Monthly Archives: Giugno 2021

La marcia di Volvo verso un mondo più verde

La Volvo, Casa automobilistica da sempre estremamente attenta alla sicurezza e alla riduzione  dell’inquinamento, si è data degli obiettivi molto importanti per la salvaguardia dell’ambiente e per contrastare il cambiamento climatico. Il primo è fissato al 2025, con una riduzione del 40% delle emissioni di anidride carbonica di tutta la filiera produttiva, il 40% per le sole automobili. Il secondo al 2040 con l’azzeramento dell’impatto sul clima, obiettivo preceduto dall’aumento al 50% della vendita delle auto elettriche e dal passaggio alla sola produzione di vetture a batteria dal 2030.

Per rispettare questa tabella di marcia, già ora vengono offerte versioni plug-in hybrid delle auto in produzione e da settembre la commercializzazione della prima auto totalmente elettrica, la Volvo C40.

Ne parliamo con Michele Crisci, presidente e ad di Volvo Car Italia.

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Incidente stradale senza assicurazione: che cosa succede?

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Cosa si rischia se si fa un incidente mentre si guida e non si è coperti da assicurazione Rc Auto, si ha diritto al risarcimento oppure no? E quando? Rispondiamo a tutte le domande in questo articolo.

Innanzitutto sottolineiamo che per la Legge italiana guidare senza assicurazione è reato, vediamo cosa succede se un soggetto senza copertura è coinvolto in un sinistro stradale.

Cosa si rischia se non si ha l’assicurazione e si fa un incidente

Partiamo col fatto che, come abbiamo detto, guidare un veicolo senza Rc Auto è vietato dalla Legge, tale comportamento è riconosciuto come reato. Il soggetto che commette l’illecito è punibile con una multa che va da un minimo di 841 euro fino a un massimo di 3.287 euro. In più scatta anche il sequestro del mezzo.

Se, oltre a viaggiare con un veicolo senza copertura assicurativa, il soggetto è coinvolto in un incidente, allora le conseguenze sono ovviamente più serie. In realtà esiste un Fondo di Garanzia Vittime della Strada, utilizzato per risarcire la controparte in base ai danni causati dal soggetto senza assicurazione. Ma questo fondo ha poi ben 10 anni per pretendere che il conducente non assicurato restituisca le somme versate.

Assicurazione scaduta e incidente: cosa succede?

Se l’assicurazione è scaduta e non rinnovata nei tempi previsti dalla Legge, allora il discorso può cambiare. Se è scaduta da non più di 15 giorni, i rischi sono minimi:

  • si riduce l’importo della multa da pagare di ¼;
  • l’assicurazione copre comunque i danni, quindi non è necessario ricorrere al Fondo Vittime della Strada;
  • l’assicurazione copre i danni causati dall’incidente anche se il conducente non rinnova la polizza dopo il 15° giorno.

Nel caso in cui invece il sinistro stradale avviene con assicurazione scaduta da più di 15 giorni, allora è chiaro che la multa debba essere pagata in misura piena e il risarcimento danni è garantito dal Fondo di Garanzia Vittime della Strada. Il Fondo, come abbiamo anticipato, successivamente si rivale nei confronti del conducente responsabile senza polizza assicurativa.

Se l’auto non assicurata causa l’incidente, non ha diritto al risarcimento da parte del Fondo, che copre infatti solo i danni causati dall’altro mezzo coinvolto nel sinistro. Come funziona il Fondo Vittime della Strada? Sceglie un’assicurazione che risarcisce i danni causati dall’auto non assicurata che a sua volta, in un secondo tempo, chiaramente chiederà al conducente che commette l’illecito di rimborsare i danni versati (entro 10 anni).

Il soggetto non assicurato è coinvolto in un incidente ma con ragione

Se il conducente del veicolo non assicurato fa un incidente ma senza colpa, ha diritto a essere risarcito dall’assicurazione dell’auto che ha causato il sinistro. Questo significa anche che se un soggetto tampona un’auto non assicurata, la sua assicurazione deve comunque risarcire i danni causati al veicolo e al conducente non assicurato.

Sfatiamo quindi un mito, che non toglie comunque ovviamente l’obbligo di assicurare il proprio veicolo e di rinnovare l’assicurazione a scadenza. Non è vero che chi è senza assicurazione non viene mai risarcito in caso di incidente, solo l’esclusivo responsabile non viene risarcito.

Questo significa che la compagnia assicurativa non può rifiutare l’indennizzo solo perché il conducente che ha ragione (e quindi ha ‘subito’ il sinistro) non ha una polizza assicurativa.

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Come funziona il verbale elettronico?

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La disciplina del verbale elettronico ha detto addio alle multe consegnate a mano dal postino, ovviamente solo per alcune categorie di utenti. In effetti, si tratta di una tipologia di consegna destinata ai soggetti, che siano persone fisiche o giuridiche, che hanno un indirizzo di posta elettronica certificata, la famosa Pec, presente nei pubblici elenchi. Questi utenti possono ricevere quindi la multa in formato digitale anziché cartaceo.

Lo ha previso un decreto del Ministero dell’Interno pubblicato in Gazzetta Ufficiale tra la fine del 2017 e l’inizio del 2018, che disciplina le “procedure per la notificazione dei verbali di accertamento delle violazioni del Codice della Strada tramite posta elettronica certificata”.

Come funziona la procedura di verbale elettronico?

Secondo il provvedimento, gli Organi di Polizia dovrebbero utilizzare l’eventuale indirizzo Pec del soggetto che ha commesso l’infrazione, nel caso in cui questo sia stato identificato. Altrimenti l’indirizzo Pec dell’obbligato in solido, per contestazione successiva (che è il proprietario del mezzo).

Per risalire alla Pec è possibile consultare l’Ini-Pec, l’Indice nazionale degli indirizzi Pec gestito dal Ministero dello Sviluppo Economico e sempre aggiornato.

Verbale elettronico: i termini di notifica

Anche in questo caso, i termini di notifica rimangono gli stessi previsti dal Codice della Strada per le multe cartacee a cui siamo abituati. Per la Polizia la notifica si compie nel momento in cui il sistema genera la ricevuta di accettazione della Pec, e invece per il destinatario i termini decorrono da quando viene generata la ricevuta di avvenuta consegna del verbale tramite posta elettronica certificata.

Dal giorno della notifica, a prescindere dal fatto che il destinatario legga la mail, decorrono i termini per il pagamento della multa:

  • 5 giorni per pagare la sanzione scontata;
  • 60 giorni per il pagamento della sanzione in misura ridotta per fare ricorso;
  • 30 giorni per opporsi al Giudice di Pace;
  • 60 giorni per presentare opposizione al Prefetto.

Il verbale elettronico annulla ogni spesa di notifica

Questo è uno degli effetti collaterali della notifica elettronica, ovvero l’azzeramento delle spese di notifica. Le amministrazioni in teoria possono far pagare al trasgressore che deve versare anche l’importo della multa solo le spese di accertamento, si intende quindi i costi che il comando sostiene per ricavare il nome dell’obbligato in solido dai pubblici registri (sono comunque pochi centesimi di euro).

Verbale elettronico o di carta: cosa succede senza la Pec?

Ovviamente se un soggetto non ha un indirizzo di posta elettronica certificata, allora continuano le procedure con i soliti verbali in carta. È ovvio che non cambia assolutamente niente per chi non ha la Pec, almeno fino a quando tutti noi cittadini non avremo un domicilio digitale, così come previsto dal Codice dell’amministrazione digitale (Cad). E in futuro probabilmente sarà così, ma al momento rimane tutto invariato. Chi non ha la Pec quindi continua a ricevere le multe (che si spera di non prendere mai) nelle modalità a cui siamo tutti abituati, e quindi attraverso il servizio di consegna di Poste Italiane o del corriere preposto.

Una cosa da sottolineare c’è, ci sono voluti otto anni per attivare questa procedura di verbale elettronico. Infatti tutto sarebbe possibile sin dal 2010, quando nel Codice di procedura civile venne inserito l’articolo 149 bis che cita che “la notificazione può eseguirsi a mezzo posta elettronica certificata all’indirizzo del destinatario risultante da pubblici elenchi”. Eppure tutto si svolge ‘solo’ dal 2018.

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Renault Arkana Hybrid: la SUV ibrida spaziosa dentro e coupé fuori

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Poche auto abbattono i pregiudizi come la Renault Arkana Hybrid: a vederla così filante sembra tutto fuorché un’auto versatile e invece offre un mare di spazio alle gambe dei passeggeri posteriori (e non se la cava male neanche nella zona della testa). Ma non finisce qui. Le sue forme aggressive nascondono in realtà una crossover ecologica che punta tutto sulla massima efficienza: la variante ibrida “full” della SUV compatta/coupé francese – grazie alla potenza di soli 94 CV offerta dal motore termico – è la più grande Sport Utility non elettrica guidabile dai neopatentati: una scelta più razionale di quello che si può immaginare, specialmente per chi ha figli adolescenti e una sola auto in famiglia.

Nel nostro breve primo contatto abbiamo avuto modo di guidare la Renault Arkana Hybrid nel grintoso allestimento R.S. Line nel suo habitat naturale: la città. Scopriamo insieme i pregi e i difetti dell’ultima nata della Régie.

Renault Arkana Hybrid: come funziona il sistema ibrido E-TECH

Il sistema ibrido benzina “full” E-TECH della Renault Arkana Hybrid protagonista del nostro primo contatto è composto da un motore 1.6 aspirato a benzina da 94 CV, da due propulsori elettrici (un “e-motor” da 36 CV che invia potenza alle ruote e uno starter ad alta tensione di tipo HSG – High-Voltage Starter Generator – da 15 CV che recupera l’energia in fase di decelerazione e sincronizza la velocità dell’albero a motore a benzina per l’accoppiamento senza frizione), da una batteria agli ioni di litio da 1,2 kWh (230V) e da una trasmissione Multi-mode con innesto a denti.

In poche parole l’unità elettrica avvia la vettura e può muoverla a emissioni zero fino a una velocità di 75 km/h. Un sistema che permette teoricamente di circolare in città fino all’80% in modalità full electric.

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Renault Arkana: come va la Hybrid

In occasione del breve (una ventina di chilometri percorsi in cittàprimo contatto della Renault Arkana Hybrid ci siamo occupati principalmente di analizzare l’efficienza e i consumi della SUV compatta transalpina. Raggiungere le percorrenze dichiarate dalla Régie (20,8 km/l) è stato ovviamente impossibile ma guidando normalmente – selezionando la modalità Eco e mettendo il cambio in posizione B per recuperare il massimo di energia elettrica in rilascio grazie alla frenata rigenerativa (la vettura rallenta vistosamente tutte le volte che si solleva il piede dal pedale dell’acceleratore) – siamo riusciti a stare intorno ai 17 chilometri con un litro.

Il sistema ibrido consente di viaggiare spesso in EV se lo si sa sfruttare ed è supportato da un originale cambio automatico ottimo se usato in modo tranquillo ma deludente (lentezza nelle reazioni) quando si cerca il divertimento.

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Renault Arkana Hybrid: prezzo ok, dotazione poco personalizzabile

La Renault Arkana Hybrid R.S. Line protagonista del nostro primo contatto ha un prezzo in linea con le concorrenti (34.650 euro) e una dotazione di serie poco personalizzabile:

  • ABS con assistenza alla frenata di emergenza AFU
  • Accensione automatica dei fari e tergicristalli con sensore di pioggia
  • Airbag frontale conducente e passeggero (disattivabile)
  • Airbag laterali per la protezione del torace
  • Airbag laterali a tendina anteriori e posteriori
  • Alzacristalli elettrici anteriori e posteriori impulsionali
  • Armonia interna in nero titanio
  • Assistenza al mantenimento della corsia (Lane Keep Assist)
  • Assistenza alla partenza in salita (Hill Start Assist)
  • Assistenza all’uscita dal parcheggio (Rear Cross Traffic Alert)
  • Avviso attraversamento linea di corsia (Lane Departure Warning)
  • Avviso distanza di sicurezza (Distance Warning)
  • Bracciolo anteriore scorrevole con compartimento e 2 portabicchieri, 2 prese USB + 1 AUX nella prima fila, prese 2 USB e bocchette d’aria nella seconda fila
  • Caricabatteria smartphone a induzione
  • Chiamata d’emergenza
  • Climatizzatore automatico
  • Commutazione automatica degli abbaglianti/anabbaglianti
  • Controllo elettronico della stabilità ESC (ESP) con funzione antislittamento ASR
  • Cruise control adattivo con Stop&Go automatico
  • Digital Driver Display 7″
  • Doppiofondo bagagliaio con separatore removibile
  • Easy Access System II (apertura/chiusura all’avvicinamento)
  • Easy Park Assist (parcheggio a mani libere)
  • ECO Drive
  • Fari Full LED anteriori e posteriori
  • Fari design con firma C-Shape all’anteriore e effetto 3D al posteriore
  • Frenata d’emergenza attiva (AEBS) con riconoscimento pedoni e ciclisti
  • Freno di stazionamento elettrico con funzione Auto-Hold
  • Kit riparazione pneumatici con scatola attrezzi
  • Parking Camera posteriore
  • Privacy Glass (vetri laterali posteriori e lunotto oscurati)
  • Renault Multi-Sense con 3 personalizzazioni di guida e Ambient Lighting a LED
  • Retrovisore interno fotocromatico senza cornice
  • Retrovisori esterni elettrici, riscaldati con sensore di temperatura, ripiegabili automaticamente alla chiusura dell’auto
  • Riconoscimento segnaletica stradale e allarme superamento limite di velocità (Over Speed Prevention)
  • Sedili anteriori con regolazione elettrica (e regolazione lombare per conducente)
  • Sedili anteriori riscaldabili
  • Sedili posteriori ribaltabili 1/3 – 2/3 con bracciolo centrale e 2 portabicchieri
  • Sellerie in pelle/Alcantara
  • Sensore angolo morto
  • Sensore di pressione pneumatici
  • Sensori di parcheggio a 360°
  • Shark Antenna
  • Sistema audio Arkanys con 6 altoparlanti
  • Sistema di ancoraggio Isofix
  • Sistema multimediale Renault Easy Link con Touchscreen 9,3″ e sistema di navigazione 3D, aggiornamenti automatici (OTA), Bluetooth con riconoscimento vocale, Radio DAB
  • Smartphone replication compatibile con Android Auto e Apple CarPlay
  • Volante riscaldabile
  • Design esterno esclusivo R.S. Line (badge R.S. Line sul parafango anteriore, cerchi in lega 18″ Silverstone esclusivi R.S. Line con accento rosso, modanature di protezione laterale in metallo scuro, paraurti anteriore sportivo con lama aerodinamica F1, retrovisori esterni in nero lucido e ski anteriore e posteriore in metallo scuro con doppio scarico cromato)
  • Design interno esclusivo R.S. Line (battitacco specifico con griffe Renault Sport, cambio “e-shifter”, cielo del tetto nero, impunture rosse sui pannelli delle porte e sul bracciolo centrale, pedaliera in alluminio, sedili esclusivi R.S. Line nero con impunture rosse, striscia decorativa specifica in carbon look sui pannelli porta e sul cruscotto e volante in pelle traforato con cuciture e badge Renault Sport)

In tutto questo ben di Dio sorprende non trovare il clima bizona e dover pagare a parte il ruotino di scorta (285 euro).

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Renault Arkana Hybrid: le novità in 5 punti

  • Tecnologia full hybrid
  • Motore 1.6 a benzina
  • Batteria da 1,2 kWh
  • Cambio Multi-mode privo di frizione con innesto a denti
  • Badge E-Tech

Scheda tecnica
Lunghezza 4,57 metri
Larghezza 1,82 metri
Altezza 1,57 metri
Acc. 0-100 km/h 10,8 s
Bagagliaio 492/n.d. litri
Caratteristiche motore ibrido benzina, 4 cilindri, 1.598 cc, 143 CV
Prezzo 34.650 euro

Dove l’abbiamo guidata

Nel nostro primo contatto abbiamo guidato la Renault Arkana Hybrid R.S. Line nel centro di Milano per circa 20 km attirando gli sguardi degli altri automobilisti colpiti dal design sexy e filante del profilo e della coda. Il frontale, a nostro avviso, ha invece un look un po’ datato: colpa della mascherina che riprende gli stilemi introdotti nel 2013 con la prima Captur e della presenza del logo “vecchio”.

L’abitacolo – costruito con cura (la plancia, ben fatta, è identica a quella della Captur) – offre una posizione di seduta rialzata che consente di dominare il traffico e tanti centimetri a disposizione dei passeggeri posteriori, che possono oltretutto beneficiare di utili bocchette d’aerazione nella seconda fila. Il bagagliaio di 492 litri soddisfa senza problemi le esigenze di una coppia con uno o due figli ma non è adatto ai grandi carichi: quando si abbattono i sedili dietro bisogna infatti fare i conti con il tetto discendente (e con una soglia di carico alta).

La crossover francese, come abbiamo visto, è spaziosa ma anche piuttosto ingombrante per appartenere al segmento delle “compatte”. Posteggiarla non è semplice: 4,57 metri di lunghezza sono tanti da gestire in manovra e oltretutto la coda sporgente e il lunotto inclinato (senza tergilunotto) non aiutano. Per fortuna ci sono di serie i sensori di parcheggio 360° e la telecamera posteriore.

Nel traffico urbano la Renault Arkana Hybrid si è rivelata una piacevole compagna di viaggio: silenziosa e con sospensioni in grado di offrire un giusto compromesso tra morbidezza e rigidezza. Una Sport Utility che punta più sull’efficienza garantita dall’unione tra benzina ed elettrico che sulle prestazioni: 172 km/h di velocità massima e 10,8 secondi per accelerare da 0 a 100 chilometri orari.

NON TUTTI SANNO CHE – Tra il 1959 e il 1964 lo stabilimento Alfa Romeo del Portello – situato a pochi passi dal Lido di Milano (sede della conferenza stampa di presentazione della Arkana ibrida) – fu usato per produrre le Renault DauphineOndine destinate al mercato italiano.

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Dove vorremmo guidarla

Avremmo voluto guidare la Renault Arkana Hybrid anche fuori città, magari su un percorso ricco di curve, per farci un’idea più chiara sul comportamento stradale e per valutare elementi come lo sterzo e i freni. Lo faremo prossimamente in una prova su strada più approfondita.

Le concorrenti

Hyundai Tucson 1.6 T-GDI 48V DCT Exellence Tanto spazio per persone e bagagli ma anche un comportamento stradale poco agile nelle curve. Prezzi alti e un motore turbo “solo” mild hybrid.
Kia Niro HEV Evolution Una full hybrid molto efficiente che punta più sulla riduzione dei consumi che sul divertimento (il motore non è molto vivace). Compatta fuori e dentro, godibile nel misto e con un eccellente rapporto prezzo/dotazione.
Kia XCeed 1.5 T-GDi MHEV DCT Evolution La rivale più agguerrita della Arkana ha linee più filanti pur senza essere una coupé (e questo incide negativamente sulla praticità). Una mild hybrid turbo potente (160 CV) e comoda.
Nissan Qashqai MHEV 158 CV Xtronic N-Connecta Meno curata della Arkana, monta un motore 1.3 turbo mild hybrid con una cilindrata contenuta che consente di risparmiare sull’assicurazione RC Auto ma non brilla alla voce “consumi”.

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Auto elettriche, come si riducono i consumi?

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Ridurre i consumi di una vettura elettrica significa anche aumentarne l’autonomia. Sono in tanti quelli che cercano appunto degli escamotage per fare più chilometri con una sola ricarica. Vediamo di seguito alcuni dei nostri migliori consigli per una guida più ecosostenibile possibile. Non dimenticate mai che il comportamento di guida ovviamente influenza i consumi e l’autonomia dell’auto.

Come consumare meno: lo stile di guida

Come appena accennato, ovviamente il comportamento di guida cambia quelli che sono i consumi della propria auto, elettrica o a benzina che sia. A volte, purtroppo (e non solo a discapito dei consumi, ma anche della sicurezza), si preme sul pedale dell’acceleratore per sfogare le proprie emozioni. Ma attenzione perché una guida nervosa aumenta lo stress e quindi anche il consumo di energia di un’auto elettrica.

Guidare invece in maniera ecosostenibile e rilassata significa avvicinarsi con calma ad un semaforo rosso o a un ingorgo oppure ancora a un segnale di stop o di dare la precedenza. Non c’è bisogno di accelerare al massimo e poi frenare improvvisamente; accelerazioni così possono durare anche solo alcuni secondi, ma hanno bisogno di molta energia e quindi fanno salire i consumi a livelli altissimi.

La frenata rigenerativa per consumare meno

Durante la frenata e la decelerazione, il freno motore di una vettura elettrica genera energia e la trasforma in elettricità, immagazzinandola poi nella batteria. Tenere un comportamento di guida flessibile quando si è al volante di una vettura elettrica quindi porta dei significativi vantaggi, soprattutto per quanto riguarda l’autonomia. È possibile infatti che essa aumenti del 20% circa usando in maniera ottimale la frenata rigenerativa. Maggiore è la rigenerazione, più il veicolo rallenta in maniera efficace senza dover toccare il pedale del freno, risparmiando anche sui consumi dei dischi e delle pastiglie dei freni.

Guidare in modalità ‘eco’ per diminuire i consumi

Sulla maggior parte delle auto elettriche è possibile selezionare la modalità ‘eco’ tra gli assetti di guida regolabili. Chiaramente serve per risparmiare energia limitando la potenza del motore e si adatta in maniera ottimale ai viaggi quotidiani, durante i quali non ha senso disporre di una potenza sovradimensionata.

Consumare meno con l’auto elettrica: in autostrada non superare i 120 km/h

A meno che voi non abbiate una fantastica supercar tra le mani o una Tesla, allora sarebbe bene viaggiare ad una velocità massima di 120 km/h in autostrada. Sulla stragrande maggioranza di veicoli elettrici, i kWh aumentano molto rapidamente sopra i 100 km/h di velocità, consumando quindi molto di più. Per questo motivo il nostro consiglio è quello di fare attenzione e cercare di non esagerare con la velocità, sia per la propria sicurezza in auto che per non aumentare i consumi, soprattutto se la stazione di ricarica più vicina è ancora abbastanza lontana.

Controllo delle gomme: operazione fondamentale per i consumi

Le gomme dell’auto devono sempre essere gonfiate alla giusta pressione, questo lo abbiamo detto migliaia di volte, e non solo per la sicurezza, ma anche per i consumi. Questo non dipende dal tipo di veicolo che stiamo guidando e dal suo motore, è una condizione certa per ogni macchina e mezzo in generale.

Le condizioni degli pneumatici infatti influiscono sulla sicurezza, certo, ma anche sul consumo di energia. Innanzitutto è bene scegliere le gomme giuste, e poi tenere costantemente monitorata la pressione e le condizioni generali. Guidare con pneumatici sgonfi fa aumentare il consumo di carburante. Attenzione: ci sono dei brand che hanno realizzato pneumatici appositamente progettati per i veicoli elettrici, con una minore resistenza al rotolamento.

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Mille Miglia 2021: il programma, il percorso, gli orari e le tappe

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La Mille Miglia 2021 – in programma dal 16 al 19 giugno – è uno degli eventi più importanti d’Italia riservati alle auto d’epoca.

La 39° edizione della rievocazione storica della leggendaria corsa Brescia-Roma-Brescia vedrà al via 375 vetture storiche e alcuni esemplari di particolare pregio iscritti in Lista Speciale. Tante le novità rispetto agli anni scorsi: tra le più importanti segnaliamo il senso di marcia antiorario e la presenza di tre passi storici (CisaFutaRaticosa).

Di seguito troverete una guida completa alla Mille Miglia 2021: il programma con gli orari, il percorso e le tappe della Freccia Rossa e i VIP presenti.

Mille Miglia 2021: il programma

Lunedì 14 giugno 2021

  • 10:00-19:00 – Verifiche sportive e tecniche, consegna dei numeri di gara e dei road-book – Paddock di Gara
  • 11:30 – Conferenza stampa di Brescia in diretta streaming – Salone Vanvitelliano di Palazzo Loggia
  • 10:00-19:00 – Sala stampa, consegna accrediti stampa – Museo Mille Miglia
  • 18:00 – Santa Messa con benedizione delle vetture – Duomo Nuovo

Martedì 15 giugno 2021

  • 10:00-19:00 – Verifiche sportive e tecniche, consegna dei numeri di gara e dei road-book – Paddock di Gara
  • 10:00-19:00 – Sala stampa, consegna accrediti stampa – Museo Mille Miglia
  • 10:00-13:00 – Green Talk in diretta streaming – Museo Mille Miglia
  • 10:00-20:00 – Villaggio 1000 Miglia – Piazza della Vittoria

Mercoledì 16 giugno 2021

  • 07:30-08:30 – Ultime Verifiche sportive e tecniche, consegna dei numeri di gara e dei road-book – Paddock di Gara
  • 07:30-12:00 – Sala stampa, consegna accrediti stampa – Centro Accrediti
  • 09:00-10:00 – Verifiche sportive e tecniche per vetture in lista di attesa, consegna dei numeri di gara e dei road-book – Paddock di Gara
  • 08:00-16:00 – Villaggio 1000 Miglia – Piazza della Vittoria
  • dalle 11:30 – Pranzo di partenza – Museo Mille Miglia
  • 13:30 – INIZIO 1° TAPPA: BRESCIA-VIAREGGIO. PARTENZA DELLA PRIMA VETTURA IN DIRETTA STREAMING – VIALE VENEZIA
  • 20:45 – Cena a Viareggio – Lungomare
  • 21:30 – VIAREGGIO, FINE TAPPA. ARRIVO DELLA PRIMA VETTURA PER CONTROLLO ORARIO

Giovedì 17 giugno 2021

  • 06:30 – INIZIO 2° TAPPA: VIAREGGIO-ROMA. PARTENZA DELLA PRIMA VETTURA
  • dalle 13:15 – Pausa pranzo a Castiglione della Pescaia
  • 18:15 – Cena a Viterbo
  • 21:15 – ROMA, FINE TAPPA. ARRIVO DELLA PRIMA VETTURA PER CONTROLLO ORARIO E PASSERELLA – VIA VENETO

Venerdì 18 giugno 2021

  • 06:30 – INIZIO 3° TAPPA: ROMA-BOLOGNA. PARTENZA DELLA PRIMA VETTURA
  • dalle 13:30 – Pausa pranzo ad Arezzo
  • 21:00 – Cena a Bologna
  • DALLE 21:45 – BOLOGNA, FINE TAPPA. ARRIVO DELLA PRIMA VETTURA PER CONTROLLO ORARIO

Sabato 19 giugno 2021

  • 07:45 – INIZIO 4° TAPPA: BOLOGNA-BRESCIA. PARTENZA DELLA PRIMA VETTURA
  • dalle 12:15 – Pausa pranzo a Verona
  • DALLE 16:00 – BRESCIA. ARRIVO AL CONTROLLO ORARIO DI FINE TAPPA, A SEGUIRE SFILATA DELLE VETTURE – VIALE VENEZIA
  • dalle 19:00 – Cerimonia di Premiazione in diretta streaming

Mille Miglia 2021: le tappe

Prima tappa – Brescia-Viareggio – mercoledì 16 giugno 2021

  • 13:30 Brescia
  • 14:10 Montirone
  • 15:05 Cremona
  • 15:40 Busseto
  • 16:50 Parma
  • 19:55 Sarzana
  • 21:35 Viareggio

Seconda tappa – Viareggio-Roma – giovedì 17 giugno 2021

  • 06:30 Viareggio
  • 07:45 Pisa
  • 09:05 Rosignano Marittimo
  • 09:45 Bibbona
  • 10:00 Castagneto Carducci
  • 11:55 Massa Marittima
  • 14:00 Castiglione della Pescaia
  • 14:30 Grosseto
  • 17:45 Marta
  • 19:10 Viterbo
  • 19:55 Ronciglione
  • 21:15 Roma

Terza tappa – Roma-Bologna – venerdì 18 giugno 2021

  • 06:30 Roma
  • 07:55 Civita Castellana
  • 08:55 Amelia
  • 10:05 Orvieto
  • 12:10 Cortona
  • 14:00 Arezzo
  • 14:55 Montevarchi
  • 15:35 Radda in Chianti
  • 17:50 Prato
  • 18:30 Barberino di Mugello
  • 21:45 Bologna

Quarta tappa – Bologna-Brescia – sabato 19 giugno 2021

  • 07:15 Bologna
  • 08:10 Modena
  • 09:00 Reggio Emilia
  • 11:00 Mantova
  • 12:50 Verona
  • 13:55 Sirmione
  • 14:10 Desenzano
  • 15:10 Salò
  • 16:00 Brescia

Mille Miglia 2021: i VIP in gara

  • 1000 – Roberto Giolito (I)-n.d. – Alfa Romeo Sport Spider – 1954
  • 238 – Karl Friedrich Scheufele (CH)-Jacky Ickx (B) – Mercedes 301 SL Coupé W198 – 1955
  • 241 – Romain Dumas (CH)-Giorgio Castelli (I) – Porsche 356 A 1600 – 1957
  • 378 – Patrizio Bertelli (I)-Carlo Cassina (I) – Porsche 356 A Speedster 1500 GS – 1956
  • 393 – Arturo Merzario (I)-Franz Steinbacher (A) – Abarth Fiat 750 GT Zagato – 1957

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Come funziona la contestazione immediata della multa?

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Restiamo nella tematica multe, che è una di quelle che interesse maggiormente gli automobilisti, e spieghiamo cosa intendiamo quando parliamo di contestazione immediata e le eccezioni che invece permettono invece una contestazione differita.

Che cos’è la contestazione di una multa?

Partiamo dal concetto base e spieghiamo cosa intendiamo con il termine contestazione: si tratta di quell’atto formale attraverso il quale si comunica al trasgressore (in questo caso di una norma del Codice della Strada principalmente) che ha commesso un fatto illecito accertato indicando quale disposizione ha violato. È un adempimento assolutamente obbligatorio perché consente di tutelare il diritto di difesa. In questo modo infatti chi deve rispondere della violazione della specifica disposizione sul piano sanzionatorio, viene messo anche nella condizione di predisporre le proprie difese.

Cosa intendiamo per contestazione immediata

Se il soggetto punito con una multa viola una specifica norma che troviamo all’interno del Codice della Strada, allora la contestazione viene fatta dall’agente preposto, che redige il processo verbale, in seguito all’accertamento della condotta illecita del trasgressore. Il verbale di contestazione può essere consegnato sia direttamente a mani della persona che ha violato la disposizione del Codice, sia all’eventuale coobbligato solidale, se presenti nel momento in cui è stato commesso l’illecito. In questo caso si tratta di contestazione immediata. Altrimenti il verbale può venire notificato successivamente, come ben sappiamo però non oltre i 90 giorni dall’avvenuto accertamento, pena l’estinzione del procedimento; in questo caso parliamo di contestazione differita.

Riassumendo:

  • la contestazione immediata avviene sul luogo del fatto con comunicazione diretta e personale al trasgressore e al soggetto solidalmente obbligato;
  • la contestazione differita avviene con notifica tempestiva a norma delle disposizioni del codice di rito civile.

Contestazione immediata: la regola

Il legislatore indica la contestazione immediata come la forma di comunicazione dell’addebito preferenziale rispetto a quella della notifica. Secondo l’art. 14 L. 689/1981, la violazione deve essere contestata immediatamente (se possibile) al trasgressore e all’obbligato in solido al pagamento della somma.

Anche l’articolo 200 del Codice della Strada esprime lo stesso principio e oltretutto stabilisce che il verbale di contestazione deve riportate le dichiarazioni degli interessati, la descrizione del fatto accertato, gli elementi essenziali per l’identificazione del trasgressore e la targa del veicolo.

La contestazione immediata, secondo quanto espresso in particolare dal Codice della Strada, ha un ruolo molto importante e anzi essenziale in funzione del legittimo svolgimento del procedimento sanzionatorio; tanto è vero che, se è possibile, non può mai essere omessa. La sua indebita omissione infatti costituisce una violazione di legge.

Tutti i casi in cui è assolutamente necessaria la contestazione immediata della multa sono ricavabili a contrariis dall’art. 201 c. 1-bis che vediamo in seguito. L’elencazione fatta ha carattere meramente esemplificativo e infatti si ammette pacificamente che possono avvenire anche degli altri casi oltre a quelli indicati in cui è impossibile fare la contestazione immediata, purché la circostanza impeditiva che viene dichiarata risulti espressamente dal verbale di accertamento e abbia anche una sua intrinseca logica.

Art. 201 Codice della Strada: l’eccezione

L’art. 201 del CdS si pone come eccezione alla regola della contestazione immediata sancita dall’art. 200, dichiara infatti che la contestazione può avvenire in via differita con obbligo di motivazione, salvo che avvenga uno di questi episodi:

  • sorpasso vietato;
  • passaggio dell’auto all’incrocio con semaforo rosso;
  • impossibilità di raggiungere un mezzo che viaggia a velocità eccessiva;
  • accertamento della violazione con apparecchi di rilevamento gestiti dagli organi di Polizia stradale, che permettono la determinazione dell’illecito in tempo successivo;
  • accertamento delle violazioni di cui agli articoli 80, 141, 143, commi 11 e 12, 146, 167, 170, 171, 193, 213 e 214, per mezzo di appositi dispositivi o apparecchiature di rilevamento;
  • accertamento con dispositivi di cui all’art. 4 del decreto-legge 20 giugno 2002, n. 121, convertito, con modificazioni, dalla legge 1º agosto 2002, n. 168, e successive modificazioni;
  • rilevazione degli accessi di veicoli non autorizzati ai centri storici, alle zone a traffico limitato, alle aree pedonali, o della circolazione sulle corsie e sulle strade riservate attraverso i dispositivi previsti dall’articolo 17, comma 133-bis, della legge 15 maggio 1997, n. 127.

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Audi Q5 Sportback, dinamismo ecologico

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Credits: photo: Simon Palfrader©/Red

“Hey Audi!”. Chiamatela così la vostra nuova Audi Q5 Sportback, pronta a rispondere e interagire con voi, offrendovi i più alti livelli di connettività e navigazione possibili, grazie al sistema MMI di tecnologia avanzata, condiviso con Audi Q5 – il modello AUDI più venduto al mondo, da cui la sorella più “atletica” prende in prestito anche elementi di design – e cuore pulsante dell’ultima arrivata nella casa dei quattro anelli: SUV, coupé, hi-tech e, prima di tutto, ibrida (motorizzazioni mild hybrid e plug-in hybrid) .

La riconoscerete ovunque, con la sua spiccata identità Q e le sue forme decise, declinate secondo i dettami delle sportback più energiche e l’eleganza di una coupé, le cui linee armoniche si incontrano ed esprimono al meglio nel posteriore, dove i gruppi ottici con tecnologia OLED esaltano e proteggono.

L’abbiamo provata lungo le strade delle Langhe, tra vigneti e colline, con piccoli tragitti in sterrato, dove la modalità ibrida plug-in si fa apprezzare ancor più che in città, perché si gira silenziosamente in mezzo alla natura, ci si sente di non offendere e inquinare, il Suv non è un nemico dell’ambiente, e si può riaccendere il motore soltanto quando si rientra sulla strada asfaltata. Un breve test ma sufficiente ad apprezzare anche il comfort eccellente, la qualità delle finiture tedesche, il gioco di luci nell’abitacolo e la possibilità di guidare in grande relax, grazie agli assistenti alla guida di ultima generazione.

La versatilità di questa moderna maestà delle sport utility, prodotta nello stabilimento messicano di San José Chiapa e disponibile con tecnologia PHEV o MHEV (a 12 o a 48 volt), va oltre il vigore estetico, mostrando il suo lato migliore sotto il profilo tecnico: con tre varianti d’assetto – sportivo per le versioni mild-hybrid, escluso il 35 TDI S-tronic, ammortizzatori elettroidraulici regolabili o sospensioni pneumatiche adattive e, su richiesta, anche lo sterzo dinamico a demoltiplicazione e servoassistenza variabili – e fino a sette programmi di guida.

Audi Q5 Sportback accontenta tutti, lasciando a voi la scelta tra trazione anteriore o integrale quattro, unite a propulsori turbobenzina e turbodiesel a quattro o sei cilindri, e a trasmissioni a doppia frizione S-tronic a 7 rapporti o Tiptronic a 8 rapporti.

Ma è nella gamma 100% ibrida, con due step di potenza da 299 e 367 CV per la variante plug-in, che Audi Q5 Sportback raggiunge e sancisce la sua acme; in termini di offerta, con sette motorizzazioni al lancio, prestazioni (da 0 a 100 km/h in 5,3 secondi), efficienza (la batteria da 17,9 kWh permette di percorrere sino a 62 chilometri WLTP di autonomia a zero emissioni, mentre la tecnologia quattro ultra è in grado di ridurre anche del 60% la differenza nei consumi, senza nulla sottrarre al divertimento), e vantaggi fiscali.

Sia che scegliate la variante d’ingresso Q5 Sportback, o la Business Advanced, S line o S line plus, non sentirete la mancanza di un pacchetto in più o di un dispositivo in meno, visto che nel primo equipaggiamento l’offerta è già ampia, con un lungo elenco di dotazioni di serie dedicate all’ausilio alla guida, alla sicurezza e al massimo del comfort.

Se siete convinti, le porte dei concessionari italiani sono già aperte da giugno 2021, per vedere e assaporare Audi Q5 Sportback dal vivo o, ancora meglio, su strada. I prezzi partono da 54.250 euro e da 62.750 euro per le versioni plug-in, mentre Audi SQ5 Sportback TDI è disponibile a 86.100 euro.

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I migliori trucchi per spannare il vetro dell’auto

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Accendere la macchina e trovarsi con il vetro completamente appannato è una vera seccatura, oggi vediamo alcuni semplici consigli utili per riuscire a spannare i vetri usando l’aria condizionata e avere quindi la giusta visibilità, senza rischiare di partire mettendo a repentaglio la propria sicurezza o quella altrui.

Parabrezza dell’auto appannato: cosa fare

Il parabrezza è il vetro più importante per la visibilità in auto, per questo motivo è assolutamente indispensabile partire e guidare solo quando è completamente spannato. È fondamentale avere una visibilità chiara e totale, usando l’aria condizionata e alcune altre funzioni specifiche è possibile eliminare tutta la condensa in pochi minuti. Ma ci sono dei trucchetti che potete usare per indirizzare i flussi d’aria nel modo corretto e velocizzare tutta l’operazione che serve per spannare i vetri. Vediamo insieme tutti i migliori consigli utili per affrontare il freddo durante la stagione invernale e il conseguente appannamento dei vetri dell’auto. È importante saper sfruttare a pieno il potenziale del sistema di riscaldamento/raffreddamento della macchina in sicurezza.

Per spannare i vetri serve l’aria calda o l’aria fredda? I chiarimenti

Attenzione, attenzione: è assolutamente necessario usare l’aria calda per poter spannare i vetri durante l’inverno, chiariamo qualsiasi dubbio. La temperatura ideale da tenere a bordo in auto durante l’inverno si aggira attorno ai 21 gradi, guidare invece con temperature che superano i 30 gradi può mettere a rischio la lucidità e l’attenzione del conducente al volante, creando pericoli e possibili disagi.

Per poter raggiungere la temperatura ideale in auto durante l’inverno ovviamente è possibile usare l’impianto di aria condizionata dell’auto oppure il riscaldamento, che consente di risparmiare sui consumi.

Parabrezza appannato: come sbrinarlo rapidamente

Se volete spannare immediatamente la condensa dal vetro dell’auto, allora il nostro consiglio è quello di lasciare accesa l’aria condizionata calda per alcuni minuti, con la funzione specifica di anti-appannamento, che fa uscire l’aria direttamente da feritoie e bocchette che sono direzionate proprio verso il parabrezza. Le bocchette della plancia invece, durante questa fase di ‘spannamento’, dovrebbero essere indirizzate verso i finestrini per poterli far tornare trasparenti in tempi minori.

Per quanto riguarda invece il lunotto posteriore basta accendere l’interruttore dedicato, come per il parabrezza, che invece di presentare l’icona curva (quella per il vetro davanti appunto) ne ha una rettangolare (vetro posteriore).

Consigli utili per spannare i vetri dell’auto e cosa evitare

Prima di tutto, prima di mettervi in marcia, se salite in auto e i vetri sono completamente appannati, allora accendete la macchina e iniziate con le operazioni di cui abbiamo parlato finora stando fermi. Iniziate a muovervi soltanto quando avrete recuperato la piena visibilità, per viaggiare in sicurezza.

La vostra auto ha i sedili riscaldabili? Potrebbero essere un valido aiuto per portare l’abitacolo a temperatura ideale, oltre che per riscaldare il conducente e i passeggeri. Attenzione: non esagerate e non tenete quindi i sedili accesi per tutto il viaggio, abbassate gradualmente la temperatura fino a spegnerli.

Non passate mai il panno quando state guidando, a parte che non dà lo stesso risultato dell’aria condizionata, ma può essere davvero pericoloso perché i gesti che servono per spannare il vetro possono distratte il conducente e mettere a rischio la circolazione. Evitate di guidare con cappotti, guanti e berretti, perché impacciano i movimenti, soprattutto nel caso siano necessarie manovre improvvise. Può essere rischioso anche lo scarto termico quando si esce dall’abitacolo.

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Gomme gonfiate ad azoto: quali sono le differenze?

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Per viaggiare in sicurezza, come ben sappiamo, è importante gonfiare sempre le gomme dell’auto in maniera corretta. Questo ci consente di non correre rischi inutili e di evitare problemi e incidenti, soprattutto quando dobbiamo percorrere lunghi tratti di strada.

I valori di pressione corretta degli pneumatici dell’auto si possono trovare di norma nel libretto di uso e manutenzione del veicolo e le indicazioni vengono scritte direttamente dal produttore. Una delle soluzioni per gonfiare le gomme dell’auto che forse non tutti conoscono prevede l’uso dell’azoto. Ma vediamo di cosa si tratta e tutto quello che bisogna sapere.

Perché gonfiare le gomme dell’auto con l’azoto

In differenti settori, da molti anni, si usa l’azoto per il gonfiaggio degli pneumatici; parliamo ad esempio del comparto delle competizioni automobilistiche oppure di quello dell’aviazione. Le gomme delle vetture sportive che gareggiano infatti sono gonfiate ad azoto, anche quelle della Formula 1, gli appassionati lo sanno bene. Nonostante si tratti di realtà ovviamente distanti dal nostro quotidiano, è possibile comunque gonfiare anche le gomme delle nostre macchine ad azoto, considerando che l’aria stessa è costituita per il 78% da questo gas.

I vantaggi dell’azoto

Innanzitutto di tratta di un elemento chimico privo di impurità e di umidità, oltre che in grado di riscaldarsi più lentamente. Per questo è adatto a rallentare l’usura degli pneumatici provocata dagli sbalzi termici; oltretutto l’azoto riesce a limitare anche la formazione della ruggine e consente alle gomme di presentare un minor rischio di sgonfiarsi e di esplodere, anche la resistenza al rotolamento è più bassa.

Con l’aumentare delle temperature esterne o in caso di guida sportiva la pressione nelle gomme gonfiate con l’azoto resta più o meno sempre uguale, in questo modo anche le performance rimangono costanti.

Perché evitare di gonfiare le gomme con l’azoto

Non solo vantaggi ma anche svantaggi, l’utilizzo dell’azoto non ci rende autonomi: è necessario che l’operazione di gonfiaggio sia eseguita da un esperto in officina o in una stazione di servizio che utilizza questo tipo di gas per gli pneumatici auto.

Chiaramente cambia il costo, visto che su gomme di media grandezza parliamo di circa 20 euro. C’è da dire anche che, in genere, per gli automobilisti il gonfiaggio delle gomme ad azoto non vale la pena. Si utilizza questo gas performante infatti soprattutto su auto estreme, che sollecitano molto gli pneumatici, fino a scaldarli tanto da arrivare a temperature molto alte. È chiaro che i vantaggi per chi ha una normalissima city car o una qualsiasi vettura di piccola/media cilindrata, non sono percettibili.

Gonfiaggio degli pneumatici ad azoto: come si fa?

L’operazione è simile a quella che tutti conosciamo, fatta con l’aria compressa. Il gommista alza l’auto con un sollevatore meccanico, toglie il meccanismo interno alle valvole e sgonfia le gomme, rimette il meccanismo interno della valvola e inietta l’azoto o direttamente dalla bombola o attraverso un impianto speciale.

Il generatore consente di ricavare l’azoto direttamente dall’aria e può essere usato per gonfiare gli pneumatici anche in differenti postazioni di lavoro, chiaramente la spesa da sostenere per realizzarlo è molto alta.

Cosa fa il tecnico dopo il gonfiaggio delle gomme dell’auto con l’azoto? Mette dei cappuccetti colorati sulla valvola della ruota per poter segnalare l’avvenuto gonfiaggio speciale con questo gas speciale. In genere viene applicato anche un adesivo apposito nella portiera dell’auto, dove devono essere indicate la data e la temperatura esterna al momento in cui è avvenuta l’operazione.

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