Monthly Archives: Agosto 2019

La prima McLaren GT firmata MSO

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La nuova McLaren GT avrà il suo spazio da protagonista all’imminente Concorso d’Eleganza di Pebble Beach. Il marchio di Woking sarà presente alla kermesse californiana con una versione inedita della gran turismo che mette in mostra tutto il potenziale della gamma con le sue possibilità di personalizzazione. Il suo motore, il V8 da 620 CV rimane l’originale senza modifiche.

Lo scorso mese di maggio la Casa britannica presentava la nuova McLaren GT, nata, secondo i suoi creatori, per ridefinire il concetto di Grand Tourer. A distanza di pochi mesi è subito diventata la nuova ‘cavia’ del dipartimento speciale McLaren Special Operations (MSO).

La prima McLaren GT firmata MSO

 

Il Concorso d’Eleganza di Pebble Beach, che si terrà il prossimo 18 agosto, è lo scenario scelto dal marchio britannico per svelare al pubblico la prima McLaren GT firmata MSO. Si tratta, senza più e senza meno, di una mostra – in versione one-off – del potenziale della divisione speciale per le personalizzazioni di McLaren.

In questo caso la supersportiva si caratterizza prima di tutto per la nuova tinta della carrozzeria verniciata in MSO Defined Fllux Graphite con elementi a contrasto in MSO Bespoke Satin Graphite, come lo splitter anteriore, le calotte degli specchietti retrovisori, le minigonne laterali, le pinze dei freni e l’estrattore posteriore. Non passano inosservati i cerchi in nero lucido e i terminali di scarico in titanio.

Gli interni della McLaren GT MSO

 

Anche all’interno questa nuova McLaren GT by MSO riceve una buona dose di personalizzazione. Le leve del cambio, ad esempio, sono in carbonio, il tetto elettrocromatico e i tappetini su misura. Compaiono inoltre materiali di alta qualità come la pelle bianco Flux e le cuciture specifiche MSO Bespoke Geoform che si ispirano alla geometria della cupola d’acciaio e vetro del Museo Britannico. No potevano mancare, infine, i loghi MSO bordati sui poggiatesta.

Meccanica originale

MSO non ha messo mano alla meccanica della McLaren GT che mantiene sotto pelle il noto V8 da 4.0 litri e 620 CV, come sul modello di serie. Con una coppia massima di 630 Nm la supercar d’Oltremanica sin grado di scattare da 0 a 100 km/h in 3,2 secondi e raggiunge 326 km/h di velocità massima.

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Ferrari 330 P4: più bella che vincente

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La Ferrari 330 P4 è una delle auto più belle della storia del Mondiale endurance: contribuì a regalare il titolo 1967 al Cavallino ma vinse una sola corsa. Scopriamo insieme la storia del sexy prototipo di Maranello.

Ferrari 330 P4: la storia

La Ferrari 330 P4 – creata per correre nel Mondiale Sportprototipi 1967 – è un’evoluzione della 330 P3. Simile nell’estetica ma più corta, monta un motore 4.0 V12 da 450 CV a iniezione con tre valvole per cilindro (due per l’aspirazione e una per lo scarico) abbinato a un cambio manuale a cinque marce e presenta sospensioni riviste rispetto all’antenata.

Debutto in parata

La vettura debutta alla 24 Ore di Daytona ed è subito protagonista della parata che vede tre vetture del Cavallino tagliare il traguardo praticamente insieme: la P4 – guidata dal britannico Mike Parkes e dal nostro Ludovico Scarfiotti – è in seconda posizione, dietro la 330 P3/4 di Lorenzo Bandini e del neozelandese Chris Amon e davanti alla 412 P condotta dal francese Jean Guichet e dal messicano Pedro Rodríguez.

L’unica vittoria

L’unica vittoria della Ferrari 330 P4 risale al 25 aprile 1967. La sportiva di Maranello porta a casa una doppietta alla 1000 km di Monza: primi Amon/Bandini e secondi Parkes/Scarfiotti.

La 24 Ore di Le Mans

La 330 P4 è l’arma scelta dalla Ferrari per vendicare la sconfitta alla 24 Ore di Le Mans subita l’anno prima dalla Ford GT40.

La Casa dell’Ovale Blu, però, è imbattibile e il Cavallino deve accontentarsi di occupare i due gradini più bassi del podio: secondo l’equipaggio composto da Parkes e Scarfiotti e terzi i belgi Jean Blaton e Willy Mairesse.

Il titolo mondiale

Il 30 luglio alla 6 Ore di Brands Hatch Amon e il britannico Jackie Stewart conquistano la seconda piazza con una Ferrari 330 P4 modificata in Barchetta per ridurre il peso. Un piazzamento che consente alla Casa emiliana di aggiudicarsi il titolo iridato.

Fine della carriera

Il cambio di regolamento del Mondiale Sportprototipi 1968 (che ammette solo le vetture con una cilindrata fino a 3 litri) manda in pensione la P4. La vettura corre per il resto della stagione in corse minori e ottiene come miglior piazzamento un 13° posto con Pedro Rodríguez nella tappa di Road America del campionato Can-Am.

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Maserati Ghibli

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La terza generazione della Maserati Ghibli – nata nel 2013 e sottoposta a un restyling nel 2017 – è un’ammiraglia disponibile a trazione posteriore o integrale.

Maserati Ghibli: gli esterni

Curve dinamiche, finestratura con porte senza telaietto, fianchi posteriori muscolosi, linee slanciate e – soprattutto – un frontale ricco di personalità ispirato a quello della A6 GCS Berlinetta degli anni ’50: sono questi gli elementi principali di design della terza serie della Maserati Ghibli.

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Maserati Ghibli: gli interni

L’abitacolo della Maserati Ghibli è caratterizzato da una plancia impreziosita da un ampio display e da un orologio e da raffinati sedili rivestiti in pelle. Tra le nuove finiture disponibili segnaliamo la fibra di carbonio e il rovere.

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Maserati Ghibli: i motori

La gamma motori della Maserati Ghibli è composta da quattro unità 3.0 V6 sovralimentate:

  • un 3.0 V6 biturbo benzina da 350 CV
  • un 3.0 V6 biturbo benzina da 430 CV
  • un 3.0 V6 turbodiesel da 250 CV
  • un 3.0 V6 turbodiesel da 275 CV

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Maserati Ghibli: gli allestimenti

Gli allestimenti della Maserati Ghibli sono tre: “base”, Granlusso e Gransport.

Maserati Ghibli Granlusso

La Maserati Ghibli Granlusso aggiunge alla dotazione standard, tra le altre cose: paraurti anteriore con inserti cromati, fascia paraurti e minigonne in tinta carrozzeria, cerchi da 19”, luci frontali a LED adattive, interni Zegna Silk Edition, modanature interne in radica e sensori di parcheggio anteriori e posteriori.

Maserati Ghibli Gransport

La Maserati Ghibli Gransport aggiunge alla dotazione standard, tra le altre cose: inserti blu sul Tridente e logo Saetta, Tridente blu sui mozzi ruota, paraurti sportivi con finitura Black Gloss, minigonne in tinta carrozzeria, luci frontali a LED adattive, cerchi da 20”, sedili sportivi e volante sportivo con palette del cambio in cromo satinato.

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Maserati Ghibli: gli optional

La dotazione di serie della Maserati Ghibli andrebbe a nostro avviso arricchita con tre optional fondamentali: il Driver Assistance Package (3.477 euro: Adaptive cruise control con funzione Stop & Go, sistema di rilevamento dell’angolo cieco con Rear Cross Path, riconoscimento segnali stradali, Highway assist, frenata di emergenza assistita, frenata automatica di emergenza, riconoscimento pedoni e specchi retrovisori esterni elettrocromici), la telecamera posteriore (549 euro) e la vernice metallizzata (1.220 euro).

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Maserati Ghibli: i prezzi

Motori a benzina

  • Maserati Ghibli 3.0 76.083 euro
  • Maserati Ghibli 3.0 Granlusso 88.039 euro
  • Maserati Ghibli 3.0 Gransport 88.039 euro
  • Maserati Ghibli 3.0 430 CV 89.821 euro
  • Maserati Ghibli 3.0 430 CV Gransport 100.557 euro
  • Maserati Ghibli 3.0 430 CV Granlusso 100.557 euro
  • Maserati Ghibli 3.0 430 CV AWD 93.101 euro
  • Maserati Ghibli 3.0 430 CV AWD Gransport 103.837 euro
  • Maserati Ghibli 3.0 430 CV AWD Granlusso 103.837 euro

Motori diesel

  • Maserati Ghibli 3.0 Diesel 72.187 euro
  • Maserati Ghibli 3.0 Diesel Gransport 84.143 euro
  • Maserati Ghibli 3.0 Diesel Granlusso 84.143 euro
  • Maserati Ghibli 3.0 Diesel 275 CV 72.187 euro
  • Maserati Ghibli 3.0 Diesel 275 CV Gransport 84.143 euro
  • Maserati Ghibli 3.0 Diesel 275 CV Granlusso 84.143 euro

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Václav Laurin, il cofondatore della Skoda

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Václav Laurin ha fondato insieme a Václav Klement la Casa automobilistica oggi conosciuta come Skoda. Scopriamo insieme la storia del meccanico che – con l’aiuto di un libraio – diede vita a una delle aziende più importanti dell’Europa dell’Est.

Václav Laurin: la biografia

Václav Laurin nasce il 16 ottobre 1865 a Kamení, nell’attuale Repubblica Ceca (all’epoca Impero austriaco).

Esperto di meccanica e appassionato di biciclette, inizia a lavorare come fabbro e a 30 anni fonda insieme al libraio Václav Klement a Mladá Boleslav la Laurin & Klement, un’officina specializzata nella riparazione di mezzi a due ruote.

Dalle bici alle auto

Nel 1898 la Laurin & Klement inizia la produzione di biciclette a motore e nel 1905 si concentra sulle automobili realizzando la Voiturette A. Nel giro di pochi anni la società diventa leader nel settore automobilistico nell’Impero austro-ungarico.

La guerra e la crisi

Durante la Prima Guerra Mondiale Václav Laurin e Václav Klement sono costretti a convertire la produzione a uso bellico e al termine del conflitto vivono un periodo di profonda crisi: nella neonata Cecoslovacchia sono infatti ben poche le persone in grado di permettersi un’automobile.

Nasce la Skoda

Nel 1924 la Laurin & Klement trova un accordo con il governo cecoslovacco per la realizzazione di motori aeronautici e l’anno seguente Václav Laurin e Václav Klement cedono la loro azienda alla Skoda, colosso locale specializzato in metallurgia e armi.

Václav Laurin muore il 13 agosto 1930 a Mladá Boleslav (Cecoslovacchia).

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Volkswagen T-Roc Cabrio: le prime fotografie e informazioni ufficiali

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Volkswagen ha svelato le prime fotografie e informazioni ufficiali della nuova T-Roc Cabrio. Dopo molte indiscrezioni e foto spia che hanno fatto il giro di mezzo mondo, oggi da Wolfsburg sono stati divulgati tutti i dettagli di questa new entry, il cui proposto principale sarà sfruttare al massimo il piacere della guida a cielo scoperto, con il massimo dell’abitabilità.

La nuova Volkswagen T-Roc Cabrio conserva tutta l’eredità del modello da cui proviene, aggiungendo un pratico tetto in tela che impiega esattamente 9 secondi ad aprirsi, anche in marcia fino a 30 km/h, e che offre ai passeggeri il piacere del contatto diretto con il vento e il sole.

Il disegno emotivo ed eccentrico della nuova T-Roc Cabrio si propone come alternativa alla Range Rover Evoque Cabrio, o meglio come erede spirituale, visto che l’inglese open top non è più sul mercato. La tedesca indosserà quindi le vesti di ‘ultimo dei mohicani’ in questo segmento deserto.

Niente tetto e due sole porte per la T-Roc Cabrio

 

La parte frontale di questa cabrio non presenta praticamente nessuna differenza con la Volkswagen T-Roc convenzionale. Per notare qualche modifica bisogna concentrarsi sulla parte laterale e sul posteriore. La fiancata è caratterizzata dall’assenza totale del tetto e delle due porte posteriori. Rimangono solo due portiere, quindi, per accedere all’abitacolo a 4 posti. Notevoli modifiche sono riservate anche al posteriore, la cui presenza si limita quasi unicamente al portellone del bagagliaio.

Dimensioni della Volkswagen T-Roc Cabrio

 

Le dimensioni della T-Roc Cabrio non variano molto rispetto alla variante con il tetto. Con una lunghezza di 4.368 mm e una distanza tra gli assi di 2.630 mm, guadagna 3 centimetri tutti per l’abitacolo, a vantaggio naturalmente dei passeggeri. La larghezza di 1.811 mm non cambia, mentre l’altezza di 1.522 mm fa registrare una perdita di 5 cm.
Come non poteva essere altrimenti il portabagagli della Volkswagen T-Roc perde spazio, dedicandolo al tetto retrattile e rimanendo con 284 litri a disposizione per le valigie.

Solo benzina

La Volkswagen T-Roc Cabrio verrà proposta, almeno inizialmente, solo con motori a benzina: il 1.0 litri da 115 CV con cambio manuale a sei marce, come entry level, e il 1.5 TSI da 150 CV con cambio manuale o automatico a doppia frizione (DSG).

La nuova Volkswagen T-Roc Cabrio debutterà in società a settembre al Salone di Francoforte 2019 ed entrerà in commercio durante la primavera del 2020.

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Tesla Model 3 by Novitec

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Normalmente Novitec lavora con modelli Alfa Romeo, Maserati, McLaren, Lamborghini e Ferrari. Il livello dei suoi tuning è tale che è l’unico preparatore al mondo le cui auto possono sfoggiare il logo Ferrari senza che Maranello storca il naso. Un esempio è la recentissima Ferrari 488 Pista by Novitec. Non sempre però il tuner tedesco sceglie oggetti del desiderio così blasonati tra l’Olimpo delle supercar. In questo caso, infatti, il tuning in questione riguarda l’ultima arrivata bella famiglia Tesla, la Model 3. In alcuni paesi europei è già diventata l’elettrica più venduta e la sua grande autonomia insieme a un prezzo inferiore rispetto all’ammiraglia Model S, le ha conferito subito successo. E inoltre la versione Performance aggiunge alla ricetta californiana prestazioni impressionanti e una dinamica estremamente sportiva. E qui entra in gioco Novitec.

Body-kit aerodinamico

 

Per la Model 3 il tuner bavarese propone un kit carrozzeria completo di spoiler anteriore, spoiler posteriore, estrattore e minigonne laterali. Tutte queste appendici possono essere richieste anche in fibra di carbonio, dello tesso colore della carrozzeria o in tonalità a contrasto. Il cliente in questo caso comanda.

Il tocco estetico finale lo danno i cerchi in lega forgiati da 21 pollici NV2 disegnati da Voseen in esclusiva per Novitec e la Tesla Model 3 e disponibili in ben 72 diversi colori (di listino Tesla li offre in un solo colore).

Ammortizzatori più sportivi e interni personalizzabili

Se la meccanica rimane invariata, Novitec opta invece per modifiche al telaio della Tesla Model 3, sia per la versione RWD che AWD, con molle degli ammortizzatori più sportive e più corte di 30 mm.

I più esigenti potranno inoltre richiedere ammortizzatori in alluminio che ribassano l’elettrica di Palo Alto di 40 mm, in questo caso secondo Novitec i consumi si ridurrebbero del 7%, dovuto a un miglioramento dell’aerodinamica.

Per quanto riguarda l’abitacolo, che Tesla offre in sole due colorazioni (bianco o Nero), Novitec è disponibile a realizzare tappezzerie in pelle e/o Alcantara con i colori preferiti dal cliente.


Anteprime

Tesla Model 3 2017: nuove fotografie e informazioni

Quasi 500 km di autonomia, guida autonoma e abitacolo iper minimalista

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Bosch e la nuova dimensione 3D

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Bosch ha annunciato di star lavorando al futuro della digitalizzazione delle auto. In concreto il progetto del leader mondiale di componenti per autovetture riguarda i nuovi schermi digitali con visualizzazione 3D. In un futuro a medio termine questi sistemi equipaggeranno le auto di serie, non solo per mostrare tutte le informazioni interessanti che possano emergere durante la guida, ma anche per interagire con il guidatore.

Lo sviluppo dell’industria automobilistica ha portato con sé la digitalizzazione dell’abitacolo delle auto. Sia per quanto riguarda il quadro strumenti che la console centrale, abbiamo sempre di più a portata di mano schermi di dimensioni sempre più grandi e con una definizione sempre più precisa e dettagliata. Questo sviluppo non si fermerà qui, ovviamente, e il prossimo passo riguarda proprio gli schermi 3D. Almeno è quanto ha annunciato il marchio tedesco Bosch, che sta lavorando allo sviluppo di questi nuovi schermi che presto inizieranno a comparire nelle nostre auto.

E secondo quanto annuncia Bosch i nuovi schermi 3D sarebbero in grado di generare un effetto tridimensionale reale il cui obiettivo è che il guidatore possa ricevere, in forma più diretta e semplice, le informazioni necessarie. L’idea è che l’auto non sia solo in grado di mostrare queste informazioni, ma che possa anche interagire con il guidatore.

A questo proposito Steffen Berns, presidente di Bosch Car Multimedia, ha dichiarato:

“Il semplice fatto di mostrare informazioni su uno strumento di visualizzazione dell’auto è ormai acqua passata. Il futuro si basa sull’interazione tra gli utenti e gli schermi e Bosch sta preparando questi nuovi sistemi. Gli schermi stanno diventando sempre di più dei sistemi interattivi che possono anticipare sempre meglio le necessità individuali dei guidatori. In questo c’è un grande potenziale di business per Bosch”.

L’importanza del mercato mondiale di schermi digitali per veicoli è stata sottolineata dall’ultima analisi di Goobal Marchet Insight che afferma che questo segmento di mercato praticamente si duplicherà entro il 2025, passando da 13,4 miliardi di euro che muove attualmente fino a 26,7 miliardi.

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Ferrari 488 Pista by Novitec

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Il preparatore tedesco Novitec ha svelato il suo ultimo lavoro che vede come protagonista la Ferrari 488 Pista. Un occhio non meticoloso, a prima vista, potrebbe scambiarla per un modello standard appena uscito da Maranello, ma in realtà il tuner teutonico è famoso proprio per la sua abilità di rimaneggiare l’estetica delle supercar senza però comprometterne drasticamente l’immagine.

Body-kit aerodinamico

 

In questo caso Novitec ha disegnato un kit carrozzeria con elementi in fibra di carbonio che non so apporta leggere modifiche estetiche ma miglior anche l’aerodinamica, visto che ogni singola appendice è stata studiata e sviluppata nella galleria del vento. Ed è così che la Ferrari 488 Pista di Novitec monta un generoso splitter frontale che allunga la parte bassa del paraurti. Nuovi pannelli laterali inferiori rendono inoltre il profilo laterale più robusto. Gli specchietti retrovisori sono rivestiti con gusci in carbonio, così come le cornici dei finestrini. I cerchi originali sono stati sostituiti con un seti di ruote Novitec da 21 pollici all’anteriore e da 22 al posteriore.

Telaio modificato

Le modifiche sono state riservate anche al telaio, con una nuova sospensione idraulica che avvicina la 488 Pista all’asfalto ma che le permette, in caso di necessità, di elevarsi per superare dossi o asperità del terreno. Tra le chicche, Novitec offre la possibilità di montare diversi sistemi di scarico, con o senza valvola per la regolazione del sound, in acciaio inossidabile o in INCONEL, lo stesso materiale dei sistemi di scarico usato dalle monoposto della Formula 1.

Upgrade per il V8

Passando al reparto meccanico, dopo l’upgrade elettronico e meccanico di Novitec il V8 da 3,9 litri eleva la sua potenza a 802 CV – a 7.950 giri – (originalmente di 711 CV) con una coppia massima di 898 Nm a 3.100 giri. Con questi ritocchi la Ferrari 488 Pista firmata Novitec diventa più veloce dell’originale e brucia lo sprint da 0 a 100 km/h in 2,7 secondi e raggiunge i 345 km/h di velocità massima.


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Ferrari 488 Pista: prime fotografie e info ufficiali

Al Salone di Ginevra debutta l’erede delle serie speciali 360 Challenge Stradale, 430 Scuderia e 458 Speciale

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Porsche Cayenne S E-Hybrid: la più potente di sempre

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La nuova Porsche Cayenne Turbo S E-Hybrid è la Cayenne più potente e veloce della storia della gamma a ruote alte di Zuffenhausen. Di fatto ha più coppia ed è più potente anche della Lamborghini Urus (650 CV). Ma non basta. È anche più potente di qualsiasi variante della 911, eccetto la GT2 RS da 700 CV.

La nuova Porsche Cayenne Turbo S E-Hybrid è un esempio del passaggio all’elettrificazione del marchio tedesco. E così, come accaduto anche per la Panamera, adotta un powertrain ibrido plug-in. Nel complesso vanta 680 CV di potenza massima e 900 Nm di coppia che le permettono di scattare da 0 a 100 km/h on 3,8 secondi e di raggiungere la velocità massima di 295 km/h.

Tutta questa potenza viene dal V8 biturbo da 4.0 litri di cilindrata e 550 CV (lo stesso della Cayenne Turbo), affiancato dal motore elettrico da 136 CV integrato nella trasmissione automatica Tiptronic S ad otto rapporti.

Ma oltre alle performance la Porsche Cayenne Turbo S E-Hybrid vanta emissioni e consumi vantaggiosi. Può circolare in modalità elettrica al 100% (fino a 135 km/h) percorrendo fino a 40 km e sulla carta dichiara consumi medi di 3,9l/100 km. Nonostante pesi ben 350 kg (2.535 kg in totale) in più rispetto alla Cayenne Turbo, dovuto alla batteria da 14,1 kWh installata sotto al pianale del portabagagli. La batteria si ricarica in 2,4 ore con il caricatore AC da 7,2 kW che viene di serie, utilizzando una presa da 400 volt. Mentre da una presa convenzionale domestica a 230 volt ci impiega sei ore.

Dal punto di vista tecnico la Porsche Cayenne Turbo S E-Hybrid monta cerchi da 21 pollici (da 22 in optional) con freni in carboceramica e dischi da 440 mm all’anteriore e da 410 mm al posteriore dotati di pinze a dieci e quattro pistoncini rispettivamente.

Disponibile anche in versione coupé, la sport utility ibrida plug-in è già ordinabile (in Germania) con prezzi a partire da 172.604 euro.

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Ford Mustang Shelby GT350R: novità per la versione 2020

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La nuova Ford Mustang Shelby GT350R arriva con novità ereditate direttamente dalla sorella maggiore GT500, con un motore V8 da 5,2 litri che supera i 500 CV di potenza e una messa a punto orientata alla pista. Nonostante sia comunque omologata per l’uso su strada.

Segni di riconoscimento esterni

 

Esteticamente la nuova Ford Mustang Shelby GT350R sfoggia una nuova griglia frontale, un voluminoso alettone posteriore, un nuovo splitter frontale in fibra di carbonio (come anche l’alettone posteriore) e nuovi cerchi che lasciano intravedere le pinze dei freni, verniciate a contrasto in rosso. Dalla coda, infine, fuoriescono i doppi terminali di scarico laterali.

Ovviamente il logo Shelby, il cobra, prende il posto del classico Pony, sia all’anteriore che al posteriore. Compare anche il logo GT350R, insieme a quattro nuove colorazioni per la livrea:  Grabber Lime, Twister Orange, Iconic Silver e Red Hot Metallic.

Ambiente racing per l’abitacolo

 

Anche all’interno dell’abitacolo della Ford Mustang Shelby GT350R si respira sportività grazie al volante rivestito in Alcantara, tappezzerie con cuciture a contrasto in rosso e niente sedili al posteriore.

Tra gli optional per la Ford Mustang Shelby GT350R si può richiedere il pacchetto completo di sistema audio di ultima generazione firmato Bang & Olufsen, assistenti alla guida come il controllo dell’angolo cieco e il sistema di navigazione a comandi vocali. Il FordPass Connect offre poi la possibilità di controllare alcune funzioni dell’auto in remoto attraverso lo smartphone.

Oltre 500 CV sotto al cofano

La nuova Ford Mustang Shelby GT350R è equipaggiata con il V8 da 5,2 litri aspirato, la cui potenza non è stata svelata, anche se sappiamo che supera i 500 CV. La coppia è trasmessa alle ruote posteriori attraverso un cambio manuale a sei marce e il sound del motore è amplificato dal nuovo sistema di scarico.

Le novità riguardano, infine, anche il telaio che può contare su una nuova sospensione anteriore derivata dalla GT500, uno sterzo ottimizzato con sistema di assistenza elettrica ricalibrato e, in generale, una cura dimagrante significativa.


WheelsTV / News

Shelby GT500 2020: il video teaser

La versione da oltre 700 CV della Pony Car americana

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