Monthly Archives: Aprile 2021

Audi Q4 e-tron: le foto e i dati

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Audi ha svelato le foto e i dati della Q4 e-tron: la SUV media elettrica tedesca – disponibile a trazione posteriore o integrale in due varianti di carrozzeria (“normale” e Sportback) – arriverà nelle concessionarie a giugno.

Le foto dell’Audi Q4 e-tron

Le foto dell’Audi Q4 e-tron Sportback

Audi e-tron: due varianti di carrozzeria

L’Audi e-tron sarà disponibile (come altre SUV della Casa dei quattro anelli: Q3, Q5 e e-tron) nelle varianti “standard” e Sportback. Quest’ultima si distingue per il design più filante e aerodinamico (Cx di 0.26 anziché 0.28), per lo spoiler e per il portellone posteriore ad apertura elettrica.

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Audi Q4 e-tron: le dimensioni

L’Audi Q4 e-tron è lunga 4,59 metri (9 cm meno di una Q5), larga 1,87 metri (come una Ssangyong Korando) e alta 1,63 (esattamente come una e-tron). Il passo è di 2,76 metri.

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Audi Q4 e-tron: la batteria

La batteria “base” da 55 kWh montata dall’Audi Q4 e-tron più accessibile può essere ricaricata fino a 7,2 kW in corrente alternata e fino a 100 kW in corrente continua. L’alternativa da 82 kW presente sulle altre versioni della SUV media elettrica di Ingolstadt può essere caricata fino a 11 kW in AC e fino a 125 kW in DC (dal 5 all’80% in 38 minuti).

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Audi Q4 e-tron: motori, prestazioni e autonomia

Sono tre le versioni dell’Audi Q4 e-tron: due a trazione posteriore con un motore montato dietro (35 da 170 CV e 40 da 204 CV) e la 50 quattro a trazione integrale con due motori elettrici in grado di generare una potenza totale di 299 CV.

L’Audi Q4 e-tron 35 – versione “base” della Sport Utility teutonica a emissioni zero – monta un motore elettrico posteriore da 170 CV e una batteria da 55 kWh che garantisce un’autonomia di 341 km (349 per la Sportback). 160 km/h di velocità massima e 9 secondi per accelerare da 0 a 100 chilometri orari.

L’Audi Q4 e-tron 40, variante rivolta a chi cerca la massima autonomia (520 km e possibilità di guadagnare 130 km di percorrenza in 10 minuti grazie alla ricarica veloce), monta un motore elettrico posteriore da 204 CV e una batteria da 82 kWh. Le prestazioni? 160 km/h di velocità massima e 8,5 secondi sullo 0-100.

L’Audi Q4 e-tron 50 quattro è la versione per chi vuole le massime prestazioni: trazione integrale, due motori elettrici (uno davanti e l’altro dietro) da 299 CV, 180 km/h di velocità massima e 6,2 secondi sullo “0-100”. Batteria da 82 kWh e un’autonomia di 488 km (497 per la Sportback).

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Audi Q4 e-tron: il design

Lo stile dell’Audi Q4 e-tron e della Q4 e-tron Sportback è ispirato a due concept mostrate nel 2019 e nel 2020. Fuori troviamo un design riuscito impreziosito da grandi cerchi in lega (da 19 a 21 pollici) mentre dentro spicca la consolle centrale orientata verso il guidatore con un display fino a 11,6”.

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Audi Q4 e-tron: abitabilità e bagagliaio

L’abitacolo dell’Audi Q4 e-tron è spazioso e versatile: 24,8 litri di vani portaoggetti e pratici incavi nei pannelli porta posizionati in prossimità del bracciolo per l’alloggiamento delle bottiglie da 1 litro.

Il bagagliaio ha una capienza di 520 litri che diventano 1.490 quando si abbattono i sedili posteriori: la Sportback risponde con 535/1.460 litri.

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Audi Q4 e-tron: i prezzi

I prezzi per l’Italia dell’Audi Q4 e-tron non sono ancora stati comunicati: in Germania la crossover elettrica dei quattro anelli sarà in vendita a partire da 41.900 euro mentre la Sportback (che arriverà nel terzo trimestre 2021) costerà circa 2.000 euro in più.

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Audi Q4 e-tron: gli optional

La dotazione di serie dell’Audi Q4 e-tron potrà essere arricchita attingendo a un corposo listino degli optional. Tra le “chicche” segnaliamo i fari Matrix LED, le luci diurne con quattro possibilità di personalizzazione, l’head-up display a realtà aumentata, la pompa di calore che sfrutta il calore residuo per riscaldare l’abitacolo, le sospensioni sportive che abbassano l’assetto di 1,5 cm (standard sulle versioni S line), il sistema di controllo della dinamica di marcia Audi drive select (compreso nel prezzo della Sportback), lo sterzo progressivo (di serie sulle Sportback e sulle quattro a trazione integrale) e il cruise control adattivo.

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Che cos’è l’ipnosi autostradale e come si può combattere?

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È un rischio reale e concreto che spesso viene sottovalutato, l’ipnosi autostradale può essere molto pericolosa per chi si trova alla guida della sua auto. Il rischio di subire questa particolare condizione è più alto soprattutto quando si guida su un’autostrada rettilinea quasi deserta per moltissimi chilometri, magari anche da soli.

L’ipnosi autostradale alla guida è una specie di trance che colpisce chi resta per molte ore immobile al volante, senza alcuna reazione. Può essere davvero molto pericolosa per la sicurezza. Quella che oggi chiamiamo ipnosi autostradale alla guida è lo stesso disturbo che un tempo veniva definito come febbre da linea bianca o febbre da strada.

Il nome è cambiato anche perché è proprio sulle autostrade che si corrono i rischi maggiori. Attenzione: lo stato di ipnosi può verificarsi in ogni momento e su qualsiasi tipologia di strada.

Che cos’è l’ipnosi autostradale?

Purtroppo il conducente non si rende conto di entrare in questo stato di trance dato dall’ipnosi autostradale e continua a guidare il veicolo in maniera automatica, senza quasi capire cosa sta effettivamente facendo. Spesso riesce anche ad arrivare a destinazione senza avere la minima reazione e senza ricordare quasi nulla del tempo durante il quale ha guidato. I gesti vengono compiuti in maniera automatica e distratta, senza recepire stimoli esterni. Attenzione: l’ipnosi autostradale alla guida non è la stanchezza al volante, si tratta infatti di due stati mentali e fisici diversi, che non devono assolutamente essere confusi.

Come evitare l’ipnosi autostradale alla guida

Chiaramente il primo consiglio, quello più semplice, per evitare questo stato di trance è rimanere sempre svegli e consapevoli di quello che si sta facendo. Non è facile ovviamente, visto che l’ipnosi inizia senza la volontà del guidatore.

Alcuni consigli per evitare questo stato di trance:

  • bere un caffè prima di intraprendere un lungo viaggio in autostrada;
  • mangiare uno spuntino, qualcosa di leggero, evitando pasti pesanti che possono provocare sonnolenza;
  • ascoltare musica che non piace particolarmente, che quasi “infastidisce”, per restare svegli, senza adagiarsi dal punto di vista mentale con una melodia affine ai propri gusti;
  • non tenere troppo alta la temperatura interna dell’auto, un po’ di fresco aiutare a stare svegli;
  • tenere una postura corretta (qui abbiamo visto quella adatta per i viaggi in moto) e ben dritta, meno comoda e rilassata, per restare sempre più vigili possibile;
  • pianificare il viaggio in autostrada cercando di prevedere diverse pause, se si prevede questo rischio.

Ipnosi autostradale e stanchezza al volante: la tecnologia aiuta

Restare con lo sguardo fisso sulle linee bianche della carreggiata è uno dei motivi che può spingere il guidatore allo stato di ipnosi. Al giorno d’oggi sono stati sviluppati differenti strumenti tecnologici che possono aiutare a ridurre il rischio di cadere in uno stato di trance o di sonnolenza. Si tratta dei sistemi di posizionamento globale, che vengono usati soprattutto dalle aziende di autotrasporti.

Come funzionano? Il GPS analizza il comportamento del soggetto alla guida, monitorando quanti chilometri percorre, la sua andatura, le pause che fa, il tempo che impiega, eventuali azioni ritenute anomale al volante. Utili anche tanti sistemi di assistenza alla guida di nuova generazione presenti oggi sulle auto. Tra questi ad esempio c’è il Lane Keeping Assist System, si tratta del sistema di mantenimento della corsia. In genere si limita ad avvisare il conducente che il veicolo sta per invadere un’altra corsia (eventuale colpo di sonno o distrazione), c’è un altro sistema complementare che addirittura interviene sui controlli del veicolo per riportarlo in carreggiata, ma essendo più invasivo non sempre è presente.

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Crash test Euro NCAP aprile 2021: 5 stelle per Volkswagen ID.4 e Skoda Enyaq iV

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Nella sessione di aprile 2021 dei crash test Euro NCAP la Volkswagen ID.4 e la Skoda Enyaq iV hanno conquistato cinque stelle. Solo due stelle, invece, per le Dacia SanderoLogan.

La vettura migliore testata questo mese è stata la Volkswagen ID.4: la SUV media elettrica tedesca ha ottenuto risultati eccellenti nella protezione degli occupanti e nell’urto laterale con barriera e palo mostrando qualche criticità nell’eccessiva escursione degli occupanti anteriori in caso di crash laterale e nell’assenza del sistema di rilevamento del pedone in retromarcia.

La “cugina” Skoda Enyaq iV – realizzata sullo stesso pianale – si è comportata nello stesso modo con massimi punteggi nella salvaguardia degli occupanti e con un’eccessiva escursione del conducente verso il passeggero accanto in caso di urto laterale. Buona anche la dotazione di ADAS: il monitoraggio del guidatore non è stato valutato in quanto optional e anche in questo caso manca il rilevamento del pedone in retromarcia.

La Dacia Sandero e la variante con la coda Logan (non venduta in Italia) si sono fermate a due stelle nei crash test Euro NCAP a causa soprattutto della scarsa dotazione dei sistemi di assistenza alla guida: è presente solo il rilevamento di allaccio delle cinture di sicurezza e la frenata automatica non è in grado di rilevare pedonibiciclette. Senza dimenticare la protezione marginale o debole del torace, dei femori e del collo per gli occupanti.

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Porsche Taycan, i brividi dell’elettrico

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Il passo non è alto, ma la strada è di grandissimo divertimento guidatorio. Perché per la nota legge che non conta la velocità assoluta ma quella relativa di un mezzo e che l’uomo avverte molto bene frenate e accelerate, portare la nuova Porsche Taycan su verso Varzi e poi ancor più su al passo del Penice e poi giù verso Bobbio e Piacenza è esperienza di potente divertimento.

Va detto che, prima di far muovere gli elettroni, qualche perplessità a vedere una Porsche senza tubi di scarico viene, eccome. Perché al frontale schiacciato senza radiatore ci siamo abituati da quando Porsche nacque, raffreddata prima ad aria e poi, pure col passaggio al liquido i radiatori rimasero sui fianchi senza turbare la purezza della linea delle 356 e poi delle 911. Ma il posteriore così, fa effetto.

Dentro, poi, la tradizione è rispettata col tasto di accensione a sinistra: lo ricordiamo la chiave nelle Porsche è sempre stata inserita a sinistra del piantone, un trucchetto per le partenze veloci a Le Mans, in modo che il pilota una volta entrato in auto avesse la mano destra libera per inserire la marcia. E anche la strumentazione è proprio come ce la si aspetta, con il bel cockpit e la pelle e le cuciture.

Manca una cosa, il cambio non c’è. C’è unicamente il pomello al centro con le tre posizioni Drive-Parking-Retro, ma niente paddle al volante. Il vantaggio dei motori elettrici è questo, la coppia è già massima a un giro, la potenza sale col numero dei giri, ma non serve un sistema di rapporti, basta dar gas, pardon corrente.

E allora, a dar corrente che succede? Che la Taycan fila via velocissima, con un debole fischio (ma c’è un magico tastino che simula ben altro rumore in abitacolo), un’accelerazione violenta, inchiodata al suolo dal baricentro bassissimo con tutte le batterie sotto la scocca e la trazione rigorosamente posteriore.

I numeri? La potenza parte da 326 o 380 CV ma con il Performance Battery Plus la si porta fino a 476 CV, il massimo se non basta la funzione Overboost che alza i cavalli a 408. Tanta potenza è garantita da un pacco batterie da 79,2kWh che, nelle migliori condizioni di utilizzo, dovrebbe garantire un’autonomia tra i 431 e i 484 chilometri.

Poi tutto dipende da come la si guida, perché l’elettrico perde autonomia più velocemente di una macchina tradizionale. Comunque le prestazioni sono a livello Porsche per quanto riguarda l’accelerazione: la Taycan scatta da zero a cento Km/h in 5,4 secondi, mentre la velocità massima è autolimitata a 230 Km/h onde evitare di svuotare la batteria troppo in fretta. Quanto tempo ci vuole a ricaricare? Con la fast charge in 22,5 minuti si riempie l’80% della batteria e comunque in cinque minuti si aggiungono 100 chilometri di autonomia.

Molto comoda a questo riguardo è la funzione Plug&Charge: nelle colonnine convenzionate fast charge (tipo Ionity) basta attaccare il cavo alla Porsche e la macchina – riconosciuta con una comunicazione crittografata – si ricarica in automatico senza necessità di inserire codici o far scattare app…

Ed eccoci infine alla domanda cruciale: la Taycan è vera Porsche. Risposta: se non si gode all’odore degli idrocarburi, se il rumore del termico non è fondamentale nella nostra vita, se non si soffre per la dipartita del mitico flat six ma si guarda alla guidabilità da vera sportiva, a come entra ed esce in curva, alle emozioni che sa regalare, all’interno così bello (a proposito niente pelle vera, si rispetta anche la natura animale), ebbene questa Taycan pur nel suo buzz è vera Porsche. Che va trattata con altra testa, rispetto alle sue sorelle a benzina, ma che comunque richiede competenze e polso fermo per farsi guidare al massimo delle potenzialità che – lo ripetiamo – sono altissime.

Prezzo: si parte da 86.471 euro.

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Quanto tempo ci mette l’assicurazione per liquidare un sinistro?

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Le tempistiche per ottenere il risarcimento dei danni provocati da un incidente cambiano a seconda dei casi e dipendono infatti da differenti variabili e fattori. In genere ci possono volere minimo 30 giorni, massimo 120 giorni, ma a volte anche di più.

Le variabili comunque sono molte:

  • se i conducenti dei veicoli coinvolti nel sinistro hanno firmato una constatazione amichevole, allora non bisogna aspettare molto per la liquidazione del danno;
  • se invece ci sono feriti gravi a causa dell’incidente, i tempi si allungano notevolmente.

Vediamo nello specifico quali sono i tempi.

Risarcimento diretto con constatazione amichevole

La constatazione amichevole, modulo che abbiamo già visto, è molto utile per ridurre il più possibile i tempi per la liquidazione del danno da parte dell’assicurazione. Si può ottenere infatti l’indennizzo diretto dalla compagnia assicurativa entro 30 giorni.

Ma cosa intendiamo per risarcimento diretto?

Si tratta di un provvediamo introdotto con il Decreto Bersani del 2007, che ha permesso di ridurre i tempi per il risarcimento, dando la possibilità alla persona coinvolta nel sinistro stradale, e non responsabile, di chiedere la liquidazione del danno direttamente alla propria compagnia assicurativa, e non a quella della controparte.

Devono essere però soddisfatte determinate condizioni:

  • innanzitutto l’incidente deve essere successo in Italia;
  • tutti i soggetti devono essere residenti in Italia;
  • i veicoli coinvolti devono essere al massimo due;
  • nel sinistro non devono essere feriti gravi o morti;
  • deve essersi verificato il contatto tra due veicoli.

La compagnia assicurativa del soggetto che “ha subito” il sinistro, una volta ricevuta la richiesta del proprio cliente, può rifarsi sull’assicurazione di chi ha provocato l’incidente. Il risarcimento può partire subito dopo la denuncia del sinistro, che deve essere fatta entro 3 giorni. Dalla denuncia dell’incidente alla liquidazione del danno in genere trascorrono al massimo 30 giorni.

Risarcimento diretto senza constatazione amichevole

Non serve per forza la constatazione amichevole per fare la richiesta di risarcimento diretto, lo possono richiedere anche i conducenti che non hanno usato il modello CAI per certificare il sinistro. Quindi la richiesta di risarcimento deve essere fatta a mezzo di raccomandata con ricevuta di ritorno, allegando la denuncia dell’incidente, che è obbligatoria. La compagnia assicurativa chiede la quantificazione del danno da parte del perito e poi servono dai 60 ai 90 giorni per la liquidazione.

Se il sinistro non ha causato alcun danno alle persone ci vogliono due mesi di solito, per il risarcimento danni per infortunio invece si attendono solitamente 3 mesi.

Quali sono i tempi ordinari per il risarcimento danni da sinistro stradale

Il risarcimento diretto, come abbiamo visto, non è sempre possibile. Quindi, se non ci sono le condizioni necessarie per richiederlo, devono essere applicate le tempistiche ordinarie previste per il risarcimento danni. Non serve l’intervento del perito richiesto dalla compagnia assicurativa, è necessario infatti aspettare il verbale dell’incidente da parte delle autorità venga reso pubblico.

Vediamo nel dettaglio le tempistiche:

  • 90 giorni per incidenti che non hanno causato dei danni alle persone;
  • 120 giorni nel caso in cui il sinistro invece ha provocato feriti.

Le colpe di ogni conducente che è rimasto coinvolto nel sinistro stradale si possono dare e verificare solo dopo la pubblicazione del verbale, è importante far sì che la compagnia del soggetto che ha causato il danno possa elaborare la proposta di risarcimento.

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Fonte:

Alfa Romeo Giulia: modelli, prezzi, dotazioni e foto

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La seconda generazione dell’Alfa Romeo Giulia – nata nel 2016 e sottoposta a un leggerissimo restyling nel 2019 – è una berlina italiana a quattro porte disponibile a trazione posterioreintegrale.

In questa guida all’acquisto dell’Alfa Romeo Giulia – una delle migliori proposte della categoria – analizzeremo nel dettaglio tutte le versioni presenti in listino della “segmento D” con la coda del Biscione (tranne le varianti esagerate GTAGTAm, affronteremo questi due modelli in un secondo momento): prezzimotori, accessori, prestazionipregidifetti e chi più ne ha più ne metta.

Le foto dell’Alfa Romeo Giulia

Alfa Romeo Giulia: le caratteristiche principali

La seconda serie dell’Alfa Romeo Giulia è una berlina costruita con cura caratterizzata da dimensioni esterne non esagerate (meno di 4,70 metri di lunghezza). Difficile trovare in commercio una “segmento D” più coinvolgente nelle curve.

Il divano posteriore è largo ma i centimetri a disposizione delle gambe di chi si accomoda dietro sono pochi.

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Alfa Romeo Giulia: gli allestimenti

Gli allestimenti dell’Alfa Romeo Giulia sono otto: Rosso EdizioneBusiness, SprintExecutiveTiVeloceVeloce Ti Quadrifoglio.

Alfa Romeo Giulia Rosso Edizione

L’Alfa Romeo Giulia Rosso Edizione – costosa e con una dotazione di serie povera – offre:

Interni

  • Nuovi sedili in tessuto nero con cuciture rosse
  • Batticalcagno in alluminio
  • Cornici interne nere
  • Volante in pelle con comandi multifunzione e tasto di avviamento integrato
  • Sedili anteriori con 6 regolazioni manuali
  • Quadro strumenti con display TFT a colori da 7″
  • Specchio retrovisore interno elettrocromico

Esterni

  • Cerchi in lega da 18″ a turbina
  • Fari anteriori Bi-Xenon 25W
  • Doppio terminale di scarico cromato
  • Lavafari
  • Fari posteriori LED
  • Pinze freno rosse by Brembo

Tecnologia/sicurezza/comfort

  • Nuovo Alfa Connect 8,8″ Multitouch (Radio, Mp3, Aux-in, Bluetooth)
  • Sintonizzatore radio DAB
  • Sensori di parcheggio posteriori
  • Alfa Connected Services
  • Accensione automatica degli anabbaglianti con sensore crepuscolare
  • Sensore pioggia
  • Climatizzatore automatico bizona
  • Start & Stop
  • Alfa DNA Drive Mode System
  • Autonomous Emergency Brake (AEB) con riconoscimento pedoni
  • Lane Departure Warning (LDW)
  • Forward Collision Warning (FCW)
  • Integrated Brake System (IBS)
  • Specchietti esterni ripiegabili elettricamente
  • Integrazione Apple Car Play – Android Auto
  • Sensori di parcheggio anteriori
  • Telecamera posteriore con griglie dinamiche

Alfa Romeo Giulia Business

L’Alfa Romeo Giulia Business ha un prezzo interessante (costa 1.000 euro più della Rosso Edizione a parità di motore) e ha una dotazione di serie povera:

Interni

  • Batticalcagno standard (no alluminio)
  • Specchio retrovisore interno elettrocromico

Esterni

  • Cerchi in lega da 16″ a doppie razze

Tecnologia/sicurezza/comfort

  • Nuovo Alfa Connect 8,8″ Multitouch
  • Adaptive Cruise Control
  • Bocchette climatizzazione sedili posteriori
  • Dispositivo rilevamento odori
  • Parabrezza atermico
  • Vano portaoggetti su plancia refrigerato
  • Ingresso USB posteriore
  • Presa di corrente 12V
  • Keyless entry (porte anteriori)

Alfa Romeo Giulia Sprint

L’Alfa Romeo Giulia Sprint – cara e povera – costa 2.000 euro più della Business a parità di motore e ha una dotazione di serie che comprende:

Interni

  • Sedili techno-leather/tessuto
  • Pedaliera sportiva in alluminio
  • Nuovo volante sportivo in pelle
  • Inserti in alluminio su plancia, tunnel centrale e pannelli porta
  • Specchio retrovisore interno elettrocromico

Esterni

  • Cerchi in lega da 18″ bruniti a 5 fori
  • Finiture esterne Dark miron su calandra, terminali di scarico, logo Giulia
  • Pinze freno nere by Brembo

Tecnologia/sicurezza/comfort

  • Sensori di parcheggio anteriori
  • Telecamera posteriore con griglie dinamiche
  • Adaptive Cruise control
  • Presa 12V nel bagagliaio

Alfa Romeo Giulia Executive

L’Alfa Romeo Giulia Executive, cara e povera, costa 3.000 euro più della Business a parità di motore e aggiunge:

Interni

  • Sedili techno-leather/tessuto
  • Nuovo volante sportivo in pelle
  • Batticalcagno in alluminio

Esterni

  • Cerchi in lega da 18″ design

Tecnologia/sicurezza/comfort

  • Active Blind Spot
  • Driver Attention Assist
  • Traffic Sign Recognition (TSR)
  • Lane Keep Assist
  • Sensori di parcheggio anteriori
  • Telecamera posteriore con griglie dinamiche
  • Accensione automatica degli abbaglianti
  • Specchi retrovisori esterni elettrocromici

Alfa Romeo Giulia Ti

L’Alfa Romeo Giulia Ti, non molto ricca, costa 4.500 euro più della Executive a parità di motore e aggiunge:

Interni

  • Sedili in pelle “Pieno Fiore”
  • Plancia e pannelli porta rivestiti in pelle
  • Sedili anteriori con regolazione elettrica a 8 vie riscaldati
  • Inserti in vero legno quercia o noce su plancia e tunnel centrale
  • Nuovo volante in pelle Lusso riscaldato
  • Pedaliera in alluminio
  • Sedile posteriore abbattibile 40/20/40 con poggiabraccio integrato

Esterni

  • Cerchi in lega da 18″ a raggi
  • Cornice cristalli esterna cromata

Tecnologia/sicurezza/comfort

  • Traffic Jam Assist
  • Highway Assist System
  • Intelligent Speed Control
  • Wireless Charger

Alfa Romeo Giulia Veloce

L’Alfa Romeo Giulia Veloce – costosa e povera – aggiunge alla dotazione della Sprint:

Interni

  • Sedili sportivi in pelle
  • Sedile guidatore con regolazioni elettriche a 6 vie e memoria
  • Sedile passeggero con regolazioni elettriche a 6 vie
  • Sedili anteriori con fianchetti regolabili
  • Sedili anteriori riscaldati
  • Nuovo volante in pelle sportivo riscaldato
  • Palette cambio in alluminio al volante
  • Imperiale scura
  • Sedile posteriore abbattibile 40/20/40 con poggiabraccio integrato

Esterni

  • Cerchi in lega bruniti da 19″ Performance
  • Paraurti anteriore e posteriore specifici Veloce
  • Nuovi paraurti e passaruota in tinta vettura
  • Cerchi posteriori differenziati
  • Dischi freno maggiorati

Tecnologia/sicurezza/comfort

  • Nuovo Alfa Connect Navi 8,8″ Multitouch (Radio, Navigatore, Mp3, Aux-in, Bluetooth)
  • Keyless entry (porte anteriori)
  • Luce di cortesia su maniglie porte
  • Accensione automatica degli abbaglianti
  • Specchi retrovisori esterni elettrocromici
  • Active Blind Spot
  • Driver Attention Assist
  • Lane Keep Assist

Alfa Romeo Giulia Veloce Ti

L’Alfa Romeo Giulia Veloce Ti – cara ma ricca – costa 6.000 euro più della Veloce a parità di motore e aggiunge:

Interni

  • Sedili sportivi Quadrifoglio in pelle e Alcantara
  • Paraurti anteriore e posteriore sportivo
  • Plancia e pannelli porta rivestiti in pelle
  • Sedili anteriori con 6 regolazioni manuali

Esterni

  • Cornice cristalli nero lucida
  • Fari anteriori Bi-Xenon 35W con Adaptive Frontlight System
  • Lavafari

Tecnologia/sicurezza/comfort

  • Alfa Dynamic Suspension
  • Traffic Jam Assist
  • Highway Assist System
  • Intelligent Speed Control
  • Wireless Charger
  • Traffic Sign Recognition (TSR)

Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio

L’Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio, la versione che ci sentiamo di consigliare, ha un prezzo interessante in rapporto alle prestazioni offerte e una dotazione di serie non molto ricca:

Interni

  • Sedili sportivi Quadrifoglio in pelle e Alcantara
  • Sedili anteriori con 6 regolazioni manuali
  • Nuovo volante Quadrifoglio in pelle con tasto di avviamento integrato di colore rosso
  • Inserti in fibra di carbonio
  • Plancia e pannelli porta rivestiti in pelle
  • Palette cambio al volante in alluminio
  • Pedaliera sportiva in alluminio
  • Omologazione 5 posti

Esterni

  • Cerchi in lega da 19″ Quadrifoglio
  • Fari anteriori Bi-Xenon 35W con Adaptive Frontlight System (AFS)
  • Pinze freno con finitura anodizzata
  • Finiture esterne Dark miron su calandra, terminali di scarico, logo Giulia
  • Vetri posteriori privacy
  • Cornice cristalli nero lucido
  • Quattro terminali di scarico Quadrifoglio
  • Paraurti specifici Quadrifoglio
  • Minigonne Quadrifoglio
  • Badge Quadrifoglio
  • Sottoscocca coperto
  • Fari posteriori bruniti LED

Tecnologia/sicurezza/comfort

  • Nuovo Alfa Connect Navi 8,8″ Multitouch (Radio, Navigatore, Mp3, Aux-in, Bluetooth)
  • Apple CarPlay/Android Auto
  • Accensione automatica degli anabbaglianti con sensore crepuscolare
  • Accensione automatica degli abbaglianti
  • Sensori di parcheggio anteriori e posteriori
  • Telecamera posteriore con griglie dinamiche
  • Adaptive Cruise Control
  • Climatizzatore automatico bizona
  • Keyless entry (porte anteriori)
  • Portellone elettrico
  • Parabrezza atermico a infrarossi
  • Specchio retrovisore interno elettrocromico
  • Specchietti retrovisori esterni elettrocromici e ripiegabili elettricamente
  • Active Blind Spot
  • Driver Attention Assist
  • Traffic Sign Recognition (TSR)
  • Lane Keep Assist
  • Traffic Jam Assist
  • Highway Assist System
  • Intelligent Speed Control
  • Wireless Charger
  • Alfa Chassis Domain Control (CDC)
  • Alfa Active Suspension – Sospensioni attive
  • Hill Descent Control – Sistema di controllo in discesa
  • Lane Departure Warning (LDW)
  • Forward Collision Warning (FCW)
  • Autonomous Emergency Brake (AEB) con riconoscimento pedoni
  • Integrated Brake System (IBS)

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Alfa Romeo Giulia: modelli e prezzi di listino

Di seguito troverete tutte le caratteristiche delle versioni dell’Alfa Romeo Giulia. La ganma motori della berlina lombarda è composta da sette unità sovralimentate, tutte abbinate a un cambio automatico (convertitore di coppia) a 8 rapporti più orientato al comfort che al piacere di guida.

  • un 2.0 Turbo benzina da 201 CV
  • un 2.0 Turbo benzina da 250 CV
  • un 2.0 Turbo benzina da 280 CV
  • un 2.9 V6 biturbo benzina da 510 CV
  • un 2.2 Turbodiesel da 160 CV
  • un 2.2 Turbodiesel da 190 CV
  • un 2.2 Turbodiesel da 210 CV

Alfa Romeo Giulia 2.0 Turbo 200 CV (da 47.500 euro)

L’Alfa Romeo Giulia 2.0 Turbo 200 CV (prezzi fino a 55.000 euro) – versione “base” a benzina della berlina del Biscione – ospita sotto il cofano un motore ricco di cavalli e di coppia (330 Nm) molto scattante (6,6 secondi per accelerare da 0 a 100 km/h). Migliorabili il sound, l’erogazione (debole ai bassi regimi e non eccezionale in allungo) e i consumi.

Alfa Romeo Giulia 2.0 Turbo 250 CV (55.400 euro)

L’Alfa Romeo Giulia 2.0 Turbo 250 CV ospita sotto il cofano un motore 2.0 turbo benzina da 250 CV.

Alfa Romeo Giulia 2.0 Turbo 280 CV (da 58.900 euro)

L’Alfa Romeo Giulia 2.0 Turbo 280 CV (prezzi fino a 65.900 euro) è una berlina vivace (solo 5,2 secondi sullo “0-100” per la variante Q4 a trazione integrale) penalizzata da un’erogazione poco pronta ai bassi regimi e da un sound non molto coinvolgente.

Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio (91.000 euro)

L’Alfa Romeo Giulia Quadrifoglio è la variante a benzina che ci sentiamo di consigliare: una “segmento D” sportivissima in grado di essere comoda e silenziosa quando la si guida in modo tranquillo. Il motore 2.9 biturbo ha dei costi di gestione non esagerati – merito della cilindrata contenuta e dei consumi interessanti in rapporto alla cavalleria – ma avremmo gradito più coppia (600 Nm), una risposta più reattiva ai bassi regimi e un sound più cattivo nell’uso “normale”.

Alfa Romeo Giulia 2.2 Turbodiesel 160 CV (da 45.000 euro)

L’Alfa Romeo Giulia 2.2 Turbodiesel 160 CV (prezzi fino a 48.000 euro) è la versione diesel “entry level” della berlina tricolore. Il motore 2.2 ha una cilindrata elevata che non aiuta a risparmiare sull’assicurazione RC Auto, non brilla alla voce “consumi” ed è un po’ rumoroso al minimo ma si riscatta con una grande quantità di coppia (450 Nm). Poco convincente l’erogazione, debole ai bassi regimi e poco pimpante in allungo.

Alfa Romeo Giulia 2.2 Turbodiesel 190 CV (da 48.500 euro)

L’Alfa Romeo Giulia 2.2 Turbodiesel 190 CV (prezzi fino a 56.000 euro) – la versione diesel che ci sentiamo di consigliare – è una berlina ricca di coppia (450 Nm), grintosa (“0-100” in 7,1 secondi) e poco assetata di gasolio (20,8 km/l). Il motore 2.2 ha una cilindrata elevata che non aiuta chi vuole risparmiare sull’assicurazione RC Auto ed è un po’ rumorosetto, come il “cugino” da 160 cavalli. Anche in questo caso l’erogazione concentrata in un numero ridotto di giri non è il massimo.

Alfa Romeo Giulia 2.2 Turbodiesel 210 CV (58.700 euro)

L’Alfa Romeo Giulia 2.2 Turbodiesel 210 CV (prezzi fino a 64.700 euro) è disponibile esclusivamente a trazione integrale: una berlina potente, ricca di coppia (470 Nm), comoda, silenziosa nei lunghi viaggi e in grado di offrire prestazioni molto interessanti (6,8 secondi sullo “0-100”). Va detto, però, che diverse rivali offrono propulsori con una cilindrata più contenuta e con un’erogazione migliore ai bassi e agli alti regimi. Consumi altini.

 

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Alfa Romeo Giulia: gli optional

La dotazione di serie dell’Alfa Romeo Giulia andrebbe a nostro avviso arricchita con la vernice metallizzata (1.100 euro). Sull’allestimento Rosso Edizione aggiungeremmo il sistema di allarme perimetrale e volumetrico (500 euro) e il Bi-Xenon Lighting Pack (500 euro: fari anteriori Bi-Xenon 35W con Adaptive Frontlight System e lavafari).

Quest’ultimo pacchetto starebbe bene anche sugli allestimenti BusinessSprintExecutiveTiVeloce insieme al tetto panoramico apribile elettricamente (1.700 euro), optional che andrebbe acquistato anche sulla Veloce Ti insieme all’allarme perimetrale e volumetrico (accessorio che starebbe bene anche sulla Quadrifoglio).

Alfa Romeo Giulia usata

Le Alfa Romeo Giulia usate sono facilissime da trovare e hanno prezzi interessanti: bastano meno di 15.000 euro per una 2.2 Turbodiesel 180 CV automatica Super del 2016.

 

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Audi Q4 e-tron alla Interni Designer’s Week 2021: la presentazione a Milano

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L’Audi Q4 e-tron sarà presentata ufficialmente a Milano il prossimo 16 aprile in occasione della Interni Designer’s Week 2021, manifestazione urbana dedicata all’Industrial e Furniture Design (in programma nel capoluogo lombardo dal 12 al 23 aprile) che proporrà incontri ed eventi phygital per diffondere e amplificare progetti, opinioni, storie e persone che le generano.

L’unveiling della SUV media elettrica premium tedesca si terrà in un’installazione temporanea – chiamata United for Progress e realizzata da Mario Cucinella Architects – all’interno della Biblioteca degli Alberi, il giardino botanico contemporaneo di Porta Nuova nato nel 2019. Una struttura ispirata al marchio dei quattro anelli e alla sua vision fatta di digitalizzazione, performance, design e sostenibilità caratterizzata da una forma pura, semplice e circolare.

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Ma non è tutto: Audi approfitterà della Interni Designer’s Week 2021 per mostrare al pubblico in via Montenapoleone la e-tron GT RS, variante più sportiva della coupé a quattro porte elettrica di Ingolstadt. Inoltre lungo la via saranno esposti in una teca gli schizzi di progetto dell’architetto Mario Cucinella e un modello in scala 1:10 stampato in 3D che svelano il processo creativo alla base dell’installazione presente alla BAM (acronimo di Biblioteca degli Alberi Milano).

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L’Audi Q4 e-tron è una crossover a emissioni zero sviluppata sulla piattaforma MEB del Gruppo Volkswagen: un mezzo relativamente compatto che offrirà un’abitabilità di categoria superiore.

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Supercar: che cos’è e quali caratteristiche deve avere?

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Un’auto sportiva è il sogno di ogni automobilista: tutti, almeno una volta nella vita, hanno fantasticato di potersi mettere al volante di un bolide costosissimo, capace di raggiungere elevate velocità. Nello specifico, le auto più desiderate sono le supercar, dotate di un motore che sprigiona una potenza fuori dal comune e di linee che catturano l’occhio al primo sguardo: scopriamo quali sono le caratteristiche delle supercar e cosa le differenziano dalle altre vetture.

Cos’è una supercar

La supercar è una tipica vettura sportiva che di contraddistingue dal resto delle automobili per il suo alto grado di lusso. Risulta praticamente impossibile da non notare per le strade questo tipo di vetture che spiccano per eleganza, fascino, sportività e forme e aerodinamica non convenzionali. Molte Case costruttrici, quando producono una nuova supercar, decidono di svelarla attraverso presentazioni spettacolari e all’insegna dello sfarzo.

Il lancio sul mercato di una supercar, generalmente, è preceduto dall’esposizione di una concept car: si tratta di un prototipo che anticipa la macchina vera e propria, mostrando le sue linee in maniera orientativa prima del lancio ufficiale. Nel corso degli ultimi anni, il termine supercar si è allargato rispetto a un tempo e indica anche mezzi meccanici con standard tecnologici fuori dal comune, con performance estremamente elevate in grado di garantire una resa ideale in ogni condizione.

Le caratteristiche di una supercar

Ci sono caratteristiche specifiche che contraddistinguono una supercar dagli altri modelli di vetture. Queste automobili presentano sempre un design estremo e all’avanguardia e sono dotate di linee curate in ogni minimo dettaglio. Spesso e volentieri le supercar sono a metà strada tra innovazione e tradizione: le Case automobilistiche danno vita a soluzioni estremamente moderne e ricercate ma con un occhio di riguardo anche al passato.

Supercar fa rima con sportività: le prestazioni medie sono sempre fuori dal comune e le velocità molto elevate. Un’altra caratteristiche fondamentale è l’originalità: sono diverse dalle altre automobili che si possono incontrare quotidianamente in città.

I diversi tipi di supercar

Esistono diversi tipi di supercar, le auto che tutti sognano di poter guidare almeno una volta nel corso della propria vita. In linea di massima la famiglia delle supercar può essere suddivisa in quattro distinti rami. Ci sono le auto a produzione limitata realizzate da un’azienda di alto rango oppure auto modificate nelle performance attraverso l’impiego di pezzi di ricambio premium che vanno ad aumentare le prestazioni, incrementando anche la velocità di punta rispetto alla versione base.

Al tempo stesso esistono anche modelli di auto realizzate da piccoli produttori che puntano sulle supercar per catturare l’attenzione degli appassionati del settore e spesso si specializzano proprio nella produzione di questo tipo di vetture. Infine, il quarto tipo di supercar è formato da tutte quelle auto che presentano tecnologie all’avanguardia derivate dai modelli già presenti sul mercato.

Le supercar più famose del mondo

Quando si parla di supercar, il primo marchio che viene in mente è sicuramente la Ferrari. La Rossa di Maranello, nel corso dei decenni, ha sfornato auto su auto, facendo sognare milioni di automobilisti: veri e propri gioielli di design, meccanica e tecnologia che raggiungono prestazioni elevate. Al tempo stesso, come non parlare della Lamborghini che tra i punti di forza delle sue vetture ha la loro capacità di essere personalizzabili rispetto alle esigenze di chi le guida. Tra i marchi produttori di supercar famose non possono essere dimenticati Pagani, McLaren, Aston Martin, Porsche e Bugatti.

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Jeep Compass restyling: ora è premium

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La Jeep Compass è ufficialmente diventata una SUV premium. Grazie ai cambiamenti apportati, a quattro anni dal lancio, dal restyling che hanno riguardato il design esterno e – soprattutto – le finiture la seconda generazione della Sport Utility compatta statunitense può ora giocarsela ad armi pari con le concorrenti tedesche.

Nel nostro primo contatto abbiamo avuto modo di guidare la Jeep Compass restyling ibrida plug-in benzina 4xe (l’unica proposta della gamma a trazione integrale) nell’allestimento S, praticamente identica sotto la pelle alla variante pre-lifting svelata (e testata) la scorsa estate. Scopriamo insieme i suoi pregidifetti.

Jeep Compass: cosa è cambiato con il restyling

Il restyling ha regalato alla seconda generazione della Jeep Compass un design del frontale più incisivo e un abitacolo più curato e con più vani portaoggetti impreziosito da una plancia completamente ridisegnata: peccato solo per qualche pulsante poco ergonomico. Le finiture – nota dolente della prima serie e della seconda evoluzione prima del lifting – sono migliorate sensibilmente: dentro troviamo plastiche soffici e di ottima qualità assemblate in modo impeccabile. Un netto passo in avanti rispetto al passato.

Per quanto riguarda le novità tecnologiche presenti a bordo della SUV compatta “yankee” segnaliamo invece il debutto del sistema di infotainment Uconnect 5, della ricarica wireless per smartphone e del dispositivo di guida autonoma livello 2 Highway Assist (disponibile dalla seconda metà del 2021) che mantiene la vettura al centro della corsia e a distanza dal veicolo che precede. Da non sottovalutare, inoltre, gli assistenti alla guida come il Traffic Sign Recognition (che legge e interpreta i cartelli stradali), l’Intelligent Speed Assist (che mantiene automaticamente il mezzo entro i limiti di velocità segnalati), il Drowsy Driver Alert (che avverte il guidatore quando un momento di sonnolenza abbassa il suo livello di attenzione) e l’Automatic Emergency Braking con riconoscimento pedoni e ciclisti che rallenta il veicolo fino all’arresto per evitare o mitigare possibili incidenti.

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Jeep Compass restyling: come va la 4xe

Esattamente come la 4xe prima del lifting visto che tecnicamente non è cambiata. Il motore 1.3 turbo ibrido plug-in benzina da 239 CV è un quattro cilindri silenzioso, potente e con una cilindrata contenuta che consente di risparmiare sull’assicurazione RC Auto.

Nonostante la cavalleria abbondante la Jeep Compass 4xe punta più sul comfort: l’unità termica è carente di coppia e per quanto riguarda lo spunto (“0-100” in 7,3 secondi) esistono rivali che se la cavano meglio. Senza dimenticare il cambio automatico a sei rapporti non molto reattivo quando si guida in modo allegro e il peso elevato che incide sull’agilità nelle curve. L’ecologica crossover statunitense si riscatta alle voci “sterzo” (sensibile al punto giusto) e “freni” ma è efficiente solo se la si attacca spesso alla presa di corrente: la batteria da 11,4 kWh (ricaricabile in un’ora e 45 minuti) offre una buona autonomia in modalità elettrica – una cinquantina di chilometri percorribili a una velocità massima di 130 km/h – ma i consumi in modalità ibrida sono piuttosto alti (poco più di 12 km/l).

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Jeep Compass restyling: i motori

La gamma motori della Jeep Compass restyling è composta da cinque unità sovralimentate:

  • un 1.3 T4 turbo benzina da 131 CV
  • un 1.3 T4 turbo benzina da 150 CV
  • un 1.3 T4 PHEV turbo ibrido plug-in benzina da 190 CV
  • un 1.3 T4 PHEV turbo ibrido plug-in benzina da 239 CV
  • un 1.6 turbodiesel Multijet II da 131 CV

 

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Jeep Compass restyling: prezzo e dotazione di serie

La Jeep Compass 4xe S restyling protagonista del nostro primo contatto ha un prezzo in linea con quanto offerto dalla concorrenza – 49.200 euro – e una dotazione di serie nella media che comprende:

Esterni

  • Cerchi in lega da 19″ Satin Grey
  • Fari proiettori LED con DRL integrato “a guida luce” e fendinebbia a LED
  • Specchietti retrovisori esterni neri lucidi
  • Cornice cristalli Satin Grey
  • Tetto nero
  • Barre al tetto con inserti Satin Grey
  • Fasce inferiori in tinta carrozzeria
  • Cristalli posteriori e lunotto posteriore oscurati

Interni

  • Sedili in pelle Black
  • Sedili anteriori con regolazione elettrica a 8 vie con funzione memory
  • Sedili posteriori reclinabili 40/20/40
  • Imperiale nero
  • Tappetini anteriori e posteriori

Sicurezza

  • 6 Airbag (frontali, laterali, a tendina)
  • Intelligent Speed Assist
  • Lane Support System
  • Frenata d’emergenza con riconoscimento pedoni e ciclisti
  • Traffic Sign Recognition
  • Full Speed Forward Collision Warning
  • Rilevatore di stanchezza
  • Hill Descent Control
  • Sensore crepuscolare

Comfort

  • Portellone posteriore elettrico “hands free”
  • Adaptive Cruise Control
  • Sensori di parcheggio anteriori
  • Passive Entry con Keyless go
  • Antifurto
  • Abbaglianti automatici
  • Clima automatico bi-zona
  • Sensori di parcheggio posteriori
  • Retrocamera

Tecnologia

  • Uconnect Radio 10,1″ con Navigatore e Radio DAB
  • Quadro strumenti a colori da 10,25″ TFT configurabile
  • Android Auto/Apple CarPlay wireless
  • TBM (Uconnect Box & Uconnect Services)
  • Caricabatteria cellulare wireless

Ricarica

  • Cavo di ricarica pubblica Mode 3
  • Cavo di ricarica domestica Mode 2

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Jeep Compass restyling: le novità in 5 punti

  • Interni totalmente rivisti
  • Frontale ridisegnato
  • Sistema di infotainment Uconnect 5
  • Highway Assist (dalla seconda metà del 2021)
  • Più ADAS

Scheda tecnica
Lunghezza 4,40 metri
Larghezza 1,87 metri
Altezza 1,66 metri
Acc. 0-100 km/h 7,3 s
Bagagliaio 420/1.230 litri
Caratteristiche motore turbo ibrido plug-in benzina, 4 cilindri, 1.332 cc, 239 CV
Prezzo 49.200 euro

Dove l’abbiamo guidata

Nel nostro primo contatto abbiamo guidato la Jeep Compass restyling 4xe tra TorinoOrbassano affrontando numerose situazioni: città, statale, tangenziale e anche un percorso impegnativo in fuoristrada con salite, discese, pendenze laterali e twist. Su asfalto la SUV compatta americana ha mostrato – come scritto in precedenza – un comportamento stradale più orientato verso il comfort mentre in off-road si è rivelata una 4×4 DOC in grado di cavarsela egregiamente anche nelle condizioni peggiori.

L’allestimento S da noi testato offre quattro diverse modalità di guida (Sand/MudSnowAutoSport) e tre funzioni per la guida AWD elettrificata: 4WD Lock4WD LowHill Descent Control. Per gli incontentabili c’è l’allestimento Trailhawk: costa come la S e può vantare gli pneumatici M+S, la ruota di scorta, paraurti dedicati che migliorano gli angoli di attacco e di uscita sui dossi, la quinta modalità Rock che consente di raggiungere il rapporto di riduzione massimo e il badge Trail Rated (montato solo dalle Jeep in grado di andare davvero dappertutto).

NON TUTTI SANNO CHE – La città metropolitana di Torino è l’unica in Italia a confinare con un Paese straniero (la Francia).

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Dove vorremmo guidarla

Tra ieri e l’estate scorsa abbiamo potuto testare la Jeep Compass 4xe in tutte le condizioni possibili.

La SUV compatta americana ha confermato i pregi (comfort, autonomia in modalità elettrica, comportamento in fuoristrada e abitabilità, anche se non guasterebbe qualche centimetro in più nella zona delle gambe) e i difetti (bagagliaio non molto sfruttabile, consumi elevati in modalità ibrida e poca agilità nelle curve) della variante pre-lifting offrendo però in più un look esterno e interno più riuscito. Ora può essere davvero considerata una crossover premium.

Le concorrenti

BMW X1 xDrive25e Business Advantage La rivale più agguerrita della Jeep Compass ibrida plug-in è più ingombrante ma anche più spaziosa.
BMW X2 xDrive25e Business Advantage La cugina trendy della X1 è più compatta e ha un design più filante che penalizza la versatilità. Una SUV agile e scattante rivolta a chi ama il piacere di guida.
Peugeot 3008 Hybrid4 Allure La variante ibrida plug-in dell’Auto dell’Anno 2017 è decisamente più potente della Compass: 300 CV.
Volkswagen Tiguan eHybrid R-Line Prezzi e potenza sono simili alla Compass ma la trazione è solo anteriore.

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Cosa sono le multe cumulative? Vediamolo insieme

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Violare diverse norme del Codice della Strada con lo stesso comportamento oppure commettere più violazioni della stessa norma, può comportare il pagamento di una sola sanzione, in particolare in genere si paga quella prevista per la violazione più grave commessa, aumentata di tre volte tanto.

Facciamo un esempio per spiegare meglio la questione. Se percorriamo una strada che collega due Comuni viaggiando oltre il limite di velocità consentito e veniamo ‘beccati’ da due autovelox (vicini tra loro e di proprietà delle due amministrazioni differenti) o passiamo dai varchi ZTL più volte, o ancora col semaforo rosso, allora è possibile che riceveremo più multe, anche se derivanti dallo stesso comportamento errato e contro legge.

In questo caso è possibile richiedere uno sconto della somma da versare? Forse non tutti lo sanno ma la risposta è sì, visto che si contesta sempre la stessa violazione al conducente del veicolo, commessa in momenti diversi e ravvicinati.

La sanzione per chi viola più volte la stessa norma

Secondo quanto previsto dal Codice della Strada l’automobilista che con un’unica azione viola più volte la stessa norma o norme differenti paga solo la sanzione più grave, aumentata fino al triplo. È quello che chiamiamo tecnicamente “cumulo giuridico – concorso formale delle violazioni”. In particolare:

  • se l’automobilista con la stessa condotta viola la stessa norma, allora possiamo parlare di concorso omogeneo;
  • se invece viola norme diverse, allora il concorso giuridico viene definito eterogeneo.

Cumulo giuridico: i vantaggi

Secondo quanto abbiamo spiegato sinora quindi, se un automobilista è in grado di dimostrare che le multe prese si possono imputare a condotte non differenti ma riguardanti lo stesso comportamento, considerato unitario, è tenuto a pagare solo una di queste multe, ovvero quella più alta che può essere aumentata fino a tre volte rispetto al suo valore originario. Questo significa che se un conducente viene punito per essere passato col semaforo rosso oppure per eccesso di velocità e riceve 4 verbali per la stessa infrazione su quella tratta stradale, allora ne paga uno con la maggiorazione prevista per legge (il triplo).

Cumulo giuridico: quando è previsto

Nel caso di cumulo giuridico l’automobilista può ottenere lo “sconto” del totale delle multe e pagarne quindi una sola (quella più grave, aumentata fino al triplo), ma perché sia possibile è necessario che le violazioni del Codice della Strada siano unite dalla stessa condotta errata. Questo vuol dire che ogni singolo atto deve essere coordinato e legato all’altro da unicità del fine cui sono diretti e da contestualità. Cosa significa in parole più semplici? Non ci deve essere una notevole interruzione temporale tra le varie violazioni.

Ci sono delle eccezioni, infatti non viene applicato il cumulo giuridico quanto le multe riguardano l’accesso ad aree pedonali o a tratti urbani a traffico limitato.

Attenzione: l’applicazione della sanzione più grave aumentata del triplo non viene irrogata al momento dell’accertamento, questo significa che l’automobilista riceverà più multe a casa. Quindi, in fase di contestazione, si deve irrogare una sanzione pari al minimo per ogni violazione commessa. Al momento del pagamento poi l’automobilista potrà far valere all’organo accertatore il cumulo giuridico e chiedere di pagare solo una multa, quella più grave, con la maggiorazione fino al triplo. Quindi il cumulo giuridico viene applicato al momento del pagamento all’Ufficio di Polizia, che lo comunica al Prefetto.

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