Monthly Archives: Maggio 2021
Come si sceglie il casco perfetto? A cosa fare attenzione
Vuoi cambiare il casco per i tuoi viaggi in moto oppure hai appena comprato la tua nuova due ruote fiammante e quindi ti serve un casco? La prima cosa da valutare è quanto lo userai e come, esistono infatti differenti tipologie di casco per la moto, per ogni esigenza e utilizzo.
Le categorie di casco in commercio
Le tipologie principali sono quattro:
- casco integrale: il classico, chiuso e usato dalla maggior parte dei motociclisti. Garantisce la massima sicurezza, poco rumore e un peso contenuto. Le aziende puntano molto su questa tipologia di caschi, quindi in commercio c’è un’ampia scelta;
- casco Jet: adatto a chi vuole libertà e ventilazione, soprattutto d’estate. Ha la forma aperta e per questo motivo ripara meno rispetto all’integrale, si sconsiglia agli amanti della potenza e dell’alta velocità. È infatti troppo instabile e rumoroso;
- casco da fuoristrada: molto leggero e performante, non protegge però dai rumori e non garantisce il massimo del comfort. Ha una visiera anti sole superiore, utile anche contro il fango e la polvere;
- casco modulare: innovativo e ideale per gli amanti del moto Turismo (da soli o con passeggero). Può essere usato sia aperto che chiuso, pesa sicuramente più di un Jet ed è più rumoroso rispetto a un casco integrale.
Le caratteristiche principali da valutare nella scelta del casco
Uno degli elementi principali è la calotta esterna e il materiale di cui si compone. Attutisce l’energia iniziale in un eventuale impatto, distribuendola sul materiale sottostante, che ha il compito di proteggere il capo del pilota. La struttura della calotta esterna può essere in fibre composite o in materiali plastici e determina il peso e la durabilità del casco nel tempo.
Le fibre composite sono senza dubbio più longeve e leggere, la termoplastica più pesante e meno duratura, oltre che maggiormente sensibile ai cambi di temperatura.
Altra caratteristica importante da valutare sono gli interni del casco per la moto: in genere sono rimovibili e lavabili; il loro comfort, la longevità, la calzata e la rumorosità però dipendono dal materiale e dalle tecnologie impiegate. I migliori interni sono presenti sui caschi di alta e media gamma, che puntano alla qualità ottimale.
Ulteriore parte molto importante del casco è la visiera, la principale differenza che si avverte è quella dell’ampiezza visiva data da una visiera piuttosto che da un’altra. Le visiere dei caschi possono differite anche per il loto trattamento, per la rigidità e per lo spessore. Fondamentali anche le prese d’aria, principalmente sui caschi integrali che hanno bisogno di maggior ventilazione, essendo chiusi.
Infine, ultimo elemento da valutare, ma non per importanza, è la chiusura del casco. In genere viene usata quella micrometrica, spesso in plastica o anche in acciaio. È il tipo di chiusura più comoda e veloce da regolare. Per chi ama l’alta velocità in pista però è necessario il casco con chiusura a doppio anelli, più sicura ed efficace.
Casco per la moto: come scegliere la misura corretta
Dopo la valutazione di tutti questi elementi, è fondamentale scegliere la taglia giusta, che dipende dalla circonferenza della testa, misurabile con un metro da sarta in maniera molto semplice.
Una volta presa la misura, è possibile scegliere quindi la taglia del casco con semplicità. Attenzione: la calzata può variare a seconda della struttura della calotta e degli interni.
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Renault Espace, la storia
La Renault Espace non è la prima monovolume della storia ma è quella che ha lanciato la moda delle MPV in Europa. Una leggenda dell’automobilismo francese (ora sul viale del tramonto a causa del crescente successo delle SUV) amatissima dalle famiglie numerose.
Di seguito troverete la storia della Renault Espace: le cinque generazioni e i quasi 40 anni di carriera della monovolume transalpina.
Le evoluzioni del modello
Renault Espace I | 1984 |
Renault Espace II | 1991 |
Renault Espace III | 1997 |
Renault Espace IV | 2002 |
Renault Espace V | 2015 |
Renault Espace I (1984)
In breve
Anno di debutto | 1984 |
Durata generazione | 7 anni |
Numero restyling | 1 |
Verso la fine degli anni ’70 la Casa francese Matra sta lavorando alla creazione dell’erede della multispazio Ranch, una vettura più grande e con carrozzeria monovolume. Il progetto viene proposto al Gruppo PSA ma Peugeot e Citroën rifiutano. Ne approfitta la Renault.
Il pianale della prima generazione della Renault Espace ha molti elementi in comune con quello della coupé Matra Murena mentre l’avantreno è lo stesso della Renault 18. Maniglie e fanali sono di origine Simca ma i gruppi ottici vengono presi in prestito dal veicolo commerciale Renault Master per risparmiare sui costi di produzione.
Matra acquista il 49% delle proprie azioni da Peugeot e le rivende alla Régie e la vettura viene messa in produzione. Due le condizioni a cui sottostare prima di far partire la catena di montaggio: vendere l’Espace con il marchio della Losanga e togliere dal commercio la Murena per lasciare campo libero alla Renault Fuego.
Al momento del lancio sul mercato la monovolume transalpina non raccoglie i consensi del pubblico. Si parla di flop e i vertici della Régie hanno già in mente un piano B: vendere la Espace come un veicolo commerciale sfruttando il pianale completamente piatto. Due i motori al lancio: un 2.0 a benzina da 108 CV e un 2.1 turbodiesel da 88 CV.
Per fortuna la Renault Espace impiega poco tempo a conquistare i clienti: merito dei sette posti removibili e girevoli, delle forme squadrate ma aerodinamiche e della grande luminosità offerta dalle ampie superfici vetrate e dai due tettucci trasparenti e apribili introdotti nel 1986.
Nel 1988 è la volta di un restyling molto profondo che coinvolge addirittura l’avantreno e buona parte del telaio (ora derivati dall’ammiraglia 25): tra le altre modifiche segnaliamo il frontale meno squadrato e la zona posteriore leggermente allungata per aumentare lo spazio a disposizione delle valigie con i sedili della terza fila occupati. Ma non è tutto: debuttano infatti la trazione integrale e un motore due litri più potente (118 CV), affiancato l’anno seguente da un 2.2 da 107 CV.
Renault Espace II (1991)
In breve
Anno di debutto | 1991 |
Durata generazione | 5 anni |
Numero restyling | 0 |
Più lunga e più larga di prima (ma anche più bassa), presenta forme più tondeggianti e una mascherina completamente liscia. Il pianale è identico a quello della prima serie restyling mentre i motori al debutto sono tre unità a benzina: un 2.0 da 103 CV, un 2.2 da 107 CV e un 2.8 V6 da 150 CV. L’anno seguente è la volta di un 2.1 sovralimentato a gasolio da 88 CV (potenza salita a quota 92 nel 1995).
Risale sempre al 1995 la presentazione di una curiosa concept chiamata Espace F1. In comune con la monovolume francese ha solo il design mentre i contenuti sono completamente diversi: carrozzeria e telaio in fibra di carbonio, motore 3.5 V6 da 800 CV preso in prestito dalla monoposto di Formula 1 Williams FW15C montato in posizione posteriore/centrale, cambio semiautomatico a sei rapporti, trazione posteriore e freni carboceramici. Le prestazioni? Da urlo: 312 km/h di velocità massima e 2,8 secondi per accelerare da 0 a 100 chilometri orari.
Renault Espace III (1997)
In breve
Anno di debutto | 1997 |
Durata generazione | 5 anni |
Numero restyling | 1 |
La terza generazione della Renault Espace, più lunga e più larga della serie precedente, è l’ultima serie della monovolume transalpina prodotta da Matra a Romorantin nonché l’ultima con la carrozzeria in materiali compositi. Sparisce la variante a trazione integrale, debuttano il motore trasversale anziché longitudinale, la ruota di scorta posizionata sotto il pianale e la Grand Espace a passo lungo. Tre i motori al lancio: due a benzina (2.0 da 114 CV e 3.0 V6 da 167 CV) e un 2.2 turbodiesel da 113 CV. La potenza delle unità a benzina aumenta già nel 1998 (140 CV per il quattro cilindri, 190 CV per il sei) mentre nel 2000, in occasione di un leggerissimo lifting, due nuove unità a gasolio – un 1.9 dTi da 98 CV e un 2.2 dCi da 129 CV – prendono il posto del “vecchio” 2.2.
Renault Espace IV (2002)
In breve
Anno di debutto | 2002 |
Durata generazione | 12 anni |
Numero restyling | 3 |
La quarta generazione della Renault Espace è la prima progettata interamente dalla Régie nonché la più longeva: merito anche del design spigoloso che ha retto bene il passare degli anni. I motori al lancio sono sei: tre a benzina (due 2.0 – aspirato da 136 CV e turbo da 163 CV – e un 3.5 V6 da 241 CV) e tre turbodiesel dCi (1.9 da 120, 2.2 da 150 CV e 3.0 V6 da 177 CV). Nel 2005 il due litri sovralimentato sale a quota 170 CV mentre l’anno seguente – in concomitanza con il primo restyling – la gamma dei propulsori a gasolio viene completamente rivista: ben cinque unità (2.0 da 130, 150 e 175 CV, 2.2 da 140 CV e 3.0 V6 da 180 CV).
Il 2.2 abbandona le scene nel 2007 mentre l’anno successivo spariscono dal listino due motori a benzina (il turbo e il V6) ed entra al loro posto un 2.0 a GPL da 136 CV. Le monovolume grandi non tirano più come un tempo e questo porta a una riduzione della gamma dei propulsori: nel 2009 se ne vanno il diesel meno potente e quello più grintoso e l’anno seguente – in occasione di un secondo, leggerissimo, lifting – resta in listino solo il due litri diesel da 175 CV.
Il terzo e ultimo restyling del 2012 porta in dote una calandra in pezzo unico e due motori due litri a gasolio da 150 e 173 CV. L’anno dopo rimane in listino solo la Grand Espace.
Renault Espace V (2015)
In breve
Anno di debutto | 2015 |
Durata generazione | in corso |
Numero restyling | 1 |
Le monovolume sono passate di moda e la quinta generazione della Renault Espace si adegua con un look che sembra un mix tra una crossover e una Grand Scénic “gonfiata”. Un mezzo indubbiamente più trendy che però ha perso tutta la praticità delle sue antenate: chi cerca spazio si rivolge alle MPV tradizionali mentre chi vuole un veicolo alto e sexy continua a puntare sulle SUV.
La gamma motori al lancio comprende tre unità 1.6: un turbo benzina TCe da 200 CV e due diesel dCi (turbo da 131 CV e biturbo da 160 CV). Nel 2017 il 1.6 a ciclo Otto viene rimpiazzato da un 1.8 da 224 CV mentre due anni dopo arrivano due 2.0 a gasolio (160 e 200 CV) al posto delle “vecchie” unità. Il restyling del 2020 porta lievi modifiche estetiche alla carrozzeria e all’abitacolo e l’anno successivo sparisce dalle scene il 1.8 TCe e la potenza del due litri Blue dCi più “cattivo” scende a quota 189 cavalli.
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Volkswagen Tiguan Allspace restyling: le foto e i dati
Tempo di restyling per la Volkswagen Tiguan Allspace: a quattro anni dal lancio la variante lunga della SUV compatta di Wolfsburg (disponibile a trazione anteriore o integrale e sviluppata sullo stesso pianale della Passat Variant e della Touran) ha beneficiato di un lifting che ha portato numerosi cambiamenti estetici e tecnici. Scopriamo insieme le foto e tutti i dati.
Volkswagen Tiguan Allspace restyling: cosa è cambiato nel design
La Volkswagen Tiguan Allspace restyling può vantare un frontale modificato (che ha aumentato la lunghezza totale di 2 cm: da 4,70 a 4,72 metri) impreziosito dai fari a matrice di LED IQ-LIGHT, dai fendinebbia integrati nei gruppi ottici anteriori e dal nuovo logo bidimensionale Vw.
Nell’abitacolo spiccano invece il volante rivisto e i nuovi comandi del climatizzatore, ora gestibile attraverso superfici touch e cursori.
Volkswagen Tiguan Allspace restyling: i motori
La gamma motori della Volkswagen Tiguan Allspace restyling comprende cinque unità sovralimentate:
- un 1.5 turbo benzina TSI da 150 CV
- un 2.0 turbo benzina TSI da 190 CV
- un 2.0 turbo benzina TSI da 245 CV
- un 2.0 turbodiesel TDI da 150 CV
- un 2.0 turbodiesel TDI da 200 CV
Volkswagen Tiguan Allspace restyling: ADAS e infotainment
Il restyling ha portato alla Volkswagen Tiguan Allspace nuovi sistemi di assistenza alla guida come ad esempio la guida assistita Travel Assist fino a 210 km/h, il sistema di controllo perimetrale Front Assist che reagisce ancora meglio alle persone che si accingono ad attraversare la strada in situazioni complesse e difficilmente leggibili e il mantenimento della corsia Lane Assist che rileva in modo più preciso i confini naturali della carreggiata come eventuali bordi d’erba.
Per quanto riguarda l’infotainment segnaliamo i sistemi MIB3 collegati in rete e il nuovo sound system premium Harman Kardon (optional) con subwoofer, amplificatore digitale a 15 canali, 8+1 altoparlanti high performance e un amplificatore con potenza totale 480 watt.
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Consumi auto, consigli per limitarli se stai partendo per un viaggio
Prima di partire per un lungo viaggio con l’auto, ci sono degli accorgimenti che sarebbe bene tenere presente per evitare dei consumi eccessivi di carburante e cercare di spendere meno in benzina o gasolio. Vediamo quali sono i nostri consigli utili.
Controllo dal meccanico prima della partenza
Un buon check-up dal meccanico serve per verificare che l’auto funzioni con la massima efficienza. Per questo è fondamentale che il motore sia sempre nelle migliori condizioni. Dovrebbe essere effettuata una manutenzione all’anno o ogni 15-20.000 chilometri di percorrenza. Altro accorgimento molto utile per evitare che i consumi dell’auto siano superiori a quanto dovrebbero, è fare il controllo della pressione delle gomme, in genere ogni 2-4 settimane al massimo.
Il meccanico dovrebbe occuparsi del controllo di tutte le componenti vitali della macchina, quindi i freni, gli pneumatici, i filtri, fare il cambio olio. Prima di partire quindi ricorda di far fare un check-up completo alla tua macchina, il costo può variare da un minimo di 90 euro a un massimo di circa 200 euro, a seconda del modello di auto e delle sue condizioni. Se invece è stato fatto il tagliando da poco tempo (che è diverso dalla revisione), allora si potrebbero spendere anche solo 50 euro per tutti i controlli.
Attenzione sempre al livello dei liquidi: il refrigerante serve infatti per evitare che il motore si surriscaldi e di rimanere quindi a piedi, l’olio è fondamentale per il corretto funzionamento del motore, e potrebbe aver bisogno di un rabbocco. Importante anche riempire la vaschetta del liquido dei tergicristalli.
Non dimenticare di far controllare anche la batteria dell’auto e il funzionamento delle luci, può essere pericoloso viaggiare con queste componenti danneggiate.
Pianificare il percorso per ridurre i consumi
Guidare la propria auto (o moto) senza una meta precisa e senza ben conoscere l’itinerario da seguire potrebbe essere molto controproducente per quanto riguarda i consumi di carburante. Per questo motivo il nostro consiglio è quello di partire sempre e solo dopo aver pianificato alla perfezione il proprio percorso. Attenzione: non dimenticare che il motore della macchina consuma di più quando è freddo, quindi potrebbe essere una mossa astuta combinare più commissioni ad ogni sosta.
Guidare in maniera fluida e velocità costante per risparmiare carburante
Per risparmiare carburante bisognerebbe mantenere una velocità costante a seconda della tipologia di strada che si sta percorrendo (si consiglia di stare sugli 80 km/h ma ovviamente non sempre è possibile, per esempio in autostrada). Attenzione: esperti e associazioni di settore assicurano che viaggiare in autostrada a 130 km/h anziché a 115 km/h può aumentare i consumi del 25%.
Per ridurre al minimo lo spreco di benzina o gasolio basterebbe almeno prestare sempre attenzione alla strada, anticipando l’andamento del traffico e quindi evitare le perdite di energia che si verificano ogni volta che si frena o si accelera.
Importantissimo anche usare sempre la marcia corretta per ottimizzare il consumo di carburante, non è sempre quella più alta, ma quella che richiede la minor pressione sull’acceleratore per mantenere l’andamento che si desidera.
Un altro trucchetto per non spendere troppo in carburante è evitare i pesi in eccesso, minore è il carico che la macchina deve sopportare, minore è anche la quantità di carburante che deve bruciare. Consigliamo quindi di lasciare nel bagagliaio solo l’essenziale. Le barre portatutto e il portapacchi possono essere smontati quando non si usano, infatti aggiungono peso e creano anche una resistenza maggiore al vento, e anche questo aumenta i consumi (fino al 10% in più).
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Škoda Enyaq, l’ammiraglia elettrica della casa Ceca
Škoda Enyaq, la presentazione di Francesco Cimmino
Nasce sulla piattaforma MEB, del Gruppo Volkswagen, appositamente progettata per le auto a zero emissioni. Škoda Enyaq è la prima vettura elettrica della Casa della Repubblica Ceca e può essere considerata, a pieno titolo, l’ammiraglia della gamma.
Una suv di 4 metri e 65 centimetri che ha, fra i punti di forza, un’autonomia dichiarata, secondo il ciclo WLTP, di 520 Km. Linee eleganti e tanto spazio nell’abitacolo che si ispira, nell’allestimento top di gamma, all’interior design.
Spiccano, fra le dotazioni, il display da 13”, il più grande mai montato di serie, head up display con realtà aumentata e la pompa di calore, in grado di migliorare la gestione dell’energia nella climatizzazione dell’abitacolo, che impatta in modo minino sull’autonomia del veicolo.
Grazie alla ricarica veloce, Škoda Enyaq si ricarica, fino all’80%, in soli 38 minuti e sarà disponibile, in tutte le concessionarie italiane, a partire dal prossimo 15 maggio.
Icon Wheels ha intervistato Francesco Cimmino. Il direttore di Škoda Italia ci ha presentato la vettura.
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Volkswagen T-Cross: la tecnologia sigla per sigla
La Volkswagen T-Cross – la prima piccola SUV della Casa tedesca – è una crossover a trazione anteriore molto amata da chi ha bisogno di praticità ma al tempo stesso non vuole un mezzo troppo ingombrante.
Di seguito troverete un glossario per capire meglio cosa significano le sigle che identificano tutti gli accessori tecnologici della “baby” Sport Utility di Wolfsburg.
Volkswagen T-Cross: la tecnologia sigla per sigla
ACC
La sigla ACC (acronimo di Adaptive Cruise Control) è usata per identificare il cruise control adattivo.
ACT
Il sistema ACT (acronimo di Active Cylinder Technology) disattiva due cilindri su quattro quando la potenza richiesta non è elevata.
App-Connect
App-Connect è il sistema di connettività della Volkswagen T-Cross che permette di collegare il proprio smartphone alla vettura attraverso Android Auto o Apple CarPlay.
ASR
L’ASR è il sistema di controllo della trazione e regola automaticamente lo slittamento di una o più ruote motrici.
Blind Spot Detection
Il Blind Spot Detection è il sistema di monitoraggio dell’angolo cieco.
City Emergency Brake
Il City Emergency Brake non è altro che la frenata automatica.
DSG
Il DSG (acronimo di Direct-Shift Gearbox) è il cambio automatico a doppia frizione della Volkswagen T-Cross.
DSR
Il DSR (acronimo di Driver Steering Recommendation) è l’assistente di controsterzata.
EDS
La sigla EDS indica il bloccaggio elettronico del differenziale.
ESC
L’ESC non è altro che il controllo della stabilità.
Fatigue Detection
Il Fatigue Detection è il sistema di riconoscimento della stanchezza del guidatore.
Front Assist
Il Front Assist è un sistema di controllo perimetrale.
Lane Assist
Il Lane Assist avvisa il guidatore in caso di un’uscita o cambio di carreggiata involontario (senza l’utilizzo degli indicatori di direzione).
MSR
Il sistema MSR limita lo sbandamento delle ruote di un veicolo su una strada con bassa aderenza grazie alla forte azione frenante del motore.
Rear Traffic Alert
Il Rear Traffic Alert – grazie a sensori installati nel paraurti posteriore – supporta il conducente nell’esecuzione di manovre di uscita dai parcheggi in retromarcia.
Tire Mobility Set
Il Tire Mobility Set è un kit di riparazione pneumatici.
TSA
Il TSA è lo stabilizzatore del rimorchio.
TSI
La sigla TSI (acronimo di Turbocharger Stratified Injection) viene usata su tutti i motori turbo benzina della Volkswagen T-Cross.
We Connect
We Connect è il pacchetto di servizi online Volkswagen.
Il mondo Volkswagen
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Mercedes Concept EQT: in attesa della classe T
Si chiama Concept EQT il prototipo elettrico Mercedes che anticipa le forme e i contenuti della classe T, la nuova multispazio della Stella che debutterà ufficialmente nel 2022.
Mercedes Concept EQT: il design
Lo stile della Mercedes Concept EQT è caratterizzato da proporzioni bilanciate e da superfici dalle forme sinuose impreziosite da spalle pronunciate e da passaruota distintivi.
Fuori troviamo il frontale Black Panel con fari a LED, i cerchi in lega da 21” torniti a specchio, il tetto panoramico e una fascia luminosa che collega i gruppi ottici anteriori e posteriori mentre nell’abitacolo – contraddistinto da un contrasto in bianco e nero – spiccano i sedili in pelle nappa bianca, le bocchette di aerazione arrotondate in nero lucido e il display centrale che consente di gestire il sistema di infotainment MBUX.
Mercedes Concept EQT: le dimensioni
La Mercedes Concept EQT è lunga 4,95 metri, larga 1,86 metri (quanto una classe E Coupé) e alta 1,83 metri.
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I consigli per guidare senza mettere a rischio il tunnel carpale
La sindrome del tunnel carpale è una patologia da non sottovalutare, che porta ad un dolore insistente, che può essere molto fastidioso anche durante la guida. Chi ne soffre prova una sensazione di formicolio molto insistente e fastidiosa sia alla mano che al polso, che si estende anche fino al braccio, diventando un dolore insopportabile, paragonabile a quello di una scossa elettrica.
Per guidare in sicurezza però è fondamentale sapere come prevenire e alleviare questo problema e intorpidimento della mano, perché mentre si è al voltante potrebbe essere anche molto pericoloso. Si tratta di uno stato doloroso progressivo e non passeggero. Ci sono però dei metodi o dei trucchetti che possono servire per limitare le conseguenze di questa patologia soprattutto quando si è alla guida di un veicolo o si fanno altre operazioni/lavori a cui bisogna prestare attenzione.
Guida dell’auto con tunnel carpale: cosa succede
Il fastidio dovuto alla sindrome del tunnel carpale si può propagare fino alla spalla e indolenzire tutto il braccio, per questo motivo può diventare davvero difficile guidare la macchina. Sterzare o cambiare marcia può essere molto doloroso, oltre che poco sicuro sia per sé che per gli altri utenti della strada. Ogni automobilista potrebbe aver bisogno di qualche suggerimento per alleviare il dolore in attesa di un intervento medico o di una terapia.
Come alleviare il dolore del tunnel carpale
Chiaramente è necessario farsi curare da un medico per la sindrome del tunnel carpale, anche se ci sono dei trucchetti che possono essere molto utili per chi deve guidare, soprattutto per chi sta al volante molte ore per lavoro, e ha bisogno di far diminuire il dolore.
Per fare in modo che diminuisca la sensazione di formicolio e migliori la mobilità del polso, si può utilizzare una pallina antistress, da premere per almeno 3 minuti con la mano. C’è un altro accorgimento utile, mettere un palmo contro l’altro e portare le due mani dall’altezza del mento allo stomaco senza staccarle. Un’alternativa è stringere il pugno per 10 secondi e riaprirlo, ripetendo il gesto per almeno 5 volte. Lo stesso di può fare poi lasciando il pollice puntato verso l’alto per 10 secondi, e ripetendo il movimento più volte.
Tunnel carpale e guida dell’auto: si può prevenire il dolore
Se chi soffre di tunnel carpale sa di dover affrontare un lungo viaggio, allora può cercare di prevenire l’insorgere del fastidio/dolore. Un trucco è fare tutti i giorni il seguente esercizio: distendere la mano come per fare segnale di stop, tirandola il più possibile, cercando anche di mantenere la posizione per almeno 2 minuti e ripetendo più volte.
Si possono anche eliminare delle cattive abitudini, per cercare di limitare i dolori da tunnel carpale. Un esempio? Si consiglia di impugnare con meno energia e pressione possibile il mouse (per chi lavora in ufficio), lo stesso vale per la forza che si usa per premere i tasti della tastiera. Anche mentre si guida, il consiglio è quello di tenere il volante e impugnare la leva del cambio con meno forza; basta adottare una presa sicura e gestire in maniera controllata l’auto, senza sforzare il polso. Infine, anche la posizione di guida è molto importante in questo caso (e in altri infiniti, ad esempio per il benessere della schiena e della cervicale). Il deve essere in una postura naturale non troppo rigida e raccolta.
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Mondiale F1 2021 – GP Spagna a Barcellona: Hamilton ancora re con la Mercedes
Il GP di Spagna a Barcellona – quarta prova del Mondiale F1 2021 – si è concluso come il Gran Premio del Portogallo della scorsa settimana: con la vittoria di Lewis Hamilton (Mercedes) davanti a Max Verstappen (Red Bull) e Valtteri Bottas (Mercedes).
Alti e bassi per quanto riguarda la Ferrari: Charles Leclerc ha portato a casa un meritatissimo quarto posto impreziosito da un’ottima partenza mentre Carlos Sainz Jr. si è dovuto accontentare della settima piazza.
Mondiale F1 2021 – GP Spagna: le pagelle
Lewis Hamilton (Mercedes)
Il successo di Lewis Hamilton nel GP di Spagna (il quinto consecutivo) porta a tre – su quattro GP disputati – il numero di vittorie del pilota britannico nel Mondiale F1 2021.
Ieri il sette volte campione del mondo ha conquistato la 100° pole position in carriera ma oggi ha dovuto inseguire Verstappen (autore di una fenomenale partenza) ed è riuscito a passarlo al 60° giro dopo una grande rimonta aiutato anche dalla strategia Mercedes.
Max Verstappen (Red Bull)
Oggi Max Verstappen ha potuto fare poco contro un Hamilton velocissimo e si è dovuto “accontentare” del secondo posto e del punto bonus ottenuto grazie al giro veloce. Al via è riuscito a beffare la Mercedes alla prima curva ma ha dovuto cedere la prima piazza a una Stella decisamente più rapida.
Il pilota olandese sta disputando un Mondiale F1 2021 fantastico ed è l’unico in grado di reggere il ritmo di Lewis: una vittoria e tre secondi posti nei primi quattro appuntamenti del campionato.
Valtteri Bottas (Mercedes)
Valtteri Bottas è partito malissimo a Barcellona ma è riuscito a soffiare il terzo posto a Leclerc grazie a una Mercedes pazzesca.
Il driver finlandese – al terzo podio nei primi quattro GP del Mondiale F1 2021 – ha disputato l’ennesima corsa tanto anonima quanto proficua. Un ottimo lavoro da gregario.
Charles Leclerc (Ferrari)
Più di così Charles Leclerc non poteva fare: il monegasco ha tagliato il traguardo del GP di Spagna in quarta posizione supportato da un’ottima strategia della Ferrari.
Secondo piazzamento in “top 5” nelle prime quattro corse iridate ma anche un podio che manca ormai da oltre nove mesi.
Mercedes
Una monoposto veloce, un circuito adatto alle caratteristiche della Stella e una strategia impeccabile (specialmente quella adottata per Bottas).
La Mercedes oggi è stata imbattibile e ha portato a casa il terzo successo stagionale. Senza dimenticare che si tratta del quinto Gran Premio consecutivo con almeno una monoposto sul podio.
Mondiale F1 2021 – I risultati del GP di Spagna
Prove libere 1
1 Valtteri Bottas (Mercedes) 1:18.504
2 Max Verstappen (Red Bull) 1:18.537
3 Lewis Hamilton (Mercedes) 1:18.627
4 Lando Norris (McLaren) 1:18.944
5 Charles Leclerc (Ferrari) 1:18.996
Prove libere 2
1 Lewis Hamilton (Mercedes) 1:18.170
2 Valtteri Bottas (Mercedes) 1:18.309
3 Charles Leclerc (Ferrari) 1:18.335
4 Esteban Ocon (Alpine) 1:18.466
5 Fernando Alonso (Alpine) 1:18.518
Prove libere 3
1 Max Verstappen (Red Bull) 1:17.835
2 Lewis Hamilton (Mercedes) 1:18.070
3 Charles Leclerc (Ferrari) 1:18.308
4 Carlos Sainz Jr. (Ferrari) 1:18.410
5 Valtteri Bottas (Mercedes) 1:18.423
Qualifiche
1 Lewis Hamilton (Mercedes) 1:16.741
2 Max Verstappen (Red Bull) 1:16.777
3 Valtteri Bottas (Mercedes) 1:16.873
4 Charles Leclerc (Ferrari) 1:17.510
5 Esteban Ocon (Alpine) 1:17.580
Le classifiche
La classifica del GP di Spagna 2021
Lewis Hamilton (Mercedes) | 1h33:07.680 |
Max Verstappen (Red Bull) | + 15,8 s |
Valtteri Bottas (Mercedes) | + 26,6 s |
Charles Leclerc (Ferrari) | + 54,6 s |
Sergio Pérez (Red Bull) | + 1:03,7 s |
Classifica Mondiale Piloti
Lewis Hamilton (Mercedes) | 94 punti |
Max Verstappen (Red Bull) | 80 punti |
Valtteri Bottas (Mercedes) | 47 punti |
Lando Norris (McLaren) | 41 punti |
Charles Leclerc (Ferrari) | 40 punti |
Classifica Mondiale Costruttori
Mercedes | 141 punti |
Red Bull-Honda | 112 punti |
McLaren-Mercedes | 65 punti |
Ferrari | 60 punti |
Alpine-Renault | 15 punti |
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La Formula 1 sbarca a Barcellona per il GP di Spagna: la quarta tappa del Mondiale F1 2021 sarà trasmessa in diretta in chiaro anche su TV8 (oltre che su Sky). Di seguito troverete gli orari TV.
La Mercedes cercherà di conquistare la vittoria con Lewis Hamilton su un circuito molto amato ma Max Verstappen e la Red Bull non sono mai stati così veloci.
F1 2021 – GP Spagna: cosa aspettarsi
Il circuito di Barcellona – sede del GP di Spagna, quarto appuntamento del Mondiale F1 2021 – è stato modificato nella parte finale: una scelta che renderà la pista più rapida ma che al tempo stesso ridurrà le possibilità di sorpasso. Attenzione alla pioggia prevista per domenica che potrebbe scombussolare i piani di molti team.
Partire bene qui è fondamentale, così come guidare una Mercedes: nell’era ibrida, infatti, solo Verstappen al debutto con la Red Bull nel 2016 è stato in grado di trionfare senza scattare dalla prima fila e senza correre per la Stella. Di seguito troverete il calendario del Gran Premio di Spagna, gli orari TV su Sky e TV8 e il nostro pronostico.
F1 2021 -Barcellona, il calendario e gli orari TV su Sky e TV8
Venerdì 7 maggio 2021
11:30-12:30 | Prove libere 1 (diretta su Sky Sport F1) |
15:00-16:00 | Prove libere 2 (diretta su Sky Sport F1) |
Sabato 8 maggio 2021
12:00-13:00 | Prove libere 3 (diretta su Sky Sport F1) |
15:00-16:00 | Qualifiche (diretta su Sky Sport F1 e TV8) |
Domenica 9 maggio 2021
15:00 | Gara (diretta su Sky Sport F1 e TV8) |
F1 – I numeri del GP di Spagna
LUNGHEZZA CIRCUITO | 4.675 m |
GIRI | 66 |
F1 – Il pronostico del GP di Spagna 2021
1° Lewis Hamilton (Mercedes)
Impossibile non considerare Lewis Hamilton il favorito del GP di Spagna: il sette volte campione del mondo ha ottenuto a Barcellona cinque vittorie (di cui quattro negli ultimi 4 anni), nove podi e cinque pole position e da quando corre per la Mercedes è sempre scattato dalla prima fila.
Il pilota britannico ha iniziato alla grande il Mondiale F1 2021 con due successi e un secondo posto e taglia il traguardo in “top 3” da undici Gran Premi consecutivi.
2° Max Verstappen (Red Bull)
A Barcellona capiremo molte cose sul prosieguo del Mondiale F1 2021: se vincerà Max Verstappen (su un tracciato molto amato al volante di una Red Bull velocissima) il campionato sarà davvero incerto, altrimenti prepariamoci all’ennesimo dominio della Stella.
Il driver olandese è in un ottimo stato di forma – quattro piazzamenti in “top 3” negli ultimi quattro GP disputati – e si è sempre trovato bene in Spagna: una vittoria, quattro podi totali e sempre in “top 6” in qualifica (ma mai in prima fila).
3° Valtteri Bottas (Mercedes)
Valtteri Bottas ha iniziato la stagione con due terzi posti e tutto lascia intendere che nel corso del Mondiale F1 2021 frequenterà molto spesso il gradino più basso del podio dietro al duo Hamilton/Verstappen.
I precedenti del pilota finlandese nel GP di Spagna? Tre podi, una pole position e tre partenze dalla prima fila negli ultimi tre anni.
Da tenere d’occhio: Sergio Pérez (Red Bull)
Sergio Pérez ha portato a casa due piazzamenti in “top 5” nei primi tre appuntamenti del Mondiale F1 2021 ma la Red Bull ha bisogno di qualcosa in più da lui.
Il suo miglior piazzamento a Barcellona? Un quarto posto nel 2017.
La squadra da seguire: Mercedes
La Mercedes ama – anzi, adora – il GP di Spagna: la Stella negli ultimi otto anni ha portato a casa otto pole position, ha monopolizzato per sette volte la prima fila e ha conquistato sei vittorie impreziosite da quattro doppiette.
Nonostante una Red Bull in forma smagliante la Casa tedesca è già riuscita a vincere due GP su tre e a piazzare almeno una monoposto sul podio in tutte le gare del Mondiale F1 2021.
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Perché la batteria dell’auto si scarica?
La batteria dell’auto non si scarica solo dopo un lungo inutilizzo della vettura. Bosch ha pubblicato un elenco dei 10 motivi principali che portano all’avaria delle batterie delle vetture: scopriamoli insieme.
Perché si scarica la batteria della macchina? I 10 motivi principali secondo Bosch
Corto circuito nell’impianto elettrico
Il corto circuito richiede alla batteria un’elevata quantità di corrente che viene convertita in calore.
Impianto di illuminazione dimenticato acceso
Le luci vanno sempre spente alla fine di ogni viaggio.
Riscaldamento ausiliario
La batteria viene scaricata completamente se la ventola del riscaldamento ausiliario sotto tensione non si spegne. Lo stesso succede se l’accumulatore è troppo piccolo.
Generatore difettoso
Un generatore difettoso non carica la batteria e in questo modo l’accumulatore diventa l’unica fonte di energia per la vettura fino a quando non si scarica completamente.
Regolatore di tensione del generatore difettoso
Se il regolatore di tensione del generatore è difettoso la batteria viene scaricata completamente per la poca carica o caricata eccessivamente per la troppa carica.
Errore del dispositivo di controllo
Se i dispositivi di controllo non vengono spenti in seguito allo spegnimento del veicolo continuano a consumare corrente e possono causare la scarica eccessiva della batteria.
Utenze elettriche postmontate
Le utenze elettriche montate successivamente sul veicolo – quelle che di solito si riforniscono di energia attraverso l’accendisigari – scaricano la batteria dell’auto molto velocemente.
Montaggio della batteria errata
Una batteria difettosa deve essere sempre sostituita con una dello stesso tipo.
Viaggi brevi
Durante i viaggi brevi viene consumata più energia di quella che il generatore può fornire.
Radio, TV, DVD, frigorifero, borsa termica
Gli apparecchi da intrattenimento consumano molta energia e in caso di ricarica non sufficiente possono causare la scarica eccessiva della batteria.
Batteria auto 100 ampere prezzo
Una batteria 100 Ah costa indicativamente intorno ai 150 euro.
Batteria auto 45 ah prezzi
I prezzi di una batteria auto 45 Ah si aggirano intorno ai 45 euro.
Batteria auto 60 ah prezzo migliore
Le batterie auto 60 Ah partono da meno di 70 euro.
Batteria auto Auchan
Dal 2019 non è più possibile acquistare batterie auto nei centri commerciali Auchan in Italia: tutte le attività del colosso francese nel nostro Paese sono infatti state acquisite da Conad.
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