Monthly Archives: Giugno 2020
Auto elettrica o ibrida? Differenze e quale conviene
Viviamo in un’epoca in cui le auto elettriche e ibride hanno sempre più successo sul mercato, purtroppo ancora spesso hanno prezzi non accessibili a tutti, ma sono la giusta soluzione per risparmiare in termini di denaro e inquinare meno l’aria che respiriamo. Ma è meglio scegliere un’auto elettrica o ibrida? Dipende da molti fattori, ad esempio da quanto usiamo la macchina, che investimento siamo disposti a fare, dove abitiamo. Si tratta di due tipologie di tecnologie a basso impatto ambientale e ecosostenibili, ma la loro utilità dipende dal tipo di esigenze che ha il guidatore.
Sappiamo in ogni caso che entrambe le motorizzazioni sono un’ottima scelta, visto che sono destinate a durare più di tutte e soprattutto hanno un occhio di riguardo per l’ambiente e l’aria che respiriamo, oltre che per il portafogli. Vediamo però quali aspetti valutare prima di comprare un’auto elettrica o ibrida e come fare la scelta in base ai vantaggi di una e dell’altra tipologia.
Vantaggi e svantaggi delle auto ibride
Scegliere un’auto ibrida è sicuramente una decisione più moderata, infatti prevede un motore termico tradizionale accoppiato ad un’unità elettrica. Partiamo dal prezzo, quello delle ibride è più alto rispetto a quello delle auto a benzina, ma scende con gli incentivi statali ed è più conveniente rispetto a quello delle auto elettriche. Per quanto riguarda invece la manutenzione, gli interventi sull’unità elettrica possono alzare il costo dei tagliandi, a livello di inquinamento ovviamente è minore rispetto alle auto esclusivamente a motore termico. Un altro vantaggio è che le auto ibride possono circolare liberamente durante i blocchi del traffico, i loro consumi sono ridotti, perché il motore elettrico mitiga il consumo del carburante. Una pecca è che se la rete dei distributori di benzina è praticamente diffusa ovunque, quella dell’energia elettrica in Italia invece lo è molto meno.
Vantaggi e svantaggi delle auto elettriche
L’auto elettrica è una soluzione più netta ed esclusiva, infatti si muove solo grazie all’energia elettrica accumulata nella batteria e senza alcun altro carburante. Il motore è silenzioso e a zero emissioni. Il prezzo è sicuramente il più alto del settore auto, anche se comunque ci sono gli Ecobonus e gli sgravi fiscali. Per quanto riguarda la manutenzione, il motore elettrico ha meno componenti di quello termico ma la tecnologia è più innovativa, quindi gli interventi sono più costosi. L’auto elettrica non inquina per niente (non devono essere considerate però la produzione di energia elettrica da fonti esauribili come il carbone, la fabbricazione delle batterie con il litio e il cobalto e il loro smaltimento). Le vetture a zero emissioni possono circolare ovunque anche durante i blocchi del traffico.
Auto ibrida o elettrica, quale scegliere?
L’auto ibrida è più conveniente, la via di mezzo tra quelle completamente elettriche e quelle a benzina o diesel. Nelle ibride leggere il motore elettrico è in grado di recuperare energia durante le decelerazioni e frenate e dà una spinta in più al motore termico nei momenti in cui è necessario, in questo modo permette un notevole risparmio di carburante, oltre che una diminuzione delle emissioni inquinanti.
Ci sono anche quelle che chiamiamo plug-in hybrid, in grado addirittura di circolare soltanto in modalità 100% elettrica, ottima soluzione per l’utilizzo urbano. Le auto elettriche in alcune parti d’Italia sono ancora molto rare, sia per il prezzo elevato, che per una rete di ricarica poco estesa sul territorio, troppo limitata.
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Chi è Ralf Brandstätter, il nuovo CEO Volkswagen
Ralf Brandstätter sarà dal prossimo 1 luglio 2020 il nuovo amministratore delegato Volkswagen. L’ingegnere tedesco – attualmente COO (Chief Operating Officer) del marchio teutonico – prenderà il posto di Herbert Diess, il quale resterà leader dell’intero gruppo di Wolfsburg.
Brandstätter avrà il compito di portare avanti lo sviluppo di Volkswagen, un brand che punta a vendere almeno 1,5 milioni di auto elettriche entro il 2025.
Chi è Ralf Brandstätter
Ralf Brandstätter – nato l’8 settembre 1968 a Braunschweig (Germania Ovest) – è entrato nel Gruppo Volkswagen a 25 anni nell’area acquisti dopo aver completato l’apprendistato come meccanico presso la fabbrica Vw della sua città natale e aver conseguito la laurea in ingegneria industriale.
Nel 1998 – dopo una parentesi come assistente presso la segreteria generale del colosso di Wolfsburg – è passato a occuparsi dell’approvvigionamento dei metalli per telai e motori e cinque anni dopo è stato nominato Project manager per i nuovi progetti di veicoli.
Trasferitosi in Spagna nel 2005 per ricoprire il ruolo di responsabile degli acquisti Seat, è diventato tre anni dopo membro del comitato esecutivo del marchio iberico sempre in ambito acquisti. Nel 2010 l’ingegnere di Braunschweig è stato nominato responsabile Procurement Exterieur del Gruppo Volkswagen e due anni più tardi è salito di grado diventando responsabile acquisti nuovi prodotti.
Ralf Brandstätter è diventato nell’ottobre 2015 rappresentante generale del Gruppo Volkswagen e solo due mesi dopo è entrato a far parte del consiglio di amministrazione Volkswagen con responsabilità per gli acquisti. Dall’1 agosto 2018 è COO (Chief Operating Officer) del brand.
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Infiniti Q60 3.0t (2017): pregi e difetti della coupé giapponese
Alla fine dello scorso decennio la seconda generazione della Infiniti Q60 (sportiva giapponese realizzata sullo stesso pianale della Q50) provò, senza successo, a rubare clienti alla Mercedes classe C Coupé.
Scopriamo insieme i pregi e i difetti di un esemplare del 2017 della versione “top” (la 3.0t nel lussuoso allestimento S Sport Tech), facile da trovare a poco più di 35.000 euro.
I pregi della Infiniti Q60 3.0t del 2017
Abitabilità
Chi si accomoda sui due sedili posteriori tocca il tetto con la testa ma ha a disposizione parecchi centimetri nella zona delle spalle e delle gambe.
Finitura
Livelli altissimi. Ai livelli delle tedesche? Forse anche meglio…
Posto guida
Eleganza e sportività: sedile avvolgente, tante regolazioni e comandi ergonomici. L’unica pecca riguarda il freno di stazionamento a pedale.
Climatizzazione
L’impianto automatico bizona se la cava egregiamente ed è anche semplice da gestire.
Sospensioni
Più orientate al comfort che alla sportività: giusto così.
Rumorosità
L’abitacolo è ottimamente insonorizzato.
Sterzo
Lo sterzo elettronico diretto della Infiniti Q60 3.0t non è collegato meccanicamente alle ruote: un comando più diretto che riduce le vibrazioni sul volante dovute alla superficie stradale.
Dotazione di sicurezza
Ricchissima: airbag frontali, laterali e a tendina, attacchi Isofix, avviso uscita involontaria di corsia, controlli di stabilità e trazione, frenata automatica, monitoraggio angolo cieco e riconoscimento segnali stradali.
Visibilità
La coda sporgente, i finestrini piccoli e la particolare forma del montante posteriore non aiutano: per fortuna la telecamera 360° è di serie.
Freni
In linea con quanto offerto dalla concorrenza.
Prezzo
Da nuova nel 2017 la Infiniti Q60 3.0t S Sport Tech costava relativamente poco in rapporto ai contenuti offerti (68.900). Oggi la sportiva nipponica si trova facilmente usata a 36.000 euro: poco meno di una BMW 218i Gran Coupé Sport appena uscita dal concessionario.
Garanzie
La copertura globale scade quest’anno (dipende dal mese di immatricolazione), a patto che la vettura abbia percorso meno di 100.000 km.
I difetti della Infiniti Q60 3.0t del 2017
Dotazione di serie
Ricca ma poco personalizzabile: autoradio Aux Bluetooth CD Mp3 USB, cerchi in lega, climatizzatore automatico bizona, cruise control adattivo, fendinebbia, interni in pelle, navigatore, parcheggio semiautomatico, retrovisori ripiegabili elettricamente, sedili anteriori regolabili in altezza e riscaldabili, sensore luci, sensore pioggia, sensori di parcheggio anteriori e posteriori con telecamera, sospensioni attive, sterzo ad assistenza variabile e telecamera 360°.
Capacità bagagliaio
Il vano non è molto ampio: 342 litri.
Motore
Il 3.0 V6 biturbo benzina Euro 6 della Infiniti Q60 3.0t offre tanti cavalli (405) e un’erogazione eccellente (corposa ai bassi regimi ed efficace in allungo) ma è povero di coppia (475 Nm) e ha una cilindrata elevata che non aiuta chi vuole risparmiare sull’assicurazione RC Auto.
Cambio
La trasmissione automatica (convertitore di coppia) a sette rapporti regala passaggi marcia fluidi ma è poco reattiva quando si cerca la sportività.
Prestazioni
Nel complesso buone ma inferiori alla concorrenza tedesca: 250 km/h di velocità massima e 5 secondi per accelerare da 0 a 100 chilometri orari.
Tenuta di strada
La Infiniti Q60 3.0t è incollata all’asfalto ma il peso elevato penalizza l’agilità nelle curve.
Tenuta del valore
Le quotazioni sono destinate a calare vertiginosamente nei prossimi anni, soprattutto se si considera la recente sparizione del marchio Infiniti dai nostri listini.
Consumo
Alto: 10,6 km/l dichiarati.
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Tutti i codici Porsche
Chi ha detto che le cifre sono fredde e incapaci di trasmettere emozioni? Nel mondo Porsche, ad esempio, i numeri di progetto delle vetture vengono spesso usati dagli appassionati per riconoscere le varie evoluzioni di un modello.
Tre cifre che spesso coincidono con la denominazione ufficiale (come ad esempio la prima automobile di sempre prodotta dalla Casa di Zuffenhausen, la 356) ma non sempre: gli esperti di motori, ad esempio, per parlare della 911 attualmente in commercio usano la sigla 992.
Di seguito troverete una guida completa ai codici Porsche: a quali modelli di serie corrispondono tutti i numeri di progetto della Casa tedesca.
Codici Porsche: la guida completa dei numeri di progetto
Porsche 356
La 356 è la prima Porsche della storia: una sportiva “tutto dietro” (motore e trazione posteriore) prodotta dal 1948 al 1965 e disponibile in tre varianti di carrozzeria (Coupé, Roadster e Speedster).
Porsche 911
La prima generazione della Porsche 911 – prodotta dal 1964 al 1989 – è una sportiva “tutto dietro” (motore e trazione posteriore) disponibile in tre varianti di carrozzeria (Coupé, Targa e Cabriolet).
Porsche 912
La Porsche 912 – prodotta dal 1965 al 1969 – è una variante “economica” della prima serie della 911 Coupé identica nel design ma spinta da motori a quattro cilindri. Nel 1976 questa sigla viene riproposta – solo sul mercato statunitense – in occasione del lancio della 912E, un’altra variante a quattro cilindri della 911.
Volkswagen-Porsche 914
La Volkswagen-Porsche 914 è una sportiva “targa” a motore centrale e trazione posteriore nata dalla collaborazione tra la Casa di Wolfsburg e quella di Zuffenhausen.
Porsche 918
La Porsche 918 Spyder – prodotta dal 2013 al 2015 – è una supercar ibrida plug-in benzina spinta da un motore centrale e dotata della trazione integrale.
Porsche 924
La Porsche 924 è una coupé a trazione posteriore prodotta dal 1976 al 1988.
Porsche 928
La Porsche 928 è una coupé a trazione posteriore prodotta dal 1977 al 1995.
Porsche 92A
La Porsche 92A è la seconda generazione della Cayenne: una grande SUV a trazione integrale prodotta dal 2010 al 2017.
Porsche 930
La Porsche 930 – prodotta dal 1975 al 1989 – è la prima 911 Turbo di sempre: motore posteriore, trazione posteriore e tre varianti di carrozzeria (Coupé, Cabriolet e Targa).
Porsche 944
La Porsche 944 è una sportiva a trazione posteriore prodotta dal 1982 al 1991 e disponibile in due varianti di carrozzeria: Coupé e Cabriolet.
Porsche 959
La Porsche 959 è una supercar a trazione integrale prodotta dal 1986 al 1993. Una coupé spinta da un motore – montato in posizione posteriore – biturbo benzina a sei cilindri contrapposti.
Porsche 95B
La Porsche 95B è la Macan, una SUV media a trazione integrale nata nel 2014.
Porsche 964
La Porsche 964 – prodotta dal 1989 al 1993 – non è altro che la seconda generazione della 911: motore posteriore, trazione posteriore o integrale e tre varianti di carrozzeria (Coupé, Cabriolet e Targa).
Porsche 968
La Porsche 968 è una sportiva a trazione posteriore prodotta dal 1991 al 1995 e offerta in due varianti di carrozzeria (Coupé e Cabriolet).
Porsche 970
La Porsche 970 è la prima generazione della Panamera: una coupé a cinque porte a trazione posteriore o integrale prodotta dal 2009 al 2016.
Porsche 971
La Porsche 971 è la seconda generazione della Panamera: una sportiva a trazione posteriore o integrale nata nel 2016 e disponibile in due varianti di carrozzeria (coupé a cinque porte e station wagon Sport Turismo).
Porsche 980
La Porsche 980 è la Carrera GT: una supercar scoperta a motore (V10) posteriore centrale e trazione posteriore prodotta dal 2003 al 2007.
Porsche 981
La sigla 981 è stata usata da Porsche tra il 2012 e il 2016 per identificare la terza generazione della spider Boxster e la seconda serie della coupé Cayman. Due sportive spinte da un motore centrale e dotate della trazione posteriore.
Porsche 982
La sigla 982 è usata da Porsche dal 2016 per identificare la spider 718 Boxster e la coupé 718 Cayman. Due sportive spinte da un motore centrale e dotate della trazione posteriore.
Porsche 986
La Porsche 986 è la prima generazione della Boxster: una spider a motore centrale e trazione posteriore prodotta dal 1996 al 2004.
Porsche 987
La sigla 987 è stata usata da Porsche tra il 2004 e il 2012 per identificare la seconda generazione della spider Boxster e la prima serie della coupé Cayman. Due sportive spinte da un motore centrale e dotate della trazione posteriore.
Porsche 991
La Porsche 991 è la sesta generazione della 911. Prodotta dal 2011 al 2019 e disponibile a trazione posteriore o integrale, monta un motore posteriore ed è offerta in quattro varianti di carrozzeria: Coupé, Cabriolet, Targa e Speedster.
Porsche 992
La Porsche 992 è la settima generazione della 911. Nata nel 2019 e disponibile a trazione posteriore o integrale, monta un motore posteriore ed è offerta in tre varianti di carrozzeria: Coupé, Cabriolet e Targa.
Porsche 993
La Porsche 993 è l’ultima 911 con motore raffreddato ad aria. La terza generazione della sportiva di Zuffenhausen – prodotta dal 1994 al 1998, dotata (come sempre) di un motore montato posteriormente e disponibile a trazione posteriore o integrale – è offerta in quattro varianti di carrozzeria: Coupé, Targa, Cabriolet e Speedster.
Porsche 996
La Porsche 996 – quarta generazione della 911 – è la prima versione dell’icona di Zuffenhausen con motori (sempre montati in posizione posteriore) raffreddati ad acqua. Prodotta dal 1997 al 2006, è disponibile in tre varianti di carrozzeria: Coupé, Cabriolet e Targa.
Porsche 997
La Porsche 997 è la quinta generazione della 911, prodotta dal 2004 al 2012. Trazione posteriore o integrale, motore posteriore e quattro varianti di carrozzeria: Coupé, Cabriolet, Targa e Speedster.
Porsche 9J1
La Porsche 9J1 è la Taycan, la prima elettrica di serie della Casa di Zuffenhausen. Una coupé a quattro porte a emissioni zero e a trazione integrale nata nel 2019 e spinta da due motori elettrici.
Porsche 9PA
La Porsche 9PA è la prima generazione della Cayenne (la prima SUV della Casa teutonica): una Sport Utility a trazione integrale prodotta dal 2002 al 2010.
Porsche 9Y0
La Porsche 9Y0 è la terza generazione della Cayenne: una grande SUV a trazione integrale nata nel 2017 e disponibile in due varianti di carrozzeria (“normale” e Coupé).
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Auto d’epoca, cos’è e a cosa serve l’assicurazione formula garage
Parliamo di auto d’epoca e di auto storiche e della particolare forma di assicurazione rivolta ai possessori di queste categorie di veicoli, ovvero la formula garage. In Italia il Codice della Strada, all’art.60, spiega la differenza tra le auto storiche e le auto d’epoca, come anche noi abbiamo già visto nei nostri precedenti articoli e come bisogna assicurare questa tipologia di vetture, anche questo argomento lo abbiamo già affrontato. Vediamo adesso quando si parla di formula garage per l’assicurazione.
La definizione di auto d’epoca e auto storiche in Italia
Vediamo qual è la differenza tra auto d’epoca e auto storiche, come è scritto nel Codice della Strada all’articolo 60. La categoria d’epoca include tutti i veicoli che vengono cancellati dal Pubblico Registro Automobilistico e che vengono di conseguenza conservati all’interno di locali pubblici o privati o in musei. L’obiettivo della conservazione di questa particolare categoria di mezzi è salvaguardarne le caratteristiche tecniche originarie. Questo è il motivo per cui le auto d’epoca, per essere considerate tali, non possono in alcun modo subire modifiche, altrimenti perderebbero il loro status.
Un’altra cosa molto importante da sapere sulle auto d’epoca riguarda la loro circolazione su strada, che infatti può avvenire soltanto in presenza di raduni autorizzati e manifestazioni legati appunto a questa categoria speciale di veicoli. Ogni auto d’epoca, infine, deve essere iscritta ad uno specifico elenco istituito presso il Centro Storico del Dipartimento per i Trasporti Terrestri.
Altra tipologia di auto che può beneficiare della formula garage per l’assicurazione è quella delle storiche. Questi veicoli non vengono radiati dal PRA, al contrario delle vetture d’epoca, e devono avere un’età superiore ai 20 anni dalla data della prima immatricolazione. Oltretutto devono essere iscritte ad un registro storico e ottenere il rilascio del Certificato di Rilevanza Storico Collezionistica.
Assicurazione auto d’epoca e storiche: come funziona
Per i possessori di più veicoli d’epoca, l’assicurazione auto prevede anche la formula garage. Innanzitutto chiariamo il fatto che l’assicurazione delle vetture d’epoca, a differenza di quella dei mezzi storici, serve nel caso in cui si partecipi ad una manifestazione autorizzata ed è valida per tutta la sua durata, deve essere richiesta all’Ufficio Provinciale per i Trasporti Terrestri presentando il foglio di via e la targa provvisoria. L’assicurazione per le auto storiche invece segue le normali regole della Rc Auto, l’unica agevolazione è che alcuni registri possiedono convenzioni per i propri iscritti.
Assicurazione auto d’epoca, la formula garage: come funziona
La formula garage è una speciale formula che permette di risparmiare sulla Rc Auto, dedicata solo a chi possiede più di una vettura antica. Chiaramente il risparmio è garantito per chi possiede una vera e propria collezione privata di auto d’epoca, permette infatti di assicurare ad un prezzo vantaggioso l’interno parco veicoli, con una polizza cumulativa (la formula garage) che copre tutte le macchine in possesso di un unico soggetto, in modo unitario. Il contraente che stipula l’assicurazione per le sue vetture quindi può risparmiare parecchio rispetto alla sottoscrizione di differenti polizze per ogni auto.
Ci sono differenti compagnie che adottano la formula garage, è bene informarsi prima e capire anche quanto si andrà a risparmiare scegliendo questa opzione.
La copertura assicurativa per queste due particolari categorie di veicoli, storici e d’epoca, ha una classe di merito fissa, che non prevede il sistema bonus/malus e permette la guida libera, quindi nulla cambia se al volante c’è una persona diversa dall’intestatario. Chi possiede più auto storiche, definito collezionista, può chiedere la formula garage, che conviene di più rispetto alla stipula di differenti polizze singole.
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Tesla Model X: modelli, prezzi, dotazioni e foto
La Tesla Model X – nata nel 2016 – è il modello più esclusivo della Casa statunitense creata da Elon Musk: una grande SUV elettrica a trazione integrale caratterizzata da scenografiche porte posteriori con apertura ad ali di falco.
In questa guida all’acquisto della Tesla Model X analizzeremo nel dettaglio tutte le versioni presenti in listino della crossover californiana a emissioni zero, una delle migliori proposte della categoria: prezzi, motori, accessori, prestazioni, pregi, difetti e chi più ne ha più ne metta.
Le foto della Tesla Model X
Tesla Model X: le caratteristiche principali
La Tesla Model X è una versatile SUV elettrica americana con un abitacolo spaziosissimo che presenta qualche imprecisione di troppo alla voce “finiture” e un bagagliaio ampio.
Agile nelle curve a dispetto delle dimensioni esterne ingombranti (oltre cinque metri di lunghezza), monta una batteria “monstre” da 100 kWh (record tra le vetture a emissioni zero in commercio in Italia condiviso con l’ammiraglia Model S) che garantisce un’eccellente autonomia (507 km per la Long Range).
Tesla Model X: gli allestimenti
Gli allestimenti della Tesla Model X – entrambi molto costosi e poco personalizzabili – sono due: Long Range e Performance.
Tesla Model X Long Range
La dotazione di serie della Tesla Model X Long Range comprende:
- Due motori elettrici (potenza complessiva di 423 CV)
- Trazione integrale
- Sospensioni pneumatiche adattive
- Interni premium (portiere anteriori e posteriori ad apertura automatica, impianto audio premium, sedili anteriori e posteriori riscaldati, volante riscaldato, sbrinatore per tergicristalli e riscaldamento per ugelli, sistema di filraggio aria HEPA, Premium Connectivity 1 anno incluso, Music and media over Bluetooth, apertura automatica del garage basata sulla posizione, fari fendinebbia a LED, parabrezza panoramico con protezione da raggi ultravioletti e infrarossi, specchietti fotocromatici riscaldati regolabili elettricamente, profili di guida personalizzati e ricarica del telefono wireless nella consolle centrale)
- Cerchi in lega da 20″
- Pilota automatico (consente alla vettura di sterzare, accelerare e frenare automaticamente in base alla presenza di altri veicoli e di pedoni nella corsia di marcia)
Tesla Model X Performance
La Tesla Model X Performance aggiunge alla dotazione della Long Range:
- Due motori elettrici (potenza complessiva di 680 CV)
- Modalità Ludicrous
- Design degli interni migliorato con modanatura in fibra di carbonio
Tesla Model X: modelli e prezzi di listino
Di seguito troverete tutte le caratteristiche delle versioni della Tesla Model X. La gamma motori della grande SUV elettrica californiana è composta da due unità potenti, scattanti e – ovviamente – silenziose:
- due motori elettrici da 423 CV
- due motori elettrici da 680 CV
Tesla Model X Long Range (89.990 euro)
La Tesla Model X Long Range è la versione “base” della crossover americana a emissioni zero ma anche quella con più autonomia (507 km), nonché quella che ci sentiamo di consigliare. I due motori elettrici generano una potenza di 423 CV e permettono alla voluminosa Sport Utility “yankee” a batteria di raggiungere una velocità massima di 250 km/h e di accelerare da 0 a 100 chilometri orari in 4,6 secondi.
Tesla Model X Performance (106.990 euro)
La Tesla Model X Performance è la versione più sportiva dell’elegante SUV a stelle e strisce: due motori elettrici da 680 CV, autonomia di 487 km, 261 km/h di velocità massima e uno “0-100” da 2,8 secondi.
Tesla Model X: gli optional
La dotazione di serie della Tesla Model X andrebbe a nostro avviso arricchita con due optional fondamentali: la guida autonoma al massimo potenziale (6.700 euro: funzione Navigazione con Autopilot, guida automatica nella gestione dello svincolo autostradale, inclusi incroci e sorpassi di auto più lente, cambi di corsia automatici durante la guida in autostrada, parcheggio parallelo e perpendicolare, parcheggio e recupero automatico del veicolo) e la vernice metallizzata (1.600 euro).
Tesla Model X usata
Le Tesla Model X usate sono abbastanza facili da trovare: le versioni con batteria da 75 kWh si portano a casa con meno di 70.000 euro.
Tesla Model X interni
L’abitacolo della Tesla Model X – illuminato da un ampio parabrezza panoramico e contraddistinto da un immenso touchscreen da 17″ sulla plancia – è omologato cinque posti: chi non si accontenta può optare per i sette posti (optional a 3.800 euro) o i sei posti (7.000 euro).
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Passaggio di proprietà auto, quali documenti servono e quali i costi
Prima di comprare un’auto di seconda mano o vendere la tua usata e di conoscere o fissare il prezzo di vendita, devi sapere un’altra cosa fondamentale, ovvero come si effettua il passaggio di proprietà di veicoli, quale procedura burocratica è obbligatoria per Legge e soprattutto quanto costa la registrazione dell’atto di vendita al Pubblico Registro Automobilistico. Vediamo insieme tutte queste informazioni.
Passaggio di proprietà auto, come si effettua?
I soggetti che vendono o comprano un veicolo devono assolutamente sapere quali sono gli obblighi a cui adempiere per Legge. Se è il concessionario a occuparsi della compravendita, allora sarà lui stesso a provvedere anche a tutte le pratiche, ma se l’atto avviene invece tra due privati, sono loro a doversene occupare, scegliendo una di queste due strade possibili:
- procedere autonomamente;
- rivolgersi ad un’agenzia di pratiche auto, ovviamente pagandola.
Se si decide di fare tutto da soli, allora bisogna avere con sé questi documenti:
- carta di circolazione;
- certificato di proprietà del veicolo;
- documento di identità del venditore;
- documento di identità e codice fiscale dell’acquirente;
- modello TT2119, che serve per fare la richiesta di aggiornamento della carta di circolazione ed è reperibile presso gli sportelli telematici dell’automobilista.
La prima cosa da fare è una dichiarazione unilaterale di vendita, che deve essere firmata dal venditore e redatta sul retro del certificato di proprietà, fatta autenticare poi dal Comune o presso uno Sportello Telematico dell’Automobilista. Il passaggio di proprietà deve essere trascritto entro 60 giorni, altrimenti è prevista una serie di sanzioni a carico di chi compra l’auto. Se l’operazione viene effettuata presso uno sportello telematico dell’automobilista (STA), allora la richiesta di registrazione del passaggio di proprietà parte automaticamente.
Nel caso in cui non si sia in possesso del certificato di proprietà, allora non sarà possibile recarsi direttamente allo STA, è necessario invece rivolgersi al PRA per registrare il passaggio e alla Motorizzazione Civile per fare aggiornare la carta di circolazione. Il passaggio di proprietà diventa effettivo dopo pochi giorni dalla consegna della documentazione all’ufficio di competenza.
Passaggio di proprietà auto, quanto costa?
Chiaramente la scelta più economica è quella di gestire autonomamente il passaggio di proprietà, rivolgersi ad un’agenzia di pratiche auto chiaramente comporta un costo aggiuntivo, che varia a seconda della potenza in kilowatt/cavalli dell’auto e anche dalla provincia in cui risiede l’acquirente del mezzo. Vediamo quali sono tutte le voci di spesa per il passaggio di proprietà auto:
- imposta di bollo di 16,00 euro per il rilascio della carta di circolazione aggiornata;
- imposta di bollo da 32,00 euro (48,00 euro se l’atto non viene redatto sul certificato di proprietà dell’auto) per la presentazione dell’atto di compravendita al PRA e rilascio del certificato di proprietà;
- emolumento ACI 17,00 euro;
- diritti ex MCTC 10,20 euro.
Questi sono i costi fissi, che generalmente ammontano ad un totale di 84 euro, a cui bisogna aggiungere l’Imposta Provinciale di Trascrizione (IPT), che dipende dalla potenza dell’auto e dalla provincia di residenza dell’acquirente. Se vogliamo fare un esempio pratico per farci un’idea più realistica dei costi, il prezzo medio del passaggio di proprietà di un’auto che ha fino ai 53 kw di potenza, quando l’acquirente risiede nella provincia di Roma, che è una delle città d’Italia più cara sotto il punto di vista dell’IPT, è intorno ai 280 euro circa.
I costi di un’agenzia a cui è possibile affidare queste pratiche variano dai 100 ai 150 euro, la scelta migliore è sempre quella di provvedere autonomamente a tutti gli adempimenti previsti dalla Legge.
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Panni pulizia auto, dalla microfibra al daino: quali sono i migliori
Uno degli accessori fondamentali per ottenere ottimi risultati nella pulizia della propria auto è senza dubbio il panno che si utilizza per la carrozzeria e per lucidare le parti esterne della vettura. Scegliendo infatti un ottimo prodotto, del materiale giusto, si può asciugare perfettamente l’auto senza lasciare aloni e macchie ed è possibile anche lavare i vetri, spolverare le parti in plastica e la carrozzeria, andando anche a pulire i cerchi. In commercio ci sono panni in microfibra oppure in pelle di daino, naturale o sintetica. Vediamo quali sono le loro caratteristiche e quindi quale scegliere per la pulizia della propria auto.
Panni per la pulizia dell’auto: pelle di daino, il più classico
I panni in pelle di daino sono accessori che oggi spesso vengono considerati antichi e ormai “passati”, mentre fino a qualche anno fa erano in assoluto i più utilizzati e prediletti per la pulizia dell’auto, ogni automobilista aveva un panno di daino nel cruscotto della macchina. Si può trattare di pelle vera o sintetica e in realtà è davvero ottima per asciugare la carrozzeria e lucidarla, oppure andare a pulire i vetri e le parti cromate, facendoli splendere.
Il risultato è davvero eccellente, soprattutto se si compra un panno in pelle di daino di ottima qualità, che è sicuramente più costoso di altri prodotti mediocri. Al primo utilizzo non dimenticate di sciacquarlo e strizzarlo diverse volte e ricordate sempre di usarlo completamente aperto, senza mai piegarlo; questo è il motivo per cui bisogna comprare un panno delle giuste dimensioni, prenderlo troppo grande potrebbe essere molto scomodo da usare.
Ricordate di lavare bene la pelle di daino dopo ogni utilizzo, sciacquandola con acqua calda e un goccio di sapone per il bucato, lasciandola poi asciugare all’aria aperta. Una volta asciutta la pelle si secca e poi torna morbida al contatto con l’acqua. Controllate sempre bene l’etichetta, al momento dell’acquisto, per capire se il panno si può usare con dei detersivi o solo con acqua calda. Per chi è consigliato il panno in pelle di daino? Per le persone più ordinate e precise, che asciugano l’auto in ogni minimo angolo.
Panni per la pulizia dell’auto: microfibra, il più semplice e comodo da usare
I panni in microfibra sono quelli più diffusi oggi, non danno gli stessi risultati della pelle di daino, ma non necessitano nemmeno della cura e della manutenzione appena descritte. È un materiale molto semplice da usare e che è utile sia per spolverare, che per lavare, asciugare e lucidare le varie parti dell’auto. Con i panni in microfibra potete anche usare una cera o dei detersivi appositi per lavare e lucidare la macchina.
Anche la microfibra è un materiale delicato, soprattutto non lascia pelucchi e residui di alcun tipo. Ne esistono di differenti tipologie, panni dalla trama più o meno sottile. Per pulire e lucidare i vetri solitamente si sceglie quello più sottile e delicato, utile per non lasciare aloni. Per la carrozzeria invece va bene la trama più grossa, i filamenti morbidi per la lucidatura, quelli allungati invece per asciugare l’auto dopo il lavaggio. I panni in microfibra vanno benissimo anche per spolverare gli interni, devono essere morbidi e si possono usare senza alcun detergente, perché attirano a sé la polvere.
Tra i vantaggi dei panni in microfibra c’è sicuramente il prezzo inferiore e anche il rischio di danneggiarli minore, basta lavarli dopo averli usati. Sono quindi consigliati per chi non ha tempo e dedizione particolare alla manutenzione degli accessori auto.
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Spia di avaria del motore: a cosa serve e come azzerarla
Quando c’è un problema al motore o al sistema di controllo delle emissioni di scarico, si accendono le spie di avaria del motore, che comunemente chiamiamo spie motore. Quando il computer di bordo mostra dei codici di errore, è sempre un’ottima scelta sottoporre l’auto ad un controllo, solo in questo modo infatti si può riuscire a determinare la causa del problema. Una volta che il guasto è stato risolto, allora si può procedere ad azzerare la spia, vediamo come.
Azzerare la spia del motore, primo metodo: usare lo strumento di diagnostica
Per procedere in questo modo ti serve noleggiare oppure acquistare uno scanner OBD-II, ovvero On-Board Diagostic, strumento adatto per qualsiasi veicolo che è stato immatricolato dopo il 1996. Comprarne uno potrebbe essere anche molto costoso quindi, se pensi di non farne un largo utilizzo, conviene noleggiarlo da un negozio di autoricambi o chiederlo al proprio meccanico di fiducia. Tutte le auto che sono state prodotte prima degli Anni Novanta potrebbero essere sprovviste di una porta OBD sotto il cruscotto, dove è posizionato abitualmente nei veicoli più recenti, oppure potrebbero avere l’ingresso per la OBD-I e non per la OBD-II, quindi fate attenzione al tipo di scanner che vi serve.
Utilizzarlo è piuttosto semplice, basta collegare lo strumento di diagnostica al connettore apposito che solitamente è posizionato sotto la colonna dello sterzo, ruotare il blocchetto di accensione su On e spegnere tutti gli accessori. In seguito bisogna ruotare la chiave in posizione On e premere il tasto Read che si trova sullo scanner. Bisogna inserire la chiave nel quadro di accensione e girarla, ma senza avviare il motore dell’auto. È necessario poi accendere le luci sul cruscotto e spegnere tutti gli accessori, come ad esempio la radio, premere Read e accedere quindi al codice della spia del motore di controllo.
Questo è composto da una serie di numeri e lettere, una cosa molto saggia da fare è registrare i vari codici in modo da capire che cosa stanno ad indicare, infine procedi con le riparazioni di cui necessita la tua auto. Alcuni dispositivi di diagnostica spiegano anche i codici, altri no, quindi è necessario andare a consultare il manuale d’uso dell’auto oppure cercare in internet di cosa si tratta.
Una volta terminata l’operazione potete premere il tasto Cancella o Erase dello scanner, in questo modo azzerate il codice di errore generato e la spia di avaria del motore si spegne. Ci sono alcuni dispositivi che presentano delle funzioni molto simili al fermo immagine e che quindi consentono di registrare i dati forniti dal sensore; una volta cancellato il codice, viene eliminato anche questo file. In alcuni scanner il tasto Erase o Cancella potrebbe essere sostituito dalle funzioni Sì oppure Azzera.
Ricordate sempre e prestate attenzione al fatto che, una volta che il sistema OBD si resetta, ovvero dopo alcuni cicli di guida o un certo numero di km percorsi, a seconda dell’auto, la luce si riaccenderà, nel caso in cui il problema non sia stato risolto.
Azzerare la spia avaria del motore, il vecchio metodo: cancellare il codice
Il secondo metodo per azzerare la spia del motore è quello di scollegare la batteria dell’auto, staccando sia il terminale positivo che quello negativo. Tenete presente che con questa operazione potreste azzerare anche la memoria di altri componenti e accessori dell’auto, come per esempio la radio. Per scaricare l’elettricità residua nel condensatore, tenete premuto il clacson per 30 secondi circa. Aspettate un quarto d’ora e quindi ripristinate i cablaggi della batteria.
In questo modo i codici di errore generati dovrebbero cancellarsi e quindi la spia del motore dovrebbe spegnersi, ma è una procedura che a volte, per alcuni computer di bordo, non funziona. Se dopo aver collegato la batteria, la spia dovesse accendersi nuovamente, allora potrebbe esserci ancora un problema al motore, da risolvere al più presto.
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Compensazione CO2: Volkswagen e le foreste
Il Gruppo Volkswagen ha firmato un accordo con Permian Global (società britannica specializzata nel recupero e nella protezione di foreste tropicali naturali su larga scala) per la realizzazione di un progetto di compensazione delle emissioni di CO2 generate dalla catena di approvvigionamento, dalla produzione e dalla logistica dei veicoli del colosso tedesco (fintanto che non sarà possibile evitarle e non si utilizzeranno energie rinnovabili).
A partire dalla seconda metà del 2020 la multinazionale teutonica e Permian Global svilupperanno progetti di protezione e rimboschimento delle foreste tropicali e subtropicali in Sudamerica e in Asia su un’area totale di un milione di ettari. Un programma verificato in modo indipendente e certificato secondo i più elevati standard – in particolare il “Verified Carbon Standard” (VCS), il “Climate Community and Biodiversity Standard” (CCB) o il “Gold Standard” – che contribuirà anche al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile (Sustainable Development Goals, SDG) delle Nazioni Unite.
Volkswagen e l’ambiente
L’accordo con Permian Global è solo l’ultima delle iniziative “verdi” adottate dal Gruppo Volkswagen: il colosso di Wolfsburg ha aderito agli Accordi sul Clima di Parigi, nel 2019 ha adottato una strategia di decarbonizzazione con l’obiettivo di diventare neutrale in termini di CO2 entro il 2050 e supporta già il Katingan Mentaya Project (un programma di compensazione emissioni basato sulla protezione e il recupero della torbiera tropicale sull’isola indonesiana del Borneo).
Il mondo Volkswagen
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