Monthly Archives: Aprile 2020

Minivoltura auto usate: di cosa si tratta e come si fa

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Sappiamo come si effettua un passaggio di proprietà, nel caso di vendita o acquisto di un’auto usata, ma forse non tutti sanno  che cos’è la minivoltura, quando viene effettuata e quando è utile. È una procedura che serve quando viene consegnato il veicolo usato ad un concessionario o un rivenditore e che permette di cambiare l’intestazione del mezzo stesso, in modo da esentare il venditore da ogni responsabilità sull’auto ceduta.

Minivoltura auto: che cos’è e come deve essere eseguita

Nel momento in cui un soggetto decide di cambiare auto e quindi eliminare quella di cui è in possesso, le possibilità che ha sono differenti. Può venderla ad un privato, può farla rottamare oppure può fare la minivoltura, ovvero quella procedura che, come abbiamo detto, toglie al proprietario ogni responsabilità relativa al vecchio veicolo ceduto ad una concessionaria. La minivoltura consiste infatti nella cessione della propria auto usata ad un rivenditore o una concessionaria autorizzata e nel cambio dell’intestazione.

Come si effettua? Insieme al concessionario, viene presentata la registrazione del passaggio di proprietà presso lo Sportello Telematico dell’Automobilista, con la stessa documentazione che viene richiesta in un classico passaggio di proprietà:

  • atto unilaterale di vendita in bollo 16,00 euro con firma autenticata del solo venditore o atto di vendita in bollo da 16,00 euro redatto in forma bilaterale con firme autenticate di venditore e acquirente;
  • certificato di proprietà;
  • nota di presentazione al PRA;
  • carta di circolazione o fotocopia della stessa;
  • fotocopia di un documento di riconoscimento dell’acquirente;
  • modulo TT2119 di richiesta di aggiornamento della carta di circolazione.

Quanto costa la minivoltura? Meno di un ordinario passaggio di proprietà, perché è un’operazione esente dal pagamento dell’Imposta Provinciale di Trascrizione e prevede il pagamento ridotto (del 50%) degli emolumenti ACI. Nel momento in cui l’atto di vendita viene registrato sia al PRA che alla Motorizzazione Civile, allora l’operazione si considera regolarmente eseguita.

Minivoltura auto: quali sono i vantaggi di quest’operazione

Come abbiamo detto, nel momento in cui decidiamo di cambiare auto, possiamo vendere quella vecchia ad un privato o rottamarla, oppure cederla ad un venditore eseguendo la minivoltura, che elimina ogni nostra responsabilità sul vecchio veicolo. Questo accade perché la minivoltura, eseguita regolarmente, prevede il cambiamento dell’intestazione dell’auto; facendo le nuove registrazioni nei registri del PRA, quindi, colui che vende la vettura, dalla data della registrazione, non dovrà più rispondere di alcuna conseguenza legata al possesso e uso del mezzo ceduto.

In particolare, dal momento in cui si effettua la minivoltura e quindi il passaggio di proprietà dell’auto alla concessionaria, il vecchio proprietario del veicolo:

  • non dovrà più corrispondere il pagamento del bollo auto e non sarà chiamato a fare versamenti risalenti ad una data successiva a quella delle minivoltura;
  • non sarà più responsabile di alcun danno provocato a persone o cose dall’uso del veicolo;
  • non potrà essere chiamato a pagare sanzioni commesse da chi ha usato l’auto dopo la registrazione del passaggio di proprietà al PRA.

Per questo motivo, nel caso in cui la richiesta di passaggio di proprietà non venga presentata utilizzando uno Sportello Automatico dell’Automobilista, consigliamo vivamente di controllare sempre e verificare che il passaggio di proprietà (con minivoltura) risulti eseguito in modo corretto e andato a buon fine. È possibile farlo richiedendo una visura all’ufficio provinciale dell’ACI, che gestisce il PRA, comunicando agli addetti la targa dell’auto venduta.

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Maserati Quattroporte S (2010): pregi e difetti dell’ammiraglia sportiva del Tridente

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La Maserati Quattroporte S era la variante più equilibrata della quinta generazione dell’ammiraglia del Tridente: una giusta via di mezzo tra la “base” e la cattiva GT S. Oggi analizzeremo un esemplare del 2010 della grintosa berlinona emiliana, facile da trovare usata a meno di 30.000 euro: scopriamo insieme i suoi pregi e difetti.

I pregi della Maserati Quattroporte S del 2010

Finiture

I materiali pregiati non mancano ma gli assemblaggi imprecisi deludono. Senza dimenticare l’abuso di plastiche…

Dotazione di serie

Ricca: autoradio, cambio automatico, cerchi in lega, climatizzatore, fari allo xeno, fendinebbia, navigatore, retrovisori ripiegabili elettricamente, sedili anteriori regolabili elettricamente, sedili in pelle e sensori di parcheggio.

Posto guida

La posizione di seduta bassa aumenta la sensazione di sportività ma c’è poco spazio per i guidatori più alti. Comandi non molto ergonomici.

Climatizzazione

Impianto potente ed efficace, pulsanti posizionati troppo in basso.

Sospensioni

Le sospensioni attive sono adatte a qualsiasi situazione: soft quando si cerca il comfort, più rigide quando ci si vuole divertire.

Rumorosità

Il V8 della Maserati Quattroporte S sa essere garbato ma quando si scatena regala sinfonie celestiali.

Cambio

La trasmissione automatica (convertitore di coppia) a sei rapporti regala passaggi marcia fluidi.

Sterzo

Difficile trovare un comando più reattivo nel segmento delle ammiraglie.

Prestazioni

280 km/h di velocità massima e 5,4 secondi per accelerare da 0 a 100 chilometri orari: non male.

Dotazione di sicurezza

C’è tutto quello che serve: airbag frontali, laterali e a tendina, attacchi Isofix e controlli di stabilità e trazione.

Visibilità

La coda sporgente non aiuta (difetto comune a tutte le ammiraglie): per fortuna i sensori di parcheggio posteriori erano di serie.

Freni

L’impianto convince, soprattutto quando viene usato in modo intenso.

I difetti della Maserati Quattroporte S del 2010

Abitabilità

I passeggeri posteriori più alti hanno pochi centimetri a disposizione nella zona della testa.

Capacità bagagliaio

Il vano è piccolo (450 litri) e oltretutto ha una forma poco regolare.

Motore

Il propulsore 4.7 V8 Euro 5 della Maserati Quattroporte S è un’unità aspirata a benzina molto potente (430 CV) che potrebbe deludere chi è abituato ai propulsori sovralimentati: la spinta ai bassi regimi c’è ma non è immediata (le cose migliori arrivano sopra i 5.000 giri) ed esistono rivali turbo con più coppia (490 Nm non sono molti).

Tenuta di strada

La Maserati Quattroporte S è un’ammiraglia piacevole da guidare incollata all’asfalto: con qualche chilo in meno sarebbe perfetta.

Prezzo

Da nuova nel 2010 la Maserati Quattroporte S costava tantissimo (125.657 euro): oggi si trova facilmente a 26.900 euro, poco piu di una BMW 118i 3p. appena uscita dal concessionario.

Tenuta del valore

Le quotazioni sono destinate a scendere ancora in futuro. La più potente GT S ha maggiori possibilità di diventare un’auto d’epoca.

Consumo

Gli otto cilindri della Maserati Quattroporte S bevono come spugne: 6,4 km/l dichiarati.

Garanzie

La copertura globale è terminata nel 2013.

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Sospensione della patente, quando avviene e come rimediare

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La patente di guida, secondo quanto prescrive il Codice della Strada, può essere revocata, ritirata o sospesa. Questi tre casi sono in genere sanzioni accessorie che vengono aggiunte a quelle amministrative, che riguardano il pagamento di determinate somme di denaro. Nel caso in cui invece l’automobilista non abbia o perda i requisiti fisici, psichici o tecnici indispensabili per guidare, allora la patente può essere sottoposta a revisione. Vediamo ora però quando si rischia la sospensione della patente di guida.

Sospensione della patente: di cosa si tratta

Vi sono differenti violazioni del Codice della Strada che prevedono la sospensione della patente per un periodo minimo e massimo stabilito ovviamente dalla Legge e differente in base alla violazione commessa. Si tratta comunque di una sanzione accessoria, che viene aggiunta alle sanzioni amministrative, ovvero le multe che prevedono il pagamento di una determinata somma di denaro.

La sospensione della patente avviene per volontà e opera del Prefetto del luogo in cui risiede il titolare del documento e il provvedimento viene comunicato anche alla Motorizzazione. Terminato il periodo previsto dalla sanzione, allora il Prefetto restituisce la patente al possessore, solitamente è la Polizia Locale a recarsi presso la residenza dell’automobilista per la consegna del documento.

Può avvenire anche che la sospensione venga direttamente decisa dalla Motorizzazione e succede nel caso in cui, durante l’accertamento sanitario per la conferma di validità o revisione della patente, il soggetto risulti temporaneamente privo dei requisiti necessari per ottenere la patente; in questo caso quindi è sospesa fino al momento in cui l’interessato non presenta la certificazione della commissione medica locale che attesta il recupero dei requisiti psichici e fisici indispensabili.

I casi in cui si può andare incontro alla sospensione della patente come sanzione accessoria (prevista dal Codice della Strada) sono moltissimi. Di seguito vediamo quelli più frequenti e di maggiore interesse.

Sospensione della patente per eccesso di velocità

Una delle maggiori cause per cui viene sospesa la patente è il superamento dei limiti di velocità, un’infrazione molto comune e controllata grazie a tutor e autovelox su moltissime tratte stradali.

La sospensione della patente di guida è prevista per chi supera il limite di velocità tra i 40 e i 60 km/h, il tempo previsto è da 1 a 3 mesi, se neopatentati da 3 a 6 mesi e se recidivi la sospensione va dagli 8 ai 18 mesi. Se invece il superamento dei limiti di velocità è di oltre 60 km/h rispetto al limite, si rischia la sospensione della patente da 6 a 12 mesi e la revoca invece in caso di recidiva.

 Sospensione della patente in caso di lesioni personali colpose a seguito di un incidente

Nel caso in cui, da una violazione delle norme del Codice della Strada, derivi incidente stradale con lesioni alle persone, allora è prevista la sospensione della patente. Una volta sentito il parere dell’Ufficio competente del Ministero dei Trasporti, il Prefetto del luogo in cui è stata commessa la violazione, se valuta che vi sia la presenza di elementi di evidente responsabilità, dispone la sospensione della patente fino a un massimo di un anno. Entro 20 giorni dalla notifica del provvedimento è ammesso il ricorso al Ministero dei Trasporti.

Sospensione della patente per guida in stato di ebbrezza o sotto l’influenza di sostanze stupefacenti

Per chi guida sotto l’effetto di alcol o droghe, il Codice della strada prevede la sospensione della patente; il periodo varia a seconda della quantità di alcol rilevato:

  • tasso alcolemico superiore a 0,5 e inferiore a 0,8 g/l: da 3 a 6 mesi;
  • valori superiori a 0,8 e inferiori a 1,5 g/l: sospensione della patente di guida da 6 mesi a 1 anno;
  • tasso alcolemico superiore a 1,5 g/l: sospensione patente da 1 a 2 anni e revoca in caso di recidiva nel corso di un biennio.

Per guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti o psicotrope è prevista invece una sospensione della patente da 1 a 2 anni e revoca in caso di recidiva nel corso di un biennio.

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Renault e Dacia in Italia contro il coronavirus: le azioni di solidarietà

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Renault e Dacia in Italia hanno attivato diverse azioni di solidarietà per assicurare la mobilità e dare sostegno a tutto il personale medico che si trova in prima linea nell’emergenza coronavirus.

La filiale italiana del colosso francese ha messo ad esempio a disposizione della Croce Rossa alcuni veicoli sia nella città di Roma (Municipio Roma 6), sia a Ciampino, che attraverso il Comitato Tusculum che opera su sei comuni (Monte Porzio Catone, Grottaferrata, Frascati, Rocca Priora, San Cesareo e Monte Compatri).

Ma non è tutto: la rete dei concessionari Renault del nostro Paese (soprattutto nel nord-ovest e nel nord-est) ha affiancato Renault Italia in altre iniziative. Qualche esempio? Il prestito di veicoli al personale degli ospedali della propria Regione o ai Comuni per effettuare le consegne a domicilio ai più bisognosi (Centro Car Cazzaro, Nini Car, Messa T., Oberti, Alpin, Essepiauto) e la donazione di dispositivi di protezione individuale o di teli coprisedile usa e getta (Piemmecar, Autovittani, Manelli, Bendinelli, Gruppo Carmeli, Borrauto, Oriente, Autoequipe, Autocenter).

Senza dimenticare il prestito di veicoli commerciali ai supermercati di zona per implementare il servizio di consegna a domicilio (Superauto), le donazioni in denaro alle autorità locali (Center) o ad enti ospedalieri (Rondina Auto, Autovip), l’organizzazione di raccolte fondi a favore dell’Ospedale San Raffaele (Renord) e l’acquisto e la donazione di dispositivi di ultima generazione per il reparto di rianimazione di Udine (Gruppo Ferri).

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Rc Auto, a chi è possibile intestarla

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Secondo quanto prescrive la Legge italiana nel settore delle assicurazioni, non è obbligatorio che l’intestatario della polizza Rc Auto sia anche il proprietario reale del veicolo assicurato.

Rc Auto intestata a terzi: facciamo chiarezza

Spesso si fa un errore nel valutare di intestare il contratto di Rc Auto ad un soggetto fisico che non è l’assicurato, la convinzione errata, ma molto diffusa, è infatti che in questo modo si paghi meno, usufruendo della miglior classe di merito del contraente. Solitamente questo avviene quando un figlio neopatentato si intesta la sua nuova vettura, ma uno dei genitori sottoscrive la polizza. In questo modo si crede di pagare un premio più basso, ma purtroppo non è così. Si beneficia di una migliore classe di rischio maturata da mamma o da papà negli anni, ma la compagnia ovviamente calcola il premio sulla base dei dati riferiti al soggetto assicurato. Questo significa che prende in considerazione età, residenza, storia assicurativa e classe di merito maturata dal giovane neo patentato a cui appartiene il veicolo.

Rc Auto intestata a terzi: Legge Bersani e Familiare

Nel 2007 è entrato in vigore il Decreto Bersani che ha permesso a tutti i proprietari di un veicolo, nuovo o usato, di beneficiare della stessa classe di merito di un altro mezzo assicurato in suo possesso oppure appartenente ad un altro membro dello stesso nucleo familiare (medesima residenza). In questo modo, tutti i neopatentati che assicuravano per la prima volta il proprio veicolo, invece di partire dalla quattordicesima classe di merito, ovvero la meno conveniente, potevano ereditare quella del genitore.

Da quest’anno c’è un ulteriore cambiamento a questa Legge, è stata introdotta infatti la Rc Auto Familiare, che estende la stessa possibilità a tutte le tipologie di veicoli. Cosa significa? Che prima potevano beneficiare della stessa classe di merito solo due auto, due moto e così via. Ora il figlio che assicura il motorino, può ottenere la stessa classe di merito del contratto assicurativo che copre l’auto del genitore.

Il nuovo contratto Rc Auto comunque può essere concluso anche presso una compagnia assicurativa differente rispetto a quella del veicolo dal quale si ottiene la classe di merito.

Rc Auto familiare, a chi si può applicare

Il 16 febbraio 2020 è entrata in vigore questa nuova tipologia di Rc Auto cosiddetta Familiare, il principio secondo il quale si può applicare è che tutti i membri della stessa famiglia possono utilizzarla. Basta che siano conviventi sotto lo stesso tetto e quindi registrati in quello che devono dichiarare essere lo stesso “stato di famiglia”. Bisogna necessariamente dimostrarlo presentando all’assicurazione un documento che viene rilasciato dal proprio Comune di residenza e che deve essere mostrato al fine di richiedere la possibilità di stipulare un contratto assicurativo nella formula “familiare”.

Questa nuova possibilità, che estende il principio sul quale funzionava prima la Legge Bersani, ha un obiettivo preciso, ovvero ampliare la possibilità a tutti gli utenti italiani di chiedere la classe di merito più conveniente (che corrisponde ad un premio meno costoso) già prevista in passato appunto dalla Legge Bersani del 2007. Le due novità importanti sono che la stessa tariffa può essere richiesta anche per veicoli di tipologia differente rispetto a quello che ha maturato la classe di merito più vantaggiosa e oltretutto si può richiedere anche per un rinnovo dell’assicurazione, e non più solo per un nuovo contratto assicurativo.

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Patente di guida, a cosa serve il certificato anamnestico

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Il certificato anamnestico della patente è necessario per attestare che ogni individuo sia idoneo a conseguire la patente di guida. Il documento è fondamentale anche per il rinnovo della licenza di guida. Si tratta di un certificato obbligatorio dall’entrata in vigore della Legge 29 luglio n. 120 (13 agosto 2010). Vediamo di cosa si tratta, come si ottiene, i costi e ogni informazione.

Che cos’è il certificato anamnestico della patente di guida

Secondo quanto dichiarato alla Legge: “Ai fini dell’accertamento dei requisiti psichici e fisici per il primo rilascio della patente di guida di qualunque categoria, ovvero di certificato di abilitazione professionale di tipo KA o KB, l’interessato deve esibire apposita certificazione da cui risulti il non abuso di sostanze alcoliche e il non uso di sostanze stupefacenti o psicotrope, rilasciata sulla base di accertamenti clinico-tossicologici le cui modalità sono individuate con decreto del Ministero della Salute, di concerto con il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, sentito il Dipartimento per le politiche antidroga della Presidenza del Consiglio dei Ministri.”.

Quindi che cos’è il certificato anamnestico? È il documento che accerta e garantisce che il soggetto non faccia uso di droghe, abuso di alcol e non abbia malattie e patologie che possono compromettere la capacità di guida e quindi la sicurezza propria e altrui.

Certificato anamnestico per la patente: quali sono le patologie a rischio

Ci sono delle malattie che ovviamente potrebbero essere rischiose per la guida e che quindi compromettono il rilascio del certificato anamnestico. Tra queste elenchiamo:

  • epilessia;
  • patologie del sangue;
  • patologie neurologiche;
  • diabete mellito;
  • patologie uro-genitali;
  • patologie psichiche;
  • patologie endocrine;
  • dipendenza da alcol e droghe;
  • patologie articolari;
  • problemi alla vista;
  • problemi cardio-circolatori.

Attenzione, non stiamo dicendo che un soggetto affetto da una delle patologie elencate non può conseguire il certificato anamnestico e quindi la patente. Il medico ovviamente valuta ogni caso e stabilisce se la malattia o dipendenza di cui soffre un soggetto può realmente compromette la capacità di guidare e la sicurezza al volante.

Come si ottiene il certificato anamnestico

Ogni volta che si effettua la visita medica per il conseguimento o il rinnovo della patente di guida, alla fine viene rilasciato il certificato anamnestico. Il medico curante, i medici del Ministero della Salute e il medico legale dell’ASL competente, a seconda della residenza del soggetto, sono autorizzati al rilascio di questo documento.

Per ottenere il certificato anamnestico servono i seguenti documenti:

  • dati anagrafici;
  • dati anamnestici;
  • indicazione tipologia di patente che si intende fare o rinnovare;
  • richiesta di visita medica;
  • documento di identità;
  • certificato anamnestico fatto dal medico curante non più di tre mesi prima (solo per primo rilascio o primo rinnovo patente);
  • tre fotografie, in caso di prima richiesta del certificato anamnestico;
  • autorizzazione al trattamento dei dati personali (privacy).

Quali sono i requisiti di validità del certificato anamnestico

Il certificato anamnestico, per essere valido, deve contenere tutte le generalità del soggetto richiedente, l’oggetto del documento, data e luogo di rilascio, struttura sanitaria di appartenenza e firma del medico. Non deve presentare alcuna correzione e abrasione, nulla che ne comprometta la leggibilità o che possa far pensare ad una contraffazione.

Quanto costa il certificato anamnestico e qual è la sua durata

Fare il certificato anamnestico può avere un costo differente, che cambia a seconda del medico: nel caso in cui si proceda con il proprio medico di famiglia, allora la tariffa potrebbe anche arrivare a 100 euro. Per questo motivo è sempre bene richiedere il prezzo al momento della prenotazione della visita. Rivolgendosi ai medici dell’ASL oppure al Ministero della Salute è possibile risparmiare, infatti in questo caso la spesa è di:

  • 30,00 euro da versare sul conto corrente intestato all’USMAF che effettua la prestazione;
  • 10,20 euro da versare sul conto corrente 9001 intestato al Ministero Infrastrutture e Trasporti, solo per rinnovo della patente di guida;
  • 16,00 euro sul conto corrente postale 4028 intestato al “Dipartimento Trasporti Terrestri”, solo per di rinnovo patente di guida.

In caso di conseguimento della patente di guida o conseguimento o rinnovo della patente nautica, serve anche una marca da bollo da 16,00 euro. Il certificato anamnestico ha una durata di 90 giorni dal momento del rilascio.

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Helmut Marko, non solo Red Bull

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Helmut Marko è recentemente balzato agli onori delle cronache per la folle proposta di contagiare con il coronavirus i quattro piloti di F1 della Red Bull (Max Verstappen e Alexander Albon) e della AlphaTauri (Daniil Kvyat e Pierre Gasly) nonché i giovani driver del programma Red Bull Junior Team da lui diretto per renderli immuni al Covid-19.

Una dichiarazione fuori luogo per l’ex-pilota austriaco, costretto ad appendere il casco al chiodo a soli 29 anni e diventato uno dei più grandi talent-scout di sempre del motorsport. Scopriamo insieme la sua storia.

Helmut Marko: la storia

Helmut Marko nasce il 27 aprile 1943 a Graz (oggi in Austria, all’epoca territorio tedesco). Amico d’infanzia di Jochen Rindt, debutta nelle corse in tarda età – a 25 anni – quando corre la 6 Ore del Nürburgring con una BMW 2000 in coppia con il tedesco Werner Christmann.

Le prime soddisfazioni arrivano nello stesso anno al volante della Porsche 906: 7° a Wunstorf, 9° alla 500 km di Zeltweg (esordio in una corsa valida per il Mondiale sportprototipi) insieme al connazionale Gerold Pankl e primo podio in carriera (3° all’Eifelpokal Nürburgring).

I primi successi

Nel 1969 Helmut Marko conquista l’ottava piazza a Zeltweg con una Porsche 910 in coppia con l’austriaco Richard Gerin e l’anno seguente – alla guida di una BMW 1602 – ottiene il primo successo (Salzburgring, corsa valida per il campionato europeo turismo). Senza dimenticare il quinto posto alla 1000 km del Nürburgring con una Porsche 908/02 insieme al francese Gérard Larrousse e il primo podio nel Mondiale endurance (3° alla 24 Ore di Le Mans con il connazionale Rudi Lins).

1971

Il 1971 è l’anno migliore della carriera di Helmut Marko: il pilota austriaco si laurea campione europeo sportprototipi con la Lola davanti al britannico Vic Elford con tre vittorie (Paul Ricard, Hockenheim e Imola) e diventa il secondo driver del suo paese dopo l’amico Rindt – scomparso l’anno prima – a vincere la 24 Ore di Le Mans (con una Porsche 917K in coppia con l’olandese Gijs van Lennep).

Marko viene chiamato dalla BRM per correre in F1 e disputa gli ultimi quattro GP della stagione. I risultati? Poco esaltanti: un 11° posto come miglior piazzamento (all’esordio in Austria) e prestazioni inferiori rispetto a quelle dei compagni di squadra (lo svizzero Jo Siffert, il britannico Peter Gethin e il neozelandese Howden Ganley). Nelle due tappe in America convince invece più dei canadesi George Eaton (in Canada) e John Cannon (negli USA).

Fine della carriera

Helmut Marko corre con la BRM anche nel Mondiale F1 1972, porta a casa un 8° posto a Monte Carlo e si rivela più lento di due compagni di squadra (Ganley e il francese Jean-Pierre Beltoise) e più veloce di altri tre (Gethin, lo svedese Reine Wisell e lo spagnolo Alex Soler-Roig).

Il 25 giugno conquista l’ultimo podio nel Mondiale endurance (3° alla 1000 km di Zeltweg con una Ferrari 312 PB in coppia con il brasiliano Carlos Pace) e il weekend seguente termina la propria carriera da pilota durante il GP di Francia quando viene colpito all’occhio sinistro da un sasso proveniente dalla Lotus di Emerson Fittipaldi.

Seconda vita

Helmut Marko – ritrovatosi cieco da un occhio e con la carriera rovinata a soli 29 anni – continua a lavorare nel mondo del motorsport: diventa manager di piloti austriaci come Gerhard Berger e Karl Wendlinger e nel 1989 fonda una scuderia (la RSM Marko) impegnata in F3 e in F3000. Il momento più alto di questo team risale al 1996 con la conquista del titolo International Formula 3000 da parte del driver tedesco Jörg Müller.

La Red Bull

Alla fine degli anni ‘90 Marko inizia a collaborare con la Red Bull, all’epoca “solo” un’azienda austriaca specializzata nella produzione di bibite energetiche e attiva come sponsor nel motorsport.

La scuderia RSM Marko cambia nome in Red Bull Junior Team nel 1999 e due anni più tardi la struttura si trasforma in un programma di formazione per giovani piloti diretto da Helmut Marko.

Grazie a Marko Dietrich Mateschitz (cofondatore della Red Bull) entra in F1 acquistando il team Jaguar nel 2004 – ribattezzato Red Bull l’anno successivo – e la Minardi nel 2005 (diventata Toro Rosso nel 2006 e AlphaTauri da quest’anno).

Helmut Marko è uno dei personaggi più importanti per il team Red Bull: ha lanciato in F1 talenti come Sebastian Vettel (quattro Mondiali Piloti e quattro titoli Costruttori con il team austriaco tra il 2010 e il 2013), Daniel Ricciardo e Max Verstappen e non ha nessuna intenzione di smettere.

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Inversione gomme auto: quando farla e a cosa serve

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Le gomme auto sono uno elementi fondamentali su ogni veicolo, perché permettono il contatto con la strada, il rotolamento sulla stessa e quindi il movimento dell’auto. È molto importante occuparsi di un’ottima manutenzione degli pneumatici, per viaggiare sempre in sicurezza e senza alcun rischio infatti è fondamentale che le gomme non siano troppo consumate e addirittura lisce (si rischiano anche pesanti sanzioni) e che siano sempre gonfiate alla giusta pressione, per una migliore tenuta su strada. Una pratica molto utile per un consumo omogeneo degli pneumatici è l’inversione, vediamo di cosa si tratta.

Inversione degli pneumatici: di cosa si tratta e ogni quanto deve essere eseguita

Oltre al controllo della pressione delle gomme dell’auto, è molto importante anche occuparsi dell’inversione degli pneumatici. Si tratta di un’operazione fondamentale che deve essere eseguita da un gommista (nel caso in cui non siamo in grado di farlo da soli); ma come si effettua e ogni quanto deve essere fatta?

Purtroppo sono pochi gli automobilisti che si ricordano di quanto sia importante l’inversione per mantenere sempre efficienti le proprie gomme. Il motivo per cui questa pratica è utile sta nel fatto che le gomme posizionate sull’asse anteriore del veicolo si consumano molto più in fretta rispetto a quelle che troviamo nella parte posteriore. Per questo andare a invertire la loro posizione spesso favorisce un consumo molto più uniforme su tutt’e quattro gli pneumatici e quindi la vita del battistrada si prolunga.

L’inversione delle gomme dell’auto è una pratica che viene consigliata da ogni gommista esperto. Solitamente, i professionisti nei centri specializzati, raccomandano di non aspettare mai più di 10.000 km prima di riportare l’auto in officina per l’inversione degli pneumatici. I km di percorrenza comunque variano a seconda di differenti fattori, come ad esempio la velocità a cui viaggiamo o la lunghezza dei tragitti oppure il peso del carico in auto. Più la macchina viene sottoposta a sollecitazioni, elevate velocità e percorsi lunghi, più le inversioni dovrebbero essere eseguite con maggiore frequenza, anche ogni 5.000 km.

Un altro motivo per cui dovremmo effettuare l’inversione più spesso è l’usura irregolare delle gomme, quest’operazione infatti serve proprio a uniformarne il consumo. Se sentiamo una forte rumorosità proveniente dagli pneumatici mentre guidiamo, è un ulteriore segnale che indica la necessità di inversione. Non dimenticate comunque che le gomme devono sempre essere gonfiate alla giusta pressione, l’inversione infatti, pur fatta costantemente, non corregge di sicuro i problemi derivanti da un gonfiaggio inadeguato.

Come viene effettuata l’inversione degli pneumatici dell’auto?

Ora che abbiamo capito di cosa si tratta e ogni quanto dovrebbe essere effettuata, possiamo finalmente spiegare come viene effettuata l’inversione delle gomme auto. La procedura è abbastanza semplice, si potrebbe effettuare anche da soli a casa, non occorrono attrezza particolari ma un po’ di dimestichezza con questa tipologia di lavori. L’auto deve chiaramente essere sollevata, per poter togliere tutti gli pneumatici, quindi devono essere svitati i bulloni e tolte le gomme. Nel caso in cui avete i copriruota, allora rimuoveteli, poi sistemate le gomme che erano davanti sull’asse posteriore e viceversa, abbiate cura di riavvitare per bene il tutto e infine quindi potete riportare la vostra macchina a terra.

Alcuni accorgimenti da tenere presente nel caso in cui decidiate di occuparvi autonomamente dell’inversione degli pneumatici dell’auto: devono avere tutti la stessa dimensione, inoltre se hanno il battistrada con disegno direzionale, allora seguite sempre le frecce impresse sulla parete laterale dello pneumatico. Chiaramente affidatevi alle raccomandazioni che sono contenute nel manuale d’uso del produttore dell’auto. Nel caso in cui non siate in grado di effettuare l’inversione da soli, affidatevi al vostro gommista di fiducia.

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Ford: produzione sospesa in Europa almeno fino al 4 maggio a causa del coronavirus

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La sospensione della produzione di veicoli e motori Ford in Europa dovuta al coronavirus durerà almeno fino al prossimo 4 maggio (almeno fino al 27 aprile a Valencia). Le attività produttive della Casa dell’Ovale Blu in Germania (Colonia e Saarlouis), Romania (Craiova) e Spagna (Valencia) sono sospese dallo scorso 19 marzo mentre gli impianti di sviluppo e produzione dei propulsori nel Regno Unito (Bridgend e Dagenham) non sono attivi dal 23 marzo.

I piani di ripresa della produzione Ford nel Vecchio Continente dipenderanno dalla situazione relativa alla diffusione della pandemia nelle settimane a venire, dalle restrizioni nazionali in vigore al momento e dalle problematiche riguardanti i fornitori e la capacità del brand di operare. Oggi il marchio dell’Ovale Blu è impegnato nella realizzazione di mascherine, respiratori, ventilatori polmonari e altre attrezzature mediche indispensabili, oltre a forniture di veicoli per il trasporto di medicinali, alimenti e beni di prima necessità.

Il piano di ritorno al lavoro comprenderà anche l’introduzione di misure adeguate in materia di distanziamento sociale e altri protocolli di salute e sicurezza: l’operatività dei dipendenti a supporto delle attività di produzione continuerà con le dovute precauzioni mentre quella di coloro che si occupano di attività più complesse procederà da remoto.

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Promozioni auto aprile 2020: le occasioni del mese

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Le promozioni auto continuano a esserci nonostante l’emergenza coronavirus: anche ad aprile 2020, in piena quarantena, è possibile attraverso Internet contattare i concessionari per approfittare di sconti interessanti.

Le offerte più corpose del mese riguardano soprattutto SUV compatte e modelli italiani, tedeschi e giapponesi anche se non mancano proposte di altri segmenti e di altre nazioni. Scopriamole insieme.

Promozioni auto aprile 2020: le occasioni del mese

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Abarth 595

Per tutto il mese di aprile 2020 la Abarth 595 “base” costa 18.000 euro anziché 20.900.

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Citroën C3

Grazie ai 3.700 euro di sconto previsti dalle promozioni Citroën di aprile 2020 bastano 9.950 euro (anziché 13.650) per portarsi a casa la C3 PureTech 83 Live (modello che verrà presto sottoposto a un restyling). L’offerta è valida in caso di permuta o rottamazione.

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Cupra Ateca

Anche ad aprile 2020 la Cupra Ateca è in offerta: 37.900 euro anziché 44.665 sugli esemplari in stock. Una promozione rivolta esclusivamente a chi aderisce al finanziamento (TAN fisso 3,99%, TAEG 4.72%) – anticipo di 8.388 euro, 35 rate da 299 euro e una maxirata finale da 22.142,63 euro – che comprende anche due anni o 40.000 km di garanzia aggiuntiva.

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Dacia Duster

La Dacia Duster più economica in listino – la 1.0 TCe Access – costa ufficialmente 12.400 euro ma grazie alle promozioni di aprile 2020 della Casa rumena sono sufficienti 11.100 euro per acquistarla. Uno sconto valido solo in caso di adesione al finanziamento (TAN fisso 4,99%, TAEG 6,56%): anticipo zero, 60 rate da 150,03 euro e una maxirata finale da 5.084 euro. E non è tutto: con l’offerta #AcasaPerRipartire la manutenzione ordinaria è inclusa.

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Fiat Panda

9.230 euro anziché 11.600: è sufficiente questa somma, ad aprile 2020, per acquistare la Fiat Panda “base” (la 1.2 Pop). Una cifra che può scendere ulteriormente – a 7.730 euro – se si aderisce al finanziamento Contributo Prezzo MiniRata di FCA Bank (TAN fisso 6,45% salvo arrotondamento rata, TAEG 9,24%): anticipo zero, prima rata a 270 giorni, prime 16 rate mensili da 89,95 euro e successive 72 rate mensili da 138,02 euro.

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Lexus UX

L’Hybrid Bonus Lexus consente ad aprile 2020 di acquistare la UX “base” – la Executive a trazione anteriore – con uno sconto di 5.500 euro (da 37.400 a 31.900 euro). Un’offerta valida in caso di permuta o rottamazione.

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Mahindra KUV100

2.000 euro: è questo lo sconto previsto dalle promozioni Mahindra di aprile 2020 sulla KUV100 K6+ (da 11.990 a 9.990 euro). L’offerta è valida solo in caso di adesione al finanziamento Formula Vantaggi Mahindra (TAN fisso 6,45%, TAEG 9,02%): anticipo di 949 euro, prima rata a 30 giorni e 72 rate mensili da 169 euro.

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Opel Astra ST

La Opel Astra ST 1.5 CDTI 122 CV AT9 Business Elegance costa ufficialmente 31.300 euro ma grazie alle ricche promozioni della Casa tedesca dovute all’emergenza coronavirus bastano 20.971 euro per acquistarla. Uno sconto pazzesco di oltre 10.000 euro valido fino al 7 aprile 2020 sui veicoli in stock per un’offerta che comprende anche il Flexcare Base per cinque anni o 50.000 km (estenzione garanzia e assistenza stradale) del valore di 575 euro.

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Toyota RAV4

4.600 euro: è questo lo sconto previsto dalle promozioni Toyota di aprile 2020 sulla RAV4 “entry-level” (la 2WD Active, da 36.400 a 31.800 euro). L’offerta – valida in caso di permuta o rottamazione di un autoveicolo posseduto da almeno 5 mesi – può essere abbinata a un finanziamento (TAN fisso 5,49%, TAEG 6,50%): anticipo di 11.100 euro, 47 rate da 199,78 euro e una maxirata finale da 15.709,20 euro.

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Volkswagen T-Roc

Le promozioni Volkswagen Young Program di aprile 2020 offrono agli under 30 600 euro extra da utilizzare come sconto finale o per gli optional della vettura. Grazie a questi vantaggi i giovani possono acquistare la T-Roc “base” – la 1.0 TSI – con 23.400 euro (invece di 24.000).

L’articolo Promozioni auto aprile 2020: le occasioni del mese proviene da Icon Wheels.

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