Monthly Archives: Agosto 2019
Audi RS: a Francoforte sei new entry per la famiglia arrabbiata di Ingolstadt
Audi ha svelato una misteriosa immagine che anticipa la presenza, al prossimo Salone di Francoforte 2019 (dal 12 al 22 settembre), di sei nuovi modelli RS.
Per il momento da Ingolstadt non sono trapelate altre informazioni su quali modelli della famiglia sportiva esattamente vedremo alla kermesse tedesca. Dalle silhouette che appaiono nella foto si possono però estrapolare delle prime conclusioni.
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Audi: tutti i modelli sportivi in listino
La gamma Audi è sconfinata e i modelli S e RS coprono ormai (quasi) ogni segmento. Vediamoli insieme
Una delle sei new entry arrabbiate dei Quattro Anelli potrebbe essere la nuova Audi RS Q3 Sportback, versione racing della neoarrivata Q3 Sportback, che monterà sotto al cofano il noto 2.5 litri turbo da 420 CV, lo stesso della Q3 RS convenzionale.
Anteprime
Audi Q3 Sportback: la nuova coupé a ruote alte di Ingolstadt
La famiglia Sportback di Audi si estende alle sport utility
Per contrastare sul mercato la BMW M8 Gran Coupé, Audi lancerà inoltre la nuova RS7 Sportback, la cui base meccanica sarà invece il V8 da 650 CV di potenza.
Non va escluso, inoltre, il possibile unveiling a Francoforte di una versione ibrida dell’ammiraglia sportiva con una potenza ancora più elevata.
La stessa possibilità coinvolgerà anche le altre candidate alla passerella tedesca: la nuova Audi RS4 Avant, equipaggiata con il 2,9 litri V6 da 450 CV e la ipotetica regina dello stand, la RS Q8, la maxi Sport Utility dotata anch’essa del V8 da 650 CV, stessa potenza della Lamborghini Urus.
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435 CV, look sportivo e alte prestazioni per la maxi SUV di Ingolstadt
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Polestar, la storia
La storia della Polestar, fino a oggi, è stata simile a quella della AMG: un team attivo nel motorsport diventato il reparto sportivo ufficiale di una Casa automobilistica (in questo caso la Volvo).
Dal 2020, però, la Polestar affronterà un nuovo capitolo della sua breve vita e sarà un costruttore specializzato nella produzione di vetture “premium” ecologiche. Scopriamo insieme l’evoluzione di questa azienda svedese.
Polestar: la storia
Le radici della Polestar risalgono al 1996, anno in cui il pilota Jan Nilsson crea il team Flash Engineering per correre con le Volvo 850 nel campionato turismo svedese STCC. Il driver scandinavo si aggiudica il titolo e bissa il trionfo nel 1997.
Tra il 1998 e il 2002 la scuderia corre con le S40 (anche in qualche gara del campionato francese e di quello europeo) mentre nel 2003 passa alle S60.
Cambio di proprietà (e di nome)
Nel 2004 la Flash Engineering viene venduta all’imprenditore Christian Dahl, l’anno seguente la squadra cambia nome (Polestar) e nel 2006 inizia a pensare in grande: spostamento della sede da Karlstad a Göteborg e sviluppo diretto delle vetture da corsa.
L’anima ecologica della Polestar inizia a vedersi nel 2007 quando viene creato un motore destinato alle gare alimentato a bioetanolo mentre risale all’anno successivo il primo progetto rilevante: lo sviluppo della Volvo C30 da turismo.
Ritorno alla vittoria
Il 2009 è una grande annata per la Polestar: il norvegese Tommy Rustad riporta il campionato turismo svedese alla Volvo dopo 12 anni e la Casa scandinava nomina Polestar partner Performance ufficiale (in poche parole Polestar diventa l’unico “elaboratore” approvato dalla Casa madre).
Nel 2010 lo svedese Robert Dahlgren conquista con la C30 la prima edizione del campionato scandinavo turismo e nello stesso anno vede la luce la C30 Polestar Concept: un prototipo che è in pratica una versione stradale della C30 da gara. Risale invece al 2011 il debutto in pianta stabile di Polestar nel Mondiale Turismo WTCC (dalla quinta gara le C30 passano dai motori 2.0 ai nuovi propulsori 1.6 turbo benzina DRIVe).
Polestar schiera la nuova Volvo S60 nel campionato Racing Elite League (una specie di “best of” della serie turismo svedese) e consente a Fredrik Ekblom di aggiudicarsi il titolo.
I primi modelli di serie
La Volvo S60 Polestar del 2013 (anno in cui lo svedese Thed Björk porta a casa il campionato STCC) è la prima auto di serie progettata dall’azienda scandinava. Inizialmente commercializzata in soli 100 esemplari (tutti destinati al mercato australiano), viene venduta in otto Paesi a partire dal 2014 in concomitanza con il lancio della station wagon V60 Polestar.
Risale sempre al 2014 la vittoria nel campionato STCC di Björk e l’impegno nella serie turismo australiana con due S60.
In mano a Volvo
Nel 2015 Volvo acquista la divisione di Polestar che si occupa dello sviluppo delle vetture stradali e la trasforma in quello che è oggi AMG per Mercedes. Il reparto corse (sempre in mano a Dahl) viene ribattezzato Cyan Racing e vince ancora una volta l’STCC con Björk.
L’anno seguente il team Polestar Cyan Racing torna nel WTCC mentre lo svedese Richard Göransson si aggiudica il titolo scandinavo. Björk vince l’ultima edizione di sempre del Mondiale turismo nel 2017.
Presente e futuro
Oggi il listino Volvo comprende tre modelli – S60, V60 e XC60 – Polestar Engineered caratterizzati da prestazioni migliori, da una risposta più pronta dell’acceleratore, da un cambio più sportivo e – sulle versioni AWD a trazione integrale – da più coppia distribuita alle ruote posteriori.
Presto, però, Polestar diventerà una casa costruttrice a tutti gli effetti e sbarcherà in listino con due modelli “premium” ecologici.
La Polestar 1 è una coupé ibrida plug-in (ossia ricaricabile attraverso una presa di corrente) dotata di un motore 2.0 a doppia sovralimentazione (turbo + compressore volumetrico) abbinato a due unità elettriche in grado di generare una potenza totale di 600 CV e una coppia di 1.000 Nm. Il tutto con un’autonomia incredibile a emissioni zero: 150 km.
La Polestar 2 è invece una berlina elettrica a cinque porte a trazione integrale dotata di due motori e creata per sfidare la Tesla Model 3. La potenza? 408 CV.
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Benelli Week 2019: a Pesaro dal 16 al 22 settembre
Gli appassionati del marchio Benelli sono chiamati a rapporto dal 16 al 22 settembre, quando a Pesaro andrà in scena il tradizionale appuntamento con la Benelli Week. L’evento organizzato dal Registro Storico Benelli, Motoclub Tonino Benelli e con la collaborazione di Benelli QJ, è aperto a tutte le marche e tipologie di motociclette e sarà dedicato al pilota australiano Kel Carruthers, che nel 1969 fu campione del mondo in sella alla Benelli 250 quattro cilindri e che proprio quest’anno festeggia il cinquantesimo anniversario della sua vittoria.
Durante la Benelli Week sarà ricordato anche l’indimenticabile Ted Mellors, pilota inglese che nel 1939, quindi 80 anni fa, trionfò al mitico Tourist Throphy dell’Isola di Man con la 250 bialbero della Casa pesarese. E le ricorrenze non finiscono qui: nel 2019 ricade infatti anche il trentennale della nascita del Registro Storico Benelli, grande orgoglio della città di Pesaro e di tutti gli appassionati del motociclismo italiano.
Programma ricco
Tanti gli eventi in programma. Si parte lunedì 16 settembre, con un percorso di circa 190 km che porterà i partecipanti a Castelfidardo,Osimo e alle Grotte del Cantinone. Destinazione romagnola per martedì 17 settembre, alla scoperta di Montegridolfo e Rimini e visita al Museo Nazionale del Motociclo. Mercoledì 18, tappa obbligata al Monte Nerone con un percorso mozzafiato tra le colline pesaresi, attraversando la città di Urbino, patrimonio dell’Unesco e la splendida gola del Furlo. Giovedì 19 settembre, è invece in programma la tradizionale visita alla città di Pesaro, sulle orme del grande musicista Gioachino Rossini.
Nel pomeriggio è invece prevista una escursione in barca alla scoperta della costa marchigiana. Venerdì 20 settembre, percorso immerso nella natura appenninica e panorami mozzafiato nelle valli del Metauro e del Cesano per concludersi con una visita al museo della Miniera di Zolfo di Cabernardi, che è stato uno dei più importanti centri minerari d’Europa. Sabato 21 settembre, il tour motociclistico in programma porterà tutti i partecipanti nelle splendide strade delle Cesane e a Fossombrone, per concludersi al Museo delle Officine Benelli dove in serata si terrà una grande festa.
Domenica 22 settembre, gran finale con il “Benelli Day”, classica passeggiata con le moto della straordinaria storia Benelli e MotoBi. Dopo la deposizione di una corona d’alloro al busto di Tonino Benelli, tutti in moto per i borghi di Novilara, Candelara, Gradara e Fiorenzuola di Focara dove si terrà una visita all’antico borgo con vista sul mare Adriatico e pranzo conviviale sul lungomare di Pesaro.
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Audi e-tron Scooter: il monopattino elettrico dei Quattro Anelli
A differenza di Seat che ha scommesso su un monopattino elettrico già sviluppato da uno specialista, Segway, Audi ha voluto andare oltre. La Casa dei Quattro Anelli ha presentato un inedito monopattino sviluppato a Ingolstadt e con una filosofia completamente differente agli altri monopattini che stanno conquistando le città europee.
A differenza di Segway o Xiaomi, i cui monopattini dispongono di due ruote, quello firmato Audi – si chiama e-tron come la prima auto elettrica del marchio dei Quattro Anelli – può contare infatti su quattro ruote. Audi giustifica questo design con l’obiettivo di migliorare la maneggevolezza, la sicurezza e offrire il comfort di poter guidare con una sola mano. Il manubrio prevede infatti l’appoggio di una sola mano. Si guida di lato, insomma, usando un solo braccio e senza per questo perdere stabilità e sicurezza.
I numeri del monopattino di Audi non differiscono di molto dal leader del mercato firmato Xiaomi. Pesa 12 kg, promette un’autonomia di 20 km con una sola ricarica e raggiunge la velocità massima di 20 km/h. Nonostante per il momento sia ancora in forma di prototipo, Audi assicura che arriverà in commercio possibilmente entro la fine del 2020.
L’Audi e-tron Scooter avrà un prezzo, però, abbastanza salato, costerà infatti introno ai 2.000 euro.
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Delage D6 3L (1946): l’ultima Delage
La D6 3L – nata nel 1946 – è un mezzo importante dal punto di vista storico. Stiamo infatti parlando dell’ultima auto di sempre prodotta dalla Delage, glorioso marchio francese attivo dal 1905 al 1953 capace di conquistare la 500 Miglia di Indianapolis del 1914 e il Mondiale Costruttori (antesignano del campionato del mondo di F1) del 1927.
Delage D6 3L (1946): le caratteristiche principali
La Delage D6 3L che vede la luce nel 1946 non è altro che l’ultima evoluzione dell’obsoleta D6 svelata 16 anni prima. Un’ammiraglia elegante e comoda ma anche tecnicamente antiquata disponibile con due differenti lunghezze di passo (3,15 o 3,33 metri) e caratterizzata dalla guida a destra.
Delage D6 3L (1946): la tecnica
Il motore della Delage D6 3L è un 3.0 a sei cilindri in linea da 91 CV.
Delage D6 3L (1946): le quotazioni
Le quotazioni della Delage D6 3L recitano 65.000 euro ma bastano meno di 50.000 euro per portarsi a casa un esemplare ben tenuto. Più costosi i modelli personalizzati da carrozzieri esterni.
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Guidare in estate: sette consigli utili di Seat
Guidare in estate è più complicato di quello che sembra: nella stagione calda si affrontano, ad esempio, più tragitti brevi rispetto alla norma e questo porta a un eccesso di tranquillità e di confidenza che aumenta il rischio di incidenti.
Per affrontare la stagione estiva nella massima sicurezza Seat ha pubblicato sette consigli utili: scopriamoli insieme.
Scarpe e abbigliamento
Non bisogna guidare con le ciabatte, calzature che causano la perdita di sensibilità dei pedali e che possono oltretutto incastrarsi.
Anche guidare in costume da bagno (come il 25% degli automobilisti, secondo la Fondazione del Commissariato Europeo dell’Automobile) è sconsigliato visto che può causare bruciature dovute alla frizione della cintura di sicurezza sulla pelle. Per abbassare la temperatura all’interno del veicolo i tecnici Seat suggeriscono di tenere portiere e finestrini aperti per un minuto per ventilare l’abitacolo prima di accendere l’aria condizionata.
Passeggeri
Anche nei brevi tragitti non bisogna superare il numero di passeggeri per cui la vettura è omologata: ogni persona in più è una persona che non utilizza la cintura di sicurezza.
Bere
In presenza di alte temperature è fondamentale idratarsi: secondo uno studio dell’Università di Loughborough (Regno Unito) e dello European Hydration Institute la mancanza di una corretta idratazione alla guida provoca gli stessi effetti sul conducente di otto bicchieri di vino. Meglio quindi bere acqua prima di mettersi in marcia e durante soste regolari.
Postura corretta
Guidare con il gomito appoggiato al finestrino incide negativamente sulla capacità di controllo dell’auto e porta gravi lesioni in caso di incidente.
I piedi sul cruscotto non solo sono d’intralcio nella funzione protettiva dell’airbag frontale ma rischiano di convertire il cuscino salvavita in un elemento di pericolo.
Non dimenticare la patente
Nella maggior parte dei Paesi europei guidare senza patente comporta una multa.
Massima calma e parcheggi corretti
Il clacson è da utilizzare solo per prevenire un incidente, non per mostrare la propria irritazione.
Per quanto riguarda i parcheggi bisogna accertarsi di lasciare l’auto in zone abilitate.
Radio e gesti d’affetto
Tenere la musica ad alto volume rischia di coprire rumori importanti come la sirena di un’ambulanza o il clacson di un altro veicolo.
In alcuni Paesi – come la Spagna – baciare qualcuno mentre si guida è un comportamento passibile di multa.
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MotoGP 2019, le foto più belle di Brno
Ecco alcune delle immagini più belle del weekend di Brno, dove la MotoGP 2019 ha corso il decimo appuntamento stagionale. Come ormai consuetudine, anche sul tracciato ceco si è imposto con una importante supremazia Marc Marquez.
Lo spagnolo dopo aver dato spettacolo nel corso della qualifica del sabato – andando ad effettuare un giro pazzo su un asfalto mezzo bagnato e mezzo asciutto con le gomme slick – ha imposto un ritmo di gara troppo alto per chiunque, dominando e vincendo il suo sesto GP stagionale.
Dietro di lui si è piazzato un ottimo Andrea Dovizioso, seguito da Jack Miller. Solo sesto Valentino Rossi, miglior Yamaha sul traguardo. Oggi sono in corso, sempre sul circuito di Brno, dei test ufficiali importantissimi soprattutto in vista della stagione 2020. Ma non bisognerà perdere la concentrazione, perché domenica si tornerà nuovamente in pista in Austria.
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Monte Carlo: la tradizione sportiva di Skoda
Per Skoda Montecarlo è sinonimo di sportività. La storia della Casa ceca si lega da oltre cent’anni al principato.
La prima Monte Carlo
Nel lontano 1912, alla seconda edizione della competizione, le auto di Mladá Boleslav erano già in gara e nel 1936 arrivò il primo risultato importante, con il secondo posto di categoria per Skoda Popular. Per celebrare questo successo, Skoda presentò un’edizione del modello limitata a 70 esemplari, derivata direttamente dall’auto da corsa. Iniziava così la storia delle versioni Monte Carlo.
Skoda Fabia Monte Carlo
Nel 1977, Skoda ottenne di nuovo la vittoria di categoria al famoso Rally con il modello 130 RS, ripetuta nel 2017 e 2018 in categoria WRC 2 con la FABIA R5. Esattamente 75 anni dopo quella prima variante “speciale”, nel 2011 ŠKODA ha svelato la seconda generazione della piccola Fabia in versione Monte Carlo, caratterizzata da un design dinamico e da interni specifici. Anche dopo il passaggio alla terza generazione, la Fabia Monte Carlo ancora oggi è la versione al top della gamma commerciale del modello.
Le prossime Monte Carlo: Scala e Kamiq
Questo legame con Monte Carlo proseguirà presto con la presentazione delle versioni dinamiche della berlina Scala, da pochi mesi sul mercato e del SUV compatto Skoda Kamiq, atteso al lancio sul mercato italiano in autunno. A caratterizzarne l’estetica in chiave sportiva saranno numerosi dettagli in colore nero, studiati per rendere il design ancora più dinamico e coinvolgente. La nuova Skoda Scala Monte Carlo, per esempio, sfoggerà specifici elementi aerodinamici neri nel frontale, mentre la Kamiq Monte Carlo sarà proposta esclusivamente con barre al tetto in colore nero. Le due versioni saranno immediatamente identificabili anche grazie al badge sulla carrozzeria. La Skoda Scala Monte Carlo e la Kamiq Monte Carlo saranno presentati ufficialmente al prossimo Salone dell’automobile di Francoforte, in programma dal 10 al 22 settembre 2019.
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La nuova Land Rover Defender con la Croce Rossa sulle dune di Dubai
Dopo oltre 70 anni sul mercato la più iconica delle fuoristrada purosangue è pronta al salto generazionale più importante della sua lunga storia. Quest’anno Land Rover presenterà l’attesissima nuova Defender. La 4×4 inglese pura è stata riprogettata da cima a fondo e arriva con un nuovo look, una nuova piattaforma e con tutte le ultime tecnologie Land Rover. La scorsa settimana è apparsa in uno spettacolare shooting nel mezzo del deserto attorno a Dubai, ripresa durante gli ultimi test realizzati dalla Casa inglese in partnership con gli esperti della Federazione Internazionale della Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa (IFRC).
Gli ingegneri Land Rover hanno dimostrato ai colleghi dell’IFRC la gamma di capacità del veicolo su strada ed in off-road, prima di cedere il volante ai loro esperti che hanno messo alla prova il veicolo nel deserto e sulle dune di sabbia della regione e sulla tortuosa autostrada di Jebel Jais, sperimentandone la maneggevolezza ed il comfort sulle curve che salgono sul monte più alto degli Emirati Arabi Uniti. Finora i prototipi della nuova Land Rover Defender hanno percorso oltre 1,2 milioni di chilometri di prova, inclusa la settimana in Kenya con l’organizzazione ambientalista Tusk, ed un’apparizione dinamica al Goodwood Festival of Speed.
Il test a Dubai è coinciso con il rinnovo della partnership globale di Land Rover con l’IFRC – un rapporto che dura da oltre 65 anni, dal 1954, quando le prime Land Rover entrarono in servizio nella regione come dispensari mobili. Quest’anno ricorre il centenario dell’organizzazione, che celebra “100 anni di speranza”. Per i prossimi tre anni Land Rover sosterrà le iniziative di preparazione e risposta alle calamità in Paesi come India, Messico e Australia.
Ilir Causha, Team Lead for Global Fleets and Logistics dell’IFRC, ha dichiarato:
“La Croce Rossa aiuta ogni anno milioni di persone in difficoltà, in quasi tutti i Paesi del mondo. Operiamo nei luoghi più inaccessibili della Terra, spesso su terreni molto difficili; per questo le nostre squadre devono poter affrontare qualsiasi situazione. Siamo orgogliosi di essere partner Land Rover dal 1954, e di mettere alla prova la nuova #defender, poiché insieme riusciremo a raggiungere le comunità più vulnerabili del mondo, ovunque esse siano.”
Nick Rogers, Executive Director of Product Engineering di Jaguar Land Rover, ha aggiunto:
“Jaguar Land Rover è fiera di sostenere l’opera dell’IFRC. Dal 1954 i nostri veicoli hanno consentito di raggiungere le comunità più lontane e vulnerabili, aiutandole a diventare più resilienti, e contiamo che la nuova #defender saprà tenere alta questa tradizione. Le dune del Dubai sono il luogo ideale per confermare che questa è la più capace Land Rover mai prodotta. Monta pneumatici che arrivano a 815 mm di diametro, con larga superficie di contatto. Inoltre, l’esclusivo sistema di controllo della trazione monitora il terreno e modifica le regolazioni del veicolo di conseguenza; questa combinazione rende la nuova #defender fantastica sulla sabbia, e altrettanto godibile su strada.”
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Abarth 595 Competizione (2015): pregi e difetti della citycar sportiva dello Scorpione
La Abarth 595 più cattiva di sempre? La Competizione. Oggi analizzeremo un esemplare del 2015 della variante più sportiva della citycar dello Scorpione, facile da trovare a meno di 15.000 euro: scopriamo insieme i suoi pregi e difetti.
I pregi della Abarth 595 Competizione del 2015
Abitabilità
Buona davanti, migliorabile dietro.
Finiture
Dentro è abbastanza curata mentre fuori gli assemblaggi dei pannelli della carrozzeria potrebbero essere più precisi.
Dotazione di serie
Completa: adesivi laterali, autoradio Bluetooth CD Mp3 USB, cerchi in lega, climatizzatore, fari allo xeno, fendinebbia, regolazione risposta motore e sterzo, scarico Record Monza, sedili anteriori Sabelt e sospensioni Koni.
Capacità bagagliaio
185 litri: un vano piccolo ma con una capienza in linea con quella delle rivali.
Posto guida
Ottimi i sedili avvolgenti, poco convincenti la posizione di seduta rialzata e il volante troppo inclinato.
Climatizzazione
Impianto potente e comandi ergonomici.
Motore
Il propulsore 1.4 turbo benzina Euro 6 T-Jet della Abarth 595 Competizione è un piccolo mostro in grado di generare una potenza di 180 CV e una coppia di 250 Nm. Un’unità che, nonostante la sovralimentazione, ama molto gli alti regimi.
Cambio
La trasmissione manuale a cinque marce si comporta bene nell’uso normale. Qualche impuntamento di troppo della leva quando si guida in modo sportivo (niente di preoccupante, comunque).
Sterzo
Comando preciso e sensibile, volante troppo inclinato.
Prestazioni
Da sportiva DOC: 225 km/h di velocità massima e 6,7 secondi per accelerare da 0 a 100 chilometri orari.
Dotazione di sicurezza
Adeguata: airbag frontali, laterali, a tendina e per le ginocchia del guidatore, controlli di stabilità e trazione e hill holder.
Visibilità
La Abarth 595 Competizione si parcheggia in un fazzoletto: è lunga solo 3,66 metri.
Freni
Potenti ed efficaci.
Tenuta di strada
Coinvolgente nelle curve: con un baricentro più basso sarebbe perfetta.
Tenuta del valore
Le Abarth sono molto richieste sul mercato dell’usato e si svalutano poco.
I difetti della Abarth 595 Competizione del 2015
Sospensioni
Troppo rigide nell’uso normale.
Rumorosità
Esistono piccole sportive altrettanto godibili ma più garbate nei modi.
Prezzo
Da nuova nel 2015 la Abarth 595 Competizione costava 25.350 euro. Oggi si trova facilmente a 14.800 euro: poco più di una Fiat 500 “base” (la 1.2 Pop) appena uscita dal concessionario.
Consumo
Migliorabile: 16,7 km/l dichiarati.
Garanzie
La copertura globale è scaduta nel 2017 mentre quella sulla verniciatura nel 2018. Ancora valida, fino al 2023, la protezione sulla corrosione.
Passione Abarth
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