Monthly Archives: Maggio 2021

I break musicali di Volvo

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Credits: Volvo Studio Milano – JAZZMI Maggio 2021

Cambiano i colori delle città, si ricomincia a vivere all’aperto. A Milano, al Volvo Studio, nei pressi di piazza Gae Aulenti e della BAM, Biblioteca degli alberi, di cui peraltro la Casa svedese è sponsor, hanno ripreso una bella iniziativa in outdoor. Si chiama Break in Jazz, un ciclo di appuntamenti con protagonisti giovani jazzisti laureati ai Civici Corsi di Jazz del capoluogo lombardo, Accademia di alta qualità, fondata e diretta dal maestro Enrico Intra.

I prossimi appuntamenti, in totale sicurezza, sono programmati per il 9 e il 16 giugno. La prima data avrà come protagonista Andrea Giustiniani con Omaggio a Mick Goodrick, metre il 16 sarà la volta di Emma Lecchi con un omaggio a Dee Dee Bridgewater.

La proposta dei concerti di Break in Jazz al Volvo Studio Milano punta a valorizzare i giovani talenti e le eccellenze (in linea con l’approccio tipico di Volvo che mette sempre la persona al centro) accompagnando al tempo stesso la città nel suo rilancio, analogamente a quanto accaduto nel 2020 alla conclusione del primo lockdown.

«Anche quest’anno è per noi importante dimostrare come nulla possa sbarrare la strada al pensiero creativo» dice Chiara Angeli, Head of Commercial Operations di Volvo Car Italia e responsabile dell’attività del Volvo Studio Milano: «Ospitando i concerti di Break in Jazz intendiamo offrire al pubblico la possibilità di ascoltare ottima musica prodotta da giovani talenti, in una situazione di massimo confort e in tutta tranquillità. Così, il Volvo Studio non fa che ribadire la propria missione: diffondere i valori della Cultura in senso lato oltre che del marchio Volvo. Ci piace dunque pensare che questo sia il nostro contributo alla nuova ripresa di Milano, una città alla quale dobbiamo molto e che ha accolto il Volvo Studio con il più grande favore fin dall’inizio».

Il Volvo Studio Milano è un punto di riferimento a Milano, non è uno store, ma un concept globale di Volvo Car Group che ha trovato proprio in questa città la prima applicazione. Inaugurato nel 2017, è concepito come un ambiente tipicamente scandinavo, con forme modellate dalla luce e realizzato con materiali ecologici, in primis il legno. È insomma un luogo per ritrovarsi (oltre che per vedere le ultime novità di Volvo): non a caso dedica ampio spazio all’arte e alla musica, ospitando regolarmente concerti di due delle rassegne musicali più importanti di Milano: Piano City e JAZZMI.

Volvo Studio Milano – JAZZMI Maggio 2021

Credits: Volvo Studio Milano – JAZZMI Maggio 2021

Volvo Studio Milano – JAZZMI Maggio 2021

Credits: Volvo Studio Milano – JAZZMI Maggio 2021

Volvo Studio Milano – JAZZMI Maggio 2021

Credits: Volvo Studio Milano – JAZZMI Maggio 2021

Volvo Studio Milano 34

Credits: Volvo Studio Milano 34

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Parcheggio moto: in marcia o in folle? Cosa bisogna sapere

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Credits: iStock

Parcheggiare la propria moto potrebbe sembrare un’operazione automatica, basta fermarsi, scendere e appoggiarla sul cavalletto, infine rimuovere le chiavi e il gioco è fatto. In realtà però non è così, vediamo come bisogna fare e soprattutto se lasciarla con la marcia inserita oppure in folle.

Il pensiero dei motociclisti

Ogni motociclista la pensa a modo suo, c’è chi infatti lascia la sua moto parcheggiata con la prima inserita, chi con la seconda marcia e chi invece la lascia in sosta sempre in folle. Ci sono poi quelli che decidono di parcheggiare distanti dalle altre moto e anche chi invece decide di metterla con la ruota dietro appoggiata al marciapiede. Facciamo un po’ di chiarezza.

Una negativissima esperienza che può accadere ad un motociclista è quella di trovare la sua due ruote a terra, caduta a causa di un parcheggio sbagliato. Il rischio è alto quando si parcheggia vicino ad altre moto, quando ci si trova su strade difficoltose e sconnesse oppure in discesa.

Parcheggio perpendicolare al marciapiede oppure a 35 gradi

Se dobbiamo lasciare la moto parcheggiata su una strada piana e non possiamo posizionarla parallela al marciapiede, allora il consiglio è quello di lasciarla perpendicolare al marciapiede, deve formare un angolo di 90 gradi rispetto alla parte esterna della carreggiata.

In questo modo si riesce a riprendere la marcia più facilmente e tornare in circolazione senza molte manovre. La marcia deve essere inserita e innescata solo dopo che una delle due gomme è a contatto con il marciapiede.

Il parcheggio più difficile per un motociclista è quello su una strada in pendenza. In questo caso non deve mai essere parcheggiata perpendicolare rispetto al marciapiede, l’angolazione giusta è di 35 gradi rispetto al cordolo. In questo modo si aumenta la stabilità della moto, caricando il baricentro verso il cavalletto, che deve essere aperto nel verso opposto rispetto alla discesa. La moto non deve ‘barcollare’, solo una volta verificata la sua stabilità, si può inserire la marcia (quando lo pneumatico è a contatto con il marciapiede).

Attenzione anche al tipo di terreno, se parcheggiamo su ghiaia, sabbia o asfalto, la situazione cambia. La due ruote deve essere stabile sul cavalletto, è necessario quindi prestare la massima attenzione.

Parcheggiare la moto con la marcia inserita

Se decidiamo di parcheggiare la moto con la marcia inserita, allora non dobbiamo fare movimenti bruschi, ma spegnerla senza lasciare la frizione, abbassare il cavalletto, appoggiarla e assicurarci che sia ferma e stabile. Solo allora è possibile lasciare lentamente la leva della frizione, senza muovere la moto con la marcia inserita.

Parcheggiare la moto in folle

Se lasciamo la moto nel parcheggio di casa o su un terreno piano, allora è meglio lasciarla in folle. In questo modo evitiamo possibili danni che possono accadere con la marcia inserita, anche se lievi e non immediati (al cambio). I problemi infatti possono nascere quando la due ruote viene spostata da noi o da altri senza tirare la leva della frizione, non ricordando di aver lasciato la marcia inserita. In questo caso la moto si muove di qualche centimetro e poi si blocca. Anche solo un piccolo movimento, a lungo andare, può creare danni gravi alle ruote dentate degli ingranaggi che, col tempo, possono anche diventare irrimediabili. Per questo il nostro consiglio è quello di lasciare la moto in folle, se siamo sicuri di parcheggiare su uno spazio pianeggiante.

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Si può contestare una multa dopo averla pagata?

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Generalizzando, dal momento in cui si paga una multa, non è più possibile fare ricorso per la stessa, anche se ci sono dei casi particolari in cui l’automobilista scopre che ci sono delle alternative per annullare la sanzione. Cosa bisogna fare in questi casi?

Che cosa dice la legge

L’articolo 203 del Codice della Strada dice: “Il trasgressore o gli altri soggetti indicati nell’art. 196, nel termine di giorni sessanta dalla contestazione o dalla notificazione, qualora non sia stato effettuato il pagamento in misura ridotta nei casi in cui è consentito, possono proporre ricorso al prefetto del luogo della commessa violazione, da presentarsi all’ufficio o comando”.

Quindi sottolinea che si può fare ricorso nei termini prestabiliti, ma solo fino a quando la multa non risulta pagata. Per questo prima è importante riflettere, se ci sono dei dubbi, anche a costo di far passare i 5 giorni che consentono di beneficiare dello sconto del 30% sull’importo da pagare.

Versare la somma dovuta è come ammettere la colpa, ma c’è un’eccezione da considerare.

Cosa succede se proprietario e conducente sono persone diverse

La sentenza 471/2005 consente di trarre spunto e rappresenta un’eccezione. Si tratta in particolare di una sanzione con sconto, i soggetti coinvolti sono proprietario e guidatore della stessa auto, che non coincidono. La Corte costituzionale dice che se il proprietario paga la multa entro 5 giorni, chi era alla guida della macchina può comunque fare ricorso e contestare il verbale di fronte al Giudice di pace o al Prefetto.

Nel caso in cui invece dovesse verificarsi la situazione inversa, ovvero il conducente che paga, e non il proprietario, non sappiamo la procedura da seguire, visto che la Corte non si è pronunciata in merito.

Come si fa la contestazione di una multa?

Per fare la richiesta ci si può rivolgere:

  • al Giudice di Pace, che può annullare o confermare le multe anche in forma ridotta. La contestazione deve essere fatta entro 30 giorni dal ricevimento della multa, personalmente presso gli uffici territoriali oppure tramite raccomandata. Si pagano il contributo unificato di 43 euro, la marca da bollo per i diritti di cancelleria di 27 euro;
  • al Prefetto, entro 60 giorni dalla data di notifica e senza alcun costo. Può essere scritta a mano o firmata a mezzo PEC in modo digitale. La contestazione deve poi essere consegnata personalmente agli uffici territoriali della Prefettura o può essere inviata tramite raccomandata.

Quando è possibile fare ricorso per una multa?

Come abbiamo visto quindi fare ricorso per una multa che è già stata pagata non è di certo semplice, per svariate ragioni. Il versamento della somma dovuta, infatti, rappresenta l’ammissione della colpa per l’infrazione commessa. Prima di pagare è bene essere certi e controllare sempre di non trovarsi di fronte a un verbale con vizi di forma, in questo caso è possibile evitare di fare il versamento richiesto.

Quando è possibile contestare la multa? Quando ci sono degli errori commessi dagli organi accertatori; vediamo alcuni esempi di seguito:

  • la targa scritta sulla multa non è corretta;
  • data e orario non corrispondono alla realtà;
  • il verbale stesso presenta errori o è incompleto;
  • l’autorità competente non si identifica;
  • la multa viene fatta al precedente proprietario;
  • gli strumenti di verifica non sono a norma.

Attenzione: non devono mai essere passati più di 90 giorni tra la data della contravvenzione e quella di notifica, altrimenti la multa non è valida.

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Honda CR-V Sport Line: the dark side of the SUV

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Articolo sponsorizzato da Honda

Honda CR-V SUV medio giapponese arrivato alla quinta generazione – è stato tante cose nel corso della sua carriera quasi trentennale: qualche anno fa è stato persino lo Sport Utility più venduto al mondo. Sportivo, però, il crossover ibrido giapponese disponibile a trazione anteriore o integrale non lo era mai stato. Finora.

L’allestimento Sport Line introdotto in occasione del recente restyling – un lifting che ha portato fiancate posteriori con profili dai contorni più marcati con passaruota più ampi, una maggiore altezza da terra e interni migliorati – è stato pensato per esaltare la personalità già forte e audace della vettura, accentuandone il carattere “racing”.

Honda CR-V: le novità della versione Sport Line

Due colorazioni a disposizione (Crystal Black Pearl e Platinum White Pearl), un frontale impreziosito da una minigonna nera lucida e finiture cromate dark per il battitacco, il paraurti e il portellone posteriore: sono queste le modifiche principali presenti su Honda CR-V Sport Line Full Hybrid. Senza dimenticare le luci anteriori e posteriori fumé, le calotte degli specchietti retrovisori laterali nere lucide e i cerchi in lega neri da 18”.

Nell’abitacolo spiccano i toni neri intensi Piano Black (presenti sulle maniglie delle portiere e sui comandi al volante, del clima e dell’infotainment), i sedili rivestiti in pelle nera con logo Black Edition a sbalzo e i pannelli in effetto legno scuro con venature sul cruscotto, sulle portiere e sulla console centrale.

Per gli incontentabili segnaliamo – tra gli optional – il pacchetto Sport Line Plus: pedane nere, spoiler nero posteriore, profili sottoporta con logo CR-V nero, tappetini Elegance e il tappetino per il bagagliaio con il logo “Black Edition”.

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Il re del comfort

Ogni viaggio a bordo di Honda CR-V Full Hybrid è tranquillo e silenzioso: merito anche del sistema di controllo attivo del rumore di serie su tutta la gamma. Due microfoni posizionati all’interno dell’abitacolo monitorano l’emissione di rumori provenienti dal vano motore e, all’occorrenza, inviano segnali audio “a fase inversa” per eliminarli.

Contribuiscono inoltre a incrementare la comodità i sigillanti posizionati nella carrozzeria, i separatori acustici nei montanti anteriori, centrali e posteriori e il parabrezza montato a filo. Ci sono inoltre divisori nei montanti che riducono la trasmissione del rumore dal pavimento verso l’abitacolo e sigilli tripli delle portiere stampati a 360° che riducono il rumore del vento e migliorano l’isolamento. Non vi basta? Sappiate che ogni finestrino laterale è dotato di blocchi sigillanti nella parte frontale inferiore e negli angoli posteriori per colmare gli spazi vuoti tra la carrozzeria e il vetro, garantendo in questo modo ulteriore silenziosità.

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Puro Full Hybrid

Honda CR-V monta un motore 2.0 a benzina a ciclo Atkinson da 145 CV abbinato a due unità elettriche da 184 CV, a una batteria agli ioni di litio e a una trasmissione a rapporto fisso.

Le modalità di guida sono tre: in EV Drive (in fase di accelerazione da fermo o a basse andature) l’auto procede alimentata dalla batteria attraverso il solo propulsore elettrico, in Hybrid Drive (in caso di marcata accelerazione) entrano in gioco sia il motore termico che quelli a emissioni zero mentre in Engine Drive (a velocità sostenuta) la vettura viene spinta direttamente dall’unità a benzina.

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Sicurezza in primo piano

Quando si parla di sicurezza Honda CR-V Full Hybrid non si accontenta di conquistare cinque stelle nei crash test Euro NCAP. Il crossover medio nipponico offre infatti di serie su tutta la gamma il pacchetto Honda Sensing ricco di utilissimi assistenti alla guida.

Ci sono ad esempio il sistema di frenata a riduzione d’impatto che in caso di possibile collisione con un veicolo o un pedone avverte del pericolo e diminuisce la velocità per ridurre al minimo la gravità dell’urto, l’avviso di abbandono della corsia (se la vettura si allontana dalla corsia senza aver attivato l’indicatore di direzione avverte il guidatore con segnali visivi e acustici e corregge la traiettoria), il sistema di mantenimento della corsia, il cruise control adattivo e il limitatore intelligente della velocità.

Un mare di ADAS ma non solo: la struttura di nuova generazione ACE (acronimo di Advanced Compatibility Engineering) di Honda CR-V impiega una rete di elementi strutturali connessi per distribuire l’energia della collisione in modo più uniforme.

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AWD per gli amanti del fuoristrada

Honda CR-V AWD – variante a quattro ruote motrici del SUV medio giapponese – è rivolto agli amanti della guida in fuoristrada: maggiore altezza libera dal suolo (+ 1 cm) rispetto alla versione a trazione anteriore e al modello pre-restyling 4×4 e un’avanzata tecnologia di guida a trazione integrale chiamata Real Time AWD con Intelligent Control System.

Entrando più nel dettaglio CR-V AWD Full Hybrid nasconde sotto la pelle una frizione multidisco che collega l’albero di trasmissione al differenziale posteriore ed è azionata da un motore elettrico che guida una pompa idraulica.

In parole povere? La trazione integrale entra in funzione solo quando serve – ad esempio in caso di perdita di aderenza o quando si affronta una salita – e quando la coppia extra non è più necessaria la frizione multidisco scollega automaticamente l’albero di trasmissione dal differenziale posteriore generando in questo modo un notevole risparmio di carburante.

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Infotainment e connettività

Tecnologia amica a bordo di Honda CR-V: il guidatore ha a disposizione un utile head-up display che proietta le informazioni fondamentali nel campo visivo del pilota e un cruscotto digitale a colori chiamato DII (Driver Information Interface) ricco di dettagli relativi alla guida ibrida e non solo.

Ultimi, ma non meno importanti, il sistema di infotainment Honda Connect con touchscreen centrale da 7” e connettività smartphone (Apple CarPlay e Android Auto) che offre un comportamento più intuitivo e avanzato rispetto a prima e le quattro prese USB presenti nell’abitacolo.

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Pedale freno che affonda: perché succede e cosa fare

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Se il pedale del freno affonda, allora significa che c’è qualcosa che non funziona nell’auto. È fondamentale capire come comportarsi, per evitare che il problema diventi troppo grave e fare in modo di viaggiare sempre su una vettura completamente sicura. Vediamo come bisogna muoversi in questa situazione.

Il pedale del freno affonda: qual è il motivo?

Ci possono essere differenti motivi che portano a questa tipologia di problema al pedale del freno, ognuno dei quali deve essere tenuto comunque sotto controllo, guidando l’auto con la massima cautela (potrebbe infatti essere molto pericoloso). Le motivazioni possono essere le seguenti:

  • il problema potrebbe essere dovuto alla pompa dei freni;
  • alle pastiglie;
  • potrebbe essere necessaria la sostituzione dell’olio dei freni.

Qualsiasi sia la causa del pedale del freno dell’auto che affonda, è necessario rivolgersi immediatamente ad un meccanico e far controllare l’impianto frenante della macchina. L’esperto farà una verifica generale e controllerà le condizioni generali dell’auto, dopodiché sarà in grado di intervenire in maniera diretta e far funzionare nuovamente il pedale del freno, in modo da farlo tornare alla normalità, riconquistando l’efficacia che aveva in precedenza.

Cosa succede quando il pedale del freno affonda lentamente

Anche in questo caso è necessario muoversi con attenzione, per evitare situazioni pericolose. Potrebbe essere il servofreno a perdere la sua efficacia iniziale, quindi il piede tende a scendere molto più in basso sul pedale rispetto al solito, lo si percepisce. Altro problema che potrebbe verificarsi nel caso in cui il pedale del freno affonda lentamente è legato alla pompa dei freni che, se sollecitata eccessivamente, entra in una situazione difficoltosa.

Nel caso in cui si stia percorrendo una strada in discesa ripida, con la macchina in una situazione simile, oppure se si viaggia con condizioni meteo di pioggia, l’aria può generare numerosi rumori e la guida può diventare molto rischiosa. Una frenata molto più leggera del solito in questi casi potrebbe essere una soluzione positiva e anche del tutto lecita.

Cambio pastiglie e pedale del freno che affonda

Il problema del pedale del freno che affonda si può presentare anche subito dopo aver portato l’auto dal meccanico per il cambio delle pastiglie, sostituzione che deve essere eseguita nel caso in cui l’impianto frenante della macchina abbia perso la sua efficienza e quindi non sia più sicuro viaggiare.

Quando viene effettuato questo tipo di intervento in un’officina meccanica, è necessario fare attenzione perché si sentirà il pedale più morbido, che tenderà a scivolare verso il basso con più facilità. Una situazione molto simile può avvenire anche nel momento in cui lo spurgo che serve a rimuovere l’aria in eccesso non viene fatto in maniera definitiva.

Le pastiglie dei freni installate di recente sono ricoperte di una patina che rende il freno spugnoso e questo cambia il comportamento da tenere durante la frenata, che dovrebbe essere fatta con maggiore intensità e forza rispetto a come si è abituati. Nel giro di alcuni chilometri percorsi comunque tutto dovrebbe tornare nella norma.

Che cosa fare quando il pedale del freno affonda

Le cause che possono portare ad un eccessivo scivolamento del pedale del freno, come abbiamo già visto, possono essere differenti. La cosa importante è essere in grado di non perdere mai il controllo della macchina e rivolgersi immediatamente ad un meccanico che può analizzare e risolvere la situazione.

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Mondiale F1 2021 – GP Monaco a Monte Carlo: gli orari TV su Sky e TV8

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Credits: Dan Istitene – Formula 1/Formula 1 via Getty Images

La F1 torna a Monte Carlo dopo un anno di assenza causa Covid-19: il GP di Monaco – quinta tappa del Mondiale F1 2021 – sarà trasmesso in diretta in chiaro anche su TV8 (oltre che su Sky). Di seguito troverete gli orari TV.

La MercedesLewis Hamilton sono i favoriti: Max Verstappen, infatti, non ama molto questo tracciato…

F1 2021 – GP Monaco: cosa aspettarsi

Il circuito cittadino di Monte Carlo – sede del GP di Monaco – è il più noto tra quelli presenti nel calendario del Mondiale F1 2021 ma sicuramente non il più gradevole. Sorpassare è impossibile: dal 1986 a oggi solo Olivier Panis nel 1996 è stato capace di trionfare nel Principato senza scattare dalle prime tre posizioni della griglia.

Attenzione alla pioggia prevista per sabato che potrebbe scombussolare le qualifiche. Di seguito troverete il calendario del Gran Premio di Monaco, gli orari TV su SkyTV8 e il nostro pronostico.

F1 Grand Prix of Spain

Credits: Eric Alonso/Getty Images

F1 Grand Prix of Spain

Credits: Dan Istitene – Formula 1/Formula 1 via Getty Images

F1 Grand Prix of Spain

Credits: Xavi Bonilla / DPPI

2nd Navarra Women’s Elite Classics 2021 – Stage 2

Credits: Luc Claessen/Getty Images

F1 Grand Prix of Spain

Credits: Eric Alonso/Getty Images

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F1 2021 – Monte Carlo, il calendario e gli orari TV su Sky e TV8
Giovedì 20 maggio 2021
11:30-12:30 Prove libere 1 (diretta su Sky Sport F1)
15:00-16:00 Prove libere 2 (diretta su Sky Sport F1)
Sabato 22 maggio 2021
12:00-13:00 Prove libere 3 (diretta su Sky Sport F1)
15:00-16:00 Qualifiche (diretta su Sky Sport F1 e TV8)
Domenica 23 maggio 2021
15:00 Gara (diretta su Sky Sport F1 e TV8)

F1 – I numeri del GP di Monaco
LUNGHEZZA CIRCUITO 3.337 m
GIRI 78
RECORD IN PROVA Lewis Hamilton (Mercedes F1 W10) – 1’10”166 – 2019
RECORD IN GARA Max Verstappen (Red Bull RB14) – 1’14”260 – 2018
RECORD DISTANZA Daniel Ricciardo (Red Bull RB14) – 1h42’54”807 – 2018

F1 – Il pronostico del GP di Monaco 2021

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1° Lewis Hamilton (Mercedes)

Lewis Hamilton è il favorito assoluto del GP di Monaco secondo i bookmaker (e anche secondo noi). Il sette volte campione del mondo F1 può vantare nel Principato tre vittorie, sette podi totali e due pole position.

Era dal 2015 che il pilota britannico non iniziava così bene un Mondiale: tre successi e un secondo posto nei primi quattro appuntamenti stagionali.

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2° Max Verstappen (Red Bull)

Max Verstappen ha iniziato benissimo il Mondiale F1 2021 con una vittoria e tre secondi posti nei primi quattro Gran Premi stagionali.

Il driver olandese, però, non ama Monte Carlo: mai sul podio nel Principato, mai in prima fila in griglia e un quarto posto nel 2019 come miglior risultato.

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3° Valtteri Bottas (Mercedes)

Valtteri Bottas nel 2019 ha conquistato il primo (e per il momento) unico podio in carriera nel GP di Monaco portando a casa un terzo posto.

Il driver finlandese ha terminato in terza posizione tre delle prime quattro gare del Mondiale F1 2021 e ha buone possibilità di ripetersi anche domenica.

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Da tenere d’occhio: Daniel Ricciardo (McLaren)

Daniel Ricciardo ama moltissimo Monte Carlo: una vittoria nel 2018, quattro piazzamenti complessivi in “top 3” e due pole position.

Il pilota McLaren (scuderia che correrà il GP di Monaco 2021 con una sexy livrea retrò Gulf) non ha però iniziato bene il campionato del mondo: quattro arrivi a punti – ma mai nelle prime cinque posizioni – e un podio che manca da oltre sei mesi.

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La squadra da seguire: Mercedes

Anche nel Mondiale F1 2021 la Mercedes sarà la scuderia da battere: tre vittorie nelle prime quattro corse stagionali.

Il team tedesco ha conquistato cinque podi a Monte Carlo e nelle ultime sette edizioni del GP di Monaco ha tagliato per primo il traguardo per cinque volte.

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Muffa in auto, tutti i trucchi per eliminarla una volta per tutte

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Non tutti si accorgono di questo fenomeno che avviene nelle proprie auto, eppure si possono sviluppare batteri e muffe, che purtroppo portano delle conseguenze anche molto negative sulla nostra salute e su quella dei passeggeri che portiamo con noi.

Vediamo quali sono le cause della muffa in auto, i rischi, i rimedi per eliminarla.

Muffa in auto: di che cosa si tratta

In generale la muffa è un microrganismo della famiglia dei funghi pluricellulari che si riproduce per mezzo di spore. È molto nociva per la salute, influisce negativamente sul benessere e la qualità della nostra vita. Si può sviluppare purtroppo in ambienti chiusi come case, uffici e scuole, ma anche in macchina. L’ambiente caldo-umido dell’abitacolo, a causa della condensa, delle piogge, del caldo durante l’estate e dell’accensione del riscaldamento e del climatizzatore, è ideale per la crescita di batteri e muffe.

Ogni veicolo è un luogo chiuso in cui si deposita materiale organico adatto alla proliferazione delle muffe. Le spore trasportate dall’aria si depositano su superfici e oggetti di ogni tipo e si moltiplicano anche in auto, sui sedili, sui tappetini, sui seggiolini, sulle plastiche. Ovunque.

I rischi per la salute derivanti dalla muffa

La muffa può essere pericolosa soprattutto per i soggetti allergici o con una risposta immunitaria ridotta. Il corpo umano reagisce in maniera differente alla presenza di questi organismi nocivi, è possibile intossicarsi, a causa delle sostanze chimiche emesse da alcune muffe, e subire anche delle conseguenze sull’apparato gastrointestinale, sulle vie respiratorie, sul sistema nervoso e sulle mucose. I soggetti più a rischio sono i bambini.

Muffa in auto: come prevenire la formazione

La causa principale della formazione di muffa in macchina è l’umidità, per quello bisognerebbe tenere l’abitacolo sempre asciutto e arieggiato. Anche eventuali residui di cibo e i rifiuti possono essere motivo di proliferazione di muffe; ecco alcune regole per prevenire la formazione di questi pericolosi microrganismi:

  • battere spesso i tappetini;
  • aspirare le tappezzerie;
  • non dimenticare rifiuti in auto o residui di cibo;
  • lasciare spesso i finestrini aperti per il ricambio d’aria;
  • cambiare regolarmente il filtro abitacolo;
  • eseguire la manutenzione annuale dell’impianto di climatizzazione.

Muffa in auto: come eliminarla

La presenza di cattivo odore nell’abitacolo è il segnale di una possibile formazione di muffa nell’auto. Per eliminarla ci sono differenti modi, tra cui:

  • usare il bicarbonato di sodio;
  • usare acqua ossigenata e candeggina da strofinare sull’area interessata;
  • usare il detersivo per lavatrice contro macchie e muffa.

Come procedere alla sanificazione dell’auto con l’ozono

La sanificazione dell’auto con l’ozono è uno dei metodi migliori per eliminare la muffa e i cattivi odori dall’auto. L’ozono è infatti in grado di neutralizzare oltre il 99% dei microrganismi come batteri, muffe, funghi, spore e lieviti, li uccide per ossidazione e ne previene la ricomparsa, al contrario dei prodotti chimici che non sono del tutto efficaci e soprattutto non solo di origine 100% naturale.

L’ozono inoltre:

  • viene prodotto da dispositivi automatizzati, senza bisogno dell’uomo;
  • non è tossico, inquinante, esplosivo, irritante o pericoloso per la salute;
  • penetra in profondità nei tessuti e nell’abitacolo, in ogni angolo, anche il più difficile da raggiungere;
  • elimina gli odori, senza coprirli.

Si tratta di un trattamento che sanifica l’ambiente, rendendo gli interni dell’auto sicuri per tutta la famiglia.

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Tutti i consigli per partire in sicurezza con un’auto elettrica

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Guidare un’auto elettrica è un’esperienza totalmente diversa per chi è abituato a viaggiare con un veicolo dalla tradizionale motorizzazione a combustione. In ogni caso, anche se all’inizio può ‘spaventare’ per questioni di abitudine, è molto più semplice di quanto sembra. Le macchine elettriche oggi sono moderne e leggere, in grado di rendere la guida ancora più confortevole. Oltretutto la cosa positiva è che consentono di viaggiare rispettando l’ambiente, senza emettere sostanze nocive.

Guidare un’auto elettrica: i nostri consigli

Come partire con un’auto elettrica, tutto quello che bisogna sapere prima di mettersi al volante:

  • innanzitutto ricordate che non ci sono né il cambio né la frizione, l’esperienza di guida così si semplifica, soprattutto in città e nel traffico. Per azionare l’auto, come avviene per le vetture con cambio automatico, basta selezionare la modalità di guida e lasciare fare tutto al veicolo;
  • la guida silenziosa è un comfort senza eguali, il motore elettrico non produce rumori. La guida è più piacevole e l’ambiente interno rilassante. Un grande vantaggio per il guidatore, ma soprattutto per l’ambiente circostante, si riduce infatti l’inquinamento acustico;
  • la strumentazione è differente, chiaramente le informazioni da tenere sotto controllo cambiano, al posto del contagiri c’è il voltometro o l’indicatore di consumo di energia. È fondamentale monitorare l’autonomia della macchina elettrica e i grafici relativi allo stile di guida, che aiutano a capire i consumi in tempo reale;
  • l’attività di guida in cui si disperde la più alta quantità di energia elettrica è l’accelerazione, quindi è importante imparare ad accelerare in modo graduale, viaggiando poi a una velocità costante;
  • le emissioni sono ridotte rispetto ai tradizionali veicoli a benzina e diesel;
  • guidare un’auto elettrica significa anche non utilizzare il freno con la frequenza con sui siamo abituati ad usarlo con le vetture termiche. Con il sistema di recupero dell’energia cinetica, l’auto rallenta anche solo rilasciando l’acceleratore. Il pedale del freno può quindi essere usato solo per l’arresto finale;
  • riscaldamento e climatizzatore, meglio non abusarne per non ridurre drasticamente l’autonomia della macchina;
  • un consiglio è quello di programmare i viaggi lunghi, per controllare sempre che ci siano delle colonnine di ricarica lungo il tragitto e consentire la ricarica, a seconda dell’autonomia del proprio veicolo. Con un’auto elettrica sarà ovviamente necessario fare alcune soste durante i percorsi più lunghi per ricaricare la batteria. Spesso gli automobilisti a zero emissioni decidono di dividere il loro viaggio in tappe;
  • è fondamentale anche saper programmare i tragitti più brevi e abituali, per cercare di consumare meno energia possibile. La cosa più importante da fare è riuscire a studiare il percorso più conveniente, più lineare. Questo perché le auto elettriche consumano più energia guidando su salite e dislivelli e meno su rettilinei e tragitti uniformi;
  • un vantaggio molto importante da tenere presente è senza dubbio quello di avere il libero accesso ai parcheggi a strisce blu, nelle ZTL e nei centri storici. Si tratta infatti di veicoli dal ridotto impatto ambientale, che consentono di circolare liberamente nelle aree urbane a traffico limitato e zone simili, dove i mezzi a benzina e diesel non possono entrare. Con l’autorizzazione concessa dalle amministrazioni comunali, è possibile non pagare i parcheggi con strisce blu.

La guida al volante di un’auto elettrica è senza dubbio un’esperienza di innovativa, semplice e leggera, che consente di usufruire di molti vantaggi.

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Documenti e pratiche per registrare le variazioni tecniche di un’auto

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Quando si decide di apportare delle variazioni ad alcune delle caratteristiche tecniche di un veicolo, allora è importante sapere come bisogna comportarsi per quanto riguarda permessi, pratiche e documenti specifici. Le modifiche sono quelle che si apportano, ad esempio, all’impianto di alimentazione dell’auto, oppure riguardano la variazione d’uso e molto altro ancora.

Che cosa bisogna fare in caso di variazioni tecniche all’auto?

Una volta effettuata una variazione che riguarda alcune caratteristiche tecniche dell’auto è necessario fare la segnalazione all’Ufficio Provinciale della Motorizzazione Civile (UMC), che provvede ad aggiornare la carta di circolazione del mezzo, una volta effettuato il collaudo (se necessario). L’Ufficio della Motorizzazione Civile deve poi comunicare la variazione effettuata al documento al Pubblico Registro Automobilistico (PRA), che provvederà all’aggiornamento automatico del proprio archivio.

È necessario fare la richiesta anche all’unità territoriale ACI?

Non è obbligatoria, quindi non è necessario e nemmeno prescritto dalla legge, fare la richiesta di aggiornamento della carta di circolazione al PRA. Per quale motivo? Il PRA si occupa dell’aggiornamento d’ufficio del suo archivio dopo ogni comunicazione che arriva dall’Ufficio della Motorizzazione Civile; inoltre il certificato di proprietà cartaceo o il foglio complementare, che viene rilasciato prima che l’utente in oggetto provveda alla variazione tecnica della sua auto, resta sempre valido.

Quali sono i costi da sostenere per questa pratica?

Per l’aggiornamento della carta di circolazione a seguito di variazione tecniche apportate a un veicolo è necessario pagare:

  • 13,50 euro di emolumenti ACI;
  • 32 euro di imposta di bollo per la registrazione al PRA, se come nota di presentazione di usa il certificato di proprietà, diventano invece 48 euro se viene utilizzato il modello NP3C come nota di presentazione).

Non è tutto, se non si effettua la pratica autonomamente ma si decide di affidarla a una delegazione dell’Automobile Club o a uno di studio di consulenza automobilistica, le cosiddette agenzie di pratiche auto, oltre ai costi previsti per legge, è necessario aggiungere, per fare la richiesta, anche la tariffa del servizio di intermediazione, ovviamente in regime di libero mercato.

Come si aggiorna la carta di circolazione del veicolo modificato?

Nel caso in cui il proprietario di un veicolo decide di modificarlo e quindi di apportare dei significativi cambiamenti strutturale all’auto allora, come abbiamo visto, è assolutamente necessario per legge procedere con l’aggiornamento della carta di circolazione, assolutamente obbligatorio.

Si tratta di una procedura che non è di certo semplice e che richiede del tempo. La prima cosa da fare è richiedere al meccanico o al tecnico specializzato che ha apportato le modifiche alla macchina di scrivere una relazione tecnica specifica sui lavori effettuati.

Poi, come abbiamo detto, è necessario fare i versamenti previsti presso gli uffici postali (un consiglio? Non dimenticate di conservare le ricevute che attestano gli avvenuti pagamenti, possono sempre essere utili in caso di controlli). È importante poi recarsi presso il Dipartimenti dei Trasporti Terresti con la scheda tecnica, le ricevute e l’auto, qui i tecnici specializzati potranno fare le loro valutazioni e i test sul veicolo. Una volta superata questa delicata fase di approvazione da parte degli esperti, allora è il momento di procedere con l’aggiornamento della carta di circolazione. Si tratta di una procedura che può essere eseguita in autonomia o anche facendosi supportare da un’agenzia di pratiche auto, pagando chiaramente i costi di intermediazione.

L’articolo Documenti e pratiche per registrare le variazioni tecniche di un’auto proviene da Icon Wheels.

Fonte:

Auto mild hybrid: tutti i modelli in commercio (e i loro prezzi)

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Le auto mild hybrid stanno conquistando sempre più clienti: le vetture ibride “leggere” stanno gradualmente rimpiazzando i modelli tradizionali benzina e diesel e non è un caso che le tre automobili più vendute in Italia siano già disponibili con questa soluzione.

Le mild hybrid sono ibride meno evolute delle full hybrid: il modulo elettrico abbinato al motore termico gestisce infatti esclusivamente le funzioni di motorino d’avviamento e alternatore. In parole povere i consumi si abbassano ma non tanto quanto sulle “vere” ibride.

Di seguito troverete l’elenco completo di tutte le auto mild hybrid (benzina e diesel) in commercio con i prezzi.

Auto mild hybrid: l’elenco completo con i prezzi

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Audi

  • A3 Sedan 30 TFSI (da 31.900 euro)
  • A3 Sedan 35 TFSI (da 34.050 euro)
  • A3 Sportback 30 TFSI (da 30.600 euro)
  • A3 Sportback 35 TFSI (da 32.750 euro)
  • A4 35 TFSI (da 37.200 euro)
  • A4 40 TFSI (da 44.000 euro)
  • A4 45 TFSI (da 51.500 euro)
  • A4 30 TDI (da 41.000 euro)
  • A4 35 TDI (da 42.950 euro)
  • A4 40 TDI (da 44.600 euro)
  • A4 50 TDI (da 53.150 euro)
  • S4 TDI (da 75.950 euro)
  • A4 Avant 35 TFSI (da 38.800 euro)
  • A4 Avant 40 TFSI (da 45.600 euro)
  • A4 Avant 45 TFSI (da 53.100 euro)
  • A4 Avant 30 TDI (da 42.600 euro)
  • A4 Avant 35 TDI (da 44.550 euro)
  • A4 Avant 40 TDI (da 46.200 euro)
  • A4 Avant 50 TDI (da 54.750 euro)
  • S4 Avant TDI (da 77.550 euro)
  • A4 allroad 45 TFSI (da 55.100 euro)
  • A4 allroad 40 TDI (da 50.800 euro)
  • A4 allroad 50 TDI (da 56.750 euro)
  • A6 40 TFSI (da 54.350 euro)
  • A6 45 TFSI (da 59.150 euro)
  • A6 55 TFSI (da 68.650 euro)
  • A6 35 TDI (da 53.700 euro)
  • A6 40 TDI (da 55.850 euro)
  • A6 45 TDI (da 63.600 euro)
  • A6 50 TDI (da 64.950 euro)
  • S6 TDI (da 82.600 euro)
  • A6 Avant 40 TFSI (da 56.750 euro)
  • A6 Avant 45 TFSI (da 61.550 euro)
  • A6 Avant 55 TFSI (da 71.050 euro)
  • A6 Avant 35 TDI (da 56.100 euro)
  • A6 Avant 40 TDI (da 58.250 euro)
  • A6 Avant 45 TDI (da 66.000 euro)
  • A6 Avant 50 TDI (da 67.350 euro)
  • RS 6 Avant (da 132.450 euro)
  • S6 Avant TDI (da 85.000 euro)
  • A6 allroad 55 TFSI (da 74.650 euro)
  • A6 allroad 40 TDI (da 64.750 euro)
  • A6 allroad 45 TDI (da 69.600 euro)
  • A6 allroad 50 TDI (da 70.950 euro)
  • A6 allroad 55 TDI (da 77.350 euro)
  • A7 Sportback 40 TFSI (da 63.500 euro)
  • A7 Sportback 45 TFSI (da 65.850 euro)
  • A7 Sportback 55 TFSI (da 77.000 euro)
  • RS 7 Sportback (da 138.300 euro)
  • A7 Sportback 40 TDI (da 63.750 euro)
  • A7 Sportback 45 TDI (da 72.250 euro)
  • A7 Sportback 50 TDI (da 74.900 euro)
  • S7 Sportback TDI (da 91.050 euro)
  • A8 60 TFSI (da 120.750 euro)
  • S8 (da 149.650 euro)
  • A8 50 TDI (da 97.750 euro)
  • A5 Sportback 40 TFSI (da 48.100 euro)
  • A5 Sportback 45 TFSI (da 56.500 euro)
  • A5 Sportback 35 TDI (da 49.850 euro)
  • A5 Sportback 40 TDI (da 51.350 euro)
  • A5 Sportback 50 TDI (da 64.550 euro)
  • S5 Sportback TDI (da 82.000 euro)
  • A5 40 TFSI (da 48.100 euro)
  • A5 45 TFSI (da 56.500 euro)
  • A5 35 TDI (da 49.850 euro)
  • A5 40 TDI (da 51.350 euro)
  • A5 50 TDI (da 64.550 euro)
  • S5 TDI (da 82.000 euro)
  • A5 Cabrio 40 TFSI (da 55.100 euro)
  • A5 Cabrio 45 TFSI (da 63.500 euro)
  • A5 Cabrio 40 TDI (da 60.950 euro)
  • A5 Cabrio 35 TDI (da 56.850 euro)
  • Q3 35 TFSI (da 39.050 euro)
  • Q3 Sportback 35 TFSI (da 41.600 euro)
  • Q5 45 TFSI (da 59.500 euro)
  • Q5 35 TDI (da 51.250 euro)
  • Q5 40 TDI (da 53.950 euro)
  • Q5 50 TDI (da 70.950 euro)
  • SQ5 TDI (da 83.500 euro)
  • Q5 Sportback 45 TFSI (da 62.500 euro)
  • Q5 Sportback 35 TDI (da 54.250 euro)
  • Q5 Sportback 40 TDI (da 56.950 euro)
  • Q5 Sportback 50 TDI (da 72.750 euro)
  • SQ5 Sportback TDI (da 86.100 euro)
  • Q7 55 TFSI (da 76,700 euro)
  • Q7 45 TDI (da 72.450 euro)
  • Q7 50 TDI (da 73.200 euro)
  • Q8 55 TFSI (da 80.500 euro)
  • SQ8 (da 112.000 euro)
  • RS Q8 (147.200 euro)
  • Q8 45 TDI (da 77.600 euro)
  • Q8 50 TDI (da 79.550 euro)

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BMW

  • M 340i 48V (70.800 euro)
  • 316d 48V (da 38.650 euro)
  • 318d 48V (da 43.100 euro)
  • 320d 48V (da 44.950 euro)
  • 330d 48V (da 52.300 euro)
  • M 340d 48V (71.100 euro)
  • M 340i 48V Touring (72.650 euro)
  • 316d 48V Touring (da 40.500 euro)
  • 318d 48V Touring (da 44.950 euro)
  • 320d 48V Touring (da 46.800 euro)
  • 330d 48V Touring (da 54.150 euro)
  • M 340d 48V Touring (72.950 euro)
  • 520i 48V (da 55.690 euro)
  • 530i 48V (da 60.040 euro)
  • 540i 48V (da 69.040 euro)
  • M550i 48V (91.650 euro)
  • 518d 48V (da 55.340 euro)
  • 520d 48V (da 58.090 euro)
  • 530d 48V (da 63.440 euro)
  • 540d 48V (da 72.940 euro)
  • 520i 48V Touring (da 58.040 euro)
  • 530i 48V Touring (da 62.390 euro)
  • 540i 48V Touring (da 71.390 euro)
  • 518d 48V Touring (da 57.690 euro)
  • 520d 48V Touring (da 60.440 euro)
  • 530d 48V Touring (da 65.790 euro)
  • 540d 48V Touring (da 75.290 euro)
  • 730d 48V (da 99.750 euro)
  • 740d 48V (da 109.900 euro)
  • M440i 48V (78.600 euro)
  • 420d 48V (da 52.500 euro)
  • 430d 48V (da 58.350 euro)
  • M440d 48V (76.600 euro)
  • M440i 48V Cabrio (87.050 euro)
  • 420d 48V Cabrio (da 61.000 euro)
  • 630i 48V Gran Turismo (da 67.100 euro)
  • 620d 48V Gran Turismo (da 64.200 euro)
  • 63od 48V Gran Turismo (da 70.100 euro)
  • 640d 48V Gran Turismo (da 79.400 euro)
  • 840d 48V (107.900 euro)
  • 840d 48V Cabrio (115.900 euro)
  • 840d 48V Gran Coupé (104.900 euro)
  • X3 sDrive18d 48V (da 48.750 euro)
  • X3 xDrive20d 48V (da 52.450 euro)
  • X3 xDrive30d 48V 249 CV (da 59.350 euro)
  • X3 xDrive30d 48V (da 59.350 euro)
  • X3 xDriveM40d 48V (73.950 euro)
  • X4 xDrive20d 48V (da 57.150 euro)
  • X4 xDrive30d 48V 249 CV (da 64.250 euro)
  • X4 xDrive30d 48V (da 64.250 euro)
  • X4 xDriveM40d 48V (77.350 euro)
  • X5 xDrive40i 48V (da 80.900 euro)
  • X5 xDrive30d 48V (da 75.400 euro)
  • X5 xDrive40d 48V (da 78.300 euro)
  • X6 xDrive40i 48V (da 84.000 euro)
  • X6 xDrive30d 48V (da 81.500 euro)
  • X6 xDrive40d 48V (da 84.000 euro)
  • X7 xDrive40i 48V (98.850 euro)
  • X7 xDrive40d 48V (98.850 euro)

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Fiat

  • 500 Hybrid (da 15.500 euro)
  • 500 C Hybrid (da 18.200 euro)
  • Panda Hybrid (da 13.900 euro)
  • Panda Cross Hybrid (17.100 euro)

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Ford

  • Fiesta Hybrid (da 20.750 euro)
  • Focus 1.0 EcoBoost Hybrid 125 CV (da 25.550 euro)
  • Focus 1.0 EcoBoost Hybrid 155 CV (29.550 euro)
  • Focus SW 1.0 EcoBoost Hybrid 125 CV (da 26.550 euro)
  • Focus SW 1.0 EcoBoost Hybrid 155 CV (30.550 euro)
  • Puma 1.0 EcoBoost Hybrid 125 CV (da 25.250 euro)
  • Puma 1.0 EcoBoost Hybrid 155 CV (da 29.750 euro)
  • Kuga 2.0 EcoBlue Hybrid (da 30.800 euro)

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Hyundai

  • i20 1.0 T-GDI 48V (da 19.250 euro)
  • i30 1.0 T-GDI 48V (da 26.200 euro)
  • i30 1.5 T-GDI 48V (da 28.850 euro)
  • i30 1.6 CRDi 48V (da 29.700 euro)
  • i30 Wagon 1.0 T-GDI 48V (da 27.200 euro)
  • i30 Wagon 1.0 T-GDI 48V (29.850 euro)
  • i30 Wagon 1.6 CRDi 48V (da 30.700 euro)
  • Kona 1.0 T-GDI Hybrid 48V (da 23.350 euro)
  • Kona 1.6 CRDI 48V (da 25.150 euro)
  • Tucson 1.6 T-GDI 48V (da 29.400 euro)
  • Tucson 1.6 CRDI 48V (da 36.600 euro)

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Jaguar

  • XE 2.0 D (da 46.470 euro)
  • XF 2.0 D (da 55.200 euro)
  • XF Sportbrake 2.0 D (da 58.360 euro)
  • E-Pace 1.5 I3 (da 40.150 euro)
  • E-Pace 2.0 I4 200 CV (da 45.500 euro)
  • E-Pace 2.0 I4 249 CV (da 49.700 euro)
  • E-Pace 2.0 I4 300 CV (66.700 euro)
  • E-Pace 2.0D I4 163 CV (da 47.850 euro)
  • E-Pace 2.0D I4 204 CV (da 48.950 euro)
  • F-Pace 3.0 (da 73.150 euro)
  • F-Pace 2.0 D 163 CV (da 56.280 euro)
  • F-Pace 2.0 D 204 CV (da 59.230 euro)
  • F-Pace 3.0 D (da 68.200 euro)

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Kia

  • Rio 1.0 T-GDi 100 CV MHEV (da 18.000 euro)
  • Rio 1.0 T-GDi 120 CV MHEV (da 19.750 euro)
  • Ceed 1.0 T-GDi MHEV (25.800 euro)
  • Ceed 1.5 T-GDi MHEV (29.050 euro)
  • Ceed 1.6 CRDi MHEV (da 27.300 euro)
  • Ceed SW 1.5 T-GDi MHEV (28.300 euro)
  • Ceed SW 1.6 CRDi MHEV (da 28.300 euro)
  • ProCeed 1.5 T-GDI MHEV (da 31.050 euro)
  • Stonic 1.0 T-GDi 100 CV MHEV (da 21.000 euro)
  • Stonic 1.0 T-GDi 120 CV MHEV (da 22.750 euro)
  • XCeed 1.5 T-GDi MHEV (da 27.300 euro)
  • XCeed 1.6 CRDi MHEV (da 28.300 euro)
  • Sportage 1.6 CRDI Mild Hybrid (da 29.000 euro)

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Lancia

  • Ypsilon Hybrid (da 15.100 euro)

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Land Rover

  • Defender 90 3.0 I6 (da 67.800 euro)
  • Defender 90 3.0D I6 200 CV (da 54.200 euro)
  • Defender 90 3.0D I6 250 CV (da 59.200 euro)
  • Defender 90 3.0D I6 300 CV (da 64.900 euro)
  • Defender 110 3.0 I6 (da 71.100 euro)
  • Defender 110 3.0D I6 200 CV (da 57.400 euro)
  • Defender 110 3.0D I6 250 CV (da 62.500 euro)
  • Defender 110 3.0 D I6 300 CV (da 68.100 euro)
  • Discovery Sport 2.0 Si4 200 CV (da 45.810 euro)
  • Discovery Sport 2.0 Si4 249 CV (da 50.110 euro)
  • Discovery Sport 2.0 Si4 290 CV (64.360 euro)
  • Discovery Sport 2.0 TD4 163 CV (da 44.610 euro)
  • Discovery Sport 2.0 TD4 204 CV (da 47.550 euro)
  • Discovery 2.0 I4 (da 63.500 euro)
  • Discovery 3.0 I6 (da 69.700 euro)
  • Discovery 3.0D I6 249 CV (da 64.600 euro)
  • Discovery 3.0D I6 300 CV (da 69.700 euro)
  • Range Rover Evoque 1.5 I3 (da 40.900 euro)
  • Range Rover Evoque 2.0 I4 200 CV (da 46.850 euro)
  • Range Rover Evoque 2.0 I4 249 CV (da 51.200 euro)
  • Range Rover Evoque 2.0 I4 300 CV (da 55.850 euro)
  • Range Rover Evoque 2.0D I4 163 CV (da 45.750 euro)
  • Range Rover Evoque 2.0D I4 204 CV (da 49.550 euro)
  • Range Rover Velar 3.0 I6 (da 73.000 euro)
  • Range Rover Velar 2.0D I4 (da 61.990 euro)
  • Range Rover Velar 3.0D I6 (da 70.700 euro)
  • Range Rover Sport 3.0 I6 (da 92.600 euro)
  • Range Rover Sport 3.0 D I6 249 CV (da 75.500 euro)
  • Range Rover Sport 3.0 D I6 300 CV (da 84.500 euro)
  • Range Rover Sport 3.0 D I6 350 CV (da 101.200 euro)
  • Range Rover 3.0 I6 (da 117.200 euro)
  • Range Rover 3.0 D I6 (da 111.000 euro)
  • Range Rover 3.0 D I6 350 CV (da 125.900 euro)

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Maserati

  • Ghibli MHEV (da 74.145 euro)

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Mazda

  • Mazda2 1.5 75 CV (18.300 euro)
  • Mazda2 1.5 90 CV (da 18.300 euro)
  • Mazda3 4p. 2.0 122 CV (26.800 euro)
  • Mazda3 4p. 2.0 150 CV (29.150 euro)
  • Mazda3 4p. 2.0 186 CV (33.500 euro)
  • Mazda3 2.0 122 CV (da 24.100 euro)
  • Mazda3 2.0 150 CV (da 25.100 euro)
  • Mazda3 2.0 186 CV (da 29.000 euro)
  • CX-30 2.0 122 CV (da 24.950 euro)
  • CX-30 2.0 150 CV (da 25.950 euro)
  • CX-30 2.0 186 CV (da 29.550 euro)

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Mercedes

  • C 200 (da 50.990 euro)
  • C 220 d (da 51.234 euro)
  • C 300 d (da 55.960 euro)
  • C 200 EQ-Boost Coupé (da 49.479 euro)
  • C 200 EQ-Boost Cabrio (da 58.721 euro)
  • E 200 EQ-Boost (da 56.282 euro)
  • E 450 EQ-Boost (da 70.636 euro)
  • E 300 d EQ-Boost (da 64.963 euro)
  • E 200 S.W. EQ-Boost (da 58.527 euro)
  • E 450 S.W. EQ-Boost (da 72.881 euro)
  • E 300 d S.W. EQ-Boost (da 67.208 euro)
  • E 200 EQ-Boost Coupé (da 59.227 euro)
  • E 350 EQ-Boost Coupé (da 70.516 euro)
  • E 450 EQ-Boost Coupé (da 71.488 euro)
  • E 300 d EQ-Boost Coupé (da 67.925 euro)
  • E 200 EQ-Boost Cabrio (da 66.065 euro)
  • E 53 AMG EQ-Boost Cabrio (98.741 euro)
  • E 300 d EQ-Boost Cabrio (da 74.753 euro)
  • S 450 EQ-Boost (da 121.861 euro)
  • S 500 EQ-Boost (da 130.548 euro)
  • CLS 450 EQ-Boost (da 93.237 euro)
  • CLS 53 AMG EQ-Boost (115.146 euro)
  • CLS 300 d EQ-Boost (da 86.660 euro)
  • GT Coupé 4 43 AMG EQ-Boost (103.870 euro)
  • GT Coupé 4 53 AMG EQ-Boost (123.510 euro)
  • GLC 200 EQ-Boost (da 50.439 euro)
  • GLC 300 EQ-Boost (da 59.658 euro)
  • GLC Coupé 200 EQ-Boost (da 55.042 euro)
  • GLC Coupé 300 EQ-Boost (da 64.262 euro)
  • GLE 450 EQ-Boost (da 80.072 euro)
  • GLE 53 AMG EQ-Boost (94.480 euro)
  • GLE 63 AMG EQ-Boost (145.635 euro)
  • GLE Coupé 53 AMG EQ-Boost (da 108.913 euro)
  • GLE Coupé 63 AMG EQ-Boost (171.450 euro)
  • GLS 580 EQ-Boost (122.990 euro)
  • GLS Maybach (169.500 euro)
  • GLS 63 AMG EQ-Boost (165.600 euro)

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Nissan

  • Qashqai MHEV 140 CV (33.870 euro)
  • Qashqai MHEV 158 CV (37.270 euro)

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Renault

  • Arkana TCe (da 30.350 euro)

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Seat

  • Leon 1.0 eTSI (da 25.650 euro)
  • Leon 1.5 eTSI (da 28.500 euro)
  • Leon Sportstourer 1.0 eTSI (da 26.400 euro)
  • Leon Sportstourer 1.5 eTSI (da 29.150 euro)

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Skoda

  • Octavia 1.0 e-TEC (da 26.550 euro)
  • Octavia 1.5 e-TEC (da 29.250 euro)
  • Octavia Wagon 1.0 e-TEC (da 27.600 euro)
  • Octavia Wagon 1.5 e-TEC (da 30.300 euro)

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Subaru

  • Impreza 2.0 MHEV (da 32.500 euro)
  • XV 2.0i MHEV (da 33.600 euro)
  • Forester (da 35.500 euro)

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Suzuki

  • Swift 1.2 (da 17.490 euro)
  • Swift Sport (24.050 euro)
  • Ignis (da 17.200 euro)
  • Vitara (da 24.400 euro)
  • S-Cross (da 23.600 euro)

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Volkswagen

  • Golf 1.0 eTSI (28.800 euro)
  • Golf 1.5 eTSI 130 CV (da 30.150 euro)
  • Golf 1.5 eTSI 150 CV (33.200 euro)
  • Golf Variant 1.0 eTSI (29.750 euro)
  • Golf Variant 1.5 eTSI (da 31.100 euro)
  • Golf Variant 1.5 eTSI 150 CV (34.150 euro)

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Volvo

  • S60 B3 (da 41.250 euro)
  • S60 B4 (da 43.650 euro)
  • S60 B5 (da 49.200 euro)
  • V60 B3 (da 41.450 euro)
  • V60 B4 (da 45.900 euro)
  • V60 B5 (da 51.450 euro)
  • V60 B4 (d) (da 44.450 euro)
  • V60 Cross Country B5 (da 53.300 euro)
  • V60 Cross Country B4 (d) (da 50.850 euro)
  • S90 B4 (da 51.000 euro)
  • S90 B5 (d) (da 61.950 euro)
  • V90 B4 (da 55.000 euro)
  • V90 B4 (d) (da 56.800 euro)
  • V90 B5 (d) (da 65.950 euro)
  • V90 Cross Country B5 (da 64.550 euro)
  • V90 Cross Country B4 (d) (da 64.600 euro)
  • V90 Cross Country B5 (d) (da 68.650 euro)
  • XC40 B4 (da 43.050 euro)
  • XC40 B5 (da 50.750 euro)
  • XC60 B4 (da 48.900 euro)
  • XC60 B5 (da 57.450 euro)
  • XC60 B4 (d) (da 50.250 euro)
  • XC60 B5 (d) (da 58.600 euro)
  • XC90 B5 (da 70.400 euro)
  • XC90 B6 (da 80.750 euro)
  • XC90 B5 (d) (da 69.950 euro)

L’articolo Auto mild hybrid: tutti i modelli in commercio (e i loro prezzi) proviene da Icon Wheels.

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