Monthly Archives: Settembre 2019
Smart EQ 2020: le foto e i dati del restyling
Al Salone di Francoforte 2019, che aprirà i battenti il prossimo 12 settembre, Smart svelerà il restyling della gamma, che a partire dal prossimo anno verrà proposta unicamente nella versione elettrica EQ. In questo modo i nuovi modelli Smart Fortwo Coupé, Smart Fortwo Cabrio e Smart Forfour offriranno un concetto di mobilità sostenibile e universale.
Look rinnovato
In quanto a design la Smart EQ Restyling 2020 sfoggia un aspetto esteriore rinnovato con nuovi fari Full Led integrati e una nuova calandra con la griglia di dimensioni più grandi e ri-posizionata nella sezione inferiore del paraurti. Tra l’altro non sarà più verniciata a contrasto ma sarà in tinta carrozzeria. La quattro porte si differenzierà dalla due posti per i fari fendinebbia integrati e le prese d’aria laterali al frontale. Entrambe adottano anche i nuovi gruppi ottici ereditati dalle ultime concept Smart.
All’interno dell’abitacolo, per ottimizzare l’uso dello spazio, i designer Smart hanno elaborato una nuova console centrale. Al posto della tasca nascosta laterale ora c’è un nuovo vano portaoggetti posizionato dietro alla leva del cambio, dove entrano fino a due smartphone di grandi dimensioni, con tanto di portabicchieri e chiusura a persiana.
Nuovo infotainment, più App e Servizi
Il sistema di infotainment completamente rinnovato è forse la novità più importante di questa nuova Smart EQ 2020. Oltre al nuovo schermo touch da 8 pollici (compatibile con Apple CarPlay), il sistema multimediale è dotato di una nova grafica più semplice e intuitiva e integra tutta una serie di nuove applicazioni per lo smartphone e altri dispositivi mobile.
Che si tratti di ottenere informazioni sullo stato del veicolo, ricaricare la batteria, trovare parcheggio o navigare a destinazione, caricare il portabagagli efficacemente o condividere l’auto con amici e familiari, l’Applicazione Smart EQ Control e i vari Servizi “Ready To”, offrono queste possibilità, anche in remoto.
Stesso powertrain
Il restyling delle Smart EQ ForTwo e ForFour conferma lo stesso powertrain elettrico del precedente modello, con 82 CV di potenza e 160 Nm di coppia, alimentato da una batteria agli ioni di litio da 17,6 kWh. L’autonomia è per tutti i modelli di 159 km (NEDC) e con il caricatore di bordo da 22 kW (opzionale), la ricarica rapida permette di passare dal 10% all’80% della carica in meno di 40 minuti.
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Lamborghini Sián: la prima ibrida del Toro va in controtendenza
La Lamborghini Sián è la prima ibrida della marca di Sant’Agata Bolognese. Oltre ad essere la supercar più potente mai realizzata dalla Casa del Toro.
Si tratta di una super sportiva da 819 CV, spinta da un V12 aspirato, abbinato a un piccolo motore elettrico, in grado di scattare da 0 a 100 km/h in meno di 2,8 secondi e di superare i 350 km/h di velocità massima.
Verrà prodotta in serie limitata, a 63 esemplari come l’anno della fondazione, ma soprattutto anticipa il futuro del marchio Lamborghini, specialmente quello dell’erede della Aventador che passerà anch’essa per l’elettrificazione, o meglio ibridizzazione.
La tecnologia ibrida di questa nuova Lamborghini Sián va in controtendenza oltre che per adottare un V12, anche per un altro motivo: la classica batteria agli ioni di litio che alimenta, in questo caso un motore elettrico da 34 CV, è stata sostituita da un supercondensatore in grado di recuperare, in frenata e decelerazione, 10 volte la quantità di energia dello stesso sistema montato per la prima volta proprio sull’attuale Aventador.
Questo sistema ibrido, montato nel cambio della nuova Lamborghini Sián e composto dall’impianto elettrico da 48 volt con il supercondensatore e il motore elettrico, pesa solo 34 kg.
E inoltre, altra novità assoluta, il motore elettrico è stato collegato direttamente sia all’asse anteriore che a quello posteriore, e funge anche da propulsore per le manovre a basse velocità e per la retromarcia.
Degno di nota anche l’upgrade che gli ingegneri di Sant’Agata hanno dedicato all’iconico V12, che è stato modificato con valvole di aspirazione in titanio e che, rispetto alla Aventador, ha aumentato la sua potenza fino a 785 CV erogati a 8.500 giri.
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Mondiale F1 2019 – GP Italia a Monza: gli orari TV su Sky e TV8
Il GP d’Italia a Monza – quattordicesima tappa del Mondiale F1 2019 – sarà trasmesso in diretta su Sky e TV8 (di seguito troverete gli orari TV).
La Ferrari e Charles Leclerc – reduci dal trionfo in Belgio – sono i favoriti della corsa lombarda (che rimarrà nel calendario iridato almeno fino al 2024) secondo i bookmaker ma a nostro avviso la pioggia prevista per domenica potrebbe regalare qualche sorpresa e premiare i piloti con maggiore esperienza.
F1 2019 – GP Italia: cosa aspettarsi
Il circuito di Monza – sede del GP d’Italia – è un tracciato molto veloce che mette a dura prova i motori e gli pneumatici. La Ferrari non vince qui dal 2010 mentre la Mercedes è imbattuta su questa pista dal 2014.
Sorpassare è molto difficile e partire bene è molto importante: dal 2003 a oggi solo due piloti (Rubens Barrichello nel 2009 e Lewis Hamilton lo scorso anno) sono stati capaci di salire sul gradino più alto del podio senza scattare dalla prima fila. Di seguito troverete il calendario del Gran Premio d’Italia, gli orari TV su Sky e TV8 e il nostro pronostico.
F1 2019 – Monza, il calendario e gli orari TV su Sky e TV8
Venerdì 6 settembre 2019
Prove libere 1 | 11:00-12:30 (diretta su Sky Sport F1) |
Prove libere 2 | 15:00-16:30 (diretta su Sky Sport F1) |
Sabato 7 settembre 2019
Prove libere 3 | 12:00-13:00 (diretta su Sky Sport F1 e TV8) |
Qualifiche | 15:00-16:00 (diretta su Sky Sport F1 e TV8) |
Domenica 8 settembre 2019
Gara | 15:10 (diretta su Sky Sport F1 e TV8) |
F1 – I numeri del GP d’Italia
LUNGHEZZA CIRCUITO | 5.793 m |
GIRI | 53 |
RECORD IN PROVA | Kimi Räikkönen (Ferrari SF71H) – 1’19”119 – 2018 |
RECORD IN GARA | Rubens Barrichello (Ferrari F2004) – 1’21”046 – 2004 |
RECORD DISTANZA | Michael Schumacher (Ferrari F2003 GA) – 1h14’19”838 – 2003 |
F1 – Il pronostico del GP d’Italia 2019
1° Lewis Hamilton (Mercedes)
Lewis Hamilton adora Monza: cinque vittorie (quattro negli ultimi 5 anni), sette podi e sei pole position.
Il campione del mondo in carica – reduce da due successi e tre podi totali negli ultimi quattro Gran Premi – ha secondo noi tutte le carte in regola per consolidare nel GP d’Italia il primato nel Mondiale F1 2019.
2° Sebastian Vettel (Ferrari)
I precedenti a Monza di Sebastian Vettel? Tre vittorie (l’ultima, però, sei anni fa), sei podi totali e tre pole position.
Il pilota tedesco non sta vivendo un buon periodo (a secco di vittorie da oltre un anno e con soli due piazzamenti in “top 3” nelle ultime sei gare) ma a nostro avviso può approfittare della pioggia, dell’esperienza nel Circus e delle prestazioni della sua Ferrari per tentare il colpaccio nel tracciato di casa del Cavallino.
3° Valtteri Bottas (Mercedes)
Valtteri Bottas ha portato a casa due podi nelle ultime due edizioni del GP d’Italia ma non è mai scattato dalla prima fila.
Ringalluzzito dal ritorno sul podio in Belgio, proverà a sfruttare la velocità della sua Mercedes e la penalizzazione in griglia rimediata da Verstappen per allungare nel Mondiale F1 2019 sul rivale olandese.
Da tenere d’occhio: Max Verstappen (Red Bull)
Max Verstappen non ha mai amato particolarmente Monza: il suo miglior piazzamento in Italia è un misero quinto posto ottenuto lo scorso anno.
Il driver olandese – desideroso di riscatto dopo l’uscita di pista in Belgio che ha messo fine a una striscia positiva di 21 GP consecutivi in “top 5” – partirà oltretutto dal fondo della griglia per la sostituzione del motore ma può cercare una rimonta approfittando delle condizioni climatiche sfavorevoli.
La squadra da seguire: Mercedes
Il palmarès della Mercedes a Monza è impressionante: undici GP disputati e sette vittorie. Le frecce d’argento sono imbattute nel GP d’Italia negli ultimi cinque anni (periodo nel quale la scuderia tedesca ha piazzato entrambe le monoposto sul podio) e hanno oltretutto conquistato sei pole position.
Il team teutonico sta vivendo un periodo di flessione (“solo” due trionfi negli ultimi cinque Gran Premi) ma la conquista dell’ennesimo Mondiale è a un passo.
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Promozioni auto settembre 2019: le occasioni del mese
Il mese di settembre 2019 è pieno di promozioni interessanti.
Gli sconti migliori riguardano soprattutto modelli appartenenti ai segmenti delle piccole, delle compatte e delle SUV compatte e vetture tedesche e giapponesi, anche se non mancano proposte di altre nazioni e di altre categorie. Scopriamole insieme.
Promozioni auto settembre 2019: le occasioni del mese
Audi A4 Avant
L’Audi A4 Avant 35 TDI Business costa ufficialmente 45.100 euro ma grazie alle promozioni di settembre 2019 della Casa tedesca sono sufficienti 39.434,65 euro per acquistarla. L’offerta – che comprende l’estensione di garanzia Audi Extended Warranty di un anno o 60.000 km – è valida solo in caso di permuta di una vettura di proprietà da almeno tre mesi ed esclusivamente se si aderisce al finanziamento Audi Financial Services (TAN fisso 3,99%, TAEG 4,66%): anticipo di 13.810,80 euro, 35 rate mensili da 269 euro e una maxirata finale da 19.653,67 euro.
Dacia Duster
Lo sconto di 900 euro previsto dalle promozioni Dacia di settembre 2019 sulla Duster permette di acquistare la versione “base” della SUV compatta romena con 11.000 euro invece di 11.900. Un’offerta abbinabile a un finanziamento (TAN fisso 4,99%, TAEG 6,57%): anticipo zero, 60 rate mensili da 149,21 euro e una maxirata finale da 5.002 euro.
Hyundai ix20
Da 18.550 a 14.400 euro: è questa l’offerta prevista dalle promozioni Hyundai di settembre 2019 sulla ix20 a benzina. Lo sconto è valido solo in caso di adesione al finanziamento i-Plus 0 (TAN fisso 0,00%, TAEG fisso 1,67%): anticipo di 1.150 euro, 36 rate mensili da 219,87 euro e una maxirata finale di 6.307 euro.
Infiniti Q30
Anche a settembre 2019 Infiniti regala la trazione integrale. Il risultato? La Q30 2.2d AWD Luxe costa 34.920 euro anziché 36.920.
Jaguar XF
Le promozioni Jaguar di settembre 2019 permettono di acquistare la XF meno cara del listino – la 2.0 D 163 CV Pure – con 45.375 euro (invece di 47.710). L’offerta è abbinabile al finanziamento Easy Jaguar (TAN fisso 0%, TAEG 0,80%): anticipo di 22.687,50 euro e maxirata finale di 22.687,50 euro da pagare dopo 24 mesi o 45.000 km.
Jeep Compass
A settembre 2019 bastano 24.100 euro (invece di 28.250 euro) per acquistare la Jeep Compass “entry level”, la 1.4 MultiAir Longitude: l’offerta è valida per un lotto limitato di vetture in pronta consegna.
Lancia Ypsilon
Grazie allo sconto di 3.000 euro offerto dalle promozioni Lancia a settembre 2019 la Ypsilon meno cara in commercio – la 1.2 Elefantino Blu – costa 10.800 euro anziché 13.800. L’offerta può essere abbinata al finanziamento Zero+Zero (TAN fisso 0% salvo arrotondamento rata, TAEG 2,51%): anticipo zero e 72 rate mensili di 161,36 euro.
Renault Clio
La vecchia Renault Clio è in offerta a settembre 2019: la variante TCe 75 CV Moschino Life costa 9.950 euro anziché 14.450. Una promozione valida solo in caso di permuta o rottamazione ed esclusivamente se si aderisce al finanziamento (TAN fisso 5,49%, TAEG 8,98%): anticipo di 3.250 euro e 60 rate da 156,59 euro.
Toyota RAV4
La Toyota RAV4 più accessibile in listino – la 2WD Active – costa ufficialmente 35.450 euro ma grazie alle promozioni di settembre 2019 della Casa giapponese bastano 30.850 euro per acquistarla. L’offerta è valida in caso di permuta o rottamazione di un usato posseduto da almeno sei mesi.
Volkswagen Golf Variant
L’Extra Bonus Volkswagen di 2.000 euro rivolto a tutte le Golf Variant a benzina consente di acquistare a settembre 2019 la versione 1.0 TSI Business con 22.300 euro (invece di 24.300).
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Porsche Taycan: le foto, i dati e i prezzi della prima elettrica di Zuffenhausen
Porsche ha svelato le foto, i dati e i prezzi della Taycan, la prima auto elettrica della Casa di Zuffenhausen.
L’ammiraglia/coupé tedesca – sportiva ed ecologica – può vantare la trazione integrale e una carrozzeria molto curata sotto il profilo aerodinamico (Cx di 0,22).
Porsche Taycan: abitacolo e bagagliai
Nell’abitacolo della Porsche Taycan spiccano lo schermo centrale da 10,9” del sistema di infotainment unito al display per il passeggero (optional) che forma una fascia in vetro integrata che ricorda un grande pannello nero e una plancia pressoché priva di levette e pulsanti: al loro posto ci sono comandi a sfioramento o vocali (attivabili dicendo “Hey Porsche”).
Due i bagagliai: uno anteriore da 81 litri e uno posteriore da 366 litri.
Porsche Taycan: elettrica da record
La Porsche Taycan non è un’elettrica come tutte le altre: innanzitutto è la prima auto ad emissioni zero di serie dotata di un sistema di alimentazione a 800 Volt (le rivali si fermano a 400) e poi offre una potenza di ricarica massima di 270 kW.
In parole povere? Tempi di ricarica sensibilmente ridotti rispetto alla concorrenza. Qualche esempio? Per guadagnare 100 km di autonomia basta attaccare la vettura a una rete ad alta potenza utilizzando la corrente continua per circa cinque minuti mentre ce ne vogliono poco più di 22 per portare gli accumulatori (da 93,4 kWh) dal 5 all’80%. A casa è invece possibile ricaricare il veicolo utilizzando fino a 11 kW di corrente alternata.
Porsche Taycan: due motori
La Porsche Taycan monta due motori elettrici – uno sull’asse anteriore, l’altro su quello posteriore – caratterizzati dall’avvolgimento con tecnologia “hairpin” delle bobine dello statore (che può accogliere in questo modo più rame, incrementando la potenza in uscita e la coppia).
Porsche Taycan: il cambio
La trasmissione a due velocità della Porsche Taycan è montata sull’asse posteriore: innestando la prima si imprime un’accelerazione maggiore mentre la seconda con rapporto lungo predilige l’efficienza.
Porsche Taycan: piacere di guida
La Porsche Taycan monta sospensioni pneumatiche adattive PASM (Porsche Active Suspension Management) e il sistema elettromeccanico di regolazione del telaio e di stabilizzazione del rollio PDCC Sport (Porsche Dynamic Chassis Control Sport) con PTV Plus (Porsche Torque Vectoring Plus).
Quattro le modalità di guida disponibili sull’ammiraglia elettrica teutonica: Range, Normal, Sport e Sport Plus.
Porsche Taycan: la Turbo e la Turbo S
Le versioni al lancio della Porsche Taycan sono due: Turbo e Turbo S.
La Porsche Taycan Turbo ha una potenza di picco di 680 CV, accelera da 0 a 100 km/h in 3,2 secondi e dichiara un’autonomia di 450 km.
La Porsche Taycan Turbo S risponde con una potenza di picco di 761 CV (in abbinamento alla funzione Launch Control), uno “0-100” da 2,8 secondi e un’autonomia di 412 km.
Porsche Taycan: i prezzi
- Porsche Taycan Turbo 156.817 euro
- Porsche Taycan Turbo S 190.977 euro
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Crash test Euro NCAP settembre 2019: sette auto a 5 stelle
Nella sessione di settembre 2019 dei crash test Euro NCAP tutte e sette le auto analizzate hanno conquistato cinque stelle: Mercedes CLA ed EQC, BMW Z4, Skoda Kamiq, Audi A1 Sportback, Ford Focus e Ssangyong Korando.
La vettura migliore testata questo mese è stata la Mercedes CLA: la compatta/coupé a quattro porte tedesca ha ottenuto la migliore valutazione in assoluto nella protezione dei bambini a bordo e degli utenti vulnerabili (pedoni e ciclisti) e ha mostrato qualche pecca solo nel sistema di mantenimento di corsia.
La BMW Z4 ha brillato nella protezione degli utenti vulnerabili e dei passeggeri e nei sistemi di sicurezza attiva (specialmente il cofano attivo in caso di investimento pedone) mentre si è registrata qualche defaillance nel riconoscimento del pedone di notte e nel mantenimento di corsia.
Nel caso della Skoda Kamiq sono stati usati i risultati della Scala (realizzata sullo stesso pianale) testata a inizio 2019 con alcune prove aggiuntive per verificare eventuali scostamenti a causa della differente altezza di guida. La piccola SUV ceca ha brillato nella protezione dei passeggeri e degli utenti vulnerabili e nelle prove di urto laterale. Migliorabile, invece, la frenata automatica.
La Mercedes EQC ha convinto nell’urto laterale contro la barriera e nei sistemi di assistenza alla guida mentre c’è stata qualche criticità di troppo nell’urto frontale pieno (protezione marginale del torace del passeggero posteriore), nello scontro laterale contro il palo (rottura della cerniera della porta posteriore) e nell’investimento del pedone (bassa protezione del bacino).
L’Audi A1 Sportback si è distinta per i sistemi di sicurezza attiva e nello scontro laterale contro la barriera mostrando però qualche problema nello scontro frontale pieno (scarsa protezione del torace del passeggero posteriore) e nell’investimento del pedone (scarsa protezione della testa nell’urto sui montanti e sulla base del parabrezza).
La Ford Focus – già testata lo scorso anno – ha migliorato le valutazioni nella prova del colpo di frusta grazie al design migliore dei sedili anteriori e dei poggiatesta. La compatta statunitense ha inoltre ottenuto il massimo punteggio nella protezione degli adulti e dei bambini nello scontro laterale contro la barriera e nell’investimento del pedone e se l’è cavata bene anche nella protezione delle gambe.
La Ssangyong Korando è stata eccellente nel funzionamento della frenata automatica di emergenza alle basse velocità mentre c’è stata qualche criticità di troppo nella prova del ciclista e dello scontro frontale perché il bacino del passeggero posteriore è scivolato sotto la cintura. Senza dimenticare la protezione del torace del conducente e del collo del passeggero posteriore migliorabili nello scontro laterale contro il palo a causa della geometria del sedile.
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Nissan Juke: le foto e info della seconda generazione
Dalla sua apparsa nel 2011 come SUV compatto posizionato nel segmento B, la visione della Nissan Juke ha innamorato e stizzito. Ma quando un milione di persone – durante una decade – si sono sedute al volante della piccola sport utility giapponese, il suo lancio si è convertito in un vero fenomeno di massa con imitazioni spuntate ovunque ogni ‘ma’ azzittito.
Dopo il primo restyling di 5 anni fa, arriva la nuova generazione di Juke, sviluppata su una piattaforma condivisa all’interno dell’Alleanza Renault-Nissan, denominata CMF-B “Common Module Family B” e il cui passo misura 2,63 metri (ben 10,6 cm in più rispetto alla prima generazione). Questo aumento di dimensioni ha permesso di migliorare tre dei punti deboli della vecchia Juke: la visibilità incompleta ostacolata dal primo montante, l’altezza del tetto sui sedili posteriori e il bagagliaio.
Nonostante la trasformazione, mantiene il DNA Juke che ne ha coronato il successo. La prima impressione, guardandola, è che Nissan ha voluto sottolineare il suo stile coupé, con il tetto spiovente all’indietro. Mantiene i caratteristici fari anteriori circolari con la nuova forma a J che, insieme alla griglia V-Motion, rialza e migliora sostanzialmente l’aspetto della nuova Juke. Inoltre la possibilità di montare cerchi da 19 pollici, minigonne laterali e un paraurti personalizzabile, incrementa le opzioni di personalizzazione.
La nuova Nissan Juke 2020 misura 4,21 metri in lunghezza, 1,59 metri in altezza e 1,8 metri in larghezza. Nonostante la silhouette laterale che la fa assomigliare a una coupé, l’altezza del tetto nella parte posteriore dell’abitacolo permetterebbe di non toccare con la testa neanche ai passeggeri più alti. La capacità di carico del portabagagli passa invece da 354 a 422 litri, circa il 20% più capiente (e dotato di un separatore). L’abitacolo è stato migliorato anche con l’introduzione di nuovi materiali di qualità superiore, morbidi al tatto sulla plancia, sedili sportivi di serie e tappezzerie, volendo, anche i Pelle o Alcantara. Tra l’altro con la possibilità di montare anche un sofisticato impianto audio Bose Personal Plus.
Nonostante sia cresciuta in dimensioni la nuova Nissan Juke 2019 pesa 29 kg in meno rispetto al modello uscente. Grazie all’uso di acciai ad alta resistenza e alla nuova piattaforma offre inoltre una dinamica più efficace, una maggiore stabilità e un comfort e feeling di guida per il guidatore notevolmente migliorati.
Al lancio la nuova Nissan Juke verrà proposta con un solo motore a benzina: il tre cilindri da 1.0 litri DIG.T dcon 117 CV di potenza e 180 Nm di coppia, abbinato al cambio manuale a sei marce. In questa configurazione la nuova Juke scatta da 0 a 100 km/h in 10,4 secondi e raggiunge i 180 km/h di velocità massima. Nel caso della trasmissione automatica a doppia frizione e 7 rapporti (optional) lo sprint 0-100 sale a 11,1 secondi ma si ha la comodità delle leve del cambio al volante. Tre saranno poi le impostazioni selezionabili per la guida: Eco, Normal e Sport.
Le avanzate tecnologie del sistema ProPilot di Nissan si incaricheranno di garantire la massima sicurezza alla guida della Juke con lo sterzo, l’accelerazione e la frenata elettronicamente assistiti. Altri pacchetti tecnologici di sicurezza includono il sistema anti-collisione frontale con riconoscimento dei pedoni e dei ciclisti, riconoscimento della segnaletica stradale e controllo intelligente del cambio di corsia. Il sistema di infotainment Nissan Connect di ultima generazione garantirà infine la compatibilità con Google Assistant per diverse funzioni dell’auto.
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Renault Clio, la storia della piccola francese
Poche auto possono vantare una carriera come quella della Renault Clio: la piccola francese – la prima vettura ad aver vinto per due volte il premio di Auto dell’Anno (nel 1991 e nel 2006) – festeggerà nel 2020 un anniversario importante (30 anni).
Scopriamo insieme la storia della “segmento B” transalpina, venduta anche recentemente nella variante station wagon.
Le evoluzioni del modello
Prima generazione | 1990 |
Seconda generazione | 1998 |
Terza generazione | 2005 |
Quarta generazione | 2012 |
Quinta generazione | 2019 |
Renault Clio prima generazione (1990)
In breve
Anno di debutto | 1990 |
Durata generazione | 8 anni |
Numero restyling | 2 |
La prima generazione della Renault Clio – creata per rimpiazzare la 5 – vede la luce nel 1990 e impiega pochissimo tempo a sedurre il pubblico e la critica (nel 1991 si aggiudica il prestigioso riconoscimento di Auto dell’Anno) grazie al design seducente e ai contenuti moderni.
La gamma motori al lancio – composta da tre unità a benzina (1.1 da 48 CV, 1.2 da 58 CV e 1.4 da 78 CV) – si allarga nel 1991 con l’arrivo di tre unità 1.8 a Ciclo Otto da 95, 135 e 137 CV e di un 1.9 diesel da 64 CV. L’anno seguente entra in listino un 1.2 da 54 CV e la potenza del 1.8 più tranquillo scende a quota 93.
Nel 1993 nasce la mitica Renault Clio Williams: costruita per festeggiare la conquista del Mondiale F1 da parte della scuderia britannica (dotata di propulsori della Régie), ospita sotto il cofano un 2.0 da 147 CV e rimpiazza la 1.8 più “cattiva”. Nello stesso anno arriva un 1.8 da 107 CV e sparisce dalle scene il 1.1.
Il primo restyling del 1994 – anno in cui il 1.8 da 107 CV sparisce dal listini – porta una griglia frontale meno elaborata e fascioni paracolpi laterali tondeggianti più grandi ma le novità più importanti arrivano nel 1996 con il secondo lifting, che concide con l’addio alla versione Williams: mascherina ingentilita, un nuovo propulsore 1.1 da 58 CV che sostituisce il 1.2 di pari potenza, un 1.4 da 75 CV e un 1.8 da 108 CV che prende il posto di quelli da 93 e 135.
Nel 1997 si assiste a uno snellimento della gamma motori della prima generazione della Renault Clio con la sparizione di tutte le unità da 78 CV in su.
Renault Clio seconda generazione (1998)
In breve
Anno di debutto | 1998 |
Durata generazione | 13 anni |
Numero restyling | 3 |
La seconda generazione della Renault Clio nasce nel 1998 e ha uno stile più tondeggiante rispetto al passato: quattro i motori al lancio (tre a benzina – 1.1 da 58 CV, 1.4 da 75 CV e 1.6 da 90 CV – e un 1.9 diesel da 64 CV). L’anno seguente arrivano due propulsori a ciclo Otto più potenti (1.4 da 98 CV e 1.6 da 107 CV) ma la svolta arriva nel 2000 – anno di esordio del 1.9 turbodiesel dTi da 80 CV) – con la versione sportiva RS dotata di un 2.0 da 169 CV.
Il restyling del 2001 porta un frontale completamente rivisto e degli interni migliorati: il 1.6 da 90 CV abbandona il listino insieme ai 1.9 a gasolio, rimpiazzati da un 1.5 turbodiesel dCi da 65 CV. L’anno successivo – in concomitanza con il lancio del 1.5 dCi da 82 CV – viene commercializzata la mostruosa V6 a trazione posteriore dotata di un propulsore 2.9 a sei cilindri da 226 CV (portato a 254 nel 2003) derivato da quello della Laguna montato dietro i sedili anteriori.
Nel 2004 la potenza della RS sale a quota 179 CV e debutta un 1.5 a gasolio da 100 CV ma l’anno seguente – in seguito al lancio dell’erede – è la volta di una profonda sforbiciata alla gamma motori: addio a tutti i benzina da oltre 75 CV e ai 1.5 diesel da 82 e 100 cavalli, sostituiti da un’unità da 68 CV.
La carriera della seconda generazione della Renault Clio prosegue nonostante la presenza in listino della terza serie: nel 2006 cambia nome in Clio Storia, beneficia di un lieve lifting (con la targa posteriore spostata in baso sul paraurti), dice addio al 1.5 diesel meno potente e si presenta con un nuovo propulsore 1.1 a GPL da 58 CV. L’anno successivo la potenza del propulsore a gasolio scende a quota 65 cavalli e nel 2008 – quando sbarca in listino una nuova variante turbodiesel da 85 CV – cala ulteriormente fino a 64 CV. Nel 2009 abbandonano le scene tutte le unità con più di 65 CV.
Renault Clio terza generazione (2005)
In breve
Anno di debutto | 2005 |
Durata generazione | 7 anni |
Numero restyling | 1 |
La terza generazione della Renault Clio, nata nel 2005, conquista la critica (Auto dell’Anno 2006) grazie a contenuti – finiture in primis – paragonabili a modelli di categoria superiore ma non seduce il pubblico a causa di un design troppo banale.
La gamma motori al lancio, composta da sei unità (tre a benzina – 1.1 da 75 CV, 1.4 da 98 CV e 1.6 da 111 CV – e tre 1.5 turbodiesel dCi da 68, 86, 106 CV), si allarga l’anno seguente – in concomitanza con il lieve calo di potenza (85 CV anziché 86 e 105 invece di 106) dei due propulsori a gasolio più “cavallati” – con due nuove varianti a benzina: 1.1 da 65 CV e RS (con un 2.0 da 200 CV).
Nel 2007 la potenza del 1.4 sale a quota 101 CV mentre l’anno successivo debuttano la versione station wagon SporTour e il motore 1.1 TCe turbo benzina da 101 CV che sostituisce il 1.4 e il 1.6.
In occasione del restyling del 2009 il frontale beneficia di numerose modifiche ma non bastano per rendere la piccola francese accattivante esteticamente. Per quanto riguarda i motori segnaliamo invece l’addio ai listini del 1.1 “base”, l’aumento di potenza della RS (203 CV) e l’ingresso di un 1.1 a GPL da 75 CV. Nel 2010 è la volta di un 1.6 da 111 CV e di due nuovi 1.5 diesel da 75 e 90 CV che prendono il posto dei vecchi dCi mentre l’anno seguente il 1.1 turbo benzina diventa più potente (103 CV) e debutta in listino un 1.6 da 128 CV.
Renault Clio quarta generazione (2012)
In breve
Anno di debutto | 2012 |
Durata generazione | in corso |
Numero restyling | 1 |
La quarta generazione della Renault Clio sbarca in listino nel 2012 e conquista subito il pubblico grazie a un design sexy e muscoloso (con le maniglie delle porte posteriori nascoste) e a contenuti interessanti (bassi consumi e un bagagliaio ampio).
La gamma motori al lancio è composta da quattro unità – due a benzina (1.1 da 75 CV e 0.9 turbo tre cilindri TCe da 90 CV) e due 1.5 turbodiesel dCi da 75 e 90 CV – e l’anno seguente (in concomitanza con l’esordio della station wagon Sporter e con il calo di potenza – 73 CV – della 1.1) arrivano altri tre propulsori: due turbo benzina TCe (1.2 da 120 CV e 1.6 da 200 CV per la RS) e un 1.1 a GPL da 73 CV (75 dal 2014).
Nel 2015 debutta la Clio RS da 220 CV e l’anno successivo – in occasione di un lieve restyling – la potenza del 1.2 turbo benzina scende a 118 CV e sbarca in listino un 1.5 a gasolio da 110 CV. Nel 2017 esordisce uno 0.9 turbo tre cilindri TCe a GPL da 90 CV e l’anno seguente i propulsori diventano tutti turbo: il 1.1 aspirato a benzina viene rimpiazzato da due 0.9 tre cilindri TCe da 75 e 76 CV e si assiste all’addio di tre propulsori (due a benzina, il 1.2 turbo e il 1.6 da 200 CV, e il diesel più grintoso). Il 2019 è invece l’anno in cui ci lasciano la RS e la versione a gas.
Renault Clio quinta generazione (2019)
In breve
Anno di debutto | 2019 |
Durata generazione | in corso |
Numero restyling | 0 |
Auto che vince non si cambia: la quinta generazione della Renault Clio del 2019 riprende le forme dell’antenata ma sotto la pelle è completamente nuova.
La gamma motori comprende per il momento sei unità: quattro a benzina (1.0 tre cilindri da 65, 75 e turbo da 101 CV e 1.3 turbo da 131 CV) e due 1.5 turbodiesel Blue dCi da 86 e 116 CV.
Il mondo Renault
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Armstrong Siddeley Sapphire 234 (1955): l’ammiraglia veloce
La Armstrong Siddeley Sapphire 234 – nata nel 1955 – è un’ammiraglia britannica che può vantare due punti di forza da non sottovalutare: il comfort e le prestazioni. All’epoca fu un flop, oggi le sue quotazioni sfiorano i 25.000 euro.
Armstrong Siddeley Sapphire 234 (1955): le caratteristiche principali
La Armstrong Siddeley Sapphire 234 cercò (senza successo, poco più di 800 gli esemplari prodotti) di rubare clienti alla Jaguar: un’ammiraglia rivolta a chi cercava una veloce macinatrice di chilometri caratterizzata da un grande comfort e da prestazioni molto interessanti.
Contraddistinta da una carrozzeria molto amata dalla ruggine, presenta porte anteriori con apertura a 90° che agevolano l’accesso a bordo.
Armstrong Siddeley Sapphire 234 (1955): la tecnica
La Armstrong Siddeley Sapphire 234 può superare i 150 km/h di velocità massima: un valore molto interessante, soprattutto se si tiene conto della presenza sotto il cofano di un “semplice” motore 2.3 a quattro cilindri da 121 CV.
Armstrong Siddeley Sapphire 234 (1955): le quotazioni
Le quotazioni della Armstrong Siddeley 234 del 1955 sono troppo alte (quasi 25.000 euro) per quello che offre la vettura, interessante dal punto di vista storico solo perché rara. In Italia è introvabile, nel Regno Unito non prendete in considerazione prezzi superiori ai 15.000 euro.
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Bugatti oltre le 300 mph: la Chiron del record
Una Bugatti Chiron molto simile al modello di produzione è riuscita a superare il muro delle 300 miglia all’ora. L’hypercar francese ha stabilito il nuovo record di velocità assoluto per un’auto di serie, fermando la lancetta del tachimetro sulle 304,8 miglia orarie, ossia 490,5 km/h. Il nuovo primato è stato certificato dal TUV, l’organismo di ispezione tedesco.
Non sono ancora i 500 km/h che Bugatti ha tutta l’intenzione di sfondare – per la prima volta nella storia – ma è uno step importante verso questo traguardo. Per altro inseguito anche da Hennessey e Koenigsegg. L’auto più veloce al mondo fa un po’ gola a tutti.
Ad ogni modo Stephan Winkelmann, presidente di Bugatti si è dimostrato euforico dopo il risultato della sua super car sul circuito di Ehra-Lessien, in Germania, con al volante il pilota britannico Andy Wallace, noto per aver vinto la 24 Ore di Le Mans nel 1988 oltre alle sue tre vittorie alla 24 Ore di Daytona e alla 12 Ore di Sebring. A 58 anni ha ancora il piede di piombo…
“Che gran record! Siamo felici di essere il primo costruttore a superare le 300 miglia orarie. È qualcosa che rimarrà scritto negli annali della storia, per sempre. Devo ringraziare tutto il team per questo successo fuori dal comune”.
A onor di cronaca, la Bugatti Chiron del record deve confessare alcune modifiche rispetto a quella di serie. Un gruppo di ingegneri ha infatti lavorato durante sei mesi al progetto. La calandra leggermente modificata, le enormi prese d’aria sul paraurti anteriore, una carrozzeria con un balzo posteriore leggermente allungato – per migliorare il coefficiente aerodinamico – passaruota modificati e terminali di scarico ottimizzati sempre dal punto di vista dell’aerodinamica sono gli elementi nuovi visibili, insieme alle sospensioni ribassate e ai due spoiler anteriore e posteriore. Dentro all’abitacolo, poi, mancavano tutti gli elementi di lusso superflui per il record.
Il motore dell’impresa è invece il noto W16 da 8 litri nella versione Torth da 1.578 CV di potenza.
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