Monthly Archives: Gennaio 2020
Seat Leon: informazioni e foto inedite della quarta generazione
9-1-2020
La Seat Leon 2020 è dietro l’angolo. La compatta spagnola che, con la terza serie arrivata nel 2012, diede una svolta al brand di Martorell, è pronta a compiere il salto generazionale.
La prima grande novità Seat nell’era post De Meo
La Quarta generazione della Seat Leon verrà svelata domani sera nella sede catalana del marchio e sarà la prima grande novità per Seat nell’era post De Meo. L’ex Ceo italiano del marchio spagnolo ha abbandonato infatti la nave poche settimane fa, probabilmente per passare alla guida di Renault (ancora non ufficiale). Ma la nuova hatchback iberica, possiamo dirlo, è anche l’eredità lasciata da De Meo, visto che è stata praticamente tutta sviluppata ancora sotto la sua guida.
Seat Leon 2020: basata sulla piattaforma MQB Evo
Fondamentalmente sarà un’evoluzione profonda dell’attuale Leon, visto che adotterà la stessa piattaforma, aggiornata e rinominata MQB Evo (del Gruppo Volkswagen, la stessa anche della nuova Golf 8 per intenderci). Si tratta di un pianale che avrà un ruolo fondamentale nel passaggio all’elettrificazione, per tutti i brand del Gruppo di Wolfsburg, compresa la nuova Leon. Da qui la prima importante indiscrezione: l’arrivo, per la compatta di Casa Seat, di powertrain elettrificati con versioni micro ibride e plug-in. Ancora da verificare se, quest’ultime, saranno già presenti in gamma al lancio o se arriveranno in un secondo momento.
Familiare sì. Addio alla Leon tre porte
Molto probabilmente la nuova Seat Leon verrà riproposta ancora una volta anche nella versione familiare (station wagon) mentre dirà addio, quasi sicuramente, alla variante a tre porte. Il nuovo look, inoltre, dovrebbe ispirarsi al design innovativo della Seat Tarraco, anch’essa già declinata in un’inedita variante ibrida plug-in.
Nuovo sistema di infotainement e strumentazione digitale
Per quanto riguarda le dimensioni, la quarta generazione della Seat Leon crescerà leggermente, il che la renderà più spaziosa e confortevole all’interno dell’abitacolo. Quest’ultimo potrà godere di diversi elementi ereditati dalla cugina tedesca Volkswagen Golf 8, come ad esempio i due schermi digitali del sistema di infotainment e del quadro strumenti.
Sarà pure strettamente imparentata alla nuova Golf, ma la Seat Leon 2020 potrà vantarsi di essere anche un prodotto ‘made in spain’ visto che è stata sviluppata e disegnata a Barcellona, nel Centro Tecnico di Seat a Martorell. Proprio qui verrà anche prodotta, smentendo alcuni rumors che indicavano un trasferimento degli impianti industriali a Landaben, in Navarra, a seguito delle problematiche politiche catalane legate all’indipendentismo.
Nuova Seat Leon: diesel, GNC e PHEV. Tutte le motorizzazioni possibili
Rispetto ai motori della Leon 2020, oltre all’attesa versione ibrida plug-in, la lista di opzioni potrà contare su varianti a benzina, diesel e GNC (gas naturale compresso). Le potenza andranno dai 90 ai 150 CV. In sostanza la gamma motori della nuova generazione Leon dovrebbe ricalcare quella della gemella diversa Golf.
– Seat Leon a Benzina: TSI da 110, 130 e 150 CV
– Seat Leon Diesel: monterà l’ultima versione del 2.0 TDI Evo da 115 e 150 CV
– Seat Leon bifuel: Benzina/GNC
– Seat Leon ibrida plug-in
– Seat Leon mild-hybrid con tecnologia a 48 volt
Le rivali della nuova Seat Leon
Sulla carta, insomma, la Seat Leon di quarta generazione ha tutti i numeri per continuare a svolgere il ruolo di uno dei pilastri pi importanti della marca spagnola. Ma attenzione, perché dovrà vedersela con rivali di tutto rispetto:
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Renault Captur: connessa, ibrida e a guida autonoma
Gli highlights della Renault Captur
- nuovo design, più spazio e interni rinnovati
- prima Renault con la motorizzazione E-TECH Plug-in basata su tecnologia sviluppata da Renault F1 Team
- connessa, ibrida e a guida autonoma (parte del piano strategico Renault “Drive the Future 2017-2022”, con 12 modelli elettrificati e 8 veicoli 100% elettrici)
- inconfondibile Be-Style Captur propone quattro nuovi abbinamenti di colore per tetto e retrovisori
- offerta motori più ampia e rinnovata, e in arrivo la motorizzazione TCe 100 GPL
La Renault Captur l’abbiamo conosciuta nel 2013, e oggi la riscopriamo nella sua nuova veste con linee e carattere ancora più decisi. La nostra prova ci ha portato ad assaporare un’anticipazione di primavera, lungo la Costiera Amalfitana. Da Napoli a Salerno, ci siamo goduti una guida decisa e reattiva, adatta per affrontare al meglio le tantissime curve del percorso, ma altrettanto comoda e rilassata, complici il panorama mozzafiato e una vettura che ancora una volta si presta a una mobilità molto versatile.
Dal giorno del lancio Renault Captur ne ha fatta di strada, diventando il B-SUV più venduto in Italia e la seconda best seller del marchio francese. Grazie a uno stile che trae ispirazione dai dettami della moda e del design, nell’ultimo anno è stata scelta da più di 280.000 automobilisti in un mercato occupato da oltre 20 concorrenti – mentre sette anni fa, al lancio, era da sola a rappresentare la novità.
Una conferma di come Renault Captur continui a soddisfare al meglio tutte le esigenze degli amanti della categoria dei SUV compatti.
Renault Captur, estetica e dimensioni
Evoluzione e rivoluzione trovano spazio nelle nuove proporzioni che conferiscono un’estetica elegante ed espressiva: cresciuta in lunghezza, ora misura 4.23 m, e di 7 cm in altezza, la nuova Renault Captur registra nella parte posteriore gli interventi più decisivi, con i nuovi gruppi ottici caratterizzati dai fari full LED e la firma luminosa C-Shape. Dettagli come i due grandi deflettori d’aria ne accentuano la dinamicità all’anteriore, assieme al cofano ribassato, regalando una maggiore sensazione di potenza e contribuendo a migliorare la performance.
All’interno del nuovo Captur il design è al servizio della tecnologia, a cominciare dallo Smart Cockpit, che migliora la condizione di guida, e il luminoso e pulito display centrale da 9.3 pollici, unito a un’ottima qualità percepita, grazie alle nuove parti soft touch.
Lo spazio è ulteriormente accresciuto anche dentro l’abitacolo, con maggiore comfort in tutte le sedute, la capacità dei vani portaoggetti aumentata fino a 27 litri e il bagagliaio ancora più capiente, merito della panca posteriore scorrevole che regala fino a 536 litri di carico.
Lo stile inconfondibile di Captur, che con le sue 90 personalizzazioni disponibili lo rende il SUV più eclettico della gamma, oggi è ancora più distintivo con quattro nuovi abbinamenti colore proposti per la carrozzeria. E l’interno non è da meno: per i più stilosi ed esigenti si possono infatti scegliere anche otto personalizzazioni dell’ambiente luminoso, oltre alle tre modalità di guida, eco, sport e mysense.
Renault Captur, tecnologia e motorizzazioni
La nuova Renault Captur è già un’auto del futuro, connessa, elettrica e a guida autonoma. La tecnologia Easy Connect offre un’ampia scelta di app e piattaforme multimediali per una guida sempre più sicura, aggiornata e personalizzabile.
È la Formula 1 a ispirare l’anima ibrida del nuovo SUV francese, con la tecnologia E-TECH Plug-in sviluppata grazie al lavoro messo a punto nella massima categoria: al nuovo motore benzina 1.6 sono affiancati 2 motori elettrici e una batteria da 9.8 KWh, che permette di raggiungere i 135 km/h e di viaggiare per 65 km a zero emissioni.
L’autonomia si traduce invece con l’Highway and Traffic Jam Companion (guida autonoma di livello 2) disponibile su TCe 130 EDC FAP e 155 EDC FAP. In modalità autonoma lavorano in sinergia il cruise control adattivo, il sistema di frenata e ripartenza, e il centraggio e mantenimento della corsia.
Nuovo Captur ha conquistato 5 stelle Euro NCap nei test di sicurezza e il livello massimo lo raggiunge anche con le altrettante varianti disponibili per l’allestimento; dalla Life fino alla proposta per i clienti Business, passando per le versioni Zen, Intense e Initiale Paris. E non si risparmia nemmeno con l’offerta delle motorizzazioni, diesel e benzina, proposte con trasmissione manuale 5 o 6 rapporti oppure con l’automatico a doppia frizione EDC a 7 rapporti.
Quanto costa la Renault Captur
L’offerta per i motori benzina va da 100 a 155 CV, con prezzi a partire da 23.050 euro (per la versione da 130 CV) o da 25.900 euro (per il 155 C), entrambi con trasmissione automatica, mentre il motore 1.5 Blue dCi si fa in due, da 95 a 115 CV, e a partire da 23.150 euro con cambio automatico. Ma l’attesa è tutta per il GPL, che verrà abbinato al 3 cilindri turbo 1.0 TCe. La motorizzazione GPL partirà da 18.500 euro, mentre il TCe 100 è disponibile da 17.700 euro.
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Nuova Mercedes Classe C 2021: le indiscrezioni sull’aggiornamento della gamma
Mercedes-Benz prosegue con il suo fitto calendario di lanci. Mentre la marca tedesca va avanti con l’elettrificazione, presentando nuovi modelli elettrificati e a zero emissioni, le sue principali best seller continuano a rinnovarsi per non perdere terreno sul mercato. La nuova Mercedes Classe C 2021 sarà presto una di queste.
Aggiornamento estetico, una Classe C più matura
Di fronte alle nuova Audi A4 e BMW Serie 3, a Mercedes non rimaneva altra scelta che aggiornare la sua berlina di punta, e questo momento è quasi arrivato. Anche se sarà presentata come nuova gamma 2021, la nuova Classe C verrà svelata durante la seconda metà di questo 2020. Esteticamente non c’è da aspettarsi una grande rivoluzione per la nuova Mercedes Classe C, che fondamentalmente aggiornerà il look dei gruppi ottici, della griglia frontale e dei paraurti, adottando il nuovo linguaggio stilistico della marca già visto sulle ultime new entry di Stoccarda.
Piattaforma MRA, ma con più spazio a bordo
E così, la nuova Mercedes Classe C 2021, internamente denominata come generazione W206, parte da una nuova evoluzione della piattaforma MRA. Nota come MRA2, si caratterizza per l’uso intensivo di materiali leggeri, come l’alluminio. Con questo pianale la Casse C guadagnerà così efficienza e leggerezza e potrà adottare nuove tecnologie assenti sulla generazione attuale. Anche se non è prevista una modifica sostanziale sulle dimensioni (la Classe C ora in listino misura 4,68 metri), le informazioni che arrivano dalla Germania anticipano un incremento dello spazio interno. L’abitacolo sarà proprio la parte che subirà la rivoluzione più grande con l’arrivo del nuovo sistema di infotainment M-BUX che ha debuttato sulla nuova generazione della Mercedes Classe A.
Anche una versione crossover ‘All Terrain’ per la nuova Classe C familiare
Al suo lancio la Mercedes Classe C 2021 debutterà con la tradizionale carrozzeria a tre volumi alla quale in un secondo momento si aggiungerà la station wagon e un’inedita carrozzeria crossover basata sulla familiare e che adotterà la denominazione All Terrain. Una rivale perfetta per l’Audi A4 Allora. Per ultime arriveranno anche le versioni sportiva coupé e cabriolet.
Le motorizzaizoni della Mercedes Classe C 2021: nuovi powertrain micro-ibridi e non solo
Più agile e aerodinamica, la nuova Mercedes-Benz Classe C arriverà anche con importanti novità meccaniche. La nuova piattaforma potrà infatti ospitare anche nuovi powertrain ibridi e ibridi plug-in. Per la nuova Classe E, ad esempio, anch’essa imminente, sono stati annunciate fino a una decina di nuove versioni elettrificate tra cui inedite varianti mild-hybrid con sistema a 48V, denominate EQ Boost e abbinate al duemila da 272 CV e al 3.0 da 367 CV. Le anticipazioni sulla nuova Mercedes Classe C 2021 che arrivano dalla Germania parlano anche di una versione ibrida plug-in di punta che sarà dotata di una batteria agli ioni di litio da 13,5 kWh in grado di garantirle un’autonomia superiore ai 50 km in modalità elettrica al 100%. Altre motorizzazioni a 4 e 6 cilindri tradizionali diesel e benzina completeranno l’offerta meccanica della nuova Classe C.
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Nuova Hyundai i10: com’è e come va la spaziosissima citycar coreana
La nuova Hyundai i10 – citycar coreana giunta alla terza generazione – ha tutte le carte in regola per diventare (come le antenate) una delle “segmento A” più apprezzate in Italia e in Europa.
Di seguito troverete una guida completa alla Hyundai i10 (vettura che abbiamo avuto modo di guidare): com’è, come va, quanto costa e quali sono le sue rivali. Tutto quello che c’è da sapere (compresi i prezzi di listino) sulla “cittadina” asiatica che pensa in grande.
Hyundai i10: regina dello spazio
Difficile trovare in commercio una citycar più spaziosa della Hyundai i10: la terza generazione della “baby” coreana è lunga esattamente come l’antenata (3,67 metri) ma è più larga di 2 cm e ha un passo più lungo di 4 centimetri.
Il risultato? Un abitacolo omologato 5 posti (solo la versione “base” Ecopack ne offre quattro) ricco di spazio per le gambe e le spalle dei passeggeri posteriori. Senza dimenticare l’ampio bagagliaio (252 litri – come prima – che diventano 1.050 quando si abbattono i sedili dietro).
Hyundai i10: il motore
Per il momento la terza serie della Hyundai i10 è disponibile con un solo motore: un 1.0 tre cilindri a benzina da 67 CV che offre prestazioni (156 km/h di velocità massima e 14,8 secondi per accelerare da 0 a 100 chilometri orari) e consumi – tra i 18,2 e i 20 km/l dichiarati, tra i 15 e i 20 km/l rilevati a seconda dello stile di guida – in linea con quanto offerto dalla concorrenza.
Fra un paio di mesi debutterà la variante a GPL mentre nell’estate 2020 arriverà la versione sportiva N-Line offerta con due motori a benzina: un 1.2 aspirato da 84 CV e un 1.0 turbo tre cilindri T-GDI da 100 CV.
Hyundai i10: come va
Alla guida la Hyundai i10 si conferma una citycar matura come l’antenata: una “segmento A” con un comportamento stradale simile a quello di una vettura di categoria superiore.
Una “baby” rassicurante nelle curve contraddistinta da un assetto non esageratamente morbido e da un ottimo cambio manuale a cinque marce. Il pacchetto sterzo/freni convince mentre per quanto riguarda il comfort acustico avremmo gradito un propulsore leggermente più silenzioso nelle fasi di accelerazione.
Hyundai i10: design italiano
La terza generazione della Hyundai i10 è indubbiamente una delle citycar più sexy in commercio: il design esterno – realizzato dall’italiano Davide Varenna – è caratterizzato da un frontale aggressivo (mascherina anteriore sportiva con luci diurne tonde a LED integrate) e da un profilo slanciato impreziosito dal montante posteriore a X.
Hyundai i10: le versioni
Hyundai i10 Advanced
La dotazione di serie della Hyundai i10 Advanced comprende:
Sicurezza
- 6 airbag (anteriori, laterali, a tendina)
- Antifurto con radiocomando a distanza e immobilizer
- Freni a disco anteriori
- Sistema di controllo della stabilità (ESP)
- Sistema di frenata antibloccaggio (ABS)
- Sistema di monitoraggio pressione gomme (TPMS)
- Hyundai SmartSense (sistema di assistenza anti-collisione frontale con riconoscimento veicoli e pedoni FCA, sistema di avviso di ripartenza LVDA, sistema di mantenimento attivo della corsia LKA, sistema di gestione automatica dei fari abbaglianti HBA, sistema di rilevamento della stanchezza del conducente DAW)
Meccanica
- Ecopack: ottimizzazione del motore per riduzione consumi (solo con 4 posti)
- Sistema ISG “Idle Stop&Go System”
Cerchi e pneumatici
- Cerchi in acciaio da 14″ con pneumatici 175/65 R14
- Kit gonfiaggio pneumatici
Esterni
- Luci diurne e di posizione
- Paraurti in tinta carrozzeria
Interni e comfort
- 4 posti (solo con Ecopack)
- 5 posti
- Alzacristalli elettrici anteriori
- Attacchi Isofix
- Climatizzatore manuale
- Computer di bordo
- Cruise control
- Presa ausiliaria 12V
- Sedile guidatore regolabile in altezza
- Sedile posteriore abbattibile con modulo 60:40
- Sedili rivestiti in tessuto
- Sensore crepuscolare
- Servosterzo elettrico
- Volante regolabile in altezza
Audio/telematica
- eCall
Hyundai i10 Tech
La Hyundai i10 Tech costa 1.450 euro più della Advanced e aggiunge:
Sicurezza
- Sistema di assistenza alla partenza in salita HAC
Cerchi e pneumatici
- Cerchi in lega leggera da 15″ con pneumatici 185/55 R15
Esterni
- Fendinebbia anteriori
- Indicatori di direzione integrati negli specchietti
- Luci diurne e di posizione a LED
- Maniglie esterne e specchietti retrovisori in tinta con la carrozzeria
- Specchietti retrovisori riscaldabili e regolabili elettricamente
Interni e comfort
- Volante e pomello del cambio rivestiti in pelle
Audio/telematica
- Bluetooth
- Altoparlanti anteriori (2)
- Comandi audio al volante
- Radio MP3 con display da 3,8″, ricezione DAB e presa USB
Hyundai i10 Prime
La Hyundai i10 Prime costa 2.300 euro più della Tech e aggiunge:
Sicurezza
- Sistema di riconoscimento dei limiti di velocità (ISLW)
Cerchi e pneumatici
- Cerchi in lega da 16″ con pneumatici 195/45 R16
Esterni
- Fari alogeni con illuminazione statica degli angoli
- Vetri posteriori oscurati
Interni e comfort
- Alzacristalli elettrici posteriori
- Scompartimento vano bagagli
- Retrocamera
- Sensori di parcheggio posteriori
Audio/telematica
- Altoparlanti posteriori (2)
- Bluetooth con riconoscimento vocale
- Caricatore wireless per smartphone
- Sistema di navigazione con display touchscreen da 8″ con connettività Apple CarPlay e Android Auto
- Servizi telematici Bluelink
Hyundai i10: i prezzi e le rivali
Hyundai i10 Ecopack Advanced 12.900 euro
Fiat Panda 1.2 Easy 12.550 euro
Kia Picanto 1.0 Cool 13.250 euro
Toyota Aygo 5p. x-cool 12.500 euro
Volkswagen up! 1.0 5p. move up! 14.000 euro
Hyundai i10 Advanced 13.050 euro
Fiat Panda 1.2 Easy 12.550 euro
Kia Picanto 1.0 Cool 13.250 euro
Toyota Aygo 5p. x-cool 12.500 euro
Volkswagen up! 1.0 5p. move up! 14.000 euro
Hyundai i10 Tech 14.500 euro
Fiat Panda 1.2 Connected by Wind 14.550 euro
Kia Picanto 1.0 GT Line 13.850 euro
Toyota Aygo 5p. x-fun 14.550 euro
Volkswagen up! 1.0 5p. move up! 14.000 euro
Hyundai i10 Prime 16.800 euro
Citroën C1 Airscape 5p. Urban Ride 14.850 euro
Fiat Panda 1.2 Trussardi 16.550 euro
Toyota Aygo 5p. x-wave orange 16.150 euro
Volkswagen up! 1.0 5p. sport up! 16.500 euro
Hyundai i10 AT Tech 15.500 euro
Hyundai i10 AT Prime 17.800 euro
Il mondo Hyundai
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Bentley Flying Spur, capolavoro artigianale: tutti i segreti dell’abitacolo
La terza generazione della gran turismo di lusso di Casa Bentley, la nuova Flying Spur, sarà ricordata nella storia del marchio di Crewe come la più lussuosa e raffinata di sempre. L’ammiraglia inglese si rinnova e alza gli standard di qualità, già di per sé lussuosi, adottando soluzioni artigianali uniche nel loro genere e abbinandole a tecnologie di ultimissima generazione. Sofisticata come non mai, insomma, e secondo Bentley “la più lussuosa al mondo”. Per apprezzare profondamente la nuova Bentley Flying Spur bisogna conoscerne tutti i dettagli, soprattutto quelli che riguardano l’abitacolo. Una vera e propria opera d’arte.
Non solo semplice pelle… 3 km di filo per le cuciture
I 350 pezzi di pelle che rivestono l’abitacolo sono ornati con 60 componenti realizzati su misura e creati con ben 3 chilometri di filo, tessuto e lavorati a mano da 141 artigiani Bentley. Questi ultimi sono stati formati appositamente dalla Casa inglese per questo progetto con cinque mesi di Master Training per garantire il massimo livello di professionalità nella lavorazione. Bentley ci tiene inoltre a precisare che ogni tipo di pelle, accuratamente selezionato, utilizzato per l’abitacolo della nuova Flying Spur proviene dall’industria sostenibile del settore alimentare del Nord Europa. 14 sono invece le colorazioni proposte per tingere il cuoio, abbinabili a 24 diverse tonalità per le cuciture a contrasto.
Il volante, fiore all’occhiello dell’abitacolo
Proprio il volante della Flying Spur è l’elemento più sofisticato artigianalmente parlando, visto che il punto croce attraverso cui è stato rivestito, prevede l’utilizzo di ben 5 metri di filo che passa attraverso 352 fori ottenendo così 168 punti croce distintivi. Per creare, rigorosamente a mano, un solo volante gli artigiani Bentley impiegano 3 ore e mezza di lavoro. I rivestimenti della cabina, inoltre, vengono assemblati con 5 diversi tipi di macchine da cucire che tessono fili di diversi spessori. Nelle zone attorno agli airbag, ad esempio, vengono usati fili più sottili per garantire il massimo della sicurezza.
12 ore di lavoro solo per un sedile
Secondo Bentley, ineguagliabili per il loro comfort, i quattro sedili della Flying Spur richiedono un totale di 12 ore per essere assemblati a mano e il dettaglio che li distingue, ovvero i poggiatesta con i loro ricami, è composto da 5.103 punti… Gli inserti per i pannelli elle portiere in pelle trapuntata a diamante tridimensionale, infine, si ispirano alla concept car EXP 10 Speed 6.
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Jeep Renegade e Compass 4xe: le prime ibride plug-in a trazione integrale
Anche il marchio nordamericano del Gruppo FCA fa il suo passo importante verso l’elettrificazione. In Italia arrivano le prime due Jeep ibride, la Renegade e la Compass denominate ‘4xe’.
PHEV a trazione integrale
Tanto la fuoristrada compatta come la sua sorella maggiore montano lo stesso powertrain ibrido plug-in composto dal quattro cilindri 1.3 turbo a benzina abbinato a un motore elettrico. In totale la potenza complessiva è di 240 CV e il motore termico da impulso alle ruote anteriori, mentre quello elettrico spinge l’asse posteriore, dando vita a un sistema di trazione integrale sulle 4 ruote e un’autonomia in modalità elettrica di 50 km (con una velocità massima limitata a 130 km/h).
Ricarica
In quanto a tempi di ricarica utilizzando la Wallbox Hybrid da 3 kW offerta da Jeep le batterie si ricaricano in tre 3,5 ore, mentre sfruttando i più potenti sistemi da 7,4 kW i tempi si riducono a 100 minuti. Per i consumi Jeep dichiara 2,01 l/100 km e 1,97 l/100 km rispettivamente per la Jeep Renegade 4xe e la Jeep Compass 4xe.
Jeep Renegade e Compass 4xe First Edition
Per il lancio commerciale in Italia Jeep proporrà le First Edition, pre-ordinabili online, solo fino al 9 marzo, con un acconto di 500 euro. Sia per la Jeep Renegade 4xe che per la Jeep Comppass 4xe, le versioni First Edition potranno essere ordinate con l’allestimento Urban o Off-Road, il primo più elegante e sportivo, con cerchi da 19 pollici, il secondo più rivolto all’uso in fuoristrada e con cerchi da 17 pollici. 5 sono invece le colorazioni disponibili per la carrozzeria: Carbon Black, Alpine White, Granite Crystal, Blue Shade e Sting Grey. Per entrambe, infine, la dotazione di serie per tutte le First Edition comprende la retrocamera, i sensori di parcheggio, il sistema Park Assist, sistema Keyless e l’infotainment Uconnect Nav con schermo da 8,4 pollici.
I Prezzi
Le prime due versioni ibride plug-in Jeep Renehgade 4xe e Jeep Compass 4xe sono vendute con prezzi a partire, rispettivamente, da 40.900 euro e 45.900 euro.
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Jorge Lorenzo e Max Biaggi diventano nel 2020 MotoGP Legend
Nel 2020 Jorge Lorenzo e Max Biaggi entreranno a far parte del MotoGP Legend. I due piloti, tra l’altro anche grandi amici, riceveranno dunque questo importante riconoscimento, insieme ad un altro pilota, Hugh Anderson, neozelandese con quattro titoli mondiali in bacheca. Il maiorchino entrerà a far parte della Hall of Fame a Jerez, il Corsaro al Mugello e il neozelandese a Phillip Island.
Jorge Lorenzo
Lorenzo è uno dei piloti più vincenti di tutti i tempi, vinse la sua prima gara nel 2003 per arrivare a quota 68 nel 2018. Diventato campione in 250cc per due anni consecutivi (2006 e 2007) ottenendo la prima pole in occasione del suo Gran Premio d’esordio in MotoGP si è laureato campione del mondo nella massima categoria in tre occasioni in sella alla Yamaha (2010, 2012 e 2015). Con la casa di Iwata, il maiorchino ha ottenuto 44 vittorie prima di passare al box Ducati nel 2017, moto con cui firmò tre vittorie. Dopo due anni col costruttore di Borgo Panigale, Lorenzo ha cambiato di nuovo scuderia diventando pilota Honda, squadra con la quale ha affrontato una sola stagione, al termine della quale annunciò il suo addio alle competizioni col concludersi del campionato 2019. “Essere nominato MotoGP Legend mi rende estremamente felice. Devo dire che quando ho iniziato a frequentare questo mondo il massimo a cui aspiravo era partecipare al Campionato del mondo. Poi sono riuscito a vincere delle gare e poi cinque titoli, ed è stato qualcosa al di sopra delle mie aspettative. Ora, diventare leggenda del MotoGP è un traguardo ancora più difficile da raggiungere. Ricevere questo riconoscimento significa che, a parte i titoli, hai lasciato qualcosa alla gente e alla storia di questo sport. Ringrazio Dorna e la FIM per tutto il loro sostegno nel corso di questi anni e per avermi scelto per entrare a far parte di questo gruppo così selettivo di piloti”, ha dichiarato Jorge.
Max Biaggi
Max Biaggi esordì nel mondiale 250cc nel 1991, il pilota romano firmò la sua prima vittoria una stagione più tardi. Due anni dopo diventò campione del mondo per la prima volta e un anno dopo si confermò campione nella categoria intermedia per quattro anni consecutivi (1994, 1995, 1996 e 1997). Dopo di ché fece il salto in classe regina dove vinse la sua prima gara durante la stagione d’esordio, concludendo il campionato col secondo posto della classifica generale. Dal suo debutto nel 1998 in 500cc fino al 2005, Biaggi vinse 13 gare e divenne vice campione del mondo in tre occasioni. Dopo aver lasciato il MotoGP, il Corsaro approdò al WorldSBK dove vinse il campionato nel 2010 e nel 2012. Dopo il suo ritiro dal mondo delle competizioni, ha avviato il Sterilgarda Max Racing. “Mi onora diventare una leggenda del MotoGP e sapere che il mio nome sarà lì per sempre insieme a quello di altri piloti importanti come Agostini, Aspar, Nieto, Sheene… Sono molto felice di sapere che il mio nome sarà sempre ricordato ed è un onore ricevere questo riconoscimento dopo tanti anni di duro lavoro. Mi piacerebbe ringraziare tutti coloro che hanno deciso di onorami con questo riconoscimento”, ha detto il corsaro.
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Ducati Panigale V4 MY 2020: inizia la commercializzazione
Inizia la commercializzazione della nuova Ducati Panigale V4 MY 2020. Sono già circa 450 le moto consegnate ai concessionari europei e statunitensi, e nelle prossime settimane la nuova supersportiva raggiungerà anche gli altri mercati del mondo nei quali Ducati è presente. La nuova supersportiva di Borgo Panigale viene proposta con prezzi a partire da 23.490 euro.
La Panigale V4 è spinta dal Desmosedici Stradale di 1.103 cm³: un V4 di 90° a distribuzione Desmodromica di derivazione MotoGP, unico nel suo genere per l’albero motore controrotante e l’ordine degli scoppi “Twin Pulse”. Il motore è capace di erogare una potenza di 214 CV a 13.000 giri/minuto, ed una coppia di 12,6 Kgm a 10.000 giri/minuto, che lo rende assolutamente godibile anche nell’impiego stradale. È inoltre ora equipaggiata con contenuti ereditati dalla V4 R, a partire dal pacchetto aerodinamico (profili alari, plexiglas, cupolino e carenature laterali di maggiori dimensioni, più efficienti estrattori laterali per l’aria in uscita dai radiatori) che migliora la protezione all’aria del pilota in carena e la stabilità globale del veicolo infondendo sicurezza.
Completa l’aggiornamento il telaio “Front Frame” con rigidezze modificate, per offrire un maggiore feeling dell’anteriore ai massimi angoli di piega. Il Ducati Traction Control (DTC) EVO 2, grazie alla nuova strategia di controllo “predittiva”, migliora sensibilmente la gestione della potenza in uscita di curva, mentre il Ducati Quick Shift up/down (DQS) EVO 2 riduce i tempi di taglio in “up shift”, consentendo cambiate più sportive oltre i 10.000 giri/minuto, aumentandone la stabilità in forte accelerazione a moto piegata. È stata anche sviluppata una nuova mappatura del sistema Ride by Wire che prevede diverse logiche di gestione della coppia erogata.
Per confermare il successo già ottenuto da questo gioiello di stile e tecnologia, a Borgo Panigale sono stati raccolti e analizzati i feedback e i dati provenienti dai clienti e dalla stampa specializzata. Questo ha permesso a Ducati di realizzare una Panigale V4 più facile, meno affaticante e più intuitiva, ottenendo una moto ancora più veloce al cronometro, con un miglioramento tanto più evidente quanto minore è l’esperienza del pilota. In poche parole una moto ancora più performante e godibile per un amatore che, in pista, può avvicinare la sua prestazione a quella di un rider professionista.
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MV Agusta: 75 anni di storia e di successi
MV Agusta festeggia nel 2020 75 anni di storia e di successi. Tutto infatti cominciò il 19 gennaio del 1945, con la nascita della Meccanica Verghera Srl a Cascina Costa, a pochi passi dall’attuale aeroporto internazionale di Malpensa. La famiglia Agusta, protagonista dell’industria aeronautica, non potendo più fabbricare aeroplani nell’immediato dopoguerra, decise di esprimere la propria passione per la velocità e per la tecnologia costruendo motociclette. Pensate che il primo modello, una 98 cc di cilindrata, pare dovesse chiamarsi “Vespa”, ma il nome era già stato preso, così passò alla storia semplicemente come MV98.
I migliori piloti per MV
Gli Agusta sapevano come convertire con successo i loro modelli da corsa in moto stradali per il crescente pubblico di appassionati, cominciando proprio da una versione di lusso della 98 che fece furore alla fiera di Milano del 1947. Il Conte Domenico Agusta aveva grande fiuto nello scegliere sempre i migliori piloti, molti dei quali sono diventati leggende del motociclismo: Franco Bertoni, il primo pilota MV, seguito da Arcisio Artesiani, Carlo Ubbiali “il cinese volante”, Leslie Graham, Cecil Sandford, Fortunato Libanori, John Surtees, Mike Hailwood, Gianfranco Bonera, Giacomo Agostini e Phil Read. Nei trent’anni dell’era Agusta, la storia delle loro vittorie si intreccia con quella di altrettanto leggendari modelli MV Agusta di serie. Quello tra MV Agusta e Giacomo Agostini fu il binomio più celebre della storia del motociclismo: nella sua carriera, “Ago” vinse 13 titoli mondiali, 18 campionati italiani e 10 Tourist Trophy.
Castiglioni acquistò MV nel 1992
Venuto a mancare il conte Domenico nel 1971, e dopo l’ultima vittoria di Agostini al Nürburgring nel 1976, il destino dell’azienda sembrava segnato, quando la famiglia Castiglioni decise di cambiarne le sorti. Nel 1992 la Cagiva di Claudio Castiglioni acquisì il marchio MV Agusta e ne trasferì la produzione nei propri stabilimenti della Schiranna, sul lago di Varese, dove si trova tuttora. Sotto la guida visionaria di Claudio Castiglioni il marchio non ha mai smesso di rappresentare la migliore tradizione motociclistica italiana, acquisendo ulteriore fama e prestigio. Castiglioni rivoluzionò l’intero comparto industriale, investendo pesantemente in ricerca e sviluppo e rinforzando la produzione. La F4, una quattro cilindri da 750 cc, fu la prima moto della nuova era, e anche la prima superbike. A tutt’oggi è considerata “la moto più bella di sempre”. Claudio inventò anche il concetto di “naked”, una novità assoluta nel mondo delle moto.
Nel 2011 toccò a Giovanni Castiglioni
Scomparso prematuramente nel 2011, fu suo figlio Giovanni a succedergli alla guida dell’azienda e a raccogliere la sfida della continua innovazione. Giovanni sviluppò attivamente e con successo legami con eccellenze mondiali come Pirelli ed il campione di Formula1 Lewis Hamilton, creando sinergie che allargassero gli orizzonti dell’azienda. Fu sempre Giovanni ad ispirare la creazione della “Brutale” e della F3, dotata del mitico 3 cilindri in linea. La F3 fu la prima a montare un albero contro-rotante, oltre a presentare molte altre innovazioni tecniche. Sotto la guida di Giovanni Castiglioni furono sviluppati altri modelli di notevole rilievo, come la Dragster e la Turismo Veloce, che segnò l’ingresso del marchio in un segmento fino ad allora inesplorato, oltre alle successive evoluzioni della F4 e della F3, sempre accolte molto favorevolmente da critica ed appassionati.
Superveloce 800 Serie Oro Eccellenza del Design Lombardo
Nel 2017 l’azienda era pronta a compiere il passo successivo e crescere ulteriormente, con l’ingresso di nuovi capitali apportati dalla lussemburghese ComSar Invest, di proprietà di una famiglia di imprenditori animati da un forte spirito pionieristico e dalla passione per i motori, alla stregua degli Agusta e dei Castiglioni. Dopo un iniziale periodo di prova, nel 2019 la famiglia Sardarov acquisiva il 100% del pacchetto azionario di MV Agusta e Timur Sardarov, attuale CEO dell’azienda, ne prendeva le redini. Nuovi modelli, come le produzioni limitate delle serie “Oro” della Brutale 1000 RR e della Superveloce 800, un omaggio alla tradizione di velocità, design e alta ingegneria del marchio, sono stati accolti con grande entusiasmo e riconosciuti come degni rappresentanti dello spirito MV Agusta. Nel 2019 la Superveloce 800 Serie Oro è valsa all’azienda il riconoscimento di “Eccellenza del Design Lombardo”, a testimonianza del suo DNA inconfondibilmente MV Agusta.
20 nuovi modelli nei prossimi 5 anni
Il piano quinquennale recentemente presentato punta ad una crescita sia organica sia strutturale, con l’obiettivo di portare i volumi annuali di vendita a 25,000 unità nei prossimi cinque anni con oltre 20 nuovi modelli. L’apertura a nuovi segmenti, in particolare quello di un pubblico più giovane, è previsto anche attraverso il lancio di una nuova gamma entry-level, così come il ritorno a cilindrate più piccole, come la 350 cc, per la conquista di nuovi mercati, come quello asiatico. A tale scopo è stato recentemente siglato un importante accordo col colosso cinese Loncin per la produzione e la distribuzione di questi nuovi modelli di gamma media. Ricerca e sviluppo si confermano pilastri fondamentali della strategia del marchio.
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Katana 7584, una special che richiama il passato
In occasione del Motor Bike Expo 2020 di Verona Suzuki ha svelato una nuova edizione speciale della Katana. Si tratta, per il momento, di una versione one-off, un esemplare unico, ma nulla nega che non possa diventare, in futuro, una serie limitata. Il nome scelto per la moto è Katana 7584, si legge “settecinqueottoquattro”, e rappresenta un chiaro riferimento al concept che ha dato origine a questa special. Lo spunto stilistico infatti risiede in una delle moto più innovative e stravolgenti mai lanciate sul mercato: la Katana 750 m.y. 1984.
Per rendere omaggio alla “Katana Shark” del 1984, Suzuki ha lavorato in particolar modo sulla livrea. Il Grigio lucido del modello standard lascia il posto ad un peculiare grigio mat a cui è stata accostata una veste grafica che segue le forme uniche della Katana, tingendole di Cosmic Blue, Lipstick Red e Metal Gold. Il logo Suzuki tradizionale lascia il posto ad una moderna “Big label” che riprende lo stile tipico delle moderne Suzuki GSX-RR del Team Ecstar MotoGP. I più attenti potranno notare come anche le forme siano state modificate, I fianchetti perdono le prese d’aria presenti subito sopra il logo Katana, risultando così più puliti. Il logo stesso vede il Kanji Katana in Metallic Gold. Parlando di equipaggiamento, invece, ritroviamo: il cupolino maggiorato, la sella bicolore rosso/nero ed il parafango anteriore realizzato interamente in carbonio. Tutti questi accessori fanno parte del catalogo Genuine Parts che Suzuki dedica al suo iconico modello. Per finire, si è lavorato sulle prestazioni e sul sound di scarico con l’adozione di uno scarico completo Yoshimura, dotato di collettori in acciaio e terminale R-11, sempre in acciaio satin finished, con fondello in carbonio.
Non cambia nulla invece dal punto di vista tecnico. Confermato il quattro cilindri da 150 CV, così come la ciclistica non subisce variazioni. Il telaio è in alluminio rigido e davanti c’è una forcella upside-down KYB da 43 mm. L’impianto frenante sfrutta pinze freno anteriori ad attacco radiale Brembo e un sistema antibloccaggio ABS Bosch, mentre il pacchetto elettronico prevede il controllo elettronico della trazione, e facilita l’avviamento e le partenze con i sistemi Suzuki Easy Start System e Low RPM Assist.
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