Monthly Archives: Novembre 2019
Mini John Cooper Works GP 2020
Al Salone di Los Angeles 2019 Mini ha svelato la nuova generazione della sua top di gamma più famosa: la John Cooper Works GP 2020. Sarà prodotta e commercializzata a partire dal prossimo anno, con una serie limitata a 3.000 esemplari destinati a tutti i mercati del mondo. In Italia sono già aperte le prevendite per questa che sarà la Mini più potente mai realizzata in serie, con un prezzo fissato a 45.900 euro.
Oltre 300 CV di potenza
Partendo dal cuore pulsante, la nuova Mini John Cooper Works GP è spinta dal quattro cilindri turbo da 2.0 litri in un’inedita variante potenziata in grado di erogare fino a 306 CV tra 5.000 e 6.250 giri e 450 Nm di coppia massima tra 1.750 e 4.500 giri. Questo powertrain permette alla piccola anglotedesca arrabbiata di raggiungere i 100 km/h da ferma in 5,2 secondi e di toccare i 265 km/h di velocità massima. Per la prima volta, inoltre, la Mini John Cooper Works GP verrà proposta unicamente con la trasmissione automatica a otto rapporti, con trazione anteriore e differenziale autobloccante meccanico. Specifici per questa versione sono stati sviluppati anche il sistema di raffreddamento e lubrificazione, il sistema di scarico e l’aspirazione.
Aerodinamica innovativa
Esteticamente la nuova Mini John Cooper Works GP è facilmente riconoscibile soprattutto per il vistoso aero-kit con l’enorme alettone posteriore fisso, montato sul tetto e per gli inediti “spats” montati sui passaruota. Tra gli altri dettagli ci sono le prese d’aria maggiorate e un’apertura sul cofano per il raffreddamento del motore, i passaruota in fibra di carbonio allargati e i cerchi forgiati da 18 pollici con pinze dei freni (a quattro pistoncini all’anteriore) verniciate in rosso.
Anche nell’abitacolo della nuova Mini John Cooper Works GP 2020 si respira un’aria puramente racing, con elementi come i sedili contenitivi, il volante in pelle traforata, le leve del cambio metalliche e le rifiniture specifiche sulla plancia realizzate con tecnica di stampa in 3D. I sedili posteriori e i rivestimenti per l’isolamento acustico sono stati eliminati per risparmiare peso.
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Il gioco automobilistico del Natale 2019? Monopoly Citroën Origins
Sei alla ricerca di un regalo natalizio per un amico o un’amica appassionati del marchio Citroën? Un gioco da tavolo particolare potrebbe fare al caso tuo.
Fra le tante iniziative per festeggiare il suo centenario, che cadeva proprio nel 2019, Citroën ha lanciato anche una nuova linea di prodotti che richiamano i codici grafici della comunicazione degli anni Venti del secolo e che rendono omaggio allo spirito innovativo di André Citroën. L’imprenditore, un innovatore per la sua epoca, fu il primo, per esempio, a realizzare oggetti “brandizzati” per fare in modo che il nome Citroën entrasse nelle case dei francesi, diventando parte della loro quotidianità. Nel 1922 nacquero così i giocattoli con il marchio del Double Chevron: macchinine di diverse dimensioni, la tombola, album da colorare, libri, rompicapo e tanti altri oggetti.
È in scia a questa filosofia che è nata in queste settimane un’edizione 100% Citroën di Monopoly, disponibile nella boutique online lifestyle a partire dalla fine di ottobre.
Si tratta di un’edizione speciale del celebre gioco da tavolo amato da grandi e piccini: ne segue le regole classiche, reinterpretandole però in chiave Citroën. Il percorso sul tabellone è lo stesso ma al posto delle vie i giocatori possono acquistare le vetture Citroën (come 2CV, 5 HP, Traction, Nuovo SUV C5 Aircross e altre ancora). Le stazioni sono sostituite dalle concept car: Activa 1, C-Métisse, GTbyCitroën e CXperience. Al posto dei servizi pubblici, i giocatori trovano una società di carburante e una compagnia assicurativa. Infine, l’imposta sul reddito e la tassa sul lusso diventano un parcheggio a pagamento e un pedaggio autostradale.
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MotoGP, le foto più belle del test di Valencia
Si sono conclusi i test ufficiali della stagione 2020 della MotoGP a Valencia, con i piloti che hanno potuto iniziare a provare alcune componenti in vista del prossimo mondiale. In termini di cronometraggio, Maverick Vinales è stato il più veloce della giornata piazzandosi davanti a Fabio Quartararo (Petronas Yamaha SRT) e a Franco Morbidelli.
Cal Crutchlow e Joan Mir (Team Suzuki Ecstar) hanno chiuso rispettivamente in quarta e quinta posizione. A seguire Alex Rins (Team Suzuki Ecstar), con Marc Marquez settimo. Nono e decimo posto, infine, per Valentino Rossi e Andrea Dovizioso.
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Renault Scénic, la storia del design
La Renault Scénic è stata una delle prime monovolume compatte della storia e – per due generazioni (la seconda e la quarta, quella attualmente in commercio) – una delle più originali.
Scopriamo insieme la storia del design della Renault Scénic: l’evoluzione delle forme delle quattro serie della MPV francese.
Renault Scénic prima generazione (1999)
La prima generazione della Renault Scénic nasce nel 1999 ma non è altro che un restyling della Mégane Scénic svelata tre anni prima: nome cambiato e mascherina più tradizionale.
Degna di nota la variante RX4 del 2000 che strizza l’occhio alle SUV: non solo nel look (la ruota di scorta è montata sul portellone) ma anche nei contenuti (trazione integrale).
Renault Scénic seconda generazione (2003)
La seconda generazione della Renault Scénic del 2003 porta una rivoluzione nello stile delle monovolume con un design spigoloso e originale che non penalizza la praticità. L’anno seguente debutta la Grand Scénic, più grande e in grado di ospitare sette passeggeri.
Il restyling del 2006 si distingue per la mascherina più “morbida” mentre risale al 2007 la variante Conquest, sempre ispirata al mondo delle Sport Utility ma questa volta solo a trazione anteriore.
Renault Scénic terza generazione (2009)
La terza generazione della Renault Scénic nasce nel 2009 e punta su forme più tradizionali. Due le versioni: la XMod a cinque posti presenta fari posteriori integrati in parte nel portellone e un frontale più “giovanile” mentre la Scénic a sette posti ha i gruppi ottici dietro che si estendono sulla fiancata.
Questa edizione della MPV della Régie viene sottoposta a due restyling: uno lieve nel 2012 e uno più importante nel 2013 (mascherina più elegante e debutto della variante Cross derivata dalla XMod e con un look da SUV).
Renault Scénic quarta generazione (2016)
La quarta generazione della Renault Scénic – svelata nel 2016 – è una delle monovolume più sexy mai disegnate: mascherina aggressiva, profilo slanciato e ruote alte e strette.
I designer della Casa transalpina decidono volutamente di privilegiare lo stile a scapito della praticità e puntano su forme sinuose più da crossover che da MPV. Originale anche la plancia, caratterizzata da un display centrale montato in posizione verticale.
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Renault Scénic, la storia del design
La Renault Scénic è stata una delle prime monovolume compatte della storia e – per due generazioni (la seconda e la quarta, quella attualmente in commercio) – una delle più originali.
Scopriamo insieme la storia del design della Renault Scénic: l’evoluzione delle forme delle quattro serie della MPV francese.
Renault Scénic prima generazione (1999)
La prima generazione della Renault Scénic nasce nel 1999 ma non è altro che un restyling della Mégane Scénic svelata tre anni prima: nome cambiato e mascherina più tradizionale.
Degna di nota la variante RX4 del 2000 che strizza l’occhio alle SUV: non solo nel look (la ruota di scorta è montata sul portellone) ma anche nei contenuti (trazione integrale).
Renault Scénic seconda generazione (2003)
La seconda generazione della Renault Scénic del 2003 porta una rivoluzione nello stile delle monovolume con un design spigoloso e originale che non penalizza la praticità. L’anno seguente debutta la Grand Scénic, più grande e in grado di ospitare sette passeggeri.
Il restyling del 2006 si distingue per la mascherina più “morbida” mentre risale al 2007 la variante Conquest, sempre ispirata al mondo delle Sport Utility ma questa volta solo a trazione anteriore.
Renault Scénic terza generazione (2009)
La terza generazione della Renault Scénic nasce nel 2009 e punta su forme più tradizionali. Due le versioni: la XMod a cinque posti presenta fari posteriori integrati in parte nel portellone e un frontale più “giovanile” mentre la Scénic a sette posti ha i gruppi ottici dietro che si estendono sulla fiancata.
Questa edizione della MPV della Régie viene sottoposta a due restyling: uno lieve nel 2012 e uno più importante nel 2013 (mascherina più elegante e debutto della variante Cross derivata dalla XMod e con un look da SUV).
Renault Scénic quarta generazione (2016)
La quarta generazione della Renault Scénic – svelata nel 2016 – è una delle monovolume più sexy mai disegnate: mascherina aggressiva, profilo slanciato e ruote alte e strette.
I designer della Casa transalpina decidono volutamente di privilegiare lo stile a scapito della praticità e puntano su forme sinuose più da crossover che da MPV. Originale anche la plancia, caratterizzata da un display centrale montato in posizione verticale.
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Honda CB4 X Concept
Sono diverse le novità che Honda ha portato sul palco di Eicma 2019, ma una tra le più importanti – insieme al CBR 1000RR-R Fireblade – è il concept chiamato CB4 X. Rappresenta una Sport-Touring moderna e stilosa, e chissà probabilmente la vedremo in veste ufficiale il prossimo anno.
Un ibrido dal grande fascino
Si tratta di un prototipo nato dalla matita di Valerio Aiello coadiuvato da un team di giovani designers con la volontà di esplorare e mescolare due categorie motociclistiche dai contorni sempre meno definiti, quelle dello Sport/Touring e del Crossover di media cilindrata. Il design è il risultato di linee estremamente dinamiche e compatte pensate per esaltare le diverse personalità di una moto che nasce per l’utilizzo di tutti i giorni sui percorsi urbani ma con cui ci si può divertire nei weekend tra i tornanti di montagna o nei lunghi viaggi.
4 cilindri in linea
Il display aggiunto caratterizza le linee del serbatoio che risulta proteso in avanti, mentre il parabrezza è regolabile su diverse posizioni e integrato alle linee della carena. Il gruppo ottico anteriore è incastonato nella parte bassa del cupolino e prevede DRL integrati. Davanti c’è una ruota da 17”, mentre il propulsore è un 4 cilindri in linea di cui ovviamente non conosciamo valori di potenza e coppia.
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Audi e-tron Sportback: atto secondo
Al Salone di Los Angeles 2019, tra le novità della kermesse statunitense, Audi ha svelato la sua seconda elettrica della gamma, la e-tron Sportback.
Presentata come variante più sportiva e dinamica della e-tron, la nuova proposta a ruote alte di Ingolstadt sfoggia una carrozzeria con linee muscolose e un tetto spiovente, d’ispirazione coupé. Oltre ad essere esteticamente più sexy, la e-tron Sportback vanta anche un coefficiente aerodinamico di solo 0,25 Cx, a beneficio dei consumi energetici e dell’autonomia, che nel suo caso raggiunge i 446 km. Con 4.901 mm di lunghezza, 1.935 mm in larghezza e 1.616 in altezza, solo più bassa quindi rispetto alla e-tron, la Sportback possiede una silhouette più filante e sportiva, accentuata dai passauota rimarcati che, di serie, ospitano ruote con cerchi da 20 pollici sorretti da sospensioni pneumatiche.
Due versioni: 50 o 55 quattro
La nuova Audi e-tron Sportback potrebbe quasi passare per una SUV sportiva con motore termico, se non fosse per dettagli come la griglia frontale singleframe chiusa e l’assenza dei terminali di scarico al posteriore. Come la sua sorella più razionale, la e-tron Sportback potrà essere ordinata con due diverse batterie, ognuna abbinata a un powertrain elettrico diverso. La versione entry level porta la sigla 50 quattro e sfrutta una batteria da 71 kWh e un motore elettrico montato su ogni asse per un totale di 230 kW di potenza e 540 Nm di coppia. In questo caso scatta da 0 a 100 km/h in 6,8 secondi e raggiunge 190 km/h di velocità massima, con un’autonomia di chiarata di 347 km (WLTP).
Più in alto in gamma c’è invece la 55 quattro, che monta una batteria più potente da 95 kWh, 120 kg più pesante rispetto alla prima. Questa alimenta due motori elettrici per una potenza complessiva di 265 kW (360 CV) e 561 Nm di coppia, con picchi di 408 CV con la funzione overboost della durata di solo 6 secondi. L’Audi e-tron Sportback 55 quattro scatta da 0 a 100 km/h in 5,7 secondi, raggiunge 200 km/h di velocità massima e percorre fino a 446 km con una sola ricarica.
In arrivo in Primavera
L’Audi e-tron Sportback viene prodotta nello stabilimento di Bruxelles e il suo lancio commerciale sul mercato europeo è previsto per la primavera del 2020. Anche se per ora non conosciamo il prezzo di partenza per l’Italia, in Germania il listino partirà da 71.350 euro.
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Opel Corsa, rivoluzione tedesca
La nuova Opel Corsa punta a diventare il punto di riferimento tra le piccole. La sesta generazione dell’icona di Rüsselsheim si presenta sul mercato in una veste completamente rinnovata: nello stile (quasi sportivo) e nei contenuti, con il pianale e i motori condivisi con la Peugeot 208.
Nel nostro primo contatto abbiamo avuto modo di guidare quella che per ora è la variante termica più grintosa della “segmento B” tedesca: la 1.2 130 CV, disponibile esclusivamente nell’allestimento GS Line e solo in abbinamento al cambio automatico (un validissimo convertitore di coppia a 8 rapporti). Scopriamo insieme i suoi pregi e difetti.
Opel Corsa: la gamma motori della sesta generazione
La gamma motori al lancio della nuova Opel Corsa è composta da cinque unità: tre 1.2 benzina a tre cilindri (aspirato da 75 CV e turbo da 101 e 131 CV), un 1.5 turbodiesel da 102 CV e un’unità elettrica – quella adottata dalla Corsa-e (la “cugina” della Peugeot e-208) – da 136 CV.
Abitacolo e bagagliaio
La Opel Corsa costa molto meno della Peugeot 208 ma non offre le finiture della “cugina” transalpina. A bordo c’è qualche plastica rigida di troppo: nella parte bassa della plancia, sui pannelli porta e persino ai lati del cruscotto digitale da 7” (chiamato Info Display).
L’abitabilità è nella media del segmento mentre il bagagliaio da 309 litri potrebbe essere più capiente.
Opel Corsa 1.2 130 CV: prezzo buono, dotazione da integrare
La Opel Corsa 1.2 130 CV protagonista del nostro primo contatto ha un prezzo interessante (20.750 euro) abbinato a una dotazione di serie da integrare: alzacristalli elettrici posteriori, cerchi in lega da 16”, cielo scuro, climatizzatore manuale, cruise control, Dynamic Appearance Pack (fasce sportive e scarico cromato), fari a LED, fendinebbia a LED, Info Display 7” digitale multicolor, modalità di guida Sport selezionabile, montante B nero lucido, Multimedia touch 7” a colori con radio DAB, 6 altoparlanti, Apple CarPlay, Android Auto, Bluetooth e USB anteriore, pedaliera sportiva, retrovisori regolabili elettricamente e riscaldabili, sedile guida regolabile a 6 vie e passeggero a 4 vie, sedile posteriore ripiegabile asimmetricamente 60/40, sedili sportivi in tessuto “Banda-Marvel Black” e volante in pelle.
Sorprende un po’ dover pagare a parte accessori come il climatizzatore elettronico monozona (250 euro), i sensori di parcheggio posteriori (300 euro) e il Sight Light Pack (250 euro: sensore pioggia, sensore luci e specchietto retrovisore elettrocromatico) mentre gli ottimi fari Matrix LED sono un vero affare a 600 euro.
Per quanto riguarda la sicurezza la Opel Corsa ha conquistato quattro stelle nei crash test Euro NCAP e può vantare una buona dotazione: airbag frontali, laterali e a tendina (con possibilità di disattivare il cuscino del passeggero), assistente alle partenze in salita, Lane Keep Assist, limitatore di velocità, monitoraggio pressione pneumatici (con kit di riparazione), predisposizione Isofix per i sedili posteriori, riconoscimento segnali stradali, rilevatore di stanchezza, sensore anticollisione e riconoscimento pedoni.
Nuova Opel Corsa: il design
La nuova Opel Corsa non è solo ricca di sostanza ma è anche una delle piccole più sexy in circolazione nonché una delle “segmento B” più aerodinamiche (Cx 0.29). I designer di Rüsselsheim sono riusciti a realizzare sulla stessa piattaforma della Peugeot 208 una vettura più filante con un profilo del tetto ispirato al mondo delle coupé: rispetto alla vecchia Corsa abbiamo un’altezza diminuita di 4,8 cm e una posizione di seduta più bassa di 2,8 cm.
Opel Corsa: le novità in 5 punti
- il pianale CMP
- il design completamente rivisto dentro e fuori
- i nuovi motori (benzina, diesel + uno elettrico)
- solo a cinque porte
- i fari Matrix LED (optional)
Scheda tecnica
Lunghezza | 4,06 metri |
Larghezza | 1,77 metri |
Altezza | 1,43 metri |
Acc. 0-100 km/h | 8,7 s |
Bagagliaio | 309/n.d. litri |
Caratteristiche motore | turbo benzina 3 cilindri, 1.199 cc, 131 CV e 230 Nm di coppia |
Prezzo | 20.750 euro |
Dove l’abbiamo guidata
Abbiamo guidato la sesta generazione della Opel Corsa in Croazia e più precisamente nella regione della Dalmazia tra Spalato e Sebenico. Un percorso ricco di curve tortuose che ci ha permesso di apprezzare il motore 1.2 turbo tre cilindri a benzina da 131 CV (silenzioso e pimpante: “0-100” in 8,7 secondi) e l’eccellente cambio automatico (un convertitore di coppia in grado di offrire passaggi marcia fluidi) a 8 rapporti, uno dei migliori della categoria.
Un abbinamento propulsore/trasmissione decisamente riuscito anche sotto il profilo dei consumi: impossibile, ovviamente, raggiungere i valori dichiarati nel poco realistico ciclo NEDC dalla Casa tedesca (da 21,7 a 22,2 km/l) ma si oscilla tranquillamente tra i 15 e i 20 km/l a seconda dello stile di guida.
Nonostante l’aspetto sportivo la Opel Corsa punta a offrire il massimo comfort: nelle curve è incollata all’asfalto ma sa anche essere comoda. Merito della taratura equilibrata degli ammortizzatori (non troppo rigidi, non esageratamente morbidi).
NON TUTTI SANNO CHE – Sebenico ha dato i natali a Dražen Petrović, uno dei più forti giocatori europei di basket di tutti i tempi.
Dove vorremmo guidarla
La Opel Corsa 1.2 130 CV protagonista del nostro primo contatto è una “Gran Turismo” in miniatura più sportiva nelle prestazioni che nel comportamento stradale: l’agilità in curva è in linea con quanto offerto dalla concorrenza e l’impianto frenante è potente ma ci saremmo aspettati uno sterzo più sensibile.
La piccola teutonica è rivolta a chi cerca una “segmento B” vivace con bassi costi di gestione (prezzo e consumi) e può essere tranquillamente essere usata come unica auto da una giovane coppia.
Le concorrenti
Honda Jazz 1.5 Dynamic Connect CVT | Una piccola monovolume giapponese versatile, agile e costruita con cura. Il cambio automatico a variazione continua penalizza però le prestazioni e i consumi. |
Renault Clio TCe 130 CV Intens | Più spaziosa della Corsa e con un motore più elastico (ma anche più assetato di benzina) |
Seat Ibiza 1.0 EcoTSI 115 CV DSG XCELLENCE | La cugina spagnola della Polo punta sul prezzo contenuto. |
Volkswagen Polo 1.0 TSI 115 CV DSG | Prezzi alti e un bagagliaio poco sfruttabile quando si abbattono i sedili posteriori. |
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Aston Martin DBX: la prima SUV di lusso del marchio inglese
Da oggi la sigla DBX passerà alla storia, in Casa Aston Martin, per aver dato il nome al primo SUV di lusso del brand inglese. Una vera rivoluzione dopo 106 anni di storia. Presentata in anteprima mondiale in queste ore, la nuova Aston Martin DBX rappresenta l’ingresso, piuttosto in ritardo, del marchio d’Oltremanica nel segmento delle sport utility di lusso, iniziato già da molti anni con la Range Rover e ora più che mai prolifico con praticamente tutti i marchi di lusso e sportivi a presidiarlo con le loro proposte, da Porsche a Rolls Royce.
Dimensioni extra large, performance sportive e doti da fuoristrada (leggero)
Nonostante sia una SUV dalle dimensioni considerevoli (5.039 mm X 2.220 mm X 1.680 mm e un passo di 3.060 mm) l’Aston Martin DBX dichiara prestazioni da sportiva di razza: da 0 a 100 km/h in 4,5 secondi e 291 km/h di velocità massima. Sotto il cofano monta il V8 biturbo da quattro litri, di origine Mercedes-AMG, già adottato dalla DB11 e dalla Vantage, con 550 CV di potenza e una coppia di 700 Nm. Ma questa proposta a ruote alte di Aston Martin, oltre alle performance su asfalto, deve saper garantire comfort di marcia anche fuoristrada. Per questo monta sospensioni pneumatiche adattive e un sistema elettrico a 48 volt, con cui è in grado di elevare l’altezza da terra di 45 mm, o ribassarla di 50 mm.
La trasmissione è affidata a un cambio con convertire di coppia a nove rapporti, abbinato a un sistema di trazione integrale con differenziale centrale attivo e differenziale posteriore che include il sistema antislittamento eDiff. Insieme allo sterzo specifico, tarato per offrire una risposta veloce e un handling sportivo, queste caratteristiche fanno della Aston Martin DBX, almeno sulla carta, un’auto sportiva e polivalente. E per mantenere contenuti i livelli di consumi ed emissioni, la DBX conta su un sistema di disconnesssione dei cilindri che, insieme a una struttura in alluminio che mantiene il peso sui 2.245 kg (con distribuzione 54%-46%), garantisce una relativa buona efficienza e una buona rigidità.
Abitacolo raffinato e spazioso
L’abitacolo, da buona Aston Martin che si rispetti, è elegante e raffinato prima di tutto. Dispone di un tetto panoramico che copre praticamente tutta la superficie, finestrini privi di cornice, poggiabbraccia individuali anteriori, una console organizzata su due livelli, un design ergonomico e tanto spazio per le due file di sedili. Degni di nota anche i materiali pregiati come tessuti in lana all’80% o il materiale derivato dal lino che sostituisce la fibra di carbonio. Al centro della console domina lo schermo da 10,25 pollici che fa da interfaccia al sistema di infotainment, mentre il quadro strumenti adotta un display digitale da 12,3 pollici.
L’Aston Martin DBX sarà fabbricata presso gli stabilimenti inglesi di St. Ahan (in Galles) e i primi 500 clienti avranno a un il pacchetto 1913 Package con loghi personalizzati e placche commemorative, oltre ad essere ispezionate e consegnate personalmente dal direttore generale di Aston Martin, Andy Palmer.
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Delahaye Type 165 (1938): bella e impossibile
La Delahaye Type 165 del 1938 è universalmente riconosciuta come una delle auto più belle del mondo: un capolavoro di stile realizzato dalla carrozzeria Figoni et Falaschi e una base tecnica derivata nientepopodimeno che da una vettura da corsa. Due gli esemplari rimasti su sei costruiti: uno appartiene a una collezione privata mentre l’altro è visibile presso il museo Mullin di Oxnard, in California.
Delahaye Type 165 (1938): le caratteristiche principali
La Delahaye Type 165 viene presentata ufficialmente al Salone di Parigi del 1938 e non è altro che la versione stradale della 145 da corsa svelata l’anno prima. Una spider esclusiva carrozzata da Figoni et Falaschi e caratterizzata dalla carenatura di tutte le ruote.
Una seconda vettura priva di motore ma impreziosita da un originale parabrezza abbassabile con una manovella è la protagonista dello stand della Francia all’Esposizione Universale di New York del 1939. Lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale interrompe i progetti dell’azienda transalpina, fermatasi a sei esemplari prodotti e carrozzati da Figoni et Falaschi e da Chapron.
Delahaye Type 165 (1938): la tecnica
La Delahaye Type 165 del 1938 ospita sotto il cofano lo stesso motore 4.5 V12 della 145 da corsa opportunamente depotenziato (da 240 a 187 CV).
Delahaye Type 165 (1938): le quotazioni
I due esemplari rimasti della Delahaye Type 165 non sono in vendita: quello appartenente alla collezione privata potrebbe comparire in futuro in qualche asta mentre quello del museo Mullin è destinato a rimanere per sempre un’opera d’arte su quattro ruote da ammirare.
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