel dettaglio il listino dell’ecologica e sportiva coupé nipponica: prezzo, motore, accessori, pregi, difetti e chi più ne ha più ne metta.
Le foto della Honda NSX
Honda NSX: le caratteristiche principali
La seconda serie della Honda NSX è una delle sportive più tecnologiche in circolazione: la power unit è composta da un motore V6 biturbo benzina, da un propulsore elettrico posteriore e da due unità elettriche che gestiscono le ruote anteriori. Il tutto abbinato a un ottimo cambio automatico a doppia frizione a nove rapporti.
La coupé giapponese regala prestazioni pazzesche ma è un po’ troppo rigida di sospensioni per essere considerata una Gran Turismo a tutti gli effetti. Il sound, inoltre, non è dei più cattivi…
Honda NSX: la dotazione di serie
La dotazione di serie della Honda NSX comprende:
Sicurezza
- Airbag guidatore mono stadio, a due stadi per il passeggero e anteriori a soglia multipla
- Airbag laterali anteriori
- Airbag ginocchia guidatore
- Cofano attivo protezione pedoni
- Airbag laterali a tendina
- Cinture di sicurezza a tre punti di ancoraggio con pretensionatore automatico
- Avvisatore acustico cintura guidatore e passeggero
- Punto di ancoraggio alto per il seggiolino bambini nel sedile passeggero
- VSA con controllo di trazione
- Freno di stazionamento elettrico
- ABS
- Brake Assist
- EBD
- Pinze freno anteriori in monoblocco di alluminio Brembo a 6 pistoni
- Pinze freno posteriori in monoblocco di alluminio Brembo a 4 pistoni
- Disco freno anteriore flottante in due pezzi con anello in acciaio e cappello in alluminio
- Disco freno posteriore flottante in due pezzi con anello in acciaio e cappello in alluminio
- Servosterzo elettrico a doppio pignone
- Sensori di pressione pneumatici TPMS
Security
- Immobilizer
- Allarme
- Smart Key e pulsante di accensione
Interni
- Sistema dinamico integrato
- Quiet
- Sport
- Sport+
- Track
- Schermo a colori TFT da 4,2″
- Indicatore di consumo medio
- Indicatore di marcia
- Indicatore istantaneo dei consumi
- Indicatore di autonomia restante
- Odometro
- Indicatore della temperatura esterna
- Indicatore di marcia
- Comandi cambio al volante
- Climatizzatore automatico bizona
- Pulsante di accensione
- Cruise control
- Sensore pioggia
- Sensore crepuscolare
- Specchietto retrovisore fotocromatico
- Retrocamera
- Funzione specchietto di retromarcia
- Finestrini elettrici con alzata automatica
- Sportello carburante elettrico
- Vetro motore posteriore con funzione antiappannante
- Volante regolabile in altezza e profondità
- Sistema attivo di riduzione dei rumori
- Specchietti retrovisori riscaldati elettricamente
- Presa accessori 12 volt
- Rivestimento tettuccio in Alcantara
- Luce bagagliaio
- Luce vano portaoggetti
- Luci di cortesia
Audio e comunicazioni
- Honda Connect Carplay iOS ed Android 7″ touch con radio AM/FM/DAB
- Ingresso USB con capacità di ricarica 1.0 Amp senza connessione Carplay e Android
- Ingresso USB con capacità di ricarica 1.0 Amp con connessione Carplay e Android
- Sistema audio premium ELS Studio con 8 altoparlanti e subwoofer
- Comandi audio al volante
- Vivavoce Bluetooth
- Audio Streaming Bluetooth
- Ingresso HDMI sulla console posteriore
Esterni
- Antenna integrata nel parabrezza anteriore
- Tettuccio in carbonio
- Specchietti retrovisori in tinta con indicatori di direzione integrati
- Maniglie portiere integrate nella carrozzeria
- Proiettori a Led
- Funzione abbaglianti automatici
- Luci diurne a Led
- Funzione luci di parcheggio
Cerchi e pneumatici
- Cerchi in lega anteriori 19×8,5J
- Pneumatici anteriori 245/35 ZR19 93Y
- Cerchi in lega posteriori 20x11J
- Pneumatici posteriori 305/30 ZR20 103Y
- Kit riparazione pneumatici
Honda NSX: modello e prezzo di listino
Di seguito troverete tutte le caratteristiche della Honda NSX. La seconda serie della supercar ibrida giapponese è disponibile con un solo motore:
- un 3.5 V6 biturbo ibrido benzina da 581 CV
Honda NSX (201.000 euro)
La Honda NSX ospita sotto il cofano un motore 3.5 V6 biturbo benzina da 507 CV abbinato a un’unità elettrica da 47 CV e a due propulsori elettrici anteriori in grado di generare una potenza complessiva di 74 CV. Il risultato finale? Una power unit da 581 CV e 646 Nm di coppia che permette alla sportiva asiatica di raggiungere una velocità massima di 308 km/h e di accelerare da 0 a 100 chilometri orari in 3,6 secondi.
Honda NSX: gli optional
La dotazione di serie della Honda NSX andrebbe a nostro avviso arricchita solo con la vernice metallizzata (1.000 euro).
Honda NSX usata
La seconda serie della Honda NSX è introvabile usata: non sono d’altronde molti gli esemplari venduti in Italia.
Honda NSX 1990
La prima generazione della Honda NSX – prodotta dal 1990 al 2005 e commercializzata nel nostro Paese dal 1991 al 2001 – viene svelata al Salone di Chicago del 1989 e monta un motore 3.0 V6 da 274 CV. Caratterizzata da una ridotta altezza da terra e da un telaio irrigidito grazie ai consigli di un “collaudatore” d’eccezione (un certo Ayrton Senna), viene affiancata nel 1995 dalla versione targa T mentre le modifiche del 1997 portano un propulsore 3.2 da 280 CV.
Honda NSX R
La Honda NSX R del 1992 – anche nota come Type-R – è una versione ancora più grintosa della prima serie della supercar giapponese. Prodotta in soli 483 esemplari riservati al mercato nipponico, si distingue dalla variante “standard” per il peso ridotto di circa 120 kg e per l’assetto più focalizzato sull’uso in pista.
L’articolo Honda NSX: modello, prezzo, dotazione e foto proviene da Icon Wheels.
Mazda MX-5 (1998): la prova della NB
La Mazda MX-5 NB – seconda serie della leggendaria spider giapponese, la roadster più venduta di sempre – è attualmente la generazione più sottovalutata della sportiva nipponica: ora è quella che si trova a prezzi più bassi (la mitica NA – con cui condivide buona parte della tecnica – sta raggiungendo cifre impegnative mentre la NC per il momento costa di più solo perché più recente) ma è facile prevedere a breve termine un incremento delle quotazioni. Il momento migliore per acquistarla era ieri (come sempre, quando si parla di auto d’epoca) ma anche oggi è possibile fare qualche affare.
Recentemente abbiamo avuto l’onore di guidare uno dei primi esemplari della seconda generazione della Miata – quella con la carriera più breve (è stata prodotta dal 1998 al 2005) – spinto dal motore “base” 1.6 a benzina da 110 CV. Scopriamo insieme i suoi pregi e difetti.
Mazda MX-5 (1998): il motore 1.6
Il propulsore 1.6 a benzina da 110 CV non è molto amato dagli appassionati della Mazda MX-5 in quanto poco performante. Un’unità aspirata decisamente non sportiva (191 km/h di velocità massima e 9,7 secondi per accelerare da 0 a 100 km/h) ma adatta per affrontare andature rilassate con il vento tra i capelli. Il tutto abbinato a un eccellente cambio manuale a cinque marce contraddistinto da rapporti corti e da una leva maneggevole.
Mazda MX-5 NB (1998): com’è dentro
L’abitacolo della seconda serie della Mazda MX-5 NB – profondamente rivisto rispetto a quello dell’antenata NA e più curato – è abbastanza spazioso per due passeggeri (non troppo alti). La posizione di seduta bassa e sportiva conquista immediatamente ma bisogna fare i conti con il volante non regolabile.
La capote si apre e si chiude con facilità e quando si viaggia in modalità chiusa è complicato parcheggiare per via della visibilità ridotta nel tre quarti posteriore (problema comune a tutte le roadster).
Il bagagliaio è leggermente più ampio di quello della prima generazione (merito dello spostamento sotto il piano di carico della ruota di scorta e della batteria) ma resta piccolo per un weekend in coppia: l’unico vero difetto di un’auto quasi perfetta.
Mazda MX-5 (1998): come va la NB
La Mazda MX-5 NB rappresenta più un’evoluzione della NA che una rivoluzione: una spider leggera in grado di offrire tanto divertimento a costi di gestione non esagerati. Durante il nostro “primo contatto” non siamo riusciti a valutare i consumi: la Casa nipponica dichiarava una percorrenza di 12,3 km/l.
Assetto rigido (ma non in modo esagerato), un propulsore non molto grintoso ma abbastanza silenzioso in grado di offrire un buon comfort acustico, uno sterzo sensibile e diretto come pochi altri, un cambio meraviglioso per precisione degli innesti, freni potenti ed efficaci e un comportamento stradale agile: sono queste le caratteristiche principali della sportiva del Sol Levante, un puro oggetto di piacere.
Dove l’abbiamo guidata
Il test si è svolto in Umbria e più precisamente in provincia di Perugia sulle strade tra Collazzone e Montefalco. Siamo stati inoltre a Miataland, un resort di lusso a Collazzone sede della più grande collezione al mondo di Mazda MX-5: per tutti gli ospiti è incluso ogni giorno un tour con una Miata (massimo 60 km e carburante escluso).
Mazda MX-5 1.6 NB (1998): prezzo e dotazione di serie
La Mazda MX-5 1.6 NB protagonista del nostro “primo contatto” nel 1998 costava poco: 35.940.000 lire (l’equivalente di poco più di 26.000 euro attuali). Oggi si trovano facilmente molti esemplari con tanti chilometri sul groppone a 6.000 euro: mettetene in conto circa 8.000 per entrare in possesso di un modello “sano” e aspettatevi un aumento delle quotazioni a breve termine.
La dotazione di serie non era molto ricca: antifurto immobilizer, correttore assetto fari e servosterzo. Era però possibile arricchirla attingendo al listino degli optional: ABS, cerchi in lega, hard-top, retrovisori termici regolabili elettricamente e vernice metallizzata.
Scheda tecnica
Lunghezza | 3,98 metri |
Larghezza | 1,68 metri |
Caratteristiche motore | quattro cilindri benzina, 1.597 cc, 110 CV |
Velocità massima | 191 km/h |
Trazione | posteriore |
Consumo medio | 12,3 km/l |
L’articolo Mazda MX-5 (1998): la prova della NB proviene da Icon Wheels.
Come si fa a sverniciare correttamente un’automobile?
Sverniciare un’automobile è un’operazione che richiede grande pazienza ed estrema cura nei dettagli. Spesso, soprattutto di fronte a vetture d’epoca, risulta l’unico modo per riportare i gioielli su quattro ruote ai loro antichi splendori e farle brillare come un tempo. Per sverniciare correttamente un’auto, con l’obiettivo di riverniciarla e darle nuova vita, è opportuno scegliere attentamente il metodo giusto, al fine di non rovinare la scocca e portare la carrozzeria a “lamiera”, eliminando tutta la vernice preesistente e eventuali segni di riparazioni effettuate in passato.
Sverniciare un’automobile: i metodi
Per sverniciare al meglio un’auto, di solito le officine specializzate mettono a disposizione dei clienti tre diverse offerte tra cui scegliere: tanti addetti ai lavori preferiscono smerigliare la scocca della vettura utilizzando dei dischi di pasta abrasiva. Altri, invece, scelgono di usare gli sverniciatori chimici. La terza opzione, spesso ancora più efficace rispetto alle precedenti soluzioni, consiste nell’utilizzo della sabbiatrice professionale. I tre metodi presentano sia dei vantaggi che degli svantaggi, un motivo in più per riflettere bene su quale lavorazione possa essere quella più adatta per la propria vettura.
Sverniciare l’auto con la smerigliatrice
Il metodo con la smerigliatrice è quello più semplice quando si tratta di dover sverniciare un’automobile datata e donarle un nuovo splendore. L’operazione consiste nell’applicare un disco di carta abrasiva con grana 220 sul disco rotante della smerigliatrice, per poi andare ad agire con pazienza su tutta la scocca della vettura.
Una volta terminata la prima passata, è molto utile applicare dei dischi di grana 400: questi servono a levigare la carrozzeria, consentendo di eliminare eventuali danni o imperfezioni presenti in precedenza. Rispetto ad altri metodi, quello della smerigliatrice presenta due piccoli svantaggi: la durata del trattamento e la difficoltà nel raggiungere ogni anfratto della carrozzeria con la spazzola rotante.
Sverniciare un’automobile con lo sverniciatore chimico
Molto diffuso anche il metodo che prevede l’uso di uno sverniciatore chimico: si tratta di un solvente molto potente e altamente tossico che richiede molta cautela da parte di chi lo utilizza. Per prima cosa bisogna indossare guanti, mascherina e occhiali protettivi ed effettuare l’operazione all’aperto o in un locale sufficientemente areato. In seconda battuta è necessario coprire o rimuovere tutte le parti meccaniche dell’auto che non devono entrare in contatto con la sostanza.
Gli sverniciatori chimici si applicano tramite un normale pennello e dopo pochi minuti è già possibile iniziare a rimuovere la vernice attraverso una spatola. L’operazione va ripetuta più volte, specialmente di fronte a una scocca che presenta diversi strati di vernice. Quando l’intera scocca è stata riportata a “lamiera”, si lava tutto con acqua e spugna: questo serve a rimuovere tutti gli eventuali residui.
Come sverniciare l’auto con la sabbiatura
La sabbiatura consiste nel lavare la scocca con un potente getto di aria e graniglia. Questo metodo risulta essere il più efficace per effettuare la sverniciatura di un’automobile e togliere tutta la vernice dalla scocca, a condizione che il procedimento venga effettuato da professionisti del settore dotati di una buona esperienza. Non è consigliato provare a farlo da soli, perché sabbiare troppo un punto specifico della scocca potrebbe danneggiare sensibilmente la carrozzeria.
Non a caso, infatti, l’utilizzo della sabbiatrice professionale è un’operazione che solitamente viene effettuata a livello industriale: in questo modo si raggiungono risultati davvero eccellenti che nella maggior parte dei casi mettono d’accordo tutti gli appassionati di auto d’epoca.
L’articolo Come si fa a sverniciare correttamente un’automobile? proviene da Icon Wheels.
Dacia Sandero Stepway ECO-G: l’auto a GPL più amata dagli italiani
Appeal | Una volta le Dacia erano le auto preferite da chi voleva spendere il meno possibile e basta, ora sono la scelta migliore per chi vuole fare un acquisto intelligente. |
Contenuti tecnologici | Non molti: frenata automatica, sensore luci e pioggia e un sistema di infotainment completo. |
Piacere di guida | Agile nelle curve e con un motore turbo vivace e pronto ai bassi regimi: difficile chiedere di più a questo prezzo. |
Stile | Il look che strizza l’occhio al mondo delle SUV regala molta personalità. |
La Dacia Sandero ECO-G è l’auto a GPL più amata dagli italiani e se si entra maggiormente nel dettaglio tenendo conto dei singoli allestimenti la variante più acquistata è la Stepway Comfort. La versione a gas della terza generazione della piccola rumena ha impiegato poco tempo a conquistare “il paese reale” (i clienti privati, per intenderci) grazie ai bassi costi di gestione, all’eccellente rapporto prezzo/contenuti e a uno spazio interno da record nella categoria.
Nella nostra prova su strada abbiamo testato proprio una delle regine del mercato: la Dacia Sandero Stepway ECO-G Comfort. Scopriamo insieme i suoi pregi e difetti.
Come va a GPL
La Dacia Sandero Stepway ECO-G protagonista della nostra prova su strada regala le cose migliori quando viaggia a GPL: in modalità “gassata” il motore 1.0 turbo tre cilindri TCe della segmento B esteuropea – purtroppo non guidabile dai neopatentati – genera il massimo della potenza (101 CV) e della coppia (170 Nm). Un propulsore un po’ rumorosetto che grazie alla sovralimentazione offre una spinta corposa ai bassi regimi e prestazioni interessanti: 177 km/h di velocità massima e 11,9 secondi per accelerare da 0 a 100 chilometri orari.
I consumi non sono il suo forte (d’altronde il GPL conviene per il prezzo alla pompa più che per l’efficienza): nel nostro test adottando uno stile di guida normale abbiamo superato gli 11 km/l. In soldoni – considerando un prezzo del gas di 0,680 euro al litro – bastano poco più di 6 euro per percorrere 100 km. Il grande serbatoio da 40 litri è posizionato al posto della ruota di scorta.
Come va a benzina
Meno bene: in questa “configurazione” il motore genera una potenza di 90 CV e una coppia di 160 Nm. Non si notano grosse differenze nello spunto (lo “0-100” dichiarato, tra l’altro, è identico) quanto piuttosto nella ripresa, già non eccezionale a gas a causa della sesta marcia molto lunga.
Capitolo consumi: per stare sopra quota 15 km/l bisogna guidare in modo molto attento. Questo significa che in condizioni “standard” (considerando un prezzo del carburante di 1,692 euro al litro) ci vogliono meno di 12 euro per percorrere 100 km.
Dacia Sandero Stepway ECO-G: costa poco e offre molto
La Dacia Sandero Stepway ECO-G Comfort protagonista della nostra prova su strada non è più una “low-cost” ma resta un’auto caratterizzata da un prezzo basso e da una ricca dotazione di serie:
- ABS/AFU
- Accensione automatica fari
- Accensione tergicristalli automatica
- AEBS
- Airbag frontali e laterali conducente e passeggero
- Alzacristalli anteriori elettrici
- Alzacristalli posteriori manuali
- Alzacristallo anteriore impulsionale lato conducente
- Barre tetto modulari grigio quarzo
- Bracciolo conducente
- Calandra con badge “Stepway”
- Cerchio da 16″ Flexwheel Saria Dark
- Chiusura automatica porte con sensore di velocità
- Chiusura centralizzata
- Clima manuale
- Computer di bordo TFT 3,5″
- Cruise control
- E-CALL
- ESC + HSA
- Fari fendinebbia cromati
- FCW
- Finiture interne arancioni e cromo satinate
- Firma luminosa “Y-shape” a LED
- Ganci Isofix
- Kit di riparazione pneumatici
- Limitatore di velocità
- Maniglie portiere esterne in tinta carrozzeria
- Media Display (Schermo 8″, prese AUX/USB, Bluetooth e smartphone replication con cavo)
- Panchetta ribaltabile e frazionabile 1/3-2/3
- Paraurti in tinta carrozzeria
- Sellerie nere con impunture bianche e arancioni sullo schienale, sul poggiatesta e sulla seduta, scritta “Stepway” sullo schienale
- Sensore di pressione pneumatici
- Sensori di parcheggio posteriori
- Specchietti retrovisori in tinta carrozzeria elettrici
- Speed excess warning
- Stripping laterale nero protezione portiere
- Volante in TEP
- Volante regolabile in altezza e profondità
A chi si rivolge
Fondamentalmente alla maggioranza degli automobilisti italiani. La Dacia Sandero, che presenta tra i principali punti di forza un abitacolo spazioso e un bagagliaio da record (410 litri che diventano 1.455 quando si abbattono i sedili posteriori e quattro utili ganci per appendere i sacchetti), è una delle migliori vetture acquistabili nuove con meno di 15.000 euro (cifra alla portata di molte tasche). La presenza dell’impianto a GPL – alimentazione molto richiesta da chi vuole risparmiare non solo sul prezzo di listino – è inoltre un plus da non sottovalutare.
Le due stelle ottenute nei crash test Euro NCAP non sono il massimo, oggettivamente, ma va detto che sono dovute più alla scarsa dotazione di dispositivi di assistenza alla guida che alla protezione degli occupanti in caso di urto.
Alla guida: primo impatto
La nuova Sandero Stepway si presenta con un look più maturo rispetto alle antenate: forme meno “low-cost” e più grintose, impreziosite da alcune soluzioni intelligenti come le barre sul tetto modulari che all’occorrenza possono trasformarsi in barre trasversali. Per essere una piccola è molto ingombrante (4,10 metri di lunghezza non sono pochi da gestire in manovra) e il voluminoso montante dietro non aiuta nei parcheggi: per fortuna ci sono i sensori posteriori e le protezioni in plastica grezza in stile SUV che mettono al riparo dalle “toccatine”.
Dentro si notano finiture migliorate rispetto al passato, anche se non ancora al livello della “cugina” Clio: la plancia, ad esempio, è realizzata interamente in plastica rigida (seppur ben assemblata). Tra le “chicche” segnaliamo il gradevole inserto in tessuto e il debutto del volante regolabile in profondità mentre la scelta di togliere le molle a gas che tenevano aperto il cofano motore, rimpiazzate da una più tradizionale stanghetta, rappresenta un passo indietro.
Si accende il motore, si innesta la prima e si nota subito l’ottima maneggevolezza del cambio manuale a sei marce. Alla prima curva è invece impossibile non apprezzare l’evoluzione del comportamento stradale: la Dacia Sandero Stepway ECO-G è tanto agile nelle curve quanto rassicurante e l’unica pecca arriva dalla risposta un po’ troppo secca degli ammortizzatori sulle sconnessioni pronunciate. Un telaio ottimo – impreziosito da un impianto frenante potente – che regala le cose migliori quando si viaggia tranquilli: se si cerca il brio emergono i limiti dello sterzo (non molto comunicativo).
Alla guida: valutazione finale
Basta poco per prendere confidenza con la Dacia Sandero a GPL: una valida compagna di viaggio in grado di soddisfare le esigenze di chi ha bisogno di un mezzo versatile e non vuole spendere troppi soldi per un’automobile. Una vettura che tiene anche molto bene il valore dell’usato: i modelli della Casa rumena sono infatti richiestissimi sul mercato di seconda mano e non si trovano facilmente (chi li acquista li tiene molto a lungo).
Dopo aver percorso centinaia di chilometri ci si abitua abbastanza a tutto salvo che alla gestione dell’infotainment: il sistema se la cava egregiamente ma i comandi a sfioramento sulla sinistra sono un po’ lenti e delle due prese USB presenti sulla plancia solo quella più scomoda – a destra del cruscotto – è utilizzabile per Apple CarPlay e Android Auto (optional a 200 euro insieme al navigatore con le Mappe Italia, 300 euro con le Mappe Europa). Una soluzione che va bene per gli allestimenti privi del display in quanto vicina al supporto per lo smartphone ma poco convincente sulle versioni più lussuose (quelle tra l’altro più apprezzate dalla clientela) perché troppo lontana dal vano portaoggetti sotto il climatizzatore (luogo nel quale solitamente trova posto il telefonino).
Cosa dice di te
Sei una persona che bada al sodo e che non segue le mode, cerchi una vettura in grado di affrontare senza problemi il traffico cittadino e i lunghi viaggi. Ami il GPL perché ti consente di percorrere tanti chilometri con pochi euro.
Scheda tecnica
Motore | turbo GPL, 3 cilindri in linea |
Potenza | 101 CV a GPL, 90 CV a benzina |
Emissioni | 114 g/km a GPL, 130 g/km a benzina |
Consumi | 13,5 km/l a GPL, 17,2 km/l a benzina |
Velocità max | 177 km/h a GPL, 173 km/h a benzina |
Acc. 0-100 | 11,9 s |
Lunghezza/larghezza/altezza | 4,10/1,85/1,59 metri |
Capacità bagagliaio | 410/1.455 litri |
Peso a vuoto | 1.134-1.154 kg |
Prezzo | 14.500 euro |
Le concorrenti
Kia Rio EcoGPL Urban | L’unica vera rivale della Sandero a GPL è più comoda e meno assetata di carburante della rivale rumena ma perde alle voci “piacere di guida” (il motore è aspirato), “spazio”, “prezzo” e “dotazione”. |
Mitsubishi Space Star GPL Invite | La piccola giapponese a gas è una campionessa di efficienza ma non è molto versatile. Il motore aspirato ha pochi cavalli. |
Nissan Micra GPL Visia | Motore condiviso con la Sandero (ma con 9 cavalli in meno) e prezzi più alti. |
Renault Clio GPL Life | Il propulsore è identico a quello della Sandero e il pianale ha molti elementi in comune con quello della “cugina” rumena. Stiamo però parlando di un’auto decisamente più costosa. |
L’articolo Dacia Sandero Stepway ECO-G: l’auto a GPL più amata dagli italiani proviene da Icon Wheels.
Mondiale F1 2021 – GP Ungheria all’Hungaroring: gli orari TV su Sky e TV8
Il GP d’Ungheria all’Hungaroring – undicesima tappa del Mondiale F1 2021 – sarà trasmesso in diretta su Sky e in differita su TV8 (di seguito troverete gli orari TV).
Nella corsa esteuropea – molto amata da Lewis Hamilton e dalla Mercedes – il pilota britannico punterà ad avvicinarsi ancora di più a Max Verstappen nella classifica iridata mentre la Stella proverà a soffiare al team austriaco il primato tra i Costruttori.
F1 2021 – GP Ungheria: cosa aspettarsi
Il circuito dell’Hungaroring – sede del GP d’Ungheria, undicesima prova del Mondiale F1 2021 – è uno dei più noiosi della stagione e non è tra i preferiti della Red Bull, che non trionfa qui dal lontano 2014. La pioggia prevista per domenica potrebbe però regalare qualche sorpresa.
Partire bene qui è fondamentale: solo Nigel Mansell nel 1989 e Jenson Button nel 2006 sono riusciti a salire sul gradino più alto del podio senza scattare dalle prime due file. Di seguito troverete il calendario del Gran Premio d’Ungheria, gli orari TV su Sky e TV8 e il nostro pronostico.
F1 2021 – Hungaroring, il calendario e gli orari TV su Sky e TV8
Venerdì 30 luglio 2021
11:30-12:30 | Prove libere 1 (diretta su Sky Sport F1) |
15:00-16:00 | Prove libere 2 (diretta su Sky Sport F1) |
Sabato 31 luglio 2021
12:00-13:00 | Prove libere 3 (diretta su Sky Sport F1) |
15:00-16:00 | Qualifiche (diretta su Sky Sport F1, differita alle 18:30 su TV8) |
Domenica 1 agosto 2021
15:00 | Gara (diretta su Sky Sport F1, differita alle 18:00 su TV8) |
F1 – I numeri del GP d’Ungheria
LUNGHEZZA CIRCUITO | 4.381 m |
GIRI | 70 |
RECORD IN PROVA | Lewis Hamilton (Mercedes F1 W11) – 1’13”447 – 2020 |
RECORD IN GARA | Lewis Hamilton (Mercedes F1 W11) – 1’16”627 – 2020 |
RECORD DISTANZA | Lewis Hamilton (Mercedes F1 W10) – 1h35’03”796 – 2019 |
F1 – Il pronostico del GP d’Ungheria 2021
1° Lewis Hamilton (Mercedes)
Lewis Hamilton è un grande fan del GP d’Ungheria: otto vittorie (quattro negli ultimi cinque anni), nove podi totali e sette pole position.
Secondo noi il pilota britannico – ringalluzzito dal trionfo di Silverstone e reduce da tre podi negli ultimi quattro Gran Premi – non supererà Verstappen nel Mondiale ma gli rosicchierà altri punti.
2° Max Verstappen (Red Bull)
Max Verstappen non ha mai vinto all’Hungaroring e nelle ultime due edizioni della gara ungherese ha portato a casa due secondi posti e una pole.
Il driver olandese – furioso dopo il bruttissimo incidente in Gran Bretagna – dovrà a nostro avviso giocare in difesa per conservare il primato nel Mondiale F1 2021.
3° Valtteri Bottas (Mercedes)
Anche Valtteri Bottas non ha mai trionfato in Ungheria e oltretutto non ha mai ottenuto la pole position: i suoi migliori piazzamenti sono due terzi posti.
Il pilota finlandese sta portando tanti punti importanti alla Mercedes grazie ai tre podi consecutivi negli ultimi tre appuntamenti iridati.
Da tenere d’occhio: Sebastian Vettel (Aston Martin)
Sebastian Vettel si trova sempre a proprio agio nel Gran Premio d’Ungheria: due vittorie, tre pole position e sette piazzamenti complessivi in “top 3”.
L’Hungaroring è il circuito migliore per riscattare un momento buio (tre GP di seguito fuori dai punti).
La squadra da seguire: Mercedes
La Mercedes ha tutte le carte in regola per riprendersi domenica nel GP d’Ungheria il primo posto nel Mondiale F1 2021 Costruttori.
La pista è adatta alle caratteristiche della Stella: cinque vittorie e sei pole position.
L’articolo Mondiale F1 2021 – GP Ungheria all’Hungaroring: gli orari TV su Sky e TV8 proviene da Icon Wheels.
Patente scaduta e coronavirus: tutto quello che c’è da sapere
L’emergenza cororonavirus ha colpito anche il mondo delle patenti: a causa del Covid-19 moltissimi automobilisti non hanno infatti potuto rinnovare le licenze di guida in scadenza.
Di seguito troverete una guida completa sull’argomento patente scaduta e coronavirus: tutto quello che c’è da sapere sulle norme che regolano la validità delle patenti.
Ho la patente scaduta dal 31 gennaio 2020 al 31 maggio 2021: cosa è cambiato con il coronavirus?
Tutte le patenti scadute dal 31 gennaio 2020 al 31 maggio 2021 hanno la validità prorogata fino al 31 marzo 2022 ma solo in Italia.
Ho la patente scaduta a giugno 2021: cosa è cambiato con il coronavirus?
Tutte le patenti scadute a giugno 2021 hanno validità fino ad aprile 2022 (dipende dal giorno di scadenza) ma solo in Italia.
La data di scadenza della mia patente è compresa tra l’1 luglio 2021 e il 31 dicembre 2021: cosa cambierà con il coronavirus?
Tutte le patenti con data di scadenza compresa tra l’1 luglio e il 31 dicembre 2021 hanno la validità prorogata fino al 31 marzo 2022 ma solo in Italia.
Ho la patente scaduta dall’1 febbraio 2020 al 31 maggio 2020 e devo guidare in altri Paesi dell’Unione Europea. Cosa devo fare?
Le patenti italiane scadute dall’1 febbraio 2020 al 31 maggio 2020 sono valide nell’UE fino a 13 mesi dopo la scadenza normale.
Ho la patente scaduta dall’1 giugno 2020 al 31 agosto 2020 e devo guidare in altri Paesi dell’Unione Europea. Cosa devo fare?
Le patenti italiane scadute dall’1 giugno 2020 al 31 agosto 2020 non sono più valide nell’UE.
Ho la patente scaduta dall’1 settembre 2020 al 30 giugno 2021 e devo guidare in altri Paesi dell’Unione Europea. Cosa devo fare?
Le patenti italiane scadute dall’1 settembre 2020 al 30 giugno 2021 sono valide nell’UE fino a 10 mesi dopo la scadenza normale.
Info utili
L’articolo Patente scaduta e coronavirus: tutto quello che c’è da sapere proviene da Icon Wheels.
Cosa serve per vendere un’automobile all’estero?
Vendere un’automobile è una pratica che comporta sempre una tempistica variabile. A volte si riesce a trovare un acquirente al primo colpo, altre volte, invece, bisogna attendere anche diversi mesi. In molti, quando devono vendere la propria vettura, si rivolgono anche all’estero: il mercato internazionale aumenta la possibilità di trovare un acquirente. In questo caso, però, bisogna fare i conti con una burocrazia diversa rispetto alla cessione di un’automobile in Italia: scopriamo perché.
Vendere un’automobile all’estero: la legge prima del 2014
Se l’acquirente di un’auto messa in vendita è un cittadino di un altro Paese, non bisogna scoraggiarsi: anche se l’iter burocratico per vendere un’auto all’estero sia più complesso rispetto al passato, non c’è nulla di cui temere.
C’è da dire che in passato la pratica era molto più semplice: fino al 2014 il proprietario che intendeva cedere la propria vettura all’estero non doveva fare altro che consegnare il libretto di circolazione, le targhe e il certificato di proprietà all’ACI, chiedendo contestualmente la radiazione del veicolo in questione dal PRA, il Pubblico Registro Automobilistico, per esportazione.
Una volta fatto questo, il vecchio proprietario non era più responsabile di nulla. Proprio per questo è stata rivista la norma: in molti, infatti, utilizzavano tale normativa come escamotage per abbandonare l’auto da qualche parte invece che sostenere le spese di demolizione, oppure per reimmatricolarla qualche anno dopo come auto d’epoca, ottenendo così dei benefici.
Cosa fare per vendere un’automobile all’estero oggi
Oggi le cose sono cambiate: fiutati i movimenti loschi dei “furbetti”, l’ACI è corsa ai ripari. Adesso per vendere un’auto all’estero, insieme a targhe, libretto di circolazione e certificato di proprietà, all’ACI va consegnato anche il documento di trasporto (Lettera di Vettura Internazionale) che certifichi l’arrivo dell’auto in un Paese dell’Unione Europea. Da allegare, ovviamente, anche la firma di ricezione da parte dell’acquirente.
Se l’auto è già stata reimmatricolata nel nuovo Paese, al posto della Lettera di Vettura Internazionale bisognerà consegnare una copia della carta di circolazione estera. La prassi resta simile anche se l’acquirente proviene da una Nazione che non fa parte dell’Unione Europea: in questo caso invece che la Lettera di Vettura Internazionale servirà munirsi della Bolla Doganale o della carta di circolazione estera in caso di mezzo già reimmatricolato.
Vendere una vettura all’estero: i casi particolari
Pur essendo un’operazione tutt’altro che complicata, quando si deve vendere un’auto all’estero è sempre meglio rivolgersi alle agenzie di pratiche auto: c’è un costo da pagare, di solito dai 100 ai 130 euro, ma si risparmia tempo per completare l’iter burocratico. Le problematiche, infatti, sono sempre dietro l’angolo. Ci sono automobilisti italiani, per esempio, che hanno dovuto fare i conti con alcuni Paesi esteri che non effettuano la nuova immatricolazione se prima la vettura non viene cancellata dal PRA italiano. Al tempo stesso, però, l’ACI non cancella il veicolo dal PRA fino a quando non viene completata la cessione del veicolo. Questa situazione genere un impasse che può ritardare di molto la pratica di vendita.
Nel caso in cui la vettura in vendita sia soggetta a un fermo amministrativo, la cessione all’estero non può essere completata fino a quando l’attuale proprietario non salda tutte le pendenze che hanno causato il fermo amministrativo. La stessa cosa vale di fronte a pignoramenti o ipoteche, a meno che non si riceva un nulla osta da parte dei creditori.
L’articolo Cosa serve per vendere un’automobile all’estero? proviene da Icon Wheels.
Che cos’è e a che cosa serve la polizza eventi atmosferici?
Sempre più automobilisti assicurano la propria vettura anche contro gli eventi atmosferici: per farlo si sottoscrive una polizza assicurativa in grado di coprire anche i danni causati da calamità naturali come la grandine e la pioggia.
Cos’è l’assicurazione eventi atmosferici
La maggior parte delle compagnie assicurative offre ai propri clienti la polizza contro gli eventi naturali: parliamo di un’assicurazione accessoria che il contraente può personalizzare a seconda delle proprie esigenze e anche in base al territorio in cui vive o lavora. La polizza tutela da grandine, valanghe, frane, alluvioni, inondazioni, trombe d’aria, neve e in generale tutti i fenomeni naturali che in un modo o nell’altro possono danneggiare una vettura, eccezion fatta per l’incendio, una calamità naturale che di solito viene rimborsata attraverso un’apposita garanzia abbinata al furto, la “furto-incendio”.
Cosa copre la polizza contro eventi naturali
La polizza assicurativa contro eventi atmosferici va a tutelare il contraente contro i danni causati da ogni tipo di calamità naturale: le frane, le trombe d’aria, le alluvioni, le inondazioni, gli smottamenti e la grandine. Oltre ai danni provocati dagli eventi naturali, la garanzia va a coprire anche tutti i danni subiti dal veicolo assicurato a causa di oggetti trasportati dal vento.
Sono tanti gli automobilisti italiani che la sottoscrivono, anche perché i dati mostrano che i danni alle vetture provocati da disastri ambientali sono sempre più frequenti. Basti pensare che in Italia il 9% del territorio nazionale è considerato a rischio sismico oppure idrogeologico. La garanzia eventi atmosferici mette al riparo il proprio veicolo dalle calamità di tipo naturale.
Il rimborso dei danni causati da eventi naturali
Proprio come tutte le altre polizze assicurative, anche quella per i danni causati da eventi naturali può risarcire il danno totale oppure parziale. Per il danno totale si deve fare riferimento al valore commerciale del mezzo assicurato al momento del danneggiamento.
Diverse compagnie di assicurazioni, in caso di eventi atmosferici, sono solite richiedere all’assicurato una prova dell’evento, attraverso una foto o tramite la denuncia presentata alla Polizia, ai Vigili del fuoco o alla Protezione Civile. Qualora dovesse mancare tale dichiarazione, si ha comunque il diritto di chiedere conferma all’Osservatorio Meteorologico più vicino.
Prima di sottoscrivere la polizza, bisogna sempre fare attenzione perché in alcuni casi è acquistabile solamente in aggiunta ad altre garanzie accessorie già stipulate, come quelle contro il furto, l’incendio o gli atti vandalici. Alcune compagnie, per esempio, offrono la possibilità di sottoscriverla solo in fase di acquisto iniziale o di rinnovo di polizza. Altre, invece, impediscono di aggiungerla alla copertura di chi rinnova una polizza priva della stessa garanzia e acquistata con un’altra compagnia.
Le limitazioni dell’assicurazione eventi naturali
La stipula di una polizza assicurativa che copre i danni causati da eventi atmosferici alla propria automobile può avere delle limitazioni e dei vincoli in base alle clausole presenti all’interno del contratto. I vincoli possono comprendere un massimale, una franchigia, l’obbligo di far riparare il mezzo in officine convenzionate oppure eventi non coperti dal rimborso e responsabilità dell’assicurato.
Il massimale è la somma limite di danni oltre la quale non è possibile ottenere il rimborso da parte della compagnia assicurativa. In alcune polizze è rappresentato dal valore commerciale del veicolo. La franchigia, invece, è l’importo minimo entro il quale non scatta il rimborso. Sia franchigia che massimale variano in base alla compagnia scelta per stipulare la polizza.
L’articolo Che cos’è e a che cosa serve la polizza eventi atmosferici? proviene da Icon Wheels.